Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 25/7/2012 alle 22:16


Ho sempre sostenuto, anche sul blog, il riconoscimento delle unioni civili. Nell’esprimere il favore per i registri comunali (Milano compreso) auspicavo una legge dello Stato, la sola che possa incidere sul diritto di famiglia.
I paletti, nel mio modo di vedere, sono il no al matrimonio gay e all’adozione dei figli.
Il Pd sembra aver risolto le tensioni interne su questo delicatissimo problema con la proposta del modello tedesco. In estrema sintesi: no al matrimonio ma disposizioni simili per i conviventi che dichiarano di voler vivere insieme per tutta la vita.
A questo punto potrebbero scegliere un cognome comune ma non adottare figli.
Bisognerà vedere le norme scritte ma condivido questa impostazione.
E’ giusto che un partito di governo definisca una sua posizione precisa. Con l’avvertenza però che sia una linea “prevalente” e non da imporre con la disciplina a tutti i costi.
In un partito plurale (dovremmo esserlo sul serio) la libertà di coscienza in questo campo è un dato di fondo irrinunciabile. Questo vale per il Parlamento e anche per il consiglio comunale di Milano dove è in corso una discussone lacerante.
Per quanto ne so in questo momento, voterei a favore della delibera comunale, ma non capisco il sindaco Giuliano Pisapia quando dichiara che il dissenso non sarà tollerato.
Ma che linguaggio è questo? Se vuole continuare ad essere un buon sindaco non pretenda di diventare un’autorità morale intollerante con i suoi colleghi: una brutta strada.

Commenti dei lettori: 62 commenti -
I numeri sono talmente bassi che forse non possono rientrare in alcuna statistica ma non si hanno notizie di violenze, psicologiche o fisiche, subite da bambini adottati da coppie omosessuali. Sarei prudente nell'erigere paletti e nel pormi come autorità morale. @Giuseppe Adamoli è un cattolico ormai spento, da quello che leggo; purtroppo talvolta si accende. Come in questo caso.
Scritto da Max Liberti il 25/7/2012 alle 22:55
Condivido le parole sulla libertà di coscienza e considero inutitli e anche dannosi i registri comunali delle unioni civili.
Scritto da Rodolfo D. il 25/7/2012 alle 22:58
D'accordo sul no al matrimoinio e all'adozione dei figli. Sono contrario alle iniziative come quella di Milano. Non servono, fanno confusione, non sono educative. La libertà di coscienza è il minimo che si possa pretendere. Pisapia vorrebbe fare il despota non il sindaco.
Scritto da Bianchi Giò il 25/7/2012 alle 23:08
Sinceramente, non capisco la necessità di avere nomi diversi per gli stessi diritti, sono però interessato ai diritti più che ai nomi quindi accetto la posizione del post. Se di nomi si deve discutere, potrebbe essere interessante indicare con "matrimonio" il sacramento (vincolo di fede) e con "unione civile" il contratto (indipendentemente dal sesso dei coniugi). Mi piacerebbe anche separare esplicitamente i due momenti (religioso e civile) senza "imporre" validità civile a un rito religioso.
Scritto da Giacomo il 26/7/2012 alle 08:00
In Germania il matrimonio omosessuale è previsto, tanto è vero che Paola Concia (deputato PD) è andata lì a sposarsi (http://archiviostorico.corriere.it/2011/agosto/06/Paola_Concia_nozze_gay_Germania_co_8_110806030.shtml). Concedere disposizioni simili per i conviventi ma non permettergli il matrimonio mi sembra una mezza ipocrisia: fatto 30, tanto vale fare 31.
Scritto da Adriano il 26/7/2012 alle 08:09
Sull'adozione, invece, non sono d'accordo con la tua posizione. Per quanto mi riguarda, non vedo obiezioni alla possibilità di adozione da parte di single o coppie omosessuali: come succede per le coppie eterosessuali, penso sia opportuno che qualcuno valuti la situazione specifica per capire se il bambino possa vivere meglio nella struttura di accoglienza o nella "famiglia" [sempre che si possa usare questo nome :-) ] disposta ad accoglierlo.
Scritto da Giacomo il 26/7/2012 alle 08:17
Una brutta strada non è solo quella di non riconoscere la libertà di dissenso su queste cose molto particolari ma anche quella di ammettere che i registri comunale possano surrogare la legge dello Stato. Questa volta non condivido le tue posizioni.
Scritto da Raffaele il 26/7/2012 alle 08:20
Lettura indigesta prima di mettermi a lavorare. Non pensavo che dei cattolici potessero sostenere queste tesi. La famiglia, comunque denominata, è una sola. Quella fondata sul matrimonio fra due persone di genere diverso come afferma la Costituzione.
Scritto da Dissenziente il 26/7/2012 alle 08:32
Sono completamente d'accordo sulla regolamentazione delle unioni civili anche fra persone dello stesso sesso, prendendo il meglio dalle legislazioni tedesche, francesi e inglesi. Però andrebbe fatta a livello di legge nazionale e non di singoli comuni. Non sono vincolato da fedi religiose, ma per il momento anch'io eviterei di proporre il matrimonio gay e l'adozione : francamente mi sembrano passi troppo arditi per un paese come l'Italia ( sarebbe più giusto chiamarla "Vaticalia", in effetti).
Scritto da Antonio il 26/7/2012 alle 08:34
Sono favorevole alle unioni civili nel caso in cui esse riguardino coppie omosessuali, sono invece contrario quando riguardano coppie di sesso diverso: in questo caso, infatti, il Codice Civile prevede già un corpus unitario di diritti e doveri, che va sotto il nome di matrimonio. Perché due persone di sesso diverso non possono accedere a questo “contratto” ? Mistero. Come al ristorante, siamo al diritto civile à la carte.
Scritto da Mattia il 26/7/2012 alle 08:34
@Adriano, sarei anch'io del tuo parere ma tieni conto che voler tutto significa non ottenere niente. Ha ragione Bersani quando dice che bisogna stare attenti, perchè in Italia non si è neanche riusciti ad approvare una legge contro l'omofobia.
Scritto da Iscritto Varese il 26/7/2012 alle 09:20
Sono per la liberta individuale quando non lede i diritti (non il modo di pensare) altrui e quando non contrasta con il codice penale. Anche il dissenso nelle sue forme civili, comunque, fa parte della libertà individuale. Il resto sono tutte chiacchiere salottiere di un popolo abituato a nascondersi dietro il perbenismo.
Scritto da Sic Est il 26/7/2012 alle 09:30
Completo il mio precedente intervento dicendo che, a parziale scusante di Milano e di altre amministrazioni comunali, il voler istituire questi registri delle unioni civili può essere inteso come una forma di pressione sul Parlamento affinché finalmente legiferi in materia.
Scritto da Antonio il 26/7/2012 alle 09:34
Basta il titolo del post “Unioni civili e coscienza”. Perché la nostra coscienza trova sempre ostacoli o pretesti? Di cosa ha paura la nostra coscienza nel contemplare il matrimonio fra persone dello stesso genere? Abbiamo una coscienza pigra, arriva sino ad un registro delle unioni civili e poi si arresta. Io sono contraria alle convivenze, anche a quelle etero. Chiunque si metta seriamente in coppia con un'altra persona – etero oppure omo che sia - dovrebbe fare il passo della formalizzazione ufficiale, “nel bene e nel male, nella buona e cattiva sorte, finchè morte non ci separi, ecc. ecc.”. Il Registro si apre a troppe ambiguità, sotterfugi e, magari, anche a privilegi non spettanti. La coppia sbandata – etero oppure omo che sia – che si conosce questa sera al pub potrebbe decidere domani di andare a vivere insieme non per amore ma per convenienza (alloggio comunale, contributi assistenziali, permessi lavorativi, ecc.). Si facciano, invece, percorsi autentici. Lasciamo che la nostra coscienza sia pervasa dai famosi sette doni dello Spirito Santo: Consiglio, Sapienza, Fortezza, Intelletto, Scienza, Pietà e Timor di Dio. E non si pensi sia il Timor di Dio il nostro ostacolo alle nozze omosessuali. Il vero limite, il vero impedimento è la nostra traballante coscienza. Come guidare su una strada sterrata, piena di buche.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 26/7/2012 alle 09:47
@Iscritto Varese: apunto, e se andiamo avanti con tutti questi timori non riusciremo ad applicarla mai la legge contro l'omofobia. @Dissenziente: per favore, mi indichi l'articolo della Costituzione dove si parla di famiglia formata da persone di genere diverso? Io dico che non esiste.
Scritto da Adriano il 26/7/2012 alle 11:42
@Adriano, l'onorevole Concia ha usufruito della convivenza registrata tra due persone del medesimo sesso ( Eingetragene Lebenspartnerschaft) che non è equiparata al matrimonio pur concedendo una serie di diritti simili; in Europa solo la Spagna ,la Svezia e la Norvegia prevedono il matrimonio tra omosessuali. Gli altri stati hanno leggi di convivenza .Non sarebbe più opportuno incominciare da qui?P.S. in Germania gli omosessuali possono adottare solo i figli del partner.
Scritto da La timida il 26/7/2012 alle 12:14
Sono anch'io cattolico ma non mi piace certa intransigenza dei cattolici che fanno politica. La Chiesa insegna la sua dottrina e fa bene, cosa dovrebbe fare, accodarsi a Vendola? Però non condivido le minacce di Pisapia e penso che il post sia ben fatto e corretto. Non sono favorevole a matrimonio e adozione delle coppie omosessuali, sia maschili che femminili.
Scritto da E. Losa il 26/7/2012 alle 13:12
In democrazia il riconoscimento dei diritti, anche se ad una minoranza di cittadini, non può essere considerato una benevola concessione di qualche “sovrano”. Non comprendo quindi i limiti che si vorrebbero imporre alle coppie non ‘etero’. Tra l’altro, l’art. 29 della Costituzione, se vogliamo proprio essere pignoli, non cita mai le parole “di sesso diverso” e gli art. 2 e 3 riconoscono diritti senza alcuna preclusione. Molte argomentazioni contrarie sono basate su pregiudizi, così come un tempo alcuni (anche per motivi religiosi) sentenziavano che fossero “contro natura” i matrimoni interrazziali. Anche la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 138 del 2010 ha riconosciuto la rilevanza costituzionale delle unioni omosessuali. Che dire sulla negazione del diritto all’adozione? Le cronache sono piene di articoli concernenti abusi su minori da parte di “famiglie tradizionali”: padri che abusano delle figlie anche di tenera età e talvolta col silenzio omertoso della madre; per non parlare degli abusi su minori da parte di coloro che si arrogano il monopolio della “Morale” e che vengono alla luce con un’incredibile frequenza; anche in questo caso, fino a ieri, coperti dalle autorità ecclesiastiche. Il sen. cattolico Ignazio Marino, in un’intervista, ci parla della sua esperienza maturata in America; ha dovuto ricredersi dei suoi pregiudizi imbattendosi in coppie “omo” che crescevano amorevolmente i loro figli che non mostravano alcun disagio; al contrario vivevano serenamente la loro infanzia o adolescenza al pari degli altri. L’unica spiegazione che riesco a darmi per queste resistenze a riconoscere una completezza di diritti (o magari, come sta succedendo a Milano da parte dei cattolici del Pd di elargire ‘obtorto collo’ qualche diritto alle coppie gay a patto che non festeggino) si chiama “omofobia”.
Scritto da Angelo Eberli il 26/7/2012 alle 13:37
D'accordo con le unioni civili anche con registro comunale. Spero che Pisapia cambi linea, altrimenti cosa fa, espelle i quattro consiglieri cattolici che non sono in linea con lui? Li espelle da dove visto che sono del Pd e non del suo partito? Esagerato e sbagliato.
Scritto da Elisabetta C. il 26/7/2012 alle 13:38
Ho poche riflessioni da aggiungere,forse una strada da percorrere... Tanta pazienza,poco clamore, politica dei piccoli passi...e molta,molta modestia. In ogni caso il matrimonio è un'altra cosa.
Scritto da Fabrizio il 26/7/2012 alle 14:22
@La timida: non so, nell'articolo sul matrimonio di Paola Concia che ho segnalato si parla di nozze e ricevimento, il tutto in forma ufficiale. E in ogni caso sui diritti civili non ci devono essere mezze misure: stiamo parlando di persone. Immagina se per i diritti dei neri Lincoln avesse detto: dai, facciamo un po' per volta, almeno gli schiavi non vengano più frustati...
Scritto da Adriano il 26/7/2012 alle 14:27
Caro Giuseppe il tema che hai introdotto è molto particolare e, soprattutto, necessità di ragionamenti approfonditi e scevri da ogni approccio ideologico. Innanzitutto voglio premettere che io ritengo che occorre un intervento legislativo che porti una maggiore tutela alle coppie di fatto, le convivenze tra uomo e donna per intenderci e, occorre, una legislazione completamente nuova per regolamentare le convivenze omosessuali. Se per le coppie di fatto esistono già degli interventi a tutela del convivente “more uxorio” e dei figli e quindi non si parte da zero, nulla invece c’è per quanto riguarda la convivenza omosessuale. Dunque credo ad una soluzione pubblica del problema. Sulle convivenze io credo che occorra sottolineare due problemi. Il primo: in Italia esiste il matrimonio civile e quello concordatario, quindi chi decide di non sposarsi lo fa per una precisa scelta. Dunque intervenire pone il problema se non si limita forse una scelta di libertà. Secondo problema: un intervento legislativo può esimersi dal mettere sullo stesso piano, in questa materia, diritti con doveri? Mi spiego è possibile e doveroso riconoscere una tutela alle coppie di fatto circa alcuni diritti, ma è possibile scollegare questi dall’assunzione dei doveri e non è forse anche opportuno tenere in conto del periodo, della temporalità dello stare assieme prima di avere dei “diritti”? In altre parole, per fare solo degli esempi, se si vuole il diritto all’eredità ( cosa che ad oggi non è garantita dalla legge successoria per il convivente ) o alla pensione di reversibilità non si dovrebbe anche assumersi il dovere all’assistenza e alla solidarietà? Dunque credo che su questo occorra riflettere per poter arrivare ad una scelta ponderata ed equilibrata. Per quanto riguarda le coppie omosessuali la cosa è più problematica. Lo è perché la loro non è una libera scelta ( quella di convivere ) ma la sola unica soluzione possibile. La Corte Costituzionale con sentenza n. 138 del 2010 ha sancito che il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali è possibile e non in contrasto con la nostra Costituzione, ma che spetta al Parlamento legiferare in materia e che alla Corte spetterà solo emettere, eventualmente, un giudizio di conformità, sul piano dei diritti e dei doveri, con la Costituzione. Dunque la Suprema Corte ha già dato un via libera al riconoscimento, ma ha anche precisato che spetta al Parlamento muoversi. Per quanto riguarda la scorciatoia del registro delle coppie di fatto che alcuni comuni stanno intraprendendo, io personalmente e qui mi differenzio da te, lo giudico un inutile forzatura ideologica che non porta ad alcun beneficio e non spinge certo il Parlamento a decidere. Infatti per le coppie di fatto già non esistono discriminazioni in quanto per l’accesso ai servizi è sufficiente lo stato di famiglia, per le coppie omosessuali non porta diritti perché questi non possono essere in contrasto con la legislazione, anzi, l’eventuale iscrizione al registro potrebbe aprire a discriminazione. Inoltre, dove sono stati fatti e qui basterebbe fare qualche verifica si scoprirebbe il totale fallimento dell’iniziativa. Pochi se non nessun iscritto. Dunque quale giustificazione dello strumento? Io credo che occorra serietà in queste misure e che non bisogna illudere le persone con proposte che non portano a nulla se non ad una mera propaganda che ottiene i titoli dei giornali, ma non porta benefici verso le persone a cui è indirizzato. Che il Parlamento si muova e su questo credo di condividere, almeno fino ad ora, totalmente la posizione di Bersani, usciamo dalla propaganda e poniamo la soluzione di un problema che, tuttavia, è bene non dimenticare non è il primo problema per gli italiani e per il Paese. Il primo problema è una seria politica per le famiglie.
Scritto da roberto molinari il 26/7/2012 alle 14:39
@Evangelina Ranquileo, ragionamento che condivido e complimenti per la coerenza. La discussione è sui diritti civili di tutti, anche di chi pensa diversamente da noi.
Scritto da Cittadina cattolica il 26/7/2012 alle 15:29
Caro Adamoli, bisogna tenere conto che nel programma di Pisapia era contenuto l'impegno per le unioni civili. Ti chiedo conferma.
Scritto da Giustino F. il 26/7/2012 alle 15:40
Posto che su temi di rilevanza etica la libertà di coscienza va sempre garantita, è indubbio che un partito che aspiri a governare debba ricercare una sintesi, di alto profilo possibilmente, anche su questi temi. La mediazione raggiunta dalla commissione o gruppo di lavoro, guidato dall'onorevole Bindi, che tanto clamore (pur ad opera di una minoranza) ha suscitato in sede di assemblea nazionale P.D., è tale o no? Anche se in gran parte molto astratta o generica, mi pare che si riconoscano chiaramente sia le coppie eterosessuali, che non intendano avvalersi dell'istituto matrimoniale, con relativi diritti, sia le copie dello stesso sesso con i relativi diritti. Mi sembra questo un indubbio passo avanti sia nei confronti della legislazione attuale sia nei confronti dei cosiddetti “Dico”. Rimane il problema dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e dell'adozione di bimbi sempre da parte di persone dello stesso sesso. Rispetto agli amici Adamoli ed Eberli vorrei dire questo: dichiarare, come fa Adamoli, un no secco o, viceversa, dichiarare il proprio assenso, come fa Eberli, mi sembra riduttivo. Personalmente, per la mia formazione ed educazione remota, faccio fatica a ad accettare l'idea di un matrimonio tra individui dello stesso sesso,anche se comprendo il desiderio di due uomini o di due donne, che si amino, di un riconoscimento pubblico del loro legame affettivo. Faccio altresì fatica ad accettare che due persone dello stesso sesso, uomini o donne che siano,possano adottare dei bimbi (sbaglio se penso ai possibili disagi dei bimbi stessi in situazioni fin troppo prevedibili?). Certo è che l'eventuale affetto o amore di due donne o di due uomini, che si amino da par loro e con amore crescano dei bimbi, è preferibile a certe famiglie “regolari”dove regni la discordia, l'odio o l'indifferenza. Credo peraltro che sui due aspetti in questione la società italiana non sia matura per una soluzione che non sia divisiva , traumatica e socialmente lacerante. Non fare dunque nulla ? Niente affatto. Auspico un'ampia discussione, un confronto culturale e morale (prima che politico), senza anatemi e scomuniche da parte di chicchesia ad opera di tutte le agenzie (uso un termine neutro)culturali o religiose che siano. Lo scopo, per me, è chiaro: la maturazione di una coscienza, di una consapevolezza nuova in ciascuno di noi, che spazzi via una buona volta luoghi comuni o discriminazioni. Ultima osservazione a proposito dei registri delle Unioni Civili, di cui si sta discutendo in alcuni comuni: va bene agitare, a livello amministrativo, il tema, ma attenti che il rischio è di ridurre il tutto ad un confronto o scontro ideologico, senza alcuna rilevanza pratica per gli interessati, se non interverrà prima o poi una legge dello stato.
Scritto da mariuccio bianchi il 26/7/2012 alle 15:51
@Adriano, era solo una precisazione. I ricevimenti, i bouquet, i confetti non sono sottoposti alle leggi. L'onorevole Concia, da politico, sarebbe tenuta ad una informazione corretta come i media che hanno riportato la notizia. E' dal 1988 che in Italia si tenta di far passare una legge sulle coppie di fatto( Alma Agata Cappiello), sicuro che parlando di matrimonio fra omosessuali ci si riesca?
Scritto da La timida il 26/7/2012 alle 16:07
Caro @Roberto (14,39), concludi il tuo articolato commento scrivendo giustamente: “Il primo intervento è una seria politica per la famiglia”. Quante volte l’abbiamo affermato e sentito affermare dai leader politici di tutti i partiti? Nel frattempo come ci comportiamo? Prova ad analizzare quello che succede nella “rete”, di solito molto libera e provocatoria. Se togli alcuni siti e blog omosessuali che si muovono comprensibilmente con furore, questo argomento passa sotto silenzio. Qualche fiammata ogni tanto e basta. Per questo io penso che l’iniziativa di Milano (una città guida in molti sensi) resta opportuna, pur sapendo che il risultato sarà esiguo nella sua dimensione concreta. Solo un buon intervento del Parlamento può risultare risolutivo e per questo apprezzo la prudenza di Bersani che si pone il problema della realizzabilità dell’obiettivo e non solo la sua visibilità momentanea.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/7/2012 alle 16:08
@La timida: perché a non parlarne invece sì? A me sembra un'ipocrisia.
Scritto da Adriano il 26/7/2012 alle 16:29
Un consiglio di lettura alla @timida, giurista dei sistemi matrimoniali nell’Euro Zona: Piccolo viaggio nell’anima tedesca di Vannuccini. Noi due viviamo di Zweisamkeit e siamo felici.
Scritto da val e max omosessuali timidi il 26/7/2012 alle 16:44
Ho letto il post di Giuseppe ieri sera. Temi delicati, sia quello del desiderio di persone adulte che vorrebbero vedere riconosciuta la loro unione, sia quello del diritto dei minori a crescere in un ambiente amorevole. Riapro il blog adesso che ho finalmente il tempo di dire la mia e … che bello! trovo già il lavoro fatto. Quindi: sottoscrivo @Angelo Eberli dalla prima all'ultima parola. Così come mi trovo in sintonia con @Evangelina. Ad @Adriano avrei corretto, come ha fatto @La Timida, l'informazione sulle leggi tedesche: Unioni Registrate e non matrimonio. Precisazione non trascurabile, ma trascurata dall'onorevole Concia nella sua battaglia. Non capisco le ragioni di chi, incluso Giuseppe, vuole precludere l'adozione alle coppie omosessuali. Senza che nessuno si offenda dell'azzardato paragone: avete mai visto un bambino turbarsi dopo aver letto la storia dello spensierato e sereno Mowgli? Forse Kipling non lo legge più nessuno, ma c'è il film. Il luogo dove c'è amore, ascolto e accoglienza è famiglia. E penso che questo modo di vedere non sia diffuso solo, e nemmeno molto, nel partito dei progressisti, ma che ci sia una condivisione trasversale e probabilmente oggi maggioritaria.
Scritto da Nicoletta il 26/7/2012 alle 17:56
angelo eberli, sconcertano anche gli annullamenti della sacra rota, più veloci di un annullo postale e più ipocriti di marcinkus. famoso quello della cattolica lefevbriana pivetti, che ha già accumulato un annullamento e una separazione, oltre a diverse diverse mise e capigliature, da suorina presidente della camera a cresta punk quando era conduttrice televisiva coniugata con un anonimo signor brambilla più giovane di lei di un bel pezzo. però è una donna molto intelligente e complicata, ha sofferto tanto, forse non è nemmeno più ultraortodossa. anche la sorella veronica sta soffrendo molto perché non è diventata madre. sfortunate le sorelle! la madre attrice di teatro e il padre regista le hanno portate fin da piccole nel mondo degli artisti, dietro le quinte. hanno una personalità complessa, non vivono serene, chissà quanti xanax! ci vuole xanax anche per la concia che sguaia troppo, ma le idee, se devono essere vincenti, vanno sussurrate. quanto clamore per sposare la sua ricarda in germania. la spocchia delle coppie omosex famose rovina anche le altre coppie, di gente comune che vive con paura e tristezza la propria condizione omosessuale. guai far loro del male anche verbalmente.
Scritto da Billa il 26/7/2012 alle 17:59
Last but not least: @roberto molinari conclude ' un problema che, tuttavia, è bene non dimenticare non è il primo problema per gli italiani e per il Paese. Il primo problema è una seria politica per le famiglie.' . Concordo. Penso e spero che tu ti riferisca agli 8 milioni di persone in condizioni di vita da povertà. O intendevi altro?
Scritto da Nicoletta il 26/7/2012 alle 18:03
Discussione animata e interessante. Blog aperto e maturo. Sono favorevole al registro di Milano. Poco fiduciosa dell'opera del Parlamento. Per il momento mi acconteterei se una legge provvedesse alla regolarizzazione delle unioni omosessuali, riconoscendone i diritti, ma la strada è lunga.
Scritto da Una Pd Brescia il 26/7/2012 alle 18:43
@Nicoletta, se sei d'accordo completamente con @Angelo Eberli come puoi esserlo anche con @Evangelina Ranquileo? E' vero che si sono messi su due piani diversi ma non sono per niente convergenti.
Scritto da Giancarlo il 26/7/2012 alle 19:49
Sul problema degli omosessuali servono alcune puntualizzazioni per passare da enunciazioni generiche ed astratte agli aspetti concreti del problema. Anzitutto andrebbe chiarito, per non aggiungere ipocrisia a malizia, che il problema del riconoscimento delle coppie conviventi riguarda solo gli omosessuali; per gli eterosessuali il problema non si pone perché il nostro Codice Civile possiede adeguati istituti giuridici per i vari casi. In secondo luogo occorre sfatare il luogo comune che il dibattito veda contrapposti laici a cattolici. Non è vero! Vi sono cattolici che parteggiano per il riconoscimento di tali presunti diritti e laici che esprimono una opinione contraria. Il problema, per quanto numericamente marginale, divide tutta l’opinione pubblica e da parte loro i cattolici partecipano al dibattito – come è loro diritto – usando delle argomentazioni di buon senso senza appellarsi alla loro fede che si applica su un piano diverso. C’è da chiedersi: chi sono i “laici” e chi i “dogmatici”? Va anche premesso che gli omosessuali – oggi, in Italia – godono degli stessi diritti degli altri cittadini. Possono esprimere le loro opinioni e fare le loro proposte con piena libertà; la loro libertà di espressione trova appoggio in partiti, associazioni, lobby potentissime, sulla stampa e con eclatanti manifestazioni pubbliche ampiamente diffuse dai “media”. Le loro istanze non sono ignorate ma spesso sono in cima alle priorità dei partiti politici, certamente in misura maggiore di quelle delle famiglie e dei giovani precari che stanno vivendo in una condizione spesso disperata per la crisi economica. Quali sarebbero i “diritti” che mancano loro? Forse il riconoscimento della reversibilità pensionistica che, nella situazione attuale di grave difficoltà economica, non è neppure riconosciuta a parte degli “esodati”. Per le successioni e la possibilità di visitate i conviventi in ospedale bastano, ammesso che ciò costituisca problema, qualche semplice modifica del codice civile. Quello che viene invece rivendicato è l’estensione alle coppie omosessuali del matrimonio, non tanto per i vantaggi che esso assicura (controbilanciati peraltro dai doveri) ma per l’ambizione di ostentare uno “status” che conferisca loro una parvenza di rispettabilità. Ma tale istituzione, in tutte le epoche, in tutte le civiltà, in tutte le culture, nei diritti umani e civili, nella nostra Costituzione, è riservato all’uomo e alla donna e, in quanto finalizzato alla procreazione e alla educazione dei figli, gode (dovrebbe godere) di una legislazione preferenziali da parte dello Stato in quanto permette alla società di sussistere e di rinnovarsi. L’unione tra due persone dello stesso sesso è chiaramente sterile e la loro unione non è in grado di assicurare la continuità della comunità sociale- Da qui anche la difficoltà a riconoscere alle coppie omosessuali il “diritto” di adozione. Rispetto ai due, il bambino è “terzo” e ha diritti inalienabili come quello di crescere nell’affetto di due genitori che svolgono un ruolo complementare e insostituibile nel processo educativo.. Sono stupefatto che di fronte ai gravissimi problemi del Paese: la disoccupazione, il precariato che distrugge una generazione di giovani, le famiglie che faticano a tirare a fine mese, la moneta unica in difficoltà con il rischio di polverizzare i risparmi, di dimezzare gli stipendi e le pensioni, di impoverire l’offerta, scolastica il maggior partito politico italiano, invece di individuare una strategia di rinascita, punti su problemi emotivamente coinvolgenti ma socialmente poco rilevante. Come giudicheranno gli elettori questa discrasia?
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 26/7/2012 alle 19:53
@Nicoletta, sono d’accordo con la tua proposta e la citazione di Mowgli è proprio calzante. Quando scrivi che la famiglia è il luogo dell’amore, dell’ascolto e dell’accoglienza vai però in contrasto con quanto descrive @Angelo Eberli su alcune raccapriccianti esperienze in famiglie eterosessuali che, certamente, non rappresentano la norma però sono presenti anche nella nostra società. E poi - sempre a @Nicoletta - mi piacerebbe sapere cosa ne pensi delle famiglie eterosessuali allargate. A volte sono un vero incubo, fonte di insicurezze, frustrazioni e infelicità per i figli, soprattutto se piccoli. Io sono dell’idea che sia legittimo e giusto (non siamo fatti per vivere soli!) rifarsi una vita in caso di separazione/divorzio però se si è genitori di bambini piccoli forse è opportuno tenere separata la sfera familiare/genitoriale da quella affettiva e sessuale.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 26/7/2012 alle 20:23
Caro Adamoli, il titolo che accosta le unioni civili alla coscienza è ingannevole. Può significare che chi è contro le unioni manca di coscienza, oppure, viceversa, che la coscienza manca in chi è favorevole alle unioni. Sul problema specifico in questa Italia così bacchettona sarei contento di una legge che disciplinasse le unioni sul modello in vigore in Germania.
Scritto da Bortoluzzi il 26/7/2012 alle 21:59
@Camillo Massimo Fiori si chiede chi sono i "laici" e chi sono i "dogmatici" in questa materia controversa. Rispondo che i dogmatici sono quelli che pretendono che due uomini o due donne possano unirsi in matrimonio e adottare dei figli.
Scritto da Fab il 26/7/2012 alle 22:20
Sono riuscita a leggere, per intero, il commento di @Fiori. Forse lui è infastidito dai gay pride, che quasi sempre mostrano drag queen praticamente nude, baci omosessuali e altro di simile. Anche a me danno fastidio, al pari dei family day, al pari dei praticanti non credenti che si inginocchiano o si accostano al Sacramento della Comunione. D’altronde, una delle immagini più gettonate della Prima Repubblica è un Andreotti mattiniero che si reca alla Messa Prima. E poi, “datemi genitori migliori e io vi darà un mondo migliore” (A. Huxley). Genitori migliori … che razza di genitore potrà mai diventare il giovane che oggi organizza raid per picchiare “negri e froci”?
Scritto da Evangelina Ranquileo il 26/7/2012 alle 23:49
Per Nicoletta @18,03. Quando sollecito interventi per le famiglie non mi riferisco solo agli 8 milioni di italiani che sono indicati come chi vive sotto la soglia della povertà, ma anche a tutti coloro che appena al di sopra rischiano di caderci. Mi riferisco alla necessità di politiche che favoriscano i nuclei familiari e la messa al mondo di figli, vero futuro per un Paese. Quindi interventi a favore delle donne per non costringerle a lasciare il lavoro per seguire la famiglia. Mi riferisco a sostegno economico e non il misero assegno familiare che oggi viene dato. Mi riferisco a una politica scolastica che tenga in conto la necessità di sostenere chi non ce la fa. Mi riferisco a leggi per il mondo del lavoro che aiutino la conciliazione famiglia/carriere. Mi riferisco a politiche di welfare utili. Insomma, per seguire anche il ragionamento di Giuseppe nella sua risposta al mio commento, è possibile passare dalla logica declaratoria dei principi e delle rivendicazioni a fare qualcosa di concreto? Io penso che questo sia il tema principale per cui il PD deve battersi. Fare qualcosa di concreto per la gente di questo povero Paese e fare in modo che sia subito percepito nelle tasche della gente.
Scritto da roberto molinari il 27/7/2012 alle 08:25
Caro @Bortoluzzi (21.59), ammetto che il titolo è un poco fuorviante, per la necessità di essere molto breve, Avrei dovuto scrivere “Unioni civili e libertà di coscienza”, come si evince chiaramente dal testo con riferimento al dibattito interno del Pd e soprattutto al voto nel consiglio comunale di Milano. Purtroppo su questo problema specifico c’è poca sensibilità. O forse sono io che ne ho troppa, visto che la disciplina di partito su questi temi mi mette l’orticaria. Non solo quando è rivolta a me (raramente) ma anche quando è indirizzata agli altri.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/7/2012 alle 08:26
Segnalo l'ultimo pensiero ui matrimoni gay di Cameron, premier inglese "conservatore: http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Cameron-chiesa-svegli-nozze-gay/25-07-2012/1-A_002416288.shtml
Scritto da Adriano il 27/7/2012 alle 09:59
Caro Adamoli, il pezzo di @Fiori esprime molto bene il mio pensiero di oggi anche ti confesso che vado un pò a corrente alternata. Infatti vivo vicino a una coppia gay che è formata da persone sensibili che mi piacciono. Però il matrimonio per me è sempre un'altra cosa.
Scritto da Valceresio il 27/7/2012 alle 09:59
IL CONSIGLIO COMUNALE DI MILANO ha approvato nella notte la delibera sulle unioni civili. Si sono espressi a favore anche alcuni consiglieri del centrodestra mentre si sono astenuti quattro consiglieri (cattolici) del Pd. Dichiaro che avrei votato la delibera, ma confermo che la minaccia di estromettere dalla maggioranza i quattro astenuti, se avessero votato contro, la considero un atto di arroganza e di stupidità, due cose che vanno quasi sempre a braccetto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/7/2012 alle 10:51
Condivido in toto il secondo commento di @Roberto Molinari. Bisogna passare dalle parole ai fatti, anche da parte del Pd che quando è stato al governo (si chiamava in modo diverso ma se non è zuppa è pan bagnato) ha fatto troppo poco.
Scritto da Vittorio il 27/7/2012 alle 10:59
E' comune esperienza incontrare persone omosessuali più educate, gentili, riservate e intelligenti delle persone eterosessuali. Considerando che la vita è ormai un'epidemia trasmessa per via sessuale, la sterilità potrebbe essere vista positivamente. L'adozione da parte di coppie omosessuali? Fabrizio Corona e Belen sono eterosessuali. Come vedreste l'adozione di un figlio da parte loro? Il mondo è pieno di fabrizio corona e di belen...
Scritto da Max Liberti il 27/7/2012 alle 12:06
Tutto sommato, l'analisi di @Fiori mi convince. Il dogmatismo non è solo di chi ha una fede religiosa ma anche di altri sedicenti laici.
Scritto da Simona il 27/7/2012 alle 13:07
Ringrazio per il consiglio @ Vale e Max, innamorati e felici nella loro duetudine. Tra unioni civili, proposte di legge, adozioni si adozioni no, sono apparsi i moti dell'animo. Le leggi faticosamente, aridamente, molte volte ingiustamente tentano di codificare la società. Come @ Nicoletta sono convinta che la famiglia esista dove si trovano amore,accoglienza, rispetto.
Scritto da La timida il 27/7/2012 alle 13:53
@Max Liberti. Il confronto con Fabrizio Corona e Belen non è plausibile. E' come se io facessi il confronto con le coppie gay che sfilano nude e volgari. Il punto non è questo. Per me, come per @Fiori, se ho ben capito, la famiglia vera è quella che potenzialmente può procreare. Le altre sono appunto unioni civili.
Scritto da Bianchi Giò il 27/7/2012 alle 15:02
@Bianchi Giò. La famiglia vera, come lei la definisce, è quella che rispetta i figli, li colma di amore e di attenzioni e li educa per il loro bene e per il bene della comunità sociale. Due omosessuali non hanno “patente” per questo? E chi rilascia le patenti? Il Vaticano?
Scritto da Max Liberti il 27/7/2012 alle 15:57
Ha cominciato @Fab e anche stavolta è arrivato piano piano tutto il gruppone che sostiene Fiore …
Scritto da P. A. il 27/7/2012 alle 16:10
@Giancarlo (19:49) Paragone da Olimpiadi: anche partendo e restando in corsie o piani paralleli si arriva alla meta. La convergenza che vedo io è la condivisione di un auspicio: una legge sul diritto di famiglia in cui, come scrive @Evangelina, "chiunque si metta seriamente in coppia con un'altra persona ha la possibilità di avere una registrazione dell'unione, una formalizzazione ufficiale, nel bene e nel male, nella buona e cattiva sorte, finchè morte non ci separi. Un contratto tra privati scaturito dai sentimenti. Non si vende e non si paga nulla, è un baratto di amore reciproco, un conto cointestato in una speciale Banca del tempo della benevolenza. Questa sarà la famiglia. Tale legge già sarebbe possibile oggi dato che la Costituzione non lo vieta, come scitto da @Angelo Eberli. Quanto alla violenza e agli abusi sui conviventi, donne o bambini, quella è materia di codice penale e riguarda gli individui. E mi spingerei fino a proporre un corso per aspiranti conviventi che illustri loro chiaramente e dettagliatamente le conseguenze di sottoscrivere un tale contratto. Nel bene e nel male.
Scritto da Nicoletta il 27/7/2012 alle 16:53
L’ho seguita molto da vicino la vicenda unioni civili che abbiamo chiuso questa notte. Una vera ridicolaggine. Altro che trattativa lacerante. E’ l’intelligenza a essere lacerata. La vera trattativa è quella che si svolgendo a Taranto per l’Ilva, dove in tempo di crisi centinaia di famiglie si trovano di fronte a una scelta in ogni caso senza futuro: disoccupazione e conseguente morte morale e sociale o piombo nelle urine e conseguente morte fisica. Ai politici e ai politicanti la scelta.
Scritto da cane di paglia il 27/7/2012 alle 17:01
@Evangelina Ranquileo 20:23. Famiglie allargate. Malasanità. Antipolitica. Tutte entità inesistenti. Esiste la famiglia, la sanità, la politica. Gli si può affiancare un aggettivo temporaneamente in relazione a una situazione contingente. Le famiglie allargate nascono dalla ricombinazione di altre famiglie. E ho esperienza che se si è separata la prima non è implicito che la doppia debba andare male. Cambiano alcune regole, niente di più. Come nel tennis, tra singolo e doppio misto. Allenamento costante, buona intesa col partner, e non dimentichiamo che ci vuole anche fortuna. @Giuseppe Adamoli (08:26) Sono confusa: "disciplina di partito" in una organizzazione di nome Partito Democratico, per di più su temi di rilevanza etica per i quali la libertà di coscienza va sempre garantita? Il PD è per uno Stato Etico?
Scritto da Nicoletta il 27/7/2012 alle 17:51
Inviterei a leggere, per continuare l'interessante discussione, l'articolo di Francesco D'Agostino, apparso sul quotidiano Avvenire del 27 luglio. Da parte mia, in questo momento, non c'è nè' condivisione, nè contrarietà a quanto afferma il giornalista. Semplicemente mi sembra utile offrire a me stesso ed agli amici del blog uno spunto ulteriore di riflessione non banale. Argomentando in maniera critica e seria le tesi dell'antropologo Luigi Urru, il quale nega che il matrimonio sia uno e uno soltanto in tutte le culture e in tutti i tempi, D'Agostino osserva che in una prospettiva etnografica può essere scorretto affermare perentoriamente che il matrimonio sia uno e uno soltanto "perché la verità dell’uomo non consiste solo nelle relazioni affettive e amicali (che possono essere anche omofile). La storia però e la cultura, occidentale almeno, hanno nel corso dei secoli e dei millenni posto nell'aspetto generazionale o procreativo, precluso sostanzialmente alle coppie omossessuali, un quid caratterizzante del matrimonio. Se oggi, continua l'opinionista, è dilagante la propensione a chiamare “matrimonio” un rapporto omosessuale (per quanto profondo e vero esso possa essere), si dimostra soltanto come, in questa fase della sua storia, l’Occidente minimizzi a torto la vocazione generativa del matrimonio. Non si tratta quindi, concluderei io se ho inteso correttamente il pensiero di D'Agostino, di negare i legittimi diritti ed i legittimi riconoscimenti civili e sociali alle coppie omosessuali, bensì di difendere una distinzione che la nostra storia e la nostra cultura hanno sedimentato nel profondo di tutti o quasi tutti noi.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 27/7/2012 alle 17:51
Non riesco a capire perché un argomento serio sui diritti civili (anche i gay sono dei cittadini) deve sempre andare a finire in una lotta religiosa tra buoni che deambulano col cilicio in mezzo alle gambe e cattivi per i quali le porte del Paradiso sono chiuse a prescindere. Il credente cerchi di essere anche un cittadino rispettoso dei diritti altrui e il non credente faccia altrettanto. Ricordiamoci sempre le dispute sul divorzio (istituto che mi risulta utilizzato anche da quelli che si definiscono credenti) e l’interruzione della gravidanza (che i credenti effettuavano in Svizzera per non farlo sapere a nessuno). Restiamo sempre un paese in cui il perbenismo serve spesso da paravento alle malefatte.
Scritto da Sic Est il 27/7/2012 alle 18:18
caste hanno chiesto di firmare per il referendum anticasta. succede a bergamo. suore domenicane di un convento di clausura della città hanno chiesto la visita di un funzionario comunale che porti loro i moduli per firmare. è quel referendum che ci aveva segnalato il dottor carlo, che è un po’ che non scrive più sul blog e si vede. qualche sbandamento c’è stato. come è felicetta la nicoletta, non esiste la malasanità e nemmeno la antipolitica. beata lei! è proprio felicetta la nicoletta! la pfizer dispera: niente xanax per la nicoletta!
Scritto da Billa il 27/7/2012 alle 20:18
@Nicoletta (17.51) - Se il Pd fosse per uno Stato etico non sarei mai del Pd. Quanto alla disciplina, il tentativo di imporla anche in queste materie eticamente sensibilissime è sempre in agguato. Da qui il mio post.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/7/2012 alle 20:34
@Mariuccio Bianchi (17.51) - Grazie della segnalazione dell’articolo e del riassunto corretto che ne hai fatto. A me interessava far discutere di questo problema, peraltro su tuo suggerimento di qualche settimana fa. Le conclusioni appartengono ai lettori.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/7/2012 alle 20:35
@Sic Est - Il perbenismo in Italia esiste ed è forte. Nel dibattito su questo post mi sembra però che sia rimasto nei limiti della massima decenza.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/7/2012 alle 20:37
@Nicoletta, mi piace la tua metafora della vita di coppia paragonata a una partita di tennis ma l’allenamento costante non è sfibrante? Dopo un po’ ci si può anche fermare, calzare le pantofole e mettere su qualche chiletto con una bella tazza di cioccolata. Non è noia, ma serenità e pace interiore. Hai ragione quando attribuisci notevole ruolo alla fortuna, ma il destino non è da meno. Hai presente il film “Sliding doors”? Io e mio marito non ci saremmo mai conosciuti se non si fossero verificate certe condizioni particolari, anzi, certe particolari condizioni politiche. La vita di coppia è un’alchimia mirabile. Chiudo qui perché diventerei melensa. Piuttosto, ci documenteremo sull’interessante spunto che offre @Mariuccio Bianchi. Luigi Urru dovrebbe essere quell’antropologo esperto di cultura giapponese. Che l’occidente stia minimizzando la “vocazione generativa” del matrimonio è probabilmente un’amara verità. L’occidente, oltre ad aver imposto la propria cultura a tutto il mondo ed aver accumulato, insieme ai tesori anche un certo grado di secolarizzazione, ora è in fase di riflusso. Purtroppo, anche dalla vita.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 27/7/2012 alle 21:52
nicoletta è felicetta ma evangelina ranquileo è in serenità e pace interiore. ma che bella notizia! ma che cattiva notizia per la pfizer, con questo tipo di femmine ha un crollo in borsa! la timida è we shall overcome, e perché mai dovrebbe distimidirsi, quella ci ha fatto un business sulla propria timidezza. al bando la catherine di cime tempestose, la penelope di joyce, la rose della metà di niente della dunne. sylvia plath non è mai esistita e l’irrequietezza e l’inquietudine femminile non sono più di questo mondo.
Scritto da Billa il 28/7/2012 alle 07:42
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