Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 23/11/2011 alle 09:58

 

 
E’ un tema sulle prime pagine dei giornali. Come al solito, quindi, non avrei scritto niente al proposito, ma ieri sul blog, e questa mattina in cartoleria, alcune persone (tra cui un volontario cattolico) mi hanno chiesto un parere.
Riassumo: “con i problemi che abbiamo era proprio necessaria questa complicazione della cittadinanza dei bambini degli immigrati che nascono da noi? Il presidente Napolitano non deve esagerare”.
Risposta formale: si è trattato di un impulso all’azione del Parlamento, più che del governo. Risposta sostanziale: non è una complicazione ma un fatto di civiltà umana e giuridica (in Parlamento ci sono già parecchie proposte). La nazione non può restare appesa soltanto al filo dell’emergenza finanziaria.
Ma poi c’è una considerazione proprio di carattere economico. Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (due economisti non di sinistra) scrivevano nell’editoriale del Corriere dell’altro ieri che “essere equi significa chiedersi quale sia l’effetto delle riforme sui giovani, sulle donne, sugli immigrati” e che “il futuro di una società in cui nascono così pochi bambini dipende dalla capacità di integrare i nuovi cittadini”.
Certo, trovare una soluzione che sia accolta dalla maggioranza degli italiani sarà difficile. Ma I diritti civili, quando sono giusti e non sono sganciati dai doveri (tanti per la cittadinanza), rappresentano un fortissimo fattore di crescita anche economica di un Paese.
 
NB - In questo servizio di Varesenews la situazione in provincia di Varese.
 
Commenti dei lettori: 62 commenti -
La solita posizione dei catto-comunisti. Tu non lo eri mai stato.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 23/11/2011 alle 10:13
Stamattina se ne parlava anche in treno. Fatto stranissimo, forse perchè gli interisti non avevavo molti motivi di orgoglio...A parte gli scherzi, problema controverso, ho qualche dubbio anch'io.
Scritto da Gabriele il 23/11/2011 alle 10:29
Napolitano vuole dettare anche l'agenda politica. Mi sembra troppo, stia nel solco della Costituzione. Ha ragione Maroni.
Scritto da Mazzoleni Luca il 23/11/2011 alle 10:36
Caro Adamoli perchè oggi si solleva,anche autorevolmente dato il via di Napolitano, un caso simile. Certo sarebbe da rivedere lo status di cittadinanza italiana,(concordo)...ma ora? Su un tema simile basta una campagna stampa ben orchestrata,qualche dato sulla sicurezza...o sulle baby gang latinoamericane e la frittata è fatta. Roma è stata persa anche per questo. L'aggressione nel metro e l'uccisione in periferia di una donna in una stazioncina poco illuminata... Ma a vincere ci pensate mai?
Scritto da Varesino non leghista. il 23/11/2011 alle 10:45
Sono per un "percorso guidato" prima della cittadinanza. L'esserci nato, in Italia prevede l'averci vissuto,aver condiviso valori,istituzioni,cultura,scuola,lingua,usi e costumi. In fondo a questo percorso,dopo aver magari prestato servizio a favore del Paese per un periodo di volontariato organizzato (qualcosa di più e di meglio del vecchio servizio militare),..con una cerimonia pubblica davanti al Sindaco giuramento alla bandiera nazionale e cittadinanza attiva e passiva.
Scritto da La professoressa il 23/11/2011 alle 10:56
Discorso delicato, che un paese serio deve affrontare. Due immagini. 1) Ho un amico bulgaro, sui 50. E' figlio di un professore di libero pensiero,è artista teatrale,cattolico. Motivi per cui regime bulgaro lo "marcava" stretto. E' venuto in Italia appena possibile, lavora qui da 15 anni. Sempre presente alle manifestazioni civili, partecipa profondamente alla vita sociale del nostro comune. E soffre perchè non ha ancora la cittadinanza.
Scritto da FrancescoG. il 23/11/2011 alle 11:22
Molto interessante anche lo considerazione economica. Molte persone forse le potete convincere in questo modo, anche tra i giovani.
Scritto da Lucia S. il 23/11/2011 alle 11:24
2) Una signora comasca, amica di mia moglie, fa salire in auto quattro adolescenti. Dice, sorridendo: "Ho una macchina moderna: è multietnica. Mio figlio italiano, lui marocchino, lei è filippina, lui albanese". Tutti e tre vestiti simili, modi simili, stesso slang - parlata con cui li stupisco:quello che conosco io è ben più incomprensibile del loro :-) -. Insomma, degli adolescenti come tanti. La società, probabilmente, è già passata ad un altro livello.
Scritto da FrancescoG. il 23/11/2011 alle 11:30
come sempre tanti se e tanti ma anche su cose che ci dovrebbero vedere uniti,ma lei dice che è una questione di civilta umana e giuridica, appunto,cioè non è una cosa per gli italioti oggi
Scritto da angelo m il 23/11/2011 alle 12:14
Io, d’impulso, propenderei per lo “jus soli”. Mi rendo conto però che il problema è delicato. Le argomentazioni sollevati da @ la professoressa meritano qualche riflessione. Resta però il fatto che con un percorso come quello descritto si può ottenere la cittadinanza anche con le leggi vigenti. Forse occorre renderlo un po’ più agile. Resta poi il problema della perdita del permesso di soggiorno da parte dei genitori; questi verrebbero espulsi e i figli sarebbero costretti a seguirli anche se l’Italia è l’unico paese che conoscono. Una situazione spiacevole che induce a riflettere.
Scritto da Angelo Eberli il 23/11/2011 alle 12:32
nascerebbero + bambini da genitori italiani se ci fosse una politica sulla famiglia,ho due figli e credo proprio di fermarmi.in compenso nel 2010 non ho trovato posto in ospedale nè a varese,nè a busto,nè a tradate , x le ecografie morfolocighe spettanti per legge.gli ambulatori sono già congestionati dalle partorienti straniere che hanno diritto al controllo sanitario anche se clandestine,...figuriamoci a dargli la cittadinanza!aprite gli occhi gente!diritti prima agli italiani e poi agli altri
Scritto da laura77 il 23/11/2011 alle 12:52
Basta con gli immigrati. Prima gli italiani nei servizi, nella casa, negli ospedali, nella scuola, poi verranno loro. PADRONI A CASA NOSTRA.
Scritto da Luciano il 23/11/2011 alle 13:12
Ottimo post. Va benissimo discuetere apertamente queste cose anche sui blog che non devono servire solo per i pettegolezzi o per la poltica politicante.
Scritto da Ernesto Losa il 23/11/2011 alle 13:22
Gli altri siamo noi, cara signora Laura, se no torniamo alla Germania nazista. Si comincia con il fare le differenze fra questo e quello poi a discriminare e poi a gasare. Dia retta.
Scritto da Claudio Ennam il 23/11/2011 alle 13:26
Andate a vedere sull' argomento come "funziona" nei paesi più civili, moderni, avanzati, in una parola sola, "normali" d' Europa e poi ne riparliamo. Siamo indietro di 30 anni, come nei paesi del nordafrica.
Scritto da Borghi S. il 23/11/2011 alle 13:31
Persone nate e cresciute in un Paese, del quale conoscono lingua, cultura, tradizioni, nelle cui scuole hanno compiuto tutto il ciclo di studi, e al cui erario versano imposte e contributi, SONO cittadini di quel Paese. Scriverlo su un pezzo di carta è una conseguenza ovvia. Solo una società impaurita, espressione tipica delle culture fragili e decadenti qual è quella italiana oggi, può negare questa elementare verità. Abbiamo paura dello straniero perchè abbiamo perso la nostra identità e ci illudiamo che erigendo barriere la ritroveremo. Un’illusione appunto.
Scritto da Mattia il 23/11/2011 alle 13:47
Negli USA vige lo jus soli e quello rimane un grande Paese, contraddittorio, ma Grande. Per rispondere ai vari Padroni a casa nostra ecc ecc. vorrEi essere provocatorio: togliamo la cittadinanza a chi non paga le tasse e vediamo quanti Italiani restano.
Scritto da mauro prestinoni il 23/11/2011 alle 13:57
E' propio vero che la storia è maestra ma non impariamo mai. da sempre gli imperi i regni e gli stati più longevi sono quelli che cercano di includere, in Italia da anni molti vorrebbero solo costruire muri ed escludere... è come cercare di fermare lo scorrere della sabbia con un colino. Incontrarsi è difficile, è dura ma è il futuro. Quello che dobbiamo recuperare noi e gli immigrati è il rispetto delle leggi, dello spirito di comunità e il senso di dirci Italiani
Scritto da Lele il 23/11/2011 alle 14:00
Francamente sono un po' stupito delle reazioni prudenti o addirittura contrarie registrate nel blog. Forse il problema non è così semplice, almeno nella percezione delle persone. Per quanto mi riguarda il far valere lo" ius soli", per coloro che nascono in Italia, mi sembrerebbe una cosa ovvia e di ordinaria civiltà. Evidentemente non è così per molti. L'idea poi di un percorso guidato come condizione per la concessione della cittadinanza (si parla sempre dei nati in Italia) mi pare francamente fuori luogo, poichè in tal caso il discorso dovrebbe valere per tutti coloro, italianissimi da sempre, che non conoscono la nostra legge fondamentale, la Costituzione, ed ignorano le nozioni base della storia del nostro Paese. Rimando anch'io all'articolo di Giavazzi ed Alesina, con i quali concordo. Infine ai leghisti, che hanno cominciato a schiamazzare, come loro solito, dopo l'intervento di Napolitano, usando lo slogan di facile effetto "Padroni a casa propria" dico: tutti i bimbi che nascono in Italia si trovano a casa loro, a meno che venga un rifiuto esplicito da parte dei genitori.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 23/11/2011 alle 14:02
Tema, come dicono in molti, da trattare con grande attenzione. Lo "jus soli" sembra la strada maestra ma è piena di insidie, pensiamo @ Eberli a un figlio di genitori clandestini: lui diventa italiano e i genitori vengono espulsi. La "professoressa" delinea un percorso interessante che appare però troppo ritualistico, come in Svizzera dove si dà l'esame per diventare "svizzeri". Spesso si cade nel ridicolo con residenti che vivono lì da decenni e ne sanno più di chi esamina. Tema da ponderare
Scritto da cesare chiericati il 23/11/2011 alle 14:45
Giuseppe, si discute del tema senza saperne un tubo. Prima va spiegato quanti sono oggi, i figli di genitori stranieri, quanti saranno domani, tra 10 e 18 anni. Un numero enorme. E parlano dialetto lombardo. Sono già italiani, questo la gente non lo percepisce pienamente, pensa che stiamo parlando ancora di quelli che vendono i fiori ai semafori. La legge oggi ostacoli degli italiani di fatto
Scritto da Roberto Rotondo il 23/11/2011 alle 14:48
A giudicare dal tono dei commenti a metà pomeriggio si evince che quest'ultima uscita del Presidente...ce la potevamo risparmiare.
Scritto da Controcorrente il 23/11/2011 alle 14:53
Scrivo su questo blog perchè conosco @Adamoli come una persona seria ma l'impostazione culturale è troppo cattolica, o di sinistra. Sono d'accordo con il percorso indicato da @La professoressa. Non facciamola troppo facile con gli immigrati.
Scritto da Mazzzoleni Luca il 23/11/2011 alle 15:09
Ius sanguinis o ius soli? Ci divideremo tra Italiani antropologicamente buoni e Italiani antropologicamente cattivi? Non me lo auguro. Il contesto storico non è dei migliori, siamo inclini a senterci assediati, defraudati dei nostri diritti, perciò ius sanguinis?Gli stati degli emigranti(USA,America latina) hanno lo ius soli, ma non la Svizzera.La Francia ha un interessante percorso di naturalizzazione per chi nasce sul suo territorio,cittadinanza si,ma non automatica
Scritto da La timida il 23/11/2011 alle 15:09
Lo "jus sanguinis" non basta nel XXI secolo, il riconoscimento in qualità di cittadino di chi è nato qui è una forma giusta di integrazione sociale e culturale.
Scritto da Cittadina cattolica il 23/11/2011 alle 15:23
In una risposta ad un commentatore, qualche giorno fa Adamoli scriveva "... sogno ... un’Europa politica nella quale i suoi cittadini si sentano tutti europei ma sogno anche che siano portatori di un impasto formativo dove non manchino le qualità culturali e umane tipicamente italiane" (18.11.2011, ore 9.30, “Delirio di scemenze”). Appena letta, l’ho sottoscritta idealmente. Peculiarità culturali e, soprattutto, umane costituiscono una forte caratterizzazione tipica dell’italiano. Purtroppo, anche le medaglie di valore hanno il rovescio: siamo anche un Paese troppo emotivo, scoordinato, lassista ed ipergarantista. Siamo un Paese che non educa (e nemmeno punisce). Ad esempio, non viene disposto il ritiro definitivo delle patenti a coloro che uccidono alla guida, sotto l’effetto di alcol o stupefacenti (nemmeno, come è accaduto, se si tratta di reiterazione del reato). Siamo un Paese che sa raggiungere, per malafede o incoscienza, picchi assoluti di negligenza. Ad esempio, ho saputo di qualche Azienda Ospedaliera che, nell’ambito dei “tagli” dei propri costi, sacrificherà anche la qualità dei dispositivi igienizzanti ospedalieri. Potrei continuare all’infinito, ho preso solo due esempi che mettono, significativamente, a repentaglio la vita e la salute della collettività. Che c'azzecca tutto questo con la questione sollevata da Napolitano? C'azzecca, c'azzecca! Infatti, nonostante l'immenso giacimento di qualità umane e culturali di cui sopra, rimaniamo il popolo pasticcione celebrato da Alberto Sordi. Pertanto, nutro dubbi circa la possibilità che il legislatore italiano - non tanto diverso dalla società civile del nostro Paese - sia in grado di decidere, con razionalità e senza quel cieco buonismo (molto spesso deleterio) su un argomento così delicato quale la cittadinanza dei bambini nati in Italia da genitori stranieri. Nascere in un Paese non è sufficiente per appartenervi. D'altro canto, la questione è spinosa perchè sembrerebbe di fare un torto a questi stupendi cuccioli d'uomo nell'importante fase della loro crescita. Come avevo già scritto qualche tempo fa, occorre creare un "doppio binario", cioè una doppia cittadinanza ove però quella italiana abbia un valore di tutela della qualità e della dignità dell'esistenza anzichè di acritica assegnazione di diritti. D'altro canto, non possiamo sapere se questi si sentiranno così italiani da trattenersi a lungo nel nostro Paese. (L'ho già ammesso più volte, su questo argomento sono lontana sia da Vendola che dalla pastorale di Tettamanzi ...). P.S.: Complimenti per la scelta della foto. Rimango sbigottita dal primo bimbo a sinistra. Troppo familiare, una somiglianza impressionante, un clone direi. Sembra estratto dalla mia collezione di famiglia ;-)
Scritto da Mafalda il 23/11/2011 alle 15:45
Caro Giuseppe il problema che poni riguarda non solo i diritti, ma anche il futuro del nostro Paese. La frase che hai riportato “abbiamo già tanti problemi…..” è stata ripetuta diverse volte, compreso ieri sera al TG da Reguzzoni, è l’emblema dell’humus culturale su cui è cresciuta la Lega e che la Lega alimenta. Dunque questo nostro “profondo nord” non lo cambieremo mai se non combattiamo prima culturalmente e poi politicamente l’incapacità di guardare ai cambiamenti che riguardano anche le persone. Il diritto di cittadinanza da acquisirsi con la nascita è sacrosanto. Se noi mettessimo due persone a confronto, uno bianco ed uno di colore, senza vederle, ma solo ascoltando le loro parole e la persona di colore parlasse in dialetto stretto bergamasco mentre il bianco in inglese, credo che nessuno di noi avrebbe dei dubbi su chi indicare come italiano. Già, salvo poi scoprire guardando che, quello che parla dialetto bergamasco, è nato da genitori stranieri e che per la legge italiana è comunque uno straniero. Ricordo che in consiglio comunale per due volti sono stato portatore della proposta del “consigliere comunale aggiunto” in rappresentanza di quel 10% di stranieri che abitano a Varese e ricordo che solo una Forza Italia ( c’era ancora allora …) impavida nel votarla ha impedito un passo in avanti nei processi di integrazione nella nostra città e tutto per adeguarsi ai “dettati” della Lega, devo anche dire con argomentazioni pretestuose e un po’ banali anche da parte di cattolici del partito di Berlusconi. Io credo che una seria politica di integrazione passi anche dal riconoscimento del contributo che lo straniero può e da sulla crescita della nostra ricchezza (pil ). Tutti gli indicatori dicono quanto uno straniero muove nella nostra economia. In termini di lavoro, in termini di consumi e in termini di risparmi. E anche in termini di imprenditoria dato che ora sono diversi i cittadini immigrati che si cimentano con la libera intrapresa. E questo non è proprio del carattere dell’italiano medio? Il mettersi in proprio e iniziare una attività per essere liberi di gestirsi? La verità è che la logica leghista è quella di chi vuole lo straniero come perenne dipendente, che lo vuole temporaneamente sul nostro territorio e, appena questo non serve più, “a casa”. Dunque, altro che cittadinanza perché la cittadinanza significa rimanere qui. Questa, banalmente, è l’idea leghista che però nasce su di un “corpaccione” di brava gente impaurita dai cambiamenti e alimentata nelle sue paure da una “banda di furbetti del quartierino”.
Scritto da roberto molinari il 23/11/2011 alle 15:49
Nella mia beata ignoranza in materia ero convintissima che chi nasceva in Italia – non per sbaglio, dico, o di passaggio – avesse automaticamente la cittadinanza. Jus soli, appunto. E’ stata una sorpresa scoprire che non è così. Mi chiedo: come mi ero fatta questa idea visto che non cado esattamente dal pero stamattina? Forse perché mi vedo circondata da ragazzi e ragazze che hanno vent’anni, i genitori vengono da posti lontanissimi e spesso si sono conosciuti qui, i figli sono nati qui, hanno studiato e continuano a studiare qui, lavoreranno sempre e solo qui, non metteranno forse mai piede nel Paese di origine dei genitori. Qui è l’Italia. Non avevo dubbi e non li ho ora che questi ragazzi e ragazze sono italiani e hanno diritto a una carta che glielo riconosca senza tema di smentita.
Scritto da Laura S. il 23/11/2011 alle 15:59
Ritengo la proposta del Presidente ottima, propone di allineare l'italia alle grandi democrazie europee e mondiali (USA ad esempio).La soluzione a mio parere è quella dello "jus soli". La questione è più complessa per i genitori ma, in questo caso, credo che possano essere studiate delle soluzioni pratiche che permettano, dopo un certo numero di anni, a chi lavora e produce ricchezza nel nostro paese di acquisirne la cittadinanza. Altra tematica (più politica) è quella dei clandestini.
Scritto da Silvio Aimetti il 23/11/2011 alle 16:14
@Roberto Molinari scrive: "La verità è che la logica leghista è quella di chi vuole lo straniero come perenne dipendente, che lo vuole temporaneamente sul nostro territorio e, appena questo non serve più, a casa". Sono d'accordo. Se potessero, anzi, dopo averlo fatto lavorare 10 ore al giorno, lo rinchiuderebbero in casa perchè non rechi disturbo.
Scritto da Una lettrice il 23/11/2011 alle 16:25
Le pensioni ce le stanno già pagando in parte gli stranieri.
Scritto da Giacomina il 23/11/2011 alle 16:45
Grazie. Con queste vostre idee la Lega stravincerà.
Scritto da Bossiano doc il 23/11/2011 alle 17:23
"La Professoressa" parla di usi e costumi. Anche difendersi in bande che lottano per il territorio (sudamerica)?,anche andare in giro con il coltello in tasca (balcani)?,anche essere poligami (centrafrica), anche assoggettare la donna ai maschi di famiglia (islam radicale)? Anche in questi casi cittadinanza? Se poi non pagano le tasse o eludono o evadono...pazienza. Questi sono sicuramente italiani.
Scritto da Grillo parlante il 23/11/2011 alle 17:41
@Roberto Rotondo - Hai perfettamente ragione. Su questi problemi c'è ancora troppa ignoranza e questo fatto determina spesso il pregiudizio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/11/2011 alle 17:49
@Mafalda - Sulle foto e sulle rassomiglianze: sai che mia figlia quando ha visto quella che corredava il post “Solo un sogno?” del 14 novembre non ci voleva credere? Eppure non era la mia nipotina.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/11/2011 alle 17:51
@Silvio Aimetti - In realtà, il problema dei clandestini è completamente diverso. Io sono per il rimpatrio obbligatorio, con una precisazione importante: negli ospedali devono essere curati anche loro senza chiamare necessariamente la polizia. E' anche un modo serio e umano per prevenire contagi pericolosi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/11/2011 alle 17:55
Le domande inquietanti di @Grillo parlante se le fanno le persone perbene ma non buoniste o fintamente buoniste.
Scritto da Gloria S. il 23/11/2011 alle 18:35
Dubito che il metodo d'urto adottato dal Presidente sia il più opportuno per proporre un tema tanto sensibile e spinoso. Est modus in rebus, perbacco!
Scritto da ulderico monti il 23/11/2011 alle 19:04
Non basta una legge per fare gli italiani... forse prima dovremmo capire questo e non considerare un tema così delicato solo sull'onda del dualismo destra VS sinistra...
Scritto da Damiano il 23/11/2011 alle 20:15
Mi scusi se esco dall'argomento ma ho letto su La prealpina che il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli, fa parte del Cda di Finmeccanica. Chi lo ha scelto? Che ci sta a fare in quel Cda?
Scritto da Un varesino il 23/11/2011 alle 20:23
@Laura S., anchi'io come te pensavo che il problema non esistesse neppure. Invece....esiste, eccome.
Scritto da Carlo il 23/11/2011 alle 20:45
Bello il commento di @Mafalda. Schizza bene la personalità dell'italiano medio.
Scritto da Alessia il 23/11/2011 alle 21:36
Caro Adamoli, complimenti alla nipotina! L'immagine del post “Solo un sogno?” è di una bellezza molto fine, quasi celestiale. L'avevo notato subito non appena ho visto il post. Complimenti. L'affetto del nonno è grandissimo!
Scritto da Mafalda il 23/11/2011 alle 22:04
Mi sa che @Damiano, in due righe, ha ben sintetizzato la questione, sottolineando il rischio che si concluda nel solito contrasto destra/sinistra. E ciò sarebbe non solo sbagliato ma anche improduttivo. Sono d’accordo con @Adamoli quando precisa a @Silvio Aimetti (h. 17.55) che ai clandestini non vada negata l’assistenza ospedaliera. Attribuire ai medici ospedalieri la possibilità di avvisare le forze dell’ordine è una proposta aberrante. Sia che ti si presenti al Pronto Soccorso il clandestino pakistano con la polmonite perché dorme sotto i ponti che il nordafricano ubriaco, ferito a bottigliate da un connazionale altrettanto ubriaco. P.S.: Discorso più ameno: qui hanno un po’ i musi lunghi per la partita. Pare che il Milan sia stato “derubato” … però l’opinione è che il Barcellona abbia giocato meglio (nonostante il fuoriclasse Ibrahimovic).
Scritto da Mafalda il 23/11/2011 alle 22:40
@C.Ennam - gli amici più cari di mio figlio all'asilo sono due bimbi peruviani, genitori splendidi.Lo stesso la famiglia di filippini che vive nel ns stesso palazzo,ma nn facciamo passare il messaggio che possiamo accogliere tutti,dargli le cure sanitarie e la cittadinanza in un baleno.è forviante.e nn mi parli della germania nazista,mio nonno è stato deportato e fortunatamente tornato dal campo.io parlo per quello che ho vissuto e per quei diritti che ai miei figli sono stati negati.
Scritto da Laura77 il 23/11/2011 alle 23:08
@Un varesino (20.33) - Credo che la nomina di Dario Galli nel Cda di Finmeccanica sia stata, come tante altre, una nomina politica del ministro dell'economia. Non conosco quali competenze abbia il presidente della Provincia di Varese. Se l'hanno messo lì ci sarà stata qualche buona ragione. Non sono in grado di aggiungere altro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/11/2011 alle 23:43
Credo che bisogna sottrarre questo tema al dualismo destra/sinistra, buonismo si/buonismo no. Lo dico a @Damiano che ha giustamente posto il primo problema e lo dico anche a @La timida che aveva posto il secondo (15.59). La questione, a mio parere, va vista nella triplice dimensione umana, sociale, economica, sapendo che è molto complessa. Se vogliamo percorrere decisamente la strada dell’integrazione, il riconoscimento della cittadinanza è un passo da compiere. Bisogna accuratamente evitare gli episodi citati con amarezza da @Laura77, che però sono delle eccezioni e non la regola. PS - @Mafalda. Dispiaciutissimo per il risultato del Milan, soddisfatto per il gioco. Mi sa che il Barcellona in questa stagione lo incontreremo ancora.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/11/2011 alle 23:49
Favorevolissima all’esternazione di Napolitano;magari ci si può chiedere se questo era il momento adatto alla dichiarazione, dato che siamo tutti con il naso incollato allo spread. Ma forse è giusto così, la ripresa economica, (speriamo ci sia), non può avvenire disgiunta da una rinascita culturale intrisa di valori umani. Anch’ io come molti ho le mie riserve sull’immigrazione ma se ne può parlare in altro momento, non voglio andare fuori tema. Qui stiamo parlando di bambini nati in Italia e su questo non ho alcun dubbio, io li RIVENDICO in quanto Italiani. Integrare il più possibile questi bambini nati da immigrati ma italiani a tutti gli effetti,(ma questo vale anche per i figli di genitori italiani che vivono nel disagio) è anche un’assicurazione contro le conseguenze di sbandamento che possono produrre sulla società un gran numero di giovani discriminati. Io ho poca frequentazione della scuola attuale, non avendo bambini in età scolare , ma ho avuto una foto d’insieme frequentando d’estate la piscina all’aperto. Bene, questa piscina è frequentata in settimana dai bambini dei vari oratori estivi. La bellezza di quelle squadre, colorate nei vestiti e nei volti quando escono chiassosi e abbracciati senza distinzione tra loro e si avviano all’uscita per fine turno ha qualcosa di poetico ed entusiasmante insieme. Questo è il futuro che allarga il cuore e non c’è Lega che tenga, la società civile, che quasi sempre precede le leggi, ha già vinto!
Scritto da Maria Rossa il 24/11/2011 alle 01:47
Adamoli, dovrebbe rispondermi più chiaramente, di come ha fatto alle 23.43, dicendo che il presidente della Provincia Dario Galli è nel Cda di Finmeccanica esclusivamente per meriti politici di fedeltà alla Lega. Questi hanno preso tutte le poltrone di potere - di tutto e di più - senza nessun risultato per l'Italia, il Nord e Varese.
Scritto da Un varesino il 24/11/2011 alle 08:25
Anche mio padre è stato deportato, cara signora Laura, ed è tornato. Cosa c'entra? Quasi tutti tornavano ma gli hanno rovinato la vita con mio padre che per ventanni si alzava di notte con gli incubi. ma poi c'erano anche quelli che non tornavano o vuole forse negarlo signora Laura? No perchè qui in giro ci sono delle belve delle persone spaventose che dicono che l'olocausto non c'è mai stato. Io credo poi che i suoi figli o quelli degli altri sono la stessa cosa non si deve fare differenza, è pericoloso, s’inizia sempre così.
Scritto da Claudio Ennam il 24/11/2011 alle 09:14
Cittadinanza, in senso lato, e cooperazione. A Reggio Emilia stanno realizzando questo progetto: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/431411/
Scritto da FrancescoG. il 24/11/2011 alle 09:25
Sul presidente della Provincia e sui posti "romani" occupati dalla Lega ha ragione @Un varesino".
Scritto da Lorenzo il 24/11/2011 alle 09:51
@Maria Rossa, mi piace molto lo slancio umano delle tue ultime righe.
Scritto da Una lettrice il 24/11/2011 alle 10:22
Sig. Adamoli, complimenti per il blog. La differenza fra la qualità di questa discussione e quella di Varesenews sullo stesso argomento è notevolissima. Complimenti anche ai lettori che scrivono.
Scritto da Serena Colombo il 24/11/2011 alle 10:48
Credo anch'io che @Un varesino abbia centrato un problema reale. Che cosa ci sono stati a fare i leghisti a Roma? A prendere i posti con laute prebende. Questo hanno ottenuto, ma solo per loro.
Scritto da Giovanna S. il 24/11/2011 alle 12:37
Il segreto, come è detto nell'ultima frase del post, è di agganciare i diritti con i doveri, La cittadinanza ne comporta molti che debbono essere ben chiari a chi riceve questo fondamentale riconoscimento.
Scritto da Montalbetti il 24/11/2011 alle 12:56
Bravo Giuseppe condivido in tutto e per tutto.
Scritto da Fabrizio Brazzorotto il 24/11/2011 alle 16:01
Ma dai Giuseppe, sei proprio sicuro che se l'hanno messo lì ( il Galli alla Finmeccanica ) ci sarà stata qualche buona ragione oltre quella esclusivamente politica? Si vede che il risultato del Milan ti ha messo in confusione.
Scritto da A. Vaghi il 24/11/2011 alle 18:35
Caro @Vaghi, questa volta accetto il colpo di bacchetta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/11/2011 alle 20:57
Questa sera da Santoro tutto su Finmeccanica. Credo per chi interessasse si possa rivedere sul web. Sembra che Finmeccanica funzionasse da bancomat per una certa classe politica e che i suoi massimi dirigenti intascassero lautissimi compensi personali di riconoscimento per i contratti acquisiti. Dove poi le aziende si rifacessero di questi enormi surplus erogati è cosa che riguarda il solito Pantalone. Tutto questo mentre le grandi aziende che per anni hanno usufruito degli aiuti di stato chiudono o mettono gli operai in cassa integrazione (per chi ce l’ha). La mia sensazione caro Adamoli è che tra P2-3-4 ci fosse un piano ben circostanziato per far confluire denaro pubblico (superstipendi, imprese, immobili ecc.) nelle tasche di gruppi di potere privati. Un po’(fatte le debite differenze) come è avvenuto nell’ex Unione Sovietica, dove una oligarchia di potere è riuscita tramite lo smantellamento delle istituzioni ad affamare il popolo. Mi auguro questo governo sappia metter mano a sanare almeno le più gravi disuguaglianze e ingiustizie e la magistratura mandi in galera tutti i “furbetti del quartierino” ”la cricca grandi opere” e quant’altri avvoltoi hanno provveduto a spolpare il nostro Paese.
Scritto da Maria Rossa il 25/11/2011 alle 00:58
Caro Adamoli mi spiace essere stato facile ed infausto profeta. Però è accaduto proprio a Brescello, il paese di Peppone e Don Camillo. Il marito (islamico radicale) ha ammazzato a martellate la moglie perchè troppo occidentale,forse in procinto di divorziare,sospettata di voler abbracciare la fede cattolica. Per altri cinque anni ci siamo tolti il problema riguardo il riconoscimnto "facilitato" di nuovi italiani più o meno giovani. Gira per favore tu il messaggio a Napolitano.
Scritto da Varesino non leghista. il 26/11/2011 alle 13:05
@ varesino non leghista- Forse che gli italiani non ammazzano le mogli che li vogliono lasciare?Magari fortunatamente la maggior parte "SOLO "di botte. controllare statistiche please...
Scritto da Maria Rossa il 26/11/2011 alle 14:21
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