Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/3/2013 alle 11:31


Tra i pochi punti programmatici del nuovo governo dovrà esserci la nuova legge elettorale e spero, se ci sarà il tempo, una profonda riforma che garantisca la governabilità e la stabilità del sistema politico.
Quale sistema elettorale?
Nella Prima Repubblica vigeva il “proporzionale”, con le preferenze, che ha funzionato bene per 40anni. La presenza forte di Dc e Pci attraeva gran parte degli elettori e teneva lontano il rischio della frammentazione.
I governi cambiavano spesso ma la stabilità dell’Italia era garantita dal peso elettorale e politico della Dc e dall’opposizione comunista, costituzionale e democratica.
Nei 20annni della (cosiddetta) Seconda Repubblica abbiamo sperimentato due sistemi elettorali. La legge Mattarella (1994 – 1996 – 2001), per due terzi proporzionale e per un terzo maggioritaria, è stata una delle cause della moltiplicazione dei partiti.
L’attuale legge Calderoli (2006 – 2008 - 2013) è la peggiore possibile. Non consente agli elettori la scelta dei propri rappresentanti e non garantisce una governabilità certa per il diverso premio di maggioranza fra Camera e Senato. Era stata infatti voluta dal governo uscente Berlusconi-Bossi proprio per mutilare la prevista vittoria di Prodi nelle incombenti elezioni del 2006.
Da qui lo stallo pericoloso nel quale oggi ci troviamo.
Bisogna affrontare con radicalità entrambi i problemi.
Il diritto di scelta degli elettori può essere assicurato con il doppio turno di collegio proposto ultimamente dal Pd.
Al primo turno l’elettore sceglierebbe il partito che preferisce in assoluto, grande o piccolo che sia. Nel secondo può scegliere chi vuol far vincere fra i candidati più votati al primo turno.
In questo modo le necessarie mediazioni si farebbero prima delle elezioni, si ridurrebbe il numero dei partiti e si semplificherebbe in modo rilevante il quadro politico.
Tutto ciò basterebbe a garantire agli elettori la libertà di scegliere i propri rappresentanti con l’effetto positivo di indurre i partiti a presentare i candidati migliori. Non assicura però la governabilità e la stabilità del Paese.
Quale sistema per raggiungere questi obiettivi?
Dei sistemi praticati in Europa, quello che si adatterebbe meglio all’Italia sarebbe il “semipresidenzialismo” francese.
In Francia, il Presidente della Repubblica è dotato di forti poteri democratici e la sera stessa del ballottaggio si conosce già chi è stato eletto. Il quale può quindi procedere, con tempestività, a nominare il governo garantendo una buona stabilità a tutto il potere pubblico.
E’ un sistema molto diverso da quello italiano ma molto più in linea con i tempi e con le dinamiche governative di oggi che non sopportano più le difficoltà, i tatticismi interminabili, i bizantinismi della nostra politica.
Gli oppositori di questa soluzione eccepiscono che in questo modo si mette al centro dell’attività pubblica il governo anziché il Parlamento. Ma è un’obiezione facilmente contestabile.
Negli ultimi anni tutto ciò è avvenuto in modo bizzarro anche in Italia. I governi hanno governato attraverso i decreti d’urgenza che il Parlamento doveva poi convertire in legge.
Era stato così con il secondo governo Prodi, ancora di più con Berlusconi e infine, sistematicamente, con Monti.
Se questa legislatura ha da essere davvero costituente, come tutti i leader affermano, sarebbe meglio mettere il progetto della governabilità, oltre che la nuova legge elettorale, al centro del processo riformatore.

 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 67 commenti -
Personalmente, anche se a sinistra si è sempre demonizzato e contrastato il presidenzialismo ("semi" tu dici alla Francese) sono fortemente d'accordo. Se questo avverrà e deve avvenire, SI SOTTRARRA' AI BIZANTINISMI E AL MERCATO OSCENO INTORNO ALLE ALTE CARICHE ISTITUZIONALI "AFFIDANDO AL POPOLO SOVRANO LA SCELTA". certo occorrerà temperare questa scelta con i dovuti "contrappesi" e forte ruolo di controllo da parte del parlamento per evitare abusi di potere da parte del presidente eletto.
Scritto da robinews il 19/3/2013 alle 11:59
Si, basta con un sistema di governo nazionale che fa acqua da tutte le parti. Meglio anche quello regionale che da subito il responso su chi ha vinto e chi ha perso.
Scritto da Nicola il 19/3/2013 alle 12:06
Ci stiamo illudendo che i partiti facciano la riforma elettorale, se andiamo subito a nuove elezioni?Peccato che non hai imparato nulla dalla casta dei partiti ladri e corrotti!
Scritto da Antonio Iosa il 19/3/2013 alle 12:52
Parole al vento, la sinistra non accetterà il semi presindezialismo alla francese.
Scritto da Fab il 19/3/2013 alle 13:23
In un quadro politico di fatto tripolare nessuna legge elettorale è in grado di assicurare ad uno dei tre poli la maggioranza necessaria per formare un governo. Comunque resto sempre del parere che i collegi uninominali sono la soluzione migliore.
Scritto da angelo ruggeri il 19/3/2013 alle 13:24
Carissimo @Giuseppe Adamoli. Sono pienamente d’accordo con quanto dici, ma credo che una Legge Elettorale non è di semplice elaborazione, specie quando non esiste nemmeno una maggioranza per la formazione di un Governo. In questa perfetta confusione, creata dal famoso Porcellum dell’odontotecnico della lega, per predisporre una nuova Legge Elettorale occorre un accordo ferreo tra i partiti che la dovrebbero votare. Escludendo i teleguidati irresponsabili del M5S (non hanno ancora capito che sono stati eletti per governare e non solo per godere, a sbafo, di tanti benefits), resta la sola possibilità di un accordo col partito del cavaliere. Ma, anche in questo caso, e tappandosi ermeticamente il naso, l’approvazione di una legge alla francese, che implica anche mutamenti dell’impianto costituzionale , avrebbe bisogno di una maggioranza certa, anche senza alcun programma di governo, che possa durare almeno una diecina di mesi. L’Italia potrebbe reggere tanto tempo senza un’amministrazione che non si curi dei problemi dell’economia e si riunisca di tanto in tanto per la Legge elettorale e per i relativi tanto macchinosi cambiamenti costituzionali? E il cavaliere, attualmente vestito da barricadiero con gli occhiali scuri da menagramo alla Totò, sarebbe d’accordo? Anche considerando che questo marasma politico è prodromico della sua probabile vittoria alle prossime elezioni (e anche col Porcellum). Io ho dei grossi dubbi che ci sia la possibilità di mettere in sesto, con raffinatezza costituzionale, il sistema elettorale. Chi spera in Grillo e i suoi teleguidati fa solo finta di non capire: Grillo è un mediocre comico, i teleguidati sono ex navigatori del web che hanno vinto un terno al lotto. Penso, pertanto, che, non potendo minimamente toccare l’impalcatura costituzionale, l’unica cosa forse possibile è inventarsi una nuova legge elettorale (magari proporzionale con uno sbarramento consistente e con il divieto degli apparentamenti) e …. poi andare subito al voto. Ho sempre consigliato agli schiavetti cibernetici di Grillo di non spendere troppo per l’abbigliamento parlamentare. Tra poco dovranno cercarsi un lavoro vero e non virtuale, per mantenersi.
Scritto da Sic Est il 19/3/2013 alle 14:53
Credi sul serio che questo Parlamento possa approvare una nuova legge elettorale e una riforma della Costituzione sul punto fondamentale della forma di governo? Pia illusione!
Scritto da G.G. il 19/3/2013 alle 14:54
Caro @Giuseppe, penso che @Robinews favorevole al sistema francese sia una mosca bianca nella panorama della sinistra italiana che ha sempre voluto un governo debole perché non ne faceva parte. E' importante però che si cominci a fare breccia in un muro contrario ad ogni cambiamento. Voto Pd come sai bene ma ammetto che la sinistra è largamente conservatrice. Sotto questo aspetto anche Grillo è benvenuto se serve a smuovere le acque stagnanti.
Scritto da Lorenzo L. il 19/3/2013 alle 15:44
@Sic Est (14.53) - Semplificando molto: se si vota a giugno nessuna possibilità di una nuova legge elettorale. Se si vota in autunno, è approvabile la legge nuova ma non la modifica della Costituzione sul punto di un nuovo sistema di governo. Se si vota fra un anno o dopo sono realizzabili entrambi i progetti, se c’è la volontà politica. Sostengo questa seconda ipotesi, se possibile con Bersani premier. Sono perfettamente consapevole che la tesi che ho presentato, ormai in buona compagnia, ha un valore più culturale che politico-immediato ma bisogna parlarne. Il semipresidenzialismo è ancora visto con sospetto nel Pd e a sinistra quasi che sia anti democratico. Bisogna sfondare questa barriera di sfiducia e ostilità. Non si può continuare con questo spettacolo di governi debolissimi. Nel 1996 era toccato a Prodi, oggi tocca a Bersani scontrarsi con i limiti di una linea costituzionale che è stata valida per 50anni, ma che da più di un decennio mostra tutta la sua fragilità. Come osservano molti osservatori acuti, il sistema elettorale a doppio turno è la scelta prioritaria del Pd, il sistema francese è quello preferito dal Pdl. Perché non realizzare una sintesi virtuosa che guardi al futuro per una governabilità e una stabilità senza delle quali arrancheremo sempre privi della vitalità trainante di un governo forte perché scelto dagli elettori?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/3/2013 alle 16:45
Riprendendo, qualche tempo fa, una sollecitazione di Tosi, osservavo che sarebbero state necessarie (e sufficienti), precedentemente al voto nazionale, due modifiche alla vigente legge elettorale: la reintroduzione delle preferenze e un meccanismo che evitasse il formarsi di diverse maggioranze nei due rami parlamentari. Ad urne aperte, il 25/2, avremmo avuto chiare maggioranze sia alla Camera che al Senato. Considerati tuttavia gli esiti assai deludenti che ci hanno consegnato una realtà fatta da tre debolezze complessive, piuttosto che da punti di forza, ci saremmo dovuti comunque chiedere se questi sarebbero stati il miglior viatico per assicurare una vera governabilità al Paese. Stante la situazione attuale le domande si infittiscono e le certezze si affievoliscono. Considerato inoltre l’esiguo divario di voti, si sarebbe potuto verificare un altro scenario (tra l’altro paventato dal susseguirsi delle varie proiezioni) e cioè la conquista delle due Camere da parte di due formazioni contrapposte. Allora, insieme a tante altre di cui si discute sul blog e che non sto a ricordare, è necessaria e urgente un’altra riforma: il superamento del bicameralismo e la competenza a dare la fiducia in capo ad una sola Camera. E poi l’introduzione di robuste soglie di sbarramento applicabili anche ai partiti all’interno di coalizioni.
Scritto da Giovanni Cogliati il 19/3/2013 alle 16:50
@Adamoli, con il Pdl nessuna intesa neanche di carattere istituzionale.
Scritto da Mario T. il 19/3/2013 alle 16:59
La mia posizione personale è quella di toenare al voto. E' vero si spenderebbero altri soldi e non è il momento, io per prima fatico ad arrivare a fine mese. Una situazione del genere il nostro stato non la puo reggere. Ciao Giuseppe
Scritto da Alberta il 19/3/2013 alle 17:02
meno male che abbiamo "il terzo polo"..o movimento...che ha evidenziato la necessità di cambiamento...
Scritto da zva il 19/3/2013 alle 17:04
@G .Adamoli. Non mi sento di appartenere al gruppo dei nemici del sistema a doppio turno. Sono semplicemente preoccupato che si possa rabberciare una maggioranza per fare qualcosa di positivo. Visto che se ne parla poco, o forse se ne accenna tanto, ma Bersani, anche per un semplice accordo di scopo (Legge Elettorale), con chi dovrebbe allearsi?
Scritto da Sic Est il 19/3/2013 alle 17:06
@sic est, ma perchè sei sempre così ostico verso una possibilità di convergenza con una forza di cambiamento che occorre ricordare è la prima formazione politica? Quando esprimi il tuo pessimismo mi tocco perchè se tu dovessi avere ragione ho il terrore di quel che succederà. Dopo il pessimismo della ragione (Gramsci) prova ad esprimere un po di ottimismo della volontà. @ Lorenzo, ti posso garantire che a sinistra sono maturi i tempi per i cambiamenti auspicati da @Adamoli.
Scritto da robinews il 19/3/2013 alle 19:57
@tutti gli amici del blog, sono certo di interpretare i sentimenti di tutti gli amici nel FARE GLI AUGURI DI BUON ONOMASTICO AL NOSTRO AMICO GIUSEPPE ringraziandolo per il suo costante impegno per tenere così vivo e bello questo blog. AUGURI-AUGURI-AUGURI--------------------------
Scritto da ROBINEWS il 19/3/2013 alle 20:00
Sono amareggiato e pessimista. Piuttosto che questa legge "porcata" sarebbe meglio qualunque altra legge.
Scritto da Reda L. il 19/3/2013 alle 20:35
19 marzo: San Giuseppe. Aguri all'amico Adamoli, a tutti i Giuseppe ed a tutti i papà. Per una volta pensiamo positivo, almeno oggi. E' l'onomastico anche di Grillo, penserà spero solo a festeggiare questo.
Scritto da Fabrizio Piacentini. il 19/3/2013 alle 21:40
@Giovanni Cogliati (16.50) - Sulle preferenze c’è lo sbarramento del Pd e, in minor misura anche del Pdl. Una posizione che nella sua ferrea intransigenza non condivido ma così è, ed inoltre mi sono anch’io convinto che la soluzione migliore è quella dei collegi uninominali a doppio turno. Sul fatto che una sola Camera (quella dei deputati) debba dare la fiducia al governo sfondi una porta aperta. Il bicameralismo è un istituto ormai sorpassato. Il Senato dovrebbe essere composto solo da ristrette rappresentanze regionali e locali con funzioni relative al bilancio dello Stato e alle vaste problematiche del sistema delle autonomie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/3/2013 alle 21:51
Era comunque molto meglio la legge Mattarella che la legge Calderoli e adesso c'è chi vorrebbe che il centrosinistra si alleasse con la Lega di Calderoli, Maroni e Bossi. Li manderei a quel tal paese.
Scritto da G. Pini il 19/3/2013 alle 22:32
Più che sguazzare nelle difficoltà di...fare un Governo, come quello che ipotizza Bersani,..cerco di mettere in evidenza i limiti. Sarà mera sfortuna, ma la crisi di Cipro questa sera non aiuta certo (,,,che ne pensa Grillo? I pontieri l'hanno interpellato?). A concretizzare l'accordo europeo Monti/Tajani...mandiamo la Lombardi? Pdl e Lega andranno insieme da Napolitano. Non è pensabile che la Lega voti per Bersani,tanto varrebbe accordarsi con il Cavaliere...
Scritto da La professoressa. il 19/3/2013 alle 22:33
In due tuoi post di questi giorni ho letto molte proposte "fortemente innovative" riguardo il funzionamento dell'apparato statale italiano. E' evidente che non ci si ferma alla modifica della legge elettorale, ma siamo a proposte di una sola Camera che vota la fiducia al Governo. Addirittura a proposte di presidenzialismo più o meno francese. Sbaglio,o Benigni batte ancora le piazze convincendoci che noi si abbia "la pià bella Costituzione del mondo?"
Scritto da Grillo parlante il 19/3/2013 alle 22:55
Sto ascoltando Ballarò. Se si torna a votare in queste condizioni sarà peggio di adesso e non escludo che vinca Berlusconi. Sarebbe il colmo dopo quello che ha combinato. O il Pd mostra un pò di pragmatismo come ha detto Luttwag (scusate se non ho scritto il nome correttamente) oppure gli elettori lo incolperanno delle elezioni anticipate e saranno dolori.
Scritto da C. Bartoli il 19/3/2013 alle 22:56
Spero che i voti Bersani li ottenga dai grillini piuttosto che dalla Lega. Non voterei più per il centrosinistra nemmeno per Vendola.
Scritto da Mario T. il 19/3/2013 alle 23:22
Mi sembra che si ragioni più sui desideri che sulla realtà. A @Robinews non ho voglia di rispondere visto che é sempre sicuro di quello che spera. Buon per lui. Si può fare tutto e il contrario di tutto, ma senza una maggioranza non si va molto lontano. L'inseguimento del comico é un grosso errore che pagheremo a caro prezzo.
Scritto da Sic Est il 19/3/2013 alle 23:50
non ci sono leggi elettorali perfette ma una va pur scelta che piaccia a molti. Posso essere utopista ,ma la migliore che si può scrivere è quella che si scrive pensando in modo libero senza pensare a convenienze immediate.Sono sempre stato attratto da sistemi che abbiano come filo conduttore il maggioritario ma non riesco ad andare oltre. Sarà come detto da altri un pò prvenuto, ma non sono pronto per un semipresidenzialismo.
Scritto da olinto manini il 20/3/2013 alle 00:55
il cambiamento (quello vero) avanza. Il primo atto dei presidenti delle camere meno 30% di compenso per la carica, al parlamento si lavora da lunedì a venerdì (anziche da martedi a giovedì) IN SICILIA SONO ABOLITE (si abolite) le Province. In sicilia i consiglieri (centinaia) erano equiparati ai consiglieri regionali siciliani (tutti deputati-onorevoli lautamente pagati). Questo cambiamento è stato fatto da CSX+5Stelle. Vedete che funziona? Il CDX è stato duramente contrario. tutto è possibile
Scritto da robinews il 20/3/2013 alle 08:14
@Grillo parlante (22.55) - La Costituzione italiana è bellissima nei principi, nei valori, negli ideali, nell’equilibrio fra i poteri istituzionali ma non può essere ritenuta intoccabile in toto. Il nostro parlamentarismo è superato. Nei prossimi mesi bisognerà cambiare le regole con cui si vota e il modo con cui si assegna il premio di maggioranza alla Camera e al Senato (legge ordinaria), ma in seguito il rafforzamento del governo e delle sue funzioni sarà centrale. Il motore batte in testa e sarà sempre di più così. Penso che, come affermano alcuni specialisti, sarà necessario modificare in parte la Costituzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/3/2013 alle 08:40
@Olinto Manini (00.55) - Sullo spirito che dovrebbe ispirare la nuova legge elettorale concordo con te. L’interesse immediato è cattivo consigliere e spesso si rivela come un boomerang. Per quanto riguarda il semi presidenzialismo sono convinto che questa idea, che comincia a diffondersi anche a sinistra, diventerà popolare con l’andar del tempo perché può adattarsi meglio di altri sistemi alla situazione italiana, difficilissima da gestire. Siccome il problema è essenzialmente politico, è bene parlarne subito, poi i tempi matureranno. Magari più rapidamente di quanto non si pensi oggi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/3/2013 alle 08:44
@sic est, penso che tu debba prendere atto una volta per tutte che i sogni o i desideri siano anche realizzabili (vedi sicilia) dove l'abolizione delle province era una cosa inimmaginabile. @Adamoli @ Olinto Manini, concordo con Adamoli, i cambiamenti costituzionali in senso semipresidenziale con tutti i suoi contrappesi si REALIZZERANNO in tempi molto più rapidi di quanto si possa pensare PER LA SEMPLICE RAGIONE CHE LO RICHIEDE LA REALTA' DEL PAESE.
Scritto da robinews il 20/3/2013 alle 09:15
In una riunione a Milano del Pd di qualche mese fa il discorso del cambiamento del sistema politico in senso francese si era affacciato. E' più di un'ipotesi di studio se non si riuscirà ancora a fare un governo. Se votiamo e tutto resterà ingovernabile come oggi, oppure con un governo debolissimo in balia dei numeri risicati del parlamento, che cosa si farà? Meglio porseli questi problemi.
Scritto da Leo il 20/3/2013 alle 09:56
Finalmente si può incominciare a dire che la Costituzione firmata congiuntamente da De Nicola e Terracini...dimostra i suoi limiti. Fatti salvi i principi (la prima parte)..ci si può metterci mano perchè non funzione più. Chi lo diceva trenta anni fa..veniva crocesisso (Bozzi,Craxi,De Mita), qualche anno fa Berlusconi (terrorista), ora che è arrivato Grillo... sono caduti gli steccati. A Benigni tocca di cambiare lo spettacolo da rappresentare...all'Italia qualcosa di più.
Scritto da Grillo parlante. il 20/3/2013 alle 10:07
@Robinews. Io sono un idealista con i piedi per terra (un non pessimista): non mi basta un bicchiere quasi mezzo pieno per credere che i miei ideali possano essere realizzati. Non credo ai rospi (Grillo) che per magia si trasformano in un principe. Ho visto la sua villa a Bibbona, proprio sul mare, in barba ad ogni legge. Me lo ricordo quando vendeva, per gli svizzeri, una inutile palla di plastica per lavare a vita i panni in lavatrice senza detersivo, facendo soldi a palate sulla stupidità della gente. E non dimentico i suoi interventi fiume in televisione o nei teatri (solo monologhi) per dire il nulla e il suo contrario, mandando in sollucchero l’italiano medio contento che “finalmente” c’era qualcuno che diceva “le cose come stanno”. Sai meglio di me che noi seguiamo sempre questi ciarlatani fino a quando non ne appare un altro (fai una rassegna degli ultimi 20 anni e vedrai che non sono lontano dal vero). Secondo te con uno che vive dentro un modem, starnazza come un matto, vive nella ricchezza e nell’agiatezza e predica la povertà (degli altri si capisce) quali speranze si possono avere? Per le riforme che servono al Paese (leggi i miei più vecchi interventi) con me trovi un muro bassissimo. Ma per attuarle occorre una maggioranza seria non raffazzonata, non rabberciata, non rappresentata da zombi che parlano con l’auricolare collegato alla centrale operativa che trasmette loro cosa devono fare e dire. Ma ti sembra una cosa seria?
Scritto da Sic Est il 20/3/2013 alle 10:38
Raccogliendo le considerazioni di @Robinews perché non fare a Roma ciò che si sta facendo a Palermo?
Scritto da Giovanni P. il 20/3/2013 alle 11:49
@Sic Est. Sono un inguaribile pessimista, uno che vede il bicchiere sempre "mezzo vuoto". Tuttavia, qualche volta, forse, bisogna avere il coraggio di sognare. "Spes ultima dea". Ovviamente concordo con i concetti che esprime.Ma questa volta, anche se agnostico, voglio provare ad aver fede.
Scritto da Angelo Eberli il 20/3/2013 alle 12:18
@sic est, lo confesso, MI ARRENDO, non riesco a stare dietro alle tue considerazioni, tu parli sempre di "UN UOMO, GRILLO" e dei suoi non pochi difetti e limiti personali (LUI NON E' NEANCHE PARLAMENTARE), IO PARLO DI 5 STELLE, DEI SUOI ELETTORI, ATTIVISTI, RAPPRESENTANTI NELLE ISTITUZIONI LOCALI E NAZIONALI, DEL PRIMO PARTITO POLITICO ITALIANO, se non ti scrolli di dosso dei tuoi pregiudizi non potrai mai vedere "OLTRE". E non potrai capire perchè in Sicilia avviene anche l'impossibile.
Scritto da robvinews il 20/3/2013 alle 12:37
@Giovanni P (11.49) - Non si può fare a Roma come a Palermo per il semplice motivo che il governo centrale deve ottenere la fiducia del Parlamento mentre il presidente della Regione l’ha già avuta direttamente dagli elettori anche con un solo voto più dell’antagonista. Il presidente della Regione, nella prima seduta del Consiglio, illustra il suo programma e presenta la sua giunta ma non si da corso a nessun voto di approvazione. Successivamente, sulle leggi e deliberazioni regionali, ci può essere il concorso delle opposizioni (come sta avvenendo con cinquestelle a Palermo) ma questo è un altro discorso. In sostanza nelle Regioni abbiamo un iper presidenzialismo, molto più forte del semi presidenzialismo francese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/3/2013 alle 13:24
Napolitano ha iniziato le consultazioni. Grasso a monosillabe, la Boldrini afona (nessuno le ha mandato la visita fiscale), hanno fatto capire quello che tutti sanno. NAPOLITANO VUOLE UN GOVERNO PER IL PAESE! STABILE ED AUTOSUFFICIENTE IN ENTRAMBE LE CAMERE.! Lo sapevano tutti tranne Bersani ed gli attuali dirigenti del PD. Avete ancora una strada, raccoglierte le firme per mettere in stato d'accusa il Presidente. Non sarebbe una novità...ricordate Cossiga?
Scritto da La professoressa. il 20/3/2013 alle 13:48
@A. Eberli. Come per tutti i proverbi, c'è quello al contrario, "Chi di speranza vive disperato muore". @Robinews. I voti in parlamento non li danno né gli attivisti, né gli idealisti, né i soci, né gli elettori, né tutti i Robinews del pianeta, ma quei poveri cristi (con ricchi benefici) di eletti teleguidati. Parli di Grillo come se non esistesse e poi risulta che sarà lui a consultarsi con Napolitano. Per la diversa fiducia (Si-No) dei governi (nazionale e regionale) ci ha pensato @Adamoli.
Scritto da Sic Est il 20/3/2013 alle 14:17
@Adamoli @Giovanni, è vero, Roma non è Palermo, ma basta solo che si riesca a fare un governo "con una solo fiducia al senato" e poi far lavorare il parlamento e Roma può diventare Palermo; @grillo parlante, benigni potrà ancora recitare che la costituzione italiana è la più bella del mondo ANCHE DOPO AVERLA MIGLIORATA e potrà dire che gli Italiani sono talmente bravi che sono riusciti a "migliorare la costituzione più bella del mondo.
Scritto da robinews il 20/3/2013 alle 14:22
@Robinews / Riguardo la Costituzione: La dove si arenarono Dossetti,Mortati,La Pira, Einaudi,Fanfani...ora arriveranno Grillo ed i suoi accoliti a mettere mano... C'è un altro proverbio "Chi vive sperando, muore...........",certo l'avrai sentito, i puntini riempili tu. E' ANCORA INVERNO, MA C'E' DA PENSARE CHE IN MOLTI ABBIANO PRESO UN COLPO DI SOLE!
Scritto da Grillo parlante. il 20/3/2013 alle 15:41
Il nuovo Capogruppo alla Camera del PD ha avuto 200 voti (a scrutinio segreto) su un gruppo di 293 (grande coesione alla prova del voto), il suo collega al Senato Zanda (ex Margherita) ha esordito dicendo che voterà per l'ineleggibilità di Berlusconi,ma non se ne era mai accorto? (perchè non l'ha fatto nelle due legislature precedenti?). Quando finirà la GRILLIZZAZIONE del PD?
Scritto da Controcorrente il 20/3/2013 alle 15:51
Gentile @Adamoli, la sua definizione di iper presidenzialismo regionale è calzante a pennello. Per renderlo meno "iper", più dialogante con le forze sociali, i suoi stessi assessori e con i gruppi politici regionali comprese le opposizioni, bisognerebbe attuare lo Statuto che lei conosce ovviamente benissimo. Invece finora non si è fatto nulla per riequilibrare i poteri fra governo e consiglio regionale così l'egocentrismo di Formigoni era debordato pericolosamente. Spero che questa legislatura vi ponga i rimedi statutari previsti ma vedo parecchia debolezza nel gruppo del Pd fortemente ridimensionato nel numero dei seggi.
Scritto da Dirigente regionale il 20/3/2013 alle 16:13
Quando Berlusconi chiedeva un governo più forte voi del centrosinistra, meglio di sinistra, facevate sberleffi. Visto che oggi forse tocca a voi per un brevissimo periodo volete rafforzarlo. La sinistra non cambia mai, resta inaffidabile e la gente lo sa.
Scritto da Gino D. il 20/3/2013 alle 18:00
La legge elettorale non è soltanto un fatto tecnico, un insieme di regole dall’effetto neutro, ma interagisce con il modello di democrazia e sui contenuti della politica. Il sistema proporzionale, oltre ad essere quello che rispecchia più fedelmente gli orientamenti e le culture dell’elettorato, ha storicamente consentito l’ingresso dei rappresentanti dei ceti popolari nelle istituzioni, l’avvento dei grandi partiti di massa, la prevalenza dei contenuti e dei programmi rispetto alla esteriore popolarità dei leader. In una comunità dove gli elettori non hanno un rapporto diretto con gli eletti, il partito si fa garante della coerenza tra obiettivi e impegno personale. Se il meccanismo è accompagnato da alcune clausole di garanzia come il premio di maggioranza, la soglia di accesso e l’istituto della sfiducia costruttivo, può garantire la governabilità. Quello proporzionale è un sistema che si accompagna al pluralismo dei partiti, ma non partiti “fac simile” ma soggetti democratici e partecipati. E’ il sistema adottato, con alcune varianti, dalla Germania federale. Il sistema uninominale ( a uno o due turni) è il modello classico dei notabili, presuppone candidati forti e ben conosciuti, che dispongono di molte “risorse” elettorali ma non facilita certo l’ingresso di candidati poco conosciuti che rappresentano i ceti popolari ( di operai in Parlamento non se ne vedono più da un pezzpo). Con l’uninominale il centro della politica si sposta dai contenuti alle persone, dai partiti ai leader. La governabilità è facilitata ma la possibilità di una politica partecipata diventa remota e prevale la consultazione di tipo plebiscitario (tipo “primarie” e “referendum”). Il sistema uninominale favorisce il bipolarismo, la contrapposizione frontale ma anche coalizioni disomogenee, rissose e non produttive in termini di efficacia. Il sistema semi-presidenzialista a due turni, adottato dalla Francia di De Gaulle, consente risultati netti ma, spesso, contradditori. E successo infatti che coesistano due maggioranze: quella del Presidente e quella del Parlamento, se non coincidono si rischia una governabilità difficile se non lo stallo della politica. Sacrifica inoltre le culture politiche: in una delle ultime elezioni la sinistra è rimasta fuori gioco e, per non far vincere il partito populista e nazionalista di Le Pen, ha dovuto votare per la destra. Non è un fattore educativo. Va infine notato che mentre il proporzionalismo è tendenzialmente inclusivo, favorisce la cooperazione, gli altri due sistemi sono tendenzialmente escludenti e contrapposti: in un Paese sempre diviso tra opposti estremismi come l’Italia questa condizione mina alla radice la coesione nazionale. Entrambi privilegiano il ruolo del governo rispetto a quello del Parlamento, la figura del leader invece che quella del partito, la delega al posto della partecipazione, la consultazione invece della discussione e, pertanto, il prevalere dell’emotività rispetto alla razionalità; invece la democrazia dovrebbe basarsi sul cittadino sovrano ma anche informato e competente. Il sistema perfetto non esiste; però si deve notare che nella Seconda Repubblica sono prevalsi i sistemi ibridi tesi a favorire gli interessi dei partiti maggioritari (anche a base locale); il risultato è stato l’ondata di populismo che la nuova legge, nelle intenzioni dei partiti, dovrebbe contenere rallentando l’ascesa del M5S: i primi sono per la continuità, il secondo per una netta discontinuità. La logica è sempre quella di privilegiare gli interessi dell’una e dell’altra parte; in questo modo si può favore l’avvicendamento non il cambiamento che presuppone un rinnovamento degli ideali e dei comportamenti avendo di mira non solo la realizzazione personale ma anche il farsi carico degli altri attraverso la valorizzazione dei beni collettivi (come l’ambiente o il Welfare State). Il problema non è di preferenze, occorre coinvolgere i cittadini nell’approfondimento attraverso il dialogo; la discussione infatti mette in comune le cognizioni e crea le basi per una maggiore omogeneità e coesione della società.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 20/3/2013 alle 18:21
@grillo parlante, chi di speranza vive?????? il proverbio lo conosciamo bene tutti ma non si fa politica con i proverbi, i cambiamenti alla costituzione auspicati da @Adamoli non sono una semplice "speranza" MA UNA NECESSITA' URGENTE e nussun comportamento conservatore anacronistico riuscirà ad impedirne il CAMBAIMENTO.
Scritto da ROBINEWS il 20/3/2013 alle 18:28
@Robinews. La politica non si fa con i proverbi, verissimo, come è vero che i governi si fanno con le maggioranze reali. Consentimi di spiegarti che è difficile ottenere la fiducia, al Senato, senza l'aiuto di uno degli altri due partiti (M5S o PDL) perché, come sembra, se il M5S si nasconde uscendo (al Senato l'astensione viene considerata voto contro), il PDL farà mancare il numero legale abbandonando l'aula: una matassa difficile, se non impossibile, da dipanare. Altro che essere speranzosi.
Scritto da Sic Est il 20/3/2013 alle 19:50
I sondaggi danno la coalizione di Berlusconi al primo posto e la coalizioone del Pd al secondo. E' tempo che Bersani si levi di torno se non vogliano assistere allo spettacolo del cavaliere ancora vincente.
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 20/3/2013 alle 21:54
@sic est, sei sempre più fantastico, siccome con 5 stelle è impossibile e altrettanto impossibile fare un governo con i gruppi parlamentari che occupano il palazzo di giustizia di Milano e il 23 fanno a Roma una manifestazione contro l'associazione a delinquere della magistratura e PER LA CONCORDIA NAZIONALE, propongo a @Adamoli di dedicare il suo prossimo post con la seguente domanda: E' GIUNTO IL MOMENTO DI SCIOGLIERE IL PD, IL CSX E FARE DIMETTERE TUTTI I PARLAMENTARI DEL CSX???
Scritto da robinews il 20/3/2013 alle 22:17
Rassegnamoci, mi sa tanto che andremo a votare presto e ancora con la legge "porcata". Allora forse potrebbe non bastare più neanche Renzi e dovremo ringraziare l'attuale gruppo dirigente: Bersani, Letta, D'Alema, Franceschini, Veltroni, Finocchiaro, sempre gli stessi.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 20/3/2013 alle 22:45
chiedo scusa a @sic est e @tutto il blog, caro sic est, prometto che non risponderò più ai tuoi commenti riferiti alla mia cosiddeta "SPERANZA" perchè la considero un pò esagerata per tutto il blog. Voglio però ricordare che alla speranza proprio non riesco a rinunciare perche non intendo oltrepassare la porta dell'inferno. Divina commedia, Dante, verso 1-21 canto III "DANTE ARRIVA ALLA PORTA DELL'INFERNO E LEGGE LE TERRIBILI PAROLE: LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CH'ENTRATE"!! Per me basta così.
Scritto da robinews il 20/3/2013 alle 22:52
Ma voi speravate sul serio che la Lega e il Pdl si dividessero per favorire il governo Bersani? In che mondo vivete?
Scritto da Luca B. il 20/3/2013 alle 23:28
Non sono intervenuto prima perche'confesso di capirci poco in materia elettorale.Ho sempre sostenuto che l'attuale legge va cambiata, concorderei con Adamoli per un sistema alla francese, come ben precisato nell'ultima parte del post.Auspico che questa sia una legislatura "costituente" per riformare quelle parti della Costituzione,come ad es. il bicameralismo perfetto, che rendono l'azione di governo troppo lenta e farraginosa. Sarebbe utile per questo chiamare in aiuto costituzionalisti di fama
Scritto da giovanni dotti il 21/3/2013 alle 00:03
OBAMA IN ISRAELE. Al suo arrivo in Israele, Barack Obama ha subito voluto dare un segnale di distensione con alcune parole in ebraico. Dopo aver ricordato che per lui questa è la terza visita, il presidente degli Usa ha detto: "Shalom, tov lihiot shuv ba-Aretz", ossia: "Saluti, e' bello essere di nuovo nella Terra" d'Israele. Pochi minuti dopo lo stesso Obama ha salutato "l'alleanza eterna" con Israele e "l'impegno incessante" degli Stati Uniti per la sua sicurezza. "Israele è la prima tappa del primo viaggio all'estero" del mio secondo mandato, ha voluto sottolineare il presidente americano, ricordando i valori di democrazia condivisi con lo stato ebraico. "Gli Stati Uniti -ha aggiunto- sono a fianco d'Israele perché è nel nostro interesse nazionale". Obama ha aggiunto che "non è casuale" che si svolga proprio in Israele la sua prima visita all'estero nel suo secondo mandato. "Essa rappresenta per me l'opportunita' di ribadire i legami indistruttibili che ci legano", ha proseguito, assicurando che gli Usa sono "fieri" di essere i migliori alleati dello Stato ebraico e dicendosi fiducioso che tale alleanza sia destinata a conservarsi "eterna", "per sempre".
Scritto da ulderico monti il 21/3/2013 alle 06:59
Da L'Huffington Post – 21 marzo: Dalla Svezia, fuori dall'Euro, un duro attacco all'Italia. Altroché Cipro, il maggior pericolo per la ripresa dell'area euro è costituito dall'Italia, ha affermato il ministro delle finanze della Svezia Anders Borg (paese che come detto non fa parte dell'euro). "E' importante capire quanto sia profonda la crisi europea", ha detto durante una conferenza a Stoccolma, secondo quanto riporta Dow Jones. Secondo Borg per quanto le situazioni di Spagna e Cipro siano preoccupanti, lo sono meno di quella dell'Italia che deve ancora riuscire a formare un nuovo governo.
Scritto da ulderico monti il 21/3/2013 alle 07:39
@Camillo Massimo Fiori (18.21) - Aspettavo il tuo intervento efficace e documentato a sostegno del sistema proporzionale. Fino ad alcuni anni fa era anche il mio sistema preferito almeno nella sua versione tedesca. Poi mi sono ricreduto. Il proporzionale nella Prima Repubblica aveva dato i suoi frutti positivi per la presenza di due grandi partiti che calamitavano il gioco democratico. O si era con la Dc o si era con il Pci. I socialisti per non essere irrilevanti dovevano scegliere di stare di qua o di là. Il metodo era proporzionale ma l’effetto era bipolare. Qualcosa di simile continua ad accadere nella Germania di oggi con la preponderanza di due forze alternative. La situazione in Italia da due decenni è profondamente cambiata e diversa. I partiti sono in grave difficoltà. Non credo affatto che i collegi uninominali spengano la possibilità di una politica partecipata. Al contrario i partiti sarebbero costretti a mettere in campo le donne e gli uomini migliori come è avvenuto spesso nelle città con i candidati sindaci da quando c’è la loro elezione diretta. Queste donne e uomini possono benissimo provenire dall’esperienza politica attraverso una competizione virtuosa di qualità personali e radicamento territoriale. Da un bel po’ di tempo vediamo invece come candidati al Parlamento figure incolori scelte dai leader. Le primarie del Pd hanno risolto questo problema solo in piccola parte per il medesimo Pd,. Nel primo turno di collegio si confronterebbero tutti i partiti senza limiti alla partecipazione; è praticamente un metodo proporzionale. Nel secondo, parteciperebbero non solo i primi due, ma magari i primi quattro, o quei candidati che hanno superato una certa soglia (in Francia il 12,5%). E’ il sistema maggioritario a un turno che produce coalizioni contraddittorie e rissose, non quello a due turni. Quanto alla possibile coabitazione tra il Presidente ed una maggioranza parlamentare di colore diverso, in Francia è già capitato due volte e la governabilità è stata comunque assai migliore che in Italia. Se poi si volesse ridurre al minimo il rischio della coabitazione il mezzo c’è: tenere le elezioni per il Presidente e per il Parlamento negli stessi giorni o a brevissima distanza. Ma la discussione sul semi presidenzialismo riguarda il futuro. E’ urgente invece la riforma elettorale e io penso che dobbiamo puntare sulla governabilità, sulla stabilità, sul metodo migliore per offrire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Andrebbero bene anche le preferenze ma penso che il sistema dei collegi sia da preferire. Se questa linea non passa, la mediazione spetta ai leader dei partiti. Questa volta non possono fallire.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/3/2013 alle 09:05
Spiegazione buonissima del maggioritario a due turni ma senza un governo con una maggioranza in grado di guardare avanti non si farà niente neppure questa volta e rotoleremo sempre in in basso.
Scritto da Bianchi Giò il 21/3/2013 alle 12:20
Non mi piace dire "l'avevo detto", ma, se il buongiorno si vede dal mattino, i miei dubbi sull'errore di andare a caccia di grilli e di grillini si stanno trasformando in realtà. Mi sa che Bersani più che il Grillo si ritroverà un grilletto puntato alla tempia. Come i sempre "I sogni muoiono all'alba", mentre i sognatori continuano a costruire castelli in aria.
Scritto da Sic Est il 21/3/2013 alle 13:49
Una legge elettorale di collegio e a doppio turno non necessariamente prevede l'elezione diretta del capo dello stato..O mi sbaglio?
Scritto da gaetano nino cattaneo il 21/3/2013 alle 16:09
@Gaetano Nino Cattaneo (16.09) - Non ti sbagli affatto. Sono due cose diverse e che semmai si completano. Si può adottare il sistema dei collegi a doppio turno approvandolo con una legge ordinaria (ci vorrebbe poco tempo) e rinviare l'elezione diretta del Presidente che richiede invece una modifica (complicata) della Costituzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/3/2013 alle 16:21
Periodo in cui riesco a scrivere poco. E non per disinteresse. Ve ne "butto là" un po', in un colpo. Un governo serve, quanto meno di normalizzazione e cambiamento di rotta. Solo un esempio. Saprete che quasi tutti i comuni sono fermi con la predisposizione dei bilanci: c'è troppa incertezza. Tecnicamente non è una bella cosa. Con il combinato disposto di TARES, IMU (che c'era già), patto di stabilità sotto i 5.000 abitanti oggi arriverebbero altre strette di tasse locali, recessive.
Scritto da FrancescoG. il 22/3/2013 alle 09:27
Anche a me il doppio turno con collegi piccoli convince. Nel giro di due mandati resterebbero in campo, mediamente, i più capaci (o, almeno, così voglio credere). Leggevo che in Francia è possibile sempre il doppio incarico amministrativo (dipartimenti e comuni) e nelle assemblee nazionali. E' in discussione una norma che vieta il cumulo. Cosa sta accadendo? Che la quasi totalità dei politici (si dice il 95%) opterebbe per l'incarico locale rispetto a quello nazionale. Segnale significativo.
Scritto da FrancescoG. il 22/3/2013 alle 09:30
Sentivo un grillino dire che il loro scopo è spingere PD e PDL a mettersi insieme, cosicchè non possano fare nulla, e tornare al voto per capitalizzare al massimo (parlava di 50%, ma sono buttate). Più che il 5stelle mi sembrano i 5(ma)stella. Questo modo di far politica appare ancor più vecchio dopo l'insediamento di Papa Francesco, le sue parole ed il recupero evidente del contenuto del Concilio Vaticano II. Senza spiritualità, qualunque essa sia, non siamo esseri umani.
Scritto da FrancescoG. il 22/3/2013 alle 09:32
@FrancescoG - Condivido e sottoscrivo i tuoi tre commenti. Sul cumulo degli incarichi non trovo per niente strano che chi ha davanti a se parecchi anni come amministratore locale preferisca lasciare Roma pur con tutti i suoi privilegi. Con un Parlamento di mille persone che è ridotto a convertire in legge i decreti del governo il sindaco di una cittadina vale molto di più di un parlamentare.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/3/2013 alle 10:39
Condivido quanto scritto da Adamoli nella sua replica a Fiori, circa il sistema elettorale. Anch'io sono sempre stato un fautore del sistema tedesco (e della maggior parte degli altri Pese europei, non dimentichiamolo), ma, di fronte alla recente frantumazione del quadro politico e, soprattutto, alla scomparsa dei partiti "veri" (non meri simboli, o aggregazioni attorno a un nome, senza una vita propria), mi sono convinto che il metodo migliore sia proprio quello francese.
Scritto da Giuliano il 22/3/2013 alle 16:50
Il sistema francese,al primo turno garantisce la rappresentanza (ciacuno sceglie il preferito), al secondo la governabilità (si sceglie il meno peggio, e uno comunque vince con il 51%). Diversa questione è l'abbinamento al semi-presidenzialismo. Esso dà luogo a un sistema istituzionale completamente differente dal nostro (in Francia non esiste regionalismo, il Parlamento è monocamerale).
Scritto da Giuliano il 22/3/2013 alle 16:54
Soprattutto, nel semi-presidenzialismo gollista il potere esecutivo (molto preminente rispetto al legislativo) è suddiviso fra due soggetti, parimenti legittimati (l'uno dal voto diretto, l'altro dal Parlamento). Infine, per essere efficiente, l'elezione diretta richiede la piena reciproca legittimazione fra le parti contrapposte. Tutto sommato, considero più ragionevole mantenere un Capo dello Stato terzo, eletto dal Parlamento con maggioranza qualificata.
Scritto da Giuliano il 22/3/2013 alle 16:59
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