Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 22/11/2012 alle 09:15


Pierluigi Bersani
ha dichiarato che il congresso del Pd avrà luogo l’anno prossimo, che la ruota girà e lui lascerà.
Ha soggiunto che il prossimo congresso avrà le sue primarie aperte come quelle che si terranno domenica prossima.
Forse questo è anche il pensiero di Matteo Renzi.
Ebbene io dissento.
Ammettiamo che le primarie domenica le vinca Bersani e poi diventi premier. Il leader politico del Pd dovrà essere lui finche resterà premier. Come avviene in Francia con Hollande, in Germania con la Merkel, in Gran Bretagna con Cameron.
Immaginiamo che Renzi, perdente domenica, concorra per la segreteria del partito l’anno prossimo su un linea politica contrastante con quella di Bersani. Se fosse eletto segretario, magari con un gran numero di voti, avremmo due linee concorrenti, una al governo e una al partito.
Sarebbe la destabilizzazione, quella che abbiamo già sperimentato con Veltroni al partito e Prodi al governo.
L’obiezione seria a questo ragionamento è che domenica, in caso di ballottaggio, Bersani potrebbe vincere con il soccorso determinante di Vendola.
E’ vero, ma resta  più forte la necessità che il capo del governo, qualora del Pd, abbia anche la leadership politica del partito.
Se si sceglie definitivamente per le primarie aperte per il candidato premier, il congresso del Pd dovrebbe tenersi fra gli iscritti.
Il segretario sarebbe, si, una figura importante per tener vivo il partito nella società, per formare e selezionare la classe dirigente. Però dovrebbe supportare la linea del premier, contribuendo semmai a calibrarla e farla evolvere, non a metterla in discussione.
Naturalmente tutto questo vale anche a parti invertite, dovesse domenica vincere Renzi.

Commenti dei lettori: 53 commenti -
Perfetto. La politica dei due forni ha già provocato danni incacolabili al paese sia nella prima che nella cosidetta "seconda Repubblica", sia sul versante del centrosinistra sia su quello opposto del centrodestra. Nessuno vuole più assistere al desolante e becero spettacolo di un governo (Prodi) che decideva una cosa e alcuni suoi ministri ( vi riordate Pecoraro Scanio e non solo?) che manifestavano contro nelle piazze il giorno dopo.
Scritto da cesare chiericati il 22/11/2012 alle 09:36
Analisi ineccepibile di Adamoli. A conferma del grande casino - se preferite: confusione - di idee e programmi che regna nel pseudo-partito democratico. Ineccepibile il riferimento alle consolidate esperienze europee, proprie delle democrazie serie. Il Presidente l'ha detto: i partiti italiani sono inadeguati...
Scritto da ulderico monti il 22/11/2012 alle 09:40
Caro @ G. Adamoli, non sono d'accordo. Mi sembra una polemica fine a se stessa. Come i talk show politici che partono da un assunto, spesso di poco conto, per creare una discussione, spesso inutile, il tutto infarcito di congetture. Se Bersani sarà il candidato presidente (ripeto se) non credo che Renzi abbia molte chances in seguito. Inoltre se Bersani avesse detto che sarebbe rimasto ancora Segretario sarebbe stato criticato lo stesso. Come San Giuseppe e l'asinello...Facciamoci ste primarie!
Scritto da Sic Est il 22/11/2012 alle 10:13
Ragionamento lucido e difficilmente contestabile. Lo dice un bersaniano.
Scritto da G. Guidali il 22/11/2012 alle 10:14
Credevo che il leader del partito uscisse dal congresso....Oppure questa è una delle tue solite - non malevoli - provocazioni?....
Scritto da Giuseppe Morelli il 22/11/2012 alle 10:15
Sono d'accordo assolutamente con Adamoli nella sostanza:sarebbe destabilizzante una situazione in cui leader del partito e premier di governo dello stesso partito si muovessero su linee antagoniste. Speriamo che ciò non succeda. D'altra parte, se il congresso (con i soli iscritti ovviamente, come dice Adamoli)decidesse in altro modo, dovremmo democraticamente prenderne atto e prepararci alle conseguenze.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 22/11/2012 alle 10:30
@Sic Est e @Giuseppe Morelli - Nessuna polemica e nessuna provocazione che qualche volta faccio. E’ una mia convinzione che avevo già esposto sul blog, non mi ricordo se in un post o in una risposta a @Roberto Molinari. Poi verificherò perché adesso devo uscire. Lo spunto per riconfermare questa convinzione nasce da quel che mi ha detto un giovane che vota Renzi: “se perdiamo domenica, vinceremo il congresso dell’anno prossimo”. Non credo che sia utile coltivare questa rivincita al congresso, gli ho risposto. Il prezzo sarebbe di mettere in difficoltà il governo se sarà, come spero, di centrosinistra. Questa mia idea di un congresso degli iscritti, se si confermerà l’elezione primaria per il leader del governo, l’ho già sommariamente esposta alla commissione Statuto di Roma. Molti annuivano. E comunque è un’idea. Non una provocazione né una polemica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2012 alle 10:32
Io la penso al contrario: per me va benissimo, anzi è doveroso che il capo del governo non sia alla guada del Partito, così come un sindaco non è il segretario di circolo o il presidente della provincia non è segretario di federazione. Sarà semplicistico ma per me la dialettica politica sarebbe più chiara così. E sarebbe meglio per tutti. Se non si comprende finalmente che il partito è una cosa e l'istituzione un'altra non usciremo mai dai guai in cui ci siamo cacciati.
Scritto da roberto.caielli il 22/11/2012 alle 11:06
@Sic Est. E' giustissimo che il premier lasci la carica di segretario del partito, questo avviene in tutta Europa. Il Pd si nominerà il suo segretario ma la linea politica non può essere divergente. Si metterebbe in crisi il governo. E' quello che diceva giustamente Veltroni. Un limitato grado di dialettica fra partito e capo del governo dello stesso partito è nell'ordine delle cose naturali e positive. La coesistenza di linee diverse sarebbe distruttiva.
Scritto da Bortoluzzi il 22/11/2012 alle 11:30
@Adamoli. Io credo che un partito,che Il Partito Democratico,debba volare spinto dalla forza degli appartenenti siano essi "vecchi" che "giovani".La frase del giovane fa venire in mente le partite di calcio rionali dei vecchi tempi:scapoli contro ammogliati.Dobbiamo crescere caro Giuseppe,altrimenti il decollo non avviene.
Scritto da Giuseppe Morelli il 22/11/2012 alle 11:38
Renzi si metta il cuore in pace. Se domenica perde dovrà aspettare cinque anni per far vincere le sue idee. La sua eventuale vittoria al congresso dell'anno prossimo sarebbe la fine del governo Bersani. Il post ha una sua logica ferrea.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 22/11/2012 alle 11:43
Per le ragioni esposte da Adamoli,a maggior ragione voterò Bersani domenica,dopo averlo fatto alle precedenti primarie.Mi auguro una sconfitta di Renzi chiara,che non consenta rivincite al sindaco di Firenze,ufficio cui potrà dedicarsi con maggior impegno.Personaggi come Renzi non sono una ricchezza ,esprimono solo carrierismo,battute e sorrisi:un piacione alla Rutelli d'infausta memoria.Mi spiace che Adamoli,salvo mia disattenzione,eviti pronunciamenti a favore di un candidato,tatticismo puro.
Scritto da Bernardo il 22/11/2012 alle 12:04
Io credo che un partito,che Il Partito Democratico,debba volare spinto dalla forza degli appartenenti siano essi "vecchi" che "giovani".La frase del giovane fa venire in mente le partite di calcio rionali dei vecchi tempi:scapoli contro ammogliati.Dobbiamo crescere caro Giuseppe,altrimenti il decollo non avviene.
Scritto da Giuseppe Morelli il 22/11/2012 alle 12:05
Quindi il Segretario del PD lo eleggono i cittadini non iscritti al partito magari berlusconiani che ritrovano in Renzi molto o qualcosa del loro ex leader!Se vince Renzi, non eletto Segretario dagli iscritti, sarebbe un bel colpo di stato. Ma anche se vince Bersani non sarebbe giusto. Mi piacerebeb vedere Renzi Segretario come si comporterebbe con Bersani Presidente del Consiglio, sarebbe una bella prova di maturità o...di maturazione. Da te comunque questo intervento non me lo aspettavo, Giuseppe. Avevo dei dubbi se continuare a restare nel PD, tu mi sproni a lasciare!
Scritto da Mauro Prestinoni il 22/11/2012 alle 12:06
“Specchio delle mie brame, chi sono i più belli del reame?” La politica richiede conoscenza ed esperienza, passione, attitudine a presentare con parole comprensibili questioni complesse, ed inoltre la capacità di comunicare. La competizione politica serve ad ispirare un progetto di cambiamento e ad unire intorno ad esso un gruppo maggioritario di cittadini di una società divisa. Le sfide elettorali contano e le “primarie” sono uno strumento per far conoscere agli elettori i contenuti della politica e le scelte possibili. Ma dov’è il progetto di cambiamento, in che cosa consiste il programma, quali sono le proposte? Se Bersani vince le “primarie” deve fare il “premier” (con il 30 per cento dei voti?) e Renzi non può fare il segretario del partito perché è su posizioni diverse. Ma dove sono le diversità e dove sono le convergenze? Nel confronto televisivo su Sky tra i cinque candidati a “premier” del centrosinistra le risposte sono state vacue, banali, non convincenti. L’attenzione degli spettatori è stata catalizzata dallo “stile” dei personaggi, dalla gestualità, dalla scioltezza, dal linguaggio, dal modo di porsi, persino dagli abiti indossati, dal “pantheon” degli antenati. La trasmissione ha offerto l’immagine, fallace, di un Partito Democratico unito, più che su un progetto, dalla volontà di vincere una sfida già persa dall’avversario. In un Paese dove non c’è una istituzione che prepari la classe politica dirigente e dove i partiti si sono incentrati sulla figura del “leader” e sulla comunicazione mediatica, c’è il rischio che la scelta del personale dirigente sia basata su elementi estetici ed emotivi piuttosto che sulla capacità di intuizione e di coerente realizzazione. L’insostenibile leggerezza della politica italiana sta nella incapacità di coagulare un largo consenso intorno ad un programma concreto, come avvenne nel dopoguerra con la Democrazia Cristiana; i partiti seguono la scappatoia della “pretesa maggioritaria” consistente in un cospicuo premio di parlamentari da aggiungere al prevedibile scarso risultato elettorale. Un tempo si sarebbe grido alla “legge truffa” ma oggi l’ipocrisia e le acrobazie di metodo coprono la dura realtà. Ma cosa succede se gli italiani fanno, come è avvenuto recentemente in Sicilia, lo sciopero del voto? La rappresentatività dei voleri popolari non si acquisisce con le regole elettorali; la “governance” non è garantita dai premi di maggioranza e dagli artifici elettorali. I politici devono cercare di rilegittimare loro ruolo e di ricuperare la fiducia dell’elettorato con un programma serio e credibile che metta al centro i problemi reali e le possibili soluzioni e con un rinnovamento del personale usurato che però deve avere, oltre l’apparenza, una reale esperienza. Nel Partito Democratico non si sono ancora accorti che il bipolarismo è finito e che la forte presenza di elettori che si riconoscono in Mario Monti ha cambiato il contesto in cui il partito è nato. Non basta invitare Monti a farsi da parte, senza dire nulla sulla sua “agenda”; quasi come se si trattasse di una parentesi da chiudere per tornare alla allegra politica di prima.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 22/11/2012 alle 12:08
Cari amici, Giuseppe Adamoli ha ragione, il presidente del consiglio dovrà essere anche il leader del PD. Ecco perchè ritengo che ci è stato da parte di Renzi un illecito sopruso e sopratutto un non rispetto delle regole/normative. Per interessi particolari qui si mette in pericolo non solo la stabilità di un partito ma sopratutto, si fa passare l'idea che tutto è lecito e le leggi non sempre sono al di sopra di tutti noi. Questo deve fare meditare e ricordare che abbiamo convissuto per 20 anni con questa cultura. Voi che avete esperienza e saggezza fate in modo che questa cultura sia definitivamente debellata.
Scritto da Sergio Russo il 22/11/2012 alle 12:20
Caro @Mauro (12.06), se basta qualche mia frase a farti lasciare il Pd hai ben poca fiducia nel nostro partito. Se domenica vince Renzi, contro ogni pronostico, il partito dovrà accettare il verdetto dei gazebo voluti da noi. Se vincerà Bersani la leadership sarà sua fino alla prossime primarie per il governo. Rendiamoci conto che in tutto il mondo prevale giustamente il ruolo del governo su quello del partito.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2012 alle 12:21
Ricordo che Bersani fu eletto da oltre 2 milioni di votanti (3 milioni con i voti di Franceschini e Marino). Molti non erano iscritti e non fu un golpe. Basta fare le cose per bene e ... se po' fa'.
Scritto da Roberto Caielli il 22/11/2012 alle 13:20
Detto ciò io sono per la separazione tra partito e stato (non sono più un bolscevico da almeno 35 anni!). Una netta separazione dei ruoli non può che far bene al partito e allo Stato.
Scritto da Roberto Caielli il 22/11/2012 alle 13:23
@Roberto Caielli. Mamma mia Roberto. C'è un equivoco enorme. Chi non è per la separazione fra partito e Stato? Nemmeno i nostalgici del ventennio fascista, penso. Allora non lo sarebbero i socialisti francesi, i democristiani tedeschi. i conservatori britannici. Lo ripeto, se Bersani diventa capo del governo pensare di rovesciarlo al prossimo congresso è una follia. La mia avvertenza era principalmente rivolta ai sostenitori di Renzi. Questo è il mio pensiero.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2012 alle 13:31
Certo Giuseppe. non ti prendo mica per un bolscevico! ma resto della mia idea, che la tua soluzione non sia quella giusta. del resto abbiamo anche l'esempio americano, quello spagnolo e tanti altri. Insomma: non è eliminando la dialettica tra partito e governo che si risolve il problema.
Scritto da Roberto Caielli il 22/11/2012 alle 13:47
sono d’accordo con @Roberto Caielli. oltre tutto, la concentrazione, in un’unica persona, della presidenza del consiglio e della segreteria del partito, non mi sembra “salubre”. solo un appunto: noi siamo qui a disquisire di queste belle faccende perché abbiamo la pancia piena e siamo fuori da un letto d’ospedale. appena ci troveremo a che fare: 1) con i tagli dei posti-letto; 2) con le apparecchiature nuove, all’avanguardia ma non funzionanti, come succede a Tradate dove la macchina per RMN non è utilizzata perché non c’è personale addetto (nonostante sia intervenuto anche il Gabibbo ... che in Italia ha il suo bel peso); 3) con i medici “scazzatissimi” e “incazzatissimi” (si può dire, vero?) che, a causa della spending, non potranno più far carriera. il gran primario alla dottor tersilli (alberto sordi) sarà solo un bel ricordo, in quanto si prevede che i primari dovranno dividersi in più presidi ospedalieri della medesima azienda ospedaliera. ebbene, quando ci troveremo alle prese con tutto ciò (e tanto altro, soprattutto nel mondo del lavoro) ci accorgeremo di quanto siano fatui questi nostri dialoghi, oltre che le aspettative che stiamo costruendo intorno ai due, renzi e bersani.
Scritto da Billa il 22/11/2012 alle 13:52
@Camillo Fiori, la beffa è proprio questa: l’anno scorso, l’averci fatto credere che i politici non erano in grado di portarci fuori dalla crisi e fosse necessario un “uomo terzo” rispetto ai due poli di centrosinistra e di centrodestra. ora, i medesimi politici ci vogliono convincere di essere ritornati nelle condizioni di governarci. la beffa sta qui. ed è per questo che verrebbe voglia di chiedere un monti-bis, composto di soli tecnici. però non è così che funziona l'esercizio dei diritti politici e civili previsti dalla costituzione. vorrà dire che ci terremo gli inadeguati! a proposito, nei giornali si leggono già i nomi dei papabili alle regionali e alle politiche. ad esempio, martina che correrà per le politiche, boeri idem, la rozza per le regionali, ecc. ecco che si incrina la distinzione fra “eletti” e “nominati”, dal momento che è sempre il partito che decide chi far scendere in campo e dove destinarlo (comunali, regionali e politiche). poi, a noi popolo-bue viene chiesto il voto, e noi, sulla fiducia, lo concediamo.
Scritto da Billa il 22/11/2012 alle 13:54
Caro Giuseppe, io mi ritengo un dinosauro per cui, per commentare il tuo post quotidiano, mi rifaccio all’insegnamento di Sturzo, lo Sturzo degli anni cinquanta quello che vedeva nella eccessiva invadenza e nel condizionamento dei partiti nelle cose di Governo e nel Parlamento un “pericolo” per il Paese. Certo tu parti da un assunto non di secondo piano. Nell’attuale fase politica il leader del partito va ad assumere il ruolo anche di capo del Governo. E’ così in alcuni paesi europei. Lo è in Gran Bretagna dove però c’è un sistema maggioritario, non lo è in Francia dove c’è un semipresidenzialismo e un sistema a doppio turno e dove Hollande ha vinto le primarie dei socialisti e sconfitto il segretario del suo partito, ma dove a segretario, a succedere alla Aubry è previsto un uomo di Hollande. L’UMP, il partito di centrodestra aveva come capo Sarkosy e le due figure coincidevano. In Germania il segretario di partito e il candidato alla cancelleria non sono le stesse, ma è ovvio che il leader del partito è comunque il Cancelliere in carica. Negli USA poi la cosa non si pone. Si fanno le primarie e il candidato che esce vincente è colui che si propone al paese come leader e Presidente. Il segretario del partito, democratico o repubblicano, è più un coordinatore, un organizzatore di un gigantesco comitato elettorale. Dunque abbiamo diversi contesti e diverse esperienze, anche se, nella logica della “identificazione” e della personalizzazione si tende a semplificare per cui il leader del partito è anche colui che si dovrà candidare a capo del governo e in caso di vittoria rimane anche leader del partito perché nulla deve mettere in ombra la sua opera. Era l’idea di Veltroni per cui il segretario eletto con le primarie era automaticamente il candidato del PD alle elezioni politiche. Fanfani fu il primo ad introdurre questo schema, se non ricordo male. Da Segretario della DC si propose come capo del Governo cercando di tenere le due cariche. Finì che perse sia l’una che l’altra. La DC non è mai stato un partito “monarchico”, ma “repubblicano” a tutti gli effetti e, soprattutto, allergico ad ogni leaderismo assolutistico. Chiuso questo amarcord, facevo riferimento a Sturzo perché nelle sue pagine scritte nel dopoguerra il prete di Caltagirone sottolineava come si dovesse sempre mantenere la distinzione tra il Governo, i gruppi parlamentari e il partito politico e la sua azione. Sturzo vedeva in questo l’antidoto alla partitocrazia e alla libertà di azione di chi eletto dal popolo dovesse occuparsi della cosa comune e non invece degli “interessi di parte” cosa, quest’ultima, a cui i partiti per loro natura sono portati. Venendo alle questioni del PD io credo che se si fanno le primarie si ha una “legittimazione” ampia ad essere il candidato alla Presidenza del Consiglio. Personalmente sono perché il segretario del mio partito sia votato solo dagli iscritti che hanno tutto il diritto di esprimere la loro preferenze in un congresso che determini anche la linea politica da seguire. Certo tu poni un corretto problema: può un segretario di partito remare contro il Presidente del Consiglio espressione dello stesso partito anche se scelto col metodo delle primarie? Io credo che dovrebbe essere la politica a evitare questo. E se mi permetti la provocazione, proverei a ribaltare la domanda. Ma se il segretario di partito e il partito ( quindi ) vanno contro il Presidente del Consiglio non è che questo ultimo ha perso legittimazione e consenso?
Scritto da roberto molinari il 22/11/2012 alle 13:57
@Roberto Caielli (13.47) - Perché Roberto, in America il leader dei democratici non è Obama e in Spagna ai tempi di Zapatero il leader dei socialisti non era lui? Ci sono i segretari dei partiti ma i leader erano e sono loro. La pensiamo in modo diverso, tutto qui. Vedremo in futuro chi avrà avuto ragione. Adesso non replicherò più, altrimenti la discussione diventa noiosa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2012 alle 14:08
Ecclesiaste: "Più accresce la mia scienza, più aumenta il mio dolore". Più aumenta la conoscenza di questa classe politica più aumenta il consenso di Grillo. Bersani non sarà presidente del consiglio. L'ingovernabilità è il risultato più probabile delle prossime elezioni.Toccherà ancora a Monti. Tocchiamoci.
Scritto da Claudio Ennam il 22/11/2012 alle 14:33
Caro Giuseppe, da vecchi amici, posso anche permettermi di provocare un po', anche se sono abbastanza stanco di stare in un partito dove si fa del giovanilismo e una guerra tra generazioni (ai fini solo carrieristic, altro che ...nuovo che avanza), quando invece ci sarebbe bisogno di tutti. Quello che sotieni su premier/leader di partito ha una sua logica. Citi gli USA dove le primarie sono un'altra cosa e c'è una Repubblica Presidenziale. Se vince Renzi (e perchè no?!) come la mettiamo "tecnicamente" col fatto che debbe anche essere Segretario del Partito? Certo la frase che tu riporti: “se perdiamo domenica, vinceremo il congresso dell’anno prossimo” dei "renziani" la dice lunga sulla politica come Servizio, rispetto delle idee altrui ecc ecc. Visto che apparteniamo alla vecchia (e gloriosa) classe politica forse dovremmo farci una domanda: ma abbiamo lavorato tanti anni (sono in politica dal 1975 ... inteso come militanza e non come posti di potere), abbiamo fatto una resistenza per gli ultimi 20 anni a chi ha sfasciato e basta... tutto questo per questa "nuova" classe dirigente? Una volta ci si iscriveva al Partito, e dall'attaccaggio dei manifesti si risaliva fino al Consiglio Comunale e avanti così... adesso si rottama e ci si iscrive direttamente alle più impervie carriere!
Scritto da Mauro Prestinoni il 22/11/2012 alle 15:19
Mi stra-piace quello che scrive Mauro, che rende meglio di me il concetto di separazione tra politica-partito e politica stato. O se volte tra il servire e il comandare... Forse altrove ce l'hanno già chiara la distinzione, ma noi in Italia abbiamo qualche compito a casa da fare in più... come direbbe Monti.
Scritto da Roberto Caielli il 22/11/2012 alle 15:40
Lo continuo a ripetere, dobbiamo avere il coraggio, noi che abbiamo superato i 60 anni, di dare fiducia a chi è giovane per età (Renzi) ma a chi soprattutto è giovane per quello che dice. Io non mi sento un rottamato e poi dal "rutamatt" ho sempre trovato a buon prezzo i pezzi che mi facevano andare avanti le mie auto che ho sempre acquistato usate! Vedo purtroppo certi giovani che sono più vecchi di chi è vecchio per davvero! Coraggio, abbiamo fatto tante scelte in passato che ci sono andate giù di traverso, votiamo per Renzi senza timori e pregiudizi con la speranza di chi crede che comunque siamo sulla buona strada.
Scritto da Eugenio Maria Castiglioni il 22/11/2012 alle 15:42
Non mi interessano buoni comunicatori, ma buone, realistiche, fattibili e utili comunicazioni. (berlusconi docet
Scritto da Mauro Prestinoni il 22/11/2012 alle 15:54
Una cosa fattibile è che Renzi (riprendendo quello che già aveva fatto l'imprenditore illuminato Olivetti) ha detto quello che farà relativamente agli stipendi dei dipendenti pubblici: "lo stipendio più alto non dovrà superare di 10 volte quello dell'ultimo dei dipendenti". Lui Renzi lo ha già applicato nella sua Firenze, alla faccia delle consulenze da nababbi che caratterizano la nostra pubblica amministrazione. A proposito proprio sul Corriere della Sera d'oggi ho letto che Firenze, tra tutte le città italiane, è quella dove il costo della vita sta diminuendo. Se Renzi è solo un buon comunicatore allora dico evviva i buoni comunicatori.
Scritto da Eugenio Maria Castiglioni il 22/11/2012 alle 16:13
Dall'insieme dei commenti desumo che gli eccessivi personalismi nuocciono alla buona politica,e che sarebbe necessario anzitutto stabilire di comune accordo una linea programmatica"di massima"prima di andare all'esterno.Sara'mai possibile che il trioR.B.V.si metta d'accordo per stilare un programma comune?Altrimenti che succedera'quando vincera'l'uno piuttosto che l'altro?E dove andranno quelli che condividono la politica di questo piuttosto che di quello?Concordo con@C.M.Fiori 12,08e@Billa13,54
Scritto da giovanni dotti il 22/11/2012 alle 16:46
@Castiglioni. Quale metodo starà usando per intervenire sul costo della vita? Dovrebbe dirlo a tutti. O forse, a firenze diminuiscono i prezzi perchè c'è meno domanda, data la crisi. Siamo seri vinca chi deve vincere. Per quanto riguarda gli stipendi dei dipendenti di Firenze: sono regolati da un contratto nazionale (e per i Comunali sono i più bassi nella PA). Su su si voti per chi vuole ma senza inventare ....invenzioni!
Scritto da Mauro Prestinoni il 22/11/2012 alle 17:15
Caro @Massimo (12.08) - Su molte cose concordo ma non credo che i candidati non abbiano progetti diversi. Questa volta no, anche se il confronto su Sky ha effettivamente appiattito le differenze. Renzi, ad esempio, era tutto impegnato a dimostrare che lui è del centrosinistra come gli altri, cosa che per me è stata perfino fastidiosa tanto era inutile. E’ vero invece che sui giornali e sulle Tv di programmi si parla ben poco, ma è anche per la scarsa attitudine dei giornalisti ad entrare nel merito dei problemi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2012 alle 17:24
@Mauro Prestinoni. I tuoi post sono condivisibili. Aggiungo, però, che pur non piacendomi l'accezione "rottamazione", non mi va nemmeno che il partito si trasformi in un luogo dove si ha diritto a fare una "carriera burocratica" (da attacchino a ministro), nè che qualcuno si senta unto (vedi la Bindi) e indispensabile. Dopo due mandati (e sono anche tanti) sarebbe opportuno ritirarsi in buon ordine senza richieste di sottogoverno e trasformarsi, come noi comuni mortali, in nonni, per consigli.
Scritto da Sic Est il 22/11/2012 alle 17:24
Cara @Billa ((13.52) - Mai sostenuto che segretario del Pd e capo del governo debbano essere la stessa persona. Ma se hanno linee divergenti il governo rischia di saltare in aria.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2012 alle 17:25
@Roberto Molinari (13.57) - Gli esempi che porti, caro Roberto, confortano la mia tesi. Peraltro, il titolo del mio post “Dissento” si riferisce al fatto (lo dico nelle prime righe) che, dopo le primarie aperte a tutti per il premier, il congresso dovrebbe essere degli iscritti. Poi ho fatto alcune considerazioni che vanno a sostenere questa posizione. Se vincesse una linea congressuale diversa da quella delle primarie? Sarebbe un bel problema ed era proprio ciò che volevo sottolineare. Per questo sostengo che due elezioni primarie che danno la stessa legittimazione popolare sono un lusso che non possiamo permetterci. Per quanto mi riguarda penso sia meglio dirlo subito, vinca questo o quello.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2012 alle 17:29
@Giovanni Dotti (16.26) - Il programma comune, caro Giovanni, sarà stilato fra qualche settimana. Per ora è in atto il confronto politico-progettuale e la scelta del candidato. Un accordo preventivo, ove mai fosse stato possibile, avrebbe vanificato le finalità delle primarie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2012 alle 17:31
Un conto sono le primarie del Pd senza la L un altro le elezioni politiche e la nomina del futuro premier dopo le consultazioni parlamentari come previsto dalla Costituzione italiana
Scritto da Leopoldo Parada Pestana il 22/11/2012 alle 18:33
A me pare tutto chiaro. Chi vince queste primarie e diventa premier sarà il leader del Pd. Dove sta il problema? Vincerà Bersani e continuerà a guidare la barca anche con un nuovo segretario del partito.
Scritto da Laura il 22/11/2012 alle 19:20
@ADAMOLI per la sua lunga esperienza politica avra'anche ragione,ma per chi vede le cose dal di fuori lo spettacolo non pare proprio edificante. Se un"accordo preventivo"fosse stato possibile,integrando le tre o quattro principali proposte,sarebbe stata una vittoria della Politica e non ci sarebbe stato neanche bisogno di indire queste Primarie(che si giocano eccessivam.sulle persone piu'che sui programmi concreti).Dubito che la sintesi si possa fare dopo in modo incruento,con l'intesa fra tutti
Scritto da giovanni dotti il 22/11/2012 alle 20:25
Il problema delle primarie va ancora risolto in modo definitivo e convincente. Sono anch'io del parere che due elezioni aperte a tutti sia per il premier che per il segretario si prestano a rischi molto forti. Bisogna parlarne chiaramente e trovare lo soluzione giusta. Per il segretario ci potrebbe stare il congresso tradizionale.
Scritto da Francesco (Milano) il 22/11/2012 alle 20:25
Per come è strutturato il sistema dei partiti in Italia e il sistema dei rapporti partiti parlamento, la proposta di Adamoli mi pare più che sensata.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 22/11/2012 alle 21:12
Mi convinco sempre di più che il nuovo fa paura. Ci vuole coraggio. Io voterò Renzi.
Scritto da Eugenio Maria Cstiglioni il 22/11/2012 alle 21:47
Dal Paese delle Meraviglie piove un plauso per il signor @Leopoldo Parada Pestana (ho scritto giusto?). Le primarie sono solo un gioco di ruolo. I 5 si candidano a diventare Presidenti del Consiglio ma è una bella bufala, perché il vostro ordinamento istituzionale, non prevedendo l’elezione diretta del Premier, lascia alla negoziazione dei partiti in Parlamento la costituzione del futuro Governo. A dimostrazione, nascono addirittura movimenti come quello del signor Lucaluca (quello del Cavallino Rosso) che sostengono un futuro Presidente del Consiglio (Monti) pur sapendo che non è candidabile, ma recuperabile come premier solo dopo le elezioni. Perfino il poco Reverendo Presidente Napolitano consiglia questa modalità. Il cavallino rampante Lucaluca, che furoreggia sulla sua Testa Rossa a dodici cilindri contrapposti, se ne fa beffa delle primarie. A decidere il futuro Presidente del Consiglio dei Ministri non saranno gli elettori ma i partiti. Signor @Eugenio Maria Castiglioni, se nella sua vita ha sempre acquistato macchine usate, rimanga su Bersani, che è l’usato sicuro. Questo è un modesto consiglio che le dà il Brucaliffo. Tra l’altro, è un consiglio disinteressato, perché il Brucaliffo non è bersaniano ma il referente, in loco, del Comitato Marxisti per Tabacci. Infine, se ci è consentito, esprimiamo il nostro dissenso per il signor Santoro. Settimana scorsa, ha accostato Landini a Briatore (o era Crozza?). Questa sera, ha abbinato Vendola a Brunetta (è sempre Crozza?). E lo scempio estetico di sovrapporre Ghedini a Nesi? Siamo indignati!
Scritto da Alice in wonderland il 22/11/2012 alle 22:45
@Eugenio Maria Castiglioni. E' giusto. Lei è di destra ed è giusto che voti un uomo di destra. A me Renzi fa orrore. Ed è giusto perché io sono di sinistra.
Scritto da Claudio Ennam il 22/11/2012 alle 23:04
Tutto dicono che Bersani è solido, rassicurante, che sta con la gente comune perché sta con la Cgil. Io voterò per qualcuno di diverso, che mi dà un pò di speranza, che vuole cambiare la solita vecchia sinistra che mi ha deluso.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 22/11/2012 alle 23:43
@Claudio Ennam, tu sei di sinistra come io sono un tram. Io voto Bersani, sono di sinistra e non voglio farmi prendere in giro da te come fanno certi tipi. Getta la maschera che è ora.
Scritto da Iscritto Varese il 22/11/2012 alle 23:52
@Iscritto Varese. Se Bersani è di sinistra io sono le ruote di quel tram. Bersani guida un partito che appoggia incondizionatamente le politiche di questo governo di ultradestra. Chi approva Monti è di destra. Chi non si oppone a Monti, serial killer della Finanza Internazionale, è di destra. Chi vota PD è complice di questo esecutivo di ultradestra che ha distrutto il Paese, già fortemente compromesso dal Buffone di Arcore. Nel mio piccolo, anzi, piccolissimo, su questo blog e soprattutto sul mio blog, non c'è giorno che io non attacchi Monti e le sue azioni criminali. Tu, @Iscritto Varese, cosa fai? Voti Bersani? Complimenti, omuncolo di destra! L'unica “seria” opposizione di Bersani a questo governo è stato esclamare un paio di volte “porca boia”. Un po' poco, non ti pare, omuncolo di destra?
Scritto da Claudio Ennam il 23/11/2012 alle 07:25
Carissimo Giuseppe, ho notato che questa volta non ti sei battuto apertamente per un candidato. E' la prima volta che ti comporti in questo modo sia nel Pd che negli atri partiti nei quali abbiamo militato. Nel Pd avevi votato la prima volta per Enrico Letta e la seconda volta per Bersani. Ti conosco bene e penso che questa scelta ti sia costata un pò.
Scritto da Tuo amico fedele il 23/11/2012 alle 09:13
@Adamoli, per cui si deduce che l'eventuale delegittimazione dell'attuale segretario alla vigilia di elezioni così importanti, con un unico partito rimasto in piedi è da considerarsi ipotesi sciagurata.
Scritto da Pierluigi Galli il 23/11/2012 alle 09:14
Carissimo @amico (09.13), hai ragione, ho detto la mia su molti argomenti correlati alle primarie ma non ho fatto campagna per l’uno o l’altro candidato come avrei fatto fino a poco tempo fa. Sono le fasi della vita che cambiano. Mi ero posto fin dall’inizio l’interrogativo se fosse più utile indossare una casacca oppure discutere e far discutere nel merito con assoluta libertà critica. Ho scelto questa seconda strada almeno fin al ballottaggio, se ci sarà. Non so se ho fatto bene. Come sempre ci ho messo tutto il mio impegno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/11/2012 alle 10:33
@Pierluigi Galli (9.14), Bersani ha voluto giustamente queste primarie per far uscire il Pd da una situazione incresciosa. La destra era in sfacelo e noi eravamo su un livello di consenso sotto 8 punti rispetto al Veltroni di 5 anni fa. Le primarie, a detta di tutti, segretario compreso, hanno fatto ripartire il partito. Ciascun elettore potenziale di centro sinistra potrà esprimere la sua preferenza che non può significare delegittimazione per nessuno. Poi il risultatato va accettato da tutti. Secondo me con le conseguenze logiche che ho indicato. Come ho detto e ripetuto è solo la mia opinione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/11/2012 alle 10:41
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