Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 15/12/2011 alle 10:27

 

 
Al di là delle frasi di circostanza, Mario Monti ha di fatto abbandonato la concertazione con i sindacati e le altre forze sociali.
Non è soltanto per l’urgenza dei provvedimenti che il governo ha dovuto prendere.
Già in passato, quando era semplicemente il “professore”, Monti aveva messo in luce l’opportunità di consultazioni ampie prima delle decisioni ma la necessità, per il governo, di assumere la totale responsabilità delle scelte senza lo scudo di intese pre-costituite con le parti sociali.
E’ un’ipotesi che i sindacati, vedono come il fumo negli occhi ma che trovo corretta, eccezion fatta, forse, solo per la riforma del mercato del lavoro. Dico forse per varie ragioni.
1) gli stessi sindacati hanno fra loro una linea contrastante e aspettarsi un’intesa è azzardato. Diverso sarebbe se ci fosse un sindacato unico o una vera unità sindacale.
2) i sindacati, benché solitamente attenti all’interesse generale, hanno il compito di rappresentare i loro associati fra i quali, per esempio, non ci sono i precari e i giovani che entreranno più tardi nel mercato del lavoro.
3) il governo ha il dovere di agire a 360 gradi (che ce la faccia è un altro paio di maniche) mentre l’interesse e la responsabilità delle parti sociali è quella del punto due.
C’è un corollario anche per i partiti. Il Pd deve stare vicino a chi rappresenta i lavoratori, avere antenne sensibili nelle fabbriche, negli uffici e nelle manifestazioni, ma poi serve una sintesi valida per tutta la società.
Il “mestiere” di una forza politica è molto diverso da quello di una forza sindacale.
I sindacalisti si arrabbieranno e mi diranno che è un attacco ai sindacati. Rispondo che è soltanto il prendere atto che la riforma del modo di “stare in campo” nell’emergenza non riguarda solo i partiti ma anche loro.

 
Commenti dei lettori: 51 commenti -
Antenne sensibili il Pd? Ma quando, ma dove?
Scritto da Lavoratore a Malpensa il 15/12/2011 alle 10:52
Meno male, almeno una cosa buona Monti l'ha fatta. I sindacati facciano il loro rispettabile e indispensabile dovere, che però non è quello di prendere le decisioni di governo.
Scritto da Bortoluzzi il 15/12/2011 alle 11:10
Sul sito di "Allarme Milano Speranza Milano" (Marco Garzonio e altri) è stato pubblicato un elenco di pensionati da invidiare (grazie a pensioni baby, pensioni d'oro, pensioni per un solo giorno di incarico, ecc.). Lo si può trovare a questo link http://www.allarmemilano-speranzamilano.it/userfiles/pdf/pensioni_vip.pdf Inutile che io aggiunga, sebbene anonima ma sino a un certo punto, di non assumermi la responsabilità per quanto contenuto nel file. Oltre tutto, magari è parziale o inesatto. Può, però, fare da corollario alla riflessione di oggi nell'ambito di questo post. Che i sindacati. come scrive Adamoli, si presentino divisi mi pare un atto dovuto: trovare un accordo con Bonanni è una impresa da Sisifo. Anche se ora, deluso dal non aver avuto incarichi ministeriali a causa della scelta di un governo tutto di tecnici, potrebbe diventare più barricadero del normale. Un po' come i leghisti, che si riscoprono vicino alla gente proprio adesso. Intanto, il Pierluigi, si dice "stupefatto". E basta. Lui la pagnotta la guadagna anche così. E fra qualche giorno mangia (e offre) anche il panettone.
Scritto da Mafalda il 15/12/2011 alle 11:18
Dunque, i partiti hanno alzato bandiera bianca e se si andrà avanti a lungo è possibile che la gente cominci a chiedersi se gli interessa veramente che poi tornino; ma anche i sindacati non se la passano bene, soprattutto CISL e UIL che avevano fatto della concertazione e delle cene il modus operandi. Alla luce degli effetti regressivi dei provvedimenti assunti, mi aspetto che il default ci colpisca ugualmente e che si scateni uno scontro sociale. Mi tocco ma non sono fiducioso.
Scritto da Lele il 15/12/2011 alle 11:26
Non sono mai stato sindacalizzato anche per il lavoro che faccio ma, tutto sommato, mi dispiace che i sindacati siano in crisi. Qualche colpa ce l'ha la Cisl ma la Fiom ne ha molte di più.
Scritto da Bianchi Giò il 15/12/2011 alle 11:42
@Lele, secondo te la Fiom che è fuori dagli accordi sindacali con la Fiat e con altre fabbriche se la passa meglio di Cisl e Uil? Quello della Fiom sarebbe un modo giusto di operare per tutelare gli interessi dei lavoratori? Ma fammi il piacere.
Scritto da Giulio Carlini il 15/12/2011 alle 11:49
Caro Giuseppe, c’è una frase detta da Monti durante la conferenza stampa con cui ha presentato la manovra che, a mio parere, segna il cambio anche nei rapporti col mondo sindacale. Monti in sostanza dice che, la concertazione, è stata utile in passato, ma ha spesso travalicato il suo compito sostituendo il Parlamento come luogo delle decisioni. Dunque è da qui che dobbiamo partire. Monti non è solo un tecnico, è anche un uomo di cultura liberale ( non liberista ) che crede nell’economia sociale di mercato. Io sono convinto che al di là di quanto durerà e di quanto potrà realizzare, il Governo Monti segna uno spartiacque su ciò che eravamo e su ciò che saremo. Muteranno i partiti, la politica, ma anche le relazioni sindacali e i sindacati Negli anni settanta si sviluppò un interessante dibattito circa il ruolo del sindacato ( soprattutto nei paesi del nord Europa ) e la trasformazione delle società in “società corporative”. Di fatto, si sosteneva che, attraverso la “concertazione” tra Stato ( a prescindere da chi governasse ) e le diverse componenti sindacali ( dove per sindacato non si intendono solo quelli dei lavoratori dipendenti, ma anche quelli delle professioni o dei diversi albi ) si eliminavano i conflitti sociali, ma nello stesso tempo, si dava un potere di veto agli “interessi corporativi” bloccando così ogni cambiamento. In Italia questo modo di procedere ha portato il Paese a salvarsi in diversi momenti , penso agli anni settanta con il terrorismo e la crisi economica ( quando Lama fece lo straordinario passo di abbandonare la logica perversa dello “stipendio variabile indipendente dell’economia” ) o quando nel 92 Amato dovette fare una manovra “lacrime e sangue” o con il Governo Ciampi, ma, nello stesso tempo ha snaturato ruolo e mission sia del sindacato sia del Parlamento. Ora il problema, da come la vedo io, è se ci si rende conto che quel tempo è finito. La concertazione è e deve rimanere uno strumento utile, ma che riguarda solo determinati campi. Questo vuol dire che il sindacato tutto deve reinventarsi partendo anche dal fatto che oggi oltre il 50% dei suoi iscritti sono pensionati e che c’è tutto un mondo di precari e non salvaguardati che, non solo, non rappresenta, ma che del sindacato non gliene frega niente. Dunque un cambio “culturale” prima che organizzativo. Un cambio che metterà in gioco anche le “certezze” antiche presenti nel PD. Se il PD avrà la capacità di elaborare una sua politica economica allora saranno superate le stupide divisioni di chi sta con la Cisl o con la CGIL. Non possiamo, infatti, riprodurre le divisioni sindacali anche nel partito anche perché solo chi è a digiuno di cose sindacali può immaginare che l’unità sindacale sia fattibile o perseguibile nel breve. Il PD deve avere la capacità di rappresentare gli interessi generali, interessi che vanno al di là anche del sindacato perché la politica deve saper parlare anche a chi dipendente non è. E questo modo di intendere la politica certamente aiuterebbe anche il sindacato nella sua autonomia dalla politica e dai partiti.
Scritto da roberto molinari il 15/12/2011 alle 13:08
@giulio carlini - Ognuno ha le proprie opinioni e io di piaceri non ho nessuna intenzione di fartene. Quello che volevo evidenziare e che non hai colto è che si stanno tranciando i collegamenti tra Governo/Parlamento e comunità e visti i provvedimenti assunti e le tensioni che si scateneranno questo è pericoloso. E' una strada già vissuta in passato che, se non governata con acume, rischia di portare frutti avvelenati.
Scritto da Lele il 15/12/2011 alle 13:31
Con un responsabile economico come Fassina, che il PD elabori una "sintesi valida per tutta la società" la vedo dura; al massimo Fassina può elaborare una sintesi valida per tutta la CGIL.
Scritto da Mattia il 15/12/2011 alle 14:34
se il PD appoggia una riforma del mercato del lavoro che rompe con i sindacati, farà a meno della mia tessera e del mio voto (non pretendo che sia importante per altri oltre che per me). vedo che c'è voglia, nella parte più centrista del PD di rompere qualsiasi legame col sindacato : spero che questa linea sia sonoramente battuta. abbiamo impedito che l'art. 18 lo toccasse tremonti, siamo riusciti ad impedire che lo toccasse sacconi, sarebbe una follia se lo consentissimo -col nostro.voto !
Scritto da marco il 15/12/2011 alle 14:46
Caro Adamoli, se posso chiamarti così. Seguo il blog anche con curiosità professionale. Mi domando come scegli gli argomenti, con quali criteri: la stretta attualità, il gradimernto (ovviamente presunto), il tuo interesse culturale, il consenso politico. Dopo parecchio tempo penso di aver capito il tuo pensiero ma non la bussola con la quale ti muovi nella gestione del blog.
Scritto da Roseto senza rose il 15/12/2011 alle 15:32
vorrei tranquillizzare Marco, si purtroppo a questo PD non gliene frega niente del sindacato. quando senti frasi tipo " tutelare gli interessi generali" ti chiedi, in questa fase politica questo governo che comunque otterrà la fiducia del PD sta facendo gli interessi "generali" o sta colpendo in generale i soliti noti? il sindacato è ovvio che difende i lavoratori, lotta anche per i precari e i giovani checchè qualcuno ne dica. ma i partiti di riferimenti dove sono?... latitano .
Scritto da franco zanellati il 15/12/2011 alle 16:06
Finalmente un dibattito che mette in discussone il sistema delle relazioni sindacali. Se a sinistra pensano di continuare nel solito modo con la Fiom che detta la linea ai partiti non vinceremo neanche le prossime elezioni.
Scritto da Elisabetta C. il 15/12/2011 alle 16:53
Certi commenti dimostrano che siete vecchi da morire. Affermare che i sindacati pensano ai giovani e ai precari è come dire che Berlusconi era il premier ideale per l'Italia.
Scritto da Maurizio il 15/12/2011 alle 17:02
Caro @Marco, se ti riferisci a me quando parli dei centristi ti rispondo subito che non ho nessuna intenzione di rompere con il sindacato. Sarei uno stupido, però ti correggo subito: non c'è purtroppo un solo sindacato, ce ne sono diversi che hanno strategie divaricanti. Io ho l'ansia di vedere realizzata l'autonomia dei sindacati dai partiti e l'autononia dei partiti dai sindacati. E' il solo modo per concorrere insieme al progresso difficilissimo del Paese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/12/2011 alle 17:39
Caro @Zanellati, un partito di sinistra quando sta al governo conosce sempre momenti di tensione con i sindacati. Indicami un caso in Europa in cui questa dialettica non sia intervenuta. Oggi il Pd non è al governo, fa parte di una larghissima maggioranza di emergenza, ma da forza di governo deve comportarsi. Siccome non sono un ipocrita non sfuggo al problema che poni con chiarezza: l'interesse generale a volte corrisponde con quello dei lavoratori dipendenti, ma non sempre. C'è un "bene comune" che va al di là degli interessi sacrosanti rappresentati dai sindacati. Non sarai d'accordo ma almeno riconosci che dico chiaramente quello che penso.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/12/2011 alle 18:01
E' chiaro che nel Pd e soprattutto nel centrosinistra ci sono due linee. In Parlamento quella del Pd e quella di Di Pietro. Io sto col Pd senza se e senza ma.
Scritto da Gloria Pirola il 15/12/2011 alle 18:12
Vedo che i sindacalisti non partecipano al questo dibattito. Loro il posto sicuro ce l'hanno e non sono precari. Sono spesso dei burocrati. Voto a sinistra, come ho sempre fatto, ma affermo che i anche sindacati devono riformarsi.
Scritto da Giovanni Pini il 15/12/2011 alle 18:24
@Mafalda, tu dici che l'intesa con Bonanni è un'impresa di Sisifo. E quella con Landini? Domandalo alla Camusso.
Scritto da Mazza Luca il 15/12/2011 alle 18:51
Caro @Roseto senza rose - Ti confesso che non ho un particolare criterio nella scelta degli argomenti. Seguo il mio intuito cercando di variare: dai temi politici, a quelli istituzionali e amministrativi a quelli sociali. Piuttosto, mi baso molto sulla mia esperienza umana, politica, istituzionale, questo si. Vorrei tanto sapere cosa vogliono i lettori ma è molto difficile scoprirlo. I commenti rappresentano solo un piccola parte dell'insieme dei lettori. Grazie per la tua costante attenzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/12/2011 alle 19:11
Credo che Molinari abbia compreso molto bene il distinguo di Monti. Si può essere d'accordo o no ma si vuole evitare di togliere responsabilità al Parlamento attraverso una concertazione per es. sulle pensioni. Il risultato negativo della gestione dell'INPS e delle altre casse finisce a carico del bilancio generale dello Stato. Può bastare la consultazione. Ben diverso il discorso a proposito degli interventi sul mercato del lavoro. Quì la concertazione appare doverosa tra tutti i produttori.
Scritto da A. Vaghi il 15/12/2011 alle 21:22
Caro Giuseppe, ricordo che in un memorabile congresso nazionale della margherita, il penultimo se non ricordo male, tu avevi criticato chi si definiva "centrista" dicendo che un iscritto della Margherita era di centrosinistra e basta. I centristi secondo te era quelli di Casini e Buttiglione. Dovresti ricordarlo a chi ti definisce "centrista".
Scritto da Nicola il 15/12/2011 alle 23:16
Non c'è dubbio che i sindacati hanno raggiunto un accordo transitorio contro la manovra governativa ma che sul mercato del lavoro hanno linee completamente diverse. Questo motivo dovrebbe essere più che sufficiente da solo per convincere tutti che la concertazione è un'illusione. Vengo da una riunione appena finita dove questa tesi è emersa chiaramente.
Scritto da Andrea il 15/12/2011 alle 23:46
Condivido @Gloria Pirola. Troppo fafile scappare dalla responsabilità come Di Pietro.
Scritto da Agosti Rino il 16/12/2011 alle 00:59
Finalmente qualcuno del centrosinistra che parla male dei sindacati.
Scritto da Francesco R. il 16/12/2011 alle 08:28
Argomento scottante e di stretta attualità. Una discussione necessaria anche nella sinistra. Il chiarimento è indispensabile.
Scritto da Dioscuro il 16/12/2011 alle 09:11
Alcune osservazioni su post e dibattito: - Non so quanto le scelte di Monti dipendano da una sua posizione sulla “concertazione” o da una semplice valutazione della situazione. Senz'altro PD e PDL gli hanno dato un preventivo disco verde su misure e tempi di approvazione della manovra, che contiene misure più che sensibili per il sindacato (pensioni di anzianità). Una negoziazione con il sindacato doveva invece per forza passare da uno scambio (meno trasferimenti ai padri, contro più trasferimenti ai figli), che è stato promesso, ma non attuato e nemmeno impostato per il momento. Quindi non c'erano né i tempi, né le condizioni per procedere. Inoltre sarebbe stata concreta la possibilità di una posizione diversificata di Cgil, Cisl,Uil, situazione che Monti non avrebbe potuto permettersi per le conseguenze politiche che avrebbe avuto, visti i problemi ancora irrisolti del PD nei rapporti con il sindacato. Quindi la scelta era probabilmente obbligata. Ciò che invece lascia un po' di perplessità è la mancata attenzione alle piattaforme sindacali. Qualche punto, senza costi importanti sul bilancio dello stato, si poteva recepire, come la richiesta della Cisl di rendere obbligatoria la pensione integrativa per i giovani. Sul piano politico quindi la mancata concertazione può avere i suoi vantaggi, ma ha anche le sue perdite. - Comunque sarà interessante assistere, e nel caso di molti di noi anche partecipare, alla seconda fase, quella della concertazione promessa sulla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, un'altra questione che il precedente governo, come quello che lo ha preceduto, non hanno avuto la voglia e la forza di affrontare. Anche in questo caso ci sono punti sensibili dello stesso livello, se non di livello superiore. Il caso Fiat, anche fuori dalle indubbie specificità, ne è stato politicamente un primo assaggio. I nodi della concertazione quindi non sono stati semplicemente tagliati, restano tutti lì sul tavolo e dovranno essere sciolti. E qui saranno chiamati a misurarsi di nuovo Cgil, Cisl, Uil da una parte, Monti da quell'altra, ma anche la maggioranza che gli sta dietro e, dentro questa, il PD. - I rapporti della Cisl con il governo precedente andrebbero valutati a partire dalla scelta che ha fatto questa organizzazione, ossia quella di cercare, in una situazione difficile, gli spazi negoziali per lo sviluppo di una politica sindacale di tutela del lavoro. I risultati non possono essere negati, se ad esempio ricordiamo l'accordo interconfederale di riforma della contrattazione ed il rinnovo conseguente in tempi certi ed in una situazione difficile di tutti i contratti nazionali di lavoro, o l'accordo che ha poi portato all'introduzione generalizzata della cassa integrazione in deroga per le piccole aziende e insieme le prime significative sperimentazioni su larga scala di politiche attive per il lavoro. Certo questa scelta ha avuto le sue conseguenze, la divisione dei sindacati e la propensione a guardare più la parte piene del bicchiere, che non quella vuota. Forse si poteva fare meglio, ma ogni valutazione deve fare le sforzo di misurarsi con l'insieme dei problemi. Semplificare spesso ha il vantaggio dell'”evidenza”, ma molto di rado da conto della realtà. Nel momento in cui stiamo toccando con mano gli alti costi a cui portano stagioni di populismo, non è il caso di apprezzare maggiormente la “complessità”?
Scritto da Sergio Moia il 16/12/2011 alle 10:00
Le cose non vanno bene. Il governo Monti è sopportato, quasi tutti lavorano contro, anche se - senza convinzione - sono costretti a votare a favore. La resistenza della casta politica a autolimitare i suoi introiti è un segno di ostilità diffusa e rancorosa; il sabotaggio del programma di liberalizzazioni è un altro segnale di insofferenza. I sindacati fanno qualche sciopero contro i cittadini, per salvare la faccia degli apparati. La presidenza del consiglio non ha poteri adeguati al ruolo
Scritto da ulderico monti il 16/12/2011 alle 10:04
Sono indeciso se approvare il contenuto del post. Col ragionamento sono portato a dire condividerlo, col cuore mi dispiace condividerlo. E' una discussione difficile che va allargata e mantenuta viva.
Scritto da Emanuela il 16/12/2011 alle 10:10
@Ulderico Monti è sempre pessimista ma oggi gli do ragione.
Scritto da Luigi Corsi il 16/12/2011 alle 10:27
Caro @Sergio (ore 10.00), ti ringrazio molto per il tuo commento articolato che condivido in buona parte. Tu difendi i risultati ottenuti dalla Cisl ma sai benissimo che la mia critica, anche in passato, si rivolgeva più ai risvolti politici del rapporto col governo da una parte e con la Cgil dall’altra, che non al merito, ad esempio, della riforma della contrattazione. Lungi da me però l’idea che la voragine nell’unità sindacale sia da attribuire primariamente alla responsabilità della Cisl. Quanto alla valutazione della “complessità”, il tuo ragionamento non fa una grinza ma, se è rivolto anche a me, ti chiedo di tener conto della specificità del blog e dell’esigenza della sintesi che sento particolarmente. Sul problema sindacale ritornerò prestissimo (in modo ancora breve e provocatorio) proprio perché lo stimo fondamentale per la qualità della democrazia italiana.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/12/2011 alle 11:30
I sindacati sono attenti all'interesse generale? Ma quando mai! Adamoli spero che Lei scherzi! Sono attenti ai 730 od alle tessere e irresponsabili come tanta politica. I tempi delle lotte operaie sono finiti da 30 anni. Se i sindacati avessero curato l'interesse generale, non avrebbero mai permesso la creazione di 2 mondi salariali: privato e pubblico. Chi ha permesso, complice la politica, che in certi settori si potesse maturare la pensione a condizioni baby? Sai Baba o la concertazione?
Scritto da Paolo il 16/12/2011 alle 11:38
Luigi Corsi afferma che sono pessimista. Se così fosse sarebbe sufficiente dimostrarmi che in realtà le cose vanno per il meglio ed io, rassicurato, continuerei a sperare nelle “magnifiche sorti e progressive”. Sono geneticamente ottimista, favorito (fino a questo momento) da una buona salute e da altre circostanze positive, e ciò mi permette di affrontare senza eccessivi patemi situazioni che mi opprimono, qui e ora, per mancata giustizia e per prevaricazione burocratica. Di cui darò conto, prima o poi... Credo che qualche riflessione dovremmo farla sulla incapacità di analisi e di programmazione della politica, in particolare e per quanto mi riguarda, di sinistra. Una vera e propria paralisi e l'impotenza di rendersi conto della trasformazione in atto della società e dei parametri di riferimento. E' stata recentemente pubblicata la nuova edizione di “Modernità liquida” di Zygmunt Bauman. Che cosa dica Bauman (la prima edizione è del 2000) è facilmente consultabile in Internet, per parte mia, condividendo l'analisi, concludo che la nostra sinistra s'è definitivamente fossilizzata in una concezione di “modernità solida” che non esiste più da tempo. E' così che siamo e saremo sempre in ritardo sugli eventi. Ma ripeto che sono sempre pronto a cambiare opinione se mi si dimostra che le cose vanno per il meglio!
Scritto da ulderico monti il 16/12/2011 alle 11:45
@Paolo esagera molto e soprattutto sbaglia a prendersela con Adamoli che con il sindacato non ha un rapporto condiscendente, però una piccola parte di ragione ce l'ha anche Paolo, secondo me.
Scritto da Maurizio il 16/12/2011 alle 11:59
Caro @Vaghi, so anch'io che la concertazione tra tutti i produttori è doverosa nel mercato del lavoro. Però i sindacti sono come cani e gatti. E' questo il problema, sfortunatamente per noi che siamo venuti su con il progetto della concertazione in testa.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 16/12/2011 alle 12:07
caro Adamoli fa piacere leggere che consideri il PD un "partito di sinistra" ... sbaglio o molti (non tutti) degli ex democristiani odiano il termine "sinistra"?? sul resto, definisci il PD un partito di governo... mi auguro che ostacolerai eventuali tentativi di proseguire con "questa " maggioranza e cercare di unire tutto quello che è possibile a "sinistra", sai probalmente meglio di tutti che i centristi voteranno sempre e solo al centro..mai nemmeno il centro---sinistra, figurati la sinistra
Scritto da franco zanellati il 16/12/2011 alle 13:35
Chissà perché ma quando ti leggo mi viene sempre da chiedermi se la maggioranza del Pd la pensa come te. Meglio, qualche nostro parlamentare pensa o risponde soltanto agli ordini di scuderia?
Scritto da Rodolfo il 16/12/2011 alle 14:03
Monti ha consultato i sindacati ,non ha contrattato. Pare che le pressioni dei tassisti siano stati più efficaci di quelle delle confederazioni del lavoro. Il professore scriveva: "i provvedimenti di liberalizzazionenon dovrebbero essere oggetto nè di concertazione nè di provvedimento di urgenza". Ha fatto il contrario,umiliando con un trattamento asimmetrico delle rappresentanze quelle più numerose
Scritto da La timida il 16/12/2011 alle 14:32
Sono curioso di leggere il seguito di questo post che hai promesso a @Sergio Moia. Vuoi vedere che farai marcia indietro rispetto a quello che hai scritto oggi? Il Pd ti ha sgridato?
Scritto da Francesco R. il 16/12/2011 alle 15:21
@Sergio Moia, sei un sindacalista intelligente e responsabile. L'ho sempre riconosciuto ma sulla Fiat la Cisl dovrebbe fare un poco di autocritica, non ti pare?
Scritto da Un collega Fiom il 16/12/2011 alle 16:04
La CISL fa gli interessi dei datori di lavoro con le tessere degli operai.
Scritto da Loredana il 16/12/2011 alle 16:39
E senz'altro vero che la riforma dei grandi soggetti collettivi deve investire anche i sindacati. Se si mettono sotto i riflettori a dare lezioni alla politica significa che non accettano la sfida del cambiamento che riguarda anche loro.
Scritto da Il pirata il 16/12/2011 alle 16:40
Sono nel complesso d'accordo con gli scritti di Roberto Molinari e di Sergio Moia e quindi non ripeto ciò che hanno detto loro. Solo un paio di puntualizzazioni. E'vero che il sindacato ha perso "peso" e forza rispetto agli anni 70; e non si tratta solo di divisione sindacale. Anzi penso che la frattura, non sanabile a breve tra le confederazioni (anche se mi auguro il contrario) sia l'esito e non la causa della difficoltà delle confederazioni a stare al passo con i cambiamenti epocali degli ultimi decenni. La Cisl sembra riesca a stare al passo dei tempi nuovi, comprendendo ad esempio che, con la finanziarizzazione dell'economia, il conflitto tra datori di lavoro e lavoratori non è stato eliminato, ma sicuramente va inquadrato in un contesto diverso; la Cgil d'altra parte, cercando di difendere giustamente diritti elementari in fatto di condizioni di lavoro, rischia a volte di non capire quale sia il "nemico"principale e diventa una "voce che grida nel deserto". Ciò nonostante io sarei cauto nel limitare troppo l'ambito della concertazione. Se i problemi relativi al mercato del lavoro vanno esaminati e risolti possibilmente con le parti sociali, nondimeno vogliamo negare che fisco e pensioni riguardano i cittadini in genere anzichè i lavoratori in particolare? Non condivido tale idea del premier Monti. La questione semmai è altra: sul mercato del lavoro temo si riacutizzeranno quelle differenze di tattica e di strategia tra le confederazioni; sul mercato del lavoro lo stesso P.D. fatica a mostrare un volto unitario. Io personalmente concordo con la proposta di Ichino,ma una parte del P.D. e mi pare la stessa Cisl e la Cgil non mi sembrano entusiasti. Questo per dire che mi auguro che il governo Monti duri abbastanza a lungo per mettere mano, come ha promesso, alle liberalizzazioni (più importanti a mio parere delle dismissioni del patrimonio pubblico). Miauguro anche che sul terreno del mercato del lavoro il centro sinistra, P.D. in particolare, i sindacati, Cisl e Cgil in particolare, con le loro incertezze e divisioni non portino acqua al mulino degli sfascisti e dei populisti della destra.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 16/12/2011 alle 18:47
Concordo tutto sommato col post ma il dibattito va proseguito e approfondito. La concertazione è un ferro vecchio da usare con parsimonia.
Scritto da Luisa Bernasconi il 16/12/2011 alle 19:06
Lei signor Mariuccio Bianchi è d'accordo con gli altri due perchè va a peso. Non si possono scrivere articoli così lunghi a uno poi manca il fiato e non va avanti e poi come fate che a me troncano i caratteri a un certo punto e devo iniziare un altro articolo per finire.
Scritto da Claudio Ennam il 16/12/2011 alle 22:16
@Claudio Ennam -Contrariamente al solito stavolta il sig.Ennam mi ha davvero divertito. Moia, Molinari e Bianchi hanno scritto commenti poderosi, lunghi, quindi di "peso".Beh, sig. Ennam, se vuole scrivere anche lei commenti "pesanti" basta li scriva su un foglio word normale e poi faccia copia-incolla! Va ricordato però che il dottore non ci obbliga a leggere tutto e tutti...specialmente se poi ci manca il fiato! Un affettuoso saluto.
Scritto da Venere strabica il 17/12/2011 alle 00:10
Guardi, signor Claudio Ennam, non è che le facciano il torto di tagliarle i caratteri disponibili – di regola sarebbero 500, ma italianamente noi ce ne freghiamo -: faccia anche Lei come faccio anch'io. Scriva il suo testo in Word e lo copi dentro il “recinto” dei nominali 500 caratteri: lo spazio disponibile sarà così praticamente illimitato. Per gli interventi che Lei giudica troppo lunghi, mi permetta di suggerire di fare come faccio io: non li legga e sarà la peggiore punizione per i logorroici. Preciso che di norma evito di rileggere me stesso: mi infastidisco.
Scritto da ulderico monti il 17/12/2011 alle 07:14
Ringrazio per i consigli ma di uno non ne ho bisogno. I commenti lunghi non li leggo, li peso e basta.
Scritto da Claudio Ennam il 17/12/2011 alle 08:42
Imparata la lezione approfitto subito per mettere un articolone lungo che fa capire come il PD ci porterà nella tomba. “Abbiamo una bomba atomica da agitare in faccia a tedeschi e francesi: dire loro semplicemente che non paghiamo. Il debito è la nostra arma e dobbiamo usarla per imporre condizioni migliori, perchè è la recessione stessa che ci blocca nell’adempiere l’accordo europeo di rigore di bilancio”. (Lo ha detto Pedro Nuno Santos, vicepresidente del partito socialista portoghese.) Interessante il fatto che il portoghese che protesta sia un socialista. Perchè in Francia, anche il ben più importante socialista Francois Hollande (che probabilmente soffierà la poltrona a Sarkozy, vincendo le presidenziali) ha promesso che rinegozierà l’accordo con la Merkel, perchè viola la sovranità francese e soprattutto impone perpetua austerità senza offrire una via d’uscita dalla crisi. “Occorre crescita”, ha detto Hollande. Anche più interessante, financo la sinistra tedesca leva la voce. Oskar Lafointaine, capo della “Linke”, ha criticato il metodo di “dumping salariale” con cui il governo tedesco attuale ha conquistato competitività a danno dei concorrenti europei, ed ha accusato Merkel e Sarkozy di aver trascinato la Grecia in una spirale discendente, ed ora di stare applicando le stesse “politiche demenziali” all’intera Europa. Insomma, in Europa le sinistre stanno prendendo posizione contro le austerità inutili. E la sinistra italiana che fa? Sostiene Monti. Come al solito, perde il treno della storia. E si suicida.” Mi spiace che non lo possa leggere ULDERICO MONTI perchè è una persona molto intelligente e sarebbe daccordo.
Scritto da Claudio Ennam il 17/12/2011 alle 08:56
@Claudio Ennam, se cominci a fare commenti lunghi come quelli che criticavi non ti leggerò più. Eri meglio prima.
Scritto da Il perfido il 17/12/2011 alle 09:14
@Claudio Ennam-Di una cosa sono certa;a qualsiasi costo va mantenuta l'unità economica dell'Europa, altrimenti si scatenerebbero i vari capitalismi nazionali in una competizione che può anche mettere in discussione la pace (ormai valore acquisito) nel vecchio continente.La I e la II guerra mondiale sono nate da questa competizione tra i vari capitalismi nazionalisti, quelle sulle frontiere sono tutte balle.Ci pensi Ennam e tragga le giuste conlusioni...
Scritto da Europeista convinta il 17/12/2011 alle 20:49
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