Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/8/2012 alle 18:47


Mi fa enorme piacere quando viene ricordata (spesso in questi giorni particolari) la grande stagione di democrazia, di libertà, di sviluppo civile ed economico dell’Italia di De Gasperi.
Mi ero sentito offeso quando Berlusconi si era presentato come il suo epigono e successore. Resto perplesso quando viene strumentalizzato per invocare la ricostruzione di una improbabile “Cosa Bianca” che non potrà mai più avere le sembianze politiche di quel tempo per il cambiamento radicale del quadro internazionale, ideologico, sociale e culturale.
Chi raccoglie oggi l’eredità degasperiana? Domanda mal posta. E’ come ritrovare l’alveo di un fiume in un territorio completamente sconvolto da un terremoto gigantesco.
Se invece si storicizza De Gasperi studiandolo nel contesto di un’Italia contadina che si stava industrializzando; che stava cambiando pelle dopo il pieno ingresso dei cattolici in politica; che doveva mettere a frutto la conquista piena del voto democratico; allora la lezione degasperiana ha ancora oggi elementi di indubbia utilità.
Era appena terminata un conflitto mondiale disastrosamente perso e bisognava riguadagnare il rispetto delle democrazie occidentali. C’era la guerra fredda, l’Italia aveva il più grande partito comunista d’occidente, permanevano gli odi generati dal fascismo e dalla lunga resistenza partigiana.
Eppure si ricercava la coesione sociale con una politica inclusiva, autenticamente popolare, senza inutili vendette, gettando ponti e sminando i percorsi di partecipazione politica, sindacale e istituzionale per tutti indipendentemente dalla fede ideologica.
Si è degni di De Gasperi se si persegue l’attuazione delle riforme con gradualità, se si pensa alle future generazioni, se si lavora per passare dall’Europa degli stati a quella politica e comunitaria, se l’etica e la sobrietà di vita sono elementi caratterizzanti, se i partiti si sentono avversari ma non nemici, se la laicità delle istituzioni prevale sul credo religioso per quanto forte esso sia vissuto nella vita privata.
Nessuna forza o movimento politico ha l’esclusiva dell’eredità degasperiana. Se la sua ispirazione fosse viva in più di un partito, tanto meglio sarebbe per l’Italia intera.
 

Commenti dei lettori: 41 commenti -
ho capito che tutti quelli che contano sono a rimini, anche se sto seguendo la politica italiana a spizzichi e bocconi. la vacanza è vacanza, relax totale, però mi sono venuti i cinque minuti quando ho letto che la lectio magistralis della celebrazione dell’anniversario della morte di de gasperi è stata tenuta da gianfranco fini in quel di pieve tesino. mica che avrebbe fatto meglio massimo fini? ma a gianfranco fini non basta l’eredità di almirante, casa di montecarlo compresa? vuole ereditare anche da de gasperi? mi sa che la fila degli eredi è lunga! occhio agli eredi indisciplinati come giorgio gori, fotograto dal magazine del corriere di luglio, che legge semisdraiato su un letto di un hotel. una gamba a terra e l’altra beatamente allungata sul letto, scarpa compresa che insozza il copriletto. o si tratta di una modernità oppure ci sta comunicando che lui i piedi li mette dove vuole, anche se le cose sono pubbliche. e chissà dove mette le mani! ma non ci avevano insegnato a non salire con le scarpe sui letti, sui divani, sui sedili del treno?
Scritto da Billa il 20/8/2012 alle 19:43
Caro Adamoli, la tua memoria di De Gasperi è di una persona che gli vuole ancora bene. Hai dimenticato di dire però la cosa forse più importante e cioè che lo statista trentino aveva voluto l'alleanza con i laici anche se non era strettamente necessaria. Penso che sia indispensabile ricordarlo oggi in un tempo di "laici devoti" che farebbero a pezzi tutti i laici sinceri.
Scritto da Bortoluzzi il 20/8/2012 alle 20:20
Perché intitoli "De Gasperi ieri e oggi"? De Gasperi oggi non c'è più a Rimini (Meeting Cl), non c'è più a Todi (intellettuali cattolici), ce n'è pochissimo dell'Udc e non ce n'è neanche una briciola nel Pd. E' una figura storica importante che ha poco da dire, purtroppo, alla politica del 2012.
Scritto da Maurizio il 20/8/2012 alle 21:22
Come si fa ad aggiungere ancora qualcosa a ciò che tu, Giuseppe , hai mirabilmente riassunto su De Gasperi? Una sua frase mi fa da guida: “Mi criticate di essere troppo democratico?” Si può forse discutere di quante siano state le visioni a lungo termine e sovranazionali che DeGasperi seppe intuire. La sua figura però resta unica perchè non si limitò alla intuizione, ma di queste visioni lui si fece promotore, comunicatore e, per quanto possibile, realizzatore. Due o tre sono gli argomenti di questi giorni che mi richiamano De Gasperi. Prima tra tutte l’unità europea. Si sa che fu solo in virtù del suo prestigio internazionale che l’Italia riuscì a entrare nella CECA, istituita dopo la 2° guerra mondiale, per governare a livello sovranazionale la gestione della produzione di carbone e acciaio. Nata in realtà per evitare ulteriori conflitti, quello fu l’embrione della unità Economica Europea. Oggi la CECA non esiste più, e gli effetti si vedono nel nostro (italiano) isolamento o incapacità di gestire la gravissima situazione di Taranto. Con l’aggravante che la competizione in questo settore è aumentata con la globalizzazione (vedi Cina). Altro argomento è la riforma elettorale in senso maggioritario, approvata con qualche espediente tecnico, ma ne farò magari un commento domani. E infine la relazione tra integrità, credo religioso e politica.
Scritto da Nicoletta il 20/8/2012 alle 22:10
La riflessione su De Gasperi che si sta facendo in questi giorni in tanti luoghi dimostra la crisi profonda della società italiana. Se si ricerca l'ispirazione in uno statista che è morto quasi 60 anni fa significa che ci si sente sull'orlo del baratro. Se la situazione fosse davvero in questo modo la riproposizione di tutta l'unità politica possibile in un governo tipo Monti sarebbe una soluzione vincente anche per il futuro.
Scritto da A. F. il 20/8/2012 alle 22:25
Non ho vissuto quegli anni ma come dici tu credo che c'era grande rispetto tra partiti nettamente diversi, come DC e PCI. Da De Gasperi dobbiamo anche prendere la visione a lungo termine che aveva per le nuove generazioni-non pensando solo meramente al voto politico di breve termine. La politica deve abbracciare la logica del bene comune. E' anche per questo che penso che attualmente ha molto meno senso trovare le distinzioni tra destra e sinistra, ma piuttosto tra innovatori e conservatori.
Scritto da Simone Franceschetto il 21/8/2012 alle 08:02
Trovo incomprensibile questa passione per De Gasperi. Era un telecomandato, come tutti. L'Europa si faceva "nuova" ma non furono gli europei a farla.
Scritto da Max Liberti il 21/8/2012 alle 08:43
Caro @Bortoluzzi, immagino che l’alleanza da te menzionata si riferisca all'alleanza formata per le elezioni del '53 e favorita, tecnicamente, dalla legge approvata giusto due mesi prima. Più che non necessaria fu inefficace, nel senso che qualche repubblicano e qualche liberale gli fecero lo sgambetto e l'alleanza di De Gasperi non prese il premio di maggioranza. Però hai ragione a dire che sicuramente De Gasperi era l'Uomo del pluralismo, dell'inclusione, del voler tenere conto del parere dei gruppi anche meno potenti politicamente e delle mille facce della società. L’esatto contrario del ‘chi non è con noi, è contro di noi’. Diede delle lezioni di cristiana tolleranza anche a uomini del Vaticano, e preciso Vaticano. Potessero essere così tanti sedicenti cristiani!
Scritto da Nicoletta il 21/8/2012 alle 08:51
De Gasperi è stato indiscutibilmente un grande uomo politico (forse il più grande del XX secolo), cattolico e non un cattolico politico. Di cattolici, o sedicenti tali, in politica ce ne sono troppi e francamente non è il caso di vantarsene più di tanto. Attenzione, quindi, all'uso spregiudicato del marchio De Gasperi conteso in franchising gratuito da molti che si spacciano anche cattolici.
Scritto da Sic Est il 21/8/2012 alle 10:12
Caro Maurizio (21.22), ho fatto questo titolo, però nel post (sempre abbastanza breve), ho messo in evidenza che sarebbe vano, dal mio punto di vista, individuare il “continuatore” dell’opera di De Gasperi. Alcuni tratti della sua personalità politica si possono riscontrare in questo o in quel personaggio o partito, ma il problema oggi è di capire se può esistere (e quale sia) il filo conduttore che a partire da quella ispirazione ci può portare fuori dalla crisi politica, istituzionale e sociale. Non pretenderei molto di più.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/8/2012 alle 10:34
Cara @Nicoletta (22.10), oltre ai progetti europei che tu segnali, vorrei rammentare a tutti che la grande idea degasperiana, purtroppo mai realizzata, fu la Ced (Comunità Europea di Difesa). Mai realizzata per insuperabili contrasti interni e internazionali. Anche nella Dc c’era chi non la voleva ma soprattutto non la volevano, nei fatti, gli Usa e i suoi potenti alleati italiani ed europei, l’Unione Sovietica e i suoi accoliti in Italia e in Europa. Sarebbe stato un progetto rivoluzionario che portava con sé la vera unità politica dell’Europa, quella che manca ancora oggigiorno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/8/2012 alle 10:40
@Giuseppe Adamoli, onesto come sempre, ricorda come fosse difficile incidere in quell'Europa sconfitta e sottomessa.
Scritto da Max Liberti il 21/8/2012 alle 11:11
Avrei qualcosa da dire sulla civiltà politica del tempo degasperiano - dettata dagli americani - ma nel post almeno mi piace l'assenza di una melmosa nostalgia tipica di molti post Dc e mi piace anche che manchi la rivendicazione di una impossibile continuità.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 21/8/2012 alle 12:09
Una politica etica, concreta nel quotidiano e con gli occhi a grandi obiettivi. Naturale, no? A mio avviso, per chi vuole innovare politica ed istituzioni, sono fondamentali i contenuti in chiusura del post. Lo spirito è quello di @S. Franceschetto. I "con noi o contro di noi", ricordati da @Nicoletta, servono a ben poco. Quanto scrive @A.F. fa riflettere. @Billa. Si discuteva ieri con un amico di Fini-De Gasperi e delle attività riminesi. Su entrambe, anche dal punto di vista simbolico.
Scritto da FrancescoG. il 21/8/2012 alle 12:10
Sei sempre stato e rimani un democristiano. Ai miei occhi ti salva il tuo vissutp personale. Molti del Pd la pensano come me ma non te lo dicono per rispetto nei tuoi riguardi.
Scritto da G.S. il 21/8/2012 alle 13:48
Gigantesche riserve su De Gasperi: mezzo tedesco, cattolico, vicino alla massoneria ma adesso abbiamo i "de gasparri". Peggio, no? Non c'e' salvezza, manca il fattore U, il fattore umano. Adesso ci sono soltanto teste di cazzo. Scusi, signor Adamoli, si puo' dire teste?
Scritto da Claudio Ennam il 21/8/2012 alle 13:49
@Claudio Ennam. Grande statista De Gasperi forse anche perché era "mezzo tedesco". Non scherzare neanche con Gasparri. il peggio della feccia.
Scritto da Rodolfo D. il 21/8/2012 alle 15:42
L’onestà. @Max Liberti ci insegna cos’è l’onesta. Proprio lui. Si crede un filologo d’antan, si crede un esperto di cunnilingus, invece è solo un signor linguetta. Dal Salmo 1: “Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti”. Quanta stoltezza profusa a piene mani, quanta stoltezza …
Scritto da Oreb il 21/8/2012 alle 15:45
Volevo porre una domanda che centra poco con questo argomento, ma che colgo l'occasione di fare visto che si è citata 'Cosa Bianca'. E' da mesi che il PD lavora per costruire un asse con UDC e SEL, le speranze erano molte ma in questi ultimi giorni le uscite di Casini contro la patrimoniale, ma soprattutto i dialoghi con Fini per la costituzione di 'Cosa Bianca' gettano ombre su una possibile alleanza progressisti-moderati.Lei Adamoli come giudica il comportamento di Casini? c'è molta confusione
Scritto da Davide il 21/8/2012 alle 16:18
In un editoriale di Famiglia Cristiana, anticipato oggi, serpeggia scetticismo nei confronti dell’ottimistico discorso tenuto dal nostro premier al meeting di Rimini definito ‘un discorso di speranza con forti contrasti con la realtà’. L’editoriale si dilunga sulle preoccupanti cifre della disoccupazione italiana e si chiude con un’amara considerazione che riporto integralmente perché credo meriti: ‘Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier. Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare. C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e Liberazione. Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione. Quell’omologazione da cui dovrebbe rifuggire ogni giovane. E che rischia di trasformare il Meeting di Rimini in una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale’. Domando a @Giuseppe Adamoli: un De Gasperi dei giorni nostri si sentirebbe più a suo agio fra gli applausi di Rimini o con lo spirito critico e obiettivo della pagina di Famiglia Cristiana?
Scritto da eg il 21/8/2012 alle 17:08
I Politici, come Alcide De Gasperi, proprio perchè hanno costruito una parte della Storia, cessano di essere attribuibili a qualche parte politica per diventare un Patrimonio e un riferimento per tutti. Da ricordare che De Gasperi gestì gli aiuti Americani all'Italia e morì padrone della sua baita in Trentino. Un Santo? Non si sa .... certo un Esempio.
Scritto da mauroprestinoni il 21/8/2012 alle 17:56
Per me, caro @e.g., i ciellini sono molto bravi ad accucciarsi a fianco dei potenti. Un po' per interessi (sono anche molto bravi a fare conti), un po' per vanità terrena. Monti è stato invitato, come per alti incontri, e non mi pare che abbia dimostrato grande partecipazione ai riti della setta religiosa con il far sapere che la crisi si supererà. Per come la vedo io forse De Gasperi non ci sarebbe andato: sarebbe stato frenato dalla sua educazione laico-cattolica poco estroversa.
Scritto da Sic Est il 21/8/2012 alle 18:10
Caro @Davide (16.28) - Casini sta organizzando, come lui dice sempre apertamente, la sua area di riferimento voltando le spalle in maniera definitiva al Pdl e guardando ad una alleanza con il Pd. C’è il nodo della patrimoniale (io sono favorevole) e ce ne sono anche altri, se è per questo. Ma se guardo i programmi, devo dire che trovo ancora più distanza con Vendola il quale, non per niente, è schierato all’opposizione del governo che il Pd sostiene. Purtroppo siamo ancora alle schermaglie tattiche. Mi attendo che si arrivi molto presto ai contenuti forti di una collaborazione di governo che possa durare e affrontare i problemi drammatici del Pese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/8/2012 alle 18:25
Il brano dell'editoriale di "Famiglia Cristiana" citato da @ eg, ha lo stesso quasi identico tenore del contenuto del box di Michele Serra apparso oggi su "la Repubblica". Trovo che l'uno e l'altro fotografano in maniera fulminante lo spirito del popolo di CL.
Scritto da Angelo Eberli il 21/8/2012 alle 18:30
Cara @eg (17.08), con il mio post sono stato bene attento nel presumere a chi De Gasperi si sentirebbe più prossimo oggi. Tirarlo di qua o di là per ragioni di mia simpatia politica non sarei capace. Ti posso dire invece con chiarezza che quel che penso io è più vicino a Famiglia Cristiana che a Cl. Però stai attenta: i giovani di Cl hanno applaudito con ardore (proprio così) Romano Prodi e parecchie volte anche Pierluigi Bersani. Penso che anche su questo punto la risposta che dà Famiglia Cristiana sia la più azzeccata.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/8/2012 alle 18:30
@Oreb. Contrabatta pure, se crede, ma lasci stare sua moglie e le sue confidenze su di me.
Scritto da Max Liberti il 21/8/2012 alle 19:37
Alcide De Gasperi non è soltanto uno più grandi personaggi politici del Novecento che, in anticipo sui tempi, ha realizzato esperienze politiche che altre forze politiche in un primo tempo non hanno compreso. Penso alla concezione personalista della nostra Costituzione Repubblicana che non è fonte dei diritti, come nello Stato etico, ma li “ riconosce” come preesistenti. Penso ancora al suo modello di “società di società” cioè ad una stratificazione di realtà autonome che configurano un assetto di federalismo solidale e inclusivo. Ricordo la riforma fiscale sulla base della progressività ( chi più ha deve contribuire alla elevazione materiale degli altri cittadini), il piano di sviluppo dell’occupazione del reddito che ha trasformato l’Italia da Paese agricolo a potenza industriale. Sono ancora impressionata dall’audacia con cui seppe proporre a popolazioni misere e disperate del dopoguerra di “pensare in grande”, costruendo l’Europa unità per evitare i contrasti di interesse, le guerre economiche e quelle belliche utilizzando le risorse non in armamenti ma nell’istruzione e nella realizzazione dello Stato di sicurezza sociale. Questo riconoscimento al ruolo di De Gasperi nella nuova democrazia europea è oggi da tutti accettato come un insieme irripetibile di virtù e di esperienze maturate in un contesto storico difficile e particolare, ma è un giudizio parziale e limitativo. Fare di De Gasperi un personaggio unico e irripetibile significa consegnarlo all’ archivio della storia e all’oblio della memoria, ammettere che la sua concezione era di altro profilo etico e politico ma inevitabilmente conclusa; ammettere che il suo tempo è finito significa accettare una concezione ottimistica della storia che si supera continuamente nella novità. De Gasperi fu certamente tutto ciò ma fu anche il “prodotto”, il risultato di una cultura e di una esperienza storica che i democratici di ispirazione cristiana hanno attinto dal Vangelo ma hanno declinato autonomamente introducendo una nuova concezione della laicità, non come separazione tra fede e politica, come divisione tra la sfera spirituale e quella materiale ma come spazio aperto al dialogo, al confronto, alla sperimentazione di soluzioni condivise. Non si spiega diversamente il “miracolo” della nostra Costituzione Repubblicana che ha permesso il superamento di una storia di fazioni, di risse, di guerra civile. Il pensiero di De Gasperi è lo stesso pensiero di Don Sturzo, aggiornato e riveduto, ma è la continuazione e lo sviluppo del pensiero dei pionieri del movimento cristiano che hanno attinto alla ricchezza del Cristianesimo e hanno offerto contributi qualificanti alla Dottrina Sociale della Chiesa. Con la fine della Prima Repubblica tutto ciò è stato dimenticato ed è soprattutto per tale ragione che è prevalso un bipolarismo arido e fazioso che ha sancito il divorzio tra cultura politica. Questa è sicuramente la causa della deludente “governance” applicata dall’Italia negli ultimi vent’anni in cui il Paese è regredito anche materialmente in maniera molto grave. Non si può rendere omaggio a De Gasperi cancellando il contributo più significativo della cultura riformista cattolica, cioè il Centro. Il Centro non è lo spazio del moderatismo, dell’equidistanza dagli opposti estremismi, ma il superamento di una concezione conflittuale della politica e, pertanto, l’evoluzione del classismo e del capitalismo in un nuova visione non più basata sulla società “fordista” del Novecento ma proiettata in un mondo divenuto con globalizzazione interconnesso, cioè una comunità di destino. Il Centro è una “categoria” della politica per il futuro, mentre la Destra e la Sinistra sono ferrivecchi che appartengono ad un epoca storica superata, al punto che i suoi strumenti concettuali (ad esempio l’intervento dello Stato) sono rivendicati dalle due concezioni per fini opposti (aumentare il benessere delle masse oppure togliere loro i diritti acquisiti. Tutt’altro problema è quello, di cui si dibatte, della rifondazione di un nuovo partito confessionale che, nella storia del movimento democratico cristiano, non si è mai ripetuta: il Partito Popolare di don Sturzo era diverso dalla Democrazia Cristiana di don Romolo Murri e la D.C. di de Gasperi e di Moro è stata un’evoluzione del pensiero sturziano, questa si condizionata sì dalle condizioni storiche. Chi parla di un ritorno della Democrazia Cristiana ( peraltro con personaggi tutt’altro che credibili) è fuori dalla realtà, ma chi auspica un nuovo Centro (di cui il Partito Democratico può essere fattore trainante) è nella linea di una riforma vera della politica per un mondo più umano.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 21/8/2012 alle 19:49
Caro @FrancescoG., i "con noi o contro di noi" servono a ben poco. ? Mi chiarisci, per favore? Scritto così è un po' criptico, almeno per me. @A.F. Proprio perchè De Gasperi fu statista si cerca ancora ispirazione in lui. Sicuramente ci sono oggi situazioni internazionali di economia e di equilibri di forze molto simili a quelle del 2° dopoguerra. Infine, a proposito del baratro che leggo citato varie volte nei commenti, riporto parole di De Gasperi che fortemente sostenevano la proposta di affiancare all’adesione al Patto Atlantico la costruzione di una Unione Europea. “Bisogna che con la loro forza di Stati minori i popoli si mettano assieme per influire e frenare, loro che hanno provato la guerra, l’aggressività dovunque si manifesti; impedire che i Grandi Stati risolvano le loro questioni alle spalle dei piccoli e soprattutto alle spalle delle grandi civiltà europee. Ecco perché, davanti al vostro pessimismo, io vengo con il mio ottimismo, con l'ottimismo che rappresenta la speranza in queste forze superiori di civiltà europea, in queste forze di popolo le quali, se vi sarà bisogno - e non ve ne sarà - vengano opposte alle tendenze di guerra preventiva. Esse saranno le prime chiamate a farlo per mettere l'Europa in piedi. Questo è il posto in cui l'Italia deve agire per la pace. Solo lì è dove essa può intervenire per la pace e la difesa sua e per la difesa di tutta l'Europa. ... Se non riusciremo a creare qualche struttura con i tedeschi, non so di che colore sarà la loro camicia tra dieci anni, ma non sarà certamente di un colore democratico. ...”
Scritto da Nicoletta il 21/8/2012 alle 20:33
Caro @Massimo (19.49), grazie del tuo bel contributo. Soffermandomi solo sulla tua conclusione, io mi accontenterei che il Pd fosse trainante di un Centrosinistra che modificasse l’agenda Monti senza stravolgerla. Spesso mi sembra che così stia per accadere, qualche volta mi cadono le braccia. Poi le risollevo ma quanta fatica!
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/8/2012 alle 21:25
Intervento tutto democristiano quello di @Fiori, come sempre ricco di spunti interessanti. La continuità culturale che ha messo in evidenza è l'unica possibile. I successori non esistono, d'accordo con Adamoli.
Scritto da Valceresio il 21/8/2012 alle 22:01
Per l'amor del cielo, non fatemi morire democristiano dopo un'intera vita a sinistra..
Scritto da Iscritto Varese il 21/8/2012 alle 22:12
@ Max Liberti, su energumeni di siffatta congerie invoco la misericordia del Cielo. Se mia moglie fosse ancora qui con me, approverebbe.
Scritto da Oreb il 22/8/2012 alle 07:57
@ Nicoletta. I soggetti a cui mi riferisco sono quelli dei "pacchetti chiusi", proposte che, dal loro punto di vista, non possono essere discusse in alcun modo. Se qualcuno cerca di aggiungere o modificare qualcosa, lo vedono come un nemico da eliminare, con un secondo fine, pensano gli voglia fare le scarpe o cose simili. Nel concreto, secondo me, servono a poco se non come testimonianza di un pensiero. A medio periodo hanno l'effetto del diserbante. Non cresce nulla in assoluto. Ciao.
Scritto da Francesco G. il 22/8/2012 alle 08:16
Il pensiero di @CM Fiori è netto e para al centro. Fiori rimane un illuminato di centro. Avercene. Di uomini come Fiori siamo tutti orfani. Adamoli (21.25) riporta la palla a centrosinistra e viene fuori un bel dibattito. @Valceresio di solito si lamenta della lunghezza dei commenti di Fiori. Stavolta l’ha letto tutto, deve essere che i 40 gradi lo facilitano nella lettura. Non so se nella lucidità, perché definire il discorso di Fiori tutto democristiano vuol dire che non ha capito niente. Interessanti i passaggi storici di @Nicoletta.
Scritto da P. A. il 22/8/2012 alle 08:52
Grazie del chiarimento a @Francesco. @Iscritto Varese: ma se sei iscritto al PD, vivi democratico, di sinistra se preferisci, ma democratico. L'importante è che tu non confonda la Democrazia Cristiana con la Clerocrazia: una distinzione ben netta nella testa e nella politica di De Gasperi. Forse un po' meno netta in Vaticano e in Andreotti. Senza parlare della Ciellocrazia di Formigoni.
Scritto da Nicoletta il 22/8/2012 alle 12:14
Ringrazio @Adamoli per la risposta, che condivido. Ieri sera Mineo (Rainews) aveva come ospite Bonanni, il quale interpellato sulla questione sollevata da Famiglia Cristiana ha risposto, con tono annoiato, che in estate i giornali non sanno cosa pubblicare e si inventano le notizie. In più, certa stampa è ‘molto schierata’ (il ‘molto’ suona come irrimediabile) e impegnata a contrastare ciò che non va nella sua direzione. Rattristano queste parole proprio perché chi le ha pronunciate è il dirigente nazionale del sindacato di matrice cattolica, fresco reduce dall’incontro sulla Cosa Bianca. Io non ho difficoltà a annoverarlo fra i ‘personaggi tutt’altro che credibili’ che scongiura @Fiori per la costituzione del Centro.
Scritto da eg il 22/8/2012 alle 19:29
Per @Francesco G.: già definirli come ‘testimonianza di un pensiero’ mi sembra troppo buono. Io ho da sempre tradotto la parola ‘testimonianza’ come qualcosa di positivo, di contagioso, di vitale, di utile (per esempio anche le ‘testimonianze di sofferenza’ sono utili perchè producono cambiamenti). Nulla di attribuibile alla categoria di persone, purtroppo molto folta, che tu descrivi. Buona la metafora sul diserbo. Il problema è che questi diserbano gli altri, mai se stessi.
Scritto da eg il 22/8/2012 alle 19:34
Per @Angelo Eberli e @Sic Est: mancano voci tonanti di ‘testimonianza’ (e ritorno con questo termine) che siano alternative a questo modo di pensare e di agire. Caso recente: il trasferimento di Bergamaschi, direttore generale della sanità varesina, palese operazione ciellina. L’assessore regionale Cattaneo ha dichiarato che, pur apprezzandola in quanto promozione, non l'ha condivisa in quanto inopportuna sui tempi. La trovo una dichiarazione fantastica. Come se lui non avesse partecipato a questa scelta. Come se avesse deciso solo Bresciani. Come se i decisori fossero stati Angelo Eberli e Sic Est. I comunicati del Pd sulla questione sembravano soffermarsi più sulle congratulazioni a Bergamaschi che alle critiche sulle logiche delle nomine. Forse mi sono sfuggiti quelli pregnanti.
Scritto da eg il 22/8/2012 alle 19:37
Cara @eg (19.37), solo per confermare che attribuire la scelta degli spostamenti dei direttori generali degli ospedali all'assessore Bresciani è in verità una pura barzelletta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/8/2012 alle 09:15
Cara @eg,testimonianza, è vero,ha valenza diversa.Nonostante l'atteggiamento dei descritti sia per me tra i più disastrosi, un "diritto di tribuna" l'avranno sempre.Di certo vanno inertizzati al massimo e presto. A sinistra, al centro, a destra, nel populismo,nell'autonomismo.Le ho sempre considerate persone frustrate, più da servizi sociali che da responsabilità politiche.E poi mi servono per i miei nipoti:ho bisogno di un cattivo esempio da mostrare,per non farlo seguire :-) Un saluto e grazie
Scritto da FrancescoG. il 23/8/2012 alle 10:22
Caro dr. Adamoli, anch,io pur nonessendo stato democristiano inorridivo quando Berlusca si appellava alla "eredita' degasperiana", concordo con la Sua linea politica, che mi sembra sia anche la Tua,sulla indispensabile NECESSITA' di un dialogo e di un accordo tra laici e cattolici per il BENE COMUNE ed il progresso civile del Paese. Concordo anche su quanto hai scritto su altro blog: si' al riconoscimento dei diritti civili alle "coppie di fatto" omosessuali, no(saro'antiquato)al "matrimonio gay
Scritto da giovanni dotti - Varese il 25/8/2012 alle 08:16
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