Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 15/2/2013 alle 11:09


Continua la polemica sul voto utile, su cosa esattamente significhi, su quali vantaggi e svantaggi possa portare.
In teoria, i voti sono tutti utili se esprimono l’orientamento genuino dell’elettore. Anche nel caso in cui non siano decisivi per la vittoria di un partito o di uno schieramento indicano una scelta su cui sarebbe bene riflettere.
Questa tesi è astrattamente sostenibile soprattutto in un sistema proporzionale o in un sistema misto (proporzionale-maggioritario) nel quale il voto ad un partito, sebbene piccolo, è in grado di condizionare la formazione della maggioranza.
Per il Parlamento può anche avere un suo senso. Una persona vota Ingroia per far sapere al Pd che  vuole una politica più di sinistra e per indurlo semmai ad un accordo con lui nel caso il Pd non ce la facesse da solo sia alla Camera che al Senato come sarebbe molto augurabile.
Oppure, al contrario, una persona vota Monti perché desidera che il Pd, se non autosufficiente, formi il governo con la sua Lista Civica.
Per la Lombardia è tutto diverso. Con l’elezione diretta, sarà presidente chi ottiene un voto in più, si prende tutto il premio di maggioranza e compone la Giunta che vuole.
La contesa in Lombardia è solo fra Umberto Ambrosoli (foto) e Roberto Maroni. Il voto ad Albertini, al punto in cui siamo, equivale ad un’espressione di stima e basta.
Può dispiacere per Gabriele Albertini che è persona seria e che probabilmente sottrae più voti a Maroni che ad Ambrosoli ma questa è la realtà.
Il voto utile in Lombardia possiede una logica ferrea.

Categoria: Lombardia, Persone
Commenti dei lettori: 43 commenti -
Il voto utile esiste anche al contrario di ciò che viene detto nel post. Un voto dato a Maroni invece che a Albertini può far vincere Maroni che è l'uomo giusto per la Lombardia.
Scritto da Ugo F. il 15/2/2013 alle 11:30
Per il parlamento voterò per Monti e spero che sia necessario per governare. Per la regione probabilmente voterò per Ambrosoli. Albertini non sarà neppure nel consiglio regionale.
Scritto da Bianchi Giò il 15/2/2013 alle 12:38
L'altra sera a Varese Ambrosoli mi ha fatto una buona impressione. Nessuna retorica e tanto buon senso. No so se basterà ma me lo auguro vivamente.
Scritto da Lettrice affezionata il 15/2/2013 alle 14:31
Una riflessione totalmente condivisibile.
Scritto da Claudio Pirola il 15/2/2013 alle 16:55
Mai come questa volta credo sia necessario ed utile esprimere un voto di “cambiamento”, sia per il Parlamento che per il Pirellone. Cambiare per il Pirellone vuol dire, ha ragione Giuseppe, votare Ambrosoli. Cambiare per il Parlamento vuol dire NON votare chi in vent’anni di seconda repubblica ha portato l’Italia sull’orlo del baratro. E in questo centrodestra e centrosinistra pari sono. Per cui chi vuole cambiare la Lombardia vota Ambrosoli, chi vuole cambiare l’Italia non vota né PD-Sel né PDL-Lega.
Scritto da Ade il 15/2/2013 alle 17:09
Albertini deve ringraziare Formigoni che prima lo ha spinto a candidarsi e poi gli ha voltato le spalle. Inaffidabile Formigoni.
Scritto da Vittorio il 15/2/2013 alle 17:22
Giusto, il voto è sempre utile sia per esprimere protesta o testimonianza. Purtroppo non per colpa degli elettori non tutti i voti sono produttivi e servono per CAMBIARE. Colpa di una legge sciagurata ( non scomodiamo i PORCELLI, per non offendere questi utili animali ) fatta anche per impedire di governare. Non parliamo di Parlamento in modo generico : si può dare un voto di stima o di testimonianza alla Camera per Ingroia o per Monti, ma al Senato occorre far vincere PD- SEL e TABACCI.
Scritto da A.Vaghi il 15/2/2013 alle 18:27
vero che votare al Parlamento per Monti o per Ingroia equivale a mandare un messaggio al PD. Però questo vale in presenza della certezza che la coalizione PD-SEL abbia un voto in più di PDL-Lega.... Quindi, per evitare rischi, invece di mandare messaggi sembrerebbe opportuno votare direttamente per PD o per SEL.
Scritto da b.m. il 15/2/2013 alle 19:18
Spiegazione ragionevole e persuasiva. Andare sempre contro il voto ai partiti che non possono vincere può essere controproducente. Io voto Pd sia alla regione che per Roma ma dire che è inutile il voto per Ingroia a uno di sinistra che non vuole che il centrosinistra possa governare da solo non è soltanto poco proficuo può anche raggiungere il risultato opposto.
Scritto da Michele il 15/2/2013 alle 20:17
Il voto utile è quello che rispecchia il sentimento dell'elettore per avere la fotografia esatta sul pensiero dei cittadini, quello che chiede lei è un voto alla Montanelli , turando il naso.
Scritto da Pina Cattorini il 15/2/2013 alle 20:22
Il voto utile? Utile a chi e per che cosa? I famelici partiti politici non ne hanno bisogno (alla Camera con il 35 per cento dei voti si ottiene il 55 per cento dei seggi), non gli basta neppure che i cittadini scelgano tra quelli della “casta” perché il voto di preferenza è stato abolito; adesso vogliono che il voto sia utile soprattutto a loro, alla continuazione delle vecchie logiche. Infatti le facce sono cambiate ma i meccanismi di potere sono sempre gli stessi, anzi i nuovi protagonisti sono spesso più spericolati e apprendono prima il mestiere (un mestiere che costa, ma è un investimento); l’onestà non dipende dall’età: non siamo mica al cinema dove giovane è sempre bello. E’ un effetto del “bipolarismo” con cui si è voluto spazzare via, insieme alle ideologie sclerotizzate, anche gli ideali, le idee, i programmi, la ”Welthanschauung” che caratterizzavano la politica alta di un tempo. La scelta della politica attuale è “stare di qui o stare di là”, secondo la logica della fazione e della contrapposizione. Bella prospettiva! La campagna elettorale è stata un insieme di luoghi comuni, di accuse, di banalità in cui gli strumenti hanno preso il posto dei fini, dei programmi, delle cose da fare; il chiacchiericcio inutile ha superato largamente i confini del nulla. Ma perché questo è avvenuto? Evidentemente gli italiani non hanno il minimo senso della responsabilità e dello Stato, non sanno che la politica è una scienza e non il campionato di calcio in cui si fa il tifo per le squadre e per i campioni. Non è tutta colpa loro perché nessuno si è mai preoccupato di presentare il lato serio, quello educativo, della politica. Anzi, mentre usiamo ancora le categorie del Novecento - la sinistra, la destra, le classi, - non ci siamo neppure accorti che il mondo è cambiato. Ci sono i ceti medi, il conflitto sociale riguarda gli stili di vita e di consumo, non il comunismo e l’anti-tutto. E’ ritornato l’antico familismo amorale degli italiani dove ciò che conta è sopravvivere, non importa se frodando le tasse o con il lavoro sommerso: in nome dell’impunità per pochi potenti, si è diffuso il lassismo per tutti. L’IMU? Meglio toglierla invece di darla al nostro comune. Il governo dei tecnici? Ci ha tartassati, non importa se le condizioni sono state create da altri, se il crack era vicino e non è ancora scongiurato. Così si diffonda il messaggio “si salvi chi può” e “ciascuno pensi a sé stesso” senza minimamente pensare che siamo sulla stessa barca. Gli italiani hanno la memoria corta e per non fare autocritica voltano pagina. Il voto utile non serve la politica quando la politica è incapace di guidare il Paese o soltanto di governarlo; da vent’anni l’Italia è allo sbando e in questo clima di indifferenza, di individualismo, di ipocrisia, di sfacelo morale ci si interessa soltanto ai “giochi” invece che ai contenuti della politica. Vent’anni fa ci fu la reazione morale per Tangentopoli dove i politici rubavano per i partiti, adesso che al loro finanziamento ci pensa generosamente lo Stato. i politici e i loro sodali della società civile rubano abbondantemente per il loro interesse. La corruzione dilagante à sotto gli occhi di tutto, nessuno la contrasta efficacemente e non sono pochi quelli che dicono che è una componente della concorrenza, senza la quale il Paese non sopravvive. E’ vero il contrario ma se si rifiuta una misura morale come si fa a riscoprire il bene comune? Il caso della Regione Lombardia non è l’unico dove è necessario fare pulizia, ma come si fa a presumere che la scopa per spazzare via il marciume sia solo quella del Partito di Penati? Può succedere che il meno peggio dei partiti non raggiunga la maggioranza ma la tradizione politica ci insegna che bisogna dialogare con i meno lontani, fare degli accordi, raggiungere degli onorevoli compromessi e non scaricare sui cittadini il costo esorbitante della riforma elettorale che i partiti non hanno voluto attuare. Il risultato di questa decadenza morale, culturale, civica sono il populismo, l’antipolitica, i movimenti anti-sistema. Sono risposte devastanti ma si possono anche capire: perché la responsabilità deve sempre stare dalla parte degli sfavoriti? Perché la casta non fa mai autocritica. Sarà ingenuità, ma la voglia di cacciarli via tutti e di fare veramente un nuovo inizio è una tentazione inquietante. Anche noi, se non vogliamo prenderci in giro con la presunzione di essere interessati o competenti della politica, dobbiamo piantarla di fare il tipo per Tizio o per Caio e cominciare a chiederci seriamente: che fare?
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 15/2/2013 alle 20:26
Ambrosoli alla Regione senza titubanze. Pd al Senato senza tentennamenti. Per il Parlamento se Ambrogio Vaghi vota Ingroiato io per bilanciarlo voto Monti...
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 15/2/2013 alle 21:27
Albertini in Regione e Monti a Roma. Così la sinistra dovrà alllearsi con dei riformisti e non con Ingroia, un altro dei pm che hanno sempre fatto politica.
Scritto da A.F. il 15/2/2013 alle 21:51
Massimo rispetto, ma non condivido il post. Tutti i voti sono utili e tutti vanno rispettati e ponderati al di la' della legge elettorale. Il voto ad Albertini potrebbe dire questo: siamo stufi della Lega ma crediamo che il PD abbia fatto una cavolata a candidare Ambrosoli perche' in Lombardia c'e' tanta gente piu' preparata per guidare una regione. I voti ai partiti minori servono anche per evitare che chi viene eletto si 'monti la testa' e creda di essere lui l'unico 'giusto'.
Scritto da Andreus il 15/2/2013 alle 23:07
Voto utile: a chi? Ieri sera a Gallarate c'era Ambrosoli, ottimo e di buoni sentimenti. Nella coalizione messa insieme troviamo Rifondazione Comunista e Partito dei Comunisti Italiani, in buona compagnia con i soliti di Di Pietro e di Vendola. Buon viaggio!
Scritto da ulderico monti il 16/2/2013 alle 07:28
Dopo la confessione di Monti al quale hanno promesso di tutto perchè non si presentasse e la delusione di Renzi, darò un "voto utile" convinto in tutte e tre le schede per Monti. E' l'unica novità e prospettiva di cambiamento. Il resto sono tutte minestre riscaldate !
Scritto da L.V. il 16/2/2013 alle 09:15
Sulla Regione il turno secco porta a dei ragionamenti da "secondo turno". Per l`alternanza e rinnovamento, l`unico con possibilità é Ambrosoli. Anche dei montiani influenti, per questo, lo sostengono.Sul resto.La tentazione di sfogarsi nell`urna é diffusa.Come il fare di tutta l`erba un mazzo. A mio avviso l`instabilità da sfogo é un "lusso" che non ci possiamo permettere.Lo pagano i più deboli. I problemi politici,in ogni caso, sarebbero sul tavolo. Un tavolo con 3 o 4 gambe? A noi la scelta.
Scritto da FrancescoG. il 16/2/2013 alle 09:40
Caro Giuseppe, terreno insidioso quello che attraversi per portare la logica nella politica. Chi vede in giro solo "traditori del popolo", i "soliti comunisti" e che segue ancora la stanca fede nel Sole delle Alpi probabilmente non ti segue. Ma tanti elettori, con meno pregiudizi e un desiderio vero di voltare pagina stanno scoprendo le virtù di quest'uomo davvero "forte perchè libero" e capiscono che è lui l'unica scelta che può portare al cambiamento.
Scritto da roberto caielli il 16/2/2013 alle 09:47
La motivazione che dai nel post è intelligente ma io voterò certamente per Monti e probabilmente per Albertini ma il tuo ragionamento ripeto che non è senza senso.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 16/2/2013 alle 10:32
Non ho mai sopportato gli ex di tutto, specialmente gli ex-comunisti pentiti sedicenti intellettuali, modello elefantone Ferrara. Costoro, pur di distinguersi dagli alltri con prese di posizione colme di "sciccosa originalità ripetuta", latrano sempre contro tutti. Il voto utile ad Ambrosoli, per qualche "cervellone" che ancora non l'ha capito (spero perché si rifiuta di capirlo), serve a rottamare una classe di "disonesti cialtroni" che ha distrutto questo Paese e si è spartita questa Regione.
Scritto da Sic Est il 16/2/2013 alle 10:38
Caro @Andrea Bortoluzzi (21.27), mi sono espresso male e tu hai capito peggio. La mia era una riflessione generale, non una sottintesa volontà di votare Ingroia. Sono orgogliosamente iscritto al PD dalla sua nascita e voterò PD per Milano, per Roma e quanto necessario per il CAMBIAMENTO. Non è dunque indispensabile che tu debba dare il voto a Monti per bilanciare il mio. Anzi, perchè finalmente non votare insieme PD riconoscendogli quel riformismo sociale che ci ha sempre ispirato ?
Scritto da Ambrogio Vaghi il 16/2/2013 alle 11:06
@Ade. Concordo che bisogna votare Ambrosoli per la Regione ma per il Parlamemto se non votiamo Pd-Sel per chi votiamo se vogliamo il cambiamento come scrivi anche tu?
Scritto da Valceresio due il 16/2/2013 alle 12:05
@Camillo Massimo Fiori (20.26) - Ti ringrazio, caro Massimo, della tua riflessione che come sempre sarà molto letta. Mi voglio soffermare per un attimo sul voto regionale che era l’oggetto del mio post. Tu scrivi ”Può succedere che il meno peggio dei partiti non raggiunga la maggioranza ma la tradizione politica ci insegna che bisogna dialogare con i meno lontani, fare degli accordi, raggiungere degli onorevoli compromessi e non scaricare sui cittadini il costo esorbitante della riforma elettorale che i partiti non hanno voluto attuare”. Tutto questo vale effettivamente per il Parlamento a proposito del quale non parlerei di “voto utile” ma soltanto di voto giusto o sbagliato secondo le convinzioni di chi giudica. Ma per la Regione il bipolarismo è dentro la legge elettorale. Il candidato Presidente che prevale anche solo per un voto si prende la maggioranza di almeno il 55%, Non esiste il caso del Senato con un’altra regola elettorale. Uno schieramento vince o perde senza nessuna successiva mediazione politica salvo le intese sempre consigliabili sulle singoli deliberazioni legislative o amministrative. Nel caso dello Statuto regionale il mio obiettivo, fortunatamente raggiunto, è stato il consenso quasi unanime dei gruppi politici. Nella nostra specifica realtà regionale la domanda decisiva è se far vincere Ambrosoli o Maroni. Il voto ad Albertini di fatto, per le condizioni date, non può incidere.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/2/2013 alle 13:11
@L.V. Per il governo potresti aver ragione ma per Milano se molti fanno come te potremmo avere Maroni come governatore. Ti piacerebbe questo risultato?
Scritto da E.S. il 16/2/2013 alle 14:50
Caro Ambrogio Vaghi grazie del chiarimento,Avevo inteso male.Allora PD su tutta la linea!
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 16/2/2013 alle 15:25
Concordo con @ Sic Est. Forse è il caso che qualche ex comunista pentito smetta di percuotersi il petto si tolga il cilicio e rimuova la cenere dal capo. La classe politica che abbiamo di fronte non sarà esaltante, ma le responsabilità dello sfascio in cui si trova il nostro Paese non sono equamente condivise tra le parti in contesa. E dal momento che la politica è l’arte del possibile, su questa base occorre ragionare. Rimirare il proprio ombelico non porta da nessuna parte; mi correggo: porta alla catastrofe.
Scritto da Angelo Eberli il 16/2/2013 alle 15:38
Per @Andreus. Scusami ma per me ha ragione @Adamoli. Rispetto per tutti e per Roma quel che dici non fa una grinza, anzi tutt'altro, ma per la Regione il dilemma è secco: Ambrosoli o Maroni. La mia scelta è la seconda e ti invito a rifletterci.
Scritto da Osvaldo il 16/2/2013 alle 18:29
Caro Giuseppe, la tua osservazione è giusta e avrei dovuto prevenirla. Non c’è dubbio che in Regione la forza politica che prende anche solo voto in più ha diritto ad una cospicua maggioranza di seggi: ogni successiva mediazione è quindi superflua. E’ la logica del sistema maggioritario che però da noi è stato esteso oltre ragionevole limite; in questo modo si favoriscono coalizioni disomogenee, divise e rissose dove l’elaborazione politica diviene superflua e la politica tocca livelli di infantilismo altrove inimmaginabili; trionfano gli slogan, anche quelli più cretini come “chi non salta comunista è” e il populismo raggiunge vertici di assoluta ignoranza. La verità viene capovolta a seconda delle circostanze, cioè che era vero ieri è falso oggi; l’oro si trasforma in sterco e viceversa e tutto ha corso legale. Il problema è a monte: il bipolarismo e il maggioritario non sono fatti per il dialogo, l’incontro e la mediazione. Stimolano per imitazione il senso comune ma seppelliscono il buon senso; tuttavia per non rassegnarci al peggio qualche possibilità esiste sempre. Anche in America il bipolarismo ha seppellito lo spirito “bipartisan” e la lotta tra le due forze si è trasformata in una scontro frontale deleterio che sta travolgendo la più grande democrazia del mondo. Ben s’intende che i rimedi dell’ultimo minuto non sono possibili ma niente impediva che la mediazione fosse avvenuta prima, quando già si sapeva che l’esito del voto in Lombardia era quanto mai incerto. Perché si è cercato a tutti i costi l’accordo con Vendola che rappresenta una spezzone del passato e non con la forza emergente della società civile come quella di Monti? Perché si è appoggiato il governo dei tecnici che ha evitato all’Italia la fine della Grecia e non si è avuto il coraggio di difenderlo contro il voltafaccia di Berlusconi e il giustizialismo di Ingroia e di Pietro? Perché non si fa campagna elettorale contro le insulsaggini del comico Grillo che fa ridere tutta Europa, tranne una parte cospicua degli italiani? Le rivelazioni di Monti a cui tutto sarebbe stato offerto, dalla Presidenza della Repubblica alla “staffetta” a Palazzo Chigi purché non presentasse la sua lista, gettano un’ombra anche sul Partito Democratico: vuole vincere per governare l’Italia o per altri interessi ancorché legittimi? Rivaluto il professor Monti: ha fatto una riforma coraggiosa che serviva per rilanciare la giustizia sociale che si fa non coi debiti ma con i conti in ordine; è certamente un “borghese” ma pulito e competente che rappresenta l’unica novità della politica italiana da vent’anni a questa parte. Anche il Partito Democratico è più garantito avendo al fianco una forza liberale e democratica piuttosto che governare con il fiato sul collo del populismo e dell’antipolitica. La vittoria del Partito Democratico deve avvenire sulla base del consenso, non con scorciatoie come quella del voto disgiunto, ma il consenso presuppone dei cittadini adulti a cui si deve dire come stanno realmente le cose, che cosa si può e si intende fare rispettando le compatibilità. La propaganda può permettere successi effimeri ma non cambia la realtà.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 16/2/2013 alle 19:43
@ E.S. - A parte che il voto ad Albertini-civica Monti toglie voti a destra. Come giustamente sottolinea Ulderico Monti alle 7.28, la coalizione di Ambrosoli dà la netta impressione di una "gioiosa macchina da guerra". Mancano solo i radicali e poi ci sono proprio tutti. Quali garanzia di tenuta dà questa coalizione?
Scritto da L.V. il 17/2/2013 alle 07:55
@Roberto Caielli. Hai ragione. Ambrosoli è sempre stato un "uomo forte e libero" anxhe per educazione famigliare. Preciso: di sentimenti politici moderati. Con una coalizione enorme senza confini a sinistra lo sarà anche da governatore della regione? Su questo punto ho i miei dubbi.
Scritto da Bianchi Giò il 17/2/2013 alle 08:36
@L.V. Tutti considerano Ambrosoli come politicamente moderato. Ha l'appoggio della sinistra ma non credo che lo condizioneranno troppo. Tieni conto che ha a suo sostegno anche una sua lista civica e una lista di Udc che non vota Albertini.
Scritto da E.S. il 17/2/2013 alle 11:57
Molto opportuna @Adamoli (13.11) la tua puntualizzazione sulla ferrea logica del voto. Anche tra molti di noi non è chiaro che i voti sottostanno a 3 leggi diverse. Una maggioritaria con premio al vincitore alla Regione; idem con premio a chi vince nazionalmente alla Camera; un premio a chi vince in ogni singola Regione per il Senato, che sarà formato dalla somma degli eletti in ogni Regione. Un bel pasticcio che rischia l'ingovernabilità.Il resto sono desideri :si, forse, ma, era meglio che...
Scritto da A.Vaghi il 17/2/2013 alle 12:25
Il Corriere della Sera di sabato 16 febbraio pubblica una nota, un elzeviro, di Philippe Daverio che, dotto e facondo quale egli è, ci invita ad andare a Bergamo Alta a visitare la cappella dei Colleoni. Chi non ne fosse cognito apprenderà dalla prosa di Daverio che l’insigne condottiero Bartolomeo Colleoni “traeva stirpe da famiglia guerriera che già nel Dugento si era distinta sotto l’imperatore Federico II con tale epico antenato dal nome Sozzon de’ Coglioni, il quale aveva lasciato alla famiglia uno stemma dove i nobili attributi erano addirittura tre: “Duo colionos albos in campo rubeo de supra et unum colionem rubeum in campo albo ecc…”. Bartolomeo fu sempre orgogliosissimo della triade di attributi e finanche il temibile grido di battaglia delle sue schiere era per l’appunto “Coglia, coglia! Era il Colleoni coevo della bella età che vide scorrazzare per la Penisola valorosi guerrieri quali Braccio da Montone e Facino Cane, gli Sforza e il Carmagnola, Giovanni delle Bande Nere e via contando di un tempo che ancor non aveva immaginato le viltà sul campo di battaglia della rotta di Caporetto e dell’8 settembre 1943. Da un testo del 1985 traggo l’elenco dei Capitani di ventura, protagonisti della grande “epopea dei mercenari”, che ne conta (uno più uno meno) trecentosettantaquattro, da Uguccione della Faggiola (1250-1319) a Chiappino Vitelli (1520-1575). Nel tempo nostro, sviliti gli elementi virili fecondanti orgogliose madri di combattenti, corrotta la stirpe ad esaltazione di innaturali amori, permane però virulenta la genìa dei mercenari della politica, affollata da affabulatori ingannatori anelanti ad accaparrarsi lauta preda di prebende e vitalizi. La sgangheratezza della politica italica è ben rappresentata dall’affollamento di sigle delle liste elettorali, come mai avevamo veduto in tempi che pur ritenevamo oscuri. Una attitudine della politica nazionale è il mutare di denominazione dei partiti, a dimostrazione della interiore vergogna che certamente gli stessi dirigenti hanno del loro infausta storia. Si pensi, a confronto, che democratici e repubblicani degli Stati Uniti d’America mantengono la loro identità dal 1762! Ho detto quanto basta: in attesa che si desti un luminoso Odisseo a far strage dei vilissimi Proci, mi firmo Eumeo, il porcaro (ovvero u.monti)
Scritto da ulderico monti il 17/2/2013 alle 14:04
Ho letto con molto interesse gli interventi di Camillo Massimo FIORI, amico di lunga data di cui apprezzo il grande equilibrio e la profondità di giudizio, e desidero a mia volta, nella mia qualita' di CANDIDATA in prov. di VARESE PER IL MOVIMENTO LOMBARDIA CIVICA-ALBERTINI presidenhe, sottolineare che se Ambrosoli vincerà in Regione Lombardia, come spero, ciò sarà dovuto anche ai voti che Albertini farà mancare al pericoloso processo secessionista di Maroni e Berlusconi. AMBROGINA ZANZI -
Scritto da Ambrogina Zanzi il 17/2/2013 alle 17:27
@ ulderico monti...ma cotanto sproloquio, “cui prodest"? Siamo a una settimana dal voto da cui può dipendere l'avvenire della nostra democrazia. Non sarebbe il caso di tenere i piedi ben saldi per terra e il cervello rivolto alla razionalità? Siamo sempre alla disfida sul possesso degli "attributi" come recita l'incipit della sua citazione (affabulazione) storica? Il voto al Pd non ci garantirà l'Eden, ma forse una graduale fuoriuscita dalla palude Stigia. Una delle rare massime che tengo ancora in considerazione tra quelle inflittami dai miei educatori è la seguente: “l’Ottimo è nemico del Bene”. Banale, ma ancora attuale.
Scritto da Angelo Eberli il 17/2/2013 alle 18:26
Angelo Eberli il 17/2/2013 alle 18:26. Credo che nessuno crederà che io creda che la democrazia sia in pericolo. Non per merito nostro, ma perché l'Europa ci tiene al guinzaglio. Il confronto - con sarcasmo - tra le malattie del Medioevo e del Rinascimento e quelle dell'Italia attuale dimostra che siamo arretrati, in ritardo sui tempi e sui temi dell'Occidente. Non saranno confuse alleanze con l'estrema sinistra che ci daranno stabilità e progresso. E poi rivendico il diritto di sproloquiare!
Scritto da ulderico monti il 17/2/2013 alle 19:11
@A. Vaghi (12.25) - Eh si, che la legge elettorale per le Regioni sia diversa da quella per il Parlamento è ragionevole. Che ci siano premi di maggioranza diversi per la Camera e per il Senato è invece irragionevole e frutto di un sistema che mi auguro sia cambiato radicalmente nella prima parte della prossima legislatura.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/2/2013 alle 20:25
@Ambrogina Zanzi (17.27) - Anzitutto grazie per essere intervenuta sul blog. Sono del tuo stesso parere: la mia sensazione è che Albertini porterà via più voti a Maroni che ad Ambrosoli. La previsione di quasi equilibrio, nei sondaggi, fra i due candidati principali ha inevitabilmente “messo in ombra” il ruolo di Albertini, ma ti auguro vivamente, dentro la tua lista, un buon risultato personale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/2/2013 alle 20:28
@ ulderico monti. Diritto acquisito. Ingravescentem aetate (e qui mi accomuno) l’incontinenza è perdonata. Ma resta la domanda di fondo. “Cui prodest”? E poiché non credo che l’amico Ulderico Monti sia tra quelli che il Sommo Poeta raffigura tra coloro “che mai non fur vivi che visser sanza 'nfamia e sanza lodo” mi permetto di suggerirgli , parafrasando il suo stile, che “ è d’uopo prender partito”. (Absit iniuria verbis).
Scritto da Angelo Eberli il 17/2/2013 alle 21:47
Angelo Eberli il 17/2/2013 alle 21:47 . Angelo,rassicurati! ho sempre preso partito, fin troppo. Così anche nell'attuale incresciosa situazione.
Scritto da ulderico monti il 18/2/2013 alle 07:46
Sogno un mondo dove ogni candidato corre per vincere e non per fare dispetto o favore a qualcuno . Sogno un mondo dove ogni cittadino vota il candidato con il programma più credibile. Continuo a sognare una legge elettorale che non prende in giro l'elettore.
Scritto da Paolaccio il 18/2/2013 alle 09:09
@Angelo Eberli. Condivido il tuo ultimo commento. Attenzione, però, che questi orfani dell'Internazionale, autentici fossili viventi livorosi e pieni di invidia, pretendono di avere ancora percorsi da indicare a noi comuni mortali, magari plagiando ideee di altri, attraverso Internet, con copia-incolla spesso fuori tema. Se, ad una certa età, non ci si accorge del proprio fallimento ideologico e lo si copre con l'invettiva e la derisione del "nemico", è inutile prenderli (e anche non) sul serio.
Scritto da Sic Est il 18/2/2013 alle 10:17
La presenza di Prodi sul palco di Milano ha un che di sinistro: come non ricordare i disastri del suo governo unionista, grazie al quale un Berlusconi strasuonato è stato a furor di popolo rimesso in sella dopo nemmeno due anni ? Che sia l'antipasto di quel che ci attende ? Probabile, visto che da almeno 10 anni i progressisti si distinguono non per il furore rivoluzionario (sono passati i tempi), ma per l'ansia reazionaria; la cifra della sinistra è infatti la conservazione o, peggio, la reazione: nel 2006 ci fu l’abolizione dello scalone, ora prepariamoci alla controriforma delle pensioni e ad un po’ di deficit spending. @valceresio: cosa votare ? Beh, per sperare di non sprofondare in un incubo reazionario proverei Monti, senza soverchie illusioni, peraltro.
Scritto da Ade il 18/2/2013 alle 10:49
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