Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 5/3/2012 alle 10:48

 

 
Tonnellate di ironia si abbatteranno adesso su Pierluigi Bersani.
Eppure Rita Borsellino non era soltanto la sua candidata alle primarie di Palermo. Anzi, a dire il vero, era stata indicata prima da Vendola e poi da Di Pietro.
Le aggravanti per Bersani però ci sono e sono pesanti. Il vincitore Fabrizio Ferrandelli (foto) era appoggiato dalla maggioranza del Pd locale. Davide Faraone, l’unico iscritto al Pd (ottimo il suo risultato), era sostenuto da Matteo Renzi.
Le macerie lasciate sul campo sono un mucchio.
Nel centralismo attuale del Pd, che non mi piace (ne ho parlato nel post di ieri), l’intervento del segretario nazionale è purtroppo abbastanza normale. Ma se interviene e tutti se ne fregano; se il partito resta spaccato come e più di prima; se non riesce nemmeno a vincere con l’alleanza di Sel e Idv, significa che la sua leadership è fiacca.
Cerco di scorgere qualche insegnamento. I partecipanti alle primarie sono stati un numero enorme; non si possono ignorare gli umori dei territori; l’alleanza con la sinistra non è la carta risolutiva per vincere le competizioni neanche dentro il centrosinistra.
Finisco come nel post di ieri, non prendiamocela solo con Bersani e prepariamoci in ogni caso a ridiscutere l’organizzazione complessiva del Pd e a rinnovare il nostro progetto politico.
Così giovane e già così vecchio.


Commenti dei lettori: 83 commenti -
Io non appoggio il concetto di "primarie sempre e comunque". Anche lo statuto del PD lo sottolinea. Visto che finalmente si era trovata una direzione unitaria sulla Borsellino in tutta la coalizione di centrosinistra (PD-IDV-SEL) -situazione rara e direi unica!- le primarie non andavano fatte. Soprattutto in una città come Palermo dove mi sorge il dubbio che chi ha votato Ferrandelli sia stato manovrato e sia magari di centrodestra -30.000 persone!!!- ( per far vincere chi è vicino a Lombardo)
Scritto da Simone Franceschetto il 5/3/2012 alle 11:02
A ca-sa Ber-sani, a ca-sa, a ca-sa, a ca-sa. Ormai è un re mida alla rovescia, quel che tocca rovina. Con uno così andremo al macello anche nelle prossime elezioni.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 5/3/2012 alle 11:05
Quando si sbaglia si paga! Non è una critica a Bersani, bastano quelle che leggo, ma l'esperienza vissuta ieri di chi è andato al Congresso Provinciale della PDL varesina. Una candidatura forte (Comi),anche trappo sostenuta da CL,dai Laici (ma il sostegno di Caianiello quanto male le ha fatto?),dalle Istituzioni del partito, contro un semplice Assessore luinese sostenuto dagli ex di An e da un rambante La Russa. I risultati sono in cronca, 60 a 40 ( doveva essere testimonianza)Sorprese...
Scritto da La professoressa il 5/3/2012 alle 11:07
Con gli ex comunisti come Bersani siamo destinati a finire male. Mi fa male dirlo, molto male, ma la realtà è questa. Ha ragione D'Alema, ci vorrà un leader diverso per vincere l'anno prossimo.
Scritto da Pd Pavia il 5/3/2012 alle 11:08
Due flash. Primo. La Sicilia è regione a statuto speciale, mica per niente. Applicare le categorie ordinarie alla Trinacria non è possibile. Me lo hanno insegnato e spiegato cari amici siciliani. Il secondo. Il liderismo fa adepti in ogni dove. Alonso e Rossi, fenomeni nei loro sport, diventano "normali" se non sono messi in condizioni di poter vincere (mezzo e squadra). A volte capita a causa della squadra e dei tecnici, magari impegnati a far altro.
Scritto da FrancescoG il 5/3/2012 alle 11:16
Lasciamo passare la delusione e poi mettiamoci a lavorare con buona lena. Certo che con Bersani......
Scritto da Lorenzo il 5/3/2012 alle 11:21
Ha detto Bersani: " Siamo un polmone aperto. Bisogna star larghi con la testa". Bersani - che votai alle primarie - si esprime in geroglifici (ricordo i giaguari da smacchiare e le bambole da pettinare). Qualcuno che lo capirà ci sarà pure! Temo che se la testa sta troppo larga il contenuto si diluisca tanto da divenire inconsistente. Questa - l'inconsistenza - è dunque il destino del Partito?
Scritto da ulderico monti il 5/3/2012 alle 11:25
Non tutto il male vien per nuocere, dice il vecchio detto. E' l'occasione per un profondo esame di coscienza.
Scritto da Claudio Bartoli il 5/3/2012 alle 11:40
Gentile Adamoli, credo che grave sia stato l'errore di Bersani di sostenere pubblicamente la Borsellino. Non era suo compito ed è intervenuto in maniera inopportuna in una questione locale tagliando fuori un Davide Faraone, iscritto al PD, molto preparato. Non crede che sia il fallimento della logica dei papi stranieri? Semplicemente è necessario far crescere una nuova generazione politica, giovane e preparata. Poco importa l'area politica di appartenza interna al PD.
Scritto da Luca il 5/3/2012 alle 11:40
Caro Giuseppe, senza buttare la croce addosso a Bersani, la domanda che mi sovviene, fermo restando i risultati dichiarati è, ma perché Bersani è dovuto scendere in campo per sostenere un candidato in elezioni primarie locali? Come sai, da sempre, sono un “feroce” sostenitore dell’autonomia delle scelte in elezioni locali. Chi deve decidere alleanze e candidature sono i dirigenti locali e il partito locale interessati. Le forme attraverso cui questo può avvenire sono varie. Si va dagli organi dirigenti collegiali alle primarie di partito o di coalizione. Non è questo il problema. Il problema è, ma perché la segreteria nazionale deve mettere mano a scelte locali, scelte che risentono di situazioni locali, di rapporti locali e di percorsi politici locali. Dunque a Palermo è successo che la segreteria nazionale del PD si sia accordata con Vendola e Di Pietro per sostenere una persona che è stata sconfitta quando si presentò come candidata Presidente della Regione Sicilia. Che non è iscritta al Pd, che non ha esperienza amministrativa e che, forse, non ha neanche capacità politiche. Dunque perché è stata scelta? Per il cognome che porta, perché donna e per le battaglie antimafia fatte. Possono essere solo questi i requisiti per scegliere un candidato sindaco in una città sul baratro della bancarotta? Sciascia diceva che bisogna stare molto attenti ai professionisti dell’antimafia e in Sicilia, terra dove nulla è come appare, c’è da chiedersi se basta questo criterio, quello dell’antimafia, per conquistare i ceti popolari al voto. Io non so se i risultati saranno confermati. Al momento in cui scrivo leggo che è in corso una riconta e che si vocifera di brogli. Quello che non cambia è comunque ( anche se il risultato venisse ribaltato ) è il dato politico. Primo: la segreteria nazionale deve stare fuori dalle scelte locali. Secondo, quando si fanno scelte condizionati da criteri di appartenenza di genere o di immagine si rischia sempre di prendere una toppa colossale perché si dimentica di mettere al centro la politica. Terzo oggi, in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo, la gente, più che mai, chiede amministratori e non “profeti” o “predicatori”. Quarto, quando la gente vede che si vuole imporre “scelte esterne” e qui oltre a Bersani erano in campo sia Vendola che Di Pietro, e quindi portano lo stesso grado di responsabilità del nostro, la gente s’incazza e fa altro. Insomma abbiamo molto da meditare. Speriamo che lo facciano anche a Roma.
Scritto da roberto molinari il 5/3/2012 alle 12:09
Dovessi fare lo sciacallo, come molti "alleati" hanno fatto in altre occasioni, direi che l'accordo di Vasto ha dato prova di non tenere, di essere un fallimento, di non "sentire il polso". Direi che perde di vista le persone e il contesto generale. Direi che da l'impressione di mettere gli accordi presi altrove davanti alle idee ed al progetto. Ma non faccio lo sciacallo. Mi fermo alla semplice constatazione che c'è tanto da fare.
Scritto da FrancescoG. il 5/3/2012 alle 12:25
C’è da chiedersi se le primarie, invece di strumento di democrazia, non si siano trasformate nel luogo dello scontro tra le fazioni interne del partito o tra le componenti della coalizione. Per evitare tale rischio occorre anzitutto che la competizione sia realmente aperta, senza candidati designati come “ufficiosi” dalle dirigenze di partito. Anche così non si potrà impedire alle correnti di lavorare a favore dell’uno o dell’altro. Tuttavia l’alto numero dei votanti indica l’ interesse dei cittadini verso la politica e, dunque, tale metodo di consultazione non va archiviato. Certo la coalizione di centro sinistra, che porta in campo i candidati delle formazioni minori anziché quelli del partito maggioritario, è abbastanza innaturale. Ciò dimostra che la classe dirigente non è in grado di leggere correttamente la realtà, ma cambia anche il carattere del confronto con conseguenze non necessariamente positive. Di questo passo il P.D. finisce per essere percepito come marginale. In America le primarie servono anche per diffondere idee e programmi mentre da noi qualche volta non si conosce neppure il pensiero del candidato. La tendenza attuale prevalente è quella di scegliere chi è più lontano dalla dirigenza di partito, in base alla intuizione, alla simpatia, alla giovane età. Che sia un pallido riflesso dell’antipolitica? Non sempre i candidati scelti a furor di popolo danno una prova eccelsa e anche ciò va a scapito della politica stessa. Questo però è il modello della “democrazia del pubblico” in cui contano di più le impressioni che la razionalità, mentre la “democrazia dei partiti”, che è il modello classico, è in calo di stima, spesso per colpa degli stessi partiti che non vogliono autoriformarsi. Privilegiando l’obiettivo del consenso a tutti i costi, avanti le idee e il programma, i partiti finiscono in una trappola che loro stessi hanno teso.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 5/3/2012 alle 12:43
mi scusi, signor adamoli, ma se lei appoggiò a suo tempo il bersani non dovrebbe andare a casa anche lei? la immagino bella, casa sua: piena di fiori e piante ed erbe eccellentissime. potrebbe fare infusi e amari da offrire agli amici e potrebbe seguitare a condurre il suo amato blog. ci pensi. ci pensa? ci ha pensato? ci penserà? ci ebbe pensato? mi sono incartato. scusi.
Scritto da Claudio Ennam il 5/3/2012 alle 12:45
Caro @Simone (11.02), il fatto è che l'unità della coalizione era soltanto l'unità dei tre segretari nazionali ma non dei partiti regionali. O meglio, i partiti di Vendola e Di Pietro erano (quasi) compatti ma il Pd era spaccato verticalmente e Bersani non ha ricucito niente. Anzi, ha finito con l'acuire le divisioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/3/2012 alle 13:04
Caro @Luca (11.40), Rita Borsellino non è iscritta al Pd ma non è certamente un “papa straniero”. E’ europarlamentare in quota al Pd. La realtà è che puoi anche cooptare le vedove (o le sorelle) di “servitori dello Stato” nei Parlamenti (il Pd ne ha nominate tante, come ha osservato ieri @Alice) ma un'altra cosa è candidarle in una competizione che conta davvero. Qui non basta né il nome del marito (o del fratello) né la designazione dall’alto. Sulla necessità di preparare e mettere alla prova una nuova generazione concordo perfettamente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/3/2012 alle 13:07
Caro @roberto molinari, ok il tuo ragionamento ma quando a livello locale si fa la politica chiusa, quella del partito che decide tra quattro iscritti che rappresentano se stessi e non si fa un discorso ad ampio respiro sulla città, i risultati dopo si vedono. E' il modo di far politica che è sbagliato. Se a Varese aveste scelto per esempio subito l' Oprandi, visto che non avevate candidati, e non l' aveste osteggiata solo perchè proposta dal sen. Rossi, si vinceva. Questi eventi lo dimostrano.
Scritto da una rottamatrice il 5/3/2012 alle 13:59
Scusate la franchezza,visto che si parla di vedove,fratelli,compagni di lavoro da...gratificare con un incarico politico, non sarebbe meglio operare concretamente mediante una legge che garantisca..congrue pensioni,risarcimenti e riconoscimenti. Forse sarebbe meno manicheo.
Scritto da Controcorrente il 5/3/2012 alle 15:01
@Una Rottamatrice, la nostra candidata a Varese non avrebbe vinto neanche se l'avessero candidata due anni prima. Anzi l'avrebbero conosciuta meglio e preso meno voti perchè è una donna che divide. Era il turno giusto, abbiamo rovesciato il pronostico in posti difficilissimi ma non a Varese. Ci voleva ben altro.
Scritto da Una varesina il 5/3/2012 alle 15:21
Caro Giuseppe, vorrei vedere il bicchiere sia mezzo pieno sia mezzo vuoto. Mezzo pieno: le primarie si stanno rivelando una competizione vera e non taroccata, con candidati veri che si affrontano per vincere e sconfiggere l'avversario o competitore interno alla coalizione ed agli stessi partiti della posibile coalizione, che dir si voglia. Bicchiere mezzo vuoto: non è tanto, a mio parere, il fatto che si presentino più candidati dello stesso partito, il P.D.; bensì il fatto che il partito stesso, in questo caso il suo segretario, sponsorizzi il candidato(cosa già inopportuna), che viene poi regolarmente sconfitto. E' il segno, come già scritto e detto, di una carenza di leaderschip, che non depone certo a favore del segretario, il quale peraltro a volte sa dare dimostrazione non solo di buon senso, ma anche di fermezza (vedi la questione dei NoTav e della Torino -Lione). Andrei però oltre: la debolezza di leadership, più che attribuirla toutcourt a Bersani, la intenderei il frutto malato della difficoltà a trovare nel P.D. una sintesi unitaria e adeguata ai problemi sul tappeto, quindi di tutto il gruppo dirigente nazionale. Un esempio per tutti: mercato del lavoro.Il segretario o chi per lui non può, relativamente ad una questione complicata e di non facile soluzione, cavarsela dicendo che in Parlamento il P.D. voterebbe ad ochi chiusi un accordo avvallato da tutti i sindacati (leggesi Cgil,Cisl,Uil). Una mia previsione che peraltro non mi auguro, è che alla fine l'accordo tra governo e parti sociali si troverà sulla quasi totalità della materia in oggetto, con il probabile smarcamento della Cgil su una parte di ciò che riguarda l'art.18. E allora? Allora il P.D., come partito con vocazione maggioritaria e di governo deve sicuramente favorire, impegnarsi per una soluzione unitaria e condivisa, ma senza rinunciare ad una sua proposta che può coincidere totalmente o parzialmente con quella degli altri protagonisti sociali. In altri termini, ripeto: la leaderschip è un problema, che va oltre il segretario, ma che coinvolge l'intero gruppo dirigente:Veltroni che lancia bordate in una direzione opposta a quella di Bersani, Fassina che, svestendo i panni di moderato mostrati a Varese, minaccia di partecipare allo sciopero della Fiom e dei gruppi antagonisti, ecc. Non è questa, scusate, la strada migliore per mostrare agli Italiani che meritiamo di governare il Paese, dopo i guasti procurati del centrodestra di berlusconi e Bossi, che sono sempre in agguato.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 5/3/2012 alle 15:35
E' in corso il riconteggio delle schede. Forse ci sono stati dei brogli anche se non come a Napoli. Questo infangherebbe ancora di più il centrosinistra e in particolare il Pd e non cambierebbe molto. Al contrario, la Borsellino non diventerà sindaco di Palermo. Nella sua vita politica, sottolineo politica, non ha mai dimostrato niente di niente.
Scritto da Luigi Tenti il 5/3/2012 alle 15:40
@una varersina, certo che l ' Oprandi divide. Da una parte una che sta in un partito ma che sa essere anche espressione del sociale, della cittadinanza e della gente onesta e semplice, dall' altra i burocrati, le persone ed i figli di apparato politico come chiaramente sei tu. Ma questa è una divisione positiva, una separazione necessaria alla politica. Cosa mi dici che avrebbero dovuto candidare il segretario cittadino o il capogruppo uscente del PD? Gente che sicuramente unisce...il vecchiume.
Scritto da una rottamatrice il 5/3/2012 alle 15:59
Caro @Roberto (12.09), probabilmente non c’è una sola risposta alla domanda sul perché Bersani ha deciso di intervenire in Sicilia. La mia impressione è che voleva evitare un’altra Genova, là dove si era limitato ad avallare la candidatura della sen. Pinotti in modo non ufficiale. Era alla ricerca di una vittoria e si era accordato con Vendola e Di Pietro ritenendoli una polizza assicurativa sicura. Una mossa difensiva, come ho scritto nel post di ieri. Il problema è quello che tu giustamente evidenzi e che va ben oltre il caso di Palermo. Questo centralismo non è in sintonia con la natura democratica del Pd. Il leader nazionale intervenga solo ed esclusivamente se è richiesto di farlo dal partito locale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/3/2012 alle 16:00
@Una varesina, pensa all' Inter che è meglio.
Scritto da paperoga il 5/3/2012 alle 16:10
@una varesina. Io non avrei mai votato Pd e un suo candidato. Ho votato Oprandi e lo scout della lista civica cpme consigliere. E sono di sinistra. Mi è sembrato uno schiaffo agli elettori mettere poi capogurppo Mirabelli. Questa è la politica che divide e non unisce. Non voterò mai più un candidato sostenuto dal partito democratico perchè sia con Nino Conte che con la Oprandi hanno ignorato la volontà della gente. Che cattiveria in questo partito anche con chi li ha portati al ballottaggio.
Scritto da federico il 5/3/2012 alle 16:23
@una varesina. Ne parliamo alla prima riunione, di persona. Magari prova anche a dirlo in faccia a Luisa quel che scrivi di lei.
Scritto da federico il 5/3/2012 alle 16:32
Che dire..Sarò anche poco Pidemocratica, ma a me in queste faccende scappa troppo da ridere! Un pochino mi spiace per Bersani che è stato davvero un buon ministro (ecoenergia-energie rinnovabili), ma se come Segretario non c'è, non c'è. Altra sberla in faccia?Fa nient, tiremm innanz, prebende e poltrone garantite a Roma fino al 2013, e chissà con un pò di emergenza contingente SalvaPatria magari anche oltre! Ad maiora!!
Scritto da Venere strabica il 5/3/2012 alle 17:58
Condivido @Roberto Molinari: sulle scelte amministrative devono decidere gli organi locali del Pd. A Palermo Bersani ha sbagliato tutto.
Scritto da Ossola A. il 5/3/2012 alle 18:04
Troppo peso alle vicende interne del partito e agli equilibri con gli alleati. @Fiori ha ragione, se non cambiate, se non fate formazione, se prevalgono i burocrati, il Pd va in crisi.
Scritto da Luigia Nicora il 5/3/2012 alle 18:12
Caro Adamoli, non sono del Pd e non so se lo voterò ma le primarie a volte mi sembrano una buona occasione per aprire alla società. In Bersani vedo un uomo di governo che ha fatto bene, è simpatico e gioviale. Però non vuole capire che se stringe un'alleanza solo con Vendola e Di Pietro il centrosinistra non vincerà mai.
Scritto da Bianchi Giò il 5/3/2012 alle 18:13
Dice bene Molinari ma se poi anche a livello locale si tendono a fare scelte nel segno della conservazione e delle collaudate oligarchie, locali naturalmente..., allora il PD è il classico gatto che si morde la coda. Pisapia, Doria, Ferrandelli, tre scelte di segno diverso da quello che avrebbe voluto il partito vorranno pur dire qualcosa. La gente che partecipa vuole amministratori capaci, possibilimente onesti, non accetta più di essere eterodiretta dai palazzi romani neppure da quelli del PD
Scritto da cesare chiericati il 5/3/2012 alle 18:31
Ho l'impressione che ci siamo buttati ad organizzare (si fa per dire) le elezioni primarie facendo una gran confusione. Però il peggio non è che non si sa se sia meglio una primaria di partito, oppure di coalizione; se meglio candidati locali auto nominati oppure segnalati dalle strutture centrali.... Il vero problema è che lo strumento non è ancora nelle nostre abitudini e ne consegue che chi vota alle primarie non è un campione rappresentativo dell'elettorato di quella forza politica.
Scritto da bm il 5/3/2012 alle 18:34
dai, scindere, scindere ! che si fa più bella figura tutti. pensavo si arrivasse all'autunno, lo showdown avverrà prima, a quanto pare : ormai nel PD i partiti sono più di 2, e nella maggior parte di questi non vorrei nemmeno metterci piede. è ora di riconoscere il fallimento di un tentativo, che aveva senso solo in un sistema bipolare e in cui la parte avversa non garantiva dal punto di vista democratico : nella nuova italia non serve più, un contenitore da Fassina a Follini.
Scritto da marco il 5/3/2012 alle 18:36
Caro @Massimo (12.43), condivido la sostanza del tuo ragionamento. Dobbiamo tener conto del fatto che a Palermo c’era una variabile diversa rispetto ad altre città. Una fetta importante del Pd siciliano e palermitano era favorevole a Ferrandelli. Gli elettori hanno voltato le spalle all’imposizione “dall’alto e da fuori”. Quale classe dirigente non ha saputo leggere la realtà? Questa domanda non è peregrina. Va posto sotto esame il modello, di fatto centralista, del partito. Invece c’è la tendenza a fare di Bersani il capro espiatorio. Non mi sembra una gran soluzione e penso che tu ne converrai.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/3/2012 alle 18:47
Caro @Mariuccio (15.35), per quanto riguarda il mercato del lavoro il Pd ha fatto bene a forzare verso un’intesa con le forze sociali ma non dovrebbe legarsi ai sindacati a filo doppio. La mia sensazione è che sull’art. 18 ci saranno delle modifiche che il Pd in Parlamento approverà. Ma ci saranno lacerazioni interne e anche lì dovremo chiederci dove abbiamo sbagliato. Non ho mai capito perché un grande partito possa ad altri la rappresentanza generale sul lavoro. Nel merito del post di oggi, penso di avere già chiarito il mio pensiero anche con gli interventi su alcuni commenti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/3/2012 alle 18:52
Va bene dire che il PD è incapace di avere una sua intensa attrazione perchè è un fatto vero. Non mi pare però si possa e si debba criminalizzare Bersani che è il segretario, ma che gode di una maggioranza ampia nel partito che va da Letta a Franceschini alla Bindi. Veltroni, destatosi dal lungo e personale letargo, cerca spazio per sè più che per rinnovare il partito. In queste condizioni si deve parlare di inadeguatezza generalizzata. Colpire i singoli è una moda improduttiva e direi, insana.
Scritto da E.F. il 5/3/2012 alle 19:18
L'alleanza con la sinistra si è rivelata vincente anche dove abbiam perso le primarie, vediamo Puglia e Milano. E' una falsità dire che non funziona. Mi spiace per quanto accaduto in Sicilia, ma spero vivamente che il canditato di centrosinistra vinca, così come a Genova. A giochio chiusi il "l'avevo detto" è semplicistico e banale. Cerchiamo di lavorare con i nostri alleati per vincere.
Scritto da Loredana il 5/3/2012 alle 20:04
Beh, i rottamatori fanno tanta festa perchè il candidato del pd ha perso, ma non mi sembra che il loro candidato abbia fatto bella figura, a Genova come a Palermo. Perchè non lavorano un poco per il partito invece che festeggiare quando perde? L'alleanza con la sinistra si è dimostrata vincente, vedete Milano. La politica dei due forni lasciamola fare a Casini e cerchiamo un alternativa agli eterni inciuci.
Scritto da Pinuccio il 5/3/2012 alle 20:10
Quando ci siamo visti a Brescia in un incontro pubblico te l'avevo detto che le primarie sarebbero state da rivedere completamente. Facciamolo prima che sia troppo tardi.
Scritto da M.F. il 5/3/2012 alle 20:14
@Paperoga, @una rottamatrice, @Federico, non scalmanatevi troppo. Quello che ho detto io è condiviso da molti dentro e fuori il Pd.
Scritto da Una varesina il 5/3/2012 alle 20:20
@Adamoli"Va posto sotto esame il modello, di fatto centralista, del partito. Invece c’è la tendenza a fare di Bersani il capro espiatorio." ORSU'Adamoli, non fare il democristiano,anch'io voglio bene a Bersani ma al momento a capo del partito c'è lui e lui deve rispondere degli errori.Con chi ce la dobbiamo prendere, con d'Alema che detta gli ordini tramite auricolare?Io direi:A CONGRESSO!Tanto a salvare l'Italia ci pensa Monti.Cambiamo almeno i dirigenti vista l'impossibilità dei parlamentari!
Scritto da Venere strabica il 5/3/2012 alle 20:24
@una varesina, se fosse vero quello che dici avremmo ottenuto in giro ben altri risultati.Un consiglio: moderati con l' alcol.
Scritto da una rottamatrice il 5/3/2012 alle 20:41
A proposito di ironia ... http://www.ilpost.it/makkox/2012/03/05/bersani-ferrandelli-primarie-palermo/
Scritto da Giacomo il 5/3/2012 alle 20:45
Due parole d'ordine secondo me: difendere Bersani e rinnovare il modello organizzativo
Scritto da Gino Guidali il 5/3/2012 alle 21:08
Ottimo @Gino Guidali e magari darsi anche una bella martellata sugli zebedei.
Scritto da paperoga il 5/3/2012 alle 21:21
Il signor Adamoli, prima di dedicarsi completamente alle sue piante officinali, ha sollevato un problema importante. Anzi, IL problema: la lidershiip, da leggersi così, con due i. Insomma, il capo delle pecore. Io so l’inglese abbastanza bene, certo molto meglio dell’italiano. Bersani ha sbagliato a crozzivizzarsi. Voleva fare il simpaticone, birretta alla mano, ma in mano gli è rimasto… Non è più tempo di teatrini. Forse non è mai stato il tempo. Lo stesso Berlinguer, in assoluto un nano politico, ma rispetto a quelli odierni, un vero gigante, dopo il famoso abbraccio del guitto toscano, avrebbe conosciuto un decadimento senza fine se non fosse morto di lì a poco. A volte la morte viene al momento giusto, come certi caffé aromatici. Guardate Monti, il suo successo. La gente non capisce, quel mostro sta facendo a pezzi tutti, brano a brano. Ha i denti e le mani sporche di sangue ma nell’immaginario popolare sembra un distinto signore che si sia appena macchiato di pomodoro mentre consuma una bruschettina, leggera, distinta anche lei. “Che bel personale! Come veste bene! Come parla composto! Che uomo elegante! Quando fa l’amore è tutto un pardon, permette? Scusi l’intrusione.” E scusi anche lei, signor Adamoli, ma non dica più Bersani!
Scritto da Claudio Ennam il 5/3/2012 alle 21:35
Nel vostro mondo c’è qualcosa che non va. Non mi sto riferendo alle primarie di Palermo ma a quelle di Cardano al Campo. Un voto in più è pur sempre un voto in più (anche il Cappellaio Matto ne è convinto) ma io, nei panni della signora Laura Prati, non sarei contenta di aver distanziato il mio avversario di un solo voto. Che significato hanno le primarie in un paese non piccolo ma nemmeno grandissimo? Non vi era un modo diverso per individuare il candidato o la candidata alla carica di sindaco? Quali saranno mai le peculiarità del programma dell’uno e del programma dell’altra? E le differenze? Ma sono veramente i programmi a dividere la signora Prati dal signor Bellora? Potevano mettersi d’accordo e candidare per questa tornata la donna e per la prossima l’uomo. O il contrario. Oppure questa volta il più anziano dei due e la prossima volta il più giovane. O il contrario. Visti i risultati, potevano fare testa o croce. O giocarsela a bim bum bam e poi via, tutti insieme a fare una bella bicchierata. Noi, qui nel Paese delle Meraviglie, la pensiamo così. Passo e chiudo, perché oggi ne abbiamo già viste troppe, compreso il capello lucido “allaleolucaorlando” di Ferrandelli. D’altronde, la Sicilia è la Sicilia, come ci ricorda @Francesco G. (che è il preferito del Coniglio Bianco).
Scritto da Alice in wonderland il 5/3/2012 alle 22:03
@Marco (18.36), ovvero la voglia matta di scissione. Guarda Marco che se leggi Palermo con le lenti dei due vecchi partiti pecchi di robusta approssimazione. E poi perché mai dovrei separami da uno con la tua passione politica?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/3/2012 alle 22:19
Uno dei tre giardinieri della Regina di Cuori si chiama Gino Guidali, come il commentatore nuovo che è appena intervenuto. Che bella coincidenza! Voi avete il vostro @Gino Guidali e noi il nostro Gino Guidali. Ma la @Lucy S. che fine ha fatto? Si è spaventata per i Sopranos di Busto Arsizio? Ollapeppa!
Scritto da Alice in wonderland il 5/3/2012 alle 22:21
@Claudio Ennam - Anche le spalle "comiche" erano di peso diverso. Berlinguer-Benigni versus Bersani-Crozza. Non c'è partita. Solo nostalgia?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/3/2012 alle 22:21
Cara @Alice 22.03), sono di questo mondo e ne ho viste tante ma anch'io mi sono chiesto il perché delle primarie a Cardano al Campo. Si poteva scegliere con uno dei tanti modi suggeriti da te. Fantasia cercasi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/3/2012 alle 22:23
@Una rottamatrice, parlo in questo modo perchè mi sono guardata in giro e ho visto che nello stesso giorno abbiamo stravinto a Malnate e vinto a Gallarate.
Scritto da Una varesina il 5/3/2012 alle 22:49
Sulle primarie a Cardano. Non sempre a scegliere a tavolino vince il candidato migliore, spesso solo il più ammanicato. Certo un solo voto di scarto corrisponde ad un bacio della dea Fortuna, ma prima del risultato nessuno lo poteva sapere, nemmeno Alice che pure la sa lunga. Il discorso di Alice, ed i suoi suggerimenti per la scelta, per avere un fondamento pongono il presupposto che i due candidati fossero di uguale valore, avessero gli stessi progetti, ambissero alle medesime alleanze, fossero entrambi disposti a contrattare la candidatura di Sindaco,(legittimamente a mio avviso del partito di maggioranza, il PD) rispetto a un gruppo di autoreferenziali cittadini, rappresentanti di non si sa cosa. Ma era davvero così? Sembra proprio di NO. Eppoi si parla tanto di riavvicinare gli elettori alla politica; per una volta che 733 cittadini hanno deciso di scegliersi il candidato/a sindaco , avvicinandosi a due gazebo con ben esposto il simbolo del PD, in strada, in una giornata piovigginosa, ancora si mugugna. Caro Adamoli dovremmo gridare al miracolo!
Scritto da Osservatorio prvilegiato il 6/3/2012 alle 00:43
@Giacomo, gustosissima la satira che hai suggerito. Se fossi candidabile a qualcosa non cercherei l'erdorsement di Bersani nè uffciale né seminascosto.
Scritto da Elisabetta C. il 6/3/2012 alle 08:52
Alleanze: penso che bisogna tenere distinti il perimetro nazionale con quello locale. Nel primo caso l'alleanza per il PD (che deve essere il partito precursore e proattivo a vocazione maggioritaria) deve essere strategica e di indirizzo: in che direzione il centrosinistra deve andare?Nelle realtà locali è diverso: si possono formare alleanze con UDC (es. nelle Marche) o riproporre la foto di Vasto. Quindi a mio avviso Palermo ha poca rilevanza con le future alleanze del PD per il 2013.
Scritto da Simone Franceschetto il 6/3/2012 alle 08:54
Quando Bersani e gli ex comunisti capiranno che nelle cose locali non debbono mettere becco sarà troppo tardi. L'unico loro vero leader è D'Alema che non è più spendibile per incarichi di vertice. Anche a livello territoriale è la stessa cosa. Il loro campione in Lombardia era Penati e il segretario regionale, tale Martina, è tanto giovane quanto insignificante.
Scritto da Funzionario regionale il 6/3/2012 alle 09:08
@Una varesina, non fare l' ingenua della politica . Ci sguazzi dentro e la conosci, paragonare Varese a Malnate e Gallarate è improprio senza nulla togliere ai due eletti che sono stati bravissimi. A Gallarate Lega e PdL avevano rotto, a Malnate, oltre a varie lacerazioni, si veniva da un commissariamento dopo un' amministrazione disastrosa. A Varese, capitale della Lega, la situazione era diversa. L' Oprandi ha perso di poco soprattutto per i ritardi ed il dormiveglia del PD altro che storie.
Scritto da Una rottamatrice il 6/3/2012 alle 09:15
Non vorrai mica smentire la sconfitta chiarissima di Bersani, vero? Non ti riconoscerei più.
Scritto da Vittorio il 6/3/2012 alle 10:53
Patetici i rottamatori che festeggiano la sconfitta del PD... Non mi pare che i loro candidati abbiano mai vinto contro gli anziani, Renzi a parte per dovere di cronaca, ma anche nella rossa Firenze l'apparato di CL risulta efficiente.
Scritto da Bino il 6/3/2012 alle 10:56
Caro Giuseppe, ti rivolgo una domanda che forse dovrei rivolgerti in privato. Se alle prossime elezioni il Pd dovesse allearsi solo con Vendola e Di Pietro, tu cosa faresti? Ti assicuro che siamo in molti a chiedercelo.
Scritto da Tuo amico fedele il 6/3/2012 alle 11:09
@Osservatorio privilegiato (00.43) - Difendo ancora le primarie, le ritengo un’arma efficace contro i bunker di molte segreterie chiuse e burocratizzate a tutti i livelli. Credo però che sia necessario rivederne le regole e credo che nei piccoli paesi (Cardano al Campo) prima di indirle bisogna pensarci su bene. Dove tutti si conoscono una competizione accesa può creare fratture fra le persone difficili da ricomporre in poche settimane. Soprattutto nel caso di una mela spaccata esattamente in due come a Cardano.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/3/2012 alle 11:21
Caro Vittorio (10.53), non smentisco un bel niente. La sconfitta di Bersani a Palermo è stata inequivocabile e lui farebbe bene a riconoscerla. Dopo di che, non voglio mettere in croce solo il segretario. Il suo sostegno al governo Monti, purché duri, è stato un atto generoso, giusto e lungimirante.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/3/2012 alle 11:25
Caro @Amico (11.09), domanda assolutamente pertinente da farmi certamente anche in pubblico. Contrasterei l’alleanza esclusiva del Pd con Sel e Idv con tutte le mie forze e fino all’ultimo istante possibile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/3/2012 alle 11:27
Ma i rottamatori ufficiali di "prossima fermata varese" la pensano come i "rottamatori anonimi" e festeggiano la sconfitta del PD o ne prendono le distanze? Tutto tace... :(
Scritto da Lorenzo N. il 6/3/2012 alle 11:38
Il problema non sono le primarie ma il partito. La definizione odierna di Marcello Sorgi (su “La Stampa”) è impressionante: “ Nato nel 2007 da una spinta convergente del personale politico ex democristiano ed ex comunista, il partito è stato divorato dagli appetiti e dalle spartizioni locali, al punto che in Sicilia non correvano tre candidati del P.D., ma tre avversari di tre sottospecie dello stesso: ectoplasmi, mutazioni genetiche, mostri assemblati contro natura con trapianti di pezzi diversi”. Rita Borsellino (non iscritta) è stata indicata non solo da Bersani ma anche da Vendola e Di Pietro, come espressione della tendenza a favore del bipolarismo, destra vs/ sinistra. Fabrizio Ferrandelli (ex I.D.V.) sta dalla parte di quelli che guardano al centro (che però in Sicilia ha l’aspetto in quietante del “lombardismo”). Infine Daniele Faraone è stato sostenuto dagli ex rottamatori. Come si vede la scelta palermitana non è stata determinata soltanto dalla situazione locale ma da una spaccatura politica a livello nazionale. Occorre perciò far chiarezza sulla linea politica complessiva del partito. Restare ancorati al bipolarismo (“di qua o di là”), ha comportato l’avvento del “berlusconismo” e il diritto di interdizione delle minoranze estreme ( Lega e sinistra radicale); occorre ricercare un equilibrio del sistema attraverso scomposizioni e scomposizioni, senza restare prigionieri di una realtà superata. Nel P.D. c’è il riflesso condizionato dell’emarginazione che fu del vecchio Partito Comunista; non si è ancora capito che la politica è ancora bloccata da quel fattore traumatico (frattura storica) del 1948 che tuttora esiste non come pericolo reale ma come dato culturale. Bersani è di fronte al dilemma: con la sinistra si vince ma non si governa; per superarlo occorre una nuova legge elettorale. Ma occorre anche un po’ di coraggio per non finire (male) come dimostra l’esperienza di Prodi. La politica italiana sarà pur confusa e i suoi cittadini sempre alla ricerca del “nuovo” più che del “meglio”; ma non occorre essere dei “machiavelli” per sapere che il rischio “estrema sinistra” ha storicamente schiacciato l’Italia verso soluzioni di destra.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 6/3/2012 alle 12:10
Prima Penati, poi Genova, adesso Palermo. Situazione inquietante per il centrosinistra.
Scritto da Giovanna G. il 6/3/2012 alle 12:53
@ Adamoli Ma perchè a dicembre mi chiederai di votare per Monti, o Passera, ecco perchè, in una alleanza con l'udc e parte della destra ! lo dice apertamente Follini, lo dice Fioroni, lo dice Veltroni, Letta non lo dice ma lo fa capire, la Bindi non lo sa . una parte del PD vuole la prosecuzione di monti dopo il 2013 . io non vedo come, a meno di un'abdicazione di Bersani (che non eviterebbe comunque una scissione) questo possa avvenire in un PD unitario. Tu riesci a vederlo ?
Scritto da marco il 6/3/2012 alle 13:38
Io ragiono con la mia testa @Lorenzo N, per quando riguarda i rottamatori ufficiali varesini permettimi di dire che non ci sono più, preciso, meglio affermare che sono in buona misura confluiti in AA, il gruppo di Adamoli ed Alfieri che a loro volta stanno con Letta e quindi con Bersani, diventando un' animella dell' anima, un sottogruppo che ha trovato sponsorizzazione. Hanno perso slancio, forza e coraggio. Volevano rottamare dal palazzo ma visto che è un luogo caldo ed accogliente....
Scritto da una rottamatrice il 6/3/2012 alle 14:00
A sentire @Marco sembra che ormai la scissione del Pd sia questione di qualche mese. Sono del parere che è troppo pessimista, oppure troppo ottimista se lui vuole la scissione sul serio.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 6/3/2012 alle 14:51
Cara @Rottamatrice (14.00), “i rottamatori ufficiali”, “l’animella dell’anima”, come li hai chiamati, risponderanno loro se vorranno. Io desidero solo assicurarti che non c’è nessun gruppo AA, Adamoli-Alfieri, nel senso che non guido alcun gruppo. E’ una veste che ho volontariamente dismesso da parecchio tempo. Mi limito a partecipare alle riunioni quando invitato. E naturalmente dico la mia. Lo preciso anche per mettere in chiaro che le posizioni che prendo sul blog sono mie e non coinvolgono la responsabilità di qualunque persona (anche amiche ed amici cari) e di qualsiasi gruppo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/3/2012 alle 15:12
Caro @Marco, scriverò molto presto un breve post per spiegare meglio il mio pensiero sui progetti e sulle allenze del Pd. Così proseguiremo la nostra discussione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/3/2012 alle 15:13
Aspetto il tuo post in risposta a @Marco. Non tardare troppo.
Scritto da Luisa Bernasconi il 6/3/2012 alle 16:02
Precisazione doverosa caro Adamoli, anche se in giro la gente la pensa come ho sottolineato nel mio breve commento ed è forse naturale. Sono in molti a credere che Alfieri sia il suo erede, e tutti sanno che entrambi nel PD state con Letta. La sua posizione nel partito è ben distinta da quella di Marantelli e c. e si sa che Lei non ha mai manifestato particolare simpatia politica, non se se anche personale, per il senatore che forse sta al posto dove doveva stare lei. Non volevo certo offenderla.
Scritto da una rottamatrice il 6/3/2012 alle 16:07
Siete patetici con queste discussioni sulle primarie. Molto meglio il metodo della Lega. Comanda Bossi e stop.
Scritto da Luca Basso il 6/3/2012 alle 16:57
Cara @Rottamatrice, perché dovresti avermi offeso? Ci mancherebbe, desidero solo precisare (l’ultima volta da parte mia) alcune cose, diciamo, personali. 1) Sul mio buon rapporto con Enrico Letta (però anche critico) ho scritto sul blog in varie occasioni. 2) Alessandro Alfieri ha preso il mio posto in Regione ma con suo pieno merito personale. 3) Con il senatore ci siamo divisi sul voto a Veltroni nel primo congresso del Pd. Rossi lo ha appoggiato e io no e ne ho spiegato le ragioni in lungo e in largo. Lui è diventato senatore esattamente come Marantelli è diventato deputato. Io credo di avergli dato una mano determinante nel 2006 quando ho deciso di restare in Regione lavorando (potrei dire battendomi) per la sua nomina.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/3/2012 alle 17:01
Confermo Giuseppe, se posso permettermi, come ho già fatto diverse volte sui blog e come è avvenuto all' occorrenza pubblicamente. Senza il suo intervento determinante, cara @una rottamatrice, non sarei arrivato dove sono, a partire dal mio ritorno in politica (dopo 9 anni di latitanza volontaria) nel 2000, ritorno che devo a lui ed anche al caro amico Guelfo Ravani di Gemonio. Confermo con piacere e riconoscenza. Quel posto al Senato spettava di gran lunga a lui. Scelse di rimanere in Regione.
Scritto da paolo rossi il 6/3/2012 alle 17:38
Sono molto curioso di leggere cosa dirai sulla scissione invocata da @Marco.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 6/3/2012 alle 18:24
Non vorrei sentir parlare di scissioni ma un chiarimento di fondo è necessario. Se il Pd continua in questo modo dà l'idea di un partito incerto su tutto.
Scritto da Raffaele il 6/3/2012 alle 18:59
Sostenere di essersi battuto per la candidatura di Rossi non fa fare bella figura. Anche perché se non c’era nessun altro vuol dire che i Popolari/Margherita di Varese potevano anche chiudere bottega. Riflettano tutti, Molinari, Alfieri, Bianchi, Ravani. Non voglio fare polemiche ma fare riflettere le persone. Sto scrivendo quello che pensano in tanti.
Scritto da P. A. il 6/3/2012 alle 20:50
Caro @P.A., grazie di cuore per la considerazione.
Scritto da paolo rossi il 6/3/2012 alle 21:15
Nel Paese delle Meraviglie vive la Finta Tartaruga. In questo post prospera la Finta Rottamatrice che, noncurante del Protocollo di Kyoto, “inquina” di brutto il post. L’ex democristiano che si è annidato in quel nick, è riuscito a far dire al Reverendo Adamoli le cose rassicuranti che voleva sentirsi dire. Se il Rev Adamoli si accorgesse di aver sprecato i polpastrelli per rispondere al “Finta Rottamatrice”, si mangerebbe le mani (polpastrelli compresi).
Scritto da Alice in wonderland il 6/3/2012 alle 22:35
Anche al padrun de cà, talvolta, piace esibire l' aplomb del distaccato anglosassone che lascia volare qualche padellata di melma. E' volgare alzare la voce, ne risentirebbero le delicate corde vocali ma soprattutto non è atteggiamento regale. Quel che più importa è non sporcarsi di schizzi l' elegante doppiopetto di perfetto taglio sartoriale.
Scritto da paperoga il 6/3/2012 alle 22:37
Se "finta rottamatrice democristiana" è la brillante conclusione di @Alice in wonderland. siamo a posto. Lei risolve tutto, lei sa tutto. La verità è che la presunzione gioca a volte brutti tiri alla testa. Certo che vengo dalla Dc, certo che sono un uomo, certo tutto quello che vuoi bambina mia, basta che fai la brava e nel paese delle meraviglie non ti fumi più tutte le piante che trovi, alcune fanno tanto male.
Scritto da una rottamatrice il 7/3/2012 alle 08:50
Ma i rottamatori varesini quali sarebbero? I famosi 6 che promettevano fuoco e fiamme sui quotidiani nei giorni precedenti al congresso e che poi si sono adagiati coodamente su un area?
Scritto da Bepi il 7/3/2012 alle 11:21
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