Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 6/12/2011 alle 08:55

 

Una settimana esatta fa, Lucio Magri andava a morire in Svizzera dove l’impossibile diventa lecito.
Ho trovato il suo gesto agghiacciante, ma ho disapprovato il furore polemico perdurante di alcuni 
cattolici credenti e “laici devoti”.
Ecco il perché di questo ricordo rispettoso di uno come me che non ha mai condiviso le sue idee e le sue battaglie.
Lucio Magri era un uomo affascinante, invidiato, colto, bello, (foto scattata solo due giorni prima della morte). Ha sempre ritenuto indissolubile il binomio etica e politica. Eretico politico, si, ma nel nome di una intransigenza ideale che lo ha portato a cambiare molti partiti, mai il suo ideale.
Agli amici confidava negli ultimi mesi di vita: Non ho più il partito, non ho più mia moglie, non ho più i miei sentimenti”.  Così ha preparato meticolosamente e lucidamente l’ultimo viaggio con l’aiuto di un medico amico.
Ha suscitato profondo turbamento la sua fine. Ha senso chiedersi se la politica possa esaurire l’orizzonte umano. Se la morale possa riguardare solo la missione pubblica e non la vita fino al suo compimento. Ma è obbligatorio il rispetto profondo per la persona.


 
Commenti dei lettori: 40 commenti -
Davvero agghiacciante ma comunque la persona se non il gesto merita sempre rispetto. Assomiglia un pò anche a mio padre.
Scritto da Annalisa B. il 6/12/2011 alle 09:23
Un politico di sani principi deve condannare queste decisioni senza se e senza ma. Altrimenti l'eutanasia si fa dietro l'angolo anche in Italia.
Scritto da G.S. il 6/12/2011 alle 10:04
Rispettare la scelta di Lucio Magri non significa condividerla e questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Ma pare non sia così. Credo che forse in lui fosse morta la speranza, espropriata - dicono - da una depressione abissale. Una speranza non necessariamente trascendente ma anche soltanto umana. Certo che questo suicidio freddo, programmato nei dettagli ,conseguente a una patologia dell'anima, lascia sgomenti. Nella realtà i suicidi sono tutti diversi tra loro come le persone che li compiono.
Scritto da cesare chiericati il 6/12/2011 alle 10:05
Quando la politica, la bellezza della vita vissuta, lo splendore del vigore umano è tutto, si possono prendere lucidamente queste decisioni terribibili.
Scritto da Roseto senza rose il 6/12/2011 alle 10:16
È molto problematico dare un giudizio su una drammatica decisione come quella assunta da Lucio Magri. La foto rivela l’aspetto di un uomo in apparente buona salute. Ma chi può giudicare in quali spaventosi tormenti si dibattesse il suo animo? Certo, lascia sgomenti la lucidità con la quale ha programmato la sua fine. Pongo però una domanda: era preferibile un bel tuffo da un grattacielo o dalla tromba delle scale? Alcuni sostengono che la vita non ci appartiene; liberissimi di crederlo e di comportarsi di conseguenza, ma non pretendano che le loro convinzioni abbiano valore “erga omnes”. Quando sento parlare di “valori indisponibili” mi viene subito da obiettare che ne ho anch’io; tra questi il ritenere che la vita è mia e non intendo rilasciare a nessuno il diritto di metterci un’ipoteca.
Scritto da Angelo Eberli il 6/12/2011 alle 10:53
La persona merita solo rispetto. La poltica dovrebbe muoversi nella direzione del testamento biologico senza se e senza ma.
Scritto da Bepi il 6/12/2011 alle 11:05
Leggere le cronache degli ultimi giorni di vita di Magri è impressionante. Ha parlato più volte della sua volontà con molti amici che non lo hanno dissuaso. Ha pianificato ogni particolare fino all'arrivo nella clinica svizzera. Terribilmente depresso ma incredibilmente lucido nella sua fredda razionalità. Anch'io, tuttavia, sento rispetto per la sua persona.
Scritto da Emanuela il 6/12/2011 alle 11:45
Gesto inconsulto che va decisamente condannato. Sul piano umano il rispetto non può mai mancare.
Scritto da Giacomina il 6/12/2011 alle 11:55
ho gia scritto un commento su VN ma mi ripeto, chi non conosce la depressione non puo giudicare, è certo che il tema piu generale del testamento biologico, non l'eutanasia improponibile per l'italia, è uno di quei temi che possono solo dividere l'italia e sopratutto il PD dove convivono piu anime, mi sento pero' di suggerire la lettura di due autori, sul tema. uno è Beppino Englaro l'altro Ignazio Marino,senatore medico esperto in trapianti ma sopratutto cattolico,da leggere LA VERITA' E LA VITA
Scritto da angelo m il 6/12/2011 alle 12:11
Ho ottant'anni, ma ancora non ho compreso - o tollerato - l'abisso della depressione. Comprendo invece la volontà di metter fine a condizioni di disperata sofferenza, senza speranza, con una scelta di libertà per se stessi (ma anche per gli altri); comprendo la nobiltà del suicidio di chi non vuole tradire e di chi vuole testimoniare la fede nella libertà. Come – quale esempio - giudicammo allora (e giudichiamo oggi) il sacrificio di Jan Palach? “..... / libertà va cercando, ch'è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta. / Tu 'l sai, ché non ti fu per lei amara / in Utica la morte, ove lasciasti / la vesta ch'al gran dì sarà sì chiara. /”. Purgatorio I, 71 sgg.
Scritto da ulderico monti il 6/12/2011 alle 12:46
Messaggio equilibrato ma forse ci voleva più intransigenza morale.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 6/12/2011 alle 12:53
Il clou del post è nella prima frase "In Svizzera dove l'impossibile diventa lecito". Questo è il nodo, sono favorevole al testamento biologico ma contro l'eutanasia. Qui siamo oltre e dunque rispetto tutte le scelte personali ma spero che il nostro ordinamento non contempli mai una possibilità del genere.
Scritto da Luisa Bernasconi il 6/12/2011 alle 13:47
Anzichè esporre convinzioni o filosofia di vita, credo, per quanto mi riguarda, di guardare con rispettoso silenzio il gesto di una persona che, al di là della condivisione o meno delle sue idee e scelte politiche, ha meritato da compagni ed avversari la più grande ammirazione. Ha ragione Giuseppe: Lucio Magri è sempre stato coerente con se stesso, ha cambiato molti partiti, ma sempre in nome di un'assoluta coerenza ideale (ed io aggiungerei morale). Quanto al gesto in sè, provo estremo fastidio per i facili giudizi soprattutto di chi condanna seccamente la scelta di Magri di andare in Svizzera a morire, avendo egli ormai perso qualsiasi speranza o motivazione nella vita. Ha senso a questo punto discettare, accademicamente da parte nostra, se la vita è un dono di Dio o è un bene sociale o è un bene inviduale per decidere -noi stessi, ma chissà con quali diritti- della sua indisponibilità o della sua disponibilità? Non si tratta, intendiamoci, di discussioni oziose, per la le loro implicazioni morali, ma anche sociali. Semplicemente, di fronte ad una scelta concreta di morte ed al mistero che tale gesto sempre porta con sè, implica, preferisco suggerire a me stesso, se non agli altri, un profondo e- come già detto-rispettoso silenzio.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 6/12/2011 alle 14:09
Il primo voto non si scorda mai. Era il 1979 e, per la prima volta, mi trovavo a votare per il Parlamento. Avevo 19 anni e, pur non essendo un militante in senso stretto del PdUP, decisi di votare Lucio Magri. In quei difficili anni di contestazione e di transizione le figure come Magri e Castellina rappresentavano un punto di riferimento. Non avrei mai pensato che la sua uscita finale sarebbe stata questa. La sua è stata una scelta che merita rispetto umano, ma che suscita anche una grande amarezza e delusione, perché la fredda razionalità che l'ha generata nega totalmente la storia di un uomo e di un'intera generazione politica, che è cresciuta dedicando i propri anni migliori all'utopia del cambiamento possibile, a qualcosa di molto diverso dal nichilismo. Rispetto, quindi, il suo gesto estremo, ma né lo comprendo, né lo condivido. Ancor meno lo elevo a testimonianza della fondatezza del testamento biologico, che oggi taluni elevano ad argomento di lotta politica e di civiltà, ma la cui plausibilità dovrebbe essere confinata e limitata alle situazioni estreme in cui una persona è incapace d'intendere e volere.
Scritto da Leonardo C. il 6/12/2011 alle 14:14
La foto di Lucio Magri mi fa correre un brivido per la schiena. E' ancora un bel uomo, lo è sempre stato, ha fatto innamorare molte ragazze. E' ancora nel pieno di tutte le sue facoltà mentali e fisiche, non prende la sua decisione sotto un tragico impulso irrefrenabile, programma i dettagli, li aveva programmati tempo prima confidandoli ad amiche ed amici. No, questo è un colpo per tutti noi che avevamo creduto in lui, nella sua lotta contro ogni egoismo sociale e umano.
Scritto da Luisella il 6/12/2011 alle 14:55
Di primo acchito, leggendo solo il titolo del post, "Agghiacciante", ho pensato al Ministro Fornero e alle sue agghiaccianti lacrime. "Lacrime di coccodrillo", come le ha definite il mio guru ateo Odifreddi, in una pagina de "la Repubblica". Invece, poi, ho scorto la foto di Lucio Magri. Indubbiamente, l'uomo era affascinante, bello, colto ed intrigante, ma irrequieto nell'anima e nella mente. Le prime quattro qualità piacciono molto alle donne (me compresa); dell'ultima, ne faremmo anche a meno. Infatti, pur essendo attratte da queste personalità (parlo in generale, io ho un'eta diversa rispetto a quella di Magri), alla fine ci scegliamo, come mariti, uomini emotivamente più forti e che possano fornire qualche garanzia di stabilità in più. La vita sentimentale di Magri è stata movimentata ed altrettanto quella politica. Che sia uscito di scena con questo coup de théâtre non mi meraviglia. E poi, la fisiognomica ha un suo peso. Insomma, Lucio Magri e Luciana Castellina, come coppia politica e sentimentale, erano veramente belli. Ma non è di amore o di gossip che dobbiamo parlare, bensì della voglia di vita contrapposta al male di vivere (ben fotografato da Montale nella sua celebre poesia). Nutro rispetto nei confronti di chi si toglie la vita (mi viene in mente Langer) ma non li comprendo sino in fondo. Non riesco a comprendere. Capisco che in alcune persone possa far visita, ogni tanto, quel pensiero furtivo che invita a prendere quella brutta strada. Ebbene, vi si deve far fronte con la maggior razionalità possibile. Sarei propensa a pensare che la gran folla di suicidi non sia composta da "disperati", bensì da "irrazionali". Ed è proprio l'irrazionalità che va combattuta. Io credo che la vita vada masticata metro per metro. A piccoli o a grandi morsi. Chi si tira indietro, corre il rischio di insultare i malati oncologici terminali (chissà quanti!) che, in questo momento, in un ospedale o in un hospice agognano di potersi alzare dal letto e riprendere una banale, banalissima quotidianità.
Scritto da Mafalda il 6/12/2011 alle 15:11
@Leonardo C., interessante il tuo pezzo, quasi mi ci ritrovo, avevo votato anch'io per i partiti (plurale) di Lucio. Allora perchè dico "quasi"? Perchè non capisco il tuo cenno al testamento biologico. Essendo a suo favore non vorrei che lo si confondesse con il suicidio assistito.
Scritto da Uno di sinistra il 6/12/2011 alle 15:35
In Svizzera l'assistenza al suicidio è legale dal 1918. La norma, che era inserita nel codice penale all'articolo 102, diventato nel 42 art. 155, punisce soltanto chi “ per motivi egoistici” aiuta una persona al suicidio. Chi è padrone della propria vita ed ogni uomo lo è, può decidere legittimamente di porre la parola fine. La libertà è autonomia e responsabilità. Magri ha scelto di porre fine alla sua avventura umana e intellettuale. Ha dovuto andare in Svizzera per trovare un dolce accompagnamento alla morte. Come il suo “Sarto di Ulm” si è sfracellato al suolo, ma poi gli uomini hanno imparato a volare. Se la sua scelta aprirà un dibattito politico sul significato laico della libertà, se ne é andato da vivo.
Scritto da la timida il 6/12/2011 alle 15:48
@Mafalda, mi piace molto la tua ultima frase. E' quello che sento anch'io ma lo hai espresso meglio di quanto possa riuscrici io.
Scritto da Cittadina cattolica il 6/12/2011 alle 15:59
Sono ancora on-line e ne approfitto. Batto sulla fisiognomica (in realtà non è una frivolezza ma, forse, una via di fuga dalle questioni spinose che solleva questo post). Insomma, come potrebbe un Piero Giarda avere la stessa Weltanschauung di un Lucio Magri? Ora, una domanda ad Adamoli (gliene pongo così raramente, soprattutto di questo tipo) che non viola la privacy di alcuno: Lei conosce @G.S.?
Scritto da Mafalda il 6/12/2011 alle 16:53
Difficile parlare di questi problemi sul blog, almeno per me. La decisione di Magri mi inorridisce e non vorrei, come altri lettori, accostarla alla tematica del biotestamento. Sono cose completamente diverse.
Scritto da Elisabetta C. il 6/12/2011 alle 18:34
A Mafalda: ho sempre apprezzato e condiviso i suoi interventi. Mi permetta questa volta di dissentire. Non è presunzione la pretesa di entrare nel vivo di una scelta così radicale e drammatica, che appartiene al mistero di ciascuno di noi, a quel "guazzabuglio del cuore umano", di cui parlava Alessandro Manzoni? Rispetto per me significa rispettoso silenzio, non giudizio e tantomeno pretesa di giudizio morale -ma questo non è il caso della signora Mafalda-
Scritto da Mariuccio Bianchi il 6/12/2011 alle 18:37
Alcuni commenti hanno toccato il problema spinoso del biotestamento. Il post riguardava tutt’altro ma vorrei confermare l’opinione che ho già espresso più di una volta. Desidero poterlo fare, il mio testamento biologico, sulla base di una legge dello Stato italiano che ne fissa potenzialità e limiti con chiarezza. A mio parere il limite dovrebbe stare nella diversità, percepita come tale dai cittadini, con l’eutanasia. Detta così la demarcazione appare semplice, invece non lo è. Sarà il caso di discuterne apertamente e sinceramente quando avremo davanti un progetto di legge, nero su bianco.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/12/2011 alle 20:15
@Mafalda - Non conosco @G.S. Ho notato che interviene su molti argomenti, a volte con forte spirito polemico. L'insieme dei suoi interventi è una specie di pozzo di San Patrizio dove ci puoi trovare di tutto senza una preciso filo conduttore. Però non mancano le arguzie e le osservazioni intelligenti, benché pepate.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/12/2011 alle 20:18
Sono d'accordo con Adamoli, il caso Magri non c'entra niente con il testamento biologico.
Scritto da Lucky il 6/12/2011 alle 21:12
Non si può far coincidere la vita con la politica. La vita prosegue anche quando la politica finisce o ti delude totalmente. Questo è il limite di quella generazione di comunisti idealisti che non hanno mai accettato il fatto acclarato che la loro ideologia è stata un disastro.
Scritto da Montalbetti il 6/12/2011 alle 22:32
Sto guardando Ballarò e è venuto fuori quello che dicevo io. Tutte tasse, niente tagli e ci voleva un grande economista per fare questo? Ici iva bolli pensioni, bastava il ragionierucolo che cura i miei negozi. Cosa c'entra con il suo articolo signor adamoli? c'entra perchè questo è il suicidio degli italiani
Scritto da Claudio Ennam il 6/12/2011 alle 22:35
Sottoscrivo @Montalbetti.
Scritto da Giovanna G. il 6/12/2011 alle 23:33
"Ragionerucolo" Sig. Ennam? Ah, già, lei è il Padrone.
Scritto da Venere strabica il 7/12/2011 alle 02:10
Temo che si stia pestando l'acqua nel mortaio. Il punto dirimente è la dignità dell'essere, il diritto della buona morte, il diritto di decidere come morire. Non lascerò a nessun burocrate o a qualche politico infatuato o a qualche religioso senza carità di decidere sulla mia libertà.
Scritto da ulderico monti il 7/12/2011 alle 07:18
Caro @Ulderico, non ti pare che il testamento biologico possa essere una "via" utile per rispondere al problema che poni? Poi naturalmente bisognerà vedere quale sarà in concreto la normativa. Io non sarei ad esempio favorevole ad una libertà pressoché illimitata.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/12/2011 alle 09:18
Il mio ragioniere è padrone di se stesso mi tiene i conti come li tiene a centinaia di altre persone. e il suo padrone chi è venere strabica? Monti? Quello che è aumentato la benzina l'ici l'iva e abbassato le pensioni. Pewrò ha aumentato il prezzo del posto barca ai ricchi! Come se fosse la stessa cosa togliere soldi che sono la vita dei pensionati e aumentare una spesa superflua. Ma non capisce o fa finta la venere strabica? E anche lei il signor adamoli non capisce? Un politico importante com
Scritto da Claudio Ennam il 7/12/2011 alle 09:33
Un politico importante come lei, un gentiluomo che prende le parti di questo governo. Non hanno giustificazioni è tutta una manovra della Germania e dell'Europa dei ricchi per salvarsi e noi affossati.
Scritto da Claudio Ennam il 7/12/2011 alle 09:35
Non volevo intervenire su questioni che toccano profondi aspetti morali,umani di grande valore etico,ma il commovente ricordo di un carissimo amico che 9 anni fa,in modo diverso,decise di portare a compimento la stessa volontà,mi induce a esprimere non giudizi ma un profondo rispetto per decisioni incomprensibili pieni di interrogativi per ciò che il complesso universo della mente umana e dello stato fisico possono generare. La comprensione e il giudizio sono afiidati solo a Dio. Giancarlo B.
Scritto da Giancarlo Bettinelli il 7/12/2011 alle 10:08
Mi è piaciuto l’intervento di Cesare Chiericati e la distinzione che ha aggiunto Giuseppe. I giornali italiani hanno diffuso la notizia precisando che Magri era affetto da una grave depressione. Cesare la chiama “malattia dell’anima”. Effettivamente la depressione grave è una malattia che porta alla disperazione. Subìta più o meno drammaticamente a seconda degli individui, ma si prova una unica sensazione, certa, sconvolgente e determinata: niente si può fare se non morire per avere pace. Ora la domanda che ci si può porre è: riescono le strutture medico-sociali a individuare quali sono i casi ‘a rischio’ e a convincerli a tentare una terapia? Senza obblighi: sappiamo che in passato in molti sono stati internati dopo ‘segnalazione’ della famiglia o di regimi, ed è per questo che oggi vengono assistite solo le persone che cercano l’aiuto in prima persona. Mi chiedo: come è stato valutato il signor Magri dalla commissione etica svizzera perchè so che la legge non consente l’accompagnamento alla morte in caso di malattia psichica.
Scritto da Nicoletta il 7/12/2011 alle 10:19
A @Mariuccio Bianchi, grazie per l’intervento, che comprendo sino in fondo. Chi di noi non ha mai provato (o non prova, o non proverà) quel “guazzabuglio” che tiene la vita sospesa? Io volevo semplicemente sottolineare il contrasto fra chi anela alla vita e magari se la troverà troncata, come da previsione medica, fra pochi mesi (nel corso di quest’anno sono scomparsi cinque giovani che conoscevo, con un’età compresa fra i 28 e i 49. Tutti di male incurabile). E fra chi decide di togliersela. Volevo porre dubbi sul concetto di disperazione, di irrazionalità e, direi, anche di esasperazione. A volte è questa che conduce ad una scelta così sofferta. La ringrazio di nuovo per l’attenzione al mio commento. P.S. sempre per Mariuccio Bianchi: conosce l’album “Stanze di vita quotidiana” di Guccini? Direi che non c’è altro, nella letteratura musicale, che descriva così bene l’inquietudine ed il male di vivere.
Scritto da Mafalda il 7/12/2011 alle 11:09
Condivido totalmente il commento di @Giancarlo Bettinelli.
Scritto da Angelo S. il 7/12/2011 alle 16:52
Alcuni interventi sono davvero belli per un blog. Profondo quello di @Nicoletta che condivido. Interessante la sua domanda.
Scritto da Carlo Agosti il 7/12/2011 alle 17:15
@Nicoletta - Non so dire proprio niente sulla Commissione etica svizzera. Sarei interessato anch'io ad una risposta come @Carlo Agosti. Chissà che qualcuno che ci legge possa fornirci qualche delucidazione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/12/2011 alle 17:48
So di dire cose difficili ma credo che il problema della morte vada ripensato anche dai credenti. L'"accanimento terapeutico" dove vale? Oggi viviamo una vita ed una morte che gli enormi progressi della medicina hanno cambiato radicalmente. Quale è la volontà di Dio? Lasciatemi tornare dal Padre ha detto un Papa. Puntiamo sui" vecchi" per la societa" futura"? Chi, come me, ha visto da vicino situazioni simili, non può non interrogarsi e interrogare la Chiesa.
Scritto da Rodolfo il 8/12/2011 alle 21:41
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