Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/2/2013 alle 15:32


    
     Il duplice rifiuto iniziale dell’integrazione europea e dell’alleanza con gli Stati Uniti fu una fatale palla di piombo per il  Pci nell’immediato dopoguerra…. Questo bloccò a lungo una normale dialettica nei rapporti politici e nelle prospettive del Paese….
     Solo nel 1977, cioè durante il governo di solidarietà nazionale, tutti i partiti dell’arco costituzionale si riconobbero nell’Alleanza atlantica e negli impegni comunitari….
    
Dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica si ebbe una affermazione del primato mondiale dell’Occidente che non vi era mai stata prima e apparve allora non irragionevole parlare di mondo unipolare e perfino di “fine della storia”….
    
Dopo il terribile colpo sferrato da Al Qaeda al cuore dell’America l’11 settembre del 2001 gli Usa furono incapaci di esprimere una strategia di isolamento dell’estremismo e del terrorismo islamico…. 
     Quel che non ha retto è stato il modello di crescita senza risparmio dell'economia degli Stati Uniti....
     Oggi siamo in un “mondo di nessuno” (come lo definisce Charles Kupchan) che si caratterizza per la dispersione del potere globale e richiede una più avanzata prospettiva multilaterale e un nuovo quadro di cooperazione e solidarietà….
    
La crisi scoppiata nel 2008 e non ancora superata ha dato la prova di quanto sia profonda e stringente l’interdipendenza globale, la rete e l’intreccio dei rapporti multilaterali….
    
Ho cercato di cogliere la profondità delle trasformazioni ma non ho mai ceduto alla suggestione di un fatale declino dell’America e dell’Occidente. Restiamo legati da ogni punto di vista all’amicizia e alleanza con gli Stati Uniti come italiani e come europei….
     L’Europa saprà porsi all’altezza delle sue potenzialità e responsabilità? E’ indispensabile procedere sul serio verso l’Unione politica.

Sono alcuni piccoli brani del discorso (consiglio di leggerlo) tenuto qualche giorno fa a Milano da Giorgio Napolitano.
E’ una riflessione sull’evoluzione politica del nostro Paese che condivido e che fa capire molto bene le ragioni che stanno alla base dell’attuale centrosinistra e in particolare del Pd. Il quale ha certamente dei difetti ma enormi potenzialità per la crescita culturale, sociale ed economica dell’Italia. 

Commenti dei lettori: 30 commenti -
Napolitano è la sintesi perfetta della finta dicotomia capitalismo/comunismo ed è stato, senza dubbio, il peggior presidente della storia repubblicana.
Scritto da Manlio Bertieri il 10/2/2013 alle 16:07
Napolitano lo vedo bene come simbolo del Pd riformatore e riformista.
Scritto da M.F. il 10/2/2013 alle 16:12
E pensare quanti poveretti definiscono spregiativamente Napolitano come un "comunista"!!
Scritto da bm il 10/2/2013 alle 16:23
oggi 10 febbraio è "la giornata del ricordo" . Ricordo degli infoibati dai titini e dell'esodo dei giuliano-dalmati. Ai negazionisti di sinistra, che albergano anche nel PD, l'invito ad una riflessione e ad una revisione storica definitiva. Sono stati perseguitati e uccisi per il solo fatto di essere italiani e per vendetta per i delitti compiuti dai fascisti: non da loro !
Scritto da L.V. il 10/2/2013 alle 17:30
@Manlio Bernieri, tu sei Manlio Bernieri come io sono un tram. Sei sempre quello che cambia nome come io cambio le mutande.
Scritto da Un tram il 10/2/2013 alle 17:44
Napolitano tra poco passerà la mano. Non sarà facile sotituirlo ....un Presidente che ha sempre trovato le parole adatte per ogni situazione . Un politico molto intelligente di certo sopra la media di tanti suoi colleghi . Un Presidente che sarà ricordato come un padre della patria.
Scritto da Pietro il 10/2/2013 alle 18:03
Ricordo con emozione la sua visita a Varese per il 150mo anniversario dell'unità d'Italia. Una grande personalità.
Scritto da Lettrice affezionata il 10/2/2013 alle 18:41
@Giuseppe Adamoli. A me, in un altro post, ha chiesto una mail con il mio nome e cognome "veri" per prevenire polemiche personali, e poi pubblica i commenti di un tram. Continui da solo il suo giochino e tanti auguri. Non si lamenti se il suo blog è andato a catafascio. La colpa è soltanto sua.
Scritto da Manlio Bertieri il 10/2/2013 alle 19:25
@ Un tram. A volte (o spesso) ritornano; si credono molto furbi e coraggiosi sotto l'usbergo del nikname. Hanno solo certezze; l'accortezza di indossare guanti per non lasciare le loro inconfondibili impronte digitali non li sfiora; pensano di potersi travisare all'infinito e che tutti siano gonzi. Argomentare con loro è inutile: si rimedia solo un insulto. Concediamo loro la palma della furbizia e arrendiamoci pavidamente alla loro sicumera.
Scritto da Angelo Eberli il 10/2/2013 alle 19:44
.Il 1921 sembra diventare un anno simbolico di valore centrale per il PD in questa grigia , triste e spesso ridicola campagna elettorale (Dio voglia che finisca presto). Monti con non molto tatto diplomatico afferma che il PD e' nato nel 1921 l'anno di fondazione del PCI (Partito comunista italiano). Questa può' sembrare una provocazione gratuita e non necessaria ma indubbiamente ha non pochi fonda...menti in accadimenti recenti e di tutta attualità'. Lo stesso segretario del PD Pierluigi Bersani all'occasione della vittoria della coalizione di Crocetta alle regionali siciliane di un paio di mesi fa' dichiara ".. E' dal dopoguerra che non vinciamo in Sicilia". E' chiaro che ha in mente il PCI e non certo il PD a dimostrazione che il PCI nato nel 1921 e' e rimane il suo vero universo di riferimento dando spazio a chi afferma con non poco seguito (vedi Berlusconi) che in fondo il PD e' solo l'ennesimo travestimento del vecchio PCI . Le tanto celebrate primarie di coalizione prova e dimostrazione di libera democrazia interna vengono di fatto pilotate dall'apparato con regole e balzelli che appaiono ad un osservatore attento come metodi non del tutto estranei alle logiche che hanno le loro radici in quel lontano e ormai leggendario 1921. Il programma economico della coalizione di centrosinista imposto dal kombinat Fassina, Landini, Camusso e Vendola assomiglia non poco nell'impostazione concettuale alla vecchia NEP (Nuova Politica Economica) lanciata da Lenin proprio nel 1921. La NEP potrebbe essere schematizzata come l'inversione dell'economia sociale di mercato cara al Prof. Monti e ad Angela Merkel dove il termine stato (spesa pubblica) diventa primario e il mercato un fattore secondario o meglio ausiliario. L'unico vero tentativo di abbandonare per sempre il 1921 e' stato quello di Renzi che e' finito come si sa'. Renzi senza grande convinzione, a dire il vero, sta' dando una mano al sussistere del 1921. Aveva preso quell'impegno e fa bene a mantenerlo ma dopo il 25 febbraio inizia un'altra storia che non avrà più' nulla a che fare con il 1921.
Scritto da Flavio Argentesi il 10/2/2013 alle 19:51
@Manlio Bertieri - Conosco l'identità di @tram. E' un lettore abituale che di solito si firma con nome e cognome. Lei può scrivere tutte le opinioni politiche che vuole ma quando polemizza con i commentatori (scorgo il pericolo a distanza) richiedo la firma autentica. Tutto qui. PS - Guardi che i lettori sono aumentati e non diminuiti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/2/2013 alle 19:57
@L.V. Sulle Foibe gli ex comunisti hanno già rivisto la loro posizione ammettendo le loro colpe. Singole persone e/o gruppettini non fanno testo.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 10/2/2013 alle 22:03
Anche se Napolitano mi sembra un po' un"taja e medega" quel che dice e'abbastanza ragionevole.Condivido le osservaz.di @F.Argentesi, auspico che il PD lasci al passato le vecchie ideologie per diventare davvero la "casa comune" di tutti i progressisti.Altrimenti e'meglio che ognuno continui da solo per la sua strada, con event.accordi di coalizione e alleanze di governo, piuttosto che soccombere sotto la forza schiacciante della maggioranza exPCI che pretende di imporre sempre uomini e programmi
Scritto da giovanni dotti il 11/2/2013 alle 07:51
Aggiungo che certe vecchie "cariatidi" presenti anche qui da noi nel partito non giovano certo allo svecchiamento e all'aprirsi a quella parte della societa'civile che si sente come orfana e non rappresentata dall'attuale "apparato". Termine che suona male a molti che gli appartengono e ne traggono personali vantaggi, ma che corrisponde pienamente -e'inutile volerlo negare- allo stato attuale delle cose.Lo si e'visto anche recentem.con le Primarie "farsa" per il Parlamento proprio qui a Varese!
Scritto da giovanni dotti - Varese il 11/2/2013 alle 08:01
Il Pci si è reinterpretato più volte nella storia italiana mostrando una sorprendente capacità di adattamento. Dire il Pd di oggi è la reincarnazione aggiornata e moderna di quel partito comunista è la cosa più sbagliata. L'incontro con culture diversi li ha molto cambiati. Ci sono ancora vecchi comunisti che il passare degli anni eliminerà ma la grandissima parte di loro è benissimo rappresentata da Napolitano, un vero riformista riformatore.
Scritto da Roseto senza rose il 11/2/2013 alle 08:21
É un personaggio político che non mi piace.
Scritto da Leopoldo Parada Pestana il 11/2/2013 alle 08:56
Nel marasma di presidenti della repubblica anche inetti e incapaci (Cossiga, Segni, Leone) o tignosi (Scalfaro) mi sembra che Napolitano possa tranquillamente essere aggiunto a quelli come Ciampi che non hanno creato danni irreparabili al Paese. Ricordo che Napolitinao è stato Presidente con al governo un mediocre pallonaro come Berlusconi: altri si sarebbero suicidati.
Scritto da Sic Est il 11/2/2013 alle 11:39
Dopo il rifiuto a firmare il decreto salva Eluana non è più stato il mio Presidente ! Ha difeso "sentenze creative"della magistratura. Le leggi le fa solo il Parlamento a maggioranza. La magistratura ha il compito di applicarle e farle rispettare, non di interpretarle !
Scritto da L.V. il 11/2/2013 alle 12:10
ANTICA E MODERNISSIMA LA CHIESA DI ROMA, UN GRANDE RIVOLUZIONARIO BENEDETTO XVI. FORSE CHE VERAMENTE ESISTA IL DIO DEGLI ESERCITI?
Scritto da ulderico monti il 11/2/2013 alle 12:50
Rileggo con emozione la pagina di "Luce del mondo" - 2010, in cui Benedetto risponde alla domanda dell'intervistatore Peter Seewald: "Quindi è immaginabile una situazione nella quale Lei ritenga opportuno che il Papa si dimetta?". Ma fin in apertura del libro, il Papa affermava: "Il fatto di trovarmi all'improvviso di fronte a questo compito immenso è stato per me un vero shock. La responsabilità, infatti, è enorme".
Scritto da ulderico monti il 11/2/2013 alle 13:29
un discorso può essere preso come spunto di riflessione, detto questo non mi va giù la solerzia con la quale un presidente della repubblica si sottrae ad indagini della giustizia. le parole da una parte i fatti dall'altra.
Scritto da Pouge il 11/2/2013 alle 13:38
Caro L.V. (17.30), a proposito di Foibe ti invito a leggere le dichiarazioni di Giuliano Pisapia di ieri "Furono uccisi tanti italiani, vittima di una violenza feroce e inaudita che colpiva in loro una identità, una storia e una cultura. Oltre a chi fu barbaramente ucciso ci fu un intero popolo di sopravvissuti per persero tutto". Ci saranno anche quelli che continuano a negare ma la cultura di sinistra in massima parte si riconosce in queste parole.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/2/2013 alle 13:48
@ Ulderico Monti. Condivido le sue considerazioni sull'importanza e la forza del gesto di Benedetto XVI. Sono scosso. Quasi come se percepissi, in piccolissima parte (e già mi fa tremare) il travaglio interiore di un uomo di fronte ad una decisione storica, epocale, unica. Ma più che commentare (non ne sono capace in maniera profonda) è meglio che mi metto a meditare. Un saluto, signor Ulderico.
Scritto da FrancescoG. il 11/2/2013 alle 16:42
In un suo libro del 2005, “L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture”, Ratzinger ha scritto: “Viviamo un momento di grandi pericoli e di grandi opportunità per l’uomo e per il mondo, un momento che è anche di grande responsabilità tutti noi. … Al crescere delle nostre possibilità non corrisponde un uguale sviluppo della nostra energia morale. Il vero, più grave pericolo di questo momento sta proprio in questo squilibrio tra possibilità tecniche ed energia morale. In questo senso l’illuminismo è di origine cristiana ed è nato non a caso proprio ed esclusivamente nell’ambito della religione cristiana, laddove il cristianesimo, contro la sua natura, era purtroppo diventato tradizione e religione di Stato. Nonostante la filosofia sia sempre stata appannaggio del cristianesimo, la voce della ragione era stata troppo addomesticata. …… …. E’ stato ed è merito dell’illuminismo aver riproposto questi valori originali del cristianesimo e aver ridato alla ragione la sua propria voce. Il Concilio Vaticano II ha nuovamente evidenziato questa profonda corrispondenza tra cristianesimo ed illuminismo, cercando di arrivare ad una vera conciliazione tra Chiesa e modernità, che è il grande patrimonio da tutelare da entrambe le parti”.
Scritto da ulderico monti il 11/2/2013 alle 16:53
@Francesco G e @Ulderico Monti - Condivido, caro @Francesco, il tuo forte impulso interiore alla riflessione sul gesto di Benedetto XVI. Poi, nei prossimi giorni, magari ne parlerermo. Conto sull'aiuto di @Ulderico Monti che ha sempre scritto parole "incantate" sul Papa tedesco.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/2/2013 alle 17:30
Mi permetto di aggiungermi a @Ulderico Monti e a @FrancescoG. nel fermare un pensiero sulle dimissioni di Ratzinger. Odifreddi (che scrisse un libro in cui ‘dialogava’ con Ratzinger) oggi scrive nel proprio blog: ‘Immaginiamo che dal 1 marzo sarà un sollievo, per papa Benedetto XVI, risvegliarsi di nuovo come l’uomo Joseph Ratzinger, e non essere più costretto a fungere da ingranaggio di una macchina di propaganda. Il silenzio nel quale prevedibilmente si chiuderà, gli sarà di sollievo. A noi, invece, toccherà un altro papa. Si diceva una volta che, morto un papa, se ne fa un altro. Questa volta, però, se ne farà un altro anche col precedente vivo! Il che significa che ci sarà risparmiata la sua penosa agonia pubblica, se non l’isteria collettiva del suo funerale. E’ dunque probabile, o almeno possibile, che le sue dimissioni verranno ricordate come l’atto più “progressista”, cioè normale, di un pontificato sempre conservatore, e spesso anche reazionario’. Personalmente, ho apprezzato il pontificato di Papa Benedetto XVI per la sua caratteristica spiccatamente spirituale e religiosa, a differenza di quella più dichiaratamente politica di Papa Giovanni Paolo II. Oggi ho provato un’umana comprensione per lui. Un uomo circonfuso dal dogma dell’infallibilità che ammette di ‘non avere più le forze’ è quanto di più prorompente ed esemplare ci possa essere. Nei prossimi giorni si parlerà ampiamente, non mancheranno anche le ipotesi più materiali, terrene, come quella dell’esistenza di qualche scheletro nell’armadio. Ma oggi è il giorno del plauso per quest’uomo. E delle risa per un altro uomo, Berlusconi, che ha solo 9 anni in meno di Ratzinger ma ha il viso tiratissimo di botox, il capello tinto mogano e non manca, anche durante gli appuntamenti politici, di imbarazzare le donne con battute da animatore di villaggio-vacanza.
Scritto da eg il 11/2/2013 alle 18:53
@Ulderico Monti ha scelto uno dei pensieri più alti e più belli del Papa. C'è solo da sperare che la discussione sull'atto del Pontefice sia bene impostata e non scada nel solito chiacchiericcio pettegolo.
Scritto da Luisa B. il 11/2/2013 alle 19:08
@Giuseppe Adamoli. Caro Giuseppe, hai ben penetrato il mio rapporto, “incantato” come tu lo definisci, di venerazione e devozione per Joseph Ratziger. Ho amato altri pontefici, quali Giovanni XXIII e Giovanni Paolo, uomini di fede, di intelletto, di azione, “rivoluzionari” veri che hanno riformato il mondo. Negli scritti di Ratzinger, per quanto è comprensibile alla mia mediocrità, ho trovato conforto e speranza e stimolo all'ottimismo. Tra i molti insegnamenti, vorrei ricordare il monito del discorso di Ratisbona con l'energica riaffermazione del legame della fede cristiana con la cultura ellenistica e il richiamo alla visione che indusse Paolo di Tarso a volgersi ad Occidente. Fu sull'Areopago che Paolo aprì il nuovo destino dell'Impero e dell'Europa. Quel colle fatidico, tra mito e storia, vide il passaggio tra epoche della civiltà, ben esemplificate dalla trasformazione delle Erinni in Eumenidi. Ma il mio desiderio di fede non è mai stato esaudito, e dunque mi esclude dalla predestinazione della chiamata e della giustificazione, promessa della Lettera ai Romani (8,29). Ma io insisterò e credo che con altri – come @Francesco G che ringrazio e saluto - seguiremo la via della perseveranza.
Scritto da ulderico monti il 11/2/2013 alle 19:40
Il grande dibattito che si è aperto sulle dimissioni del Papa mette ancora più in luce la piccolezza della discussione sulle elezioni italiane del mese prossimo caratterizzate solo dalla tattica senzo uno slancio ideale e culturale forte.
Scritto da Maurizio il 11/2/2013 alle 21:20
Tornando a Napolitano, ho letto il discorso lincato al post e l'ho trovato onesto. Fa il paio con quello che ha scritto ieri suul'Osservatore Romano sulle responsabilità soriche del comunismo internazionale. A differenza di altri personaggi queste cose le aveva dette in parte anche quando il Pci c'era ancora.
Scritto da Francesco il 11/2/2013 alle 22:28
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