Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 27/11/2011 alle 12:22

 

 
Nei giorni scorsi un uomo di chiesa che ho incontrato a Milano mi ha lasciato capire con aria soddisfatta che fra le concause della caduta di Berlusconi bisognerebbe annoverare anche il recente e netto cambio di atteggiamento della Cei del Card. Bagnasco nei suoi confronti.
In sostanza la denuncia dell’insostenibilità morale e della profonda inadeguatezza del governo.
Gli ho obiettato che se questa affermazione fosse fondata metterebbe  in evidenza le pesanti responsabilità dei vescovi italiani per tutti gli anni precedenti (nella foto il card. Bagnasco). L’agonia del governo è stata infatti troppo lunga e si sarebbe potuto evitare il drammatico aggravamento della crisi economica e politica.
Ma c’è un’altra riflessione che ritengo ancora più importante. Sono favorevole al maggior impegno politico dei laici cattolici auspicato a Todi ma penso che la chiesa ufficiale dovrebbe allentare il legame diretto con la politica.
Questa “relazione speciale” è una particolarità tutta italiana che ha delle cause storiche e geopolitiche (il ruolo di Roma capitale del cattolicesimo) su cui è perfino inutile indugiare.  Resta il fatto che le briglie al collo dei cattolici nel campo politico sono ancora molto strette. La stessa iniziativa di Todi era stata praticamente promossa dalla Cei.
Sono così stringenti, queste briglie, per insufficienza e pigrizia dei laici oppure per l’ingerenza della gerarchia?
Forse è una buona riflessione per una domenica novembrina.


 
Commenti dei lettori: 38 commenti -
Ti rilancio la sfida, caro Giuseppe, con una terza via che mi sembra molto più italiana: non è che ad essere accondiscendenti con le "prospettive di una certa Chiesa" e professarsi paladini cattolici, si finisce per accarezzare ancora tutta quella parte di perbenismo interessato che aleggia nel nostro paese? Di rimando la Chiesa, da sempre innamorata del potere materiale, finisce per guardare di buon occhio questi tentativi rozzi e alquanto stupidi, come vera politica. Risultato: una porcheria!!
Scritto da Pietro Resteghini il 27/11/2011 alle 12:41
La Cei è scappata da Berlusconi quando non poteva più farne a meno. Il dopo Todi è tutto da costruire, manca da molto tempo l'abitudine all'autonomia dei laici dalla gerarchia.
Scritto da Brielli Giuseppe il 27/11/2011 alle 13:05
“Sono così stringenti, queste briglie, per insufficienza e pigrizia dei laici oppure per l’ingerenza della gerarchia?” Si chiede e ci chiede Adamoli. Più che di insufficienza o pigrizia, io parlerei di pavidità. La pavidità di molti cattolici ha fatto la sua bella parte nel consentire questa intromissione vaticana. Molti cattolici non hanno paura di Dio (mi si passi il termine, non credo in un Dio che mette paura ma in un Dio fratello dell’uomo) perché con il Sacramento della Confessione pensano di lavare ogni loro colpa. E così continuano a peccare contro l’uomo (ignorando di peccare contro Dio). Invece, temono fortemente le gerarchie ecclesiastiche. E questo timore ha favorito, per decenni e decenni, la vittoria della Democrazia Cristiana, grazie anche allo slogan “Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no” di guareschiana memoria. In questi giorni, la Chiesa sta criticando Marchionne per la vicenda di Termini Imerese. Qualche tempo fa, il governatore della Sicilia, Lombardo, ebbe il coraggio di dire a Marchionne di andarsene perché più che danni non avrebbe combinato e che agli operai Fiat ci avrebbe pensato lui. Sicuramente la ricetta-Lombardo sarebbe stata, come al solito, di natura assistenzialista, forte del suo governare una regione a statuto speciale. Però, non mi torna nemmeno questa nuova posizione della Chiesa gerarchica che si scopre, proprio oggi, paladina dei diritti dei lavoratori. (E ora non mi si tiri fuori qualche enciclica papale tipo la “Laborem exercens” perché non ci credo …). Per tornare alla pavidità dei cattolici, Bobba ne è un esempio. Una coppia di miei amici hanno passato un fine-settimana presso un convento di suore di clausura. Erano informatissime su ciò che accadeva fuori dalle loro quattro mura. Avevano guardato con interesse l’incontro di Todi e seguivano, in particolare, Olivero (il Presidente Nazionale Acli che si è avvicendato a Bobba). Ebbene, queste suore tifavano per lui e dicevano: “Speriamo non cambi anche lui, speriamo non cambi anche lui!”. Buona domenica.
Scritto da Mafalda il 27/11/2011 alle 13:29
Una volta c'era Azione Cattolica, oggi ce n'è solo un parvenza timida e ininfluente. Molti dicono che sarebbe colpa di Cielle ma la realtà è la debolezza delle parrocchie.
Scritto da Franca il 27/11/2011 alle 13:42
Accetterei tutta la tua bereve analisi se tu aggiungessi l'enorme utilità dell opere sociali indotte o gestite dalla chiesa. Conoscendoti un pò, forse non hai ritenuto necessario dirlo, ma per una parte degli italiani è senpre utile ripeterlo
Scritto da Adams il 27/11/2011 alle 13:42
E' amaro constatare che l'appoggio della chiesa, benché non strombazzato, sia ancora oggi decisivo per le sorti di un governo, però è così. Se siamo sinceri dobbiamo laicamente aggiungere che si è pronti a lamentarsi di questo fatto quando l'atteggiamento della Gerarchia va in favore degli antagonisti ma non quando va in favore della parte alla quale si appartiene.
Scritto da Roseto senza rose il 27/11/2011 alle 15:09
Inutile lagnarsi. La novità è che quest'Italia è sotto ricatto dall'Europa ma dal Vaticano lo è sempre stata.
Scritto da Osvaldo il 27/11/2011 alle 15:15
Lorenzo Ornaghi, neo ministro dei Beni culturali e Rettore della Cattolica di Milano ha scritto che "La presenza della religione nell'ambito pubblico è soprattutto necessaria per guardare con speranza al futuro delle democrazie e dei popoli". Non è un concetto laico. Da qui nascono i problemi.
Scritto da Luigi Rossini il 27/11/2011 alle 16:02
quello che lascia perplesso in un NON credente sono le diverse anime della chiesa e dei cattolici. come possono coesistere nella stessa chiesa chi predica uguaglianza, rispetto del diverso, e chi ,come i ciellini, attuano politiche di estrema destra nei confronti di chi è "diverso"?vedi immigrati, poi col banco alimentare lavano le coscienze. che la chiesa condizioni la politica italiana ,non è una novità per nessuno. stupisce semmai l'ggressione a che fa notare e non giustifica queste cose.
Scritto da franco zanellati il 27/11/2011 alle 17:03
Caro @Pietro (12.41), penso che la sfida sia quella di costruire davvero un soggetto culturale di interlocuzione con la politica come auspicato a Todi. Con due condizioni: che non si delegittimi mai il pluralismo che è un dato di fatto irreversibile della società italiana e che quel soggetto sia dotato di grande autorevolezza. Il che significa lavorare nel solco dei principi della dottrina sociale della chiesa, però con autonomia dalle gerarchie nell’elaborazione progettuale e programmatica. Non sarebbe affatto una novità nel secondo dopoguerra italiano ma ciò richiede oggi una grande volontà e partecipazione di tutto l’associazionismo cattolico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/11/2011 alle 17:11
Caro Giuseppe, dobbiamo riconoscerlo e farlo proprio per amore della Chiesa e di quanto i nostri preti ci hanno insegnato. Da molti anni anche la Chiesa non è in grado di esprimere a livello di CEI e di Segreteria di Stato persone adeguate ai tempi. C’è, di fondo, un pregiudizio che da sempre aleggia nella Chiesa. Nei documenti si esaltano i laici, nella prassi non si delega mai a loro nessuna responsabilità. Ad ogni livello. Ma è mai possibile che i responsabili economici in Curia a Milano come in Vaticano siano sempre dei chierici? Ma è mai possibile che a Milano come altrove l’avvocatura è affidata ad un chierico e mai ad un laico? E la pastorale della famiglia o quella del lavoro? Questi sono esempi banali, ma che sottolineano la diffidenza che la Chiesa nutre verso i laici, almeno nel nostro Paese. Dunque dove è l’autonomia dei laici? Per non parlare della gestione “politica” della fine della DC. Ruini non ne ha imbroccata una. Altro che “progetto culturale” di cui nessuno di noi sa niente o ha visto qualcosa. Trattare direttamente con il Governo è stato devastante e ha prodotto guasti immensi. Li ha prodotti nel mondo cattolico e nel mondo laico. Nel mondo cattolico perché ha deresponsabilizzato e ha prodotto una cultura “qualunquista” che, dalle nostre parti, è coincisa con l’humus peggiore del leghismo becero e del berlusconismo “bauscia”. Nel mondo laico ha portato ad un tornare indietro. Si è ricominciato ad innalzare gli scudi anticlericali e a usare, come bandiera, gli argomenti più banali del laicismo intollerante, ridando fiato ad un “vecchio arnese desueto” come Pannella e alla sua cultura radical-borghese. Da quanto tempo, per rimanere sul tema della politica, nessuno di noi impegnati è chiamato a parlare nel mondo cattolico? Da quanto tempo nessuno di noi è ascoltato per “ascoltare” le “ragioni” della politica? E, qui, non si tratta di far scegliere la Chiesa con chi schierarsi, si tratta di mettere a confronto diversi modi di impegno, affinché si riscoprano le ragioni dell’impegno. E poi ci si lamenta che in politica vanno avanti gli “arrivisti, gli ambiziosi o i disonesti”o quelli che concepiscono i partiti come un autobus su cui salire, ma scendere alla prima fermata utile. Se non si valorizzano quelli che lo fanno per “servizio”, noi avremo un continuo scadere anche dell’elaborazione del “pensiero sociale” e, di questo, ne avremo detrimento tutti e il Paese tutto.
Scritto da roberto molinari il 27/11/2011 alle 17:17
La Chiesa è stata nel corso dei secoli un grande fattore di promozione e crescita sociale, in opere sanitarie, assistenziali,educative e caritative ben prima che cominciassero a intervenire gli Stati. E questo è un grande merito. E' invece un grande demerito storico l'aver stretto patti con oligarchie economiche,dittature e " uomini della provvidenza", giù giù sino a Berlusconi. I cattolici dovrebbero rileggersi De Gasperi per capire il suo no a Pio XII° che cercò di imporgli l'alleanza col MSI
Scritto da cesare chiericati il 27/11/2011 alle 17:33
Penso che la domanda che noi cristiani dovremmo farci è questa:"Qual'è la vera Chiesa di Cristo?". Quella ultima dei cardinali Ruini e Bagnasco oppure quella della "Populorum progressio"? Il pensiero di mons.Oscar Romero (assassinato) diceva chiaramente che: "Una Chiesa che non subisce persecuzione, ma che gode dei privilegi e dell'appoggio della borghesia, non è la vera Chiesa di Cristo." E proprio il nostro Cristo l'ha testimoniato per l'intera umanità.
Scritto da Ravani il 27/11/2011 alle 18:01
Finché non si ricomporrà la diaspora politica e culturale dei cattolici le iniziative "tipo Todi" saranno sempre prive di autorevolezza autonoma. Tu dovresti saperlo meglio di tanti altri.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 27/11/2011 alle 18:10
Magari questa vitalità di pensiero ci fosse a sinistra: Va be', c'è Vendola e cosa d'altro? Per esempio a Varese? Il vuoto. Di sinistra, io mi trovo a leggere questo blog per interloquire con persone che hanno passione politica. Una bella autocritica da parte nostra..
Scritto da Pietro (di sinistra) il 27/11/2011 alle 18:15
eccome ,se la chiesa condiziona la politica!Quando qualcuno ha osato fare un timido accenno all'Ici sugli immobili con reddito della chiesa é stato subito azzittito. I poteri della chiesa sono così forti da poter ammettere che ,pur essendo in in momento di crisi,questo sacrificio è meglio che lo facciano gli altri.Hanno lo stesso potere politico,infatti li metto,in tutti i bensi, sullo stesso piano.Condanno entrambi!!!
Scritto da azzittiti il 27/11/2011 alle 18:18
Condivido tutto e confermo che è veramente difficile parlare di queste cose nelle parrocchie. E' come se avessero paura di affrontare problemi che possono dividere ma in questo modo si rimane in superfice e i problemi generali della società sono lontani e distanti.
Scritto da Cittadina cattolica il 27/11/2011 alle 18:37
Ma basta con questa storia dei cattolici in politica. Fate quello che volete che ormai contate ben poco.
Scritto da Giuseppe S. il 27/11/2011 alle 19:45
“Cuius regio, eius et religio”. Mi sembra che questa massima latina rappresenti bene il comportamento della gerarchia ecclesiastica. I precetti evangelici vengono obliterati; il commercio con i MERCANTI DEL TEMPIO (fustigati dal Cristo) è continuato alla grande; Simon Mago ha imperato indisturbato fino a quando lo SCANDALO (dal latino “scandalum”, pietra d’inciampo) si è trasformato in uno scoglio insormontabile. “Oportet ut scandala evenientat”. Ma quanto tempo è dovuto trascorrere affinché la GERARCHIA si accorgesse che gli scandali erano in corso? (Strano, perché a me, la “consecutio temporum” l’hanno insegnata i preti!)
Scritto da Angelo Eberli il 27/11/2011 alle 20:53
Voi sotto sotto sognate il ritorno della Dc che però non tornerà più. Lo dico anche se preferirei essere governato dalla Dc invece che dal Pdl..
Scritto da Un qualunquista il 27/11/2011 alle 20:59
In qualche intervento colgo gran voglia i riconporre la diaspora poiitica e culturale dei cattolici. Nostalgia di partito unico. Ma l'enfasi sull'unità emersa a Todi non manifesta forse la consapevolezza che la elaborazione di una reale cultura politica impedisce di poter esigere dai Pastori un mandato esclusivo ? Pare si dimentichi che ogni coerente azione politica dei credenti deve mettere nel conto la possibilità di incontrare come competitori altri credenti e come alleati altri non credenti
Scritto da A. Vaghi il 27/11/2011 alle 21:15
Ho letto con interesse tutti gli interventi e condivido in particolare quello di Roberto Molinari. Vorrei però, da esterno alla Chiesa, ma anche da attento interlocutore con gli uomini di Chiesa e con tutti coloro che si richiamano agli insegnamenti evangelici, aggiungere qualcosa. Io preferisco guardare la Chiesa nella sua complessa articolazione, in altri termini di "popolo di Dio", non riducibile quindi alla voce pur autorevole della gerarchia cattolica. Intendiamoci, anch'io non sono così ingenuo da sottovalutare il peso ed il ruolo decisivo che per ragioni storiche e di presenza più che millenaria nella penisola, la Chiesa gerarchica ha sulla vita politica e sociale italiana. Un ruolo che la porta a volte ad un' obiettiva ingerenza politica o ad una supplenza sociale e culturale, a causa anche della debolezza del mondo laico in generale e dei laici cattolici in particolare. Dico questo perchè è giusto discutere di Todi e di ciò che possa nascere a breve o a medio termine da quel convegno. Siamo però sicuri che la complessa o ricca realtà ecclesiale, presente nel nostro paese, sia riconducibile in toto o quasi alle "voci"di Todi? Todi, comunque lo si guardi, non ha rappresentato forse il punto di vista di un cattolicesimo prudente, moderato, ragionevole, sobrio (che quindi non poteva che liquidare Berlusconi ed un certo berlusconismo)? Un cattolicesimo però distante sideralmente da quel cristianesimo o cattolicesimo profetico, che pur è vivo in talune comunità di base, nei cosiddetti preti o missionari di frontiera, che operano tra gli emarginati d'Occidente o tra i disperati del terzo o Quarto mondo? Certo chiunque, dal versante sociale o politico, voglia interloquire con il mondo cattolico, non può eludere alcuna delle numerose articolazioni in cui il cattolicesimo italiano si presenta. Semplicemente mi auguro che i laici, cattolici o non cattolici, impegnati in politica,si comportini da adulti, rispettando e facendo rispettare in maniera corretta il rapporto fede-politica, fede-morale, in modo da far crescere in tutta la Chiesa, in tutta la realtà ecclesiale, la consapevolezza che il pluralismo delle opzioni in campo politico sia da considerare un valore, una ricchezza, non qualcosa da guardare in modo guardingo e sospettoso.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 27/11/2011 alle 22:14
Mi va bene Todi purché sia sempre fatto salvo il pluralismo. E' quello che dice anche Adamoli e a me questo basta.
Scritto da Giacomo il 27/11/2011 alle 22:19
Caro @Mariuccio Bianchi, sono reali gli interrogativi che pone. A tale scopo, posto un comunicato di alcuni “cattolici e democratici” che si sono incontrati a Roma lo scorso fine-settimana. L’ho tratto dal sito della Associazione di cultura politica “Rosa Bianca” (che fa riferimento al milanese Giovanni Colombo ed alla comasca Grazia Villa. Forse @Francesco G. la conosce). Di questa rete fanno parte anche le associazioni “Agire Politicamente”, “Argomenti 2000”, “Città dell’Uomo”, “Cristiano Sociali”, la legnanese “Polis” e tante altre. (Io dubito che questi riescano a discostarsi da quel cattolicesimo che Lei giustamente biasima in quanto “prudente, moderato, ragionevole, sobrio”. Tuttavia, uno sforzo l’hanno fatto. Infatti, pur non volendo porsi come “alternativa” ai cattolici di Todi, muovono le loro riflessioni partendo da altri presupposti). Ecco il comunicato, nel quale, in chiusura, viene anche indicato l’indirizzo internet di un nuovo portale dedicato. Mi scuso per la lunghezza. “Al termine di un percorso preparatorio in atto da qualche tempo, nei giorni 19 e 20 novembre, si sono riuniti a Roma, presso la Domus Pacis, esponenti di un nutrito numero di associazioni afferenti all’area cattolico-democratica e provenienti da varie regioni d’Italia. E’ stata costituita una Rete di collegamento che consente di mettere in circolo e dare rilievo su larga scala a idee e valori di una ricca tradizione culturale, politica ed ecclesiale, dei quali oggi si avverte un grande bisogno. La stagione attuale si presenta difficile eppure densa di inedite opportunità, segnando, fra l’altro, la fine di una fase di grave deriva politica populistica, l’incremento di sempre più ardue sfide socio-economiche e movimenti di rinnovato “protagonismo” politico dei cattolici italiani. In questo contesto la voce delle esperienze cattolico-democratiche, voce plurale ma consonante sulle matrici di fondo, trova terreno e spazi promettenti per inserirsi nel dibattito pubblico con nuovo slancio e consapevolezza della propria originalità. La Costituzione repubblicana, il Concilio Vaticano II, la “nuova cittadinanza” democratica costituiscono orizzonti di riferimento ideale e valoriale in grado di alimentare forme di ricerca e modalità di presenza originale nell’odierna riflessione civile e negli stessi percorsi di approfondimento intra-ecclesiale. Alla luce di questi riferimenti, si dischiude un vasto campo di ricerca, sperimentazione e proposta per rilanciare, integrare e attualizzare idee-forza della tradizione cattolico-democratica sempre nella valorizzazione delle pluralità e nella ricerca di nuovi linguaggi, di nuovi percorsi che ci consentono di allargare orizzonti ed aprire prospettive di incontro e di dialogo. Tali idee-forza possono essere sintetizzate: 1) in un modello di società aperta, inclusiva, solidale e partecipata; 2) nella visione conciliare della Chiesa come popolo di Dio, pellegrinante nella storia; 3) in una difesa tenace della democrazia, non solo come procedura dell’organizzazione socio-istituzionale, ma anche come forma e ideale, per quanto sempre perfettibile, del vivere civile; 4) nella rinnovata opzione per i valori della laicità, dell’autonomia laicale nelle scelte politiche, della mediazione storico-culturale e politica, dell’impegno appassionato per la pace e la giustizia. Per dare concretamente seguito al “progetto” avviato, è stato costituito fra le associazioni aderenti un Comitato di coordinamento della Rete con l’incarico di mettere a punto passi da compiere e proposte da realizzare nell’immediato futuro. Intanto l’attivazione di un Portale, denominato “Costituzione Concilio e Cittadinanza. Per una rete tra cattolici e democratici” (WWW.C3DEM.IT), costituisce lo strumento operativo con cui la Rete, da subito, intende rendersi presente nel pubblico dibattito con segnalazione di iniziative, proposte di riflessione, confronti e approfondimenti”.
Scritto da Mafalda il 27/11/2011 alle 23:39
“La politica è l’attività religiosa più alta dopo quella dell’unione con Dio, perché è la guida dei popoli. È una responsabilità immensa, un severissimo servizio che ci si assume”. Caro Adamoli, questa frase di La Pira, che campeggia nell’home page del sito della Rosa Bianca, questa sera la voglio dedicare di tutto cuore a Lei. E’ una riflessione che vale anche per la cura con cui Lei gestisce il blog. In altri blog, la riflessione politica ha abdicato alla spazzatura. Qualcuno teorizza i blog come Osterie. Va bene, l’importante però è non scendere al livello di porcilaia.
Scritto da Mafalda il 27/11/2011 alle 23:59
Ringrazio Mafalda per i suoi contributi sempre ricchi di spunti ed estremamente acuti.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 28/11/2011 alle 07:19
Spesso i post contengono una tesi. Questa volta avevo messo giù soltanto una traccia introduttiva. Lo svolgimento l’avete fatto voi, probabilmente proseguirà anche oggi e vi ringrazio per la qualità della discussione. Non faccio riferimento ai vari commenti, rischierei di essere parziale e ingiusto con qualcuno che magari non citerei solo perché sono d’accordo. Voglio però dire a @Vaghi che la mia impressione è diversa dalla sua. Non mi pare di scorgere un gran desiderio di ritornare al “partito “unico”. Anzi la cosiddetta diaspora politica è considerata una realtà non modificabile. Sono tre, a mio parere, i punti salienti del dibattito: il primo è proprio la difesa del pluralismo politico; poi, la rivendicazione della laicità della politica e delle istituzioni; infine l’ansia della partecipazione per sperimentare strade adatte ai tempi per realizzare i valori comuni. Il dibattito conferma che siamo ormai una comunità virtuale che si allarga e si modifica via facendo: virtuale, si, ma pur sempre una comunità. Questo dovrebbe essere un motivo di soddisfazione per tutti noi. PS - Un grazie a @Mafalda (23.59).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/11/2011 alle 09:13
Sul superamento quasi impossibile della diaspora politica concordo, ma sono le dissonanze culturali che mi preoccupano perchè rendono il popolo dei cattolici troppo poco influente.
Scritto da Giacomina il 28/11/2011 alle 09:31
@roberto molinari un cattolico con il cuore da rivoluzionario. Capisco che la Chiesa debba viaggiare gradualmente e con i piedi di piombo ma se richieste che provongono dal laicato cattolico sono queste la Chiesa cambierà fra cent'anni. Dunque il nostro segretario cittadino del PD è un fermo conservatore non solo a livello politico. Non avevamo dubbi.
Scritto da un rottamatore il 28/11/2011 alle 09:37
Giuseppe, nel tentativo di preservare pure l'acqua e la valle della Bevera, ci siamo accorti di una incongruenza: la regione di fatto fa pagare alla rete Ferroviaria 46 milioni in piu' per la Arcisate Stabio. Il Corriere del Ticino girda alla truffa. Scandalo, di questi tempi, e nell'abbondanza in cui viviamo. Gira, chiedi, vien fuori che Raffaele Cattaneo, il varesino che ben sai, li consegna alla C. Salini. Stessa parte, la Cd Opere. Appena rientro in Italia ed ho due dati in piu' lo denuncio.
Scritto da marco vigano' il 28/11/2011 alle 09:38
per intanto, prima che il Corriere del Ticino autorevomente mi correggesse portando l'ammontare del 'buso', non dico quelo dei Nidoli, ma quello delle magiori psese della Arcisate-Stabio, avevo detto la mia qui: www.acquaria.webs.com/apps/blog Pure Arturo Bortoluzzi ha detto la sua in una lettera ad un giornale online . Possibile che questa specie di setta sia sopra ogni controllo? Faccio notare, con gli altri, chele STESSE terre e sabbie sono vendute e trattate da Nidoli, Rainer, Belotti.
Scritto da marco vigano' il 28/11/2011 alle 09:42
Caro Giuseppe forse ti è sfuggito che io ho scritto che " in qualche intervento" ho colto la nostalgia del partito unito. Non, fortunatamente, nella maggioranza degli inteventi, e sono d'accprdo sul tuo giudizio positivo.
Scritto da A. Vaghi il 28/11/2011 alle 13:04
Dibattito serio e interessante. Condivido convintamente i tre punti di Adamoli delle 9.13 di questa mattina.
Scritto da Alessia il 28/11/2011 alle 13:45
Caro @Viganò, se mi fai avere la denuncia che farai la leggerò con interesse.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/11/2011 alle 14:48
Savino Pezzotta, interrogato su dove sta andando il cattolicesimo sociale, ha risposto che non è possibile dirlo. "Ci troviamo nella posizione che fu già di Cristoforo Colombo, stiamo salpando alla ricerca delle Indie, può darsi che alla fine ci troveremo in America". Cosa ne dici?
Scritto da Giovanni Costa il 28/11/2011 alle 15:17
Venerdì scorso sono stato ad Erba ad un incontro sul pensiero di G. Lazzati.Con il consigliere regionale Pizzul (già presidente AC Milano) e il sen.Monaco (stesso ruolo).Mi sono segnato questo passaggio: "Nella società laica le diverse componenti concorrano, da posizione diverse, all'umanizzazione della società.Un laico cristiano non può sottrarsi alla politica,intesa in senso lato, ovvero alle attività che concorrono alla formazione della polis".Sugli eccessi di timidezza, Mafalda non ha torto.
Scritto da FrancescoG. il 28/11/2011 alle 16:53
Ringrazio @Mariuccio Bianchi. La stima è contraccambiata, come ho già scritto più volte. Senza nulla togliere agli altri commentatori, tutti pregevoli, la Sua è una delle firme che più rincorro quando leggo il blog. Persone come Lei ed Adamoli, di grande esperienza in campo politico ed umano, avete solo da insegnare. Pur non conoscendola personalmente, i brevi cenni della Sua storia personale raccontano tante cose. Mi riferisco, ad esempio, a quanto ha narrato nel post “I comunisti” (2 ottobre 2011, h. 15.41). Ho trovato significativamente coraggiosa la Sua scelta, certamente non facile in quegli anni, di aderire, come cattolico, al Pci dopo un trascorso nella Dc.
Scritto da Mafalda il 28/11/2011 alle 17:01
Credo che l'impegno dei cattolici nei partiti, PD compreso, sia un'eventualità molto difficile. Per i cattolici, in modo particolare quelli impegnati nel sociale, il perno della politica è la valorizzazione della persone/cittadino, che passa inevitabilmente dal coinvolgimento nei problemi quotidiani (lavoro, vivibilità del territorio, salute, sicurezza, integrazione .....). Al di la di quanto si dica, anche il PD è toreferenziale e imprgnato nella sua tutela piuttosto che dei cittadini.
Scritto da Sergio Beghi il 5/1/2012 alle 07:40
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