Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 28/1/2013 alle 11:04


Discussione intensa sul destino dell’ospedale Filippo Del Ponte di Varese.
Diventerà, come previsto, il centro di eccellenza per i bambini e le mamme, oppure il già esistente reparto materno infantile finirà per essere trasferito, così com’è, dentro l’attuale ospedale del Circolo?
In sostanza, due ospedali pressoché indipendenti, l’uno vicino all’altro, oppure un ospedale solo con alto livello di integrazione?
La scelta dei due ospedali è stata compiuta nel 2006 di comune accordo fra la Regione Lombardia, l’azienda ospedaliera di Varese, il consiglio comunale della città. Ci sono ragioni valide per smentire e soppiantare quell’orientamento? Il dibattito non è affatto inutile se lo si affronta senza forzare i toni polemici.
Il problema ha tre facce. Quella urbana, di competenza comunale, che implica viabilità, trasporti e parcheggi al servizio del “Ponte”.
Quella economico-finanziaria (evitare sprechi o spese non necessarie) e quella clinica (qual è il bene dei piccoli pazienti, le mamme, le famiglie?), entrambe di competenza essenzialmente della Regione.
In campo economico, si tratta di vedere se in tempi di crisi finanziaria ci saranno ancora le risorse per completare il progetto molto ambizioso di sei anni fa, che ha già subito un forte rallentamento.
In campo clinico, la Regione (ri-ascoltando tecnici, sanitari, esperti) dovrà decidere in via definitiva che ruolo avrà la struttura di Varese nella programmazione regionale. In quale rapporto, cioè, si metterà con le altre specialità materno infantili esistenti in provincia e in tutta la Lombardia (tema rimasto aperto). C’è poi il problema non ancora affrontato dell’investimento umano nella preparazione e nell’acquisizione degli specialisti disposti a lavorare a Varese.
In sintesi, sarà davvero un ospedale di valore sovra provinciale insieme con Brescia e Milano, come programmato nel 2006, oppure un normale dipartimento come ne esistono tanti?
E’ chiaro che lo sbocco della discussione in corso a Varese non potrà prescindere da questa risposta che non è per nulla scontata.
Con le prossime elezioni regionali, e la fine del lungo regno di Formigoni, anche la politica sanitaria non sarà più la stessa. E’ facile prevedere che il cambiamento sarà profondo con Ambrosoli. Ma anche con Maroni ci saranno forti novità.
Detto tutto questo, il mio parere è  favorevole al nuovo ospedale se il comune risolve bene i problemi ambientali e logistici e la Regione conferma concretamente il disegno originario, che oggi appare già in parte ridimensionato.
Altrimenti sarebbe bene riportare tutto nel vecchio ospedale.

Commenti dei lettori: 77 commenti -
Caro Giuseppe, totalmente d'accordo con te. Suggerisco solo una ulteriore valutazione ( che in parte hai già messo in luce ). Quanto costerebbe in termini economici abbandonare il progetto attuale visto che abbiamo a che fare con una opera già cantierizzata e quindi con vincitori di gara d'appalto? Anche di questo, oltre alle altre valutazioni che hai fatto, penso si debba tener conto per una valutazione complessiva.
Scritto da roberto molinari il 28/1/2013 alle 11:12
Finalmente un articolo sull'ospedale del Ponte che offre un quadro d'insieme leggibile e comprensibile. Dico solo che la decisione della Regione dopo il riesame del progetto dovrebbe arrivare rapidamente, subito dopo le elezioni.
Scritto da Nicora il 28/1/2013 alle 11:21
chi non sarebbe favorevole ad un nuovo ospedale...ma non a uno e mezzo, quest'ultimo appunto poi non ottimizzato come si potrebbe o si dovrebbe e di cui l'esperienza... per migliorare ...sembra lasciata in disparte. inoltre le motivazioni sono semplici da capire ..per evitare
Scritto da zva il 28/1/2013 alle 11:33
Caro @Roberto (11,12), fra i costi economici vanno certamente compresi anche quelli da te opportunamente segnalati.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/1/2013 alle 12:21
Il prof. Cherubino della lista degli "indipendenti per Maroni", o qualcosa di simile, che vorrebbe fare l'assessore regionale alla sanità, ha già detto che lui abbandonerà subito il progetto del secondo ospedale. Mi è sembrato un elefante in una chincaglieria. Grazie per la chiarezza dell'esposizione.
Scritto da Infermiera ospedale Varese il 28/1/2013 alle 12:26
Lascino decidere a chi è competente. Non mi fido né del consiglio comunale di Varese né della Regione.
Scritto da C. Bianchi il 28/1/2013 alle 12:35
Non vorrei che alla fine sia tutta una lotta fra medici specialisti, medici universitari e amministratori per il prestigio di questi o di quelli. Pensare innanzitutto al bene dei bambini, delle donne, delle mamme, delle famiglie. Il prof. Cherubino assessore regionale alla sanità mi lascia molto perplesso.
Scritto da Cittadina cattolica il 28/1/2013 alle 13:10
Rimangono troppi interrogativi per poter formulare con serenità e competenza un giudizio; a meno che, non si voglia parlare per "partito preso".
Scritto da Angelo Eberli il 28/1/2013 alle 13:27
Perché non pensare di fare davvero a Varese un ospedale del bambino come quello di Firenze? Bisogna credere in questo progetto.
Scritto da Medico di base il 28/1/2013 alle 13:45
@Roberto Molinari. Il comune sta facendo tutto quello che dovrebbe per la viabilità e i parcheggi della zona ospedaliera?
Scritto da Lucky il 28/1/2013 alle 14:04
Considero meritevoli di valutazione tre punti: (1) è funzionale ed aggiungo economico avere due strutture sanitarie a meno di 500 metri?; (2) l'Ospedale del Ponte è situato in una delle zone più disastrate dal punto di vista della circolazione anche se si trova vicino alle ferrovie (anche queste a doppia stazione). Fare parcheggi (già pochi per quelli che usano il treno) quanto costerà? (3) Tutto questo denaro non poteva essere utilizzato per migliorare la struttura dell'Ospedale di Circolo?
Scritto da Sic Est il 28/1/2013 alle 14:37
E' il momento giusto per rimettere le idee in ordine. Conviene fermarsi per qualche mese a riflettere e poi ripartire con più lena se necessario.
Scritto da Buon senso il 28/1/2013 alle 16:54
Proporrei un bel referendum tra tutti i medici e paramedici degli ospedali di Varese. Saprebbero dire cosa serve meglio dei burocrati e dei politici.
Scritto da Lavoro all'ospedale il 28/1/2013 alle 17:06
Gent.le Lucky per quanto ci è dato da sapere il Comune ha previsto il parcheggio sotterraneo a Villa Augusta. Noi siamo contrari e abbiamo proposto diverse alternative. La maggioranza ci ha spiegato che serve al quartiere e all'Ospedale. A parere nostro, sinteticamente, non aiuterà il quartiere perchè sarà occupato dai dipendenti dell'Ospedale e sarà insufficiente all'Ospedale per le sue necessità. In più avremo una riduzione del parco e si temono, ma di questo solo noi sembra che ne siamo convinti, avremo disagi per anni sia per ciò che riguarda la viabilità sia per la scuola vicino e i costi ci sembrano troppo bassi rispetto al lavoro da fare, Rimane l'idea, poi, che non si costruiscono parcheggi sotto i parchi.
Scritto da roberto molinari il 28/1/2013 alle 17:35
Nell'ultima parte del tuo scritto parli di Ambrosoli e di Maroni come se i due avessero la stessa possibilità di vincere. E' questa la tua previsione? Sul resto, abitando a Milano, non so cosa dire.
Scritto da Il pirata il 28/1/2013 alle 17:37
Sono favorevole a portare fino in fondo il progetto dell'ospedale del "Sorriso". Non si può fermare la macchina oggi e sul più bello.
Scritto da Giuliana il 28/1/2013 alle 18:17
Un'analisi ben fatta che dimostra che la politica ha ancora persone serie. Sono d'accordo ma entro l'estate mi aspetto la decisione ultima e definitiva. Non si può continuare nell'incertezza che crea problemi e difficoltà di rapporto fra gli stessi operatori ospedalieri. (io lavoro in un ospedale).
Scritto da G.F. il 28/1/2013 alle 18:27
Signor @roberto molnari, l' idea che non si debbano costruire parcheggi sotto i parchi a prescindere, è arcaica e conservatrice. Andate all' estero a vedere quel che realizzano senza minimamente mettere a repentaglio l' ambiente. A furia di ragionare da provincialotti si rimarrà tali e non si decollerà mai.
Scritto da mauro il 28/1/2013 alle 18:42
Se l'ospedale nuovo si farà in poco tempo va bene. Se bisogna continuare con un cantiere aperto per anni e senza certezze sul risultato finale, meglio prendere subito un'altra strada. Il sindaco Fontana è favorevole al Ponte del Sorriso mentre il prof Cherubino che sarebbe l'assessore alla Sanità di Maroni è assolutamente contrario: una babilonia. Sul blog oggi c'è uno schema di ragionamento che mi pare logico.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 28/1/2013 alle 19:06
Le uniche osservazioni SENSATE mi sembrano quelle di coloro che diconodilasciare ai TECNICI e non solo ai politici questioni di tale rilevanza per la Citta' e la salute dei Cittadini.Purtroppo c'e' troppa gente incompetente che ci vuol mettere il naso, prego di informarsi meglio p0rima di parlare.Per la questione dei finanziamenti e delle penali in caso di abbandono del megalomane progetto perche'non si chiede a qualche imprenditore serio di comparare tali costi a quelli che in futuro si dovrebb
Scritto da giovanni dotti il 28/1/2013 alle 19:18
(Segue) si dovrebbero sostenere per mantenere un POLO mat.inf. sovradimensionato rispetto alle esigenze di un bacino d'utenza come quello di Varese? A parte tutte le altre considerazioni "di merito" gia' dettagliatamene esposte in varie sedi e sulla stampa locale che inviterei i disinformati a leggersi, per non parlare poi del problema dei parcheggi ecc. Mi auguro che se come richiesto da alcuni Consiglieri Comunali si fara' un dibattito pubblico su questo tema vengano ascoltati(enon messi atace
Scritto da giovanni dotti il 28/1/2013 alle 19:24
(segue) i tecnici del settore e tutte le competenze (architetti, urbanisti,associazioni ambientaliste, avvocati, giudici, associazioni del commercio e quant'altro) presenti in citta' oltre ovviamente gli esperti del settore sanitario (il cui pensiero contrarionon venne tenuto affatto in considerazione in passato) ed i Cittadini di Varese, coinvolgendoli con un minireferendum cittadino per sentire anche la loro voce. Una scelta cosi'importante meriterebbe una larga condivisione prima di decision
Scritto da giovanni dotti il 28/1/2013 alle 19:33
@Il pirata (17.37) - La contesa elettorale fra Ambrosoli e Maroni sembra molto incerta. Meglio non farsi distrarre e lavorare duro, io naturalmente per Ambrosoli. Preferisco attenermi a questa linea piuttosto che cullare troppe illusioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/1/2013 alle 20:42
@Giovanni Dotti (19.33) - Ti ringrazio per questo intervento che mi aspettavo sia per il tuo ruolo di primissimo piano nel Comitato che si batte contro i due ospedali sia perché sei un collaboratore abituale ed apprezzato del blog. Intendo soffermarmi solo su un aspetto che ritengo importante. Tu fai riferimento al “bacino di utenza di Varese”. Ebbene, se di questo si tratta non c’è dubbio che il trasferimento dell’esistente dipartimento materno infantile nell’ospedale di circolo sarebbe la soluzione idonea. Anzi in questa sede potrebbe ulteriormente migliorare e svilupparsi con le più facili sinergie con i reparti specialistici del nuovo monoblocco. Ma l’ambizione del progetto del 2006 (in verità non unanime) era quella di un ospedale del bambino a disposizione di un’ampia fascia di territorio lombardo. Sussiste ancora questa alta finalità? Questo è l’interrogativo. Intervengano tutti, esperti, tecnici, cittadini, si faccia pure il mini referendum che tu auspichi, ma poi è la Regione che deve tirare le fila e dire la parola conclusiva. Il fatto che siamo alla vigilia di un cambiamento profondo della politica sanitaria in Lombardia rappresenta una opportunità da utilizzare con grande saggezza.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/1/2013 alle 20:46
Grazie@Adamoli per il tuo intervento. Mi trovo in Francia e mi collego solo una volta al giorno a internet. Personalmente non ho alcun dubbio: si tratterebbe di una megastruttura, oltretutto ubicata malamente, che risulterebbe sovradimensionata in una zona "decentrata" come Varese, quando a distanza di 50 Km. Gia' esistono centri qualificati polispecialistici per l'assistenza e la cura dei neonati, dei bambini, delle mamme e delle pazienti ginecologiche.Assurdo e improduttivo crearne deinuovi.
Scritto da giovanni dotti il 28/1/2013 alle 21:15
Se si riuscisse a confermare a Varese un megastruttura di questo tipo non sarebbe male. Forse un pò decentrata rispetto al resto della Lombardia da servire ma di grande prestigio per noi e di grande utilità per piccoli, puerpere, donne, madri, famiglie.
Scritto da Ugo F. il 28/1/2013 alle 21:58
Del tutto contrario al nuovo ospedale Del Ponte.Non solo per ragioni di risparmio dl denaro pubblico ma anche per gli evidenti vantaggi per pazienti e personale sanitario di un unitaria dislocazione logistica.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 28/1/2013 alle 22:40
Grazie Giuseppe per aver posto la tua attenzione sul Ponte del Sorriso. Avrei talmente tante cose da dire sul Ponte del Sorriso, del quale ne conosco ogni pezzo di storia, ogni piccolo passo. Da oltre vent’anni siamo al fianco dei bambini e delle loro famiglie, ne conosciamo a fondo le loro esigenze ed i loro bisogni. Sono valide tutte le osservazioni che vengono fatte a favore della collocazione al Circolo, come sono altrettanto valide quelle per cui debba rimanere al Del Ponte. Con una differenza, sostanziale però. Al Circolo, se consideriamo il discorso del risparmio per via della tecnologia già presente, si creerebbe semplicemente un’area ed il bambino vivrebbe la malattia accanto agli adulti: stessi percorsi diagnostici, stessi percorsi chirurgici, ecc., mettendo a rischio la sua incolumità psicologica. L’Ospedale del Ponte, invece, è e lo diventerà ancora di più con la nuova struttura dotata della tecnologia necessaria prevista, un ospedale esclusivamente dedicato al materno infantile, concepito e studiato, quindi, per curare ed accogliere il bambino. Un ospedale che, tenendo conto della sua peculiarità, gli consente di affrontare e superare l’esperienza del ricovero senza traumi, che potrebbero condizionare per sempre la sua vita. Noi scegliamo Il Ponte del Sorriso, perché noi scegliamo il benessere del bambino, che ha diritto ad un futuro sereno. Per quanto riguarda il parcheggio, qualunque cosa si realizzasse al Ponte ne avrebbe bisogno, sia che si facesse la riabilitazione, oppure un supermercato. Il Ponte contiene tante ottime specialità, alcune vere e proprie eccellenze: ostetricia e ginecologia, terapia intensiva neonatale, neonatologia, pediatria, urologia pediatrica, cardiologia pediatrica, neuropsichiatria infantile, day hospital oncologico pediatrico e femminile, anestesia pediatrica e femminile e tanti altri servizi. Soprattutto vi lavora del personale motivato a far crescere e sviluppare il polo materno infantile. Concordo sul fatto che il Ponte del Sorriso debba essere di riferimento per un vasto territorio. Allora uniamo le forze e collaboriamo tutti affinchè ciò avvenga. Lo spreco in sanità non è in strutture multispecialistiche, come il Ponte del Sorriso di cui i bambini hanno bisogno per la cura delle loro malattie, sempre più di carattere cronico complesso, ma nella frammentazione di punti nascita e di pediatrie, come denunciano la Società Italiana di Pediatria, quella di Neonatologia e quella di Ostetricia e Ginecologia.
Scritto da Emanuela Crivellaro il 29/1/2013 alle 01:23
Adesso capisco qualcosa di più sulla vicenda dell'ospedale del bambino. Come sempre succede in questi casi delicati le ragioni non sono tutte da una parte. Se è la Regione che deve soprattutto decidere, mi auguro che decida subito dopo le elezioni quando si saprà chi avrà vinto e di chi sarà la reponsabilità. Ho fiducia che Milano scelga una strada e la porti fini in fondo per il nostro bene.
Scritto da Una mamma sfortunata il 29/1/2013 alle 08:52
Dr. Adamoli, lei parla della responsabilità della Regione e non della responsabilità dell'amministrazione ospedaliera. Non conta niente? Spesso si sente parlare del potere enorme del direttore generale degli ospedali.
Scritto da G.S. il 29/1/2013 alle 09:23
@Emanuela Crivellaro (01.23) - Il tuo intervento ha messo in evidenza la visione dell’ospedale alla base del progetto del 2006. L’obiettivo del mio post era ed è di favorire ulteriormente un confronto serio e sereno fra le varie visioni in gioco. E’ vero che il destino del “Ponte del Sorriso” è nelle mani degli esperti, delle autorità ospedaliere, della Regione. Ma i cittadini hanno il diritto di essere informati e di dire la loro opinione. Quindi, grazie per il tuo commento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/1/2013 alle 10:20
@G.S. (09.23) - Il compito dell’amministrazione ospedaliera è importantissimo anche in questo caso. La realizzazione del progetto, in tutte le sue fasi, il reperimento del personale specializzato, l’acquisto delle apparecchiature, i rapporti con il comune capoluogo e gli altri comuni del bacino di utenza, le relazioni con gli altri ospedali, ed altro ancora, è tutto di competenza del direttore generale, sentiti i suoi collaboratori e i dirigenti sanitari e amministrativi, compresa l'università. Ma la decisione sulla prosecuzione o sull’interruzione del progetto medesimo, il bacino di utenza sovra provinciale, il finanziamento dell'opera, in un parola la programmazione dentro la quale l’ospedale del bambino e della mamma si colloca e si muove, appartiene all’area decisionale della Regione di cui fa parte anche il direttore generale dell’ospedale che è nominato direttamente da Milano.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/1/2013 alle 10:25
Congratulazioni per questp blog che non avevo mai visto. Da un medico che sta politicamente dall'altra parte.
Scritto da Medico ospedale Varese il 29/1/2013 alle 10:54
Gentilissimo Giuseppe, mi permetto di aggiungere un’altra riflessione. Come si può parlare di duplicazione? Il bambino non è un piccolo adulto e ha bisogno di personale e di percorsi dedicati. Pertanto un ospedale materno infantile come il Ponte del Sorriso non è un duplicato del Circolo, ma una cosa ben diversa. In Italia esiste solo una decina di ospedali pediatrici/materno infantili e in Lombardia neanche uno. Come possiamo ritenerlo uno dei tanti doppioni, se sono più unici che rari?
Scritto da Emanuela Crivellaro il 29/1/2013 alle 11:01
Il dialogo civile è sempre una ricchezza. Bravissimi tutti i commentatori. Meglio di tanti giornalisti che pescano nel torbido. Io sarei per continuare il grande progetto.
Scritto da Giorgio S. il 29/1/2013 alle 12:23
@Emanuela Crivellaro. Se in Lombardia non esiste neppure un ospedale come quello che si sta allestendo a Varese non sarebbe stato meglio scegliere una sede più baricentrica e meno decentarata di questa di Varese?
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 29/1/2013 alle 12:53
Gentilissima @Emanuela Crivellaro. Non entro nelle argomentazioni, però non riesco a capire, per un bambino e la sua mamma, qual è la differenza di essere ricoverato in un posto che si chiama "Il Ponte del sorriso" o invece "Ospedale di Circolo". Le uniche considerazioni da fare, secondo me, sono: serve?, perché serve solo se si chiama Il Ponte del Sorriso?, è economicamente sostenibile?. Il resto, mi scusi tanto, mi sembrano solo disquisizioni, anche piene di sentimento, ma solo disquisizioni.
Scritto da Sic Est il 29/1/2013 alle 13:08
Io aspetto, non troppo candidamente, Ambrosoli. Se capiterà Maroni, vedremo. La sanità non è una passeggiata e mi verrebbe da dire: si conosce quel che si lascia ma non quel che arriverà. Beninteso, non sto spezzando una lancia a favore di Formigoni ma non possiamo negare che sia nato come politico di razza ai tempi del Movimento Popolare. Poi si è perso per la strada. La programmazione regionale è materia complessa. Servono le eccellenze ma anche i servizi socio-sanitari-assistenziali di prossimità. Che non siano scadenti, soprattutto. Non essendo un varesino, non ho gli strumenti per giudicare l’opportunità di un siffatto progetto. L’opinione di Adamoli è pertinente e sensata, giuste anche le osservazioni di @Dotti che richiede un più incisivo intervento degli operatori del settore. Viene il momento in cui la politica dovrebbe essere arginata, per lasciare spazio agli operatori sanitari, ai cittadini, agli utenti del SSR. I medici dove sono? A parte quello che si candida con Maroni (solito brutto vizio dei medici in politica, non minore di quello dei magistrati), i medici e le associazioni di cittadini che dicono? @medico ospedale di Varese, oltre ad esprimersi sulla qualità del blog, che condivido, avrà anche un’opinione sul progetto sanitario in questione? Se è un medico, dica la sua. A parte che le opinioni anonime contano poco o niente.
Scritto da V.R. il 29/1/2013 alle 13:40
@Emanuela Crivellaro. "Ponte del sorriso" è un bel nome. Dentistico. "Ospedale del Circolo" non è un bel nome. Alcolico. Altre considerazioni non mi vengono, se non che la Sanità sta per essere svenduta ai privati, soprattutto esteri. In iSpagna sono già 1.003. No, questo è Leporello nel Don Giovanni. Volevo dire che in Spagna hanno approvato la cessione di 6 ospedali e 27 cliniche. Le piace Monti, signora? A me fa schifo ma i gusti sono gustibus.
Scritto da Igor ter Ovanesian il 29/1/2013 alle 15:25
Condivido gli ultimi due commenti di@SicEst e@VR, quanto dice tale Emanuela Criv.e'la solita solfa, trita e ritrita, e mi meravigio che i politici a suo tempo(anni 2006 e successivi)abbiano dato ascolto piu'a questa signora che ai Direttori Generali Ratisperti e Pampari ed a tutti gli illustri clinici ospedalieri e universitari che espressero unanimemente pareri contrari alla realizzazione del Polo mat.inf.alDelPonte. A che titolo e con quali credenziali sia entrata nel dibattiti politico- istit
Scritto da giovanni dotti il 29/1/2013 alle 15:37
(Segue)istituzionale restera'sempre un mistero.Come pure la prosopopea e l'arroganza con cui sempre in passato e continua tuttora a bastonare quanti si oppongono al progetto faraonico e assurdo sotto ogno profilo di razionalita'e buon senso.L'ho pregata piu'volte di interessarsi alle faccende che piu'le competono (attivita'ludiche dei bambini ricoverati) ma vedo che e'inutile, rispunta sempre da ogni parte come il prezzemolo con argomentazioni fluide e inconcludenti evitando di entrare nelMERITO
Scritto da giovanni dotti il 29/1/2013 alle 15:45
@V.R. (13.40) - Raccolgo un solo spunto fra quelli che offri. Ritengo molto salutare, e semmai molto tardiva, l’alternanza di governo in Regione. Ma chi pensa che sarebbe utile rovesciare come un calzino tutta la politica sanitaria degli ultimi tre lustri sbaglia di grosso.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/1/2013 alle 16:16
@Giovanni Dotti (15.45) - La signora Crivellaro sul blog ha espresso con garbo il suo punto di vista che è giusto i lettori conoscano. Se i direttori Rotasperti e Pampari erano contrari al progetto e si sono fatti da lei abbindolare non meritavano di stare un minuto in più al loro posto. Avendoli conosciuti di persona non credo proprio che le cose siano andate così. Io lascerei discutere tutti con calma e serenità in modo che anche i cittadini si facciano la loro opinione. Poi decideranno i tecnici, gli esperti, i direttori ospedalieri e la Regione. Anche questo fa parte del mini referendum che tu invochi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/1/2013 alle 16:19
@Adamoli. Ammiro il suo buon senso.
Scritto da Giuliana il 29/1/2013 alle 17:05
Cerco di rispondere a qualche considerazione. Per quanto riguarda la sede territoriale più idonea, come mai si è arrivati al Ponte del Sorriso a Varese, occorrerebbe ripercorrerne la storia, che per poterla descrivere dovrei però occupare molto spazio. Per capire se è necessario, Varese soffriva e soffre, come anche il resto d’Italia, di grosse carenze strutturali per i bambini: mancano chirurgie pediatriche, rianimazioni pediatriche, pronti soccorsi pediatrici, ospedali multispecialistici per far fronte alle nuove esigenze dei bambini che hanno sempre più malattie croniche/complesse e sempre meno malattie infettive, per le quali bastavano le semplici pediatrie. Oggi si salva un neonato di 24/25 settimane di gestazione, oppure il bambino cardiopatico, ecc. Questi bimbi poi necessitano di assistenza costante che solo un centro con più specialità può dare. Proprio come il Ponte del Sorriso. Basta leggere i rapporti della Società Italiana di Pediatria. Attualmente, nella Provincia di Varese, un bambino su tre viene ricoverato accanto agli adulti, in reparti da adulti, mettendo a rischio il suo benessere psicologico. Sono i bambini che necessitano di interventi chirurgici, circa 1500 ogni anno, un intero reparto. Perché al Ponte e non al Circolo? La discussione si è protratta per anni e nel 2006, consultando la città con gli stati generali, è stata presa una decisione largamente condivisa. A favore si espressero molti tecnici ed esperti, prima di tutto il prof. Dionigi, allora Rettore dell’Università, poi anche il prof. Bolis, primario di Ostetricia e Ginecologia, il prof. Nespoli, primario di Pediatria, il dott. Agosti, primario di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale ed il dott. Manzoni, responsabile dell’Urologia Pediatrica. Persone tutt’ora favorevoli. Direttore Generale era il dott. Pampari, che non si è mai espresso contrario. Si dimostrò solo un po’ perplesso una volta, molto prima degli stati generali. In realtà noi lo consideriamo il “papà” del Ponte del Sorriso e lui ci tiene ad essere considerato tale. Andammo insieme al Meyer di Firenze con le piantine del Del Ponte per far fare agli architetti di Firenze uno studio di fattibilità, poi presentato a tutta la città in un convegno a novembre del 2007. Il dr. Pampari partecipò con noi, al bando Cariplo, ottenendo un milione di euro per il Ponte del Sorriso, quale progetto emblematico della provincia di Varese. Successivamente è sempre intervenuto ad ogni momento cruciale, come la posa della prima pietra, alla quale era presente anche Giuseppe Adamoli. Il progetto del futuro polo materno infantile fu anche annunciato, nel settembre 2007, in una conferenza stampa in Comune dall’assessore regionale sanità Bresciani, dal sindaco Fontana, dal dr. Pampari e, guarda un po’, dal prof. Cherubino, che non si dimostrò affatto contrario. Portare il materno infantile al Circolo era da decidere quando è stato progettato il monoblocco, circa 15 anni fa. Ma a che serve oggi parlare di quello che avrebbe potuto essere e non è stato? Allo stato attuale, l’alternativa al Ponte del Sorriso non è il Ponte del Sorriso al Circolo, è il niente, perché non c’è nessuna alternativa altrettanto valida e concreta come il Ponte del Sorriso. Il Ponte del Sorriso ha ottenuto nel 2012 ben tre riconoscimenti nazionali dal mondo accademico e pediatrico italiano che guarda a questo progetto, come a un progetto pilota per la cura e l’assistenza del materno infantile.
Scritto da Emanuela Crivellaro il 29/1/2013 alle 18:45
Egregio Adamoli, consentimi di dire qualcosa su questo argomento: forse è proprio vero ciò che ha scritto la redattrice Barbara Zanetti nel suo “intervento” su La Prealpina del 25 c.m.. Il Polo materno-infantile di eccellenza sovraprovinciale “rischia di raccontare solo una favola triste”. E ciò non perché un Comitato, costituitosi tra Cittadini comuni e al quale hanno poi aderito illustri Tecnici, Sanitari e non, (P. Cherubino, G. Binaghi, G. Giudice, O. Cazzola, D. Zanzi, ed altri) abbia messo i bastoni tra le ruote, ma perché gli Amministratori regionali e comunali, già prima di approvare il grande progetto non valutarono i pro e i contro e in seguito non ascoltarono nemmeno le obiezioni e le contestazioni che sollevarono i precitati specialisti del settore sanitario. Su questo argomento ora si aggiunge la voce di un’altra “vecchia colonna” della Sanità Varesina: Ermanno Montoli. Questo dimostra la non veridicità di quanto asserito dal Sindaco Fontana sulla Prealpina del 17 gennaio c.m. e riportato in parte nel su citato articolo del 25 c.m. e cioè che a suo tempo nella lettera che Formigoni scrisse al Sindaco Fontana si diceva: “che il Comune poteva ascoltare la cittadinanza e coinvolgerla, e così fu fatto, con la convocazione degli stati generali…. fu data la possibilità di confronto… con un intervento di democrazia partecipata forse unico, se poi chi era contrario non ha parlato, questo è un altro discorso” . A tale proposito è opportuno porre qualche domanda al Signor Sindaco o a chi per lui: 1) quanti furono i presenti a quegli “stati generali” ? (che parolone)! 2) Quanti Amministratori, quanti Dirigenti, e quanti Tecnici e lavoratori Sanitari in genere furonio presenti a detti stati generali ? 3) Quante persone della “cittadinanza coinvolta” furono presenti ? e come fu coinvolta la cittadinanza ? 4) E’ vero o non è vero che i Dirigenti e i Tecnici Sanitari che non erano d’accordo non furono nemmeno invitati la seconda volta? 5) Quanti Amministratori che approvarono il progetto ne presero visione ? Oppure per paura di perdere il finanziamento regionale il progetto fu accettato e approvato, da tutti (meno uno), a scatola chiusa ? 6) Il progetto fu sottoposto al parere di esperti di urbanistica e di viabilità, visto in quale contesto cittadino si trova l’Ospedale del Ponte ? 7) Furono interpellati i Dirigenti Sanitari e i rappresentanti di tutte le categorie e di tutti i lavoratori sanitari, che più di chiunque altro potevano conoscere le esigenze dei reparti ? Quindi, per favore, non parliamo di democrazia partecipata. Anche il dr Montoli, ex Primario del Pronto Soccorso, nel citato articolo della dr.ssa Zanetti, parlando del megaprogetto di Giubiano, compreso lo sventramento del parco di Villa Augusta per creare un parcheggio, lo definisce “l’involucro”, come lo avevano chiamato anche i precitati Primari Proff. Cherubinio, Giudice, Binaghi ed altri medici. Tutti d’accordo nel dire che l’involucro poi andrebbe riempito: occorrono macchinari e attrezzature costosissime (molti doppioni del Circolo) competenze specifiche, professionisti da convincere a spostarsi chi sa da dove a Varese, e come dice il dr. Montoli “non bastano i piani aziendali sulla carta per ottenere questo scopo. Bisogna avere una montagna di milioni e una piramide di motivazioni, da parte degli specialisti pediatrici, per spostarsi a Varese”. Milioni che obiettivamente non ci sono e non credo ci saranno nei prossimi anni. I nuovi politici nel rivedere il tutto di questo dovranno tener conto e sarebbe oltremodo giusto e corretto che i candidati di tutti i partiti esprimessero i propri programmi al riguardo. Il Cittadino deve sapere fin d’ora come il proprio eletto intende risolvere questo grosso problema. Ringrazio per l’attenzione e invio cordiali saluti. Martino Pirone
Scritto da Martino Pirone il 29/1/2013 alle 21:42
L'analisi che @Giuseppe ha sintetizzato è logica. Ciò che gli amministratori dovranno aggiungervi è una seconda dimensione: quantificare vantaggi e svantaggi delle possibili conseguenze sulla 'persona'. Ricordiamoci che stiamo parlando di bambini. Dicono che i testimoni siano spesso più eloquenti dei ragionamenti. Eccone uno. Francesco Baccini. '… era l’estate del 1973 e avevo soltanto 13 anni. Mi preparavo all’esame di terza media. Facevo judo e giocavo a pallone, in porta. Insomma, tutto bene, tutto regolare..., come canto in una mia famosa canzone. Però mia madre è preoccupata per il fatto che zoppico un po’La diagnosi è di epifisiolisi, una malattia rara che colpisce soprattutto gli adolescenti maschi. In parole povere, si tratta di un problema al femore, l’osso della gamba, che scivola dall’articolazione dell’anca, fino a staccarsi...... Devo rimanere immobile, ingessato come una mummia dallo sterno fino ai piedi, in un’estate torrida. Rammento ancora la sensazione di caldo soffocante dentro quello scudo di gesso. Per giunta sono ricoverato in un reparto di adulti con gravi traumi. Il mio vicino di letto ha entrambi i femori rotti e fuma tutto il giorno, allora era permesso negli ospedali, incredibile! Una mattina ha pure un attacco epilettico e io mi spavento a morte. Un altro degente del reparto ha perso le mani sporgendosi dal treno. E io sono lì, a 13 anni, come una mummia. C’è poco da stare allegri. Sono esperienze che segnano, soprattutto in un periodo delicato come quello della pubertà.' Ho già scritto sull'argomento dei bambini ricoverati, essendone anche stata coinvolta. Vorrei precisare al Comitato che mio figlio era ricoverato al Circolo, operato al Circolo e il suo Ponte del Sorriso sono stati i fratelli e il papà che l'hanno fatto giocare a carte e la mamma che lo ha assistito col suo solito ma difficile atteggiamento allegro, ironico e calmo.
Scritto da Nicoletta Montanini il 29/1/2013 alle 21:51
Gli interventi di Emanuela Crivellarono sono appassionati.Ma come tutte le passioni un po' ciechi.L ' Ospedale del sorriso oltre che costare un occhio della testa non e assolutamente funzionale perché dovrebbe dipendere per molti servizi da quello di Circolo
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 29/1/2013 alle 22:28
@ N. Montanini: chi ha mai detto che i bambini al Circolo verrebbero ricoverati e curati insieme agli adulti ? Annulliamo per favore questa favola. E' logico ed ovvio che dovrebbero avere un loro reparto, comprensivo di giochi, giocattoli e quant'altro si vuole ! E' semplice e lineare. Le sembra ? Cordialmente.
Scritto da Martino Pirone il 29/1/2013 alle 22:59
Caro Signor @M.Pirone, si intuisce dal suo intervento che conosce nei dettagli la breve storia del Ponte del Sorriso. Anche l'Ospedale dei Bambini di Brescia ha avuto per un secolo le sue peripezie. In quel caso, però, ogni spostamento era motivato da miglioramenti: una volta per ingrandirsi in spazio e strumentazione, la successiva per garantire alla 'particolare utenza' il senso di sicurezza, la socializzazione e una buona tutela psicologica. Mi potrebbe spiegare le ragioni per cui a Varese, viceversa, si tira il freno a mano quando si è quasi al traguardo? Smettere di raccontare le favole? Ha ragione: smettiamo di raccontare ai cittadini la favola dei bambini che non si ammalano, che non soffrono e non provano dolore. Poi però, assicuriamoli che l’esistenza di organizzazioni ospedaliere ispirate a modelli specifici e dedicati, porta quasi sempre al lieto fine.
Scritto da Nicoletta Montanini il 30/1/2013 alle 00:33
P.S. = Per dissipare e dirimere ogni fraintendimento su questo argomento invito chi è interessato alle opportune delucidazioni di rintracciare e leggere l'editoriale di Max Lodi su "La Provincia di Varese" di sabato 25 c.m..
Scritto da Martino Pirone il 30/1/2013 alle 07:11
Signora @Emanuela Crivellato. Mi pare di capire che i bambini, in Varese, senza questo "Il Ponte del Sorriso" verrebbero trattati come nei lazzaretti di manzoniana memoria. Fossi in Lei ci penserei un po' a fare certe affermazioni. La domanda a cui non vuole rispondere è: serve solo se costruito nell'attuale infelicissima sede o può essere inserito, senza traumi permanenti per i giovani virgulti da curare, anche nell'ospedale di Circolo?
Scritto da Sic Est il 30/1/2013 alle 08:24
Non credo di aver semplicemente dimostrato “passione”. Ho riportato dati, numeri e fatto accenni a rapporti non certo miei, ma della Società Italiana di Pediatria. Ho indicato quali favorevoli i tecnici decisamente più qualificati, prima di tutto i primari dell’Ospedale Del Ponte, ma anche il prof. Dionigi e il dr. Pampari, allora Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera. Posso aggiungerne altri, come per esempio il dr. Perlasca, primario del PS al Circolo, che parlò agli Stati Generali. Agli Stati Generali del 2006, la Sala Consigliare del Comune era stracolma di gente, tanto da non poter contenere tutte le persone. Vi erano molti tecnici, credo quasi tutti i primari di Circolo e Del Ponte, e poi la Direzione Sanitaria al completo e molte associazioni di volontariato, oltre che tanti cittadini e politici di ogni colore. Chiunque lo desiderasse poteva, prenotandosi ad un tavolo in bella vista, chiedere la parola ed esprimere il proprio parere. Non era un’assemblea solo per il polo materno infantile, ma alla fine questo fu l’argomento più discusso. Ci fu certamente anche qualche voce contraria al Ponte, ma decisamente una minoranza. Io parlai e la nostra posizione fu, come sempre, neutrale a qualunque scelta, fosse anche stata Velate. Ciò che chiedemmo era che finalmente, dopo vent’anni di diatriba, si potesse giungere ad una decisione definitiva affinchè venissero risolti i problemi dei bambini che in quella situazione al Del Ponte erano in grave disagio. Sono gli stessi problemi che in parte persistono ancora oggi e che solo quando sarà ultimato nel 2015 il Ponte del Sorriso, con la chirurgia pediatrica, già inserita nel POA come Unità Operativa Complessa, e la rianimazione pediatrica, verranno risolti, per lo meno per i bambini del nostro territorio. Ripensare tutto al Circolo? Dove? Non esistono spazi vuoti idonei né per capienza, il Ponte del Sorriso avrà 200 posti letto, né per recuperabilità edilizia. E comunque un padiglione nuovo, ma lontano dal monoblocco e non ad esso collegato, manterrebbe gli stessi svantaggi del Del Ponte, in termini di parcheggio, di accessibilità all’alta tecnologia, di trasferimenti, di reperibilità degli specialisti che dovrebbero in ogni caso spostarsi. Indubbiamente noi vogliamo che si realizzi il progetto che fu deciso nel 2006. Oltre ad essere motivo di orgoglio per la nostra città ospitare il primo ospedale materno infantile della Regione e il primo in Italia e non solo in Italia per percorsi di accoglienza, garantiremo ai nostri bambini la salute ed il benessere. Ciò che ho descritto sono i fatti concreti e la vera storia, che piaccia oppure no. Dalle mie parole emergono passione ed emozione? Ne sono felice, perché questo significa che dopo oltre vent’anni e due figli che nel frattempo sono diventati adulti, non ho perso l’entusiasmo nel dedicarmi ai bambini in ospedale, né la gioia di vederli sorridere nonostante la malattia, né l’ottimismo di poterli aiutare a guarire giocando. Grazie per il tempo che avrete dedicato nel leggere i miei lunghi commenti. Sono disponibile per chiunque volesse contattarmi per un confronto pacato e corretto. I miei riferimenti sono sul sito www.ilpontedelsorriso.com.
Scritto da Emanuela Crivellaro il 30/1/2013 alle 09:32
Sono soddisfatto del confronto molto interessante e civile che si è andato sviluppando. I lettori hanno potuto apprendere i reali termini delle questioni in gioco. Ringrazio tutti gli autorevoli interlocutori. Per quanto mi riguarda, confermo l'opinione che avevo espresso nel post. Mi impegno a seguire l'evoluzione del progetto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/1/2013 alle 09:35
Il troppo storpia,diceva mia madre. Basta farci prendere in giro con argomentazioni fumose che denotano una conoscenza dei problemi superficiale e preconcetta. Lasciamo alla "nuova" politica che spero possa emergere dalle prossime elezioni il compito di sciogliere questo "nodo di Gordio" nell'interesse della salute ma anche delle tasche dei cittadini,purtroppo gia'tartassati da tasse e balzelli per mantenere tanti parassiti che sia nel pubblico che nel privato si annidano nella nostra societa'
Scritto da giovanni dotti il 30/1/2013 alle 13:29
E' bello volare alto, ma se nel 2006 avevamo idonei aviogetti e propellente a sufficienza si può anche giustificare, in parte, il decollo. Ora dobbiamo essere realisti: abbiamo solo la benzina per la 500 ed il gasolio per il trattore, quindi non possiamo più volare. Per farvi scendere nella realtà di oggi Vi riporto l'editoriale di Max Lodi apparso su La Provincia di Varese del 25 c.m., dove viene ampiamente esposto ed illustrato l'argomento in parola: > Una preghiera ai lettori di questo blog: segnalate questo articolo ai pochi politici (tre) che sinora si sono espressi favorevoli alla prosecuzione del progetto approvato nel 2006. Grazie per l’attenzione. Martino Pirone
Scritto da Martino Pirone il 30/1/2013 alle 15:16
(Caro Adamoli, invio di nuovo – in due tronchi - l’editoriale di Max Lodi al quale ho chiesto preventivamente l’autorizzazione a poterlo divulgare. Penso che sia un utile apporto a chiarire i fatti e smorzare le tensioni. Un cordiale saluto. Martino Pirone)
Scritto da Martino Pirone il 30/1/2013 alle 20:50
(seguito) Sono dunque dei fuggitivi gli oppositori al progetto del moderno nosocomio pediatrico, e soprattutto quelli che (amministratori ed ex amministratori della città) ora vi obiettano e allora non vi obiettarono ? Potrebbero esserlo se non esprimessero pareri pubblici, con dettaglio di motivazioni, esercitando l’autocritica ed esibendo onestà intellettuale; ma se obbediscono a queste prerogative, perché non ascoltarne le ragioni anziché liquidarli come sabotatori della (presunta) strategia ispirata al bene collettivo ? Il dibattito che va crescendo non è campato in aria. Dal mondo sanitario, dalla politica e dalla società civile si sollevano timori sulla sostenibilità dei costi, essendo previsto il perdurare della profonda crisi economica-sociale; sull’opportunità della locazione, visti i problemi logistici e ambientali; sui lunghi e gravosi disagi cui saranno (sono) costretti i degenti durante i lavori al Del Ponte; sull’effettiva funzionalità di due ospedali che dovrebbero agire come se fossero uno solo; sul lascito alle future generazioni di un’eredità preziosa piuttosto che d’un fardello oneroso. Se in così tanti e con così tanto fervore insistono per riaprire una questione data per chiusa, l’unica risposta sensata a una domanda incalzante è di accettare il confronto, dando retta alla sensibilità civica. Che non tradisce mai. Non appare sensibile la “ricollocazione” di un ospedale per il quale s’ipotizzò emotivamente un destino e per il quale ora se ne ipotizza non immotivatamente un altro. Né c’è da vergognarsi d’essere incorsi in un eventuale errore nel passato; semmai da rallegrarsene, perché significa (significherebbe) possedere nel presente una saggezza maggiore di quanto s’immaginasse, ciò di cui s’avvantagerebbe il futuro. L’umiltà del servizio pubblico fa premio sugli orgogli individuali: in proposito, la storia di Varese è ricca di numerosi capitoli. Se ne può scrivere un nuovo. >>>
Scritto da Martino Pirone il 30/1/2013 alle 20:51
Rimango della mia idea ,di semplice cittadino ,senza titoli accademici da mettere in campo.Rispettando la passione altrui ,si capisce.Ma avendone anche un po' timore! I Crociati insegnano...
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 30/1/2013 alle 22:12
Scusaremi ma mi sento in dovere di riinterveni4e dopo le chiamiamole "inesattezze" dell'ultimo commento della cara Signora E.Criv. Perche'vuol minimizzare la consistenza quantitativa,e soprattutto "qualitativa",di quanti si espressero contro la collocazione del POLO MATERNO INFANTILE (e smettiamola una buona volta di appiccicargli il nomignolo di Ponte del sorriso! Si tratta di un Ospedale e non di un Asilo Infantile!) nonche'travisare la posizione "tecnicam.contraria"dell'allora Direttore Gen.
Scritto da giovanni dotti il 30/1/2013 alle 22:42
(segue)dr.Pampari,che pilatescamente si rimise alle decisioni dei politici (da cui evidentem.era stato nominato,come tutti i Dir.Gen.del resto).Dice che lei e il suo gruppo chiesero che "si giungesse ad una decisione definitiva affinche' venisseri risolti i problemi dei bambini che in quella situazione al Del Ponte 3ra o in grave disagio.....gli stessi problemi che in parte persistono anche oggi..".E' quindi ben conscia dei disagi che tale ubicazione comporta, coi continui trasferimenti dei bamb
Scritto da giovanni dotti il 30/1/2013 alle 22:51
dogife39@gmail.com(Segue) bambini(ed io aggiungo anche delle mamme e delle pazienti ginecologiche)da un ospedale all'altro per visite ed esami specialistici ecc.Tutti disagi che si sarebbero e si potrebbero evitare con la collocazione del Polo m.i.al Circolo.Ma successivam.caparbiamente aggiunge:"Indubbiamente NOI VOGLIAMO che si realizzi il progetto che fu deciso nel 2006". Perche' questo e'il suo vero desiderio,altrimenti salterebbe il suo bel Ponte del S. Ma chi si crede di essere?Convinca pu
Scritto da giovanni dotti il 30/1/2013 alle 23:00
(Segue)ma me non riesce ad incantare come ha gia'fatto con altre persone che le hanno dato fiducia. Si e'chiesta chi alla fine paghera'questi costi?Sicuramente i cittadini lombardi con aumento delle gabelle regionali e dei ticket.A lei solo la gloria e la raccolta fondi, che mi piacerebbe vedere dovevanno a finire.Perche'una on-lus che risulta avere a libro paga ben 2 dipendenti credo che buona parte del "raccolto" vada in spese di gestione.Una vera "industria" ben organizzata!Complimenti viviss
Scritto da giovanni dotti il 30/1/2013 alle 23:09
Non ho minimizzato né travisato, ma esposto la realtà dei fatti. Con tutti i Direttori Generali, fin dal dr. Renzo Tellini, ho mantenuto un rapporto cordiale, che continua tutt’ora, anche se si è concluso il loro mandato a Varese. Questo perché il nostro ruolo con l’Azienda Ospedaliera è sempre stato propositivo e non distruttivo, improntato sul rispetto e sulla collaborazione. Quando quindi parlo del pensiero del dr. Pampari, sono certa di quello che affermo. Di tutti i primari del Del Ponte non ne ho visto uno mostrarsi contrario, sposare la tesi di un ospedale unico o schierarsi con il Comitato per un ospedale unico a Varese. Anzi il Direttore di Dipartimento dr. Massimo Agosti, a dicembre, ed il Primario della Pediatria, prof. Nespoli qualche giorno fa, hanno rilasciato dichiarazioni molto chiare. Credo che i responsabili dei reparti del Ponte, siano gli “esperti tecnici” maggiormente deputati ad esprimere un parere ed i primi che devono essere tenuti in considerazione. Ribadisco poi un altro concetto: il Ponte non è un contenitore vuoto, non è una scatola da riempire. E’ già pieno di specialità e di servizi, con parecchie peculiarità che sono vere e proprie eccellenze nazionali e non solo nazionali. Con la chirurgia pediatrica e la rianimazione pediatrica, già previste nel POA, il Ponte del Sorriso è completo, anche se potrà esse ulteriormente sviluppato. Con una razionalizzazione dell’offerta neonatale e pediatrica sul territorio si liberebbero risorse economiche ed umane che potrebbero essere impegnate nel Ponte del Sorriso, rendendolo, quindi, ancor più sostenibile nei costi e garantendo una migliore e più adeguata qualità di cure e assistenza per mamme, neonati, bambini e adolescenti. Questa è la vera sfida per chi governerà da marzo.
Scritto da Emanuela Crivellaro il 31/1/2013 alle 09:29
Per quanto riguarda i conti della fondazione Il Ponte del Sorriso Onlus, bilanci e costi, compresi quelli di gestione, sono pubblicati sul sito www.ilpontedelsorriso.com e chiunque può venire presso la nostra sede a consultare ogni documento. Noi siamo disponibili.
Scritto da Emanuela Crivellaro il 31/1/2013 alle 09:42
Sara',ma personalm.resto del parere che una on-lus,cioe'un'associaz.no-profit,SENZA SCOPI DI LUCRO,dovrebbe avere come collaboratori persone non a libro paga ma che prestano la loro opera e il loro tempo DISINTERESSATAMENTE,per il bene della Collettivita'senza nulla ricevere in cambio se non la gratificazione della propria coscienza per aver soddisfatto al"dovere morale"di solidarieta'sociale verso i piu'deboli. Ai bambini ricoverati non serve una solidarieta'pelosa,bastano i propri genitori.
Scritto da giovanni dotti il 31/1/2013 alle 15:43
Caro dottor Dotti, pensa che questo suo incessante accanimento verso le 'inesattezze' giovi al raggiungimento dello scopo del Comitato? Precisazione: la legge quadro sul volontariato, legge n.266/1991 articolo 2, comma 2, prevede che i volontari non possono essere retribuiti in alcun modo (nemmeno dal beneficiario), salvo il rimborso da parte dell’organizzazione di appartenenza delle spese effettivamente sostenute per l’attività prestata. La preclusione, però, non è assoluta. Si possono costituire rapporti di lavoro dipendente o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo. Infatti, ai sensi dell’articolo 3, comma 4, della legge richiamata, l’Onlus può assumere dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo, esclusivamente nei limiti necessari al suo regolare funzionamento ovvero se necessari a qualificare o specializzare l’attività da essa svolta. Dura lex sed lex. Have a nice WE.
Scritto da Nicoletta Montanini il 31/1/2013 alle 18:27
Cara signora Nicoletta M.,non mi sto proprio accanendo contro nessuno,mi permetto solo una semplice CONSTATAZIONE: mollte onlus in Italia sono diventate vereeproprie organizzazioni per rastrellare soldi,e dove girano soldi qualche riserva sulle loro buone intenzioni mi permetta di farla.Come per i partiti politici.Lodo e ammiro quelle che non hanno nei loro statuti la ricerca di fondi ma solo laDONAZIONE GRATUITA E DISINTERESSATA del loro tempo e della loro opera,con solo piccoli rimborsidispesa
Scritto da giovanni dotti il 31/1/2013 alle 23:22
ONLUS significa organizzazione non a scopo di lucro, ossia che lo scopo non è produrre profitti da ripartire tra i soci. Ciò non significa che chi vi opera non possa essere retribuito. La legge prevede quindi due tipi di ONLUS. Quelle di diritto, che sono le organizzazioni di volontariato, come il Comitato Tutela Bambino in Ospedale, dove i volontari, che devono essere prevalenti, non possono essere in alcun modo pagati, ma vi possono essere anche dei dipendenti. Per legge la raccolta fondi deve essere limitata alla propria attività sociale. La qualifica ONLUS è automatica. Nel nostro caso il CTBO non ha alcun dipendente, ma circa 400 volontari. Poi vi sono le ONLUS di opzione, qualifica che viene invece assegnata dall’Agenzia delle Entrate, previa presentazione di una domanda ed una trafila piuttosto lunga. Queste ONLUS non sono organizzazioni di volontariato e si avvalgono di personale retribuito e anche, dico anche, ma non è obbligatorio, di volontari. A questa categoria appartengono le fondazioni, tra le cui attività principali rientra proprio la raccolta fondi. Ma ne fanno parte anche le cooperative sociali, le associazioni di promozione sociale e culturale, ecc, che, ribadisco, non sono organizzazioni di volontariato. Sono quelle che generalmente gestiscono servizi socio sanitari e/o educativi, i loro soci sono o possono essere retribuiti e si avvalgono di personale dipendente. A questo tipo di ONLUS appartiene Il Ponte del Sorriso ONLUS, la fondazione costituita dal CTBO, proprio perché era la forma giuridica corretta per raccogliere fondi per il Ponte del Sorriso. Si avvale di due dipendenti e dei 400 volontari del CTBO. Altra precisazione: gli stipendi dei dipendenti delle ONLUS non possono essere decisi, come nel settore privato, a discrezione del Consiglio di Amministrazione o del Presidente, ma non devono superare un determinato tetto stabilito dalla legge. Proprio a garanzia che non vi siano speculazioni. La truffa poi, può esserci dappertutto, ma non è corretto fare di ogni erba un fascio.
Scritto da Emanuela Crivellaro il 1/2/2013 alle 12:02
Vista la cofusione che regna tra queste associazioni create dalla fantasia della Signora Crivellaro, che utilizza anche questo blog per la sua propaganda, pregherei il nostro anfitrione di permetterci di chiarire anche la posizione del nostro , necessariam.in contrasto col suo protgetto"Ponte del Sorriso".E poiche'certa stampa on line non pubblica le nostre lettere ma da'spazio alle sue,preghiamo di accogliere sul blog questa nostra lettera di precisazioni
Scritto da giovanni dotti il 5/2/2013 alle 14:56
IL COMITATO PER UN SOLO OSPEDALE A VARESE RISPONDE Egregio Direttore, noi rappresentanti del < Comitato per un solo Ospedale a Varese > pensavamo che “Il Ponte del Sorriso” fosse una Associazione nata con lo scopo di alleviare con attività ludiche la degenza dei bambini ricoverati in ospedale. Abbiamo invece appreso dalle informazioni, peraltro non richieste, fornite alla Stampa dalla sua Presidente Emanuela Crivellaro (lettera 346/1/13 di Varese News) che si tratta di una cosa molto diversa. E’ questa infatti una “Fondazione Onlus“ che “per una precisa volontà della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera e dei Soci Fondatori è nata con lo scopo di sostenere la realizzazione del Polo materno infantile a Varese” (ma non esiste già?). E con sorpresa abbiamo anche appreso che ”tra l’Azienda Ospedaliera e la Fondazione è stata stipulata una convenzione.....a garanzia che i soldi vengano spesi per il progetto denominato il Ponte del Sorriso”. Quindi è una cosa del tutto indipendente dall’iniziale C.T.B.O. (che conta sulla presenza di circa 400 Volontari non retribuiti): trattasi di una vera e propria organizzazione avente lo scopo di raccogliere fondi finalizzati alla realizzazione del progetto del megagalattico Polo materno-infantile all’Ospedale Del Ponte. Noi del < COMITATO PER UN SOLO OSPEDALE A VARESE > che invece ci prefiggiamo di riportare le Divisioni per “acuti”, cioè tutto il Polo materno-infantile, alla sua sede naturale che è l’Ospedale di Circolo (dove esistono interi padiglioni dismessi e tutte le specialità e competenze di un grande Ospedale), non condividiamo affatto quel progetto “faraonico” e stiamo combattendo con armi impari contro quanti invece ancora lo sostengono, e tra costoro ci siamo trovati di mezzo anche la Signora Crivellaro che sta raccogliendo fondi da ogni parte per la sua realizzazione. Ma, ci chiediamo, non ci sono già i finanziamenti pubblici regionali per questo ? O forse non bastano ? Chi ci capisce è bravo! Sappia la Presidentessa del “Ponte del Sorriso Onlus” (ed i pochi altri nostri oppositori finora usciti allo scoperto, come un certo Signor Angelo Ferrarello della CGIL che maliziosamente insinua -lettera n.337/1 su Varese News- che noi saremmo mossi da chissà quali interessi personali e politici) che noi agiamo in modo del tutto autonomo e disinteressato (cosa troppo lontana dalla mentalità del Sig. Ferrarello, che pensa che tutto debba avere un tornaconto personale), animati dalla volontà e dal dovere morale di evitare una scelta che riteniamo assurda, inutile e antieconomica, nell’interesse generale della Città e della Sanità Varesina. Pertanto ci lascino in pace questi accaniti oppositori: noi del Comitato - forti del sostegno di tanti Concittadini, anche di notevole rilevanza sociale e spessore intellettuale che la pensano come noi - porteremo avanti questa battaglia civile con i metodi democratici a nostra disposizione, anche se ci costa impegno e fatica e nulla ci dona in cambio se non la soddisfazione morale di aver fatto il nostro dovere in favore della Collettività. E chiederemo “ufficialmente” anche noi - in qualità di rappresentanti di una larga fascia di Cittadini - di essere ammessi (come la Fondazione Onlus della Signora Crivellaro, che a quanto pare gode di un rapporto privilegiato con la Dirigenza Ospedaliera) al dialogo con i vertici della Sanità locale (Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera) e Lombarda (Direzione Gen. Sanità Regione Lombardia, dott. Lucchina, che finora non ha nemmeno risposto alle nostre richieste di un colloquio). E se ancora ci chiuderanno le porte costituiremo - sul modello Crivellaro - una Onlus che chiameremo < IL CIRCOLO DEL SORRISO > per raccolta fondi atti a sostenere, anche legalmente se dovesse rendersi necessario, la nostra battaglia in favore del trasferimento del Polo materno-infantile all’Ospedale di Circolo. Perché non vogliamo lasciare questa Città in balia di incompetenti e megalomani dalle mani bucate, che ancora si ostinano a sostenere quell’assurdo, inutile e dispendioso progetto al Del Ponte, incuranti delle sofferenze e dei disagi - quelli sì reali - che oltre alla malattia devono subire i bambini e le donne ora ricoverati nei reparti di Pediatria, Maternità e Ginecologia di quell’Ospedale. Grazie per l’accoglienza Varese, 4 febbraio 2013 Il COMITATO per UN SOLO OSPEDALE a VARESE (Dotti. Pirone, Bottelli, Gronchi, Gervasini)
Scritto da Comitato per un solo ospedale il 5/2/2013 alle 15:16
buongiorno, non sono un tecnico,ne un politico, ma un marito che ha visto sua moglie rischiare la vita per un trasferimento in emergenza dal ponte al circolo. potete raccontare quello che volete ,ma il ponte è un assurdità e un pericolo e uno spreco di risorse folle. lo sapete che quando fanno un prelievo al ps del ponte parte una macchina per portarlo al laboratorio del circolo? ma possibile che nessun giirnalista si chieda chi ci guadagna?
Scritto da luca ercoli il 5/2/2013 alle 22:19
E' vero.in Lombardia ,contrariamente a quanto e' stato fatto in Liguria,nel Lazio e in Toscana,manca un grande ospedale del bambino,anche se l ospedale buzzi di Milano offre prestazioni d eccellenza per la fascia pediatrica.lillo craparo
Scritto da Lillo Capraro il 6/2/2013 alle 17:18
All'ultimo commentatore faccio presente che Varese non e'Genova,Firenze o Roma,non ha un bacino d'utenza cosi' grande come quelle megalopoli, inoltre c'e' Milano vicina con strutture pediatriche eccellenti.Una struttura cosi'grande rischia di restare semivuota(come gia'aPavia),i suoi costi enormi sia per la costruzione che per la gestione non sarebbero affatto giustificati dal punto di vista economico.Spendere cosi'male i soldi pubblici grida vendetta al cielo! E poi ci sono anche le donne ricov
Scritto da giovanni dotti il 6/2/2013 alle 22:23
Qualche azzeccagarbugli che evidentemente di sanità non ne mastica molto sostiene, nell’agone politico che si è acceso sull’Ospedale Filippo Del Ponte, che siamo in dirittura d’arrivo e non si può tornare indietro. Non stiamo costruendo un supermercato! Normalmente in Sanità prima sorgono le richieste e le conseguenti esigenze, poi nascono e si accrescono le competenze e infine sorgono i centri di riferimento. Qui si vuole mettere il carro davanti ai buoi. Prima si costruisce una cattedrale nel deserto, poi si cercano i celebranti per farla funzionare. Si dimentica che a sud di Varese esistono già centri pediatrici di riferimento, nati in maniera fisiologica e che funzionano egregiamente: Milano, Monza, Pavia, Bergamo, Brescia. Si dice che si sta cercando il chirurgo pediatra che nel giro di due anni allestirà una squadra per affrontare le esigenze chirurgiche. Credo si stia parlando di un chirurgo generale. Per le altre specialità come ci si comporterà? Si formerà un’equipe otorinolaringoiatrica pediatrica? Un’equipe ortopedica pediatrica, una neurochirurgica pediatrica, una oculistica pediatrica, e così via per ogni specialità chirurgica che preveda patologie pediatriche? Per non parlare dei servizi essenziali: radiologia, cardiologia, laboratorio (già presente ma poi accentrato al Circolo), rianimazioni pediatrica e adulti (rispettivamente per i bambini e le donne dell’ostetricia e ginecologia), ecc. ecc. Le équipes e i servizi richiedono personale (medico, infermieristico, tecnico), apparecchiature e strumentazioni sofisticate molto costose. Si è calcolato cosa presuppone tutta questa “duplicazione” di quanto già c’è a meno di 1 Km. di distanza all’Ospedale di Circolo ? Oppure si prevede ancora un pellegrinaggio tra i due Ospedali di pazienti, consulenti, provette e autoambulanze? Tutte le voci che si alzano per controbattere quanto sostiene il “COMITATO PER UN SOLO OSPEDALE A VARESE” non avanzano motivazioni tecniche, non dissentono sulle proposte avanzate dal Comitato, ma evidenziano solo problematiche di finanziamenti già in atto palesando una irreversibilità sotto il profilo meramente economico. Si è calcolato quanto costerebbero le duplicazioni ipotizzate? Si è calcolato quanto si spenderebbe in termini di costi di personale per l’attivazione di questo progetto faraonico? I sette milioni spesi fino ad oggi non sarebbero sprecati ma servirebbero a dare una dignitosa accoglienza alle cure riabilitative e alle così dette “degenze protette”. Gli altri 20 già finanziati non andrebbero utilizzati per erigere un monumento per ricordare alla popolazione di Varese l’insipienza del progetto! L’alibi posto poi dai fantomatici “Stati Generali” non sussiste: si sarebbero potuti anche chiamare “Stati Universali” o “Intergalattici”, ma la presenza di poche persone () non equivale alla tanto sbandierata “informazione democratica” della popolazione varesina! Varese 7 febbraio 2013 prof. Giuseppe Giudice (già Primario di Anestesia e Rianimazione all’Ospedale Del Ponte)
Scritto da Giuseppe Giudice il 8/2/2013 alle 16:51
@Dotti. Non entro nel merito della vicenda perchè si stanno spendendo troppe parole. Le volevo solo fare notare un suo commento di cattivo gusto che mi ha fatto capire che della realtà del Ponte probabilmente conosce poco. In qualità di mamma di un bambino ricoverato nel mese di novembre per circa 6 settimane, la invito a verificare di persona che i volontari del Comitato Tutela Bambino in Ospedale non forniscono una solidarietà pelosa e i genitori non bastano.
Scritto da Mamma Francesca il 11/2/2013 alle 12:32
Le educatrici e i volontari sono importantissimi, quando mio figlio non poteva uscire dalla stanza e vomitava tutto il giorno, c'erano loro ad aiutarlo e aiutare due genitori che si sentivano persi.La prego di non nominare più in modo inopportuno quelle persone che sono solidali con bambini e genitori.Nel dibattito sull'ubicazione dell'ospedale non deve essere messa in discussione la professionalità delle operatrici e il buon cuore dei volontari. Grazie
Scritto da Mamma Francesca il 11/2/2013 alle 12:37
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