Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/8/2008 alle 10:40

Sulla finanziaria di Tremonti si sono scritti commenti superlativi così come stroncature pregiudiziali. L’analisi molto critica di Tito Boeri – noto e stimato economista – che si può leggere nel mio sito clickando  QUI , è apprezzabile per la sua nettezza e chiarezza, almeno secondo me. Per combattere l’avversario poltico bisogna conoscerlo bene. Questa  finanziaria non è improvvisata, nasce da lontano, rappresenta  una precisa direzione di marcia che noi “democratici” possiamo solo contrastare. E non soltanto perché non rispetta le promesse elettorali ma per altre sostanziali ragioni.
Come si spiega il divario largo tra il messaggio allarmistico di Tremonti e l’ottimismo berlusconiano? Il problema principale che anch’io, come molti altri, sentivo intuitivamente è questo: se davvero stiamo correndo il rischio di una grande depressione non è che la linea di  Tremonti finisca per renderla meno improbabile?
Tito Boeri dà sostanza a questo dubbio e illustra alcuni elementi alternativi molto interessanti che meritano di essere conosciuti e meditati.

Commenti dei lettori: 8 commenti -
Anche questo è interessante. Anche in questo caso si puo' comprendere come il federalismo "sostanziale" fiscale sia la cura, l'unica cura. Abbassa re le tasse al Nord, in Lombardia, è fattibile da subito, anche 4-5% immediatamente. E' il costo del carrozzone Sud che lo impedisce. Se abbiamo intere regioni con un'economia simile a quella della Bielorussia, finiamola di vivere al di sopra delle nostre possibilità. Il federalismo renderebbe la giusta competitività alle industrie del Nord.
Scritto da Pilgrim il 12/8/2008 alle 12:02
Molto interessante l'articolo di Boeri. Ma per onestà intellettuale va detto che se, in piena crisi economica, Tremonti sbaglia la sua ricetta fatta di forbici e rigore per raggiungere il miraggio-pareggio di bilancio nel 2011, sbagliavamo anche noi con TPS e le politiche di rigore del governo Prodi. Anche allora era crisi profonda. La prospettiva era quella di 2-3 anni di rigore per poi poter tagliare le tasse. Magari Tremonti farà lo stesso tra tre anni, ricalcando le politiche del governo Prodi. Solo che noi siamo crollati dopo due anni lasciando nella percezione pubblica (a torto o ragione) il solo ricordo delle tasse. Loro magari no. E possono schierare un Brunetta che sta riscuotendo un successo mediatico straordinario. E come dare torto e non supportare con simpatia Brunetta? Buone vacanze a lei e a tutti gli avventori del suo blog.
Scritto da Stefano Gardelli il 12/8/2008 alle 14:42
Dubito che si possano abbassare le tasse anche con il federalismo. La competitività alle industrie può venire dall'efficienza dei servizi e dal loro costo: le aziende italiane ad esempio pagano bollette di luce e gas a costi nettamente più alti che all'estero; il costo del lavoro è tra i più lati; le infrastrutture non esistono: e il federalismo non c'entra nulla con questo. Basti vedere Malpensa: aeroporto progettato e costruito interamente in Lombardia, una vera e propria opera "federale". Peccato che chi ha gestito (la Lega in primis) non aveva le capacità, e così è venuto il disastro che vediamo: una bella cattedrale nel deserto, un aeroporto senza vie di collegamento. Per quanto riguarda il federalismo, alla Lega va solo il merito di aver fatto emergere la questione. Ma adesso è meglio che si faccia da parte: non è in grado di gestire una questione così delicata, ci vogliono delle capacità specifiche. Se no vedremo altri disastri.
Scritto da Adriano il 12/8/2008 alle 15:03
Attenzione al mito di Brunetta! E' come il fattore sicurezza con i soldati nelle città: solo fumo negli occhi. Basti pensare che i dati statistici sull'assenteismo pubblicati in questi giorni riguardano solo un settantina di strutture pubbliche, e nemmeno scelte tanto a caso. Riguardo a Tremonti, il problema non sono i tagli, ma dove si taglia. Ad esempio, i tagli portati alla formazione (università e ricerca) limiteranno ancora di più il nostro rilancio: vorrà dire che ci saranno sempre maggiori fughe di cervelli.
Scritto da Adriano il 12/8/2008 alle 15:07
Il debito pubblico resta la spada di Damocle che riduce la capacità di manovra di tutti i governi. Il divario esistente con paesi come Germania e Francia dipende da molti fattori culturali e sociali ma anche da un gap infrastrutturale che rende tutto più oneroso sia per le imprese sia per i lavoratori. Quanto alle spese siamo alle solite: si tagliano tutti i pantaloni più o meno alla stessa altezza invece di privilegiare quelli più necessari leggi istruzione, ricerca, giustizia, welfare
Scritto da Cesare Chiericati il 12/8/2008 alle 17:42
Io invece sono convintissimo che la Lombardia, il Triveneto, forse anche l'Emilia Romagna, con un federalismo sostanziale possano velocemente rialzare la testa e giocare un ruolo di primaria importanza nell'economia internazionale. Del resto i numeri sono lampanti, fino a qualche hanno fa' la Lombardia era una regione con numeri simili all'Ile de France e alla Baviera (dati Comunità Europea), oggi arranchiamo per costi eccessivi, già ben identificati, e a una scorretta concorrenza asiatica.
Scritto da Pilgrim il 12/8/2008 alle 17:43
Essendo anche sindacalista della FNP Cisl sono molto preoccupato per come si stanno mettendo le cose. Assistiamo ad una politica che privilegia i ceti abbienti e non si preoccupa per i ceti che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Assistiamo al fenomeno per cui i ricchi diventano sempre più ricchi mentre i lavoratori dipendenti e i pensionati faticano sempre di più. Sono d'accordo con te: l'opposizione deve diventare sempre più intransigente, occorre far vedere che il Re delle tante mirabolanti promesse è nudo. Spero proprio che gli Italiani divengano, finalmente, apoti (cioé che non la bevano più) Un cordiale saluto
Scritto da Angelo Eberli il 12/8/2008 alle 19:01
La concorrenza asiatica vale per tutti, non solo per noi. Oltretutto le nostre aziende non disdegnano di rivolgersi alla manodopera asiatica per i loro prodotti (si va dalla moda alle macchine utensili). Io in Baviera ci vado spesso: a differenza di qui vedo treni e mezzi pubblici iperfunzionali e moderni (qui abbiamo Lenord con i treni vecchi di oltre vent'anni); organizzano eventi come l'Oktoberfest senza che ci siano atti di vandalismo quando noi invece non riusciamo nemmeno a tenere sotto controllo la Notte Bianca a Varese (che ha un pubblico di almeno 40 volte inferiore). Il federalismo non è sufficiente da solo: occorrono poi politici e dirigenti con capacità.
Scritto da Adriano il 12/8/2008 alle 19:48
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