Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 26/4/2013 alle 14:42

 

Il Pd non può essere né una “caserma” né un “bordello”. L’anarchismo denunciato da Pierluigi Bersani deve lasciare il posto a un confronto intenso ma leale e costruttivo. E la prima tappa obbligata sono i congressi. Non solo quello nazionale, perché se il congresso nazionale è urgente, lo è altrettanto quello provinciale.
Parola di Giuseppe Adamoli, ex consigliere regionale e figura fondamentale 
nella nascita del Pd a Varese. Nel 2010 ha deciso di non ricandidarsi per
la Regione, cedendo il posto alle nuove leve del partito. Ma rimane
politicamente attivo, offrendo spunti e critiche attraverso interventi e commenti che puntualmente pubblica sul proprio blog. 
Partiamo dai congressi. I giovani democratici lo chiedono anche a livello 
locale. Lei che ne pensa
?
Penso che sia necessario tenerlo rapidamente anche a Varese oltre che a Roma. E aggiungo che se il prossimo congresso provinciale sarà unitario in modo naturale, va bene. Ma se invece si dovesse arrivare ad un candidato unico perché qualcuno dall'alto vorrà imporlo, griderò il mio dissenso da tutti i megafoni che potrò afferrare. 
C'è chi maschera i propri giochetti dietro all'unità del partito?
Il finto unanimismo, anche a Varese, offre spazio alle piccole lotte intestine. Un partito può benissimo avere delle sensibilità diverse, che dialogano, si confrontano in modo trasparente e quindi restano unite nel perseguire l’obiettivo che insieme ci si è dati. Anche con una maggioranza e un'opposizione. Altrimenti si ammette che non siamo un partito ma un agglomerato di tante cose diverse difficilmente componibili.
C'è una certa paura del confronto democratico interno?
Diciamo che ci sono notabilati interni che non vogliono modificare la situazione perché gli va bene così. 
Le “occupazioni” delle sedi, da parte dei giovani, rappresentano però una 
spinta al cambiamento?

Più che occupazioni sono state delle auto convocazioni. Laddove sono state spontanee, le approvo. Sono sintomo di una forte vitalità.  Ma dove invece sono state incitate da qualcuno per un disegno mirato di carattere personale, allora no. Non dico sia successo a Varese, ma in alcune parti d'Italia si.
La crisi è esplosa a seguito delle spaccature (prima sul presidente della Repubblica, oggi sul governo di larghe intese) in Parlamento. La premiership di Letta può riportare unità?
Lo spero. Letta deve fare il governo che risolva i problemi più urgenti e 
faccia finalmente una nuova legge elettorale. In questo modo darà al Pd la possibilità di ricompattarsi. Quando una persona seria come Bersani dice siamo stati preda dell'anarchismo, lancia un'accusa terribile. E da anche la dimensione della sconfitta che lui stesso ha subito. E occorre che queste cause vengano meno. 
A questo punto si è arrivati tuttavia per gli errori della classe dirigente? 
Errori sia tattici che strategici. Sono anch’io molto insoddisfatto della gestione postelettorale. Non hanno capito che non avevamo vinto, che c'erano tre minoranze paritarie. Si sono fatti ingolosire dalla sovra-rappresentanza dovuta al premio elettorale enorme, come ha dichiarato il Presidente Napolitano.
Da questo miraggio sono nati gli errori, ad esempio l'idea di poter fare un governo di  minoranza. Mi spiace per Bersani, che ha la mia solidarietà umana, ma non posso approvare la linea politica che ha tenuto negli ultimi mesi.

(Intervista di Marco Tavazzi su La Provincia di questa mattina)

Commenti dei lettori: 42 commenti -
C'è bisogno come il pane di un chiarimento profondo alla base del Pd. Troppa opacità, troppi furbi, troppe cose che non si capiscono.
Scritto da Nicola il 26/4/2013 alle 15:10
Tu non lo pensi, ma adombri l'ipotesi che il PD possa essere solo un agglomerato e non un partito..... E se questa fosse invece la triste verità?
Scritto da bm il 26/4/2013 alle 15:12
La lucidità dell'analisi di Giuseppe Adamoli, sia sulle scelte seguite al voto, sia sull'ambito locale, mi colpisce sempre: un vero punto di riferimento Sottoscrivo in toto quanto dichiara. Aggiungo: il prossimo congresso del PD deve essere "fondativo. Si faccia senza tessere e in maniera totalmente libera!
Scritto da Marco Fazio il 26/4/2013 alle 15:20
Fino a ieri unanimismo di facciata e lotta fra bande di cui il voto contro Prodi è stato l'emblema. Da oggi speriamo meno conformismo e più lealtà. Se non sarà così non restano che le elezioni anticipate col Pd probabilmente in minoranza.
Scritto da Lorenzo L. il 26/4/2013 alle 16:14
Forse l'errore o meglio il peccato originale fu proprio la paura di scontrarsi nel congresso del 2009, quando sul carro del papabile vincitore salirono in tanti, anzi tutti pur essendo in disaccordo su molto. Confrontarsi apertamente mentre si era minoranza era forse meglio che farlo ora che si è sul "punto di non ritorno", ma si ebbe tutti paura di una eventuale scissione che li si era lontana ma che oggi è vicina.
Scritto da Federico Antognazza il 26/4/2013 alle 16:16
Peccato che tutte queste cose le avete capite con tanto ritardo!
Scritto da Mario Carmelo Guerrisi il 26/4/2013 alle 16:25
Il Pd non può essere né una “caserma” né un “bordello”. Sottoscrivo augurandomi che sia così in futuro.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 26/4/2013 alle 16:58
Grazie Giuseppe, condivido pienamente il tuo pensiero espresso nell' intervista. In queste ore, dopo l'intervista che ho rilasciato a La Provincia di Varese qualche giorno fa, un gruppo di persone mi ha detto di stare calmo, che era inopportuno chiedere i congressi anche a Varese e altre dicerie tipiche di chi ha paura di perdere il suo ruolo. Ritengo che questo sia il momento per un cambio di rotta netto da Roma a Varese. Ognuno di noi (nessuno escluso) deve mettersi in discussione, serve una presa d'atto e per qualcuno un bagno di umiltà per poter ripartire. Il tempo dei tatticismi è finito. I nostri elettori vogliono vedere un cambiamento netto, se il PD non sarà in grado di farlo temo che questo partito resterà per sempre all'asilo e ad ottobre al compimento dei 6 anni di vita non andrà alle elementari.
Scritto da Tommaso Pòlice il 26/4/2013 alle 17:08
@bm (15.12) - Una grande forza democratica è un agglomerato di “cose diverse”. La dignità di partito gliela conferisce un progetto unificante, la volontà delle diverse culture di tendere alla convergenza, la linea politica decisa magari a maggioranza ma poi rispettata da tutti. Il terribile atto di accusa di Bersani quando se ne è andato "...invece che un soggetto politico siamo apparsi uno spazio di gioco, un autobus, un ascensore, un nido per il cuculo" dimostra quanta strada c’era e c’è da compiere. E tuttavia milioni di persone stanno rinnovando la loro fiducia al Pd. Significa che la finalità del nostro stare insieme è ancora più forte della spinta alla disaggregazione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/4/2013 alle 17:11
@Federico Antognazza (16.16) - Può darsi che sia ottimista ma non vedo scissioni imminenti e importanti, semmai qualche fuoriuscita di piccole frange. Tu chiameresti scissione quella di Rutelli? Io no. Se questa volta avverrà qualcosa del genere verso sinistra non trattiamo chi esce come dei compagni che sbagliano ma semplicemente persone che dignitosamente hanno compiuto una scelta diversa. Questa storia dei "compagni che sbagliano", forse perché non sono mai stato un "compagno", mi sembra una gran sciocchezza.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/4/2013 alle 17:15
Ho letto la tua intervista su "La Provincia". Sai bene come la penso. Concordo su tutto. Umana solidarietà a Bersani. Il cambiamento è comunque necessario quando si commettono grossolani errori nella valutazione dei risultati e nella linea politica.
Scritto da Sic Est il 26/4/2013 alle 18:46
Caro Giuseppe, non dico che sbagliano. Anzi chi sceglie non sbaglia mai.Detto questo però credo che i finti unanimismi del 2009 non si dovranno ripetere perchè assopire la dialettica è il male della politica e per troppi anni ce la siamo assopita all'interno per "mostrarci" uniti. Lo dissi ai tempi del congresso e lo ribadisco ora. Tutto qui.
Scritto da Federico Antognazza il 26/4/2013 alle 18:52
Non è questione di scissioni abbiamo votato per non avere più Berlusconi speriamo che si approvi un governo con pochi punti lavoro esodati e riforma elettorale con forte riduzione dei parlamentari poi di nuovo elezioni altrimenti perderemo un sacco di voti e non ci sara più necessita di scissioni
Scritto da Luigi Scandroglio il 26/4/2013 alle 18:58
Condivido e ti ringrazio per aver chiarito che non ha alcun senso l'idea di un Congresso del PD di Varese al di fuori di un confronto nazionale. Intendo per "congresso vero", quello in cui si sappiano riconoscere le differenze per quello che sono, in cui le persone intelligenti sappiano distinguere tra una discussione e "una resa dei conti". La concezione del partito come sommatoria di feudi l'uno contro l'altro armati ci ha consegnato al disastro. Non è che se invece dei 'guelfi bianchi' vincono i 'guelfi neri' ci cambia qualcosa.
Scritto da Roberto Caielli il 26/4/2013 alle 19:03
Letta ce la farà e i voti in dissenso nel Pd saranno pochi. Napolitano non scherza. Se il governo fallisce scioglierà la Camera e il Senato e saranno dolori per tutti i parlamentari e i partiti.
Scritto da G.G. il 26/4/2013 alle 19:07
Il congresso è importante, anche e soprattutto in sede provinciale e quindi anche a Varese. Vorrei vorrei evitare che il risultato sia meramente una resa di conti. Il PD deve mantenere al proprio l'interno la diversità e il pluralismo di vedute ed aprirsi alla società. Deve tornare agli elementi fondativi di esso, che non si sono mai totalmente realizzati
Scritto da Simone Franceschetto il 26/4/2013 alle 19:27
Primo problema per Letta? Evitare assolutamente l'aumento di in punto dell'IVA. Oltre alle chiacchiere queste sono le cose che contano per la gente comune.
Scritto da Valceresio due il 26/4/2013 alle 20:16
Caro Giuseppe non credo che Letta sara' in grado scalare la parete di sesto a cui fai riferimento nel tuo blog. Il sostegno che ha ricevuto in direzione nazionali e' ben sintetizzato da una felice battuta di Debora Serracchiani in un talk show di un paio di giorni fa'. Vai avanti tu perche' a noi viene da ridere. Penso sia parere condiviso da tutti gli analisti equilibrati che lo scenario italiano non ha vie d'uscita a basso costo sociale e economico. Mi soffermo solo su un paio di osservazioni. La prima di carattere economico si basa sull'impegno costituzionale all'equilibrio di bilancio imposto dal trattato dell'unione (fiscal compact). Anche trattando con flessibilita' il debito pregresso ormai al 127% del PIL rimane il problema del disavanzo corrente 2013 che deve rimanere sotto il 3%. Ad oggi con gli impegni presi dal governo Monti (pagamento debiti alle imprese) mancano 8-9 miliardi per garantire anche con artifici contabili al limite il rispetto di questo limite. Altro che cancellazione o rinvio dell'incremento dell'IVA ci sara' bisogno a breve di un'altra manovra. La seconda osservazione e' sull'impatto sociale nel breve-medio periodo dell'esaurimento delle risorse per la cassa integrazione in deroga e per gli esodati. La momentanea disponibilita' di una grande quantita' di liquidita' sui mercati dovuta alla colossale stampa di moneta da parte degli Stati Uniti e del Giappone si andra' esaurendo nei prossimi mesi con effetti non minori sullo spread dei titoli di stato italiani oggi artificialmente contenuto. Questo aggravera' ulteriormente il disavanzo corrente 2013. Le filastrocche che raccontano che Letta andra' a Bruxelles e Francoforte a chiedere che si cambi il trattato UE e che lo prenderanno sul serio sono palesemente ridicole. Quindi fa senso la battuta di Debora Serracchiani "vai avanti tu che a noi vien da ridere"
Scritto da Flavio Argentesi il 26/4/2013 alle 20:26
Molto convincente questa sera Mario Monti ad Otto e mezzo. Mi ha dato fastidio il modo come la stampa e i partiti lo hanno trattato. Senza il suo governo sarebbe stato molto peggio per l'Italia.
Scritto da Giò B. il 26/4/2013 alle 21:18
@Adamoli, ti propongo la seguente riflessione: nel 1994, subito dopo la sconfitta di Ochetto, il N. 2 D'Alema coordinatore della segreteria(corresponsabile della sconfitta) prese il potere. Oggi, il vicesegretario di Bersani (corresponsabile insieme a Bersani) sale a palazzo chigi. Personalmente stimo Letta e come più volte ribadito mi auguro che possa fare bene. Non apprezzo però chi oggi tende a separare le responsabilità ai vertici del PD (Letta bene-Bersani male). Premetto,non è il tuo caso.
Scritto da Robinews il 26/4/2013 alle 21:22
Per @Adamoli, @Caielli: Boeri non è il mio punto di riferimento nel PD, tuttavia, non posso che condividere quanto ha rilasciato alla Repubblica di mercoledì 24 aprile, che qui riporto: ‘Vedo volare coltelli. Ma se il tema è solo chi deve lasciare e chi deve subentrare non andrò neanche alle riunioni. Se contano più le persone, le tattiche e le correnti, gli elettori se ne andranno’. @Caielli li chiama ‘guelfi’. Boeri, invece, li chiama con il giusto nome: clan. Infatti, l’architetto milanese continua così: ‘le guerre tra clan uccidono il partito. Quando si discute, il dibattito dovrebbe essere ovunque sul territorio, per capire dove va la base’. A Milano, terra di clan (come da definizione di Boeri) vorrebbero sostituire Cornelli. A Como, Gaffuri e Braga non si sognerebbero mai di sostituire Savina Marelli. E a Varese? Non vorrete mica sostituire Taricco? L’intervista di Adamoli è un utile tassello nella costruzione del rinnovamento ma, al lato pratico, per fare un esempio, sostituire un ‘marantelliano’ con un ‘alfieriano’, cosa potrà mai cambiare nella sostanza? Chissà anche @Fiori cosa avrebbe da rispondere a riguardo.
Scritto da eg il 26/4/2013 alle 21:39
Un'altra grande delusione davanti a noi. La sinistra è quasi morta. Grillo cos'è, di sinistra? La sinistra vera sa prendere decisioni amare nei momenti diffcili, Grillo ha deciso di non combattere e di fare solo gli affari presunti del suo movimento che diventerà più piccolo, ne sono quasi certo.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 26/4/2013 alle 21:57
Dalle notizie delle ultime ore il governo si farà e i dissidenti del Pd saranno pochi. Auguri a Letta e ai suoi ministri.
Scritto da Nicora il 26/4/2013 alle 23:28
Cosa serve fare un congresso se regna l'ipocrisia e l'indifferenza. Alla luce della "trombatura" di Prodi mi sovviene il ricordo del silenzio (che mi aveva insospettito) di alcuni dirigenti davanti alla manifesta richiesta in Assemblea Provinciale "mai con berlusconi!!!". Si parla di traditori, ma il primo TRADIMENTO è stato quello di una dirigenza che si è fatta imporre il nome di Marini (da berlusconi?). Il secondo tradimento è quello di chi si lamenta che il disastro è stato provocato da chi si fa influenzare da twitter e facebook: oh maledetti stolti, che mezzo hanno i militanti di comunicare con chi li rappresenta, se neanche l'organo apposito, l'assemblea provinciale, con i delegati dei circoli, viene ascoltata. Non capiscono che la politica "mi hai eletto, faccio quel cazzo che mi pare" è finita, che i cittadini, i militanti, vogliono che gli si renda conto di quello che si fa e non solo ad ogni congresso? Mi appare assolutamente assurdo che il PD si faccia insegnare dal M5S (che sceglie il suo candidato alla presidenza con solo 4000 voti) come si comunica con gli iscritti. Abbiamo un potenziale per comunicare (grazie alla struttura e alle risorse) immensamente superiore. E' davvero difficile che i nostri parlamentari possano sondare le opinioni di chi li ha eletti (non solo tra chi li compiace) con le nuove tecnologie? Non parlo di facebook, ma di un vero e proprio serio sistema di comunicazione interno al partito. Magari un sistema di posta elettronica certificata dei segretari di circolo, dei delegati all'assemblea provinciale. Un sistema aperto e non di correnti, dove l'opinione maggioritaria sia portata avanti da tutti i parlamentari, insieme. Potrebbe essere un modo per eliminare queste stramaledette correnti personalistiche o legate al passato. La vera rotamazione non deve essere delle persone, ma dei metodi da 1a repubblica. Poi naturalmente dei dinosauri che si oppongono al cambiamento.
Scritto da Rolando Lucioni il 27/4/2013 alle 09:26
@ Roberto Caielli. congresso a Varese? non auspico a priori un cambiamento della dirigenza, ma serve una spinta propulsiva, una botta di adrenalina. Il modo in cui viene tenuta in considerazione l'assemblea provinciale è indegno: si riunisce due/tre volte l'anno, non viene mai votato niente, non vengono presi impegni del rispetto dell'opinione maggioritaria. se l'attuale dirigenza non possiede gli "ormoni" per questa botta di vita, si faccia da parte.
Scritto da Rolando Lucioni il 27/4/2013 alle 09:36
@Robinews (21.22) - Ti racconto un episodio avvenuto dopo le “primarie” per la segreteria nazionale. Avevo votato Bersani, anziché Franceschini o Ignazio Marini, perché convinto da Letta come ho detto in occasioni diverse. A Roma, in una riunione dei componenti dell’Assembra nazionale che si riconoscevano in Letta, prendo la parola e invito Letta a candidarsi per la carica di capogruppo alla Camera piuttosto che accettare quella di vice segretario perché “entreresti nel cono d’ombra del segretario e perderesti la tua libertà critica”. Letta nella replica mi rassicura che questo non avverrà perché non “siamo più il partito della sinistra nel quale il vice era soltanto la fotocopia del segretario”. Insomma lealtà si, ma non subalternità. Nessuno può mettere in dubbio che Letta sia stato coerente ed abbia le carte in regola per guidare il governo che si sta faticosamente formando. Se farà bene o fallirà potremo giudicarlo soltanto fra un po’ di tempo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/4/2013 alle 09:45
@eg (21.39) - Condivido la frase di Boeri che tu riporti “le guerre tra clan uccidono il partito. Quando si discute, il dibattito dovrebbe essere ovunque sul territorio, per capire dove va la base”. Nell’intervista, naturalmente molto sintetica, esprimo questo stesso concetto. Se sarà sostituito il segretario provinciale di Varese e con chi non lo so proprio. E' un fatto prematuro. M’interessa che tutti gli aventi diritto possano esprimersi liberamente ed eleggere i loro rappresentanti nell’assemblea e quindi il segretario senza essere imprigionati dentro gli schemi angusti che tu immagini per Varese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/4/2013 alle 09:54
Spesso abbiamo voglia di buttar tutto (bambino e acqua sporca) senza volere vedere in faccia la realtà. Con questo risultato elettorale sfido chiunque a trovare una soluzione poco diversa da quella di Napolitano. Ci siamo cullati in una facile vittoria e ci siamo risvegliati perdenti. Questo, a mio modesto parere, non significa che la soluzione è lo spappolamento del partito. Litigiosità significa dare fiato al cavaliere. Una cosa spero che sia stata recepita: mai più ingombri a sinistra.
Scritto da Sic Est il 27/4/2013 alle 09:54
A livello provinciale c'è bisogno di un dibattito vero e non di un unanimismo di facciata. Sarà capace ed in condizione il pd varesino di discutere liberamente senza che i suoi capi provinciali ci propinino la solita polpetta dell' unità a tutti i costi calando dall' alto uno che abbia come unica qualità l' appartenenza al clan vincente con i numeri? Scusate ma ho dei seri dubbi. E' necessaria una rottura di un metodo tanto fallimentare.
Scritto da Pdvarese il 27/4/2013 alle 11:19
Sono d'accordo con Adamoli .."congresso vero, subito.." da tempo lo volevo, ancora prima delle elezioni. Adesso non si può più rinviare. Purtroppo mi sto rendendo conto che sembra non essere capitato nulla a livello di dirigenza del partito. Ho lanciato l'idea dell'autoconvocazione dei circoli con un ordine del giorno preparato dai circoli stessi e condiviso. Ho inviato ai 49 circoli del PD della provincia di Como e solamente il portavoce del circolo di Cantù mi ha risposto. Stanno ancora aspettando che ai livelli superiori arrivino indicazioni ed ordini da seguire. Sembra che la lezione non abbia dato nessun frutto.
Scritto da Eugenio Maria Castiglioni il 27/4/2013 alle 12:08
Uno più silenzioso e inerte del segretario provinciale di Varese è difficile trovarlo.
Scritto da Vittorio il 27/4/2013 alle 12:20
La segreteria regionale del Pd è ancora più scassata di molte segreterie provinciali e di quella di Varese. E' praticamente inesistente e nessuno dice niente.
Scritto da Iscritto Varese il 27/4/2013 alle 13:15
Fuori tema. Da quando sono state elette (è stata eletta), Alice e tutta l' allegra compagnia, sono sparite dal suo blog. Un caso?
Scritto da una curiosona il 27/4/2013 alle 13:39
@Sic Est, sei stato coerente, addirittura fissato, fin dal primo momento nel prevedere questo governo. Purtroppo sei vittorioso ma mi aspetto un'onestà pari alla coerenza quando lo giudicherai fra alcuni mesi.
Scritto da Osvaldo il 27/4/2013 alle 13:50
Una tale disfatta nessuno se la poteva immaginare prima delle elezioni. Che ha ridotto il PD a brandelli ed ha di fatto resuscitato il caimano e CL. Una"Caporetto"da cui sara'assai arduo risollevarsi.Se i giovani non vanno alla riscossa e prendono in mano il partito per la sin. continuera' inevitabilm.il declino,anche perche' questo governo a guida Letta (persona rispettabilissima) non potra' soddisfare nessuno. Peccato, si e' persa forse l'ultima occasione per il rinnovam.,del PD e dell'Italia!
Scritto da giovanni dotti il 27/4/2013 alle 14:04
Riproduco questo articolo trovato sull’Huffington Post di oggi. TUTTI GLI ERRORI DI BERSANI. Le dimissioni di Bersani sono il frutto di 50 giorni di gestione della crisi in cui sono stati fatti tanti errori. Penso siano giuste anche se sono dispiaciuto per l'uomo. Una persona trasparente ed un grande amministratore. La linea politica post voto è stata sbagliata. Si è arrivati tardi alla soluzione del governo di scopo. Dissi subito a persone molto vicine a Bersani che l'unica strada era dichiarare la non vittoria e rimettere il patrimonio elettorale del Pd nella sagge mani del capo dello Stato. Mi fu detto che mai e poi mai si sarebbe potuti arrivare a soluzioni vicine o simili a quelle del governo Monti perché quella era stata la maggiore causa della non vittoria del Pd. Ricostruiamo. Il Pd nei giorni successivi alle primarie aveva una percentuale intorno al 34% che con gli altri compagni della coalizione arrivava vicino al 39%. Di settimana in settimana questo consenso è scemato a causa di una campagna elettorale priva di messaggi chiari e argomenti forti. La linea era: stiamo buoni perché siamo avanti. Non dobbiamo fare altro. Così mentre le altre coalizioni picchiavano duro fino alla demagogia o alla circonvenzione degli elettori, noi parlavamo di piccola patrimoniale. Abbiamo non vinto le elezioni perché abbiamo sbagliato messaggio e perché abbiamo dato l'impressione di volere creare una socialdemocrazia che ricordava molto quella dei primi anni '90. Abbiamo sentito aggettivi come progressista che erano spariti dal lessico politico delle coalizioni di centro sinistra e che hanno riacutizzato una frattura fra la società civile ed il partito del centro sinistra, frattura che l'Ulivo aveva attenuato.Poi la gestione del risultato elettorale. Ondivaga e priva di leadership. Prima l'inseguimento a Grillo fino ad arrivare a far dichiarare massimi dirigenti del Pd sulla disponibilità a votare l'arresto per il capo dell'opposizione senza neanche che una richiesta in tal senso ci fosse stata e senza vedere le carte. Tutto per barattare la nascita di un governo di minoranza di dubbia solidità e comunque consegnato armi e bagagli a Grillo. In un secondo momento si è deciso di virare di 180 gradi e ricercare un accordo con il Pdl giustificato dal l'elezione del presidente della Repubblica ma avvitato pericolosamente con la formazione del governo. Tutti sapevano che la maggioranza che eleggeva il presidente della repubblica sarebbe stata la stessa che avrebbe dato la fiducia al nuovo governo. Questo atteggiamento ha avuto effetti nella elezione del capo dello Stato perché ha dato il segnale pericoloso che tutto era uguale e che si poteva andare da una parte o dall'altra senza nessun problema. Questo messaggio molto diffuso nel gruppo parlamentare è stato a mio avviso interpretato male da tanti neo eletti quasi come uno sciogliete le righe che in casi del genere vuol dire votate secondo coscienza. Nell'elenco delle scelte sbagliate si può aggiungere anche la gestione delle votazioni per Marini e per Prodi. Se si voleva si poteva votare scheda bianca alle prime tre votazioni e Marini avrebbe avuto i 504 voti necessari alla quarta. Così come si sapeva che Prodi alla IV non avrebbe avuto il consenso necessario ed allora era preferibile votare ancora bianca prima di aver chiuso l'accordo con Monti. Posso scrivere queste cose perché le ho dette prima e durante il voto. Per tutte queste decisioni penso che sia giusto politicamente che il segretario del Pd che ha gestito direttamente ed in prima persona tutte le fasi precedenti e successive al 24 febbraio si assuma la responsabilità e consenta a Letta e ad altri di prendere liberamente tutte le decisioni urgenti necessarie a provare a sbrogliare una matassa sempre più complessa. Angelo Rughetti Deputato PD
Scritto da Sic Est il 27/4/2013 alle 14:08
Finalmente la prova del Governo farà distinzione tra chi intende la Politica ed il PD quale suo strumento di impegno per il bene del paese e costruttore di futuro per le giovani generazioni da quelli degli slogan, del no a prescindere, dell'antagonismo politico quale unica via, dei senza se e senza ma. Spero trovino presto altri luoghi dove fare danno! Oggi é tempo di leale responsabilità verso il Paese, del dare risposte immediate e concrete a coloro che invocano: equità, lavoro e giustizia.
Scritto da Nicola Lombardo il 27/4/2013 alle 14:14
@Eugenio Maria Castiglioni (12.08) - Non abbatterti e non disarmare. Sotto la cenere c'è ancora del fuoco. Tutti stanno aspettando il congresso nazionale prima di indire quelli provinciali. C'è una paura che attanaglia anche gli spiriti più combattivi ma presto il clima cambierà anche se resteranno i fedeli delle varie componenti che agiranno soltanto su ordine dei capi. Questo non ti deve deludere. E' un conformismo in parte inevitabile nei partiti e in tutti i gruppi sociali e movimenti politici.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/4/2013 alle 15:44
@Una curiosona (13.39) - Non ho mai saputo chi fosse @Alice o @Mafalda. Bella scrittura, pensieri e provocazioni intelligenti. Mi fidavo di lei al punto di scambiarci delle mail riservate in una situazione impari: lei conosceva me ma io non conoscevo lei. Perché sia scomparsa dal blog non lo si proprio. Non penso però che fosse la futura Sen. Erica D’Adda come molti, ma non su questo blog, avevano ipotizzato. Perché, in questo caso, avrebbe dovuto nascondere la sua identità? Chiunque sia le auguro il meglio per sé e la sua famiglia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/4/2013 alle 15:53
Sempre d'accordo, ma i contenuti del Congresso dovranno essere indicati dalla base. La base non può andare ad un congresso deciso e organizzato da chi in questo momento dovrebbe avere solo il buon senso di ascoltare e non di decidere. Ho davvero il timore che anche il congresso, ormai inevitabile, sarà organizzato e pilotato da chi ora non ha più niente da dire vista la figuraccia dimostrata.
Scritto da Eugenio Maria Castiglioni il 27/4/2013 alle 17:02
Il congresso nazionale PRIMA di quelli provinciali è la formula che impedisce il ricambio e la discussione che sale dalla base.
Scritto da Franco Barlocci il 27/4/2013 alle 20:33
Pensiamo al bene dell'Italia piuttosto che la lotta tra bande !!
Scritto da Loredana N. il 27/4/2013 alle 21:49
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