Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 1/3/2013 alle 09:11


Ritenevo quasi imperdibile per il centrosinistra la sfida nazionale ma molto difficile quella regionale. Per tanti motivi, sia contingenti che consolidati nel tempo.
Intanto, le elezioni nello stesso giorno per Milano e per Roma hanno reso possibile l’accordo Maroni-Berlusconi, un puro scambio di interessi con nessuna stima reiproca e finalità molto diverse: tu sopravvivi a Roma (poi al Cavaliere è andata molto meglio) io mi insedio al Pirelli e da qui organizzo la “resistenza” del Nord al probabile governo Bersani.
L’ex ministro dell’Interno era la persona giusta per far dimenticare almeno lo scandalo più inquietante, quello delle infiltrazioni della 'ndrangheta nel sistema regionale.
Ma non vanno sottaciute le ragioni profonde della debolezza della sinistra nella regione più evoluta, avanzata e produttiva. Come mai dopo aver conquistato Milano l’anno scorso, e metà Lombardia nelle comunali degli ultimi due anni, ci siamo fermati sul più bello?
Perché il voto per la Regione è più politico che amministrativo e il modello milanese non vale in tutta la Lombardia.
La sinistra si è sempre capita meglio con Milano che con gli altri territori. Non è ancora riuscita a trovare un linguaggio di sintesi che sia convincente anche nelle valli, nei paesi, nelle periferie.
Ha poca empatia con i lavoratori non sindacalizzati, i giovani, i precari, le piccole imprese, gli artigiani, il micro capitalismo. Per la sinistra un dramma, inutile negarlo.
Il Pd è andato abbastanza bene (25,3%) ma la coalizione, pur senza confini a sinistra e con una lista  di ex Udc, è andata male. Maroni aveva tre potenti frecce all’arco, Lega, Pdl, lista Maroni. Noi soltanto due, Pd e lista Ambrosoli, che non ha sfondato.
Il resto ha contato poco o niente. Il successo del M5S, peraltro inferiore rispetto al resto d’Italia, non spiega tutto, niente affatto.
L’ultima fase di Formigoni è stata bruttissima ma se butti via tutto il suo ventennio, i lombardi non ti credono e non ti seguono. L’aveva capito lo stesso Ambrosoli quando sulla sanità ammoniva: “il rapporto pubblico-privato va salvato dalla corruzione ma è un’eccellenza lombarda”.
Il fatto è che una parte rumorosa della coalizione lanciava un messaggio opposto creando confusione.
L’allarme urbanistico-ambientale, per fare un solo esempio tra i tanti, è risultato invece troppo debole. La cementificazione non è una balla e il consumo abnorme del suolo è un’amara realtà. Ma qui siamo stati afoni mentre le responsabilità della Regione sono pesanti.
Umberto Ambrosoli è una piacevolissima persona. Molto umano, serio, aperto e leale. Ma era conosciuto solo a Milano (nel centro) e non ha avuto il tempo per lanciare una grande campagna elettorale. Lo si è sentito in modo incisivo solo verso la fine.
Era stato anche presentato in modo sbagliato: “Siccome non ha mai fatto politica è la persona giusta”. Come dire: anche noi del centrosinistra abbiamo scheletri nell’armadio. Un messaggio devastante. L’ultimo lascito, spero, del caso Penati che ci è costato moltissimo.
Ora Maroni sta festeggiando, ha perso un sacco di voti ma colpito il bersaglio grosso. Non commettiamo l’errore di dire che la sua sarà una pura continuità con Formigoni. Non sarà così, prepariamoci.
Ora viene anche per lui il difficile con il 75% delle tasse da trattenere sul territorio e con la rivincita del Nord, ma cosa significa?
Sono un accanito avversario della macroregione. Nello Statuto della Lombardia sta scritto “collaborazione e integrazione fra le regioni padano-alpine”. Questa è la strada giusta.
Quando sento certi richiami al centralismo ministeriale rabbrividisco. Una società complessa come la nostra non può essere guidata e amministrata da Roma. Una vecchia e pericolosa illusione che il Nord “seppellirà con una risata”.

Categoria: Lombardia, Persone
Commenti dei lettori: 74 commenti -
E' sempre molto dificile non condividere le tue proposte di analisi, in Lombardia ci sono esattamente gli stessi limiti che emergono sempre puntualmente sul piano nazionale. Se un giorno a livello nazionale avremo risolto parte di questi problemi potremo pensare di battere la cultura e il potere leghista. Si ha vinto ancora con Maroni ma della forza propulsiva delle origini leghiste secondo me c'è molto poco o niente.
Scritto da robinews il 1/3/2013 alle 10:01
L'ho letto due volte. Da sinistra vorrei darti torto ma invece hai ragione su quasi tutto. Sulla sanità però ho tanto da eccepire. Sbagliava Ambrosoli nel difendere il rapporto pubblico-privato e aveva ragione la sinistra che lo voleva picconare.
Scritto da G. Pini il 1/3/2013 alle 10:02
Quale sinistra? quella che è stata smacchiata da vent'anni a questa parte?E poi il problema esiste anche tra i lavoratori dipendenti sindacalizzati,dimenticati dal PDS-DS-PD! La sinistra è tutta da ricostruire,ammesso che ce ne sia ancora voglia !
Scritto da Arnaldo Marca il 1/3/2013 alle 10:06
Chissà se alle prossime elezioni regionali si farà memoria di quanto è accaduto in queste e magari andremo a proporre alle primarie delle persone conosciute e convincenti non solo a Milano ma anche nelle valli, nei paesi , nelle periferie. Però era così difficile capire che il teatrino della candidatura di Ambrosoli poteva essere dannoso ?
Scritto da Paolaccio il 1/3/2013 alle 10:14
La candidatura Ambrosoli doveva essere spiegata meglio e poi supportata di più dai partiti. Anche lui però nel primo periodo della campagna sembrava che facesse affidamento solo sulla sua lista civica che ha preso molto meno di quella di Maroni. Gli errori si pagano. Il Pd regionale è scarso.
Scritto da Nicola il 1/3/2013 alle 11:05
La sinistra ha perso il contatto con la terra.Non ha impatto televisivo quello che consente di arrivare ovunque e non riesce più a rappresentare il legame tra idee e luoghi. E ha regalato questi spazi alla Lega e al PDL.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 1/3/2013 alle 11:25
E' l'analisi che mi convince di più di quelle che ho letto. Perché non scrivi niente sul risultato in provincia di Varese sia per Roma che per le regionali? C'è bisogno di capire bene quello che è successo anche da noi.
Scritto da Lettrice affezionata il 1/3/2013 alle 11:28
Caro Adamoli, bel post, che condivido interamente. Aggiungo alcune osservazioni: se la Lombardia si conferma la Vandea leghista, nel resto del Nord il 5 Stelle ci ha, finalmente, liberato, e sottolineo liberato, dalla “Lega Nord” e dalle sue cialtronate,il che ovviamente non significa che la questione del Nord sia risolta, ma è rappresentata adesso dal 5 Stelle, e credo sia un notevole progresso civile e culturale rispetto all’acqua del Po, ai ministeri a Monza, alle ronde padane ed al Trota. Ambrosoli appariva una brava persona, ma la sua incapacità di comunicare era sconfortante. La macroregione è, con parole nuove, il solito tentativo separatista della Lega,ma, ora che codesta è ridotta ad un partitello, che dovrebbe essere denominato propriamente Lega lombarda e basta, in quanto rivitalizzato qui in Lombardia da B. e Comunione e Cementificazione,e quindi simile alla Südtiroler Volkspartei, si renderà conto, prima o poi, che è finita un’epoca. Cari saluti.
Scritto da Carlo il 1/3/2013 alle 11:40
@Andrea Botoluzzi (11.25) - Penso anch'io che l'impatto azzeccato tra idee e luoghi in una grande regione come la nostra, molto articolata e diversa da città a città e da provincia a provincia, sia uno dei fattori decisivi. E' necessario conoscere bene le varie realtà locali e trovare un linguaggio di sintesi che accomuna.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/3/2013 alle 11:57
Ti ricordi anche tu in occasione dei Congressi Provinciali dei nostri partiti di militanza le visite alle sezioni più sperdute .E ai giovani come me toccava prendere la moto e vistare quelle più disagiate.Ma che occasioni irripetibili.C'era sempre qualcuno ad aspettarti e sempre una occasione per imparare e capire.Tutto buttato via.Quando vedo che le case dei partiti popolari i vecchi circoli cooperativi oggi sono il luogo d'incontro dei leghisti mi pare un (brutto)segno dei tempi.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 1/3/2013 alle 11:59
Bene, avevo bisogno di sentire la "tua voce". purtroppo tutto è cambiato da quando facevi politica tu nelle istituzioni lombarde. Lì la motivazione era forte, l'energia molta e lo stile distinto. Ciao. Andrea
Scritto da Andrea Antonini il 1/3/2013 alle 12:02
Intuivo si perdesse alle nazionali (il Pd non viene percepito come un partito cui affidare i propri destini) ma ero certa vincessimo le lombarde, dal momento che la ‘ferita’ delle dimissioni anticipate del Consiglio Reg.le è ancora presente nella memoria di tanti lombardi. Le ramazze verdi di Maroni (manifestazione Bergamo primavera scorsa) non hanno mai spazzato via i diamanti di Mauro/Belsito. La ricandidatura di Bossi avrebbe dovuto sconcertare gli elettori, in quanto la questione morale che ha coinvolto la Lega nell’ultimo anno riguardava proprio l’arricchimento economico della famiglia Bossi. Per tutta risposta, lo riarricchiscono di nuovo per una intera legislatura. Non possiamo nascondere che, al di là dei motivi alti e dello spirito di servizio, essere eletti vuol dire migliorare (o mantenere alto) il proprio status economico e sociale. Lo ha capito anche la neo-eletta Moretti che l’altra sera, a Ballarò, camuffava l’inconsistenza sua e del partito elargendo grandi sorrisi e pronunciando ben sette volte, nel giro di due minuti, la parola ‘temi’ (confrontarsi sui temi, convergenza sui temi, dipende dai temi), con il risultato di procurare uno scoramento nei telespettatori, lo stesso che si prova quando, entrando in un seggio elettorale, ci si appropinqua a fare una croce sul Pd. Tirando le somme, il Pd è il primo partito in tutte le circoscrizioni lombarde, ad eccezione di quella di Sondrio (22%), raggiungendo il picco in quella di Mantova (31,31%), là dove la pianura lombarda è ancora contaminata da quella emiliana, i luoghi di Guareschi, fra belle case coloniche e filari di pioppi. Ottimi i risultati di Gaffuri (6353 preferenze su 75.256 voti alla lista) e Girelli (9242 su 163.690), entrambi meritevoli. Ambrosoli si è rivelato un buon candidato, che colpisce per serietà e sobrietà. Sulla sua notorietà, mi viene da chiedermi in quanti conoscono Martina …
Scritto da eg il 1/3/2013 alle 12:10
Riflessioni. I politici hanno un vivo senso dell’irrealtà: non era mai successo che gli sconfitti andassero al governo. L’inizio dell’era maronita verrà ricordato con una lapide a Palazzo Lombardia: “E’ vietato il gioco di rubamazzette”. Al presidente uscente toccherà il titolo di “governatore ex-merito”. In una discarica della bassa hanno scoperto il mitico carroccio; vi saliranno Maroni e i 27 scudieri; la famiglia Bossi non troverà posto. La nuova macro-regione si chiamerà “Magna Regio”. Alfieri ha fatto una scorpacciata di voti, Taricco è rimasto a secco: a che servono i Partiti? Cherubino non piace ai Ciellini, hanno altri arcangeli. Milano da capitale morale della nazione a “terminal” della ‘ndrangheta; chi ci ha messo lo Zambetti? Trattenere le tasse? Si sa chi paga, non si sa chi prende. I giovani hanno un grande vantaggio sugli altri, il tempo; quello perduto da Bersani per farsi fotografare a Vasto è irrecuperabile. Il leader e il movimento sono due cose distinte; il segretario di Stato Kerry ha detto che i “petit grillons” non vanno demonizzati; il berlusca e baffino hanno iniziato cauti sondaggi: quanto costano? Renzi forse farà il premier: fine di partito. Erika Mafalda è rientrata nel Web, forse riprenderà a twittare. Tutti gli organigrammi del governo d’emergenza prevedono Monti all’economia. Quando i due presunti clown saranno ricevuti da Napolitano dovranno dimostrare di non esserlo. La chimera è una costruzione mitologica composta da animali diversi: Grillo, appunto. Guai ai “master” falsi, meglio una laurea farlocca a Tirana. Nell’Ottocento i milanesi per frodare il fisco (austriaco) facevano lo sciopero del fumo; adesso vanno a Lugano.
Scritto da CMF il 1/3/2013 alle 12:17
@Lettrice affezionata (11.28) - Dei risultati in provincia di Varese parlerò in un prossimo post. Questi due, sul voto nazionale e regionale, sono già lunghetti così. Trovo giusto non fare delle "relazioni" onnicomprensive che nessuno leggerebbe.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/3/2013 alle 12:18
@Carlo Sottoscrivo le tue considerazioni. Molto meglio Grillo che la Lega di oggi o quella di ven'anni fa di Bossi.
Scritto da Osvaldo il 1/3/2013 alle 12:32
La storia politica è prima di tutto la storia di un'idea che nasce e si incarna ,si confronta,combatte,si arrcchisce e si precisa nel contrasto ma cresce e,anche se sconfitta,riprende la sua strada ,ritorna e vincere quando ha diritto di vincere per il consenso che matura e per la speranza che suscita.MINO MARTINAZZOLI .Ambrosoli ha suscitato speranza ma forse la classe dirigente ha pensato solo ai sondaggi...................ora è tempo delle Responsabilità o no?.
Scritto da Fabio Volpi il 1/3/2013 alle 13:07
D'acordi cunt ul Giusepp.A partì prima cunt la campagna elettural, l'era meji.Pensi che ul Maroni l'ha venciù anca perchè il csx parla tropp per la "medio-burghesia" e tropp poch,chiarament,par i giùin e i ditt, suprattutt i pìcui. Un'altra roba:se sa supera un cert livel de spesa publica e di culegament de interèss il sistema l'è irrifurmabil.Al perpetua sè stess.(Tento di scrivere in dialetto,in linea con il nuovo corso.Ci sono certo errori:sono un esponente della più antica tradizione orale).
Scritto da FrancescoG. il 1/3/2013 alle 13:25
Legge elettorale regionale. Come "particolarità" avete citato la rappresentante del partito pensionati. Aggiungo il caso della provincia di Como: eletto consigliere regionale il sindaco di Argegno, con più di un migliaio di preferenze.In Fratelli d'Italia, definito da un leghista mio amico: "un partidell dal du percent". Tra leghisti, PDL e Fratelli d'Italia pare non corra buon sangue.PS vicenda Germania e pagliacci italiani.Lino Banfi+Paolo Villaggio http://www.youtube.com/watch?v=Xhaq0qbgsFA
Scritto da FrancescoG. il 1/3/2013 alle 13:33
Gentile Adamoli, concordo con la sua analisi. Ambrosoli e i partiti per un lungo pezzo della campagna elettorale hanno dato l'idea di andare ciascuno per la propria strada. Nelle ultime settimane qualcosa è cambiato in meglio. Ma ascoltare Ambrosoli da un lato, Sel e Etico dall'altro, si riceveva l'impressione di due forze diverse. Non sempre le coalizioni molto larghe sono la scelta migliore. Aspetto Maroni con un certo timore. Venga ancora a trovarci appena può. La sua presenza è molto utile.
Scritto da Dirigente regionale il 1/3/2013 alle 13:53
@andrea bortoluzzi: ma tu non eri un estimatore di monti? e se monti aveva, invece della sinistra, i piedi sulla terra come mai gli elettori/cittadini non l'hanno capito?
Scritto da Enzo Longhi il 1/3/2013 alle 14:50
Integro il post di @eg. Non ho ancora fatto il salto nel Pd e per le regionali ho sostenuto il Centro Popolare Lombardo il cui capolista era Enrico Marcora, non rieletto. Alle regionali si sosteneva Ambrosoli mentre alle nazionali non è stata data nessuna indicazione, anche se c’era una certa “simpatia” per Monti e Bersani. Per intenderci, nessuno che ha votato Berlusconi e Lega. Tanto meno Grillo. Sono d’accordo che il futuro governo regionale leghista non sarà il seguito di quello formigoniano. Maroni vorrà imprimere le sue caratteristiche e, in un certo senso, è giusto così. E’ probabile che, almeno nei primi tempi, abbandoni le esagerazioni padane e si mostri il “Presidente di tutti”. La cosiddetta “Legge Harlem” o “anti-kebab”, che era stata emanata per vietare le consumazioni sui marciapiedi davanti ai locali, aveva sollevato un bel polverone. Dove finisce la libertà personale e inizia la legittima regolamentazione degli esercizi commerciali? Una certa sinistra sembrerebbe incline solo all’antiproibizionismo. Un serio buon senso combatterebbe la cecità presente in entrambe le parti. Aspettiamo che Maroni prenda il posto. Ironia della sorte, hanno perso uno Stefano Galli (&family) per guadagnare uno Stefano Bruno Galli.
Scritto da V.R. il 1/3/2013 alle 14:55
@CMF (12.17) - Acuto, brillante e graffiante il tuo commento. Chi non ti conosceva e ti leggeva sul blog e sui giornali sarà piacevolmente sorpreso. Io no, sapevo che i tuoi non brevi interventi erano dovuti solo alla necessità che sentivi di spiegare bene il tuo punto di vista e di contribuire a “fare cultura politica”.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/3/2013 alle 15:56
@Carlo (11.40) - Concordo nel ritenere errata l’equivalenza che molti immaginano fra il Grillo di oggi e il Bossi di 20anni fa. Però starei attento a dare per spacciata la Lega. Con il controllo delle tre Regioni più importanti del Nord possono fare danni e nel contempo ri-guadagnare consensi. La guardia va tenuta alzata.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/3/2013 alle 15:59
Tra la Lega e Grillo non faccio differenze. Vanno sfidati apertamente entrambi. Una cosa sul secondo. I miei sensi non mi dicono bene. Non mi dicevano bene nel 94(non ero in età da voto). Non mi dicevano bene 5 anni fa, quando Grillo iniziò. Li ascolto. E' un oligarchia che penso pericolosa e temo usi la buona fede delle persone. In cui si mitizza il campo. Non c'è legame particolare se non una(non biasimabile) arrabbiatura. Non ho nulla da spartire. Per ora mi fermo qui.
Scritto da FrancescoG. il 1/3/2013 alle 16:21
Oggi ho sentito Grillo. Se non è un ipocrita (nel senso di uno mascherato), c'è poco da stare allegri. Credo che questo parlamento abbia solo la possibilità di eleggere un nuovo Capo dello Stato (spero non qualche zombie rottamato) che abbia il potere di sciogliere le camere e riandare al voto. Se si riuscisse a rifare una legge elettorale meno stupida dell'attuale sarebbe già come vincere un terno al lotto. Alle matricole del M5S consiglio di non spendere troppo per l'abbigliamento della prima.
Scritto da Sic Est il 1/3/2013 alle 16:45
D'accordo sul no alla MACROREGIONE. Non capisco cos'è. Mi auguro che sia soltanto una macchinazione elettoralistica che poi sarà abbandonata.
Scritto da Luisa B. il 1/3/2013 alle 17:13
C'erano le premesse per vincere in Lombardia. La sconfitta l'avete voluta candidando una persona validissima ma inadatta,sconosciuta ai piu', senza un programma forte, con le solite ambiguita' (vedi il discorso sulla Sanita' e sull'ambiente). Se anche l'onesta' e' indispensabile, da sola non basta a catalizzare le masse. Ci vuole piu' aggressivita'e chiarezza per vincere nelle valli lombarde, dove fino a poco fa spadroneggiva la Lega! Avete lasciato terreno fertile per Grillo e compagni.
Scritto da giovanni dotti il 1/3/2013 alle 17:48
Caro Giuseppe, condivido molto di quello che hai scritto per cui mi limito ad aggiungere solo qualche riflessione. Ambrosoli è una brava persona ed è un uomo che potrà dare molto, nei prossimi mesi al centrosinistra. C’è da imputargli qualcosa? Forse. Forse il fatto di aver sottolineato troppo il carattere civico della sua candidatura rispetto ai partiti. Forse il fatto di aver dovuto costruire una presenza in tre mesi. E qui, mi si passi la battuta, ma dopo 17 anni il centrosinistra si deve ancora preparare e aspettare gli ultimi tre mesi per trovare un candidato spendibile ( e fuori dai partiti ) ? E forse, il vero dato negativo, di essere stato un candidato troppo milanese rispetto ad una regione che non è solo Milano, che non è solo finanza e cda e che ha peculiarità e campanilismi che lasciano sempre tracce nelle vicende elettorali. Detto questo, si può aggiungere che sicuramente avevamo una coalizione da far paura. Tutti dentro, senza confini e soprattutto fatta da personaggi non sempre spendibili nei confronti di un elettorato che ha premiato per 17 anni il Celeste e che, noi, certamente non potevamo prendere a schiaffi dicendogli che faceva schifo. Ma purtroppo alcuni lo hanno fatto dimentichi che gli elettori che ti fanno vincere sono quelli che non vanno ai comizi, ma che stanno a casa e che votano, magari senza far sapere cosa (la maggioranza silenziosa non è una invenzione di fantasia, ma la realtà ). Sono d’accordo con te che c’è un problema endemico da parte del PD, e bisogna parlare del PD visto che gli altri non esistono e non sono certo esistiti. Non riusciamo, neanche a fronte del fallimento politico degli ultimi anni, a far sentire la nostra voce e a intercettare gli umori dei lombardi. E’ un problema di classe dirigente? Sicuramente. E’ un problema di linguaggio? Anche questo è vero. E’ un problema di incapacità ad essere in sintonia con gli umori? Si, ma su questo avrei dei dubbi nella rincorsa agli umori e ai bassi istinti. Oggi Maroni può fregiarsi di una vittoria pur avendo perso voti e noi che abbiamo vinto, a livello nazionale, siamo percepiti come quelli che sono più sconfitti di lui e questo, francamente, mi sembra un paradosso anche se, politicamente, ci sta tutto. Dunque ci troviamo di fronte a Maroni leader che forse salva la Lega e che sicuramente salva le amministrazioni leghisti dall’implosione e dalla guerra col PdL ( in primis Varese ). Saprà Maroni affrontare le sfide del dopo Celeste. Nutro qualche dubbio. La Regione Lombardia non è il Ministero dell’Interno è qualcosa di molto, molto complesso, qualcosa che non si può governare con slogan e leggende come quelle del 75%. Spero che ciò che rimane del nostro gruppo, in regione, sia in grado di fare opposizione e opposizione dura. E spero che Ambrosoli si metta subito in marcia nelle aree territoriali che non l’hanno votato per recuperare il gap. Solo così potrà lasciare qualcosa sia che decida di ricandidarsi sia che lasci ad altri.
Scritto da roberto molinari il 1/3/2013 alle 18:01
Maroni e il peggio che poteva capitare in lombardia, credo che la sua politica sia il nulla
Scritto da Antonio Tieso il 1/3/2013 alle 18:23
@enzo longhi quello che ho scritto nasce da un colloquio serale , da elettore e sostenitore convinto (assai deluso per gli esiti) della candidatura di Ambrosoli ,con Giovanni mio figlio quindicenne che è un fan della Lega e credo sappia a malapena chi è Monti.Che mi ha fatto capire come mai la sinistra non rappresenti più nulla per un giovane.In assenza del richiamo ideologico rimane per i giovani quasi solo quello della contiguità e della complicità nel nome della terra e dunque della dimensione locale come luogo di socializzazione. E la Lega incarna benissimo questo bisogno.Quanto a Monti:non credo proprio che il Prof.che ha preso i provvedimenti più impopolari degli ultimi anni sia sia candidato per raccogliere il consenso popolare( a meno che non sia schizofrenico, ma questa tesi è stata sostenuta solo da quell'esempio di equilibrio psichico che risponde al nome di Silvio B).Infatti ha raccolto quello di nicchia che una volta andava al PRI e al PLI.Se poi alludi alla sua vocazione marcatamente europeista beh io penso che senza Europa non si possa andare da nessuna parte.Il progetto di Monti, come detto destinato ad un elettorato di nicchia si è posto solo in un ottica Italia/Europa ignorando la dimensione locale.Ma la mission di Monti non è quella di un partito popolare che non può andare da nessuna parte senza un collegamento con la terra.Traducendo un orrido neologismo inglese penso che un partito popolare non possa che essere eurolocale.E Ambrosoli che ha raccolto con la sua lista il consenso "europeo" della metropoli milanese è stato tradito dal fallimento della dimensione locale della politica del PD.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 1/3/2013 alle 18:35
Mi scuso se mi discosto dal tema, per altro già autorevolmente commentato e pongo una domanda: è mai possibile che dopo le dichiarazioni di Berlusconi “Magistratura cancro della democrazia” e sua conseguente chiamata alla sollevazione di piazza, qualcuno del Pd pensi di fare un accordo con cotanto “statista”? Ma perché tanta bulimia di arrecare danno?
Scritto da Angelo Eberli il 1/3/2013 alle 18:45
@VR (14.45) - Mi dispiace molto che Enrico Marcora non sia stato rieletto. E’ un vero signore ed è stato un ottimo consigliere regionale. Ha avuto il coraggio di uscire dall’Udc per organizzare una lista in appoggio ad Ambrosoli. L’impresa non gli è riuscita per pochi voti. Un peccato. Conto sul fatto che questo coraggio sia ripagato in futuro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/3/2013 alle 18:50
@Roberto Molinari (18.01) - Tu speri che Ambrosoli si metta subito in marcia nelle aree territoriali che non l’hanno votato per recuperare il gap e per costruire qualcosa, sia che decida di ricandidarsi sia che lasci ad altri. Sottoscrivo pienamente. E sai perché? Perché temo che fra qualche tempo possa abbandonare la Regione. La passione politica non viene dalla sera alla mattina.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/3/2013 alle 18:53
Certe vocazioni Ministeriali trapiantate al nord. Da Repubblica Cisalpina.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 1/3/2013 alle 18:57
@A.Eberli fa bene a riportarci nel reale: il Paese. Non riesco a capire cosa si possa fare oltre l'elezione del Capo dello Stato (spero una persona autorevole non un rottamato) che dichiari l'anticipata (eufemismo) interruzione della legislatura. Forse nemmeno la legge elettorale. Alle prossime elezioni M5S non sparirà ma perderà parecchia attrattiva, Berlusconi prenderà voti a man bassa, e il PD ritornerà nelle retrovie. Bella prospettiva: sommersi dalle risate generate dall'unione di 2 comici.
Scritto da Sic Est il 1/3/2013 alle 19:29
Caro Giuseppe tu parli di Politica ma sei uno dei pochi perchè gli altri parlano di soldi, incarichi, poltrone e torte da spartire.
Scritto da Alessandro Milani il 1/3/2013 alle 19:52
In cambio della sopravvivenza politica della Lega, Maroni assicurerà la copertura ideale (si fa per dire) ai collaudati maneggi formigoniani
Scritto da Fausto Bonoldi il 1/3/2013 alle 19:57
QUESTE SONO LE MIE CONSIDERAZIONI SUL VOTO sul mancato successo di AMBROSOLI penso che l'analisi sia molto semplice: Maroni ha preso il 42 % gli altri (tre liste) il 58% ... possimo ringraziare sole due cose: Grillo e una legge elettorale che consente ad una minoranza di avere la maggioranza dei seggi. Visto che la sinistra e il centro sinistra ha nel proprio interno come DNA le divisioni ... eterne divisioni o si torna al proporzionale puro con tutti i rischi possinibili oppure al doppio turno emilio vanoni
Scritto da Emilio Vanoni il 1/3/2013 alle 20:33
Però manca un punto giuseppe. I partiti dovevano fare di meglio. Chi era candidato in lista non doveva portare solo i voti del proprio circolo e dei circoli limitrofi ma uscire e andare a prendere i voti nel centro destra. Vedendo i voti di preferenza in provincia di varese solo uno ha preso i voti al di fuori del partito e ne ha presi tanti.
Scritto da Francesco Calò il 1/3/2013 alle 20:54
La “democrazia del pubblico”non è un modello formale ben definito, ma una tendenza che si fonda sulla presa di coscienza dei cittadini, della loro autonomia e responsabilità che li fa sentire protagonisti e non strumenti delle decisioni dei partiti. La democrazia del pubblico si esprime in movimenti spontanei, che nascono dal basso, su temi particolarmente sentiti come quelli ambientali, di cui la mobilitazione per l’acqua pubblica è stato un esempio. Sotto molti aspetti anche il Movimento 5 Stelle fa parte del fenomeno nato da un coagularsi di sensibilità e interessi intorno al Web. La democrazia del pubblico diventa alternativa a quella dei partiti quando questi ultimi sono burocratizzati e lontani dalla sensibilità, anche morale, dei cittadini. Non siamo di fronte soltanto ad una protesta negativa o ad una rivendicazione del tipo “tutto e subito”; a differenza del ’68 la gente non vuole la rivoluzione ma un ragionevole progresso; non è insomma populismo e antipolitica, non è la Lega becera e antistorica, non è il “ berlusconismo” come mentalità individualista. C’è un forte un forte sentimento di bene collettivo, il sentirsi legati a un destino comune. I partiti se vogliono essere credibili debbono dare un segnale di apertura, di disponibilità e un segnale di speranza; non promesse impossibili ma esempi virtuosi che sono altamente educativi. Ecco perché lo snodo attuale è importantissimo; si tratta di scegliere tra il “governissimo” come scelta di potere con la parte conservatrice e l’apertura al nuovo che comporta difficoltà non facilmente superabili per la diffidenza reciproca accumulata ma che fa anche affidamento sulla capacità di ragionamento basata sul rispetto reciproco. I “grillini” sono indisponenti (ma bisogna distinguere tra leader e movimento dalla facce pulite) ma i partiti, a cominciare dal P.D., sono altrettanto arroganti e supponenti. Non basta il ringiovanimento dei protagonisti, occorre una “conversione” della politica agli ideali originari.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 1/3/2013 alle 21:29
D'accordo sulla questione ambientale e dello sviluppo eccessivo e caotico dellle città e anche dei paesini. Su queste cose il centro-sinistra non ha mobilitato tutte le energie possibili per criticare e attaccare. La città di Varese è in estrema difficoltà per la mancanza del Pgt. E' colpa della Lega e del Pdl ma nessuno lo ha detto chiaramente.
Scritto da Architetto Varese il 1/3/2013 alle 21:31
A.M.h.19,52,da che pulpito viene la predica!Proprio da chi ha sempre stroncato ogni idea di novita'e di cambiamento.Qui a VA ha affossato il suo partito riducendolo a un lumicino, ma parla ancora come se niente fudesse!Tra tanto scialbore i due comici se la ridono,gridano e acchiappano voti,a destra e a manca,tra l'indifferenza e il "signorile"distacco delle sinistre,che cosi'dalle elezioni escono spennate. Non potete metterci un po' piu' di grinta compagni?o dobbiamo continuare sempre a subire?
Scritto da giovanni dotti il 1/3/2013 alle 21:34
Del bel discorso di CMFho colto due semplici concetti:necessita' di apertura al nuovo,segnali di disponibilita'e di speranza che dovrebbero dare i partiti, e necessita'del ritorno della politica agli ideali originari.Ma e'da decenni che aspettiamo,ahinoi invano,quest segnali.E quando arrivano si chiudono loro le porte e ci si rinchiude a riccio a difesa dei propri privilegi accresciuti e consolidati nel tempo.E'questo il nuovo che avanza,o non e' meglio chiamarlo col suo vero nome:CONSERVAZIONE?
Scritto da giovanni dotti il 1/3/2013 alle 21:57
E' strano che nella discussione finora nessuno abbia ripreso la parte più interessante del post: "La sinistra ha poca empatia con i lavoratori non sindacalizzati, i giovani, i precari, le piccole imprese, gli artigiani, il micro capitalismo" . E' giusta questa accusa o no? Sono di sinistra da quando sono nato per merito di mio papà e dico che questa accusa è corretta. Se abbiamo qualcosa da imparare dai 5 stelle è questo. Essere più vicini a questo mondo che la sinistra dovrebbe rappresentare.
Scritto da Mario T. il 1/3/2013 alle 22:48
€ milani: chi sono gli "altri" che parlano di soldi, incarchi, poltrone e torte da spartire. Basta fare generalizzazioni demagogiche: fuori i nomi
Scritto da Enzo Longhi il 1/3/2013 alle 22:54
Non voleva essere "€ milani" ma "@milani"...
Scritto da Enzo Longhi il 1/3/2013 alle 22:55
@Alessandro Milani (19.52) - Ti ringrazio molto ma credo che di passione poltica ce ne sia più di quanto non si creda. Sono mancati probabilmente dei partiti e dei leader che la sapessero raccogliere, organizzare e valorizzare. Non dispero affatto per il futuro, anche prossimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/3/2013 alle 23:20
@Adamoli (h.23,30)Vedo che perfettam.comprendi la gravita' ma anche la bellezza del momento attuale e la impellente necessita'di trovare leader che sappiano interpretare le istanze e la rabbia popolari,che altrimenti scivolano inevitabilm.verso altri lidi con grave pericolo per la nostra fragile democrazia. Se un leader non e' all'altezza va cambiato,e presto! Se non ha capito quel che ha capito un comico come Grillo e' meglio che si ritiri dalla politica e lasci spazio ai giovani con idee nuove
Scritto da giovanni dotti il 1/3/2013 alle 23:50
Ha 21 anni, disinvolto, un buon lavoro, fisso, ben retribuito. Lo conosco da qualche anno e ricorro a lui per curare il mio pc (sulla materia io sono una sorta di capra). Era transitato per la sinistra democratica, ma mi dice che ha votato Berlusconi. Perché è un grande imprenditore e il suo interesse coincide con l'interesse del Paese. Mi dice anche che tutti i suoi giovani amici hanno votato PdL, salvo uno che, per snobismo, ha votato Giannino. Gli consiglio di coltivare la passione politica che mi pare intravvedere in lui, anche la destra va bene! Percepisco che apprezza che non gli abbia inflitto consigli e ramanzine. Non ho nulla da insegnare... Come ero io, nell'altro secolo, alla sua età? Se ricordo bene, amavo molto il compagno Stalin. Ma mi andò bene perché, transitando par Antonio Gramsci, andai a sbattere su Paolo di Tarso. Non chiedere mai per chi suona la campana...
Scritto da ulderico monti il 2/3/2013 alle 06:08
Leggo le cronache del dibattito nel Partito Democratico. Mi pare vecchio, burocratico: la realtà pare procedere altrove. Dal nazionale alla regione: preferisco (con riserva) Maroni allo stantio torpore del sacrificato Ambrosoli, ottima persona che s'è prestata al gioco delle segreterie irresponsabili. Mi ricorda la storia dell'onesto Zaccagnini, apprezzato perché "onesto" e dunque mettendo in chiaro la "disonestà" degli "altri" del suo partito e altrove. Il PD? si scinda nelle due componenti.
Scritto da ulderico monti il 2/3/2013 alle 07:08
Dx.Sin.Centro. Con Grillo i vecchi schemi sono saltati.Grillo e'di sin.o di dx.?chi me lo spiega?e allora il PD?e'di sin.o di centro o altro?Ormai certe definizioni sono anacronistiche,quel che conta e'la sostanza,la proposta politica e il metodo con cui la si porta avanti,e la credibilita'delle persone.Molte nel PD l'hanno persa ed inutile illudersi:non la recupereranno mai! Quanti treni ha perso la Sinistra per colpa dei suoi capi,che non hanno saputo cogliere il"grido di dolore"che si leva da
Scritto da giovanni dotti il 2/3/2013 alle 07:50
Il caso Penati ha contato moltissimo in un partito come il Pd. Era l'uomo forte a Milano e in Lombardia, era stato candidato presidente per la Regione tre anni fa ed era il braccio destro di Bersani. Solo con queste elezioni, forse, ce lo siamo lasciati alle spalle.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 2/3/2013 alle 08:46
@ Fiori.Se i partiti non funzionano e sono goffi, ci si organizza diversamente. Giusto.Grillo in 5 anni ha costruito contatti e preso informazioni, sostenuto dai movimenti (alcuni che l`hanno aiutato, di estrema sinistra,si lamentano). Oggi c`é chi si sveglia e dice "ma come mai?cos`é successo?". "Niente, andate avanti a dormire”.Grillo é certamente diverso dai suoi. Perché "tutti gli altri" sono tutti equiparati a farabutti? Giocar pesante non é un problema, per me. Ma non serve all`Italia.
Scritto da FrancescoG. il 2/3/2013 alle 09:29
Forse @Ulderico Monti vede giusto. Perché non tornare ai due vecchi partiti e poi allearsi? Insieme facevano molti più voti del Pd.
Scritto da Dario M. il 2/3/2013 alle 09:55
@Francesco Calò (20.54) - Sul lavoro e sulla resa elettorale dei candidati alle regionali puoi aver ragione. Tieni conto però di due cose: il distacco si è rivelato comunque incolmabile e la lista era piuttosto debole. Non l’ho mai detto in campagna elettorale per ovvi motivi ma questa è la realtà. Le responsabilità vanno bel oltre i candidati.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/3/2013 alle 10:23
Per @Gli elogiatori di Grillo. Mi va bene tutto, ma vorrei sapere se qualcuno di voi ha capito cosa Grillo vuole. Mi sembra che anche questa è politica vecchia, fatta di grida, di sotterfugi, di paura di scoprirsi perché consono che dietro c'è il nulla, di nascondimento continuo, di sbeffeggiamento dell'avversario come arma per non dire. Una volta per tutte ci spieghi perché è stato eletto e cosa vuole fare al di là di aver trovato una sistemazione (ben remunerata) per centinaia di disoccupati.
Scritto da Sic Est il 2/3/2013 alle 10:26
@Ulderico Monti (7.08) e @Dario M. (9.55) - Al Pd e all’idea di scomporlo in due partiti dedicherò uno dei prossimi post. A Ulderico dico che Benigno Zaccagnini non era solo un “uomo onesto”, ha saputo interpretare bene e con risultati che ritengo positivi una fase sconvolgente della storia repubblicana. Era amato da molti italiani.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/3/2013 alle 10:28
Sulla nobile figura di Zaccagnini sono d'accordo con @Adamoli. Fossero stati tutti cosi'nella DC sarei stato anch'io democristiano. A@SIC EST suggerirei di non esser troppo affrettato nei giudizi: il "fenomeno Grillo"e'una novita'che va interpretata e rispettata in quanto espressione democratica di tanta parte,soprattutto giovanile,del popolo italiano,ai cui problemi i partiti tradizionali,troppo sclerotici e autoreferenziali,finora non hanno saputo dare risposte adeguate.E'ora che si sveglino!
Scritto da giovanni dotti il 2/3/2013 alle 10:59
Tu accenni a Penati nel post e @Pd Sesto S. Giovanni ci torna sopra. Siamo sicuri che è colpevole di tutto quello che gli viene addebitato?
Scritto da Nicola il 2/3/2013 alle 11:38
@G. Dotti. Sono in WAITING, non IN LOCK. Devo dirti che se il buongiorno si vede dal mattino (molti hanno impiegato tanto tempo per capire che Di Pietro era solo il curatore di se stesso), la mia preoccupazione aumenta. Non demonizzo nessuno, però sono per il dialogo e non per il monologo. Il monologo va bene a teatro, per le gag, non va bene in politica. Comunque ti ringrazio e resto in WAITING.
Scritto da Sic Est il 2/3/2013 alle 11:51
Ragionamenti. 1 – La vera, drammatica emergenza è la chiusura di molte piccole e medie imprese. Se un’azienda chiude aumentano i disoccupati, manca il reddito, diminuiscono i consumi, l’Italia diventa più povera. In questo processo recessivo l’Imu non c’entra, è ininfluente. Vanno diminuiti i costi delle imprese e pertanto va tagliata l’Irap e diminuita l’Irpef. Ci sono tasse e tasse: quelle che costituiscono il “cuneo fiscale” sono negative, quella sugli immobili è positiva perché dà ai comuni i mezzi per i servizi e gli investimenti. Quando non c’è lavoro e reddito, cosa importa non pagare l’Imu? Politici e anche cittadini dovrebbero masticare un po’ più e meglio alcune essenziali nozioni di economia. 2 – Il modello industriale “fordista” è in crisi irreversibile; l’industrializzazione si è spostata dove vi sono condizioni più favorevoli. Abbassare le tasse non è sufficiente: danno una boccata di ossigeno ma non risolvono il problema. Bisogna tenere presenti molti altri fattori: istruzione di base, produttività, innovazione e settori alternativi. Uno è questi é la “economia verde”: mettere in sicurezza il territorio costa di meno e rende di più che riparare i danni del dissesto. L’investimento ecologico produce più reddito e migliora la qualità della vita. Con la cementificazione guadagnano solo gli speculatori. I partiti non lo sanno? E se lo sanno perché sono succubi degli immobiliaristi? 3 - Maroni vuole trattenere il 75 per cento delle tasse pagate in Lombardia. L’ingenuo non capisce che se diminuiscono le tasse, anche aumentando il ristorno, si incassa meno di prima. Le tasse diminuiscono quando cala il reddito; il problema dunque non è il 75% preteso dalla Regione ma il 45% pagato dai cittadini. Ciò che fa la differenza è il margine fra entrate e uscite: l’efficienza (e l’assenza di corruzione) possono mettere a disposizione risorse per lo sviluppo. Maroni ha una visione retrograda: vuole ingrassare la burocrazia regionale e impoverire la società; lo Stato assistenzialista può anche essere Regionale.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 2/3/2013 alle 11:54
Giuseppe Adamoli il 2/3/2013 alle 10:28. Sono anch'io un estimatore di Zaccagnini. Se non s'è capito, lo ribadisco adesso.
Scritto da ulderico monti il 2/3/2013 alle 12:01
Caro Giuseppe (1/3, ore 18.53), perchè Ambrosoli non sia tentato di lasciare la Regione, è imprescindibile perlomeno che in Consiglio sia costituito un solo gruppo comprensivo di tutti gli eletti delle liste a lui facenti capo e con Presidente lo stesso Ambrosoli. Non dovrerbbe essere difficile, considerata l'omogeneità delle due sole formazioni rappresentate. Sarà cosi? Il responso tra qualche settimana.
Scritto da Giovanni Cogliati il 2/3/2013 alle 12:09
Dario M. il 2/3/2013 alle 09:55: La questione dell'artificiosa fusione che ha dato forma al PD e che lo precede è strategica. L'Italia è europea e certamente lo è il Nord. Le democrazie europee sono gestite da partiti socialdemocratici e liberali/cristianosociali. Una esperienza consolidata che copre la grande parte degli elettorati nazionali. Salvo che da noi, dove la squilibrio del PD sulla sinistra estrema ha lasciato spazi enormi al centro, un vuoto che di necessità è stato occupato da forze tendenzialmente di destra. Utopia, una folle elucubrazione da ottuagenario? Non mi pare, come ho già argomentato, i due governi Prodi e l'attuale risultato del PD dimostrano che esiste e persiste una situazione strutturalmente “sbilenca” che, oltre a condannare il centrosinistra alla marginalità, deforma la vocazione centrista di una parte consistente dell'elettorato e lo costringe a spostarsi verso destra. E poi, se il sistema funziona nelle grandi democrazie europee e se la nostra “originale” soluzione è SEMPRE perdente, perché ostinarsi? Per arroganza e superbia delle oligarchie? O per il cauto calcolo che è preferibile, per l'interesse degli oligarchi, arroccarsi nelle comode posizioni dell'opposizione, lasciando ad altri la responsabilità e gli oneri del governo? Del resto, tale è stata l'esperienza del Partito comunista che per decenni ha mercanteggiato favori e lasciato alla DC l'onere (e la voluttà) dell'arte di governo.
Scritto da ulderico monti il 2/3/2013 alle 12:31
Per @Fiori. E' la sinistra che non mette al centro l'impresa ma solo il lavoratore. Ci pensi un pò, lei che non è un conformista. Si aggredisce la conseguenza ma non la causa dei problemi, siano la disoccupazione, il reddito che diminuisce, o la condizione dei giovani. E' una sinistra che guarda nel retrovisore della storia, questa è la realtà.
Scritto da Fab il 2/3/2013 alle 14:59
@Sic Est, ma come si fà ad insistere con certe domande su Grillo, MA COME BISOGNA SCRIVERLO IN "GIARGIANESE"? E poi l'importante non è cosa vuole Grillo ma il popolo che l'ha votato e le elezioni hanno scritto queste parole "CAMBIAMENTO RADICALE" dopo troppi anni di bla-bla-bla. E poi un pò di misura per favore, i parlamentari 5 stelle non sono ancora stati nominalmente proclamati e già li si vorrebbe accusare di essersi "sistemati lautamente". Lo ripeto, la rivoluzione non è ancora iniziata.
Scritto da robinews il 2/3/2013 alle 15:54
Chi altri, meglio di Ambrosoli, sarebbe stato capace di raccogliere consensi anche nelle periferie, tra le valli e i monti della Lombardia? Non ho sentito alternative credibilil, sia ex ante che ex post. Intanto dei numeri: 2000, Martinazzoli 31,5%; 2005 Sarfatti ( senza Grillo), 43%; 2010, Penati 33%; 2013 Ambrosoli, 38%. Quale notorietà in più aveva Sarfatti (tragicamente scomparso) nel 2005? Le critiche verso Ambrosoli sono ingenerose e sbagliate. Bisogna invece guardare ai partiti.
Scritto da Giovanni Cogliati il 2/3/2013 alle 17:20
@Nicola (11.38) - Auguro di cuore a Penati che sia pienamente assolto ma il contraccolpo politico il Pd lo ha sentito, eccome.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/3/2013 alle 18:46
Chiara, sintetica ed onesta la tua riflessione. Proporre alla gran parte dei lombardi solo la "discontinuita" con il passato, sopratutto su temi caldi come sanità, grandi opere, trasporti, scuola...non ha convinto. Non ha convinto nemmeno il sottoscitto che pure tu avresti detto che ...era ben impostato. Per il futuro c'è molto da cambiare,...ma solide basi su cui costruire. A presto.
Scritto da Fabrizio Piacentini. il 2/3/2013 alle 19:21
Difficoltà di formare il governo? Meno male che Giorgio Napolitano c'é.
Scritto da G.G. il 2/3/2013 alle 21:10
Ciao Giuseppe, le tue riflessioni non sono mai banali e da me sono sempre gradite. sei uno dei pochi che leggo con interesse. un abbraccio fabrizio
Scritto da Fabrizio Spirolazzi il 2/3/2013 alle 23:08
L'ultima frase mi piace, il resto molto meno. Se sei contro il centralismo, e su questo non dubito perché è la tua storia, ti troverai d'accordo più con Maroni che con molti dei tuoi. Puoi scommetterci.
Scritto da L Basso il 3/3/2013 alle 09:51
Maroni tra un certo tempo avrà finito di fare lo sbruffone. La Lombardia è difficile da amministrare e alla fine i lombardi guardano i risultati che non saranno buoni.
Scritto da Aurelio il 3/3/2013 alle 13:19
Il centro sinistra aveva un "cavallo di razza" da schierare: RENZI. Purtroppo non ha compreso fino in fondo le potenzialità elettorali e politiche ed oggi i risultati elettorali sono, ancora una volta, deludenti. Per quanto riguarda la Regione Lombardia, ritengo un successo che sia stato colmato il divario che c'era tra centro destra e centro sinistra. Questa piccola rivoluzione darà i suoi frutti se Maroni non sarà capace di governare e di fare quello che ha promesso. Cordiali saluti
Scritto da sergio il 5/3/2013 alle 06:09
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)