Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 16/3/2012 alle 10:05

 

 
E se cambiassimo angolo visuale?
Se ci mettessimo a vedere la finanza dal punto di vista sociale, della classe media ristretta ed indebolita, di chi soffre di più la lunga crisi economica italiana ed europea?
In realtà siamo in gran parte imbevuti delle vulgate giornalistiche ed usiamo  le parole, perfino i tic degli esperti di finanza.
Una volta eravamo orgogliosi del sistema europeo di welfare, oggi siamo sottoposti ad una mitragliata di slogan sulla vecchiezza del nostro sistema. In parte è vero. Il pareggio del bilancio dello Stato, un maggior controllo della spesa pubblica, rappresentano i lati positivi di un rigore che dobbiamo rispettare anche noi, non solo la Germania.
Ma il sistema europeo ed italiano era un sistema basato sulla forte relazione fra imprese e comunità locali. Lo è ancora? La funzione sociale dell’impresa era vissuta da moltissimi imprenditori. Lo è ancora?
La profonda crisi che attraversiamo è l’occasione per ripensare il rapporto fra finanza ed economia (ammalatosi gravemente), fra produzione e ambiente. Abbiamo bisogno di un mercato regolato che non sia il protagonista assoluto ed esclusivo della convivenza civile.
Sono temi difficili di cui riappropriarci. Il prof. Luigino Bruni, esperto di rango nazionale in questo campo ne parlerà martedì prossimo a Vedano Olona. Un’occasione da utilizzare culturalmente e politicamente.
 
(Vedano Olona, martedì 20 marzo, ore 21, sala consiliare di Villa Aliverti, piazzetta della Pace)
 
Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 42 commenti -
Per una partito di cenrosinistra questo angolo visuale è molto importante. Nessuna voglia di conservare tutto ma anche la volontà di rinnovare ciò che è vecchio e superato.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 16/3/2012 alle 11:06
Nessuna volontà conservatrice. Non mollare anche tu la presa sull'innovazione necessaria. C'è molto da cambiare nel nostro welfare.
Scritto da Maurizio il 16/3/2012 alle 11:34
Luigino Bruni è una personalità eminente dell'economia che studia il suo rapporto con l'etica. Complimenti per averlo invitato con successo. Non è facile.
Scritto da Grazia di Brescia il 16/3/2012 alle 11:43
Siete stati troppo legati all'idea che la finanza dovesse essere ossequiata, spero che ci sia un ravvedimento sostanziale.
Scritto da Giovanni Pini il 16/3/2012 alle 12:43
Un riflessione profonda del modo di intendere la relazione fra impresa e territorio va fatta. Il nostro welfare non è da buttar via ma da aggiornare ai tempi.
Scritto da Ernesto Losa il 16/3/2012 alle 13:24
Già sarebbe gran bella cosa se gli imprenditori investissero nella sicurezza dei propri lavoratori e dei propri impianti. Accadrà tutto ciò nel vostro simpatico mondo? E poi, scusi Rev, se la vostra premier fosse Madre Teresa di Calcutta (che non fa parte del Gruppo Bilderberg), la sua omelia di oggi sarebbe perfetta. Invece, sopra le vostre teste siede Mario Monti, il quale pare avere un’unica “mission”: modificare lo Statuto dei Lavoratori. Ma che cosa racchiuderà mai questo art. 18 di così dirimente per le sorti del vostro paese? I drammi italiani prendono piede tutti dall’art. 18? I Padri che, nel 1945, hanno liberato il vostro paese, non potevano nemmeno immaginarsi che lo stesso sarebbe poi stato imprigionato da un così terribile articolo posto in un pericoloso Statuto. Quel curiale di Reverendo Riccardi (e su questo punto sarà d’accordo con me anche la mia amica @Mafalda, fan di Riccardi) sta dando pessimo esempio di sé. In una operazione di lecchinaggio pazzesco (il Reverendo Dodgson mi ha concesso questo neologismo oxfordiano) è andato a rispolverare una frase di Monti del 1992: “La consultazione con le parti sociali è importante, ma in questa grave situazione, una volta che il governo persuade il Parlamento che non possono essere seguite altre vie, che bisogno c'è di autoinfliggersi l' onere di una ricerca faticosa, in riunioni spesso notturne, di un accordo con le parti sociali. Il consociativismo deve diventare codeterminazione a livello generale”. Ma a che grave situazione si riferiva il signor Monti nel lontano 1992?
Scritto da Alice in wonderland il 16/3/2012 alle 14:00
L’analisi è perfetta ma cosa propone Adamoli? Non abbiamo risposte, nessuno ha risposte. I nostri imprenditori dove hanno investito gli utili della azienda? La maggior parte nel patrimonio immobiliare personale. Siamo davanti a una crisi etica, non solo economica e non abbiamo risposte. Peccato che Vedano Olona non è vicino, perché sarei venuto volentieri alla serata.
Scritto da V.R. il 16/3/2012 alle 14:16
Qualcuno parlerà anche del caso Lusi e della finanza della Margherita? Strano che nessun dirigenti si fosse accorto dello schifo denunciato da "L'espresso"
Scritto da Antonio il 16/3/2012 alle 15:26
Cara @Alice, non sono un fan di Riccardi come la tua amica @Mafalda, ma la citazione di Mario Monti che il ministro ha riportato non la trovo così fuori luogo. Se c’è l’intesa con tutte le parti sociali tanto meglio, altrimenti il Parlamento, con una maggioranza ampia, è pienamente legittimato a deliberare. L’art. 18 mi sembra sia stato rimesso al suo posto (non prioritario) dentro il quadro generale del mercato del lavoro. Se quanto si legge sui giornali è veritiero la riforma Fornero mi soddisfa abbastanza. Se non ci fosse di mezzo la Fiom di Landini, forse anche la Camusso sarebbe meno recalcitrante.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/3/2012 alle 16:41
Caro @V.R., cosa propongo io? Magari fossi in grado di proporre qualcosa di concreto. Intanto mi accontento di sottolineare che non esiste solo il pensiero unico finanza-dipendente; che bisogna esplorare altre strade; che il sistema europeo di fare economia non va dismesso; che il nostro welfare, debitamente aggiornato, può essere un punto di riferimento anche per i Paesi una volta "emergenti" ed oggi protagonisti della scena economica mondiale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/3/2012 alle 16:45
Caro @Antonio, al caso Lusi ho già dedicato ben quattro post per dire che bisogna andare fino in fondo nella ricerca di tutte le responsabilità, complicità e connivenze.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/3/2012 alle 16:47
Molti imprenditori buoni stanno scappando all'estero. Giustizia non giusta e lunga, pervasività delle varie mafie, articolo 18 ed altro, non so quali siano le cause di questo decadimento ma il fenomeno è palpabile.
Scritto da Giuseppe Brielli il 16/3/2012 alle 17:01
Serve uno scatto di orgoglio europeo. Basta con le soperchierie della finanza globale. Anche Obama deve accorgersene e tagliare le unghie agli speculatori più avidi e pericolosi.
Scritto da Ambrogio L. il 16/3/2012 alle 17:10
Dal negoziato fra governo e sindacati emergerà una soluzione buona che salverà un metodo italiano di concertazione che sarà positivo sotto molti aspetti.
Scritto da Nicola il 16/3/2012 alle 18:22
Non farti impressionare dalla propaganda di sinistra. Sono perdenti nati.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 16/3/2012 alle 18:48
La fase di riflessione che si è aperta con il governo tecnico può favorire un ripensamento anche sui modelli economici. Nel braccio di ferro di prima tra i vari schieramenti la gente non capiva più niente. Chi gridava di più rischiava di avere la meglio.
Scritto da Luca C. il 16/3/2012 alle 20:10
Poche balle, il portabandiera del pensiero unico pro finanza in Italia è Monti. Una specie di dracula per i ceti bassi.
Scritto da Gerardo il 16/3/2012 alle 20:24
È stato l’altro giorno che ho visto rotolare delle persone per strada e ho chiesto loro cosa stessero facendo. “stiamo vivendo” è stata la loro risposta. Ma la strada è fangosa, siete tutti sporchi! “Ci adeguiamo: la vita “est une tartine de merde”, lo ha scritto anche tolstoi”, hanno esclamato. Ma tolstoi era anarcocristiano, per lui la vita era un’altra, ne aspettava un’altra. Voi cosa aspettate? “Il TFR”, hanno replicato quei rotolatori. Io invece aspetto la 94. ma non arriva mai. allora percorro sempre a piedi quel tratto e vengo regolarmente scippato. L’altro giorno, per fregarli, sono transitato praticamente nudo. Effettivamente non mi hanno scippato ma una volante mi ha caricato con lo stesso disgusto che avrebbe provato nel caricare un cinghiale. Sette ore in camera di sicurezza. Non è vita. Forse quei rotolatori non hanno torto ma io a tolstoi ho sempre preferito Goncharov, almeno quando leggo sto sdraiato senza rimorsi.
Scritto da Claudio Ennam il 16/3/2012 alle 20:47
Passare al "social" significa stabilizzare i precari, non castigare le pensioni basse, favoririe gli imprenditori che non speculano, tenere le briglie al collo dei banchieri, mettere seriamente un tetto agli stipendi dei super manager pubblici, fare in modo che i bonus per i manager privati non siano un'offesa a chi lavora e produce. Non so se ci si sta seriamente pensando, Me lo auguro.
Scritto da Roseto senza rose il 16/3/2012 alle 21:25
Caudio Ennam dice di essere brutto, grasso, schifoso, dice di avere una moglie jena che non lo sopporta più, dica quello che vuole ma il cervello è fino. Oggi ha pennellato un ritrattino sociale in modo delizioso.
Scritto da Roseto senza rose il 16/3/2012 alle 22:46
Gentile Adamoli, al pensiero economico di alcuni adepti consapevoli o meno del pensiero di Giavazzi e della scuola di Chicago, che leggo sul suo blog, e che ritengono il welfare state immondizia, mi trovo a dover rammentare che proprio con questo welfare state l'Italia è diventata la terza economia europea. L'attualità dei problemi, come purtroppo sembra dimostrare anche il caso Lusi, come gli altri che lei ha trattato, è la corruzione diffusa in politica e nel mondo imprenditoriale, lo spreco del denaro pubblico in opere esemplificative di una grandeur quanto meno discutibile (qualcuno ha di recente letto della "metropolitana di Matera" in fieri, tanto per fare un esempio?), il potere delle lobby, come ad esempio le varie "cricche" di palazzinari specializzate nella lievitazione dei costi o le varie organizzazioni che si autodefiniscono cattoliche, ma in effetti demoniache nella loro smania di accumulare potere e denaro, e l'insipienza delle classi dirigenti. La risposta politica, mi pare, si è configurata nell'attacco a gran parte della classe media (tramite imposte ingiuste e dirette quale ad esempio l'onere dell'imu, o indirette, come ad esempio le accise sulla benzina), la quale, privata drasticamente del potere d'acquisto, non può che limitare i propri consumi, o addirittura fallire (pensate alla condizione disperata delle aziende agricole, o al fenomeno sociale dell' esplosione dei suicidi tra i piccoli imprenditori) portando così per gradi il paese ad una diminuzione della domanda di beni e, di fatto, al ristagno economico ed all' incremento della recessione. Quando una seria classe politica, rifiutandosi di utilizzare leitmotiv e frasi fatte, smetterà di credere a vetuste ricette economiche di stampo neo-liberista (che nulla hanno a che fare con l'idea liberal-democratica, si badi bene) già smentite dalla Storia, ed inizierà a cimentarsi con queste questioni in maniera costruttiva?
Scritto da Carlo il 17/3/2012 alle 03:40
Stupefacente l'ultimo commento di @Claudio Ennam. Egli descrive con acume e spirito caustico la condizione sociale ben poco dignitosa in cui versano i lavoratori, le vessazioni che subiscono i commercianti, lo stato di polizia (questa è un po' una forzatura, secondo me). E per finire, il bellissimo riferimento a Oblomov, il personaggio di Goncarov che rifiuta la vita e passa tutto il tempo fra letto e divano. Tutto questo fa di Claudio Ennam un autentico autore in questo bellissimo blog.
Scritto da Giovanni Galli il 17/3/2012 alle 08:32
@Roseto senza rose (22.46) e @Giovanni Galli (8.32) - Avete ragione. L’ultimo commento di @Claudio Ennam merita una citazione particolare. Se questo blog è molto letto, come dicono tutte le rilevazioni, una parte notevole del merito è dei lettori che commentano. Non voglio fare nomi, sarebbe antipatico e ingiusto, ma è proprio così. Per questa ragione vi ringrazio tutti e vi prego di farmi avere i vostri suggerimenti (anche privatamente), convinto come sono che i margini di miglioramento del blog sono enormi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/3/2012 alle 09:21
@Carlo (3.40) - Questa volta non entro nella discussione sul “modello”, mi limito ad osservare che si è introdotta l’Imu per tutte le prime case quando una patrimoniale ben configurata avrebbe ottenuto un risultato economico analogo (affermano molti esperti) ma un’equità infinitamente maggiore. Era nettamente preferibile l’Ici selettiva di Prodi che è stata poi cancellata da Berlusconi. Sulle imposte indirette, spero davvero che in autunno non si applichi l’aliquota Iva del 23%. Per uscire dalla crisi è necessario alzare la domanda interna.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/3/2012 alle 09:25
Di politica capisco poco, preferisco parlare di sport, infatti mi ha attirato sul blog il post sul derby d'Europa. Quello che dice @Carlo mi sembra sensato e anche la risposta di @Adamoli.
Scritto da Walter il 17/3/2012 alle 09:59
Il saggio Brucaliffo è convinto che il signor @Giovanni Galli sia un amico di lunga data (almeno dal 1958) del signor @Claudio Ennam. Solo un amico intimo può essere così ermeneuta del pensiero di un altro. Scommetto, caro Rev, che se sottoponessimo il medesimo commento a Giancarlo Galli (quello che conosce anche lei) non proverebbe lo stesso piacere fisico provato da @Giovanni Galli. La Duchessa sostiene che il signor @Giovanni Galli sia anche un po’ …. rumoroso …. tanta è l’eccitazione che ha mostrato. E io, caro Rev, sconsolata da tanta incoerenza e dal fatto che su questo blog, a commentare, siamo rimasti in pochi, molto pochi, attendo che la Regina Rossa tagli la testa a @Roseto con le spine (che è riuscito ad ingannare anche la mia amica @Mafalda, la quale lo leggeva con interesse) ed attendo anche che il blog si popoli di persone concrete, anche dai Giancarlo Galli, perché no?
Scritto da Alice in wonderland il 17/3/2012 alle 11:02
Spero anch'io che l'IVA non passi al 23%. Si ammazzerebbe il commercio e anche la capacità di spesa di moltissimi lavoratori e pensionati.
Scritto da Giancarlo il 17/3/2012 alle 11:13
Il controllo della speculazione economica e finanziaria era già stato posto in America negli anni Trenta (quando in Europa c’erano ancora il Nazifascismo e il Comunismo). Disse il presidente Roosevelt: “E’ necessario lottare contro … i monopoli industriali e finanziari, la speculazione, l’attività bancaria sconsiderata, l’antagonismo di classe, il settarismo, l’affarismo … (I ricchi) considerano il governo degli Stati Uniti come un appendice dei loro affari (ma) il governo esercitato dalla finanza è altrettanto pericoloso del governo esercitato dalla plebaglia organizzata”. Il programma di Roosevelt fu parzialmente realizzato e contribuì a rendere l’America più giusta ed eguale; fu però rovesciato, negli anni Settanta, dalla rivoluzione neo-liberista di Reagan e Bush. Infatti l’attuazione della giustizia sociale presuppone due condizioni: le idee e una coalizione politica efficace. Nessun politico è oggi in grado di persuadere i cittadini a vincere la paura dell’ignoto e questa è la ragione per cui è prevalsa la dottrina secondo cui “il governo migliore è quello più indifferente”. Anche in Italia il centro-sinistra non ha capito nulla della pericolosità di un governo retto dal potere finanziaria e pensa che il “conflitto di interessi” riguardi solo Berlusconi. I militanti dei partiti “bevono” tutto anche le panzane più improbabili e nella gente prevale il conformismo; il “senso comune” ha la meglio sul “buon senso”. Il Partito Democratico non capisce che si tratta di una colossale violazione della legalità, che sarebbe proibita in qualsiasi altra democrazia, per cui una qualsiasi azienda legata al potere (a cominciare dalla RAI) ha la possibilità di ribaltare a proprio favore le leggi dello Stato trasformando la libera concorrenza economica in un capitalismo predativo. Nessun esponente D.P. e nessun iscritto si sono mai sognati di porre il problema in questi termini perché non si informano, non si documentano, votano soltanto in base alla “simpatia” e al piccolo tornaconto personale. Come Partito riformista quello Democratico ha una credibilità zero e gli italiani che lo sostengono acriticamente senza fare nulla per cambiare linea meritano ampiamente la loro condizione di cittadini dimezzati. Le loro proteste da “bar Sport” lasciano il tempo che trovano ma senza la loro ignavia i casi Lusi, Boni, Penati e tantissimi altri non ci sarebbero stati. Questi tizi non vengono da Marte; qualcuno li ha scelti e li ha spinti in alto.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 17/3/2012 alle 11:53
@Alice in wonderland nel 1958 avevo 12 anni. Non vorrei offendere @Claudio Ennam ma credo che lui sia molto piu' vecchio di me. Non si offenda neanche lei, @Alice, ma cerchi di essere meno invidiosa del successo altrui. Questo e' solo un blog, non tutta la vita.
Scritto da Giovanni Galli il 17/3/2012 alle 12:20
Cara @Alice (11.02), la grandissima parte dei commentatori di questo blog è formata da persone “concrete” come è concreto @Roseto senza rose. Visto che nel tuo Meraviglioso Paese i mezzi non ti mancano certamente, perché non fai qualche indagine sulle visite reali del blog? I numeri sono numeri e non possono ingannare. Mi permetto un’avvertenza: guarda i numeri nudi e crudi, lascia via le statistiche che prendono in considerazione anche l’intensità delle relazioni con gli altri blog e social network che non curo affatto, essendo questo un semplice forum sociale e politico. Ti accorgerai che il numero dei commenti è più che congruo. Poiché sei molto intelligente e perspicace, dammi anche qualche consiglio per rendere il blog più attraente (finché resisto). Grazie mille in ogni caso.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/3/2012 alle 15:18
Signor @Giovanni Galli, non si emozioni, mi ha già detto le stesse cose il nick @Rin Tin Tin. Invidia? Invidia per cosa? Lei parla come se al signor @Claudio Ennam fossero giunti apprezzamenti da: Chiericati, Lele, Fiori, Vaghi, Zorro, Bianchi, Mattia, Caielli, Molinari, Leonardo C., Eberli, Francesco G., Francesco P., Mafalda, Laura S., Ulderico Monti, Nicola Lombardo, Giovanni Cogliati, Giovanni De Rosa, Lodovido Aspesi, Luca C., Simone Franceschetto, i Civati, Federico Antognazza. Mi scuso se sto omettendo altre persone fisiche che contribuiscono al dibattito ma sto contando sulla mia memoria.
Scritto da Alice in wonderland il 17/3/2012 alle 15:41
@Camillo Massimo Fiori, io la stimo molto e glielo ho già detto ma scrivere che "Nessun esponente D.P. e nessun iscritto si sono mai sognati di porre il problema in questi termini perché non si informano, non si documentano, votano soltanto in base alla simpatia e al piccolo tornaconto personale", mi sembra troppo esagerato. Io non sono iscritta al Pd. Molti che scrivono su questo blog sono informati e sensibili.
Scritto da Cittadina cattolica il 17/3/2012 alle 16:20
Caro Rev, se questo blog venisse studiato da un esperto, questi si accorgerebbe che gli incespicamenti (non sempre da considerarsi fisiologici) sono causati unicamente da due persone, molto diverse fra loro. Tutto qui. Sappiamo chi sono. “Tanto rumore per nulla”, sembrano un esercito e alla fine sono solo due. Premetto che non mi piace trattare questi argomenti perché sento che a lei, giustamente, provocano dolore (50%) e fastidio (50%). E lei, nonostante l’algidume, mi è troppo simpatico. Veniamo al dunque. Non mi metto di certo a fare il censimento delle persone che scrivono sul suo blog (non parlo di coloro che lo leggono). Non rientra proprio nei miei intenti. Io sono abituata a parlare con i grifoni, con le farfalle biscotto, con i bruchi e con i palmipedoni. Pertanto, figuriamoci, posso benissimo parlare con chiunque si presenti sul blog, non faccio la snob, anche con la new entry @Giovanni Galli che spunta all’improvviso e che passa la mattinata on line per postare commenti di parte. Io non mi formalizzo. Semplicemente, sono più oculata … Cioè, se fino a poco tempo avrei potuto chiederle, in buona fede e previo consenso delle interessate, la mail privata di @cittadina cattolica o di @loredana baroffio o di @marinella (che, casualmente, molto casualmente, scrive cose interessanti) ora non lo farei più. Tutto qui. Nel suo commento, lei sorvola su @giovanni galli e garantisce, invece, su @roseto con le spine. Non c’è bisogno. Per me, i due al pari sono. Piuttosto, questo @giovanni galli mi dà dell’invidiosa. Come se mi conoscesse … Se si fosse chiamato Giancarlo Galli, allora sì che potrebbe conoscermi, ma un giovanni galli qualsiasi … Reverendo Adamoli, in questi giorni ho respinto al mittente gli apprezzamenti di @Lucia S., Emanuela, Giovanni Costa, Giuseppe Servillo, il pirata, ecc. perché ho sentito puzza di bruciato. Se fossi in cerca di consenso sul blog, me li sarei tenuti, anche se farlocchi. Io non me ne faccio niente. Inquinano il blog e gli animi. Nel mio piccolo, per SIMPATIA ed AFFEZIONE nei suoi confronti, caro Rev, cerco di contrastare l’inquinamento. Il Protocollo di Kyoto l’abbiamo scritto qui nel Paese delle Meraviglie. Il Brucaliffo è certo che lei, caro Rev, sarebbe più contento di avere 3 commenti reali di avversari politici (anche interni al Pd) piuttosto che 30 commenti dei soliti due che si autoriproducono, uno per ansia, l’altro per narcisismo. E’ questo il problema, Rev, è questo. Concludendo, più che di invidia, sono ghiotta di indivia, che il mio Coniglio Bianco, tutti i giorni, coglie fresca fresca per me. Tutto il resto è vita.
Scritto da Alice in wonderland il 17/3/2012 alle 16:53
Caro signor @Claudio Ennam, sono contenta che questo blog sia per lei fonte di soddisfazione e consenso. Compensa sul blog le probabili lacune di una vita reale, nella quale temo siano pochi coloro che la ascoltano (a parte le intercettazioni), i clienti diminuiscono, vive segregato tra retrobottega e negozio (sa che in molti, in tempi di crisi, vanno a vivere nei negozi? spero di andare a vivere in un negozio di fiori, vado matta per le eriche) e questo blog sta diventando, per lei, una linfa vitale. D’altronde, ad una certa età, i rapporti familiari e sentimentali si sfilacciano e diventano monotoni o, addirittura, interessati (pensione, reversibilità, quanto mi costi, quanto ti costo). Noi qui nel Paese delle Meraviglie l’abbiamo sempre letta con piacere ma ora la vediamo aggirarsi appesantito dalla customer satisfaction che porta a tracolla. Ci sembra abbia perso in autenticità. Forse ha bisogno di riposo. La primavera è malandrina. Noi, per venirle incontro, abbiamo deciso di lasciarla tranquilla per un po’.
Scritto da Alice in wonderland il 17/3/2012 alle 17:07
@ Cittadina cattolica - Per ben due volte i governi dell'Ulivo hanno avuto la possibilità di regolamentare il "conflitto d'interessi"; perchè non l'hanno fatto? Io non sono alla ricerca di responsabilità che sono sempre personali ma c'è una condizione obiettiva di indolenza, di lassismo, di rassegnmazione, di conformismo che impedisce (come la forza misteriosa di Bunuel) di agire. Possibile che ci sono voluti vent'anni e l'avvento di un tecnico per porre (non risolvere) il problema?
Scritto da cmf. il 17/3/2012 alle 17:27
caro Adamoli, in questo post mi ci ritrovo in pieno : la forza di quell'ideologia è stata tale che ci ha obbligato a usare le sue categorie di pensiero...non hai parlato molto diversamente da Damiano, che ho sentito qualche sera fa. preghiamo entrambi per un accordo unitario -anche se le tue preghiere avranno certo più peso delle mie !- da quello dipende la prospettiva politica che ci unisce, e che spero continui (al di là dei miei eccessi dialettici )
Scritto da marco il 17/3/2012 alle 20:06
Ma cos’è questa storia che io sarei intelligente, signor Galli? Chi ha visto “Oltre il giardino” con Peter Sellers sa di cosa io stia parlando. Un deficiente addetto alle piantagioni di casa di un ricco signore assurge a consigliere del presidente degli Stati Uniti (o qualcosa del genere). Piuttosto, a un certo punto lo dovevo fare, e l’ho fatto. Va bene avere un aspetto disgustoso; va bene svegliarsi la notte e vedere tua moglie che, luce a fanale, ti guarda come se avesse vicino un’enorme, rivoltante tarantola e non il proprio marito; va bene l’impotenza “calma piatta, nessun sussulto”; va bene che grazie a monti l’impalatore ora i clienti del negozio ti chiedono lo scontrino solo per averti dato il buongiorno. Va bene tutto. Ma non potevo più sopportare il gruppo di rumeni morosi nel mio bagno. Lo confesso: questa notte con un machete, che sfoderandolo fa risuonare i canti caraibici dei tagliatori di canna da zucchero, ho ridotto i transilvani in porzioni da freezer. Adesso devo smaltirli. Sono carnivoro, non è un problema. Dovrò farlo però al mattino presto, non visto. Al mattino, i rumeni. Il mattino ha loro in bocca.
Scritto da Claudio Ennam il 17/3/2012 alle 20:12
@Alice in wonderland, eccomi qui in carne ed ossa senza aver mai usato un altro nickname su questo blog. Sono di Milano, non m'importa niente dei problemi di Varese. Mi sono lasciato andare ad un apprezzamento su @Claudio Ennam perché meritava. L'ultimo suo commento è ancora molto gustoso. Anche i tuoi commenti sono confezionati benissimo, qualcuno troppo animoso e permaloso, ma sempre all'altezza. Se pensi che queste parole siano false sbagli.
Scritto da Roseto senza rose il 17/3/2012 alle 21:08
@Alice in wonderland non capisco questo suo atteggiamento. Ho detto soltanto la mia su un commento e su un commentatore simpatico e intelligente (scusi, @Claudio Ennam se insisto...). Credo che lei, @Alice, muoia dalla voglia di stare sotto alla tavola di Ennam nell'attesa che lui lasci cadere un torso di mela, ma non vuole ammetterlo. Sia più modesta. Lei è già modesta...
Scritto da Giovanni Galli il 18/3/2012 alle 08:12
Cara @Alice (16.53), grazie per la simpatia e l’affezione che sono “dati” oggettivi e consolidati. Per ricambiare come posso questi sentimenti, voglio assicurarti che alcuni nomi che fai (non certamente tutti) rispondono a persone reali che conosco. Magari commentano saltuariamente ma, stando a quello che mi dicono, leggono sempre il blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 18/3/2012 alle 09:59
Caro Reverendo Adamoli, torno ancora sull’argomento anche se mi sta risultando un po’ noioso, soprattutto perché non corrispondente alle mie aspettative di dialogo confidate in questo blog. E la noiosità ne fa diminuire l’interesse. (Stasera lascio a casa il Coniglio Bianco, il Brucaliffo, la Regina Rossa e pure quella Bianca, perché loro non ne vogliono sapere di commentare le stupidità). Dunque. Nonostante ci sia qualche commentatore che gioca sporco, insisto caparbiamente nello spendere i miei prossimi 5 minuti per fare, come è mio solito, un ragionamento onesto. Il signor Galliennam è intervenuto con ben 5 commenti su 40, di cui 2 commenti di costume e 3 di autopromozione (senza tenere conto di altri nick, come ha fatto anche nei giorni scorsi con quello più ricorrente, @Ferdinand, del quale lei già sa). E’ come se il “nostro” volesse effettuare un “occupy adamoli’s blog”. Sfuggono i motivi … e la noia o il “male di vivere” non sembrano sufficienti per giustificare. Era a questo particolare comportamento cui mi riferivo quando le scrivevo, provocatoriamente, che siamo rimasti in pochi … @Roseto con le spine, in carne e ossa, scrive che io posto commenti ben confezionati, ma io non vengo sul blog per sentirmi dire questo ma per aprire interlocuzioni sui temi. Poco importa se il commento sia scritto in Dolce Stil Novo o in stile Futurista, ciò che conta è la riflessione che si mette sul piatto. Ciò che conta è aprire un confronto, meglio se costruttivo, magari anche aspro, sui temi. E qui sta il problema: la maggior parte dei commentatori viene sul blog per parlare solo ed esclusivamente con lei e ho notato che alcuni prediligono i post nei quali si sviscera (anche nel senso letterale del termine) il Pd. Io, invece, sono d’accordo con @Angelo Eberli, il quale ha scritto, nei giorni scorsi, di essere stanco, oltre che essere colto da frustrazione, non appena sente parlare dei politici del nostro tempo. Diciamo pure, caro Rev, che sarebbe stato più intelligente che il signor Galliennam avesse postato commenti del tenore: “avete letto il mio commento? cosa ne pensate? perchè in questo blog si dialoga poco? come attenuare questa autoreferenzialità?” Così avrebbe evitato un così stupido spargimento di narcisismo e contribuito alla causa. Tutto qui. (Ritorno ai miei beniamini del Paese delle Meraviglie e la saluto con simpatia).
Scritto da Alice in wonderland il 18/3/2012 alle 21:32
Mi capita di leggere spesso i contributi del prof. Bruni. Tra l'altro, ce li invia anche il vicario della mia Parrocchia con la sua mailing list. Condivido l'approccio del prof. Bruni sull'economia di comunione. Mi interessa che si superari l'approccio consumistico, creando le condizioni per una crescita del benessere e della qualità del vivere nel mondo. La finanza incontrollata è velenosa. Per raddrizzare la nave va bene il Governo tecnico. Per navigare serve la "Politica Classica".
Scritto da FrancescoG. il 19/3/2012 alle 09:45
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