Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 16/1/2013 alle 11:45


Dopo l’uscita di scena di Formigoni la sanità regionale non sarà più come prima, affermano molti osservatori ed esperti. Concordo.
(Detto per inciso, chi si è mai accorto che l’assessore alla Sanità negli ultimi anni è stato il leghista Luciano Bresciani?)
Chiunque vinca, ci saranno meno formigoniani nei posti chiave. C’è da augurarsi che i prossimi dirigenti siano scelti esclusivamente per il merito professionale.
Ma il problema vero è cosa cambierà nella cultura sanitaria, quali modifiche avrà la famosa legge 31 del 1997 su cui si è fondata la sanità in Lombardia.
Sono molto fiducioso che il programma di Ambrosoli conterrà alcune innovazioni importanti. In massima sintesi:
Difesa e sviluppo dell’ospedale pubblico come assoluta priorità. Non si può continuare a tagliare i posti letto in modo quasi lineare senza scelte oculate ospedale per ospedale.
Controlli più rigorosi sul privato convenzionato sia per l’uso dei fondi sia  per l’appropriatezza degli interventi e delle cure.
Limiti all’aziendalizzazione della sanità con la riorganizzazione e il rilancio dei servizi sul territorio che sono stati ingiustamente ridimensionati. Riconversione dei piccoli ospedali in strutture per post-acuti (dalla degenza in ospedale al ritorno a casa).
Cultura della prevenzione affidata anche alla diagnostica fuori dagli ospedali e al miglioramento della medicina di base a cui va restituito credibilità, valore e dignità.
Attenzione alla psichiatria, così trascurata da lasciare le famiglie nella solitudine se non nella disperazione. Certi reparti psichiatrici negli ospedali (per l’emergenza) fanno accapponare la pelle.
Ogni ritorno al centralismo del ministero della salute a spese dell’autogoverno regionale va respinto.
In questo quadro l’impostazione sanitaria in Lombardia avrà una forte influenza sul sistema nazionale.

Categoria: Lombardia, Sanità
Commenti dei lettori: 35 commenti -
Magari anche una gestione un po' più collegiale e meno monocratica con i DG che guadagnano tanto più quanto più fanno risparmiare ...
Scritto da PG il 16/1/2013 alle 12:41
Giuseppe tutto giusto quello che hai scritto,ma se non si modificano alcune cose non potrà cambiare niente. La nomina dei Direttori Generali,i poteri quasi assoluti dei DG (legislazione fatta in piena tangentopoli nel 94),controllo assoluto dei politici sulle nomine.Per amore di verità va detto che fu Rosy Bindi a fare l'aziendalizzazione della sanità,e quella mostruosa legge sull'intramoenia,che non ha portato nessun beneficio sulle liste di attesa.Il problema dell'Università,e del familismo.
Scritto da mario diurni il 16/1/2013 alle 12:55
È cambiare tutti i vertici CL e ascoltare i cittadini\ malati, incentivare l' aggiornamento del personale pubblico..... Scuola,Sanità,Servizi
Scritto da Francesco Re Sartù il 16/1/2013 alle 13:28
Sono completamente d'accordo.
Scritto da Flavio Carminati il 16/1/2013 alle 13:29
Non solo... Ma e' gia' un buon messaggio.
Scritto da Simone De Clementi il 16/1/2013 alle 13:41
Caro Giuseppe, ottima la sintesi del programma sanitario da te esposto.Non cambierebbe nulla e forse peggio, se dovesse vincere Maroni insieme a tutta la vecchia genia Formigon ciellina. Avanti tutta con Ambosoli
Scritto da A. Vaghi il 16/1/2013 alle 13:42
Il ministero della Sanità rimane sempre il punto di riferimento contro ogni deriva regionale(in questo caso di stampo formigoniano ) o altre in futuro e la lotizzazione della sanità da parte dei partiti.In altri casi abbiamo visto casi di mancata sostenibilità dei Bilanci compromettendo l erogazione dei servizi -il caso Piemonte
Scritto da Leopoldo Parada Pestana il 16/1/2013 alle 13:47
Formigoni, nel 1997, occupava la stanza della Presidenza da soli due anni e la l.r. n. 31 (applicazione, in ritardo, del d.lgs. n. 502/1992) è stata il suo primo banco di prova. Gli accreditamenti delle strutture private sono state la killer application (con valenza negativa) della sua gestione, fino ad arrivare alle indecorose questioni Simone/Daccò/Maugeri scoppiate nell’anno stesso delle sue dimissioni. @Mario Diurni: la normativa Bindi sull’intramoenia (d.lgs. n. 229/1999) ha portato le strutture sanitarie a lavorare part-time, al mattino, per dedicare il pomeriggio (risorse strumentali e umane) alla libera professione. Nulla è cambiato per le liste d’attesa, primo problema della sanità lombarda, non disgiunto da quello della qualità individuale dell’operatore sanitario. Nella sua generalità, rimane un’eccellenza, questo sì. Cosa può migliorare Ambrosoli?
Scritto da eg il 16/1/2013 alle 14:34
@Mario Diurni (12.55) - I direttori generali (lo dico ai lettori, tu lo sai meglio di me avendo lavorato tanti anni in un ospedale regionale) sono di fatto sottoposti soltanto alle direttive della Regione. La mia e nostra idea (parlo prima dell’Ulivo e poi del Pd) era quella di chiamare alla condivisione delle scelte i dirigenti ospedalieri di più alto grado e anche gli amministratori locali per valutazioni strategiche non strettamente di carattere medico. E’ un’opzione aperta che, ove fosse attuata in modo tecnicamente valido, premierebbe le professionalità e l’etica medica nel suo complesso.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/1/2013 alle 15:28
@eg (14.34) - Cosa può migliorare Ambrosoli? Beh, tu fai degli esempi negativi che indicano già una gamma di possibili interventi. Bisognerebbe riconoscere le eccellenze che, come tu dici, esistono e gettarsi con decisione a coprire le lacune e rimediare ai guasti evidenti (ad esempio le lista di attesa in parte mascherate). Con Formigoni, per il quale era tutto eccellente, i margini di avanzamento erano pressoché inesistenti. Io ho fiducia nel futuro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/1/2013 alle 15:31
@Leopoldo Parada Pestana. No, io credo nel decentamento. Fatto bene. Ma la sanita' regionale e' una vittoria per i cittadini.
Scritto da Simone De Clementi il 16/1/2013 alle 15:32
L'aver dato alle regioni la gestione della sanità è stata una scelta giusta ma a costi drammatici. E successo che ogni governatore ha piegato la sanità che incide mediamente per il 60/70 % sul bilancio delle regioni ai propri interessi elettorali. In Lombardia Formigoni ha investito nella sanità la sua armata di personaggi di CL mesi in tutti i posti di comando. Ha con il messaggio accattivante del diritto alla libera scelta di accreditare stutture privati e pesudoreligiose con un incremento dei posti letto, con il paradosso che abbiamo cardiochirurgie quanto tutta la francia e il doppio dell'austria. Abbiamo costruito ospedali cattedrale che oggi sono sottoutilizzati. Abbiamo in compenso distutto i servizi territoriali e sociosanitari. Io spero che il nuovo governo apra con le regione una discussione franca si come riorganizzare il servizio sanitario in italia, puntando ad evitare che siano i cittadini a spostarsi nella penisola a cercare una assistenza adeguata. Basta slogan con una sanità che costa oltre 110 miliardi l'anno si può e si deve fare meglio
Scritto da Mauro Porcelli il 16/1/2013 alle 15:47
Cosa aspetta Ambrosoli a dire qualcosa, soltanto qualcosina in questo campo che è uno dei più importanti della Regione. Certe volte sembra un alieno. Sperem!
Scritto da Giorgio S. il 16/1/2013 alle 16:05
Caro Adamoli, bisogna cambiare molto nella sanità lombarda. Per certi esami e certe visite bisogna aspettare troppo e per entrare in ospedale nei tempi giusti devi farti prima visitare dal primario ospedaliero pagando salato.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 16/1/2013 alle 16:46
Rosicate, rosicate pure. La sanità lombarda è la migliore. Confrontatela pure con quella emiliana e toscana e vi accorgerete che c'è più privato in Emilia che in Lombardia. Ci vorrebbero più controlli ma il nuovo governo Maroni col Pdl decisivo provvederà.
Scritto da Luciano il 16/1/2013 alle 17:19
D'accordo su quanto esponi. Quanto all'"intra moenia" ritengo che sia una cosa assurda che non reca beneficio alcuno al cittadino, anzi. In quale altro settore i dipendenti possono ritenere un diritto svolgere la libera professione nel luogo in cui lavorano come dipendenti ?
Scritto da Angelo Eberli il 16/1/2013 alle 19:03
saggi consigli, anzi buone proposte. aggiungo il tema della copertura dei costi e del carico sulle famiglie, un nodo dirimente tra destra e sinistra. Il PD ha buone idee da mettere a punto e da giocare, non solo a livello lombardo: un nuovo solidarismo comunitario. Ne ho parlato in questa lettera a VN che ha ripreso il tema proposto da Antonio Di Biase. http://www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/la-sinistra-vince-con-le-buone-idee-252568.html
Scritto da roberto caielli il 16/1/2013 alle 19:29
Sono andato settimana scorsa ad ascoltare Ambrosoli: una brava persona ma abbastanza lontano dai problemi veri. L'idea della banca lombarda fa ridere. Sono assente dal blog da parecchio tempo ma volevo segnalarti questa impressione che non era soltanto la mia ma di molti intorno a me. Suscita simpatia ma basterà?
Scritto da Il pirata il 16/1/2013 alle 19:32
I medici sono ormai dei numeri nelle mani dei politici burattinai.Devono riprendersi il controllo sulla Sanita'entrando prepotentem.nelle stanze dei bottoni non come"casta"ma perche'"tecnici"conoscitori dei problemi reali.LaSanita'privata si alimenti col pagamento diretto dei privati(rimborsati poi dallaRegione con tariffe prestabilite)in modo da evitare imbrogli;si incrementi la sanita'pubblica con nuove assunzioni di personale(coi soldi risparmiati dal privato)e si taglino le prestaz.superflue
Scritto da giovanni dotti il 16/1/2013 alle 20:24
Per la sanità lombarda ci vorrebbe un tagliatore di teste come Bondi ma quello che aveva risanato Parmalat più che quello che ha fatto qualcosa con Monti. Dopodiche c'è da sperare che chi vince non faccia come Formigoni e cioè non premi i suoi amici-
Scritto da Pietro (di sinistra) il 16/1/2013 alle 20:33
(Segue)si eliminino i dir.gen.superpagati per far danno,lacche'dei politici.Si ripristinino i Consigli di Amministraz.dei vari Enti ospedalieri introducendovi(in maggioranza)i medici che vi lavorano.La Regione si limiti a far da coordinamento per le scelte di fondo,per i piani sanitari territoriali,e per gli acquisti di apparecchiature e materiali a costi standard.Solo cosi'la Sanita'potra'salvarsi.Ma sara' possibile tutto cio'?Non lo credo proprio.Intanto si buttano tanti soldi per spese inutil
Scritto da giovanni dotti il 16/1/2013 alle 20:42
@Leopoldo Parada Pestana (13.47) e @Mauro Porcelli (15.47) - Concordo che sia venuto il momento di ridiscutere le strategie sanitarie sul territorio nazionale. Ma vedrei con molta preoccupazione l'ipotesi di ricondurre tutto a Roma. Forse che dalla capitale si riuscirebbe a ridurre la lottizzazione e il familismo, migliorare la trasparenza, eliminare gli spechi, essere più aderenti alle necessità dei cittadini? Rispondo di no e penso che l'avvento delle Regioni nella sanità sia stato complessivamente positivo. Ora serve fare il punto della situazione per riprendere bene il cammino.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/1/2013 alle 21:45
@Giovanni Dotti, ma se i consigli d'amministrazione degli ospedali erano stati aboliti perché erano troppo politicizzati?
Scritto da Lettrice affezionata il 16/1/2013 alle 22:54
E cosa ne dici dei matrimoni gay e delle adozioni gay? Non capisco perché il tuo partito debba vincolare i suoi parlamentari sul voto su questi temi.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 16/1/2013 alle 23:33
@Lettrice affezionata,forse che i dir.gen.non sono politicizzati?Lo sono anche piu'dei vecchi Consigli di Amm., per questo come correttivo proponevo una maggioranza di "tecnici"(cioe'di Sanitari dello stesso Ente)nominati per sorteggio o per votazione popolare(la brevita' imposta impedisce di sviluppare oltre il discorso). Per i piani sanitari necessiterebbero: una visione unitaria globale del territorio,il parere "vincolante" dei tecnici ed un coinvolgimento diretto delle popolazioni residenti
Scritto da giovanni dotti il 17/1/2013 alle 00:37
Grande spazio alla medicina alternativa e alle cure palliative,riabilitative, e di sostegno al malato e alla famiglia.Rafforzamento della assistenza extra ospedaliera,medica e paramedica.Tagli agli investimenti che creano bisogni artificiali (al posto del telefonino la macchina clinica),Stipendi degni ai medici e paramedici in Ospedale, tagli decisi invece a chi opera extra moenia.Stop alla creazione di strutture elefantiache inutili e doppioni di già esistenti.Promozioni basate sul merito.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 17/1/2013 alle 07:50
Non sono addentro alle "cose"della sanità, per cui non posso che sottoscrivere tutto quello che Adamoli ha proposto. Al più aggiungerei l'obiettivo di ridurre i tempi d'attesa in fase diagnostica , per cui, in caso di bisogno, per evitare lo stress dei lunghi tempi d'attesa (mi riferisco a taluni esami, quali colonscopie, gastroscopie ) si ricorre, chi può, al privato a pagamento. Farei però una riflessione politica: credo anch'io , come sostiene "Il pirata" che Ambrosoli sia una brava e degna persona. Credo però anche che il nostro candidato, se vorrà sfondare e tentare sul serio di battere Maroni, debba trovare una o due parole forti, corrispondenti a questioni altrettanto forti, e farne oggetto della propria campagna elettorale. Finora Ambrosoli si è distinto per la sua discrezione e la sua sobrietà. Apprezzabile di fronte al populismo della destra. Ritengo però che sia necessario rispondere alle proposte chiare di Maroni, per quanto puramente demagogiche quali il 75% delle tasse ai Lombardi, con qualcosa di altrettanto chiaro, efficace e serio. Una potrebbe essere trovata tra quelle suggerite da Adamoli; poi potrebbe esserci; una qualche forma di sostegno alle imprese in difficoltà; senza dimenticare l'ambiente e la green economy in salsa lombarda. L'essenziale però. mi ripeto fino alla nausea, è lanciare possibili intenti di programma con parole chiare alle orecchie spesso distratte della gente.
Scritto da mariuccio bianchi il 17/1/2013 alle 08:25
Condivifo le proposte di @Giuseppe Adamoli. Non sono un esperto della materia, ma permettetemi un contributo sulla base delle richieste più diffuse e costruttive che ascolto. La popolazione invecchia e gli acciacchi aumentano, le famiglie hanno sempre più incombenze e su molte, ad esempio quelle in cui ci sono disabili o malati cronici, grava un peso eccessivo. Dei servizi territoriali diffusi, capaci anche di far prevenzione, si sente un gran bisogno.
Scritto da FrancescoG. il 17/1/2013 alle 08:50
@Giovanni Dotti (20.42) - Questa volta non condivido il tuo pessimismo “sanità da salvare”. Se non siamo un modello non siamo nemmeno qualcosa da gettare. E’ verissimo, in Lombardia la sanità è sempre stata la migliore in Italia. E’ il portato della società lombarda. Oggi si può e si deve avanzare ancora molto ma i toni apocalittici (non tuoi ma quelli che spesso sento) non aiutano. Condivido invece alcune tue proposte su cui spero che Ambrosoli prima o poi si esprima. Soprattutto penso (come te se ho capito bene lo spirito dei tuoi interventi) che alla medicina (dovunque, non solo in Lombardia) vada restituito un ruolo integrale di assistenza alla persona malata e non solo di cura nell’ospedale. Forse in questo sta la rivalutazione dell’etica medica di cui c’è tanto bisogno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/1/2013 alle 09:31
@Tuo ex sostenitore - Sui matrimoni e sulle adozione gay scriverò presto un breve post.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/1/2013 alle 09:34
Ieri Ambrosoli ha scritto "Noi abbiamo un servizio sanitario che è una meraviglia, a livello nazionale". Sarebbe meglio meglio a livello nazionale che in Lombardia? Dove vive? Certamente nella bambagia dei privilegiati che non capiscono la realtà.
Scritto da Fab il 17/1/2013 alle 11:05
La migliore Sanità è in Lombardia. Eccellenza di livello mondiale. Grazie alle destre.
Scritto da Igor ter Ovanesian il 17/1/2013 alle 12:34
Voterò Ambrosoli che deve vincere per liberarci di "Comunione e Fatturazione" e della Lega dei barbari ma è all'altezza? Mah.
Scritto da Mario T. il 17/1/2013 alle 13:38
Piu'che sacrosante le osservaz.di @M.Diurni(collega serio e preparato che saluto cordialm.)e di @M.Porcelli di ieri.@Adamoli,le cui linee programmatiche in gran parte condivido: intendevo dire che la sanita'pubblica potra'salvarsi dalla bancarotta economica(che alla fine ricade sulle spalle dei contribuenti)solo con scelte oculate condivise dai"tecnici"del settore(i soli artefici della tanto sbandierata"eccellenza")e da tutta la popolazione.Esempio(negativo)gli investimenti inutili fatti qui aVA
Scritto da giovanni dotti il 17/1/2013 alle 14:03
Venendo a singoli interventi concreti proporrei:per i medici ospedalieri definire unrapporto esclusivo con la sanita' pubblica,ma con una gratificazione economica dignitosa,tale da poter rinunciare nei pomeriggi a "far marchette " nel privato; ridefinire il concetto di convenzionamento,per riqualificarlo,controllarlo nella qualita' dei servizi erogati,che troppo spesso oggi viene a mancare,puntando solo alla produttivita' nei numeri.Hanno convenzionato tutti,e pensano di ridurre la spesa.....
Scritto da dottorpurgone il 20/1/2013 alle 00:35
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