Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 26/8/2012 alle 09:32


“Quel che resta del giorno”, il capolavoro di James Ivory del 1993, offre sempre spunti di riflessione interessanti.
L’ho rivisto con piacere. Una riflessione molto amara sulla vita di un maggiordomo di altissima professionalità (strepitoso Anthony Hopkins) quasi tutta trascorsa in una dedizione maniacale al suo “padrone” e al suo lavoro al quale sacrifica tutto sé stesso, compreso l’amore di una donna meravigliosa.
Il film si svolge nella grande villa patrizia di Darlington Hall negli anni che precedono la seconda guerra mondiale con il nazismo avanzante e minaccioso.
Lord Darlington (James Fox), il proprietario, è un nobile inglese di altissimo rango, simpatizzante della Germania di Hitler, che intrattiene rapporti diplomatici che forse potrebbero cambiare gli eventi mondiali.
Il film è bellissimo sul versante storico non meno che su quello sentimentale (fantastica Emma Thompson nel ruolo della governante che invano ama Hopkins).
L’Europa, percorsa da odi invincibili, si prepara alla guerra. Il nazismo sta facendo proseliti perfino nell’Inghilterra di Chamberlain. Impressionante l’episodio nel quale Lord Darlington, “dall’animo gentile”, intima al maggiordomo di licenziare due bravissime domestiche perché ebree.
Trarre una morale da un film storico è sempre arduo per mille motivi.
Se posso azzardare, mai più un’Europa divisa.  Al contrario unita e comunitaria.
E no alla paura di amare, alla repressione delle passioni positive, alla fede cieca nel proprio “padrone” (individuo, ideologia, organizzazione) che costringe ad una vita di rinunce sul piano umano, sociale e delle proprie idee.

 
Commenti dei lettori: 57 commenti -
Caro Giuseppe, ho visto più volte questo film di James Ivory, un film di triste e "struggente" bellezza. Una volta si sarebbe detto un 'lavoro' sui 'buoni sentimenti' dove si miscelano e rincorrono dedizione, fedeltà, pudore, amicizia, amore, lealtà. Non riesco a trarne 'insegnamento politico' diretto. Non credo serva. Su tutto aleggia la lentezza di un tempo che passa inesorabile, accettato supinamente, senza apparenti scosse o ribellioni; eventi subiti con rassegnata e dolorosa fatalità.
Scritto da paolo rossi il 26/8/2012 alle 10:29
Non ho visto il film ma la morale che ne trai è quella della storia europea antecedente alla prima guerra mondiale. Quando sento che la Lega vuole indire un referendum contro l'euro mi vengono i brividi. E' una lettura distorta degli avvenimenti, è un'avventura inutile e stupida. Che la Lega abbia la sua testa qui da noi è il mio cruccio.
Scritto da Bortoluzzi il 26/8/2012 alle 10:36
E' un film politico che mi piace molto. L'avevo visto appena uscito e poi un paio di anni fa. Lord Darlington era una persona onesta, credeva in quello che faceva tanto che la Giustizia inglese lo ha scagionato dall'accusa di alto tradimento. Era stato suggestionato dal nazismo come tanti suoi pari in tutta Europa per non parlare dell'Italia. Quell'ideologia era un mostro che riusciva a trasfigurare le persone.
Scritto da E. Losa il 26/8/2012 alle 10:54
padroni? non è che siamo schiavi delle nostre convenzioni? e anche delle nostre convinzioni? qualche giorno fa, il blog la 27esima ora del corriere ha aperto un dibattito sul post del giornalista paolo conti, nel quale egli dichiarava che a 58 anni, single da 4 anni e con figlie grandi, non è più disposto a innamorarsi, illustrandone le ragioni. non sono d’accordo con questo suo pessimistico ridicolizzare la riscoperta, in età matura, del sentimento dell’amore. ogni età è verde. il maggiordomo stevens ha condannato la propria vita a una sterilità affettiva, relazionale e fisica. hopkins e thompson sono perfetti per questi ruoli. ve li immaginate, al loro posto, lo 007 sean connery e la bond girl ursula andress? eh, ci sarebbero state scintille!!! l’attrazione sentimentale è ingovernabile e sta all’essere umano ricondurla in un alveo di razionalità. quanto basta. http://27esimaora.corriere.it/articolo/non-mi-voglio-innamorare58-anni-sono-troppi/
Scritto da Billa il 26/8/2012 alle 11:05
Davvero un capolavoro questo film. Sky lo sta dando ripetutamente in questi giorni e invito tutti a vederlo. Vale di più il piano sentimentale o quello politico? Entrambi, ma la cinematografia è piena di storie d'amore finite bene o male. Far vedere che Hitler aveva fatto breccia anche nella democraticissima Inghilterra è molto istruttivo. Far vedere i rischi che corre una Europa divisa è altrettanto utile. Una specie di avvertenza valida anche in questi tempi così diversi da quel passato.
Scritto da Roseto senza rose il 26/8/2012 alle 11:18
Dev'essere davvero un bel film, ho letto le recensioni che hai lincato. Argomenti interessanti anche al giorno d'oggi. La capacità di amare resta al centro dell'esistenza di qualsiasi essere umano.
Scritto da Luisa B. il 26/8/2012 alle 11:40
Mi piacciono le parole: "Mai più un'Europa divisa". Occorre tenere un alto livello di attenzione sulle ideologie basate sulla supremazia e sulla differenza: nascono per mettere ordine, si nutrono di odio e di malsani istinti repressi e poi diventano incontrollabili.
Scritto da Sic Est il 26/8/2012 alle 12:09
Bel film. L’ho visto otto volte. E’ il film della mia vita. Conosco ogni singolo fotogramma. La goccia di sudore che scorre sul naso del vecchio maggiordomo e ne svela l’inadeguatezza. Bellissimo! Quel maggiordomo sono io e come quel vecchio sto cadendo rovinosamente, ma sono riuscito a fermare il fotogramma che mi ritrae con il vassoio e le tazze per il the a mezz’aria e, con il volto sofferente, aspetto di toccare terra per sempre. Bel film. La storiella delle domestiche Ebree licenziate è però un pretesto. Nessuna Ebrea serviva in casa. Eravamo cambiavalute, commercianti, sarti, professori di scuola, direttori d’orchestra, registi e scrittori, giornalisti e medici ma domestici mai. Siamo poco inclinati all’obbedienza e con una certa propensione al furto. In casa, quelle domestiche, avrebbero quasi certamente rubato le argenterie.
Scritto da Claudio Ennam il 26/8/2012 alle 12:12
Caro @Paolo (10.29), forse hai ragione ma io ho l’abitudine (o il vizio) di ricavare qualche morale dai libri che leggo o dai film che vedo quando parlano del nostro passato. Penso che la storia, se non è “maestra di vita”, ha sempre un contenuto pedagogico di alto valore. In questo caso la “morale” che ne ho tratto riguarda l’Europa ma ancora di più i sentimenti, le passioni, la fede nelle idee anziché nei “padroni” quali che siano, la vita da vivere intensamente, l’opposizione alla “sterilità affettiva, relazionale e fisica”, come scrive @Billa nel suo commento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/8/2012 alle 12:37
Fra i padroni da non servire ciecamente metti "l'individuo, l'ideologia, l'organizzazione". I primi due termini li comprendo bene. Sul terzo ho dei dubbi, vorresti dire anche il partito?
Scritto da Francesco il 26/8/2012 alle 13:36
Ho visto e rivisto il film ; è veramente indimenticabile.Per i personaggi, i paesaggi della campagna inglese e degli interni.Il maggiordomo e la governante recitano in modo impeccabile, come pure il lord. Mi ha preso una certa rabbia e ribellione nel vedere la repressione dei sentimenti nel bravissimo maggiordomo .I sentimenti devono affiancare la ragione e avre un ruolo propulsivo nella vita.A livello più strettamente politico, io sono per ' Europa e per un certo impulso alla ribellione.
Scritto da bruna croci il 26/8/2012 alle 13:45
Bravissima @Bruna. Condivido, mi piace "l'impulso alla ribellione" che segna tutto il nostro distacco dal vecchio Pci.
Scritto da Una lettrice affezionata il 26/8/2012 alle 15:34
@Claudio Ennam, ti sbagli completamente. Se leggi la storia del ghetto di Roma, per fare un solo esempio, ti renderai conto che le ebree domestiche non mancavano affatto quando trovavano delle famiglie che erano disposte a sfidare le ire fasciste.
Scritto da Giovanna G. il 26/8/2012 alle 15:55
@Billa, sono con te. Perchè negare in età matura il sentimento dell’amore? Anche nel film il maggiordomo Stevens lo vuole quando ormai è troppo tardi e la donna che non aveva avuto il coraggio di amare sta diventando nonna. Questo è il suo tormento. Ogni età è verde, se si ama davvero.
Scritto da effe il 26/8/2012 alle 16:39
Non scriva sciocchezze @Giovanna G.! Mai Ci abbasseremmo a tanto. Le piacerebbe, vero? Magari per irriderCi e umiliarCi. Legga, legga ma io mai le sosterrò quel libro. Si compri un leggio o si serva di personale schiavile della sua stirpe.
Scritto da Claudio Ennam il 26/8/2012 alle 16:45
Caro @Francesco (13.36), si, metto anche i “partiti chiesa” fra i padroni da non servire ciecamente. Sono iscritto a un partito da quando avevo 17 anni con un forte rapporto di fiducia e speranza, mai di tipo fideistico. Quando sento qualcuno che mi dice orgogliosamente (per la verità molto meno che in passato, per fortuna) che per il suo partito si getterebbe nel fiume io gli replico “si, fai bene, ma quando fa molto caldo e hai bisogno di un tuffo ristoratore”.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/8/2012 alle 17:20
Ho visto questo film varie volte: e ogni volta mi irrita profondamente. Il punto è quello delle relazioni interpersonali e sentimentali. Ogni volta sono sempre più irritata dalla vigliaccheria del maggiordomo che rifiuta una vita reale, di confronti, di successi e di fallimenti, difficile magari e incerta. Lui preferisce tenersi ben saldo il suo unico ruolo: l'abito di maggiordomo. Nessun rischio, anzi la tranquillità di poter dire: ho fatto il mio dovere. Alla fine del giorno, poco gli resta. Fino a che punto è giusto rinunciare a scegliere la propria via, condizionati da conformismi o semplicemente abitudini o tradizioni? E’ raro vedere un maschio interpretare questa scelta.
Scritto da Nicoletta il 26/8/2012 alle 17:38
Il problema è sempre quello: la debolezza dell'Europa e la sua inadeguatezza rispetto alle necessità che la sua storia antica e la sua grande civiltà le imporrebbero di affrontare. Da questo punto di vista pur in epoche non confrontabili il film la renderebbe necessaria una certa riflessione.
Scritto da Pd Pavia il 26/8/2012 alle 18:20
@Claudio Ennam, vi sentiteste irrisi e umiliati come ebrei se qualche ragazza ebrea facesse la domestica? Spero che questa opinione sia minoritaria in un popolo verso il quale sento molto rispetto.
Scritto da Giovanna G. il 26/8/2012 alle 19:54
Caro Adamoli, immagino la scelta del film non sia finalizzata a dimostrarci le tue capacità di critico cinematografico quanto piuttosto a indurci ad un ragionamento socio-politico. Ed allora, per restare nel merito, è opportuno ricordare che con il trattato di Versailles (con cui si concluse la ww1), appoggiata dal presidente americano Wilson, venne fondata la SDN (Società delle Nazioni), un'organizzazione sovranazionale che si proponeva di prevenire con la diplomazia i conflitti europei e non, e di migliorare lo stato sociale delle Nazioni. Negli anni '20 e '30 effettivamente ottenne qualche successo. Al nazionalsocialismo si arrivò non certo perchè i tedeschi furono rincretiniti da un nullatenente austriaco che li convinse che tutti gli ebrei erano dei cattivoni ma in conseguenza del dissesto economico della Germania. Il punto è che le problematiche economiche, purtroppo, portano a tensioni che spesso sfociano in guerre. Il tanto bistrattato attualmente Keynes (perchè poco compreso) in "Le conseguenze economiche della pace" fu buon profeta di quanto sarebbe potuto accadere. Conclusioni: dire "più europa" ora come ora è una frase fatta, solo un leitmotiv, se non si fa riferimento alle scienze economiche. Cari saluti.
Scritto da Carlo il 26/8/2012 alle 20:07
Il suo blog, Adamoli, è un lettone dello psicanalista. Stasera vi si è sdraiata @Nicoletta e si è lasciata andare. Un bel respiro, signora, ci sono tanti altri maschi in circolazione. No, non mi candido: ormai io sono un ex in tutto.
Scritto da Claudio Ennam il 26/8/2012 alle 20:36
Cara @Nicoletta, forse non è così. Il maggiordomo è un uomo che ha seri problemi, su questo non vi è dubbio (nel film si coglie questo aspetto anche osservando il rapporto formale, 'rigido ed asciutto con il padre) ma proprio per questo va quasi compreso. Vorrebbe amare (ricordi le sue segrete ed intime letture di romanzi d' amore?) ma non ci riesce. Per una persona intelligente e sensibile (come lui è), una condanna pesante.
Scritto da paolo rossi il 26/8/2012 alle 21:17
Premetto che non ho visto il film. Un lettore di VARESE NEWS recentemente si meravigliava che in India una famiglia di 5 persone avesse al suo servizio ben 600 dipendenti. Ma perché stupirsi? Nel mondo una moltitudine di persone si sente "onorata" di servire i miliardari di turno, anche perché così risolve i suoi problemi di sbarcare il lunario. A prezzo ovviamente della propria libertà. Così va il mondo; In Italia ne abbiamo visti e ne vediamo tuttora numerosi esempi,soprattutto in politica.G.D
Scritto da giovanni dotti - Varese il 26/8/2012 alle 21:30
Signora Giovanna G., nessuna ragazza Ebrea rifarebbe il letto a un non Ebreo. Questo intendevo dire.
Scritto da Claudio Ennam il 26/8/2012 alle 21:35
Fra @Nicoletta e @Claudio Ennam preferisco il modo di vedere le cose di Nicoletta. C'è più umanità e volontà di mettere l'amore sopra tutte le altre cose. Mi aspetto qualche rispostaccia da @Claudio Ennam ma mi riprometto di non sentirmi offesa.
Scritto da Elisabetta C. il 26/8/2012 alle 21:39
@Carlo (20.07) - Ti sono grato per aver parlato del Trattato di Versailles che è citato giustamente anche nel film come una delle cause dell’ascesa di Hitler per i costi enormi addossati alla Germania. Teniamo conto del fatto che gli Usa non lo hanno mai sottoscritto, non per influsso di Keynes, ma per ragioni innanzitutto politiche. Sempre nel film il delegato americano ad una riunione a Darlington Hall afferma esplicitamente di considerare i leader europei dei dilettanti allo sbaraglio. Molti storici dicono che tale accusa fosse assolutamente fondata. L’economia, per venire al punto, è quasi sempre un ingrediente decisivo delle scelte strategiche, talvolta drammatiche, degli Stati. Per questo ritengo errato sottoporre gli Stati europei in difficoltà a delle cure da cavallo che li fanno sentire umiliati. Il trattamento riservato alla Grecia non mi ha mai convinto anche se bisogna riconoscere che ha avuto delle colpe pesantissime (destra e sinistra insieme, purtroppo). Dire “mai più un’Europa divisa” è un luogo comune, è vero. Perché non lo sia più è necessario che venga trasformato in realtà combattendo i populismi di vario colore che mettono in discussione tale obiettivo. Dentro tutto questo (scusa la schematizzazione) ci sta anche Keynes, ma pure la sua dottrina va aggiornata alle condizioni odierne.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/8/2012 alle 22:08
Ma perché signora Elisabetta C. dovrei darle una rispostaccia? Martedì andrò al mercato e troverò lei che vende uova. Ne comprerò 24 e le darò il mio saluto.
Scritto da Claudio Ennam il 26/8/2012 alle 22:18
@Carlo - A proposito del Trattato di Versailles ho scritto che gli Usa non l'hanno mai "sottoscritto". Per l'esattezza avrei dovuto scrivere "ratificato".
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/8/2012 alle 22:20
@Billa e altri: il regista che è stato capace di analizzare compiutamente nella sua opera cinematografica comportamenti, pensieri, emozioni e sentimenti dell'uomo e della donna nelle società europee moderne, a mio modesto avviso, resta Antonioni. Soprattutto nei primi mirabili film (come Il grido, L'eclisse, Deserto rosso) interpretati spesso da una superba Monica Vitti. Ne consiglio vivamente la visione. Un saluto.
Scritto da Carlo il 26/8/2012 alle 22:25
@ Adamoli: Keynes è stato un genio, in grado di precorrere i tempi. In un altro suo testo, il pamphlet "Le Conseguenze Economiche di Winston Churchill", vi troverai la spiegazione migliore della crisi economica europea, ed italiana, attuale. Mi ripeto: i minimi fondamentali dell'economia è necessario conoscerli, e purtroppo troppa gente li ignora e così arriva a dar retta ai giornalisti del corsera ed agli economisti di "regime", alcuni davvero ottusi altri invece in cattiva fede, ignorando gente come Keynes, o, per tornare al presente, Dornbusch, Krugman, Feldstein. Non mi allargo a sintetizzare un po' di questi fondamentali di economia per il lettori del blog perchè non vorrei annoiare, ma invito tutti ad informarsi bene, perché Giavazzi e co. non vi dicono come stanno le cose. Caro Adamoli, le cosiddette "cure da cavallo" non solo sono inutili, ma, proprio secondo la scienza economica, non possono funzionare in questa situazione, e nemmeno funzioneranno poi. Possiamo scommettere, e fra un po' di tempo mi dirai se ho avuto ragione. Cari saluti.
Scritto da Carlo il 26/8/2012 alle 23:03
nicoletta, se hai letto il libro di ishiguro dal quale è stato tratto il film, spero tu abbia avuto meno senso di disagio. nella lettura di un libro, l’emotività è mediata, meno diretta che in un film. durante la visione di un film capita di piangere, mentre è difficile che ciò accada nella lettura di un libro, dove le emozioni hanno il tempo di affastellarsi nella mente in maniera più piena. io ho trovato spettacolare che uno scrittore nipponico, seppur naturalizzato inglese, abbia scritto un simile capolavoro. adoro la yoshimoto e spero prima o poi di riuscire a avventurarmi nelle pagine di 1q84 di murakami. non essere troppo lapidaria e generica con i maschi. io li trovo semplicemente prevedibili.
Scritto da Billa il 26/8/2012 alle 23:57
è arrivato il mio punto di riferimento del blog! ben ritrovato, dottor carlo! mi sa che lei vuole incrementare l’inquinamento da benzodiazepine degli scarichi nei fiumi e laghi lombardi! sono una patita di kieslowsky e nel periodo in cui ho visto l’intero decalogo sono addirittura usciti i tecnici dell’arpa per fare dei prelievi delle acque nel fiume vicino a casa mia. ora, con antonioni, lei crea i presupposti di un danno ambientale!! la vitti è stupenda, non recita, semplicemente traspone nella finzione cinematografica la sua anima autentica. lei è così, una bellezza controversa, non canonica. l’eclisse è angosciante ma deserto rosso ancora di più, fa quasi male fisicamente. ricordo i dialoghi, l’estraneità era palpabile. ora viviamo assenze e incomunicabilità di altra espressione ma gli esiti rimangono i medesimi. non ho visto il grido. come recuperarlo? o qualche amico cinefilo oppure qualche cinema d’essai. ho sempre trovato interessante la programmazione dei film d’essai al cinema mexico di via savona, milano. magari lo proiettano lì! grazie, dottor carlo!
Scritto da Billa il 27/8/2012 alle 00:05
Caro Adamoli, in agosto ho seguito raramente il blog e ieri l'ho passato in rassegna rapidamente. Ha mantenuto un buon livello grazie ai lettori più affezionati e soprattutto alla tua passione e professionalità. Ci tenevo a dirtelo.
Scritto da Bianchi Giò il 27/8/2012 alle 08:07
Gentilissima @Billa nemica delle maiuscole. Una volta era complicato rivedere un film (si diceva che un libro lo rileggi, un film o lo proiettano o non puoi rivederlo): oggi basta noleggiarlo oppure abbonarsi alle varie cineteche via internet che in streaming te lo portano direttamente a casa. Attenta, però, i film del passato risentono, ahime anche loro, degli anni che hanno.
Scritto da Sic Est il 27/8/2012 alle 08:39
@carlo non avrebbe dovuto impegnarsi nella professione medica ma stare alla cassa di una drogheria. @carlo è economicocentrico: crede che tutto ruoti intorno all’economia. Non è così e non fu così per la Germania nazionalsocialista. Hitler era un medium. La politica tedesca non fu pensata, fu rivelata attraverso Hitler. Egli era il portavoce degli dei, come nei tempi antichi; le parole che pronunciava erano il sentimento di tutti. Hitler era lo specchio dell’inconscio di ogni tedesco; era l’altoparlante che amplificava gli inudibili bisbigli dell’anima germanica. Hitler fu il primo Uomo a dire a ciascun tedesco ciò che questi ha sempre pensato e sentito nel suo inconscio circa il Destino della Germania, soprattutto dopo la sconfitta nella I guerra mondiale. Il potere di Hitler non era politico: era magico. E fu terribile.
Scritto da Claudio Ennam il 27/8/2012 alle 08:50
Ottimo quello che hai scritto ieri alle 17.20 in risposta a @Francesco a proposito del partito che non va seguito alla cieca. Però sono soltanto parole, a sinistra siete ancora quelli di una volta, il partito prima o sopra di tutto, il resto è strumentale e conta ben poco. I fatti sono questi.
Scritto da Gino D. il 27/8/2012 alle 09:01
Signora o signorina @Billa, condivido il suo 'amore' per Kieslowsky. Visto che ha citato uno scrittore di origine giapponese mi permetto di segnalarle (ma lo conoscerà sicuramente) il nipponico Yasunari Kawabata, Nobel per la letteratura nel 1968. In particolare consiglierei la lettura del suo capolavoro "La casa delle belle addormentate" un romanzo, un' opera d'arte, di una bellezza e sensualità pura e rarissima.
Scritto da paolo rossi il 27/8/2012 alle 09:04
Roma aveva la più grande comunità ebraica, ma non spiccava per attività intellettuale. Dopo il Risorgimento a cui avevano partecipato ( Manin, Artom...) gli ebrei italiani entrarono nell'amministrazione, nella politica, nell'esercito e nelle università . Musica, letteratura, scienza li coinvolsero profondamente. Non divennero mai grandi capitalisti o industriali, prosperarono in industrie di medie dimensioni.L'Olivetti fu l'eccezione con la raffinata tecnologia e l'attenzione ai problemi sociali
Scritto da Micol il 27/8/2012 alle 09:14
@Bianchi Giò (8.07) - Sulla passione concordo. Se non ne avessi tanta non porterei avanti il blog con questa continuità non essendo più sospinto da motivi di propaganda o da interesse personale a comunicare quel che faccio nelle Istituzioni. Sulla professionalità sei generoso. Cerco di fare del mio meglio, ho imparato qualcosa nei quattro anni di blog, ma sento di dovere e potere migliorare tanto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2012 alle 09:29
Adamoli, non ti pare che il @Claudio Ennam di questa mattina faccia apologia del nazismo? Perché non lo richiami?
Scritto da Osvaldo il 27/8/2012 alle 09:42
@ Claudio Ennam: sono d’accordo. Il potere della medialità è stato sempre grandissimo. Il trascinamento delle genti, quando il pifferaio di turno (sia Hitler, sia Mussolini, sia Lenin-Stalin, sia Berlusconi ed ora Grillo) ne esalta tutti i lati (specie quelli negativi), è estremamente semplice. La storia non è maestra di vita: serve solo a dare un nome agli errori in modo da classificarli nel futuro. Il @Carlo mi sembra che parli di economia esaltando Keynes. Giovanni Mainardo fu un grande economista, ma è datato. Ricordo appena che la politica del “Deficit Spending” non ha senso né possibilità in un sistema, come quello dell’area euro, in cui ogni Paese non ha il governo della moneta. È una politica esercitabile solo se la Zecca è di proprietà dello Stato che ha bisogno di denaro. In ogni caso da noi ha generato solo debiti pagabili dalle generazioni future (il debito pubblico ha titoli che vanno oltre gli anni 40, del 2000.
Scritto da Sic Est il 27/8/2012 alle 09:46
Vero, @Sic Est, concordo. La massa è un verme cieco. Se si prendessero cento fra le persone più intelligenti del mondo e si mettessero insieme ne verrebbe fuori una plebaglia idiota. Se fossero diecimila, avrebbero l’intelligenza di un coccodrillo. Nella folla le caratteristiche comuni si ampliano e sono sempre i bassi istinti a prevalere: la primitiva suggestionabilità dell’uomo delle caverne, la diffidenza e la crudeltà del selvaggio. Il risultato è che la nazione di molti milioni d’individui non è neppure umana. E’ coccodrillo. E’ lupo. E i suoi uomini politici non possono avere una moralità più elevata della moralità massificata e animalesca della nazione. Ecco cosa intendevo.
Scritto da Claudio Ennam il 27/8/2012 alle 10:20
Il fim lo vidi, il romanzo sta lì, intonso. Il senso mi pare possa essere: la vita può essere riprogettata? oppure è sempre troppo tardi per ricominciare a vivere? Il personaggio mi dà un senso oppressivo di ignavia. Ignavia che può opprimere la classi sociali e le società in generale, giunte al termine della loro funzione progressiva (se l'hanno mai avuta...).
Scritto da ulderico monti il 27/8/2012 alle 10:33
@ Osvaldo: di apologie del nazismo, il poliedrico soggetto che scrive sul blog tramite varie identità - fu Valmaggia - ne ha fatte già molteplici. Non condivido nulla di quel che scrive perché travisa il senso delle nozioni storiche, pensando di essere un nuovo Drieu La Rochelle o un Ezra Pound, non essendo nulla: non mi interessa rispondere a degli insulti, non voglio entrare in polemica, quindi lo prego di non proseguire, ritengo anzi che in democrazia ognuno ha il diritto di pensare e scrivere quel che gli pare, pure questo tale.@Sic est (o chiunque lei sia) e ad altri: consiglio la lettura di "La rivincita dell' area valutaria ottimale" di Krugman, o di cercarsi le dichiarazioni dell'economista e "medium" Attali su youtube. Mi ripeto: nessuno è tanto ingenuo da negare che vi sono stati alcuni eccessi di spesa, ma non è il problema europeo attuale. Cari saluti.
Scritto da Carlo il 27/8/2012 alle 10:50
Giuseppe, forse è proprio perchè non hai interessi personali da perseguire - anche se mantengo una piccola speranza - che il tuo blog è molto più bello di tutti gli altri.
Scritto da Valceresio il 27/8/2012 alle 11:06
@Osvaldo (9.42) - Le idee si controbattono, non si richiamano all'ordinee quale sarebbe? Posso consigliare le buone maniere che sono come un involucro elegante, ma non mi permetto di chiedere la modifica del contenuto. Rispetto a molti altri siti, su cui in questi giorni sono stati accesi i riflettori della stampa nazionale, questo blog è complessivamente ben educato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2012 alle 11:48
paolo rossi, grazie per la segnalazione. conosco il libro, l'ho letto quest'anno, dopo che baricco, nella rubrica che tiene su repubblica, l'aveva inserito nella sua classifica personale. veramente bello, mai volgare. l'idea venuta allo scrittore è spettacolare: questo contrapporre corpi virginali ma addormentati a corpi svegli ma ormai sfioriti. grazie anche a sic est per i consigli tecnologici ma lo deluderò dicendogli che lo streaming, a casa mia, ancora addavenì. spero presto. e i punti noleggio vengono chiusi uno dopo l'altro, ad eccezione di quelli interni alle biblioteche che offrono però una varietà ridotta di film. forse scandagliando l'intero interprestito, riesco a trovare il film. correggo il dottor carlo, seppur con qualche titubanza perchè un dottore è pur sempre un dottore: mutevole, ennam preferisce dirsi mutevole, anzichè poliedrico.
Scritto da Billa il 27/8/2012 alle 12:21
A parte l’explicit del mio commento (“E fu terribile”), ho riportato, senza cambiare una virgola, il pensiero di Carl Gustav Jung come tradotto da Adriana Bottini ne “Jung parla”, Adelphi editore. Nessuna apologia di nazismo, quindi. E nessun mio tentativo di scimmiottare ideologi più o meno assimilabili al nazismo. @Osvaldo e @carlo hanno fatto una bella figura di merda. Il secondo poi, presume cose lontanissime dalla realtà: non sono e NON VOGLIO ESSERE l’Innominabile, la Persona Spaventosa. Nel loro piccolo (retrobottega) anche i sartini leggono…
Scritto da Claudio Ennam il 27/8/2012 alle 12:25
@Carlo, nessuna antipatia verso Keynes. Il suo tempo l'aveva letto e interpretato molto bene ma considerarlo un profeta per i tempi nostri mi pare azzardato. E' cambiata l'economia, la relazione fra gli Stati, oggi c'è l'Europa e l'Italia ha perso la zecca, come ha detto giustamente @Sic Est. Potrei continuare ma forse basta così.
Scritto da f.f. il 27/8/2012 alle 13:03
Al solito soggetto: la pianti con i trucchetti da retore, gli argumentum ad hominem, con gli insulti e le sue cretinate sulla Storia. Mi ripeto: non intendo interagire con lei, non cerco la polemica. Lei continui pure ad ammirare Hitler, se così le va. Lei non è un sarto ovviamente, e nemmeno ebreo, piuttosto un volgare poveraccio, e, francamente, "me ne frego" di quale sia la sua effettiva occupazione. Quel che dovevo dirle l'ho già scritto. Per i lettori del blog, invece, un consiglio, se volete capire qualcosa davvero della figura di Hitler: "Memorie del terzo Reich", del gerarca nazista Speer.
Scritto da Carlo il 27/8/2012 alle 13:30
@carlo è un povero frustrato, un ignorante, un rimasticatore di testi. Mi auguro per i suoi pazienti che sia un buon medico ma su questo blog colleziona figuracce e si è permesso perfino di polemizzare con Jung. Senza vergogna.
Scritto da Claudio Ennam il 27/8/2012 alle 14:02
Ho postato la mia replica a @carlo nel post sbagliato. Adamoli, provveda allo spostamento, se crede. Grazie
Scritto da Claudio Ennam il 27/8/2012 alle 14:04
Grazie @f.f. Ho appena letto la risposta di @f.f., dopo l’intervento, documentato (!), di @Carlo (o chiunque Lui sia: qual è la differenza tra il nome Carlo – comunissimo – e un nick-name? La prego di spiegarmelo). Non si contraddica: Lei dice “nessuno è tanto ingenuo da negare che vi sono stati alcuni eccessi di spesa, ma non è il problema europeo attuale”. Guardi che anche sui giornaletti divulgativi può scoprire che il problema europeo (anche della Germania che anch’essa ha un debito pubblico enorme e che, però, rapportato al suo PIL risulta più aggredibile del nostro) è la grande spesa, spesso creata per mantenere il potere, prodotta in tanti anni di errata interpretazione di Keynes e della ricollocazione, sic et simpliciter, delle sue teorie (Keynes le dettò tra le due guerre mondiali) nel nostro dopoguerra. Krugman è un teorico dell’autarchia, uno che è convinto che il benessere degli Stati si ottenga applicando imposizioni alla frontiera. Va bene per gli Stati Uniti, non va bene per noi (faccia presente che siamo una delle più grandi società industriali manifatturiere, di trasformazione di beni importati. Inoltre siamo una grandissima piattaforma di perfezionamento attivo: quell’attività volgarmente denominata temporanea importazione per la lavorazione per conto terzi). Infine o decidiamo di essere coerenti ai vari accordi economico-commerciali internazionali (WTO) o rialziamo le barriere al confine e ci rinchiudiamo nel guscio.
Scritto da Sic Est il 27/8/2012 alle 14:21
@carlo potrebbe spiegare con parole sue perché si dovrebbero leggere le memorie di un traditore dichiarato che per evitare la forca ha detto qualunque cosa su Hitler e sul regime che appoggiò come ministro? Non sta certo rendendo un buon servizio alla sua causa consigliando simili libri. Provi a calmarsi e a pensare un attimo, vedrà che ben altri testi gli verranno in mente. Gliene suggerisco uno: “Hitler” di Rainer Zitelmann. Laterza editore. Autore ed editore sono al di sopra di ogni sospetto.
Scritto da alberto tavana il 27/8/2012 alle 14:48
@Claudio Ennam, lei (ieri 20:36) aveva ragione, nel commento del film mi sono lasciata andare, e so anche il motivo della mia irritazione: sono stata miss Kenton in una vita precedente ma, diversamente da quella del film, non sono scappata in tempo. Quindi, caro @paolo rossi, è ben vero che una persona intelligente e sensibile ma incapace di amare ha una pesante condanna, ma cerchi di capire anche i patimenti di una testona orgogliosa che credeva di scioglierlo in un abbraccio. @Billa, leggerò il libro solo per capire quale è stato il momento in cui miss Kenton ha visto il cartello exit e io invece l'ho mancato. A @Osvaldo ha già risposto il padrone di casa, quindi mi rivolgo al Dottor @Carlo. Sicuramente lei è un ottimo medico, ma suppongo niente a che vedere con la mente o la materia grigia, penso. Anch'io ho letto 'Memorie del terzo Reich' ma sono convinta che sia una descrizione incompleta di una mente così fuori canone e intricata come quella di Hitler. O quella di Stalin e forse anche Carlo Magno. Avevano un impero da costruire e un nemico da distruggere. E' lo stesso obiettivo dei banchieri affamapopoli così bistrattati da lei, Krugman o Stiglitz. Che differenza c'è? Solo il fatto che il sangue versato è più evidente? Parlarne non mi sembra apologia di un bel niente, è semplice desiderio di comprendere la fisiologia di questo scarso chilo di gelatina che abbiamo nel cranio. Roba da pizzicagnoli.
Scritto da Nicoletta il 27/8/2012 alle 16:11
@Claudio Ennam e @Carlo - Se toglieste le espressioni più pesanti dai vostri commenti il significato resterebbe tale e quale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2012 alle 16:11
nicoletta, invece di scioglierlo in un abbraccio non era più risolutivo nell'acido? dai ridi, che mi sembri un po' tirata in questi giorni. senti, tu e ennam siete empatici e questo è molto bello e, soprattutto di questi aridi tempi, anche prezioso. giustamente, sei di parte. però trovo tu sia stata troppo dura con il dottor carlo. in fondo, si è limitato a proporci le memorie di speer, un bestseller di gran lunga più letto del libro di giorgio albertazzi, un perdente di successo, nel quale l’autore intreccia il suo percorso di protagonista di primo piano con le sue esperienze giovanili di sostegno al nazismo. per dirla tutta, non capisco nemmeno l’acredine del dottor carlo per tale signor vallemaggia che, da quanto ho capito, non scrive più, si è estinto. state tranquilli, non ammazzatevi per una idea.
Scritto da Billa il 27/8/2012 alle 20:48
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