Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/12/2011 alle 15:50

 

Un lettore venerdì scorso a proposito del post del giorno prima “Mario Monti e i sindacati” ha scritto: “Finalmente qualcuno del centrosinistra che parla male dei sindacati”.
Io invece ho un grande rispetto per i sindacati. Credo che non esista democrazia senza partiti e credo che i sindacati siano forze portanti ed indispensabili di una società libera e democratica.
Ma le grandi organizzazioni sociali (Confindustria compresa) sono totalmente estranee alla crisi italiana, che non è solo finanziaria, ma sociale e culturale? E’ tutta e soltanto colpa della politica la mancanza di riforme vere e incisive? Colpa di gran lunga prevalente, si, ma non esclusiva se è vero come è vero che la società si ribella ad ogni tentativo riformatore.
Alcuni problemi. Il patto fortissimo fra Bonannni e Sacconi (durato fino a tre settimane fa e causa di una profonda frattura sindacale) lo ha sciolto solo la crisi del precedente governo. Il conflitto Cgil-Fiom  permane ancora ed è un nodo tutto da districare. Se non si scioglie, l’unità sindacale resta un miraggio.
I sindacati rivendicano la concertazione perlomeno per il mercato del lavoro. Condivido, ma dovrebbero prima concertare la linea fra loro. In realtà sono d’accordo esclusivamente sulla difesa dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Discutere di queste cose, ciascuno con la propria sensibilità, significa voler bene, non voler male al sindacato.
Nel Pd su questi temi c’è spesso  un velo robusto di ipocrisia. Bisogna squarciarlo. Sennò, c’è il rischio che la prossima volta vinca ancora il berlusconismo senza Berlusconi.
 
 
Commenti dei lettori: 47 commenti -
Hai le tue idee che a volte condivido, a volte no, però parli chiaro. Nelle ultime settimane hai messo i problemi sindacali al centro della tua riflessione che nei blog non è mai facile. Mi basta così anche se oggi condivido poco.
Scritto da Sindacalista Cgil il 19/12/2011 alle 16:19
Volevo aggiungere, complimenti vivissimi per il blog.
Scritto da Sindacalista Cgil il 19/12/2011 alle 16:20
Altro che un velo di iprocrisia, c'è una cortina fumogena nel Pd sul problema dei sindacati. Chi tocca la Cgil muore.
Scritto da Ex giovane rottamatore il 19/12/2011 alle 16:41
Premetto che Il PD è per il suo dna che ha sancito la sua nascita moderno, interclassista ed innovatore. Sennò il senso di esistenza di un partito democratico in Italia non sarebbe giustificata. Mi auguro una piena autonomia di indirizzo tra la maggiore forza politica italiana e il maggior sindacato italiano. Tutti e due i soggetti si rispettano a vicenda e condividono alcuni valori fondamentali (es.equità sociale) ma il loro ruolo è nettamente separato. Saluti
Scritto da Simone Franceschetto il 19/12/2011 alle 16:46
La Cgil, come gli altri sindacati, è strutturata secondo un modello anni '70. Pensare che questo fatto non sia anacronistico e deleterio soprattutto per le categorie più deboli che lo stesso sindacato dovrebbe difendere, significa avere un paraocchi. Cosa fa e cosa sta facendo il sindacato per i precari? Meglio tutelare, si fa per dire, i pensionati che al sindacato rosso portano ancora linfa. Puah!
Scritto da paperoga il 19/12/2011 alle 16:59
Post interessante che condivido.Ma la mia critica ai sindacati riguarda i risultati ottenuti nel mondo del lavoro dalla concertazione del lontano93 ad oggi e dovrebbe essere estesa anche a confindustria.Salari fermi,sistematica violazione delle norme sulla sicurezza(quanti morti ogni anno) e art.18 difatto nullo da 20anni col diffondersi del precariato sono solo alcuni dei problemi da discutere.Ma le riforme devono essere utili per tutti non solo per una parte come con Sacconi e fiat........
Scritto da marco il 19/12/2011 alle 17:56
Nel post di ieri evocavi il 1994. Se voi allora aveste votato la sinistra sarebbe cambiata la storia del Paese.
Scritto da Osvaldo il 19/12/2011 alle 18:56
Stavolta sottoscrivo @Marco. I risultati prodotto dai sindacati sono poveri.
Scritto da Emanuela il 19/12/2011 alle 19:37
Il 9% dei dipendenti pubblici ha partecipato questa sera allo sciopero contro la manovra. Successo strabiliante. Senza il soccorso dei pensionati i sindacati sono debolissimi.
Scritto da Federica il 19/12/2011 alle 20:19
Si è creata una situazione paradossale: Cisl e Cgil che sembrano fare a gara per mostrare il volto più feroce nei confronti del governo Monti; anzi la Cisl sembra scavalcare a sinistra perfino la Cgil. I sindacati sono insoddisfatti sia per l'iniquità della manovra, sia per il rifiuto del governo di coinvolgerli in un processo di concertazione. Dopo sei anni la Cisl proclama uno sciopero generale o quasi generale, assieme alla Cgil, che da par suo non ha mai cessato in questi anni di scioperare, svilendo lo stesso istituto dello sciopero. Il governo Monti, accolto da tanti-sindacati compresi-con un sospiro di sollievo e con aspettative forse eccessive, sta diventando anche per i sindacati l'avversario principale, dimenticando le insidie dei partiti (P.D.L. in particolare) che aspettano il momento opportuno-le loro convenienze-per far cadere Monti; partiti che nel frattempo, con le diverse lobbies, si mettono subdolamente di traverso per impedire il varo di misure sacrosante come le liberalizzazioni. Insomma tanta è la confusione sotto il cielo. Mi auguro che Monti riesca a sopravvivere ed a navigare in un mare così tempestoso. Il pensiero che i vari Sacconi, Tremonti, Brunetta, ecc. possano rimettere fuori la testa e tornare a comandare mi mette letteralmente i brividi, più delle iniquità contenute nella manovra "Salva-Italia".
Scritto da Mariuccio Bianchi il 19/12/2011 alle 20:21
I sindacati in questo modo possono far cadere il governo Monti. Passi per Bonanni che forse preferirebbe ancora Sacconi ma la Cgli...E' il solito sindacato massimalista che arriva alle riforme sempre in ritardo.
Scritto da Bianchi Giò il 19/12/2011 alle 20:27
Caro @Osvaldo, in tutta sincerità, nel 1994 piuttosto che votare per la gioiosa macchina da guerra di Occhetto mi sarei tagliato la mano (metaforicamente).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/12/2011 alle 21:26
Nel 2008 la linea sindacale è stata concertata tra Cgil, Cisl e Uil. Per due confederazioni quella linea è rimasta un punto di riferimento anche dopo il cambio di maggiornaza politica, per la terza no. Non basta quindi limitarsi a constatare che non c'è concertazione tra i sindacati. Occorrerebbe entrare nel merito delle strategie e valutarle. Sul mercato del lavoro è un fatto incontrovertibile il dualismo tra insider e outsider e la considerazione che gran parte della flessibilità chiesta dal sistema è stata buttata sulle spalle dei giovani. Da qui si deve partire. Si è parlato tanto di statuto dei lavori e di riforma degli ammortizzatori sociali, senza aprire mai un confronto concreto e costruttivo in proposito. E' arrivato il momento di farlo. Con le carte sul tavolo, ciascuno sarà chiamato a prendersi le proprie responsabilità.
Scritto da Sergio Moia il 19/12/2011 alle 21:45
Nel post precedente sul sindacato mi è stata chiesta amichevolmente un'autocritica della Cisl sulla vertenza alla Fiat. In effetti penso che la Cisl sia stata presa in contropiede a Pomigliano, come tutto il sindacato, ed abbia sbagliato le sue valutazioni iniziali, pensando ad una vicenda circoscritta a quel sito produttivo. Tuttavia è stata in grado di reagire, di scommettere sulla permanenza del gruppo nel nostro paese, di perseguire una regolazione contrattuale del comparto, prima dentro il contratto dei metalmeccanici e, quando anche questo si è rivelato impossibile, con un contratto ex-novo, che comunque salvaguardasse e per certi versi migliorasse gli istituti contrattuali precedenti. E' vero che il piano Fabbrica Italia non è andato al di là delle enunciazioni, è vero che la quota di mercato della Fiat ha continuato a perdere quota negli ultimi due anni in Europa, ma è anche vero che la Nuova Panda è in produzione, che c'è l'accordo con l'unità di tutta la RSU per il rilacio della ex-Bertone, che ci sono impegni siglati su Mirafiori. Così come è vero che la Cisl ha sempre voluto tenere una porta aperta per un rientro in gioco della Fiom. Se la Fiom continua a scommettere sul bluff di Marchionne, chiamandosi fuori, è libera di farlo, nonostante la firma dell'accordo della sua RSU alla ex-Bertone e la spaccatura della sua RSU a Termoli. Ma non butti la croce sugli altri.
Scritto da Sergio Moia il 19/12/2011 alle 21:46
Camusso arrogante e villana. Il suo attacco al ministro Fornero, anche come donna, è inqualificabile. Chi pensa di essere diventata? Pensa di tutelare così i lavoratori? Landini le è andato alla testa.
Scritto da Luisa Bernasconi il 19/12/2011 alle 22:13
Sono pressochè totalmente d'accordo con l'amico Sergio Moia. Vorrei fare però un'osservazione, a margine della questione Fiat. Condivido le scelte operate dalla Cisl e dissento, di conseguenza, rispetto alle scelte della Fiom. La divisione sindacale non è mai auspicabile, ma bene hanno fatto Cisl e Uil a sottoscrivere l'accordo di Pomigliano e di Mirafiori, non seguendola Fiom nella linea massimalista. Rimane però un problema non secondario: la democrazia in azienda, a mio parere, è stata fortemente lesa dall'estromissione della Fiom da qualsiasi rappresentanza nelle aziende del gruppo Fiat. E non mi consola il fatto che la Fiom è in un certo senso stata la causa del proprio male, non tanto per non aver firmato gli accordi di Pomigliano e di Mirafiori (scelta legittima, per quanto da me non condivisa), ma per aver appoggiato nel 1995 lo sciagurato referendum dei Cobas, con il quale si riconosceva rappresentanza in azienda solo ai sindacati firmatari degli accordi aziendali, modificando l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria con l'accordo del 28 giugno 2011 hanno cercato di sanare quel vulnus, se così si può dire. Marchionne, lasciando Confindustria e mostrando un massimalismo di segno opposto ma simmetrico a quello della Fiom, ha a sua volta sterilizzato l'accordo del 28 giugno. E questo, a mio modo di vedere, non va bene: escludere dalla rappresentanza aziendale una parte sindacale, oltretutto la più rappresentativa in termini numerici, non lede solo i diritti e gli interessi della Cgil o della Fiom, ma quelli di tutti i lavoratori, e quindi anche di noi della Cisl, e della Uil. La democrazia è qualcosa di indivisibile e di non negoziabile; in termini semplificatori: non condivido, anzi combatto le posizioni della Fiom, ma mi batto anche perchè essa possa avere agibilità e spazio democratico per manifestare le proprie posizioni. E questo lo dico sia al mio sindacato sia alla Uil. Mi auguro ovviamente che la Fiom sia, a propria volta, così sensibile al richiamo della democrazia da accettare le scelte della maggioranza dei lavoratori, anche se non condivise e, possibilmente, evitando gli equilibrismi poco comprensibili o poco responsabili adottati alla Bertone.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 19/12/2011 alle 23:03
La Cgil resta un grande sindacato con cui bisogna fare i conti. Li deve fare il nuovo governo e anche la Cisl che per troppo tempo è stata dalla parte padronale.
Scritto da Un cigiellino il 19/12/2011 alle 23:06
Caro Adamoli, per quanto di assai differente estrazione concordo con te su tutta la linea, sia nella difesa del governo Monti che nella critica al comportamento dei sindacati CGIL_CISL_UIL . Vorrei mettere in evidenza il comportamento di Bonanni, il cui scopo principale è provocare la caduta del governo Monti (cui prodest?) seguito in questa fase da un'ottusa Camusso.Sembra però che i lavoratori non si lascino incantare vista la scarsa partecipazione allo sciopero dei dipendenti pubblici.
Scritto da Maria Rossa il 20/12/2011 alle 01:32
Interessante il dialogo fra @Sergio Moia e @Mariuccio Bianchi. Sono discussioni che arricchiscono anche uno che conosce da vicino la vita dei sindacati in una realtà complessa come Milano.
Scritto da Nicola il 20/12/2011 alle 08:41
Dalla mia collocazione Cgil sento alcuni dubbi. Concordo con la Camusso sulla richiesta di una patrimoniale ben più forte di quella tenue approvata dalla Camera, di un contributo di solidarietà più consistente sui redditi più alti, di un tetto alle pensioni pubbliche e parapubbliche scandalose. Mi è chiaro però che non si può addebitare al governo la mancanza di questi risultati. La maggioranza parlamentare comprende il Pdl che ha sempre osteggiato queste misure. Non vorrei che continuando la mobilitazione si dia un contributo decisivo alle elezioni anticipate in primavera. La posizione di Bersani mi pare quella più giusta.
Scritto da Sindacalista Cgil il 20/12/2011 alle 09:03
Non entro nel merito del dibattito sul sindacato che vedo si sta sviluppando, come al solito accade in questo blog, con serietà e competenza. Volevo solo ringraziarLa, caro Adamoli, per la Sua offerta di collaborazione. In tutta verità, non osavo chiedergliela. E grazie anche per i voti, anche se, qualora non dovesse intervenire la tanto auspicata riforma della legge elettorale, dovrei essere già garantita. Questa è una confidenza che faccio solo a Lei, Le chiedo il massimo riserbo, è una questione delicata, non vorrei si venisse a sapere troppo in giro perché poi si scatenano le malelingue e viene generata una caccia al candidato più feroce di quella alle streghe. Visto che Lei conosce Alessia, sono disposta a rivedere la posizione di questa. Vede, quello che ha sconcertato qualche esperto di comunicazione quando ha letto i due commenti (quello di Aspide e quello di Alessia) è che difficilmente il cognome Lupi possa essere storpiato in Luppi. Semmai, accade il contrario, ossia che Luppi diventi Lupi. Converrà con me che il lavoro di segreteria particolare è delicato, soprattutto a certi livelli. Se dovessi dire: “Cercami telefonicamente Fassina” e mi viene passato Fassino … non saprei cosa dire a quest’ultimo, se non congratularmi con lui per il suo pezzo che ha scritto, qualche mese fa, per il Corriere della Sera ove auspicava la democrazia in Myanmar proprio quando, negli stessi giorni, la democrazia sempre borderline del Pd chiedeva la testa di Fassina.
Scritto da Mafalda il 20/12/2011 alle 09:55
Le difficoltà cultural-sociali credo siano l'humus ideale per l'antipolitica(v. post precedente).Le responsabilità sono diffuse.Se il piatto su cui sta la Politica è leggero,la bilancia pende dall'altra parte: interessi individuali e particolari. Lungo andare,scompare il patto sociale. Il "ceto medio" della Politica è stato martoriato durante e dopo tangentopoli. Mi pare ci siano tentativi di ricostruirlo. In reciproca autonomia dai partiti,i sindacati hanno il potenziale per dare una bella mano
Scritto da FrancescoG. il 20/12/2011 alle 10:34
Dopo che ha parlato la Camusso, evviva il ministro Fornero.
Scritto da Romeo Radice il 20/12/2011 alle 11:33
L'ipocrisia del Pd non è soltanto soltanto si rapporti sindacali. Sul referendum elettorale non si era mai capito da che parte stesse salvo a rivendicarne il merito dopo. Sul mercato del lavoro c'è una doppia posizione, salvo che alla fine, per fortuna, vincerà la Cgil. Sulla patrimoniale fino a sei mesi fa il Pd era molto incerto. Tra gli orfani di Berlusconi, che riusciva a compattare gli avversari, c'è anche il Pd.
Scritto da Un dipietrista il 20/12/2011 alle 11:49
scusate se posto 2 volte : Elsa Fornero, torna sulla riforma del lavoro e sull'articolo 18. "Io non ne ho parlato e le mie parole erano un invito al dialogo. Poi se uno ci legge quello che non era detto, questa non è responsabilità mia". via, si son presi paura. bene così.
Scritto da marco il 20/12/2011 alle 12:06
La Camusso ha rotto le scatole. Non mi aveva convinto la Fornero, dopo la replica della segretaria generale Cgil sto diventando un fan del ministro donna. Camusso uguale conservatorismo imbecille.
Scritto da Turconi L. il 20/12/2011 alle 12:42
Caro Giuseppe, la riflessione che imposti è ampia e tocca diversi aspetti non solo quelli di natura sindacale. Da diverso tempo il movimento sindacale è in crisi. E lo è da molto e non solo in Italia. Durante le ristrutturazioni degli anni 80 e 90 il sindacato non è riuscito a darsi delle piattaforme credibili. Da nessuna parte. Così ha perso iscritti, potere di rappresentanza e legittimazione. Da un lato, è stato costretto ad accettare accordi al ribasso per salvare occupazione e gestire le trasformazioni, dall’altro lato, si è esposto agli attacchi delle frange più estreme che nel rivendicazionismo ideologico hanno trovato la loro forza. In Italia, poi, esistono due categorie che, in qualche modo, segnano ed evidenziano la difficoltà del mondo sindacale. Il peso preponderante degli iscritti pensionati e l’assoluta irrilevanza di iscritti precari ( co.co.pro, tempi determinati, etc, etc, ). Se poi ci mettiamo che al nord il tessuto produttivo è composta in larghissima parte da aziende sotto i quindici dipendenti e che questi non sono sindacalizzati e non amano il sindacato a prescindere, il quadro non è certamente dei migliori. Dunque esiste un problema di legittimazione e di rappresentatività. Il nostro sindacato vuole rappresentare il mondo del lavoro nella sua globalità ( iscritti e non iscritti ), vuole rappresentare l’intero mondo dei pensionati, vuole rappresentare il sociale e i corpi intermedi, le casalinghe e i diversamente abili, i lavoratori professionalizzati e gli extracomunitari. Ora c’è da chiedersi se questa posizione sia giusta o se, invece, è retaggio di un passato in cui la parola partecipazione aveva un significato più profondo e di un tempo in cui il sindacato ha svolto un reale ed effettivo ruolo di integrazione delle masse nello Stato. A questo stato poi c’è da aggiungere che il sindacato in Italia nasce su due concezioni diametralmente opposte. Una più politica ed una totalmente contrattualista. Questa situazione provoca effetti anche sulla politica e sui partiti? Assolutamente si. Per anni abbiamo avuto un ministro che aveva in testa solo una cosa. Isolare la CGIL. Per anni abbiamo avuto un governo incapace di avere un rapporto corretto col sindacato tanto da dividere i propri interlocutori in buoni e cattivi. Ora quello che non si capisce e perché dopo che 8 degli ultimi 10 anni sono stati caratterizzati da questa pochezza politica in tema di relazioni sindacali, il sindacato tutto, nella sua interezza, alzi il tono della polemica ( quasi in modo insultante a dire il vero visto che ci sono leader che parlano di analfabeti dell’economia o di manovre che poteva fare anche lo zio…) verso una compagine che è lì da meno di un mese e che si vorrebbe in grado di risolvere in poche settimane tutti i problemi accumulati in tre decenni. Insomma, io credo che la politica è chiamata a rispondere delle proprie colpe e delle proprie incapacità, ma forse l’esame di coscienza non lo devono fare solo i partiti……
Scritto da roberto molinari il 20/12/2011 alle 12:53
@Sindacalista Cgil mostra buon senso. Concordo con lui totalmente. Le elezioni anticipate NO. Per quanto riguarda il dissidio Camusso-Fornero, la Camusso è stata sgradevole ma nel mertio ha ragione.
Scritto da Giustino F. il 20/12/2011 alle 13:01
Chi pensava di risolvere il problema della disoccupazione con la LEGGE BIAGI (la legge Treu aveva un impostazione diversa, sia come scadenze sia come gestione) oggi mi sembra che abbia la memoria corta. CISL in testa. Spesso si è derogato a favore dei precari (Sergio Moia alla Cobra ad esempio), ma ora lo si dimentica... Il PD è ancora in ritado...
Scritto da RudyT il 20/12/2011 alle 13:27
@Giustino F.- Non ha ragione la Camusso ma ha torto la Fornero che deve imparare che in politica bisogna saper tacere anzitempo come invece parlare a tempo debito. Con un bel progetto davanti di aumento dell'occupazione delle donne e giovanile, credito alle imprese, via libera alle opere strutturali,ecc. l'art. 18 che non salva posti di lavoro quando le ditte chiudono e non tutela al disotto dei 15 dipendenti diventa un non- problema. L'importante è la salvaguardia del divieto di licenziare per motivi politici o sindacali e la rappresentanza nelle aziende di tutti i sindacati (quindi anche la Fiom alla Fiat).I sindacati (e i partiti politici) dovrebbero fare un serio esame di coscienza di come sia stato possibile arrivare ad avere un terzo della gioventù del Paese disoccupata e una buona metà precaria. Questo è il PROBLEMA dell’Italia!
Scritto da Maria Rossa il 20/12/2011 alle 14:23
La CISL fa gli interessi dei datori di lavoro
Scritto da Pino D. il 20/12/2011 alle 14:57
perche il mio collega a tempo indeterminato e sulla soglia della pensione puo farsi una pausa sigaretta all'ora da 15 minuti su 36 ore la settimana che fanno 9 ore settimanali di fumo ergo 27 ore lavorative e nessuno dice nulla?? io intanto resto precario...
Scritto da Un giovane precario il 20/12/2011 alle 15:39
Caro Adamoli, vedo che ti astieni dall'intervenire ulteriormente. Vuoi fare una solo replica finale?
Scritto da Vittorio il 20/12/2011 alle 15:47
Bravo @Roberto Molinari. Finalmente uno del PD che le canta giuste al sindacato. Ho scoperto che la Camusso non ha alcuna esperienza lavorativa se non il lavoro prima alla FIOM poi alla direzione centrale della CGIL.! Alla faccia di parlare di problemi che si conoscono per esperienza diretta.
Scritto da Lodovico il 20/12/2011 alle 16:21
Caro @Giovane precario, la tua domanda è fondata e finora non ha trovato una risposta. Negare che sia necessario intervenire nel mercato del lavoro è una bestemmia. Il lavoro precario dovrebbe costare di più, non di meno, di quello a tempo indeterminato e una serie di tutele vanno allargate a tutti i lavoratori assunti a qualsiasi titolo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/12/2011 alle 17:01
Caro @Vittorio, quando il dibattito scorre fluido fra i lettori, quando è sui contenuti e non è troppo polemico fra le persone, quando non sono chiamato in causa preferisco interloquire il meno possibile. Fai mente locale a questa discussione. Vi sono degli interventi davvero pregevoli. Su quali dovrei intervenire? Mi limito perciò a far mie le parole di @Sergio Moia quando dice che, su statuto dei lavori e di riforma degli ammortizzatori sociali, si è parlato tanto senza aprire mai un confronto concreto e costruttivo e che è arrivato il momento di farlo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/12/2011 alle 17:05
Gentile Adamoli, le faccio una domanda precisa prima di lasciare l'ufficio. Nella polemica tra la Fornero e la Camusso lei da che parte sta? Conoscendola so che non si tirerà indietro. Leggerò la risposta fra un'oretta a casa.
Scritto da Dirigente regionale il 20/12/2011 alle 17:24
Non sono sindacalizzato ma tra Camusso e Bonanni preferisco la Camusso. Di Elsa Fornero non saprei ancora cosa dire. Magari far qualche mese....
Scritto da Lavoro all'ospedale il 20/12/2011 alle 17:38
Condivido @Lodovico, quando non parla in maniera viscerale dei problemi etici è giudizioso e centrato.
Scritto da Amico di Samarate il 20/12/2011 alle 17:47
La Camusso è una vecchia comunista. Le sue parole sono del secolo scorso. La Cgil non si merita un leader così.
Scritto da Brielli Giuseppe il 20/12/2011 alle 18:10
Ma sbaglio o il signor molinari lavora alla cisl? Ottimo Bonanni che invece di pensare ai lavoratori pensa a organizzare un nuovo centro politico con Casini, Fioroni e qualche altro residuo democristiano. Del resto prima o poi via dal sindacato un posticino bisognerà pur trovarselo.
Scritto da Guevara il 20/12/2011 alle 18:12
Non solo la Camusso ha sbagliato con il ministro Fornero, anche Bonanni che l'ha definita "una maestrina". E lui cos'è? Ma per carità.
Scritto da Giorgio L. il 20/12/2011 alle 18:18
Cara, o caro, @Dirigente regionale, non mi tiro indietro affatto. Ho trovato l’intervista del ministro Fornero un poco professorale ma è semplicemente il portato della sua professione. La Fornero ha il diritto-dovere di provare a riformare il mercato del lavoro e merita il tempo necessario. La Camusso merita il rispetto che si deve alla più grande organizzazione sindacale, ha il diritto-dovere di difendere i propri associati ma non ha molti titoli per impartire lezioni riformatrici. Dire come ha fatto la Camusso che nel governo Monti si intravedono “tratti autoritari” è perfino ridicolo. Penso che i dirigenti più aperti della Cgil ne siano perfettamente consapevoli.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/12/2011 alle 18:33
La Camusso "perfino ridicola" quando dice che il governo Monti ha tratti autoritari? Secondo me Marantelli ha già inviato il tuo commento alla segreteria nazionale per avvisarli di che pasta sei fatto.
Scritto da Un varesino il 20/12/2011 alle 20:21
E' vero la società si ribella ad ogni serio tentativo riformatore. Non solo i sindacati ma anche le lobby. Per questo ci vuole una maggioranza molto larga, anche dopo le prossime elezioni.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 20/12/2011 alle 22:52
Il Cappellaio Matto, che concepisce solo orologi che segnano il giorno ma non l’ora, è rimasto sfavorevolmente colpito dal commento del @Dirigente regionale. E mi ha chiesto un Parere in sede referente. Il mio Parere è stato negativo. Il Dirigente regionale, in un eccesso di deformazione professionale, ha redatto un Processo Verbale di quello che avrebbe fatto nei successivi sessanta minuti della sua vita, a partire dalle 17.24. Ha informato che, di lì a poco, avrebbe timbrato in uscita stabilendo, sulla base della serie storica dei suoi rientri a casa, di giungere al proprio domicilio in circa un’ora. E allo scoccare del sessantesimo minuto sarebbe stato certo di trovarsi di fronte al monitor del suo pc domestico per avere riscontro del quesito posto al consigliere regionale che, fino a un anno e mezzo fa, probabilmente incontrava quotidianamente e al quale, oggi, si rivolge in forma anonima da non far trapelare neppure l’identità di genere. Non ho mai visto un/a Dirigente regionale così buffo/a e così pretenzioso/a che, oggi, ha inaugurato un nuovo esperimento interattivo del blog: “answer on demand” dotata di temporizzatore.
Scritto da Alice in wonderland il 20/12/2011 alle 23:09
Cara @Alice, sono così contento del tuo ritorno sul blog che ti faccio una confidenza. Credo di sapere (non ne sono certissimo) chi sia @Dirigente regionale ma siccome ce ne sono pochi/e, non voglio contribuire a svelare la sua identità. Come vedi, certe finezze esistono anche in questo povero mondo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/12/2011 alle 15:43
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