Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 26/2/2013 alle 08:54


Adesso scopro che molti avevano capito tutto. Io non ero un grande ottimista, tutt’altro, ma avevo onestamente capito poco.
Avevo previsto Grillo sotto il 20%, una vittoria non a valanga ma chiara del Pd alla Camera dei deputati, un Pd non vincente al Senato ma in maggioranza con Monti.
Avevo invece previsto una difficilissima gara per Ambrosoli in Lombardia (per tanti motivi su cui tornerò). Spero vivamente che anche questo presentimento si riveli del tutto infondato.
In linea generale, come mai si è perso il momento magico del dopo primarie? Le analisi politiche le faremo nei prossimi giorni.
Dico subito che sono contro la caccia al colpevole.
Ma Bersani, da persona onesta qual è, ci risparmi considerazioni consolatorie. Nel contesto che avevamo la vittoria quasi a mani basse era un obbligo politico.
 

Commenti dei lettori: 46 commenti -
E tre! Due volte Romano Prodi vinse le elezioni e fallì la prova di governo, oggi il Partito Democratico vince e il Paese è di fatto ingovernabile. Il fallimento del centrosinistra è dunque strutturale, organico alla sua conformazione: sarebbe necessaria una analisi concreta e spietata, ma l'istinto di sopravvivenza della burocrazia di partito avrà – come è da decenni – il sopravvento. E' un fatto che l'anomalia italiana si esprime in vari modi e anche con l'anomala organizzazione della sinistra, condannata a vittorie effimere e a sconfitte epocali. Il Partito Democratico è un progetto incompiuto, inadeguato alla realtà sociale, in controtendenza con l'organizzazione europea dei partiti di centro e di sinistra. Le cause? Il complesso patologico di superiorità, la conseguente sottovalutazione dell'avversario, la cecità strategica e tattica da cui derivano l'ignoranza della realtà sociologica del Paese e le alleanze impresentabili. E infine la futilità delle argomentazioni di propaganda che ha lasciato agli avversari i punti forti e dirimenti delle urgenze riformatrici del Paese. Occorrerebbe un coraggio autocritico che non è nei cromosomi della fallimentare dirigenza della sinistra. Per il futuro la mia rassegnata speranza è riposta nel rigore della Germania, ultima medicina per curare, se ancora c'è tempo, “il fumo latino e la latina frivolezza” che ci prostrano. Un rispettoso omaggio a Mario Monti che ha sacrificato la sua alta reputazione per amor di Patria. Egli, straniero in Patria come lo fu l'infelice Giuseppe Mazzini. u.monti
Scritto da ulderico monti il 26/2/2013 alle 09:01
E adesso subito ad un congresso serio di quelli che non porta ai soliti risultati già scritti voluto da questo apparato di partito, forza e debolezza del PD come dice Bortoluzzi. Basta con i derogati! E' arrivato il momento di capire che gli Italiani non ne possono più! Io voglio subito un congresso serio!
Scritto da Eugenio Maria Castiglioni il 26/2/2013 alle 09:06
Sottoscrivo la tua forte speranza.
Scritto da Un Pd Pavia il 26/2/2013 alle 09:10
Ripeto quanto scritto prima. Nella vita degli italiani si deve entrare prima dalla "pancia" e poi nella " testa". Soddisfacendo innanzitutto i bisogni immediati di chi fatica a tirare alla fine del mese. Non con tutti i ragionamenti che interessano solo i salotti e gli addetti ai lavori. Si vuole cambiare ? Bene ! Basta con i vari Prodi, Bindi, Franceschini, Letta, D'Alema, Veltroni, Bersani. Continuano a fallire! Ci vogliono volti nuovi con più credibilità.
Scritto da Paolaccio il 26/2/2013 alle 09:23
@Ulderico Monti è spietato ma ha molte ragioni al suo arco da guerriero.
Scritto da M.F. il 26/2/2013 alle 09:23
Sconfitta bruciante e imperdonabile. DIMISSIONI DI BERSANI SUBITO.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 26/2/2013 alle 09:37
Si, col fiato sospeso fino a stasera. Non voglio pensare che perda anche Ambrosoli.
Scritto da Funzionario regionale il 26/2/2013 alle 10:14
Cosa vuole Grillo? no TAV, no privatizzazione dell’acqua, no privilegi dei politici. Giusto o sbagliato è chiaro, limpido. Cosa vuole Berlusconi? abolire l’IMU prima casa, restituire quella pagata nel 2012, abbassare le tasse. Giusto o sbagliato è chiaro, limpido. Cosa vuole il PD ? Boh. Il PD è un non partito, non è né di destra, né di sinistra, né carne, né pesce, galleggia come una gelatina: è puro ceto politico volto alla conservazione di sé. E pur essendo puro ceto politico ha sbagliato tutto. Tempi, alleati e candidato premier. Tempi: doveva esigere il voto a novembre 2011, caduto Berlusconi (come si fa nei paesi normali). Alleati: per coprirsi al centro ti allei con Tabacci ? Bisogna essere ubriachi. Se vuoi allearti col centro, molli Vendola e ti allei prima del voto con Monti. Candidato premier: Bersani è un bravo ragazzo, ma non prende un voto fuori dal suo recinto … anzi, ha perso perfino i voti dei suoi. Anche un bambino avrebbe capito che era l’ora di Renzi. E invece. Ma tanto ai soloni del PD non interessa vincere: Franceschini, Bindi, Letta, Finocchiaro, Fassina e rottamati vari saranno ancora in Parlamento a tirar sera, strapagati. Questo è l’obiettivo di questi dinosauri imbolsiti, che non vinceranno mai. E forse, vien da dire, per fortuna.
Scritto da Ade il 26/2/2013 alle 10:24
Manca solo che ci dicano che abbiamo preso una mezza vittoria. La presa per il culo sarebbe completa.
Scritto da Angelo il 26/2/2013 alle 10:57
L'unica speranza è che una parte dei montiani e dei grillini abbiano votato Ambrosoli come presidente.
Scritto da G. Castiglioni il 26/2/2013 alle 11:00
Pensavo ad un risultatone per Grillo,ma qualcosa mi è sfuggito. Quando uno dice "bagnate la matita" e qualcuno la lecca, beh, qualcosa succederà. E' più facile prendere i voti al suo modo (non è un "loro") che stare nelle istituzioni. I "loro" dov'erano in questi anni? Noi,considerati "ladri", la cacca la spaliamo da anni, anche per loro. Mentre Grillo guadagnava. I suoi saranno pungolo e va bene. Serve un dialogo sociale diverso.Ci sarà maggior spinta a camminare che a restare in equilibrio
Scritto da FrancescoG. il 26/2/2013 alle 11:06
Ho votato la lista Monti e ho votato Ambrosoli spero non inutilmente.
Scritto da Francesca A. il 26/2/2013 alle 11:13
Bersani, in questa campagna elettorale, si è presentato agli elettori con un serio programma di governo ed è stato un’imperdonabile errore. Il Mr. Bean della politica italiana ha promesso agli elettori l’abolizione dell’Imu e di attuare il condono tombale ed è stata una mossa vincente. Se il segretario del PD, a sua volta, avesse promesso una escort ad ogni elettore maschio, certamente avrebbe vinto le elezioni con un ampio margine di consensi. Intendo dire che in Italia sono osannati personaggi politici che nel contesto del mondo occidentale sarebbero irrimediabilmente censurati. Governare nel paese dei balocchi non è poi molto difficile, basta essere venditori di sogni e la vittoria è garantita.
Scritto da Ernesto Alberichi il 26/2/2013 alle 11:14
U. Monti fa un ragionamento lineare. Non ha tutti i torti. Ma sul comportamento di M.Monti, qualche dubbio ce l'ho. Telefonare Oltretevere:sono contenti del loro cavallo? PS: i problemi sul tavolo rimangono. E l'instabilità la pagano i poveri. Qualcosa si può tentare con i seguaci di Grillo: legge elettorale, conflitto d'interessi, patto di stabilità, riassetto dell'IMU. Sulle modifiche costituzionali (n°parlamentari, bicameralismo perfetto, tema istituzionale) mi sembra più dura.
Scritto da FrancescoG. il 26/2/2013 alle 11:17
Quante analisi "intelligenti"! Se si votava una anno fa, se c'era Renzi.......sempre tutti pronti a bastonare il cane che affoga! Via D'Alema, via Prodi, via Veltroni, adesso via Bersani, continuiamo a mandare al macero i vari ledaer. in questo non ci batte nessuno! Dall'altra parte,invece, si tengono stretti,da 20 anni, il Berlusca,perchè lui sì che è bravo,bello e intelligente! Che miseria!
Scritto da peter-va il 26/2/2013 alle 11:18
Non sono un’esperta politica, tutt’altro e non sono in grado di fare grandi analisi. Esprimo il mio parere di semplice cittadina. Non credo che il problema sia l’aver fatto una campagna onesta, senza promesse spot. Credo che si sia sottovalutata l’enorme voglia di cambiamento. L’aver candidato alle primarie Bersani, impedendo così l’ascesa di Renzi in qualità di premier, che avrebbe catalizzato molti più consensi, l’aver fatto persino salire sul palco a Milano Prodi e D’Alema con Bersani, non sono stati certo segnali di un vero e profondo cambiamento. Anche se poi all’interno un po’ di ricambio c’è stato, agli occhi della gente comune il PD è parso lo stesso di sempre. Il PDL, candidando le stesse facce e facendo le stesse promesse non ha mica vinto, anche se c’è una stata una considerevole rimonta rispetto alla partenza. E altri illustri eterni politici sono stati sbattuti fuori. Hanno perso tutti i “soliti”. Ha vinto solo Grillo, senza promettere la luna o il rimborso dell’IMU, ma con persone tutte nuove, che non erano mai state prima in Parlamento. Non credo che la gente abbia votato in sé per sé il programma 5 stelle, ritenendo non valido quello del PD, ma ha voluto dire basta a chiunque appartenesse alla vecchia classe politica. Però questo era chiaro da molto tempo. Purtroppo (per l’Italia) chi è in politica da tanti anni non lo aveva capito o, forse, non lo aveva voluto capire, preferendo cullarsi nell’illusione che per vincere sarebbe stato sufficiente sconfiggere il classico nemico di sempre, Berlusconi, stavolta così obiettivamente indebolito. La mia sensazione è che la sinistra, invece di cercare davvero la vittoria con forza ed energia, abbia semplicemente aspettato che perdesse il concorrente, non curandosi del fatto che, nel frattempo, qualcun altro, con proposte nuove, avrebbe potuto soffiare il primo posto.
Scritto da Emanuela Crivellaro il 26/2/2013 alle 11:19
Poi mi taccio. Con Grillo, quando iniziò la sua campagna elettorale nel 2008, ebbi un contatto a distanza. Portato in giro da attivisti della sinistra radicale e di testimonianza, il genovese pare si costruì un database di contatti ed argomenti. La storiella, del 2008, la trovate qui (chiedo scusa se abuso dello spazio, Giuseppe): http://ilpontemaslianico.over-blog.it/article-quando-beppe-grillo-c-entriamo-noi-direttamente-115154111.html
Scritto da FrancescoG. il 26/2/2013 alle 11:28
La terra ha tremato ieri sera fra Bergamo e Brescia. I sismografi hanno rilevato una scossa tellurica. Secondo me, era il mitico Galperti che, avendo scoperto di essere stato rieletto (questa volta alla Camera), ha fatto un balzo di esultazione dalla sedia. Balzo che ha provocato uno scossone locale :-)
Scritto da eg il 26/2/2013 alle 11:40
Se la Procura di Siena che è stata seria, riservata e prudente, si fosse comportata come quella di Milano contro Formigoni, il Pd sarebbe stato annientato.
Scritto da Gino D. il 26/2/2013 alle 11:46
Nemmeno a me piace l'inseguimento al colpevole. Guardiamoci allo specchio e comprenderemo che siamo tutti responsabili (ovviamente proporzionalmente ai rispettivi ruoli). Non diciamo che abbiamo vinto: sarebbe ridicolo. Oggi scontiamo alcuni errori evidenti: 1. una campagna elettorale nazionale pessima. Non abbiamo spiegato in maniera precisa ciò che volevamo sulle questioni concrete. E' possibile parlare per un mese di alleanza con Monti? 2. Scontiamo tutto il mancato coraggio del passato.
Scritto da Andrea Civati il 26/2/2013 alle 11:59
Infine, oltre ai giudizi e alle rese dei conti, sono molto preoccupato perchè il rischio Grecia è davvero concreto. C'è chi esulta sulle macerie, è penoso. In questo momento è impossibile formare un governo: ciò significa l'assedio dei mercati e l'impossibilità di prendere decisioni. Mi auguro però che il PD non tenti altre soluzioni politiciste: un'alleanza con Berlusconi ci porterebbe nel baratro. Altrimenti alle prossime elezioni (comunque volto vicine) la caduta sarà ancora più fragorosa.
Scritto da Andrea Civati il 26/2/2013 alle 12:04
Vendola dice che dei gruppi di imprenditori hanno appoggiato strenuamente Monti. Perchè, avrebbero dovuto appoggiare lui? Che pirla.
Scritto da Ugo F. il 26/2/2013 alle 12:13
@Andrea Civati (12.04) - Le tue preoccupazioni sono le mie. Se ci saranno troppi pasticci in Parlamento la prossima volta rischieremo anche di peggio. Prima cosa da fare: ammettere la sconfitta senza infingimenti da una parte e senza capri espiatori dall'altra.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/2/2013 alle 12:24
Napolitano potrebbe sciogliere solo il Senato e far votare solo per il Senato.
Scritto da Iscritto Varese il 26/2/2013 alle 12:58
Mi sono battuto e ho lavorato per il PD e il centro sinistra (non solo in questa ultima campagna elettorale) perchè credo che dopo i disastri subiti dalla politica del PDL e del cento destra ci doveva essere un cambiamento e una proposta per il futuro del nostro paese. Ma dopo la clamorosa vittoria del M5S dobbiamo prendere atto che un cambiamento dovrà essere comunque possibile e una svolta neces...saria. Chiedo a questo punto, cari amici e compagni del centro sinistra (mi rivolgo agli iscritti, simpatizzanti, ai parlamentari e ai senatori del centro sinistra), che l'unica soluzione possibile, adesso, è dare il mandato di formare un nuovo governo al Movimento 5 stelle e il centro sinistra le dovrà garantire l'appoggio esterno. Premetto che io sono un iscritto al PD e milito all'interno di questo partito e pertanto la mia proposta è rivolta agli iscritti e dirigenti del mio partito. Qualcuno ha detto che queste votazioni sono un evento storico e tale evento dovrà essere gestito e guidato dai veri vincitori di questa campagna elettorale. L'onere e la responsabilità di guidare il paese. Abbiamo affidato la guida del governo a Monti -governo tecnico- diamo adesso la guida del governo alla politica -Movimento 5 stelle- Grazie
Scritto da Sergio Russo il 26/2/2013 alle 13:00
I grillini non voteranno a favore di nessun governo e credo che l'eventuale incarico a Bersani potrebbe essere un buco nell'acqua che ci danneggerebbe ulteriormente.
Scritto da Lettrice affezionata il 26/2/2013 alle 13:31
@Sergio Russo, intanto Grillo non ha nessuna convenienza a fare un governo con noi o appoggiato da noi. Se poi ti pare possibile affidare le sorti del paese ad uno che ci vuole fuori dall' Europa e dall' Euro...vedi un po' tu. Il PD ha perso, oltre i numeri e la matematica, il PD di Bersani, che ho sostenuto, ha perso sul piano politico. Questo è evidente. Bisogna prenderne atto con coraggio e serietà. Urge all' interno un cambiamento radicale, balle non ce ne sono.
Scritto da Pdvarese il 26/2/2013 alle 13:52
Visti i risultati credo che in mancanza del M5S, che si sottrae a qualsivoglia coalizione, non resti che un' onesta intesa con il PDL. Gli impegni istituzionali sono inderogabili. Per l'elezione del presidente della Camera, del Senato e della Repubblica...non c'è altra soluzione. Una riunione preliminare ad Arcore mi sembra indispensabile. Bersani e Renzi, dopo aver aprezzato la cucina locale...troveranno comprensione e disponibilità a lavorare per il bene dell'Italia.
Scritto da Grillo parlante il 26/2/2013 alle 13:55
basta piagnistei isterici, il centro sinistra e Bersani abbiano il coraggio di promuovere e dirigere "il vero cambiamento" AVVIANDO UN ALLENZA ALLA LUCE DEL SOLE con l'immensa vittoria di Grillo. No eventuale abbraccio mortale del responsabile n.1 della distruzione dell'italia (Berlusconi). L'italia che soffre e muore ha bisogno subito di un aiuto, e questo può avvenire solo con il centro sinistra, e come fase transitoria, con l'appoggio esterno o astensione dei Grillini. NO ORTICARIE, GRAZIE.
Scritto da robinews il 26/2/2013 alle 14:22
@Emanuela Crivellaro. Concordo sul tuo giudizio. Il Pd e il centrosinistra hanno gallegiato a metà strada senza infamia e senza lode, tipica caratteristica di Bersani, brava persona ma del tutto insufficiente.
Scritto da Elisabetta C. il 26/2/2013 alle 14:46
Primi istant poll di Sky, è in testa Maroni. Con quello che è successo negli istant poll di ieri forse è un buon segno.
Scritto da Nicola il 26/2/2013 alle 15:00
@Nicola non illuderti, ho una grande paura.
Scritto da Giova il 26/2/2013 alle 15:39
Allargo le braccia, abbiamo perso anche in Lombardia.
Scritto da Nicola il 26/2/2013 alle 15:57
Il vecchio Ugo La Malfa diceva "l'avevamo prevvisto" (le due v sono intenzionali). Che qualcuno non l'aveva detto che con Renzi si prendeva il 40% e con Bersani il 35%? e tutti a canzonare. Il centro-sinistra non ha mai vinto un elezione con un Comunista a rappresentarlo; figurarsi con l'alleanza a SEL. Sulla vicenda del 75% alla Lombardia, tutti a ripetere che si prende già di più, sommando il 68 per cento - quello che già si riceve - con un 10% di interessi sul debito nazionale (che chissà perchè non possono essere una parte del restante 32%?). Ma crediamo che abbiano proprio tutti l'anello al naso? Non era meglio impostare la vicenda sul fatto che la Lega alla Regione Lombardia non aveva fatto altro che rubare? Picchiare sul Trota era troppo semplice?
Scritto da Massimo Galli il 26/2/2013 alle 18:19
Quanti politologhi del giorno dopo,coi se e coi ma. Ed è iniziata la caccia ai colpevoli del PD da prendere a pedate.Immagino che se non fosse arrivato primo il PD ( senza vincere, purtroppo ) ma avesse vinto Berlusca avrebbhero chiesto la fucilazione all'alba di Bersani e compagnia. Ma certi criticoni l'hanno votato il PD?Occorre un'analisi seria del voto.Grillo ha intercettato anche la disperazione di chi ha sentito sulla pelle il peso delle iniquità di Monti da noi appoggiate. Elettori nostri
Scritto da A.Vaghi il 26/2/2013 alle 18:35
Che dire dei politologhi "esperti" che anche su questo blog ci invitavano a tenere buono Monti ( quasi a dargli il voto, anzichè al PD ) per averlo alleato al Senato ? Era tutto chiaro e previsto. Le sorprese del voto sono state tante per tutti. La responsabilità del PD per gestire questa difficilissima situazione credo sia compresa da tutti. Non banalizziamo le cose, cercando di avere sempre presenti la drammaticità dell condzioni in cui versa il nostro Paese.
Scritto da A.Vaghi il 26/2/2013 alle 18:50
A me non piace praticare lo sport della caccia; ad ogni modo un colpevole è di facile individuazione. Si chiama autoreferenzialità dell’Apparato. Il leghista Tosi ce lo ha indicato a chiare lettere: con Renzi non ci sarebbe stata partita. Purtroppo dobbiamo far tesoro a posteriori di un suggerimento di un nostro antagonista. Ma era proprio necessario consultare gli Aruspici o si poteva, con un minimo di immaginazione, capirlo da soli? E non mi si venga a dire che col senno di poi… Qualcuno ricorda le deprecazioni di quanti dicevano : “Renzi prenderebbe voti da destra”? Già, davvero riprovevole.
Scritto da Angelo Eberli il 26/2/2013 alle 18:52
Risultato molto deludente in Lombardia. Confrontiamoci nei prossimi giorni con lealtà ma senza peli sulla lingua. Io farò la mia parte. Lo so bene che Il senno di poi è facilissimo ma l'analisi seria spesso contempla l'autocritica. Non dimentichiamocelo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/2/2013 alle 18:54
Il commento più onesto sull’esito elettorale è quello di Laura Puppato, personaggio emergente del Partito Democratico: “non capisco”. Il voto fotografa un’Italia lontana dai Partiti che, arroccati nei loro privilegi e nella loro autoreferenzialità, non sono stati in grado di percepire il malessere di chi non trova lavoro, di chi non arriva a fine mese, di chi ha vissuto il rigore fiscale come un’angheria, di chi dubita di arrivare ad una pensione decente e di chi va all’estero per trovare una speranza di futuro. La sinistra, anche quella moderata, continua a non capire questo mondo che non è riuscito a superare la frattura storica del Novecento ed è irriducibile verso tutte le esperienze che, in passato, abbiano avuto un qualche aggancio con il comunismo. L’Italia si trova ancora una volta divisa, ma la contrapposizione non riguarda più il bipolarismo fasullo di Romano Prodi con una destra conservatrice e una sinistra progressista; bensì una società spaccata da identità, stili di vita, abitudini di consumo diversi che configurano un’area di responsabilità distinta e opposta a quella del populismo. Il fenomeno populista non è nuovo. Quello post-moderno di Grillo “tiene insieme tutte le rabbie, le fa prodigiosamente combaciare, le moltiplica e ne fa una forza terrorizzante verso il sistema”; un altro pezzo di cittadinanza, invece, vive nel passato, è attaccato alla cultura della sopravvivenza individuale che, in altri tempi, era giustificata dalla vita grama, dalla miseria di una terra povera, dalla tirannide dei potenti e dall’assenza dello Stato. Questa situazione si è auto-perpetuata a dispetto dei più elevati livelli di acculturazione e della evoluzione sociale ed economica: la tradizione familiare ci condiziona e ha la meglio sugli apprendimenti della modernità. Il progresso tecnico ed economico non ha scalfito il carattere familista degli italiani e neppure la globalizzazione, che ha visto il passaggio da un modello di società “fordista” (gerarchico, razionale, chiuso, verticistico) ad un modello di società “post-moderna” (aperto, leggero, diffuso, policentrico), ha cancellato i vizi e le abitudini dell’italiano medio ( post-fascista, post-democristiano, post-comunista, post-berlusconiano) che non ha più memoria storica. I “grillini” non sono né di destra né di sinistra, sono certamente diversi dai “berluscones”, sono quasi tutti sotto i quarant’anni, hanno un livello di istruzione medio-alto, non hanno avidità di conservazione ma sono “contro” (il sistema, lo Stato, l’Europa, la modernizzazione) in nome di un nichilismo che dimentica il passato, non si occupa del futuro ma solo del presente. Rifiutano la “democrazia dei partiti” e guardano alla “democrazia del pubblico” che prescinde e diffida delle istituzioni e dove i cittadini contano di più ma sono pur sempre una massa di atomi scollegati e incapaci di scelte; in Italia le folle hanno sempre aperto la via del nuovo ma sempre a beneficio di pochi. Questo nuovo tipo di “democrazia del pubblico” non è però superiore a quello della “democrazia dei partiti”; ciò significa che il problema è a monte, nella società civile. Il passaggio epocale della cultura della razionalità (ma anche del conformismo, del fideismo e dell’utilitarismo) a nuovo modo di pensare che fa riferimento ai valori post-materiali, alle identità, agli stili di vita, al nuovo linguaggio dei “social-media” (che sostituiscono il vuoto dei contenuti e si risolve in relativismo) non ha elevato il livello di cultura e di responsabilità della politica. La novità c’è, ma ha bisogno di tempi lunghi per maturare; per disaggregare gli attuali “blocchi sociali” (la lezione di Antonio Gramsci è stata dimenticata) e favorire nuove aggregazioni ,tuttavia diceva Keynes “nei tempi lunghi siamo tutti morti”. Intanto la situazione è molto grave: l’aumento dello “spreed” significa che servono molti più soldi (e molte più tasse) per rinnovare, mese dopo mese, il nostro mostruoso debito. Senza l’Europa saremo soli e più poveri. Non è neppure pensabile che la riduzione delle tasse convinca le imprese ad assumere perché la delocalizzazione delle industrie è un fatto irreversibile che vede l’Asia e non è più l’Europa al centro dei processi di industrializzazione: bisognerà pensare all’innovazione e a settori diversi da quelli tradizionali come la “green economy”. L’esito delle elezioni era già scritto nei dati di fondo della società italiana ma i partiti hanno perso l’abitudine all’analisi e quindi non sono in grado di presentare progetti credibili; hanno abbondato in promesse irrealizzabili che hanno dato la spinta alla trasformazione del “popolo” in “plebe”. Il risultato è la non governabilità, la stasi politica, il declino dell’Italia. Su “Twitter” un elettore ha scritto: “L’Italiano medio non vota qualcuno migliore a cui assomigliare, ma qualcuno che già gli assomiglia”.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 26/2/2013 alle 19:00
@Ulderico Monti. Cose sagge ma non consoliamoci troppo. Nelle condizioni in cui eravamo dovevamo sbaragliare il campo.
Scritto da Lettrice affezionata il 26/2/2013 alle 19:21
Bersani,uomo probo e onesto,ha sbagliato tutto in campagna elettorale.-1 eliminando Renzi(poi recuperato in extremis) -2 troppo soft (con Berlusca che picchiava duro e cacciava balle) -3 ma soprattutto non convincendo l'elettorato di sin.sulla reale intenzione di eliminare sprechi e inefficienze e ridurre drasticam. stipendi e privilegi delle "caste"dominanti,cominciando dal finanziamento pubblico ai partiti,cedendo cosi'a Grillo(benvenuto!)larghe fasce di elettorato che gli ha voltato le spalle
Scritto da giovanni dotti il 26/2/2013 alle 19:42
Aspetto un'analisi del voto sia nazionale che regionale. Ho voglia di confrontarmi sulle cause del nostro insuccesso. Avevo votato Bersani alle primarie, forse lo voterei ancora ma ho dei dubbi seri. Nell'ultimo mese abbiamo perso troppo e deve esserci della nostra colpa.
Scritto da Luca il 26/2/2013 alle 21:14
Bersani ha fatto la cosa più difficile: perdere elezioni già vinte. Ne faccia un'altra altrettanto diffcile: ci tiri fuori dalla melma.
Scritto da Maurizio il 26/2/2013 alle 21:58
Caro Giuseppe, sono appena rientrato dai seggi elettorali del mio comune. Già il primo spoglio di ieri aveva fotografato quello che sarebbe stato il risultato delle regionali. Concordo con te sull’opportunità di “confrontarsi nei prossimi giorni con lealtà ma senza peli sulla lingua”. Sinceramente non credo che se alle primarie avesse vinto Renzi oggi staremmo festeggiando la vittoria. Infatti, Bersani non ha vinto, ma anche l’agenda Monti, che costituiva il principale contenuto programmatico di Renzi, è uscita a pezzi dalle urne. Questo per dire che il problema del PD non riguarda soltanto la linea politica o la scelta degli alleati, ma la sua incapacità di ampliare il proprio consenso e di conquistare nuovi elettori. Da questo punto di vista non è più rinviabile il confronto sul problema della scarsa attrattività del PD sollevato nei mesi scorsi da Renzi, ma che non è riducibile al solo ricambio generazionale ed alla rottamazione della dirigenza. Uscire dall’autoreferenzialità significa porsi il problema dell’evidente gap esistente tra l’immagine offerta dal PD, attraverso le scelte e le persone che lo rappresentano e l’immagine percepita dagli elettori. Su questo penso che Renzi nei prossimi mesi possa dare un importante contributo.
Scritto da Leonardo C. il 26/2/2013 alle 22:43
E' naturale che, a questo punto, ognuno di noi dica la sua: siamo un popolo costituito da gente pensante, anche se spesso un po' autolesionista. Si facciano tutte le analisi che possiamo e dobbiamo, ma cerchiamo però di evitare la caccia al colpevole, pratica in cui siamo stati sempre bravissimi: vuoi che lo si individui a destra, vuoi a sinistra, vuoi negli Italiani che non capirebbero nulla, vuoi in noi che non abbiamo scelto Renzi. Per ora, ancora a caldo, per quanto mi riguarda, manifesto la mia ennesima delusione: anch'io, come Adamoli, avevo previsto una larga vittoria alla Camera, che non c'è stata; avevo previsto una maggioranza con i montiani al Senato, che non c'è stata. Voglio, forse autoconsolamdomi un poco, partire dalle parole di Ambrosoli, sobrie, dignitose e piene di speranza, pronunciate a scrutinio ancora in corso: "comunque vada a finire, non è che l'inizio". E' una voce di speranza, non di rancore verso qualcuno o verso il destino cinico e baro, nè senso di impotenza. Mi auguro che venga raccolta. Aggiungo solamente una riflessione. Per fare politica e per conseguire risultati occorrono, a mio parere, tre qualità: un pizzico di sano realismo, un pizico di sinceri ideali, un pizzico di giovanile spregiudicatezza e di fantasia. Le prime due qualità le possediamo in abbondanza, la terza ci manca. Rimando le analisi sofisticate o semplicemnete approfondite a bocce più ferme.
Scritto da mariuccio bianchi il 27/2/2013 alle 06:41
Al di la' dei sofismi dei politologi e di chi si ritiene tale il succo del discorso si riduce a quanto detto concisamente da PAOLACCIO nel suo commento di ieri h.9,23 che riassume bene l'essenza delle cose e il pensiero della gente comune, che e' stufa delle solite facce paroliere e inconcludenti e vuol vedere fatti concreti e non vane parole. Basta coi discorsi generici, proponete cose concrete!
Scritto da giovanni dotti il 27/2/2013 alle 07:59
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