Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/4/2013 alle 09:24

 

Tutti la vogliono (a parole) ma nessuno la afferra.  E’ la nuova legge elettorale.
E’ più facile cambiare quella che c’è o farne un’altra tutta nuova?
Su questo dilemma si stanno arrovellando il cervello i saggi del Quirinale.
Per rendere meno “porcata”  la legge Calderoli bisognerebbe cambiarla in almeno due punti.
Dare ai cittadini la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti  e poi rendere nazionale, anziché regionale, il premio al Senato allo scopo di non correre il rischio di avere due maggioranze disomogenee alla Camera e al Senato, come oggi.
Per la verità c’è un altro punto: è giusto che chi ottiene meno del 30% dei voti abbia alla Camera il 54% dei seggi?  E’ un premio troppo grosso. Questo era anche il parere del Pd negli anni scorsi. Non può averlo cambiato ora solo perché ne è stato beneficato. L’interesse immediato alla lunga diventa  un boomerang pericoloso.
Se i partiti si mettono a discutere del merito impiegheranno dei lunghi mesi. E se si votasse prima andremmo alle urne ancora con questo sistema? Molti giurano di no ma ci credo poco.
Nel caso di un’emergenza elettorale molto vicina nel tempo ci sarebbe una sola possibilità, gradita a Grillo a quanto si dice.  Ritornare al vecchio Mattarellum in vigore nelle elezioni del 1994, 1996, 2001, il che richiederebbe pochissimo tempo.
E’ un sistema (tre quarti maggioritario, un quarto proporzionale) con alcuni forti difetti che non risolverebbe probabilmente i problemi della governabilità ma che per lo meno restituirebbe agli elettori la parola decisiva sui parlamentari.
Per garantire l’ obiettivo della governabilità  un metodo ci sarebbe: cambiare la Costituzione e passare al modello semi-presidenziale francese (rimando per brevità a questo post di qualche settimana fa).
Ma è un sentiero quasi impeccorribile in questa stagione tempestosa. Il Pd vuole il doppio turno di collegio come in Francia ma non vuole il semi-presidenzialismo, mentre  il Pdl  aspetta l’ultimo minuto per vedere cosa gli conviene.
Io li vorrei entrambi ma adesso è una pia illusione. Adesso, però. Scommettiamo che prima o poi ci arriverà anche la sinistra? Magari quando non ci sarà più lo spauracchio del Berlusconi prendi tutto?
 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 80 commenti -
Quella delle ultime elezioni è stata una cocente scottatura. Tutti i calcoli si sono rivelati sbagliati, ma nonostante questo e una maggiore disponibilità al cambiamento, ho dei dubbi che finché ci sarà il babau Berlusconi si riuscirà a modificare la legge elettorale. Questo però ci espone potenzialmente ad un lungo periodo di ingovernabilità che non possiamo permetterci.
Scritto da Lele il 10/4/2013 alle 10:05
spero davvero che il ragionamento conclusico del post possa realizzarsi con il consenso di tutti; spero anche che se questo non fosse possibile si torni rapidamente solo al Mattarellum; se anche questo non fosse possibile bosogna mandare a casa "tutti" senza se e senza ma FINO A RIFARE UNA NUOVA REPUBBLICA DALLE FONDAMENTA. Auspico sinceramente che di questo non ce ne sia bisogno e che con l'elezione del Presidente della repubblica possa diradare la nebbia che oggi rende tutto invisibile.
Scritto da robinews il 10/4/2013 alle 10:25
Giuseppe,in realtà un accordo era stato trovato sulla bozza Violante-Quagliariello,ma è stato Bersani a non volerlo perché pensava di vincere facilmente, e con il premio al 30% ( legge truffa),di prendere tutto.Quante responsabilità hanno tutti i partiti sulla situazione attuale!Ma come facciamo a parlare di nuova legge,di semipresidenzialismo,se non trovano un accordo sul Governo.Questa è la priorità ,perché l'Italia non è una repubblica parlamentare e basta,l'indirizzo politico è del Governo
Scritto da mario diurni il 10/4/2013 alle 10:30
Due osservazioni: La suddivisione su base regionale del premio di maggioranza al Senato (invece che nazionale come correttamente propone Adamoli) fu imposto dal Presidente Ciampi nel 2006. Il premio di maggioranza alla Camera piace alternativamente a chi vince (anche di pochi voti) nella camera stessa. E' evidente che è un premio esagerato, ma questo lo sostiene solo chi perde in quel giro. MANCA L'ONESTA' DI DIRLO...SEMPRE!
Scritto da Controcorrente il 10/4/2013 alle 11:04
Lo avevo già detto nel post che hai lincato di qualche settimana fa. Il sistema Calderoli fa acqua da tutte le parti. Meglio quello regionale che da subito il responso su chi ha vinto e chi ha perso. Piuttosto si torni al Mattarellum. Non è risolutivo ma è meglio di quello che abbiamo.
Scritto da Nicola il 10/4/2013 alle 11:10
@Mario diurni (10.30) - Hai ragione. Le responsabilità sono di tutti i partiti, però in misure diverse. Il Pd voleva abbassare il premio di maggioranza ma quando si è reso conto che poteva esserne il beneficiario ha cambiato indirizzo. Ricordiamoci però che la legge Calderoli era stata voluto da Pdl e Lega con l’opposizione del Pd. E’ chiaro che il modello francese è qualcosa di cui si parlerà in futuro. Adesso bisogna solo fare un governo per le emergenze economiche e per la legge elettorale. In mancanza di altro, pur di non votare con il sistema in vigore sarebbe preferibile ritornare alla legge Mattarella.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/4/2013 alle 11:23
Quando la politica si ispira a progetti di società, non solo diversi ma spesso opposti, diviene necessario che una parte politica disponga della maggioranza per attuare il suo programma e di conseguenza, rimane difficile se non impossibile trovare un accordo di gestione comune. Tra l’altro è importante la qualità della legge elettorale; se questa non rispecchia i consensi realmente ottenuti ma è artificiosamente gonfiata dal premio elettorale si può dubitare che la maggioranza numerica sia realmente legittimata; molto meglio ricorrere ad un meccanismo di doppio turno in modo da dare ai cittadini la possibilità di correggere il proprio responso. In questa fase la politica ha però rinunciato a molti dei suoi fini e si propone soltanto di gestire l’esistente e di tenere conto soprattutto delle esigenze concrete e primarie della gente, pertanto le differenze dei partiti si riduce e l’attenzione è rivolta piuttosto alle sensibilità e agli interessi di parte. Dovrebbe essere più facile trovare pragmaticamente delle soluzioni condivise a cui non ostano le differenti concezioni culturali, già in fase di superamento prima delle cadute delle ideologie, come ci ricorda l’importante distinzione di Giovanni XXII tra “l’errore e l’errante” secondo cui l’ideologia si sclerotizza ma le persone evolvono in base alla loro comune umanità. Nessun principio osta, nella situazione attuale, alla ricerca di accordi tra partiti che, pur diversi, hanno la responsabilità di contribuire a risolvere la grave crisi della politica e della moralità pubblica e di affrontare i complessi problemi connessi alla più grave crisi economica dopo quella degli anni trenta. Assicurare la governabilità del Paese in un momento di profonda lacerazione dei legami sociali e della caduta verticale dell’occupazione e del reddito è una necessità e un valore da perseguire anche a prescindere dalla maggioranza numerica. E’ quel che avviene normalmente quando un Paese si trova in uno stato di guerra e per sostenere lo sforzo bellico ha bisogno della solidarietà di tutti i cittadini e della disponibilità delle risorse comuni. In periodi di profonda trasformazione sociale e di mutamento delle condizioni globali, la mediazione tra i partiti che rappresentano il popolo sovrano è doverosa ma deve avvenire nella chiarezza e attraverso comportamenti leali. Tutti devono presentarsi ai cittadini per quel che sono, senza dissimulare le rispettive differenze, assumendosi le relative responsabilità a viso aperto. Non va in questa direzione il “governo di scopo” sostenuto da una forza minoritaria che però si camuffa dietro il “tecnico d’area” che può porre divieti e “dictat” senza che si riesca ad individuare l’origine e la volontà e che, d’altra parte, è una cosa diversa dal “governo dei tecnici”, chiaramente al di fuori della portata dei soggetti politici. Inoltre i partiti devono dire in modo intellegibile quel che vogliono fare, i provvedimenti che intendono adottare, rifuggendo da vaghe enunciazioni e da fumosi propositi. La chiarezza è sinonimo di onestà, una virtù che i cittadini sono in grado di apprezzare se verrà presentata loro insieme alla verità sull’emergenza economica e morale in cui ci troviamo.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 10/4/2013 alle 12:36
Alla fine della XVI legislatura, risultavano in discussione la proposta di legge di Bersani e altri (presentata alla Camera nel luglio 2011, il cui iter non è mai iniziato) e il disegno di legge di Quagliariello e altri (presentato in Senato nel luglio 2012, in avanzato Governo Monti, e anch’esso giacente in Commissione Affari Costituzionali). Tra Relazione introduttiva e Articolato, i proponenti non hanno lesinato in concetti e disposizioni normative. Chissà. Non avrei dubbi che ora PD e PDL giungano affrettatamente a una ‘quadra’, non principalmente per il lavoro dei ‘saggi’ (che, per stessa ammissione di Onida, sono inutili) ma perché la ‘casa’ sta bruciando, per colpa di un cerino, il famoso cerino che rimane nelle mani. Senza dimenticare il brusco risveglio causato dagli ingenti voti del terzo polo, che non ha più una tranquillizzante natura centrista ma grillista. Decidano, decidano pure tutte le alchimie possibili, e poi ci facciano sapere. Noi siamo qui.
Scritto da eg il 10/4/2013 alle 12:56
@Tutti - Questa mattina sul tardi non ha funzionato il server di Varesenews per un'oretta. E' probabile che alcuni commenti siano andati persi. In questo caso prego i lettori di rimandarmeli.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/4/2013 alle 13:14
@Controcorrente (11.o4) - Sulle responsabilità di tutti i partiti ho già risposto a @Mario Diurni. Per il resto, è vero quello che tu dici a proposito dell’intervento del Presidente Ciampi. Alcune esperti affermano che è possibile passare al premio di maggioranza nazionale anche al Senato con una piccolissima modifica costituzionale ma questo complicherebbe molto le cose. Per questo credo che l’alternativa reale sia tra una legge nuova di zecca (la scelta più giusta) o ritornare provvisoriamente alla legge Mattarella in attesa di tempi migliori.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/4/2013 alle 13:17
Il sistema che portava il nome di Mattarella aveva favorito il ricatto dei partiti piccoli su quelli grandi ma era meno balordo di quello con cui abbiamo votato. Bisogna fare di tutto per una legge nuova. Il Mattarellum è solo l'ultima ratio. Su questo sono d'accordo.
Scritto da Un Pd Pavia il 10/4/2013 alle 13:58
La nettissima sconfitta elettorale ha costretto Casini a recitare il mea culpa per non aver stretto un'alleanza con il centrosinistra o il centrodestra. Questo può favorire finalmente una chiara opzione elettorale di tipo maggioritario. Spero che Casini non faccia più danni dei tanti che ha già fatto.
Scritto da Mario T. il 10/4/2013 alle 14:15
Sono d'accordo...BASTA PORCELLUM... se rimane tutto così' giuro che non voto piu.
Scritto da Antonia Calabrese il 10/4/2013 alle 14:19
La sinistra (PDS-DS) era per il premierato forte o per il semi-presidenzialismo già dieci anni fa (per esempio nella bicamerale di D'Alema). Chi si opponeva era il PPI, che sosteneva le virtù di un sistema interamente parlamentare con legge elettorale proporzionale. Questo per ristabilire un po' di verità storica.
Scritto da andrea g il 10/4/2013 alle 14:36
Mattarellum, mattarellum... Una simulazione del Ministero degli Interni effettuata sui risultati delle recenti elezioni politiche adottando il Mattarellum (3/4 di maggioritario ed 1/4 di proporzionale) porterebbe al seguente esito. Ingovernabilità del Senato e perdita della maggioranza di centrosinistra alla Camera. Soddisfatti? Forse con tre minoranza è indispensabile che due si accordino per un Governo...
Scritto da Controcorrente il 10/4/2013 alle 14:58
Ma quale MATTARELLUM.... qui ci vuole il CALCIUM nel culo a tutti quanti!!!!!
Scritto da Mauro Guarnieri il 10/4/2013 alle 15:01
L'abitudine a demonizzare gli avversari gioca brutti scherzi. L'ala oltranzista del PD pretenderebbe di far partire un Governo magari anche con i voti del PDL trattati sotto/banco, per poi portare in aula proposte (lascio a voi di indovinare i contenuti...) da votare insieme con Grillo. Siamo ben oltre alla politica dei "due forni", siamo alla "geometria variabile"...,tradotto dal napoletano: -Quì nessuno è fesso...-
Scritto da La professoressa il 10/4/2013 alle 15:06
Governo di scopo più politico che tecnico con tre o quattro punti e la legge elettorale e poi al voto. Non voglio il governo di legislatura Pd_Pdl. Non siamo in Germania. Meglio il Mattarellum che il Porcellum.
Scritto da Osvaldo il 10/4/2013 alle 15:07
Della legge elettorale ve ne frega solo a voi politicanti,a noi cittadini comuni interessa votare un partito e un leader.Berlusconi nel 2008 vinse alla grande anche col Porcellum,siete voi della sinistra che non sapete vincere bene.Torniamo subito alle urne,sono sicuro che Grillo o Berlusconi vinceranno senza problemi.Il PD non insista in questa straziante agonia per sè e per il Paese. Scusate ma siete troppo divisi ,a Roma come a Varese,per rappresentare un'autentica attrattiva per noi elettori
Scritto da nestor il 10/4/2013 alle 15:27
Avanti col governo di scopo. Se Bersani è un ostacolo faccia un passo indietro.
Scritto da Vittorio il 10/4/2013 alle 16:17
Nuova,inutile polemica di Renzi contro il PD per l'eclusione da grande elettore della Toscana per la presdenza della Repubblica. Non c'è stata in passato,non c'è oggi Regione italiana che abbia nominato qualcuno fuori dai Consigli regionali. La pretesa di Renzi s'iscrive nel novero di uno sfrenato protagonismo e arrivismo, alla faccia del suo partito, della sobrietà e modestia.Verranno le elezioni prossime: assicuro un voto in meno per il PD con questo Renzi alla testa.Anzi 5 voti, familiari com
Scritto da peter-va il 10/4/2013 alle 16:43
@peter-va: hai ragione, Renzi come sindaco di Firenze non ha alcun titolo per pretendere di essere un grande elettore toscano. E’pur vero peraltro che il PD toscano, dopo tutto quello che è successo al Monte Paschi, ha un coraggio da leoni a scegliere Monaci, uno dei personaggi politici più coinvolti nel disastro senese. Al solito, la superiorità morale della sinistra è una barzelletta buona per gli allocchi ... come quel ministro socialista francese che lottava contro l'evasione fiscale (degli altri) e nel frattempo custodiva milioni di euro all’estero.
Scritto da Larpi il 10/4/2013 alle 17:24
Caro Adamoli, non scordarti che un anno e mezzo fa circa erano state raccolte circa un milione e duecento mila firme per il referendunm per abrogare il porcellum e la Corte costituzionale non aveva accettato i quesiti come validi. Questo potrebbe essere un ostacolo per il ritorno al Mattarellum. Non la vedi anche tu in questo modo?
Scritto da Una Pd Brescia il 10/4/2013 alle 17:26
Vorrei aggiungere (scusami se ti do del tu) che nel prossimo mese ti inviteremo a Brescia. Spero che ci vedremo in quell'occasione.
Scritto da Una Pd Brescia il 10/4/2013 alle 17:27
Disamina lucida che rende manifesta l'impotenza del Parlamento. Non vorrei che ritornassimo a votare ma piuttosto che avere un piccolo governo malfermo e maldestro sarebbe meglio affidarsi ai cittadini che forse questa volta potrebbero aver capito la lezione e dare una maggioranza politica al Paese. Mi dispiace per te ma potrebbe essere diversa da quella che fa capo al Pd.
Scritto da Giò B. il 10/4/2013 alle 18:17
@Larpi, non esiste una superiorità morale della sinistra,è vero ma ,se permette, non ne esiste neppure una di destra. La moralità dovrebbe essere apolitica. Purtroppo di amorali ne troviamo dappertutto,compresa la società civile.
Scritto da peter-va il 10/4/2013 alle 18:23
@Camillo Massimo Fiori, bei discorsi come al solito. Ma lei per quale tipo di legge elettorale è. Oggi è questo il nodo da sciogliere.
Scritto da Nicola il 10/4/2013 alle 18:43
Bersani e Berlusconi ieri hanno fatto un piccolo passo avanti per il Presidente della Repubblica. Hanno concordato che ci vuole un uomo con preparazione politica e sensibilità istituzionale alta come Napolitano. Sarà difficile trovarne uno così ma l'impostazione è giusta.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 10/4/2013 alle 19:05
Giuseppe,parlare di responsabilità di misura diversa non aiuta ad uscire da questa fase,con un quadro politico-istituzionale e sociale così sfilacciato,e molto pericoloso.Ribadisco la necessità di pacificare finalmente questo paese,e di trovare un accordo alto per il Governo,pur nella diversità,come dice Massimo Fiori.Basta tatticismi!E' necessario che tutti sappiano rinunciare a qualcosa per il bene comune!Tu credi che questo sia possibile?O dobbiamo continuare con queste cieche contrapposizion
Scritto da mario diurni il 10/4/2013 alle 19:17
@Nicola – La legge elettorale è importante ma non è essenziale; la leadership è utile ma non indispensabile. Chi limita la discussione politica a questi argomenti sottovaluta la crisi morale, politica ed economica del Paese che è di tipo sistemico e non congiunturale. Questi rimedi vanno fatti ma non risolveranno la situazione; la gravità e la profondità della crisi vanno oltre il malcontento popolare che pure ha prodotto un fenomeno inaspettato quando tutti attendevano la vittoria del P.D. cioè il populismo di Grillo. Se anche le prossime elezioni dovessero portare ad una maggioranza parlamentare, con o senza il “porcellum”, i problemi resterebbero tutti da affrontare: il deterioramento irreversibile dei rapporti tra cittadini e partiti, la fragilità e la miopia della classe politica, l’arretratezza della pubblica amministrazione, la recessione produttiva. La crisi viene da lontano, da almeno vent’anni di non governo e la svolta dovrà essere radicale o non sarà. Il guaio è che non si vede all’orizzonte un ceto dirigente che si prenda le proprie responsabilità e scelga la direzione dove andare. Come nel ’76 con la “terza via” avviata da Aldo Moro (anche lui accusato di parlare troppo) e troncata dal suo assassinio. Anche adesso bisogna prendere atto che l’Italia è alla fine di un ciclo politico (quello della seconda Repubblica) e Bersani farebbe bene a rileggersi le parole di Enrico Berlinguer che ricordava come un Paese difficile come l’Italia non si governa con il 51 per cento dei voti (figuriamoci con il 35). Allora come oggi l’Italia era sull’orlo del baratro e Moro è stato l’unico politico capace di dare una lettura convincente della nostra “autobiografia” nazionale. Oggi invece i politici vivono di espedienti e di rinvii, di obiettivi fumosi e confusi. La legge elettorale? Perché non la fanno? Con Mattarella e la D.C. si è riusciti in poco tempo. La leadership? Se scelgono un personaggio diverso dall’attuale si spacca il partito. Non bisogna avere paura delle parole quando servono a spiegare una situazione complessa ma dell’irresponsabilità diffusa e dal semplicismo dilagante.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 10/4/2013 alle 20:10
Il Paese è sull'orlo di un baratro, serve una soluzione a breve. Abbandoniamo i grilli incoscienti e obtorto collo cerchiamo di trovare il compromesso con il PdL. L'alternativa è il rischio di una frattura irreparabile con il popolo.
Scritto da MiC il 10/4/2013 alle 20:33
Il CSM comincia finalmente a dire qualche no a Ingroia. Se vuole accettare l'incarico in Sicilia che Crocetta gli ha offerto si dimetta dalla Magistratura. NO A DUE PESI E DUE MISURE.
Scritto da Andrea il 10/4/2013 alle 21:33
@Una Pd di Brescia (17.26) - A Brescia vengo sempre molto volentieri, ci vedremo certamente e vi ringrazio dell’invito. Per quanto riguarda il giudizio della Corte costituzionale, tieni conto che il referendum era abrogativo e quindi poteva veramente lasciare dei vuoti normativi che avrebbero messo a rischio lo svolgimento regolare delle elezioni. Non così per l’eventuale ritorno al Mattarellum deliberato dal Parlamento. Ribadisco il mio parere, quel sistema aveva alcune pesanti contro-indicazioni ma costituirebbe la strada più rapida e facile per cambiare il bruttissimo sistema attuale. Preferisco però di gran lunga una legge nuova che faccia tesoro degli errori dei due sistemi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/4/2013 alle 21:48
Per @Camillo Massimo Fiori, avrai anche ragione in teoria ma non possiamo aspettare che i partiti cambino per risolvere i nostri problemi che stanno qui e ora. Quei partiti che ammiri tanto non ci sono più anche perché è cambiata la società. Che ti piaccia o no contano le leadership e le capacità comunicative che il centrosinistra non ha in misura sufficiente e che il centro non ha proprio per niente purtroppo. Tra qualche tempo uscirà di scena anche Monti. Questa è la realtà.
Scritto da Maurizio il 10/4/2013 alle 22:51
Cambiare la legge elettorale è necessario, ma è urgente solo se non si riesce a costituire un governo. Nel Paese dei sogni Bersani chiama Alfano-Berlusconi e dice loro: io sono disposto a fare un passo indietro se voi due fate altrettanto. Lasciamo ad altri, magari più giovani (non Renzi!), il compito di cominciare trattative nuove per affrontare i problemi della crescita. Due nuove delegazioni che incontrino il nuovo Presidente eletto. Se anche 5Stelle ci sta, ben venga... Sogni!
Scritto da G.Terruzzi il 10/4/2013 alle 23:33
@Adamoli, parliamo pure di cambiare la legge elettorale ma quello che contina a mancare e la "Politica". Questa sera Franceschini ci ha comunicato che per la prima volta teme davvero che ci sarà una scissione, (l'ennessima). Renzi scappa con il pallone mentre ancora si sta giocando la partita. Il nostro ragazzo di Firenze, sta sapientemente preparando la pietanza da servire al momento della elezione del presidente della Repubblica dove voleva giocare da allenatore, da patron, e da giocatore.
Scritto da robinews il 10/4/2013 alle 23:53
Alla fine anche renzi ha fatto i capricci per un posto. Veramente non sono tutti uguali?
Scritto da Enzino il 11/4/2013 alle 00:14
Noi possiamo fare tutte le analisi che riteniamo opportune ma se non andiamo ad individuare l'anomalia di fondo italiana non ne usciamo: l'anomalia è il PD a cui fa da contraltare l'altra anomalia ossia il PDL. Di recente Mauro Del Bue ha scritto un articolo che, a mio avviso, coglie appieno il problema. “Veltroni ha scritto un vero e proprio appello all’unità del Pd. Teme scissioni o anche solo separazioni in casa. Ritiene il Pd una forza politica necessaria per il nostro Paese e che discende direttamente dall’esperienza politica italiana, dalla scelta di superarla e di rinnovarla. Sostiene che il Pd non è il partito che proviene da Berlinguer e Moro, che non si erano mai sognati di unire Pci e Dc, ma dal superamento di Berlinguer, la cui fine sarebbe scoccata già con la sua morte, e di Moro, la cui politica si sarebbe esaurita dopo il suo omicidio. Questo, però, appare innanzitutto come un’autocritica rispetto alle scelte operate dal stesso Veltroni, che rimase nel Pci, senza proporre di superarlo, anche dopo la morte di Berlinguer, fino alla svolta di Occhetto, che risale al 1989. E anche come critica nei confronti di coloro, come Marini, Fioroni, Castagnetti, che furono autorevoli esponenti della Dc anche dopo la morte di Moro, cioè dal 1978 al 1993, senza lottare per superarla. Ma si sa, nella politica italiana quello che conta non è mai il passato. Resta un’altra affermazione di Veltroni, che si sofferma molto più su quel che il Pd non è, molto meno su quel che il Pd dovrebbe essere. Afferma Veltroni che il Pd non deve essere né socialista, né moderato, ma una forza che deve consentire una contrapposizione tra riformisti e conservatori anche in Italia. Per la verità in tutta Europa, dove la contrapposizione democratica esiste, essa è proprio imperniata sul contrasto tra socialisti e conservatori. Il Pd, come è noto, esiste solo in Italia, tanto che tra i suoi punti di riferimento Veltroni è costretto a citare Roosvelt e Obama. E nemmeno il buon Walter può riuscire a farci credere che l’anomalia sia l’Europa, come faceva quell’autista che aveva sbagliato corsia e si lamentava di tutte le auto che gli piombavano addosso. La verità è che in Italia all’anomalia di Berlusconi si contrappone proprio quella del Pd, che finisce addirittura per alimentarla (ci sono ancora i comunisti…) e per giustificarla (allora votiamo Berlusconi). Quel che non si volle fare nel 1989, per colpa di tutti, e cioè superare le ragioni storiche della separazione tra socialisti e comunisti in un unico partito socialista e democratico, si paga ancora. A caro prezzo, perché impedisce a un leader storico della sinistra di ambire alla guida del Paese (per conquistarla si è dovuto ricorrere due volte a un ex democristiano), e perché dal fattore K (l’anomalia del più forte partito comunista d’Europa) si è dovuti passare al fattore D (l’unico partito democratico d’Europa). Anzi il fattore D è per molti aspetti figlio del fattore K. Cioè per non diventare socialisti, gli ex comunisti si sono dovuti inventare il Partito democratico assieme a parte della sinistra Dc. Questo naturalmente Veltroni non l’ha scritto. E ha dimenticato. Per forza…”
Scritto da Luigi il 11/4/2013 alle 09:06
@Luigi il 11/4/2013 alle 09:06. Sono lieto che anche tu proponga l'articolo di Mauro Del Bue che va al cuore del problema della sinistra che è anche il problema della politica: la mancanza di partiti adeguati alla realtà italiana ed europea. Si insiste nel giudizio effimero sulle personalità e si finge di non comprendere (dico fingere, altrimenti dovrei dire incapacità di analisi e di giudizio) che la questione fondamentale è la teoria e la prassi, la tattica e la strategia, l'organizzazione del Partito. Si può disporre del miglior campione, ma se il mezzo, lo strumento, il motore (o la motivazione ideale) sono inadeguati, le possibilità di vittoria sono remote o nulle. Ma si continua a far chiacchiere vane sui Bersani e i Renzi.. Il partito in essere è in crisi fin dalla sua formazione, anemico e sbilenco, possesso di gruppetti dirigenti esosi e perdenti, dai D'Alema ai Prodi, e di burocrazie inette. Ma io sono ottimista: attendo la prossima scissione e confido nella Storia, la grande levatrice.
Scritto da ulderico monti il 11/4/2013 alle 10:02
@Andrea G. (14.36) - Scusami per il ritardo. Ci tengo a risponderti. Non mi risulta che il Pds-Ds fosse per il semi-presidenzialismo e per il premierato forte anche se D’Alema su quest’ultimo fronte era senz’altro disponibile. E’ esattamente vero invece che noi del Ppi (salvo rare eccezioni) eravamo contrari sia all’uno che all’altro. Sbagliavamo forse anche allora, ma il mondo nel frattempo è cambiato, così come è profondamente mutato il modo di governare, con dei ritmi molto più elevati. Basti pensare alle decisioni urgenti che deve prendere l’Europa. Aspettiamo che il Parlamento prenda le sue decisioni? Questo non può che essere il compito del governo sulla base di un indirizzo generale assunto dalle Camere. Quel parlamentarismo che difendevamo, nell'attuale condizione politica, è diventato una palude. Un rimedio potrebbe essere la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie che evita il doppio voto su tutte le materie ma non penso che questo basti. Ci vuole altro e questo è il compito della politica nei prossimi anni. Ovviamente secondo il personale parere.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/4/2013 alle 10:26
@Tutti - Ho saputo che alcuni lettori stanno diffondendo i post attraverso le loro mailing list. Altri inviano l'invito a collegarsi con il blog. Ringrazio tutti e preciso un'altra volta che la discussione è aperta a tutti, anche a chi non è affatto di centrosinistra.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/4/2013 alle 10:32
La legge elettorale è un grosso problema che i partiti (da una parte e dall'altra) non riescono a sbrogliare e non hanno mai voluto risolvere. Il PD, attualmente, con il suo segretario traumatizzato dalla sconfitta elettorale (e che si trastulla al gioco del presidente incaricato a tempo indeterminato), non riesce ad elaborare alcuna seria proposta se non piani di autodifesa nascosto nella trincea, circondato da nemici immaginari, in attesa di acchiappare qualche grillo rinsavito (la rappresentazione classica de “Il deserto dei Tartari”). Ho l’impressione che l’immobilismo di Bersani (temporeggiare senza una strategia è solo inutile stallo), porterà solo allo sfascio totale del PD. Il problema è, pertanto, questo indecisionismo permanente trasformato in linea politica. Proponga almeno una nuova legge elettorale e faccia capire che non è diventato prigioniero dei suoi fantasmi. O, se Bersani non riesce più a connettersi con la realtà, decida subito di ritirarsi. I giorni passano, l’economia fa passi indietro e il partito che ha avuto qualche voto in più balbetta preparandosi ad una clamorosa sconfitta elettorale.
Scritto da Sic Est il 11/4/2013 alle 10:47
@Sic Est. La penso come lei. Con tutto il rispetto per Bersani, il fatto che si consideri ancora presidente incaricato è una cosa risibile. Dovrebbero dirglielo le persone che gli stanno più vicino.
Scritto da Luisa B. il 11/4/2013 alle 11:20
Bellissima la vignetta di Giannelli oggi sul Corriere. L'uomo. "L'economia italiana va male e l'Europa ha paura del contagio". La donna: "E' per questo che hanno messo Bersani in quarantena?" Spesso la satira c'azzecca proprio.
Scritto da Giò B. il 11/4/2013 alle 12:01
@sic. set., mettiamo che in un momento di follia collettiva siamo unanimente daccordo con quanto sostieni dal 26 febbraio e cioè BERSANI A CASA E BASTA. mi piacerebbe sapere CHI E COME DOVREBBE PRENDERE IL POSTO DI BERSANI E PER FARE CHE COSA.personalmente credo che tu pensi a Renzi. mi sbaglio? Se è così perchè non attendere pazientemente la fine della partita o del campionato senza tentare di sabotarlo e falsarlo con scorribande da bambino viziato ed eccessivamente "furbetto"?
Scritto da robinews il 11/4/2013 alle 12:32
FUORI TEMA: Mi piace ricordare le tragicomiche peripezie del "guatemalteco ridens Ingroia" che non vuole mollare l'osso. Da PM non ha mai vinto una causa, da politico è riuscito, perdendo, a sottrarre voti al PD, come esattore delle tasse (tragico destino: proprio lui che le voleva diminuire) non è stato dichiarato abile. Ora che va ad Aosta avrà tutto il tempo di rinfrescarsi le idee. Era meglio se restava in Guatemala dove, magari, presso qualche tribù lo avrebbero nominato shamano capo.
Scritto da Sic Est il 11/4/2013 alle 12:45
Giuseppe,forse i problemi derivano dal fatto che Bersani e co.hanno interpretato il risultato elettorale come una svolta a sin del paese,e quindi agiscono di conseguenza,cercando a tutti icosti un'allenza con ilM5S.Al contrario il recupero del PDL non è soltanto dovuto alla capacità mediatica di B.,ma dal fatto che esiste un blocco sociale che della sinistra non ne vuol sapere. ti ripeto la domanda: come ne usciamo? Continuiamo con le contrapposizioni feroci? o si può trovare un accordo alto?
Scritto da mario diurni il 11/4/2013 alle 13:03
Da ex popolare, non pentito, continuo a essere pervicamente parlamentarista, facendo presente che è questo il modello europero (Germania, Spagna, Gran Bretagna), mentre quello semi-presidenziale ricorre solo in Francia e in alcuni Paesi ex-Patto di Varsavia. Il tema non è quello di eliminare una figura di riferimento del sistema e rappresentativo di tutti, come il Presidente della Repubblica (il che avverrebbe con il semi-presidenzialismo), ma il Governo e il Parlamento.
Scritto da Giuliano il 11/4/2013 alle 13:20
Il Governo si rafforza garantendo più poteri al Presidente del Consiglio (ad es., nomina e revoca dei ministri) e inserendo la sfiducia costruttiva, che impedisce a due minoranze opposte di impedire di governare, senza coalizzarsi. Il Parlamento rendendolo tendenzialmente monocamerale (come in TUTTI i Paesi citati: la fiducia da entrambe le Camere esiste solo da noi) e con una legge più razionale; questa potrebbe essere anche quella a doppio turno di collegio.
Scritto da Giuliano il 11/4/2013 alle 13:24
Al primo turno, si vota il partito più vicino, al secondo il meno peggio. Esso consente di evitare alcune distorsioni del Mattarellum: ad esempio, non darebbe più vantaggioso "paracadutare" i candidati in collegi considerati, a priori, sicuri, con svalutazione della persona del candidato, perché non è detto che uno sconosciuto andrebbe al ballottaggio; inoltre, non sarebbe più necessario apprestare coalizioni amplissime, solo per vincere nel turno secco, mentre eventuali accordi si farebbero al
Scritto da Giuliano il 11/4/2013 alle 13:29
al secondo turno, in modo palese. Il problema dei sistemi elettorali (tranne l'attuale, osceno in sé), sta nella loro applicazione: il turno secco funziona in Gran Bretagna perché laburisti e lib-dem non si sognerebbero mai di presentarsi in coalizione solo per vincere, sapendo di essere diversi; da noi, invece, si metteva insieme di tutto, senza considerare che poi bisognava governare. Anche il sistema tedesco è ottimo, ma presuppone una legge (rispettata) sulla democrazia interna dei partiti..
Scritto da Giuliano il 11/4/2013 alle 13:33
@Robinews. Chi è l'arbitro che fischierà il fine match? Ho votato per un Bersani attivo. Non per un attendista, non per uno che aspetta che il fato si compia. Ti ho chiesto, visto che sei un politico preparato, ma Bersani cosa sta aspettando? Con chi dovrebbe farlo (numeri e partiti) il Governo? Non ti sei accorto che sono passati 50 giorni e ancora, a parte l'umiliazione dell'ordalia grillina a cui si è - e ci ha - sottoposto, non ha prodotto nulla? Infine, non penso a Renzi e a nessun altro.
Scritto da Sic Est il 11/4/2013 alle 14:12
@Robinews (23.53),@ Luigi (9.06), @Ulderico Monti (10.02) - Sul problema della vociferata scissione del Pd che qualcuno ventila con timore e altri (da fuori, soprattutto) con speranza, scriverò domani un piccolo post.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/4/2013 alle 14:35
. @Mario Diurni (13.03) - Mi hai fatto una domanda da un milione di dollari (come si diceva una volta). Non si esce da questa situazione drammatica con le contrapposizioni feroci, questo no, lo dico da sempre. Ma non ci sono nemmeno, questo il mio parere, le condizioni per un governo di legislatura Pd- Pdl. Un governo politico, limitato nel tempo, con pochi scopi davvero raggiungibili, con un presidente del Consiglio indicato dal Pd ma gradito anche al Pdl, è la sola strada che intravvedo. L’alternativa sono le urne il più presto possibile sperando in un esito che consenta la governabilità
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/4/2013 alle 14:37
@sic. est. proseguendo nelle metafore calcistiche, penso che l'arbitro di questa partita (la elezione del presidente della repubblica) debba essere la Politica con la P maiuscola. Nella prossima partita (il governo) l'arbitro dovrà farlo ovviamente il nuovo presidente della repubblica. Tu mi informi che non pensi a Renzi per il dopo Bersani e mi sta bene e "NESSUN ALTRO" cioè "IL NULLA" e questo non va proprio bene. MA DI COSA DISCUTIAMO ALLORA????
Scritto da robinews il 11/4/2013 alle 14:46
Complimenti al duo NAP.-BERS. Un vero CAPOLAVORO POLITICO! Insieme sono riusciti a riabilitare l'impresentabile BERLUSC.il cui astro sembrava ormai definitivam.tramontato. Cosa ci sia sotto non lo voglio neanche sapere,certo che la cosa puzza non poco. Eliminare Renzi e i Grillini sembra essere la loro unica ossessione,sembra che ce la stiano facendo con l'aiuto del caimano.Perche'costui non e'stato lasciato alla Bindi,presidente,come lui,del partito?Avanti con gli inciuci,come sempre del resto!
Scritto da giovanni dotti il 11/4/2013 alle 15:02
Caro @Adamoli, ci credo bene che dei lettori mandino in giro i tuoi post come hai detto in un commento di questa mattina. Se aspettiamo che arrivi qualcosa da quel mortorio della direzione provinciale possiamo morire d'inedia. PS Ti avevo mandato un commento simile qualche ora fa ma non lo vedo pubblicato. Forse ho sbagliato io a postarlo.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 11/4/2013 alle 15:17
@Robinews. Invece di girare sulle parole, perché non ti limiti a rispondere sinteticamente al quesito che ti è stato posto e che ti ripropongo: Bersani, secondo te che sei un grande esegeta della politica, il Governo con chi (numeri e partiti), lo dovrebbe costituire?
Scritto da Sic Est il 11/4/2013 alle 15:35
Per @Adamoli: non credo che Bersani e Renzi siano così stupidi e miopi da desiderare una scissione. Il primo, perché questa segnerebbe la sua uscita ingloriosa dalle scene e il buen retiro nei Colli Piacentini non sarebbe più lieto. Il secondo, perché è l’uomo emergente e non vorrà farsi scippare un partito dal nome così suggestivo, il corrispettivo italiano a quello di Obama … Rimarrà sul piatto l’annosa domanda esistenziale ‘chi siamo?’ I @Robinews li abbiamo arginati in Sel, ma gli @L.V.? Chi siamo?
Scritto da eg il 11/4/2013 alle 15:37
Carissimo @Giuseppe Adamoli. Se i nostri politici fossero appena appena lungimiranti avrebbero già saputo come fare una riforma elettorale adatta a dare al nostro Paese un Governo la sera stessa della conta dei voti. Abbiamo avuto e abbiamo tanti giuristi specialisti in materia sia di funzionamento dello Stato sia in diritto Costituzionale. Basterebbe andarsi a rileggere qualche sacro testo per avere, dapprima, un’idea di come far funzionare gli organi costituzionali e, dopo, trasformare il tutto in norme di legge. In questo momento di stallo continuato (in un incontro di scacchi si sarebbe già deciso di passare ad un’altra partita), non mi sembra che brillino, tra quelli che siedono negli scranni del Parlamento, statisti capaci di uscire dal pantano in cui stiamo sguazzando. Non sono per niente ottimista che personaggi solitamente incapaci, privi di senso dello stato, senza fantasia e lungimiranza, inadeguati a governare in questo particolare momento, abbiano la (1) voglia, la (2) capacità e la (3) forza di elaborare un testo che possa servire al Paese e non solo agli interessi di parte. Sono convinto, pertanto, che oggi l’unica innovazione che si possa fare, perché si deve per non ammazzare il Paese, è la legge elettorale. Legge che non prevede difficile elaborazione parlamentare trattandosi di una norma non costituzionale. Il riassetto dell’impianto costituzionale, attualmente, con un Parlamento senza alcuna maggioranza, potrebbe essere messo in cantiere solo nel caso di un accordo. E di questo accordo, scusa il mio pessimismo, più tempo passa e meno ne vedo le tracce.
Scritto da Sic Est il 11/4/2013 alle 15:38
Per @Fiori, una mia curiosità, spero lecita: ha mai selezionato dei candidati varesini alle cariche politiche? Non mi riferisco a quelli dell’ex Pci ma quelli a lei più affini, di area cattolica e/o centrista. Sarebbe un peccato se ciò non fosse mai accaduto. E’ giusto occuparsi della materia elettorale, ma anche del ‘materiale umano’.
Scritto da eg il 11/4/2013 alle 15:43
@Giuliano (13.33) - Hai spiegato il doppio turno di collegio benissimo e io concordo con te. Anche se mi inorridisce la demonizzazione del voto di preferenza (forse perché mi ha sempre premiato) mi sono persuaso che il sistema dei collegi, non a turno secco, sia da preferire. Ha piena dignità istituzionale, dal mio punto di vista, anche il resto del tuo ragionamento che era pure il mio fino a qualche tempo fa, ben compreso la necessità di avere una sola Camera politica. Penso che bisogna cambiare pagina ed avviare sul serio la Terza Repubblica. Siamo quasi nella condizione ingovernabile della Francia di alcuni decenni fa, prima dell’avvento del semi-presidenzialismo. Tenuto conto dei pregi e dei vizi congeniti della società italiana, e del fatto che due grandi forze politiche come la Dc e il Pci non sono all’orizzonte, il modello francese può ben essere il più adatto. Temo che in caso contrario la crisi di oggi possa trasformarsi in una irrefrenabile agonia. Non m’interessa tanto il destino dei partiti ma quello della Nazione. Scrivo questa parola, per una volta, con la lettera maiuscola per farmi capire meglio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/4/2013 alle 16:03
Mi ripeto:pensavo che primo problema fosse la legge elettorale; lo è solo se non si riesce a fare un governo,anche di transizione. Mi sembra che Adamoli vorrebbe un governo e credo di intravedere nel suo scritto il desiderio che non debba essere necessariamente a guida Bersani. Questi potrebbe restare segretario, per preparare un congresso ai primi di giugno. Il capo del governo solitamente non era il segretario del partito. E penso che i giovani eletti col PD debbano farsi vivi. Io tifo Civati
Scritto da G.Terruzzi il 11/4/2013 alle 16:04
Per @Monti (10,02): lei insiste sulla qualità (racchiudo tutto in questa parola) dei partiti, io insisto sulla qualità delle persone che vi fanno parte. Se la scuderia è eccellente ma i cavalli non sono di razza, può anche chiudere o riconvertirsi, magari, in una steak house o in un agriturismo. C’è una mostra itinerante che, parafrasando il Vangelo, si intitola ‘Videro e credettero’. Con il PD succede il contrario: ‘li videro e non credettero’. Il PD, come formula-partito, nel suo complesso, si può anche votare. E’ solo entrando nel ‘vivo’ che nascono le prime grandi perplessità.
Scritto da eg il 11/4/2013 alle 16:24
A proposito di eventuale primarie per il candidato di centro sinistra a prossimo presidente del consiglio e delle dichiarazioni di Renzi al Corriere della Sera. Io credo che deve essere chiaro, una volta per tutte, che il problema di un Partito è il suo progetto politico e questo si decide in un congresso, lo decidono gli iscritti al partito, non i dirigenti , ma tutti gli iscritti. Non esiste altro modo, per come sono organizzati i partiti in Italia. Le primarie, ne sono sempre stato convinto, sono tecnicamente e spesso politicamente contraddittorie e quasi sempre contro producenti. Le uniche primarie che hanno un senso, se organizzate bene, sono quelle per la scelta dei candidati al parlamento fatte all'interno del partito e non della colaizione, perdurando questa legge elettorale. Il gruppo dirigente che vince il Congresso, ha il pieno diritto di portare avanti il progetto che ha vinto, senza ripensamenti a metà strada. I problemi, se di linea politica, si risolvono sempre dando la voce agli iscritti e non a tutti i cittadini: E' da stupidi farsi eleggere i propri dirigenti da cittadini che la pensano in modo diverso e che potrebbero avere tutto l'interesse a che il 0 i dirigenti siano quelli più " comodi". Bisogna quindi rafforzare il partito allargando il consenso, favorendo una partecipazione democratica la più ampia possibile, ma sempre all'interno. Sulle primarie e sugli errori commessi dal PD e dal centrosinistra ci sarebbe da scrivere un poema. Basta ricordare che l'Italia non è gli USA, dove non esistono i partiti organizzati e i congressi si fanno alle primarie. Non scimmiottiamo gli altri! L'italia è il Paese dei Gucciardini e dei Machiavelli! Calogero Frenda
Scritto da Calogero Frenda il 11/4/2013 alle 16:28
Caro Adamoli, è vero, l'Italia odierna assomiglia alla Quarta Repubblica francese, con 2 differenze: non c'é la guerra d'Algeria (per fortuna) né un pericolo di golpe militare, ma non c'é nemmeno (purtroppo) un De Gaulle, leader per certi versi populista, che ha distrutto la DC francese (MPR), ma che non si è mai alleato con l'estrema destra ed ha chiuso la questione coloniale. Voglio dire che, oltre ai sistemi elettorali e istituzionali, e ai partiti,ciò che manca è una leadership carismatica.
Scritto da Giuliano il 11/4/2013 alle 16:56
Una metafora per il PD l'araba fenice... Vedere i rottamini esultare per le difficoltà di Bersani nella formazione del Governo mi lascia stupefatta... Siamo sicuri che i rottamini abbiano votato il PD guidato dal loro più accerrimo nemico?
Scritto da Lorena il 11/4/2013 alle 17:57
La penso come @Calogero Frenda. Di primarie si può anche morire. Prima di tutto il partito democratico bene organizzato.
Scritto da Iscritto Tradate il 11/4/2013 alle 18:08
@eg - Curiosità legittima. Come dirigente della Democrazia Cristiana, del Partito Popolare e della Margherita ho partecipato, secondo le regole, alla scelta dei candidati, molti dei quali sono stati eletti. A mia volta sono stato candidato in Regione e alla Camera dei deputati mancando l'elezione per un pugno di voti. Ho ricoperto incarichi istituzionali elettivi in Provincia e al Comune di Varese e non elettivi in diverrse istituzioni.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 11/4/2013 alle 18:15
@sic. est. mi sembra che sei in evidente difficoltà, i numeri che continui a chiedermi (buttando la palla in corner) lo sai bene che per ora non posso dirteli (ma li immagino), se avrai pazienza anche tu insieme a me li saprai dopo l'elezione del presidente della repubblica. Quella del governo è una partita che viene dopo, Pazienza, pazienza, pazienza.
Scritto da robinews il 11/4/2013 alle 18:47
@E.G. Ok sono vicino a SEL ma anche è più in generale a "TUTTO IL CENTRO SINISTRA" senza pregiudizi nei confronti di nessuno, Renzi e Tabacci compres (e anche M5S)i. Detto questo ti garantisco che non vivo queste vicinanze politiche "DA ARGINATO", anzi, erano 20 anni che non vivevo l'impegno politico cosi pieno di "speranza" (hai, ci sono ricascato con questa parola). Piuttosto mi preoccupano le tue ripetute e angosciate domande:CHI SIAMO? CHI SIAMO?.Ecco io questa angoscia non c'è l'ho!!
Scritto da robinews il 11/4/2013 alle 18:57
@LORENA, brava, i tuoi dubbi incominciano ad essere anche i miei e forse a certe insistenze (vista la qualità) antibersaniane forse è meglio non dargli eccessivo peso, sarà la storia e i fatti futuri a dare le risposte..
Scritto da robinews il 11/4/2013 alle 19:18
@Calogero Frenda (16.28) - Il rapporto fra primarie del candidato premier di coalizione e congresso del Pd andrebbe chiarito una voltaa per tutte. Avevamo cominciato a farlo in una riunione della commissione Statuto a Roma poi tutto è stato preso in mano dalla Direzione, che non ha ancora deciso niente. Peccato. Mi riprometto di riparlarne sul blog quando i tempi del congresso si avvicineranno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/4/2013 alle 19:49
Alcuni commenti (me lo ha ricordato l’ultimo di @Lorena delle 17.57 che non condivido) hanno riguardato l’atteggiamento di Renzi sulla sua esclusione dai grandi elettori del Presidente della Repubblica. Non so se ci siano state davvero le “telefonate da Roma”. Francamente non vedo che interesse avesse Bersani a tenerlo lontano dal Parlamento. Forse ci può essere stata una stupida iniziativa di qualche suo troppo “fervido” collaboratore. Queste polemiche comunque non mi piacciono di chiunque sia la maggiore responsabilità
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/4/2013 alle 19:52
I grillini non vogliono nemmeno incontrare Bersani neanche per discutere del Presidente della Repubblica. Quante sberle il povero Bersani. Ma chi glielo ha fatto fare di mettersi nelle mani dell'ex comico?.
Scritto da Maurizio il 11/4/2013 alle 20:32
@Giovane ex rottamatore. Ma c'è ancora la direzione provinciale del Pd?
Scritto da M.F. il 11/4/2013 alle 22:59
Ha ragione Cacciari,finche'il caimano sara'sulla piazza nessun rinnovam.sara'possibile.Il tentativo di neutralizzare Renzi e il 5*****e' fin troppo evidente,e'l'ennesimo trionfo della GERONTOCRAZIA PARTITOCRATICA.Poteva essere l'inizio di una nuova stagione politica,cosi'sembra non sia,le forze della CONSERVAZIONE stanno ancora prevalendo,anche nel P.D.che dall'accordo(di scopo o di programma)col caimano ne uscira'con le ossa rotte.E le RIFORME,quelle che vogliono gli Italiani,possono aspettare!
Scritto da giovanni dotti il 12/4/2013 alle 08:02
@Giovanni Dotti - Bene, e allora andiamo a votare subito, ma un governo da qui allora bisogna pur farlo. Con chi? La formula del governo temporaneo di scopo è proprio per evitare l'accordo organico e duraturo Pd-Pdl. E chi ci dice che votando con questa legge non avremo ancora due maggioranze diverse alla Camera e al Senato?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/4/2013 alle 09:04
Per @C. M. Fiori: la ringrazio per l’attenzione. Mi spiace che la Regione Lombardia e il Parlamento Italiano non abbiano beneficiato della sua presenza, sicuramente equilibrata e di valore. Io la conosco solo attraverso i suoi scritti del blog, che mi consentono di apprezzarla molto, anche le volte – molto rare, peraltro – che non ho condiviso una dichiarazione. Mi piacerebbe che le nuove generazioni di politici varesini facessero tesoro della sua persona. A mio giudizio, c’è molto da ‘lavorare’.
Scritto da eg il 12/4/2013 alle 10:59
Per @Robinews: avevo capito giusto che eri vicino a Sel. Non ti piace ‘arginare’? Preferisci (em)arginare? Tante le volte in cui il PD ha emarginato Sel in un ruolo minore. Colpa dei numeri? Non solo. Anche se, dei numeri prima o poi Vendola dovrà occuparsi, essendo uscito dalle ultime elezioni con una percentuale irrisoria. Non era mio intento angosciare @L.V. Chiedersi ‘chi siamo?’ non è foriero di angoscia ma di feconda ricerca.
Scritto da eg il 12/4/2013 alle 11:03
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