Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/4/2013 alle 08:49

 
Pierluigi Bersani lascerà la guida del Pd subito dopo che sarà stato eletto il capo dello Stato. Grazie per l’impegno profuso.
Rosy Bindi lo aveva preceduto nelle dimissioni ed altri dovranno seguire. 
Basta con la storia della Ditta. Quella Ditta è fallita. E’ fallita anche quella dei “cattolici” che usano l’etichetta  come segnaposto nel banchetto del potere. 
Basta con la retorica delle” radici antiche” se non sono gli ideali ma i cascami delle ideologie del Novecento o se vengono usate per mettere pezzi di oligarchia sotto la tenda d’ossigeno.  
Ciascuno serbi nel cuore la sua storia, se è commendevole, ma senza disseminare la strada di macerie.
Solo così il Pd potrà ripartire.


Commenti dei lettori: 70 commenti -
Carissimo @Giuseppe, hai perfettamente ragione. In tanti abbiamo condiviso, dopo aver capito che Bersani era stato sconfitto, queste ragioni e qualcuno di noi è stato tacciato di inadeguatezza nel leggere gli accadimenti politici. Ora che Bersani si è dimesso , mi dispiace sinceramente che una brava persona ha dovuto aspettare di essere messo in difficoltà per capire quanto era accaduto due mesi addietro: sonora sconfitta elettorale per un partito dato per vincente e alla grande. (A) Il segretario ha sbagliato, nel dopo elezioni, ascoltando i quattro idioti che si è messo intorno riuscendo a trasformare una sconfitta in una catastrofe. (B) Ha sbagliato a farsi dare l’incarico di presidente del consiglio facendo finta di non avere recepito (o magari, dopo l’intorpidimento della botta, non l’aveva capito?) di non avere alcuna maggioranza. (C) Ha sbagliato ad inseguire i grilli sfuggenti che l’hanno costretto, al di là delle umiliazioni personali (aggiungo al PD e ai suoi elettori) e dell’ordalia in streaming cui si sottopose, a giocare a rimpiattino in un territorio impervio e sconosciuto. (D) Ha sbagliato a dare subito addosso, duramente, al CDX non cercando mai una via “non disonorevole” per potere realizzare le uniche poche cose che potesse fare. Credo che su questo blog, al di là delle fantasticherie di qualche ingenuo (o magari no?), la maggior parte di quelli che ancora non hanno gli occhi imbottiti di salame, hanno subito capito cosa si potesse fare e l’hanno proposto fino alla nausea da ripetizione. (1) Innanzitutto trovare un nome di una persona da eleggere a Capo dello Stato (non aspettare le ultime 48 ore per proporne addirittura due e vederseli scoppiare) senza temere le stupidaggini online dei grillini. (2) Costituire un governo di scopo, a tempo e per poche cose (anche un cretino sa che senza maggioranza si possono realizzare solo provvedimenti condivisi). (3) Cambiare la legge elettorale (il CSX poteva farlo e non l’ha voluto fare per i soliti interessi di miseria politica). (4) Qualche provvedimento per l’economia. (5) Andare alle elezioni. RIPETO, MI SPIACE, PER BERSANI, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. Mi dispiace di più che in questa disfatta quelli che ci perdono siamo noi, i Cittadini onesti convinti che i politici almeno si dovrebbero guadagnare parte della smisurata ricchezza che consumano. Ai politici, al massimo, gli daranno un appetibile “PREMIO DI CONSOLAZIONE”, a spese nostre, si capisce. Il Paese, quello vero, andrà a farsi benedire.
Scritto da Sic Est il 20/4/2013 alle 09:16
1 su 4 ha tradito, dice il segretario e si dimette, non subito, ma poi... Il tradimento epocale di Giuda (che però era programmato ab origine) era di 1 su 12. Il tradimento dell'8 settembre 1943 è più pertinente al conclamato e confermato cialtronismo di sinistra. All'origine del disastro, peraltro prevedibile se non così abbietto, la supponenza e il degrado della sensibilità democratica, come è intesa in Occidente. Declina il senso democratico della rappresentanza responsabile e prevale l'anarchismo beota del cosiddetto popolo della Rete, protetto dal suo codardo anonimato e dominato da un senso demoniaco di onnipotenza irresponsabile, da “tifosi della curva”, ma alimentato da gruppi di potere privilegiati e spregiatori di ogni etica. Non c'è nulla da inventare. Si guardi alle democrazie d'Occidente.
Scritto da Ulderico Monti il 20/4/2013 alle 09:34
Grande delusione e rabbia. Una figuraccia così era inimmaginabile. Mi dispiace per Bersani ma ha commesso una serie di errori imperdonabili. Via lui ma via tanti altri.
Scritto da Elisabetta C. il 20/4/2013 alle 09:40
Quando ho accennato per l'ennesima volta alla necessità di un congresso non era ancora stata fatta la votazione con Prodi canditato alla presidenza della Repubblica. Visto quanto è accaduto credo sia cosa saggia adesso votare per Rodotà e poi costituire un governo di minoranza con quattro chiari obiettivi da proporre agli italiani, primo fra tutti la nuova legge elettorale. Intanto credo sia urgente e doveroso ridare dignità alla base e a tutte quelle persone che nonostante tutto ancora ci credono.
Scritto da Eugenio Maria Castiglioni il 20/4/2013 alle 09:44
Giuseppe,comprendo la tua amarezza,e il tuo sconforto,ma quanto accaduto ha radici antiche.Il PD,a mio avviso è un'anomalia come incontro di culture,ed idee diverse.Molto meglio ripartire con una scissione,e la creazione di un partito socialista moderno,perché in questi anni si è mosso tra equivoci,ed ambiguità.Il fatto è che la disfatta del PD apre scenari inquietanti per la tenuta democratica di questo povero paese,stretto tra partiti personalistici,e pulsioni indistinte,alimentate dalla rete
Scritto da mario diurni il 20/4/2013 alle 10:06
Ciao, vedi che un disatro tira l'altro. Vai da Berusconi con una rosa di nomi, magari neanche condivisi all'interno del partito, Berlusconi che è un bastardo ti fa contento, sceglie un tuo nome, ma quello di profilo più basso, il tuo partito non condivide e il candidato (con il segretario che l'ha proposto), salta. Ma ecco il capolavoro: invece di mantenere fede all'accordo e puntare su un altro nome della rosa (magaro D'Alema o Amato ) ecco che si ribalta il tavolo e di propone un candidato che il PDL non può accettare. E così salta l'accordo a destra ma non c'è neppure quello a sinistra. In tutto questo c'è la guerra per bande tra i renziani e i giovani turchi (leggi Barca) per la successione a Bersani: Renzi affonda Marini (affondamento supertelefonato in seconda serata su La 7) e oggi gli rendono la pariglia affondando Prodi, già comunque difficile da digerire per una parte del partito. Direi che il disastro non poteva essere migliore, con il partito schiacciato tra la candidatura di Grillo (che vincerebbe su tutta la linea, dopo aver sbeffeggiato Bersani gli impone anche il candidato presidente) e un voto autonomo tra PDL e Scelta Civica. Non c'è che dire, chissà Nanni Moretti, e i dirigenti con cui non si vince mai....
Scritto da G. Ghiringhelli il 20/4/2013 alle 10:06
Io, che ho votato per 20 da questa parte, pur con numerose riserve, ritenendo che comunque rappresentasse un argine al populismo e allo smantellamento dall'interno delle istituzioni, ora mi trovo a chiedermi: ma ha arrecato più danni al sistema costituzionale ed economico del Paese Berslusconi in 20 anni, o Bersani in 50 giorni? Credo che i 10 piccoli indiani del PD meritini di essere abbandonati al loro destino, e si debba puntare su qualcos'altro per costruire un'ombra di futuro.
Scritto da Giuliano il 20/4/2013 alle 10:06
E' un momento difficilissimo e mi dispiace molto come cittadino. A me sembra ingiusto dare tutte le colpe a Bersani che e' onesto. Il PD non deve essere il partito dell'antibelusconismo. Forse nel mezzo della questione per la presidenza della repubblica c'era anche la questione della leadership del PD, con giovani piu'ambiziosi che capaci. Quando un sindaco in televisione nazionale si permette di far fuori due personalita' del PD con motivazioni futili si appicca una miccia che non si spegne...
Scritto da Andreus il 20/4/2013 alle 10:10
@ Sic Est - come non essere d'accordo con la tua disamina più e più volte ribadita ed osteggiata dai reggicoda di Bersani e Vendola! Prima la sbornia per la vittoria contro Renzi alle primarie che ha provocato un ottundimento tale da non rendersi conto della perdita di consensi. Poi la testardaggine a inseguire Grillo, ignorando l'unica soluzione utile. E da ultimo il balletto sulle candidature al Quirinale e la corsa a cercare di tacitare le convulsioni della base espresse in rete.
Scritto da L.V.. il 20/4/2013 alle 10:12
Grazie Giuseppe attendevo un tuo cenno.
Scritto da Andrea Zanotti il 20/4/2013 alle 10:19
Rubo qualche passo a Barbara Spinelli: “L’argomento che ‘Rodotà è stato indicato da Grillo dunque non ci possiamo far imporre un candidato’ somiglia molto a quel ‘non appoggiamo i referendum perché li ha sostenuti prima Di Pietro’, coi risultati che sappiamo” In altra parte dell’articolo viene citata la frase di un grillino che dice: ci vuole tanto a capire che se si elegge Rodotà e poi lui dà un incarico, di governo, è ovvio che quel governo lo sosteniamo? Per quel che mi riguarda io non sono uomo di granitiche certezze, ma ritengo che quei ragionamenti siano da prendere in seria considerazione.
Scritto da Angelo Eberli il 20/4/2013 alle 10:21
Caro Giuseppe, chi proviene da una storia politica radicata dal punto di vista dell' identità, fa fatica ad accettare un pensiero come il tuo che però stava già nei presupposti fondativi del Pd senza, di fatto, aver mai visto luce, salvo rare eccezioni. Il post è totalmente condivisibile. Bersani ha avuto ultimamente opportunità enormi che ha 'bruciato' a ripetizione. Mi ha lasciato basito per testardaggine ed approsimazione. Ora occorre andare avanti, camminando dentro un futuro assai nebuloso.
Scritto da paolo rossi il 20/4/2013 alle 10:30
Quindi? Mi sembra un analisi un po' stantia, proprio come le macerie che vuol spazzate via. Il problema non é (solo) il PD è anche cosa significa, più in generale. fare politica.Siamo passati da una politica del fare a una politica del comunicare (molte volte senza contenuti). Dopo Berlusconi nulla è più come prima, il suo metodo del dire disfare rifare ripetere smentire insomma del comunicare e basta ha fatto scuola in tutti i Partiti rovinando l'essenza stessa della Politica i cui verbi dovrebbero essere: ascoltare, dialogare, partecipare, progettare e proporre. Quindi secondo me c'é un problema più ampio che si chiama Politica e che rigusrda tutti.
Scritto da Mauro Prestinoni il 20/4/2013 alle 10:33
A Mauro: bene,allora, li mandiamo tutti a casa!
Scritto da Luigi Bascialla il 20/4/2013 alle 10:35
Ho dei grossi dubbi che il pd possa ripartire dopo la giornata di ieri.
Scritto da Alessandra Bollini il 20/4/2013 alle 10:36
Come si poteva immaginare, è giunta nel peggiore dei modi all’epilogo quella fase politica che, iniziata al Lingotto con la nascita del Partito Democratico, nell’arco di sei anni non è stata in grado di portare a maturazione un progetto politico realmente innovativo per la sinistra italiana. Le cause sono tante. Innanzitutto culturali, perché senza nuovi paradigmi si rimane ancorati alle categorie ed ai linguaggi delle ideologie residuali. Le cause politiche sono riconducibili soprattutto ai vincoli di appartenenza, che radicano posizioni di potere di componenti, gruppi e singole individualità, che, come è stato dimostrato, possono esercitare un efficace condizionamento dei processi decisionali. Esiste anche un problema generazionale, da intendersi, tuttavia, non in senso anagrafico, bensì di comunanza di esperienze e di visioni politiche, che, in modo ambivalente, può costituire, al contempo, un prezioso collante per i processi d’identità, ma anche un blocco nocivo per l’innovazione delle idee e del personale politico. Come uno tsunami, che in modo non selettivo, travolge ogni cosa che incontri sul suo cammino, le contraddizioni interne al PD hanno spazzato via in pochi secondi la persona di Bersani, l’insipienza di un intero gruppo dirigente, la fiducia di milioni di persone, tra iscritti, simpatizzanti ed elettori, che hanno finora creduto nel Partito Democratico e che mai avrebbero immaginato che la frattura tra rappresentati e rappresentanti potesse essere consumata, a loro danno, proprio da quei deputati e senatori scelti democraticamente attraverso le primarie. Ma i nodi prima o poi vengono al pettine ed il fuoco che cova sotto le ceneri degli unanimismi di facciata, al primo soffio di vento è destinato a riprendere pericolosamente vigore. Se oggi la casa del PD è avvolta dalle fiamme, lo dobbiamo all’assenza di un progetto culturale e politico che dia alla sinistra una nuova fisionomia ed un’autonoma personalità, svincolata dai tatticismi di palazzo. Sulle macerie si può ricostruire. Anzi, si deve ricostruire. Chiudiamo questa brutta pagina facendo più di un passo indietro ed assicurando al Paese, un Presidente ed un Governo, anche attraverso l’astensione e l’appoggio esterno. Rodotà, Cancellieri, Amato. I nomi e le formule, a questo punto, non hanno molta importanza, anche se personalmente preferirei Rodotà al Colle, se non altro per bilanciare la nascita di un governo a termine sostenuto da una maggioranza trasversale. Invece, sul futuro del PD, facciamo prima la conta dei danni, verifichiamo la tenuta di quello che è rimasto in piedi, attrezziamoci di picconi per demolire ciò che è pericolante e di pale per rimuovere le macerie. Non affidiamo, però, la ricostruzione a manovali, capomastri e progettisti improvvisati.
Scritto da Leonardo C. il 20/4/2013 alle 10:37
Mi pare un'esperienza conclusa quella del pd.
Scritto da Leopoldo Parada il 20/4/2013 alle 10:37
@Luigi Bascialla. Luigi non dire anche tu le solite frasi fatte. Mandiamoli tutti a casa.... , ma vediamo poi chi ti assicura e paga la tua pensione.
Scritto da Mauro Prestinoni il 20/4/2013 alle 10:41
Scrive Adamoli: ‘Rosy Bindi lo aveva preceduto nelle dimissioni’. Sì, di 9 giorni (più quelli di meditazione, perché credo siano state dimissioni meditate). Dal 10 al 19 aprile, ben 9 giorni di ‘vacatio’ della Bindi. Come saranno stati? Io credo si debba andare a nuove elezioni. Troppo facile chiedere le dimissioni del solo gruppo dirigente. E i parlamentari no? Passate in rassegna coloro che conoscete e abbiate il coraggio d ammettere che ciascuno di essi ha portato con sé, a Roma, la competenza (ove presente) ma anche tanta inadeguatezza. Per @Adamoli: dai, almeno in Regione è andata bene. Se vinceva Ambrosoli … non oso immaginare i problemi.
Scritto da eg il 20/4/2013 alle 10:48
A Mauro Prestinoni: (la pensione non centra) sono le persone chiamati "i grandi elettori" che non sono più affidabili ! quindi li mandiamo tutti a casa.
Scritto da Luigi Bascialla il 20/4/2013 alle 10:51
@Paolo Rossi (10.30) - Mi fa piacere rileggerti, caro Paolo. Sapevano che le identità vissute con troppa fede sarebbero state l’ostacolo all’attuazione del progetto originario del Pd. Ma non c’è stato solo questo. Si sono aggiunti e sovrapposti antichi rancori, errori strategici e tattici elementari, ambizioni sfrenate che hanno sottovalutato il rischio non solo per sé ma per il Pd e per tutto il centrosinistra. Abbiamo fatto sembrare Gasparri uno statista. Ripartiremo? Forse si, ma soltanto su basi nuove. Non vengano più a impartirci lezioni dagli apparati di Roma. Sappiano che sono già restituite al mittente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2013 alle 10:52
Mi pare che la,tua analisi vada estesa a tutto l'arco politico e in generale alla nostro sistema istituzionale alle prese con la post democrazia parlamentare.C ' e un dannato bisogno di riforme che nessuno e' in grado di promuovere perché bloccato all'interno dagli apparati parassitari e dall'esterno dalla popolarità misurata dai sondaggi.In questo quadro le istituzioni hannoml'aspetto di luoghi senza potere,meramente ornamentali.Non so davvero chi e cosa possa farci uscire da questa palude.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 20/4/2013 alle 10:52
@Mauro Prestinoni, Analisi stantia? Intanto non è un'analisi. Per trovare le mie analisi leggi i post degli ultimi mesi e sarai soddisfatto, che siano condivisibili o no da parte tua. Ho espresso un sentimento che è di molti militanti ed elettori. Che Bersani si fosse gettato in un vicolo cieco era evidente anche ai suoi sostenitori più intelligenti. E poi smettiamola di dare la colpa dei nostri gravissimi problemi a Berlusconi. La colpa è soltanto nostra, delle nostre reticenze e ipocrisie, della nostra sbandierata e presunta superiorità intellettuale, politica e morale. Lo spettacolo che stiamo dando a Roma in fatto di etica pubblica è indecoroso.Quando abbandoneremo l'antiberlusconismo come unico fattore di coesione e unità interna saremo più lucidi e costruttivi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2013 alle 10:55
@ giuseppe Forse non mi hai letto bene o forse non mi sono ben spiegato. Non difendo né Bersani né altri. Dico solo che secondo me c'é un problema più grande che riguarda tutti e che é: cosa significa fare politica? Se non diamo una risposta a questa domanda rischiamo tutti di sbagliare nuovamente. Certo io non penso che fare politica sia andare ad Amici... ma solo perché sono uno dell'altro secolo infatti a parte questi miei commenti per il resto mi sono ritirato in santa pace.
Scritto da Mauro Prestinoni il 20/4/2013 alle 11:09
Scusate una riflessione, ma perchè questi Ladroni devono decidere le sorti del paese? Non per dar ragione a Grillo, non mi interessa, ma siamo nel 2013, l'era della informatizzazione, dare a Noi la possibilità di scegliere e magari dare a Noi le altre possibilità su leggi ecc. e tutto da casa senza spendere tutti questi soldi e vedere 1000 Persone che mangiano e dormono a sbaffo e combinano solo guai e affondano il Paese!!
Scritto da Danilo Picciocchi il 20/4/2013 alle 11:11
A danilo. L'idea di per se' é buona. Ma non ci sono garanzie sulla manipolabilità del voto e non vi é possibilità di trasparenza. Non credere troppo alla rete.. é utile ma non risolutiva di tutto
Scritto da Mauro Prestinoni il 20/4/2013 alle 11:13
@Prestinoni. Penso sia solo meglio che far decidere a questi Ladroni, in fondo se si sbaglia possiamo solo dire è colpa Nostra ma loro sbagliano in continuazione e noi dobbiamo dire è colpa nostra? Colpa Nostra di Averli Votati e di aver dato la nostra Fiducia...
Scritto da Danilo Picciocchi il 20/4/2013 alle 11:20
@Prestinoni. Caro Mauro prendersi le proprie responsabilità ....
Scritto da Francesco Calò il 20/4/2013 alle 11:21
Finalmente Bersani molla, anche la Bindi. Non voglio sembrare un disfattista nè sparare giudizi superficiali, mi ritengo un cittadino (non nel senso dato dal M5S) abbastanza attento (diciamo sopra la media) ai fatti della politica e a come viene amministrato questo nostro Paese. Mi sono ritirato dall'attività politica diretta (per quel poco che modestamente ho cercato di rendere come servizio) nel 1987 e allora c'erano Marini, Franceschi, Letta, Bindi, Castagnetti da una parte, Prodi, Parisi da un altra, D'Alema, Fassino, Veltroni, ecc., dall'altro lato ancora dell'allora Ulivo. Constato che al 2013 siamo ancora a confronto con questi personaggi. Non posso non rendere giustizia a costoro per quanto hanno fatto, nel bene e nel male ritenendo che sia stato fatto in buona fede, ma non si può sottolineare il fatto che - dopo 15 anni - non sia emerso altro leader se non il solo Renzi, con tutti i limiti e i pregi evidenziati da lui stesso e dai suoi detrattori. Certo, ci sono altre persone nuove, basta scorrere il sito del PD per rendersi conto dei molti giovani e facce nuove che sono nella direzione e nell'assemblea nazionale, così come ci sono migliaia di iscritti distribuiti in Italia che lavorano seriamente. Ma, per noi cittadini attenti minimamente alla politica, vale la testa dell'iceberg, non ci interessa quello che sta dietro, perchè la testa è significativa e indica la direzione da prendere. Per questo, ritengo modestamente, che l'ora del cambiamento sia ormai giunta troppo tardi, soprattutto perchè è giunta in maniera violenta e disastrosa, il PD rischia di rompersi o di essere penalizzato per molto tempo. Sarebbe stato meglio che il ricambio fosse avvenuto per gradi, ma come sempre le rivoluzioni impongono un po' di sangue.E' un peccato che non si dia mai retta ai giovani, leggi i rottamatori, che agiscono molto spesso d'istinto ma altrettanto molto spesso hanno ragione
Scritto da Franco Barlocci il 20/4/2013 alle 11:28
@ francesco...scusa non ho capito....
Scritto da Mauro Prestinoni il 20/4/2013 alle 11:30
Caro Adamoli, io sono comunque ottimista, sicuramente tutto è avvenuto in modo traumatico ma era necessario così ! Ci sono rimasti i valori che sono la cosa più importante da cui ripartire, il centro destra non li ha e non li avrà mai questi valori !! Rimbocchiamoci tutti le maniche e ripartiamo dai territori, parliamo con la gente, usciamo dalle sedi, non rottamiamo perchè così ci si fa solo del male. Tra qualche giorno è il 25 aprile e allora resistiamo e ripartiamo !!!
Scritto da silvio aimetti il 20/4/2013 alle 11:43
@luigi bascialla: mandare a casa i grandi elettori? Ma guarda che i grandi elettori sono quelli eletti il 24 febbraio: 2/3 nuovi, 40% di donne ed un saccodi giovinotti e giovinotte...
Scritto da Enzo Longhi il 20/4/2013 alle 12:06
Quando ieri avevi scritto chiaramente che diffidavi del voto unanime dei grandi elettori del Pd avevo pensato che esageravi. Invece sei stato lucidissimo e preveggente. Noi giovani abbiamo bisogno di persone come te che ci aiutano a capire.
Scritto da Francesco il 20/4/2013 alle 12:10
Il Partito Democratico sta collassando; viene meno l’ultimo soggetto politico organicamente strutturato sul territorio. La crisi viene da lontano, da ben prima di una campagna elettorale senza una visione generale della società, di una gestione verticistica segnata dall’indecisione e dall’ambiguità. Il P.D è crollato per una intrinseca incapacità di fare politica in una società profondamente cambiata che non ha saputo interpretare; ha perso progressivamente milioni di elettori che si sono rivolti all’antipolitica di Grillo ed è ossessionato da una sindrome di abbandono. A sua volta però è caduto nelle spire del populismo cercando di inseguire e di blandire i cittadini in fuga verso altri approdi. Il segnale che è venuto dai cento “infedeli” in Parlamento, meticolosamente organizzati, è chiaro: “Non c’è altra via che quella indicata da Grillo con l’interposta persona di Rodotà”. Questa rincorsa è però senza senso e senza meta: non sarà Il Movimento Cinque Stelle a salvare l’Italia e il Partito. Le cause remote che stanno all’origine della sua dissoluzione sono note: manca una cultura comune su cui costruire coesione interna, valori e regole condivisi, un’ analisi delle pulsioni della società e un progetto organico di cambiamento. Se non c’è motivazione ideale ed etica prevale il professionismo politico, la lotta per accaparrarsi cariche e privilegi; la lotta tra le fazioni organizzate capillarmente l’intera struttura, dagli organi nazionali alle sezioni periferiche, ha sostituito la partecipazione. Non ci si iscrive più al partito ma alla corrente e quindi manca il tempo, lo spazio, la volontà di discutere. Il tutto si colloca nel disastro educativo della società italiana desertificata dall’individualismo, dove le famiglie, la scuola, le chiese, le associazioni hanno rinunciato al ruolo di far crescere la cultura civica. Per fare politica servono alcune nozioni basilari di diritto, di economia, di sociologia; una visione dell’uomo e della vita e una analisi delle società e delle sue trasformazioni; se mancano queste condizioni prevale un atteggiamento di semplificazione e di banalizzazione delle cose che trae elemento dalla televisione e dai media. L’elettronica non può sostituire il pensiero, la riflessione, il ragionamento; se non c’è maturazione personale la politica subisce la pressione degli interessi e delle aspirazioni individuali. Il sociologo Marco Revelli ha analizzato nell’intelligente volumetto “Finale di partito” questa preoccupante involuzione della nostra società, questa regressione della democrazia. Altri segnali non sono mancati per indicare lo sbocco drammatico della politica incapace di guidare il Paese fuori dalla più grave crisi economica e morale degli ultimi decenni ma il Partito si è arroccato in sé stesso, ha sondato gli elettori con le “primarie” ma non è riuscito a instaurare con essi un autentico dialogo. Così si è chiuso il circuito di comunicazione tra elettori ed eletti, l’ossigeno democratico non circola più e il Paese è a rischio di asfissia.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 20/4/2013 alle 12:12
Rimettere assieme i cocci non sarà facile, dopo quello che è successo, anche se dovremo -anzi dovranno-provarci. La responsabilità della catastrofe è di tutto il gruppo dirigente, anche se a livelli diversi di "colpa". In un partito tanto "democratico" da rasentare l'anarchia, nessuno dei leader può tirarsi fuori dicendo: "io non c'entro", Certo, Bersani ha grosse responsabilità, ma tutta la nomenclatura deve recitare il "mea culpa", non solo il "cerchio magico", che ha affiancato il segretario ormai dimissionario, perchè delegittimato. Anche Renzi ? Direi di sì. A parte l'impallinamento di Marini, a parte i limiti del suo carattere un po' da bullo anni '60, la cosa più preoccupante è che anche Renzi ha mostrato un deficit di capacità di lettura della convulsa situazione degli ultimi giorni, dentro e fuori il partito: la caduta di Prodi è purtroppo anche una sua sconfitta con la conseguente perdita di appeal. Ora, a meno di qualche colpo d'ala, possiamo aspettarci che i resti del P.D. votino in parte, che so, una Cancellieri qualunque, in parte Rodotà (personalmente preferibile), in un ruolo di subalternità a Berlusconi o a Grillo, quindi di implicita sconfitta del P.D. o di quel che rresta di esso. Presidente della Repubblica a parte, i giovani del partito, i quarantenni, turchi e non, cioè i renziani, con coloro che non appartengono nè agli uni, nè agli altri (penso ai Civati, alle Serracchiani, e così via )stringano un patto di generazione, facciano in modo di anticipare il congresso, nel quale dovrà consacrarsi una nuova leaderschip. Non sono diventato improvvisamente "giovanilista", ma la vecchia nomenclatura, a causa della sua litigiosità, delle vecchie rivalità, della sua mediocrità in ultim aanalisi, ha fatto troppi danni (spero non irreparabili), per essere ancora presa in considerazione. Si faccia lei stessa da parte tutta intera o sia messa democraticamente, ma inesorabilmente, da parte. Che sia Renzi o Orfini o Civati o Serracchiani a guidare il partito e poi un futuro governo, non importa. Anche un anziano o maturo, come me, grida basta a coloro che ci hanno portato a questo punto. L'ntelligenza mi suggerisce pessimismo, la volontà -ricordando Gramsci-qualche barlume di ottimismo. Ma si dovrà fare presto, molto presto. Il Paese nelle mani di Berlusconi o di Grillo per me è un vero e proprio incubo!
Scritto da mariuccio bianchi il 20/4/2013 alle 12:13
Il PD finisce nel modo peggiore perche' ha il gruppo dirigente piu' inadatto di tutti ad affrontare il nuovo scenario mondiale. Un gruppo dirigente aggrovigliato in radici morte da tempo ma che danno ancora illusorie sensazioni di superiorita' umana e politica. Ma non era gia' evidente dalla leggenda del compagno Baldo che Bersani raccontava alle feste dell'Unita' che l'uomo operava con schemi mentali di mondi morti e pericolosi. Invece di dimettersi oggi sommerso dalle macerie del partito non avrebbe fatto meglio a dimettersi con dignita' il 25 Febbraio scorso immediatamente dopo la sconfitta elettorale come fanno i leader dei paesi normali? Se quelle radici morte che infettano lui e quel gruppo dirigente che lo ha circondato fossero state tagliate al tempo giusto forse oggi le cose non sarebbero cosi irrimediabilmente in rovina. Che fare oggi nel PD ? La soluzione e' semplice ma allo stesso tempo difficilissima. Sarebbe necessario azzerare l'intero gruppo dirigente dal primo all'ultimo senza nessuna eccezione. Una rottamazione totale ed assoluta per costruire un moderno partito democratico simile a quelli dei paesi normali. Il modello e' quello di Tony Blair e dello sterminio che a suo tempo ha fatto nel Labour Party.
Scritto da Flavio Argentesi il 20/4/2013 alle 12:23
Il PD finisce nel modo peggiore perche' ha il gruppo dirigente piu' inadatto di tutti ad affrontare il nuovo scenario mondiale. Un gruppo dirigente aggrovigliato in radici morte da tempo ma che danno ancora illusorie sensazioni di superiorita' umana e politica. Ma non era gia' evidente dalla leggenda del compagno Baldo che Bersani raccontava alle feste dell'Unita' che l'uomo operava con schemi mentali di mondi morti e pericolosi. Invece di dimettersi oggi sommerso dalle macerie del partito non avrebbe fatto meglio a dimettersi con dignita' il 25 Febbraio scorso immediatamente dopo la sconfitta elettorale come fanno i leader dei paesi normali? Se quelle radici morte che infettano lui e quel gruppo dirigente che lo ha circondato fossero state tagliate al tempo giusto forse oggi le cose non sarebbero cosi irrimediabilmente in rovina. Che fare oggi nel PD ? La soluzione e' semplice ma allo stesso tempo difficilissima. Sarebbe necessario azzerare l'intero gruppo dirigente dal primo all'ultimo senza nessuna eccezione. Una rottamazione totale ed assoluta per costruire un moderno partito democratico simile a quelli dei paesi normali. Il modello e' quello di Tony Blair e dello sterminio che a suo tempo ha fatto nel Labour Party.
Scritto da Flavio Argentesi il 20/4/2013 alle 12:23
Ho tanta voglia di capire che per la prima volta ho letto anche i commenti più lunghi - però dovrebbero imparare la sintesi da te. Ho capito che i nostri dirigenti non sono all'altezza ma che esistono problemi culturali molto più complicati e profondi. L'avevo ovviamente intuito da parecchio tempo anch'io tanto che mi domando se in futuro avremo un partito solo o due. Tengo in sospeso la mia risposta.
Scritto da Luisa B. il 20/4/2013 alle 12:41
@Silvio Aimetti 11:43. Dice che “Ci sono rimasti i valori che sono la cosa più importante da cui ripartire … Rimbocchiamoci tutti le maniche e ripartiamo dai territori, parliamo con la gente, usciamo dalle sedi, non rottamiamo perché così ci si fa solo del male.” Hai ragione. Il problema è che qualunque istituzione, e anche un Partito lo è, quando diventa il terreno di scontro tra bande di lanzichenecchi che la parola “valori” la identificano solo in quelli di Mammona, perde la sua identità e si trasforma in una delinquenziale associazione di miracolati che si gode la fortuna di arricchirsi senza fare niente. Il PD ha politici scadenti, confusi e senza un programma se non quello di occupare un posto. Anche i nuovi (Fassina per fare un nome tra i tanti) valgono niente, scelti tra portaborse e reggicoda del potente di turno. In genere staccati dalla realtà e avulsi dal mondo che li circonda. Buoni a pontificare con dissertazioni filosofiche, incomprensibili ai più. Non provengono dal mondo del lavoro se non da quello delle segreterie dei partiti o, peggio, dei sindacati. Non conoscono la realtà sociale del Paese convinti che basta parlare tanto e dire niente per accaparrarsi dei privilegi derivanti da una elezione.
Scritto da Sic Est il 20/4/2013 alle 13:01
@Adamoli, sai che pur essendo un sostenitore del CSX e non del PD, permettimi ndi dire comunque la mia sul tuo post odierno: S O N O T O T A L M E N T E D ' A C C O R D O!
Scritto da ROBINEWS il 20/4/2013 alle 13:25
Come non condividere quest'ultimo commento di@F.Barlocci? Da 20-30 anni si vedono ai vertici della politica sempre le solite facce,che non mollano fino alla morte(fisica o politica).Pensare che sarebbe bastata una semplice legge che vietasse piu'di due mandati in ogni assemblea elettiva! E i giovani dovrebbero sempre tacere e avvallare passivam.le loro scelte? Possibile tale cecita',insipienza e arroganza?Si doveva proprio arrivare a questi estremi per fargliela capire?Se non votano Rodota' vol
Scritto da g.dotti e m.pirone il 20/4/2013 alle 13:25
Se non vogliono RODOTA' e Napolitano non dovesse accettare un secondo mandato sia pur temporaneo,si rivolgano alla societa' civile individuando una personalita'eticamente corretta e dotata di alto senso civico e delle Istituzioni che ha raggiunto la notorieta'coi propri meriti e il proprio lavoro.Un esempio potrebbe essere DIEGO DELLA VALLE, imprenditore di successo che ama l'Italia,i suoi dipendenti e i beni culturali,patrimonio da valorizzare che potrebbe essere fonte di redditopertuttoilpaese
Scritto da g.dotti e m.pirone il 20/4/2013 alle 13:43
Se non vogliono RODOTA' e Napolitano non dovesse accettare un secondo mandato sia pur temporaneo,si rivolgano alla societa' civile individuando una personalita'eticamente corretta e dotata di alto senso civico e delle Istituzioni che ha raggiunto la notorieta'coi propri meriti e il proprio lavoro.Un esempio potrebbe essere DIEGO DELLA VALLE, imprenditore di successo che ama l'Italia,i suoi dipendenti e i beni culturali,patrimonio da valorizzare che potrebbe essere fonte di redditopertuttoilpaese
Scritto da g.dotti e m.pirone il 20/4/2013 alle 13:43
Caro Adamoli, SARAI CONTENTO CHE VOTANO ANCORA NAPOLITANO tu che sei sempre stato un suo appassionato sostenitore. Io invece sono insoddisfatto. Rodotà è la mia scelta.
Scritto da Dino il 20/4/2013 alle 13:46
Il PD non è morto ieri; è morto da tempo, da quando ha rinunciato al progetto (forse utopistico, forse velleitario) di lasciarsi alle spalle le ideologie del Novecento per costruire un partito nuovo che “rompesse” la società italiana, sclerotizzata da innumerevoli corporativismi che la rendono bloccata e diseguale. Rinunciando ad essere un partito nuovo, non ha potuto che diventare il luogo della conservazione di un ceto politico scadente, che usa le categorie gloriose della politica per difendere le proprie posizioni; è così che tanti potenziali elettori se ne sono allontanati, tanto che oggi il suo bacino elettorale coincide con parte del vecchio elettorato di sinistra, nulla più. Come ripartire ? Riproporre l’utopia del Lingotto è difficile, potrebbe forse farlo un ceto politico nuovo (i Renzi e i Civati per esempio), ma forse neanche loro perché, prima di tutto, bisogna che il PD capisca se il suo modello è Blair oppure Hollande; basta con il pensare che possano convivere idee di società opposte. Altrimenti finisce come in questi due giorni: metà partito vorrebbe eleggere il Presidente della Repubblica con Grillo, l’altra metà con il PDL. 6 anni di finto unanimismo senza discutere di nulla: ecco i risultati.
Scritto da larpi il 20/4/2013 alle 13:48
Renzi: "Basta polemiche, il Pd esiste ancora". "Il Pd esiste ma ora c'è da risolvere la questione del presidente della Repubblica, un problema alla volta". Lo ha detto Matteo Renzi a margine di una manifestazione a Firenze. Il sindaco ha invitato tutti "ad evitare ulteriori polemiche". Adesso a Renzi ha il compi di tenere vivo e unito il PD (lui però ha gettato il seme della discordia, in futuro ogni iscritto può intervenire e rompere gli equilibri politici del PD). Auguri e in bocca al lupo a Renzi.
Scritto da Sergio Russo il 20/4/2013 alle 13:48
vedo che nonostante la chiarissima incapacità e errori di fare scelte da parte del PD, c'è ancora chi pensa di attaccare Niki Vendola reo di essere un reggicoda di Bersani. Le macerie non le ha provocate Vendola e forse neanche questo o quel dirigente del PD. La dirigenza del PD è rimasta prigioniera della sua INCAPACITA' DI DECIDERE SU COSA FARE E CON CHI ANDARE. Domani si vota in Friuli, temo che la grandine sarà copiosa non solo per il PD-CSX ma anche per il CDX e tutta la conservazione.
Scritto da robinews il 20/4/2013 alle 14:00
@Flavio ARGENTESI h.12,23 mi fa ricordare un vecchio progetto di circa 20 anni fa che con alcuni amici avevamo abbozzato (con tanto di statuto depositato presso un Notaio): il M.I.L.L. - Movimento Italiano Liberal Laburista - progetto naufragato per mancanza di fondi e per intervenuti mutamenti politici che hanno rivoluzionato profondam.il quadro politico e cancellata ogni possibilita'di un nostro intervento(l'avvento di Berlusconi con Forza Italia,che allora sembro'costituire una ventata di no
Scritto da giovanni dotti il 20/4/2013 alle 14:08
@Larpi (13.48) - Io sono per il semipresidenzialismo francese ma il mio modello politico è Tony Blair (eccetto che per la guerra in Irak) che aveva letteralmente cambiato il vecchio e antiquato laburismo britannico portandolo ad un successo storico contro i conservatori. Dopo Blair e il parziale ritorno dei laburisti al vecchio ideologismo, i tory sono rientrati al numero 10 di Downing Street. Il Pd se non cambia nel profondo rischia di riportare Berlusconi al successo “storico”.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2013 alle 14:12
Spero che Napolitano si ritiri... il PD e tutto il suo entourage ha sbagliato. Diamo credito a chi non ha ancora fatto errori perchè non coinvolto nelle decisioni.
Scritto da Francesco Calò il 20/4/2013 alle 14:15
Il PD (o parte del partito) finalmente prende una posizione politica chiara. Voterà Napolitano rieletto presidente e si impegna con questo a far parte di un futuro Governo di larghe intese "fortemente inflenzato dal Presidente" (PD,PDL,SCELTA CIVICA,LEGA). Questo era il risultato delle elezioni politiche, questo bisognava capirlo prima. Sono curiosissimo di vedere il comportamento dei "rinnovati" gruppi parlamentari del PD. Buon lavoro.
Scritto da Fabrizio Piacentini. il 20/4/2013 alle 14:18
@Robinews (10.00) - Sul fatto che le macerie dei giorni scorsi non le abbia provocate Vendola, ma il Pd, sono solidale con te. Sul progetto politico è un altro discorso che continueremo a fare in futuro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2013 alle 14:20
@GIORGIO NAPOLITANO HA ACCETTATO. Quante volte in passato, insieme ad altri, ho scritto e pensato: “Meno male che Napolitano c’è”. Ma speravo ardentemente di non doverlo più dire. Ora il Pd non gli metta più bastoni fra le ruote. Forse ripartiremo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2013 alle 14:25
14.20. E' ufficiale. Il vecchio comunista migliorista di scuola amendoliana napoletana Giorgio Napolitano ha accettato il reincarico ad un secondo mandato al Quirinale. Grazie Presidente! Glielo hanno chiesto PD.PDL,LEGA e SCELTA CIVICA,LA CEI, LA BANCA D'ITALIA,L'UE,LA CONFINDUSTRIA, I SINDACATI e tutte le donne e gli uomini di buon senso d'Italia.
Scritto da La professoressa il 20/4/2013 alle 14:25
Parlare di "ripartenza" mi sembra eccessivo. Semmai con la riconferma di Napolitano l'Italia può tirare a campare. Ancora una volta si fa appello all'unanimismo per nascondere il fuoco sotto la cenere. Attenzione, però, finché s'incendia il PD, poco male, ma evitiamo che questa volta le fiamme accendano il Paese. Le responsabilità del sistema politico non si cancellano con il colpo di mano della riconferma di Napolitano. Dopo il governo tecnico Monti, adesso si ricorre a Napolitano per superare l’impasse. La pazienza ha un limite.
Scritto da Leonardo C. il 20/4/2013 alle 14:46
E’ ‘con viva e vibrante soddisfazione’ (Crozza/Napolitano) che gli irresponsabili della politica hanno accolto questo ‘estremo sacrificio’ di Napolitano di accettare la candidatura (chiamata anche ‘la riconferma’). Sì, i gruppi parlamentari del PD, raccolti in assemblea, hanno accolto, con un’ovazione, tale notizia. Speriamo porti bene come ieri con Prodi, il cui nome era stato accolto con una standing ovation della medesima Assemblea. Bene, Marini è stato frenato dai renziani e dal popolo del Pd (in piazza e nel web), Prodi dalla Carica dei 101 (ancora di razza ignota, anche se molti portavano degli inequivocabili baffettini canini), ora, nell’Italia del rinnovamento generazionale e del cambiamento, nessun ostacolo per il ‘giovane del ‘25’. Dai renziani nessuna obiezione e nemmeno da Andrea Civati che nei giorni scorsi, dalle pagine di Varesenews, si diceva contrariato per questa ‘dirigenza del PD tutta incarnita (?!?) su se stessa’. Chissà perché Marini e Prodi erano così disdicevoli. Quando interrogati, nessuno sa rispondere. Per esempio, Sassoli, intervistato prima da La7, ha risposto più o meno testualmente così: ‘Ieri è stata una giornata nera. Pochi di voi si ricorderanno che il 19 aprile 1937 sono state varate le leggi razziali. Poi è nata la nostra democrazia. Ebbene, nel solco …’. Egregio europarlamentare David Sassoli, le è stato chiesto di commentare la giornata del 19 aprile 2013, non quella del 1937. Rimanga nella contemporaneità e si dimetta anche lei’.
Scritto da eg il 20/4/2013 alle 15:13
Registro con rammarico il risultato negativo figlio della fusione a freddo che ha generato il PD.Dove stavano la Bindi,Letta,Franceschini &C.quando il buon Bersani (uomo onesto)si faceva umiliare dai grillini?Lui è il primo responsabile del disastro e gli altri?Non tutti a Berlino avevano preso parte alla "notte dei cristalli";con quale risultato?Condividendo tacitamente una posizione sbagliata si offre tacito sostegno agli irresponsabili.
Scritto da Ravani il 20/4/2013 alle 15:36
Se vogliamo tenere Napolitano ancora per i prossimi 30 anni, dobbiamo iniziare a cercare dei sosia. In questo momento ho un vuoto su Fidel Castro. E’ancora vivo o quello che fanno vedere ogni tanto è un suo sosia?
Scritto da V.R. il 20/4/2013 alle 15:52
Fabrizio Barca non ha trovato nulla di meglio che rilasciare, dopo che i grandi elettori del Pd avevano salutato con un’ovazione la candidatura di Giorgio Napolitano, una dichiarazione in favore di Stefano Rodotà o di Emma Bonino. Un tempismo perfetto, un intervento a gamba tesa, un infortunio grave per lui medesimo. E’ appena entrato nel Pd ed ha già introiettato i vizi più brutti dei politici politicanti trasformando perfino l’epilogo di questa orribile vicenda istituzionale in una tappa del congresso del Pd. Ancora una mossa così e la sua stella avrà finito di brillare.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2013 alle 15:54
Rinapolitano e cosa ancora più grave GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE-GOVERNISSIMO (ma unità nazionale di chi??) Credo che la capacità di sbagliare in successione è infinita. Il PD sta facendo delle scelte scellerate senza neanche un minimo di consultazione del "suo popolo" in nome dell'emergenza. Il governo che sta per uscire non dal voto popolare ma dalle oligarchie conservatrici E' IL PEGGIORE COLPO DI STATO che si potesse immaginare facendo presagire drammatiche conseguenze per il futuro.
Scritto da robinews il 20/4/2013 alle 16:06
@TUTTI, PERCHE' NO RODOTA', PERCHE' NO RODOTA', PERCHE NO RODOTA', PERCHE NO RODOTA', PERCHE' NO RODOTA', PERCHE' NO RODOTA', PERCHE' NO RODOTA'. bravi sindaco Emiliano, bravo Fabrizio BARCA., Bravo Niki Vendola, BRAVI TUTTI. PERCHE' NO RODOTA' PERCHE' NO RODOTA' PERCHE NO RODOTA', PERCHE NO RODOTA' dopo aver buttato nel cesso 8 milioni di voti del M5S ora si buttano nel cesso anche 8 milioni di voti del PD. PERCHE' NO RODOTA', PERCHE' NO RODOTA' PERCHE NO RODOTA'!!!!!!!!!!!
Scritto da robinews il 20/4/2013 alle 16:12
@Adamoli: perfettamente d'accordo su Barca. Spero che la seconda supplenza di Napolitano non porti un clima da scampato pericolo nel PD. I PROBLEMI RESTANO E RIMANGONO MOLTO GRAVI. Inoltre è ormai più che evidente che non solo la legge elettorale, ma anche l'attuale sistema parlamentare è arrivato alla frutta. Siamo in un sistema presidenziale di fatto.
Scritto da mose il 20/4/2013 alle 16:35
Il PD è morto. Ha fatto fuori Marini, poi Prodi in un' ipotesi politica diversa, poi si è rifugiato nelle braccia di Napolitano. Un vero fallimento la regia di Bersani che ha fatto bene ad andarsene. Le conseguenze elettorali saranno catastrofiche a partire domani in Friuli. Non so cosa farà Renzi, l' unica alternativa rimasta. Se prenderà le redini la sinistra interna, alla quale ho sempre appartenuto, affosserà anche lui. Credo sia giunto il momento di pensare ad un nuovo soggetto politico.
Scritto da Pdvarese il 20/4/2013 alle 17:00
Caro Giuseppe, flagellare Barca, su cui non esprimo giudizi affrettati, dopo quello che hanno combinato in questi giorni tutti gli altri dirigenti, mi sembra guardare il dito e non luna. Da Bersani, che mi fa quasi tenerezza, pur nei suoi errori (l'errore maggiore è stato però quello di non accorgersi che non aveva più con sè un gruppo dirigente, ma dei capibanda nemici tra loro) ai vecchi notabili, a Renzi stesso che si è mosso più come leader di un altro partito che come legittimo oppositore interno (vedi la vicenda Marini) i lquadro è desolante. Ed allora, caro Giuseppe, lasciamo in pace che non è forse neppure ancora un iscritto del P.D. o ex P.D. e facciamo i conti con tutti gli altri che ci hanno portato al disastro. Perchè anche votare Napolitano assieme al P.D.L. ed a Scelta Civica non mi entusiasma punto. Forse non c'era altra via. E speriamo che lo stesso Napolitano regga almeno per un paio d'anni.
Scritto da mariuccio bianchi il 20/4/2013 alle 17:11
... ma Rodotà è la controfigura di Grillo. Il M5S vuole seppellire la democrazia rappresentativa per sostituirla con una pseudo-democrazia assembleare del Web, senza principi, senza regole, senzà responsabilità. Il popolo è sovrano ma non ha solo diritti ma anche dei doveri, gli uni e gli altri vanno coniugati e in ciò consiste la responsabilità. Quelli che rincorrono l'antipolitica sono coscienti della posta in gioco? O sono attratti solo dal successo e dal potere? Sono ingenui o furbi?
Scritto da CMF il 20/4/2013 alle 17:46
@Mariuccio Bianchi (17.11) - Non ho flagellato Fabrizio Barca. Ho semplicemente detto, e confermo, e rincaro, che la sua dichiarazione di oggi poteva risparmiarsela. L'avesse detto questa mattina l'avrei capito e anche apprezzato per la chiarezza ma la sua intempestività (è intervenuto dopo il voto dei grandi elettori) mi è sembrata un atto di ostilità gratuita e dunque stupida. E' lui che punta a diventare segretario del Pd, non io che glielo attribuisco. E Dio sa quanto c'è bisogno di una competizione chiara e distante dal feticcio dell'unanimità che piace a molti, ma non a me. Quindi ben venga Barca e tutti accettino i diversi punti di vista. Non so se guardo il dito o la luna. Ragiono con la mia testa e sto facendo del mio meglio per tener viva una discussione che alla nostra latitudine manda quasi completamente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2013 alle 18:03
"...non per nulla ci hanno chiamati `uomini di granito' " (Lenin).
Scritto da ulderico monti il 20/4/2013 alle 18:19
A@C.M.F.dico solo che dobbiamo ringraziare Grillo che ha incanalato la protesta in una formazione politica democraticamente eletta evitando cosi' sommovimenti popolari che in questo momento sarebbero potuti sfociare in manifestazioni violente di piazza. Ricordiamo pero' che il movimento di Grillo interpreta le istanze di una larga fascia della popolazione,soprattutto giovanile,cui la politica attuale non ha saputo dare adeguate risposte......Se questa e' "antipolitica" cos'e'allora la politica?
Scritto da giovanni dotti il 20/4/2013 alle 18:32
A proposito di Barca. Il disastro di questi giorni, con un partito spaccato a metà, è figlio, oltre che dei personalismi dei leader o ex tali, di un equivoco di fondo: pensare che le idee politiche di Barca e di Renzi possano convivere in uno stesso partito. No, non è così e lo si vede. Scusate la semplificazione grezza, ma o si è liberal o si è radical; o si guarda al “centro” o si guarda ai movimenti e alle loro istanze. Bisogna scegliere cosa si vuole essere. Toglietevi dalla testa di poter rappresentare tutto ed il suo contrario. Il PD non è la DC che, essendo “necessitata” a governare, poteva (o forse doveva) avere al proprio interno posizioni molto variegate. Le posizioni divaricate portano alle spaccature clamorose di questi giorni, che peraltro sono ben rappresentate anche nel blog. Uscite dall’equivoco, ora o mai più.
Scritto da larpi il 20/4/2013 alle 18:48
La sinistra rischia di essere preda di opposti estremismi, dimenticando l'Italia. Nel mio piccolo, spero che si ricompatti intorno al nome di Matteo Renzi, perché in Italia ci sono solo tre leader che la gente, per motivi diversi, vede vicino ai suoi problemi: Berlusconi, Grillo e Renzi stesso. Spero che dialoghi con la destra e i grillini in parlamento per salvare il lavoro in Italia, ma sia alternativa (e comprensibile) nei programmi. Tutto qua.
Scritto da Roberto Rotondo il 21/4/2013 alle 11:21
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