Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 4/5/2013 alle 09:35


Rabbia, delusione e sofferenza nel Pd.
Negli ultimi 6/7mesi si è sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare.
Gli avvoltoi volteggiano sul suo corpo sfibrato asserendo  che il “partito nuovo” non è mai nato e annunciando scissioni imminenti.
Una cosa è certa, è finita la classe dirigente proveniente da Pci-Pds-Ds (questo blog lo dice da molto tempo). La prima repubblica di questa filiera ha chiuso i battenti con molto ritardo. E’ allo stremo anche quella, con meno forza e seguito, proveniente da Dc, Ppi, Margherita, favorita solo da un minore tasso di colesterolo ideologico e burocratico.
Il prossimo congresso dovrà essere ri-fondativo. Non basteranno gli accordi generazionali fra linee contrastanti fra loro: Renzi e Giovani turchi. Deve essere chiara la prospettiva politica. La dialettica è un valore, la babele delle lingue una sciagura.
Al congresso voteranno solo gli iscritti? Abbastanza logico in una situazione normale, illogico in questa fase dirompente. Il corpo degli iscritti (ammirevoli per fedeltà e impegno) non rispecchia più l’elettorato del Pd.
Se votano solo loro, il potenziale innovativo si disperde e si ricomincia con il solito tran-tran. Un epilogo da evitare.

Commenti dei lettori: 78 commenti -
Nesun sincero democratico o che abbia avuto la storia che io stesso ho avuto potrebbe gioire se il tuo interrogativo dovesse avere una risposta affermativa; nemmeno se fosse la mia formazione politica ad averne un vantaggio dalla sua liquidazione. Il senso del post di oggi lo condivido specie la dove afferma che il prossimo congresso sia "aperto" ai suoi elettori. Da informazioni recenti sembra che così non sarà. La crisi di oggi è dovuta alla negazione di partecipazione alle decisioni. peccato.
Scritto da robinews il 4/5/2013 alle 09:58
Il rifiuto di concedere la partecipazione alle decisioni ai propri elettori-iscritti HA FATTO DEL GRUPPO DIRIGENTE PD UNA OLIGARCHIA che anche se ha praticato il metodo delle primarie (a cui ho pure partecipato) quando lo ha fatto è stato solo per confermare scelte di continuità nei gruppi dirigenti (anche quando ha fatto avanzare giovani e donne).In particolare il fatto negativo e che la partecipazione viene negata sulle "POLITICHE", ad esempio su Monti prima e sul governo con PDL oggi.
Scritto da robinews il 4/5/2013 alle 10:06
Mi sembra interessante che votino i non iscritti. Sarò d'accordo quando potro votare in Parlamento senza essere parlamentare, o alle assemblee della FIAT senza pèossederne alcuna azione.
Scritto da Renato Cavalli il 4/5/2013 alle 10:11
Rossi Augusta SIAMO STANCHI DI AVERE UN PD CHE NON RAPPRESENTA LA SX.......RI-FONDATE UNA SINISTRA VERA CHE RAPPRESENTI LA SINISTRA ....I LAVORATORI....I GIOVANI....I PENSIONATI.....GLI ESODATI ECC.ECC.ECC. ALTRIMENTI NN VI VOTIAMO PIU'....IO SONO COMUNISTA DA TUTTA LA VITA MA NON MI SIETE PIACIUTI NEGLI ULTIMI ANNI CI AVETE DIMENTICATI.....ANDATE TRA LA GENTE ....
Scritto da Augusta Rossi il 4/5/2013 alle 10:12
Carissimo @G. Adamoli. Mi sembra che non si voglia accettare la realtà: (1) non abbiamo vinto le elezioni; (2) abbiamo utilizzato il vantaggio, sproporzionato ai risultati, venutoci da una legge elettorale strampalata per inseguire i grilloidi e poi farci prendere, masochisticamente, a pedate da personaggi da fumetti dell’orrore; (3) nella più completa isteria postelettorale abbiamo, tuttavia, ottenuto (a) il presidente della Repubblica – (b) il presidente del Senato – (c) il presidente del Consiglio dei ministri. Ora, in questo desolante quadro di conduzione (?) politica del partito, pretendiamo pure di fare la voce grossa o inventarci i soliti distinguo di facciata (fa ridere un Fassina, conta quanto il due di spade, che accetta il posto di sottosegretario e passa alla critica) per dimostrare a tutti che non siamo né un partito di governo né un partito di opposizione, ma solo un’accozzaglia di occupatori di posti. Alle prossime elezioni, almeno, cerchiamo di non zavorrarci l’estrema sinistra: negli ultimi anni ci ha utilizzati per guadagnare seggi (o posti di lavoro per disoccupati) per poi ritirarsi nel suo cimitero a venerare qualche pezzo museale. Aspettiamo fin dopo l’autunno cosa possa fare E. Letta, senza la solita paura che magari sappia governare e per questo bisogna subito tagliargli le gambe. NEL PD MANCA UNA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA DAGLI IMBECILLI.
Scritto da Sic Est il 4/5/2013 alle 10:17
@Renato Cavalli (10.11) - Guarda Renato che è già successo così nelle due occasioni che abbiamo avuto dall'esordio del Pd. In questa fase dirompente e dirimente ci chiudiamo nel fortino? Temo che possiamo essere assediati e vinti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/5/2013 alle 10:20
Non fa piacere parlare di queste cose ma è giusto farlo perché nei circoli non si parla d'altro. Lo sconforto è enorme. Forse si può batterlo guardando in faccia la realtà che richiede un chiarimento profondo. Vinca chi deve vincere e gli altri o si adattano sempre portando avanti lealmente le loro idee o se ne vanno.
Scritto da Lettrice affezionata il 4/5/2013 alle 10:40
Sono d'accordo: il congresso deve essere aperto anche ai soli simpatizzanti (andando avanti di questo passo temo saranno sempre meno), altrimenti rischiamo di rinchiuderci nel fortino, come dici tu; con quali prospettive? L'errore della burocratizzazione delle primarie deve essere evitato. Spero che, almeno questa volta, gli errori passati possano insegnare qualcosa.
Scritto da Angelo Eberli il 4/5/2013 alle 10:52
@Adamoli, caro Giuseppe, temo che il tuo allarme sia già in ritardo. Questa mattina, ore 9, Pippo Civati ha scritto: VORREI FOSSE CHIARO, SE FARANNO DAVVERO COSI' IL PD CI TOCCHERA' FARLO DA UN ALTRA PARTE PERCHE' QUESTO NON E' PIU' IL PD (blog ciwati). Tu che conosci molto bene Civati sai molto bene che Pippo non è un estremista di sinistra, che non si voglia avere a che fare con estremisti di sinistra come me lo potrei capire, MA CIVATI? auguri a @sic est e a tutti quelli come lui.
Scritto da robinews il 4/5/2013 alle 10:56
Che nel congresso di un partito politico debbano votare i non iscritti è una scemenza, o bischerata, demenziale. La stessa demenzialità che alimenta la Rete, per cui 4700 bischeri che scelsero il Rodotà per la Presidenza rappresenterebbero il popolo sovrano. Demagoghi da strapazzo che meriterebbero risate di scherno e che invece nell'infelice Italia fanno opinione. E perdiamo tempo a ragionarci su! Roba da Guerin Moschino...(variazione sul Meschino, ma il senso non cambia...).
Scritto da ulderico monti il 4/5/2013 alle 11:14
@sic est, mi raccomando tieni duro, nel PD devono starci solo quelli che non sono imbecilli e cioè QUELLI CHE POSSONO FARE ACCORDI SOLO CON IL CDX E BERLUSCONI.
Scritto da ROBINEWS il 4/5/2013 alle 11:59
E’ appena nato è già rischia di inabissarsi sullo scoglio dell’IMU. Possibile che nelle trattative per le larghe intese non sia stato previsto il contrasto tra i due schieramenti sulla tassa sulla casa? E’ vero che dietro questa legge vi è un problema molto più vasto, cioè il modello di società che vede contrapposti i “berluscones” ai “democrat”, con i primi che non accettano la redistribuzione della ricchezza attraverso lo strumento fiscale e i secondi che puntano, attraverso le tasse, alla diminuzione delle disparità sociali e ad un aumento dell’eguaglianza tra i cittadini; tuttavia il conflitto era noto anche prima. Che cosa ha fatto scattare l’ultimatum della destra al Partito Democratico? Perché il P.D.L si è posto brutalmente di traverso al governo Letta dopo pochi giorni dalla sua investitura da parte del Parlamento? La verità è che il nuovo governo, con il suo carico di novità e di competenza, ha riscosso la fiducia della maggioranza degli italiani che ripongono le loro alte aspettative in una compagine che appare lontana dai vecchi politici di professione e dai loro riti bizantini. Il successo dà sempre alla testa ma, in questo caso, non sono stati i protagonisti, beneficiati dalla benevolenza popolare, a perdere le staffe ma i due maggiori partiti che li sostengono . Il P.D. è in ebollizione, la base è in rivolta e grida contro l’ “inciucio” (parola dispregiativa di incerta origine e dubbio significato) ma anche il P.D.L.è in preda ad una identica frustrazione. Entrambi hanno fiutato l’oscuro pericolo che, di fronte all’inconcludenza della contrapposizione muscolare, torni un antico, civile modo di far politica, quello del dialogo e della mediazione. Fuori da denti il rischio è quello che gli italiani ricordino che c’è stato un tempo in cui forze politiche contrapposte riuscivano a governare nell’interesse supremo del Paese. Travolto ingiustamente da “tangentopoli”- che ha confuso il tutto con la parte, i colpevoli e le vittime inconsapevoli, gli artefici della corruzione (che sopravvivono) ai militanti che non si rendevano conto che anche la politica costa - il modello della Prima Repubblica appare forse il più adatto a governare un Paese anarcoide come l’Italia. Il metodo democristiano sembra oggi incarnarsi nei personaggi del nuovo governo che provengono dalle file della “balena bianca”, gigante mite dei mari, e cioè il premier Letta, il suo vice Alfano e Franceschini. L’emergere della “lista civica” di Mario Monti ha inoltre dimostrato che nella contrapposizione muscolare del bipolarismo è emersa, limitata ma reale, l’idea del centro quale elemento equilibratore e propulsore della politica Un’ idea questa, imprevista e inquietante perché gli italiani potrebbero risvegliare la memoria di una stagione lunghissima della nostra storia in cui era possibile affrontare e risolvere i problemi, anche di gravi di quelli odierni, attraverso una leale collaborazione. Non a caso il parto del governo Letta è stato possibile dopo il richiamo in servizio del presidente Napolitano, un ex comunista non amato dai compagni, che in un lontano intervento in Parlamento, nel Maggio 1994 agli inizi della Seconda travagliata Repubblica, pronunciò indimenticate parole:” Siete chiamati a governare ma non potete giustificare qualsiasi intento con la formula ‘il popolo l’ha voluto’”. Qualche volta succede che anche il popolo si fa prendere dalla nostalgia di un passato migliore del presente, non da rivivere ma semmai da reinventare.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 4/5/2013 alle 12:13
Chi è tra la gente, la rappresenta perchè è formato dalla gente, c'è già: IL MOVIMENTO PER L'INDIPENDENZA DEL NORD. LEGA NORD
Scritto da Andrea Rigolin il 4/5/2013 alle 12:39
Quante parole inutili si poteva si doveva ma se era già tutto programmato per le solite paure delle due anime
Scritto da Alessandra Bollini il 4/5/2013 alle 12:40
Si Giuseppe devono votare solo gli iscritti. Ed anche alle primarie qualcosa bisognerà rivedere. Mi spiace niente sbracature di falsa democrazia ed anche meno fiducia ai giovani che molte volte si rivelano un disastro. Affianchiamoli senza togliere loro il futuro e il posto che gli spetta, ma basta fiducia incondizionata.
Scritto da Mauro Prestinoni il 4/5/2013 alle 13:54
@Ulderico Monti (11.54) - Per te il Pd dovrebbe essere liquidato con una bella scissione (se ho capito bene) ma per me va cambiato. Operazione difficile che non riuscirà se al congresso voteranno soltanto gli iscritti. Perché i primi due congressi sono stati tenuti con l’apertura agli elettori simpatizzanti e ora, quando sarebbe più necessaria l’innovazione, si torna al congresso tradizionale? Secondo me molti dirigenti hanno paura di essere spazzati via. Ne riparlerò settimana prossima.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/5/2013 alle 14:09
@ Ulderico Monti. Non capisco perché una persona degna di stima come ritengo tu sia, risponda ad una opinione avanzata da chi teme per le sorti del Pd con una invettiva; le mie opinioni sarebbero “una scemenza demenziale”; mi trovo annoverato tra i “demagoghi da strapazzo”. Mi scuso, ma mi riesce difficile comprendere la tua convinta e apodittica assertività. Alieno all’insulto, cercherei di opporre argomento ad argomento; ma se si tratta di contrastare un dogma, depongo subito le armi.
Scritto da Angelo Eberli il 4/5/2013 alle 14:10
@Mauro Prestinoni (13.54) - Non sono certo una "giovanilista" ma mi dici quando, come e dove ai giovani è stata data una "fiducia incondizionata".
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/5/2013 alle 14:11
Essere iscritti o non essere iscritti, per votare, questo è il dilemma. In un'associazione ben organizzata, per contare, bisogna avere i requisiti per partecipare. Magari non essere iscritti, ma dare un'adesione preiscrivendosi al voto - 2/5 euro a testa - mi sembra il minimo che si possa fare per dare una minima parvenza di correttezza. Non mi piace il sistema della piazza nella quale si entra e si esce con estrema facilità.
Scritto da Sic Est il 4/5/2013 alle 14:26
Grande beppe!
Scritto da Carlo Monguzzi il 4/5/2013 alle 14:29
Rilevo che, se ragiono pacatamente, nessuno risponde, se invece impreco ed estremizzo i concetti, qualche reazione avviene. Imprecherò... La questione della crisi del PD è connaturata alla genesi del partito, ed è l'effetto moltiplicato e moltiplicatore della crisi della sinistra italiana. Una crisi storica che ha origini antiche e strutturali nell'estremismo ideologico e nel rifiuto del riformismo socialista come è inteso e praticato in Europa, ma dalla nostra sinistra comunista e cattolica considerato un compromesso con il capitalismo se non un vero e proprio tradimento di classe. Il risultato è stato la sconfitta sistematica della sinistra a vantaggio delle forze liberal-conservatrici – nel migliore dei casi – se non delle forze retrive e reazionarie. Cultura politica e tradizione avverse alle concezioni liberali e socialdemocratiche, ostili alle culture politiche stabilizzate in Europa. Ritenere di rimediare alle ricorrenti sconfitte con astrusi tecnicismi è una illusione, o peggio, una supponenza che rivela il conclamato complesso di superiorità che affliggeva gli “illuminati” di Marx e Lenin, se non addirittura coloro che si ritengono ispirati direttamente da Dio. Il PD può raffigurarsi in molti modi, ma resta sempre il continuatore delle sconfitte dell'Ulivo e non saranno le invenzioni di dubbia democraticità a risollevarne le precarie sorti. Le primarie deformate e senza regole, gli auspicati interventi esterni nella vita democratica del partito sono espedienti contorti se non in malafede di gruppi di potere asserragliati a difesa di interessi ambigui. D'altra parte, io non ho mai votato PD e uscii dai DS dieci anni fa, per non convivere con alleanze innaturali e improduttive con l'estrema. Perché dunque mi accaloro tanto e non gioisco di veder confermate nei fatti le mie analisi e opinioni? Il fatto è che sono un inguaribile ottimista e un patriota. Peggio per me, forse, ma ancor peggio per voi. Comunque, auguri!
Scritto da ulderico monti il 4/5/2013 alle 15:26
Non sono del Pd ma rispondo lo stesso: in nessun partito, MAI.
Scritto da Franco Accordino il 4/5/2013 alle 15:47
A Giuseppe. Non mi riferivo a tue posizioni, ma alla situazione in generale.
Scritto da Mauro Prestinoni il 4/5/2013 alle 15:48
Guardiamo oltre la manica... Un partito la cui tessera costa un euro e che ricominci da laddove avevamo lasciato ovvero primarie aperte a tutti.
Scritto da Francesco Calò il 4/5/2013 alle 16:01
Si... facciamolo solo tra iscritti il congresso....ci sbrighiamo prima. 4 o 5 iscritti per sezione, si risolve tutto in una settimana.
Scritto da Angelo Ruggeri il 4/5/2013 alle 16:12
@Angelo Eberli il 4/5/2013 alle 14:10 . Nessun insulto personale, naturalmente, e nessuna propensione al dogma. Ma i fatti parlano da soli: le sconfitte sistematiche e ricorrenti e la caparbietà di non voler cambiare. Se i riformisti non fanno le riforme, a cominciare da se stessi, che riformisti sono? La sinistra estrema aprì le porte al fascismo (il Cominform accusò il partito socialista tedesco di social-fascismo e favorì l'avvento di Hitler); capitolò a fronte di 50 anni di Democrazia Cristiana (per fortuna nostra); fallì due volte la prova dei governi Prodi; l'attualità è sotto gli occhi di tutti... Non avete il dubbio che da cent'anni la “macchina” sia mal progettata? Che senso ha mettere pezze ad un tessuto lacero e consunto? Continuare così? Un suicidio! Non guardare alle esperienze europee? Arroganza! E il dogmatico sarei io? Diciamo che, se mi incazzo, è perché vi voglio bene...
Scritto da ulderico monti il 4/5/2013 alle 16:22
Alcuni vecchi del pd hanno commesso grossi errori vedi la carica dei 101 ma anche i giovani non sono stati sempre all'altezza della situazione uno in particolare
Scritto da Alessandra Bollini il 4/5/2013 alle 17:01
Mi viene in mente un confronto tra Bersani e Berlinguer, differenti per esperienze e carisma, ma accomunati nel destino politico fallimentare. Bersani, convinto di smacchiare il giaguaro, s 'è perduto di fronte all'inatteso risultato di semi- vittoria e correndo dietro a un leader che, anche avesse voluto, non poteva voltar pagina con una politica che contraddicesse la linea di rifiuto che l'aveva condotto a primo partito d'Italia. Così Bersani ha perso la faccia e il ruolo. Berlinguer, dopo una faticosa separazione dall'Urss (da cui comunque continuò a ricevere danaro), per dimostrare quanto era comunista, andò ai cancelli della Fiat e incoraggiò i prossimo-venturi terroristi all'occupazione della fabbrica. E condannò se stesso e il Partito alla sconfitta storica. A dimostrare che il fallimento è il destino della sinistra italiana.
Scritto da ulderico monti il 4/5/2013 alle 17:09
@ Angelo Ruggeri. Non 4 o 5 ma tutti quelli iscritti se vogliamo restare nella democrazia. Ma se vogliamo fare un po di assemblearismo facciamo votare tutti. Mi chiedo a che titolo allora dovrei restare iscritto al pd... ahhh si... per farmi le serate ad affrontare i problemi e per attaccare i manifesti... a parità di diritto di voto con chi viene critica vota e poi magari vota sel o grillo.
Scritto da Mauro Prestinoni il 4/5/2013 alle 17:18
Mi viene in mente un confronto tra Bersani e Berlinguer, differenti per esperienze e carisma, ma accomunati nel destino politico fallimentare. Bersani, convinto di smacchiare il giaguaro, s 'è perduto di fronte all'inatteso risultato di semi- vittoria e correndo dietro a un leader che, anche avesse voluto, non poteva voltar pagina con una politica che contraddicesse la linea di rifiuto che l'aveva condotto a primo partito d'Italia. Così Bersani ha perso la faccia e il ruolo. Berlinguer, dopo una faticosa separazione dall'Urss (da cui comunque continuò a ricevere danaro), per dimostrare quanto era comunista, andò ai cancelli della Fiat e incoraggiò i prossimo-venturi terroristi all'occupazione della fabbrica. E condannò se stesso e il Partito alla sconfitta storica. A dimostrare che il fallimento è il destino della sinistra italiana.
Scritto da ulderico monti il 4/5/2013 alle 17:30
@Sic Est (14.26) - Io sono per un albo del congresso che vada al di là degli iscritti al quale ci si possa registrare con un cifra modestissima. Questo per il prossimo congresso ri-fondativo. Le primarie per il candidato premier dovrebbero invece essere le più aperte possibili senza gli intralci burocratici dell’ultimo momento inventati sei mesi fa. Se la Commissione dei quaranta per lo Statuto sarà convocata esprimerò questa posizione ma ormai da un pezzo non si riunisce più. Per tornare al congresso dei soli iscritti occorre peraltro una modifica statutaria.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/5/2013 alle 17:38
@Ulderico Monti - Tu ami la politica e sei affezionato al centrosinistra più di tanti conformisti obbedienti e silenti. Questa la mia idea. Secondo me lo sa bene anche @Angelo Eberli. Vorrei convincerti che io ritengo il Pd riformabile ma perché lo sia effettivamente è necessario cambiare in parte la sua base sociale. L'apertura, regolata, agli elettori del Pd è probabilmente la chiave per riconciare meglio l'avventura. Sento che parteciperesti anche tu. "Dammi una leva e solleverò il mondo". Noi dobbiamo soltanto risollevare un poco un partito che rimane pur sempre la spina dorsale della sinistra e la leva è la sua struttura sociale rinnovata e diffusa non solo i suoi dirigenti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/5/2013 alle 17:43
Caro Giuseppe voglio provare a ragionare a voce alta, senza rete, nel tentativo di fare una riflessione sulle ipotesi che metti in campo. Siamo di fronte all’ennesima rifondazione del PD? Dopo la sua fondazione, dopo la svolta di Veltroni, dopo Bersani? Si, è possibile. Il padre fondatore Prodi è stato impallinato a seguito di una serie di errori politici, di interessi diversi e di obiettivi alternativi, ma uniti nel calcolo. Veltroni aveva costruito il partito “liquido”, si era fatto eleggere con le “primarie” aperte per avere legittimità superiore alle correnti e aveva “statutariamente” unito la carica di segretario nazionale a quella di candidato premier. Aveva anche fatto si che si eleggessero gli organi del partito nazionale ( assemblea nazionale, segretario regionale etc, etc. ) attraverso primarie aperte a tutti. Bersani che voleva un partito un po’ più solido, era stato eletto attraverso le primarie aperte a tutti e con lui, se non ricordo male, anche l’assemblea nazionale. Poi, per consentire a Renzi di sfidarlo, l’assemblea nazionale, su proposta di Bersani, ha modificato lo statuto consentendo, appunto, anche ad altri del PD, oltre al segretario eletto con le primarie, di concorre a primarie di coalizione, rendendo, di fatto inutile e ingiustificate le primarie per eleggere il segretario. Con Prodi si andò alle elezioni con tutto il centrosinistra e abbiamo visto come è andata (2006), con Veltroni siamo andati con Di Pietro che dopo due secondi si è fatto il suo gruppo autonomo e non abbiamo vinto malgrado un “fantastico” 33% come PD. Con Bersani siamo andati con Sel e non abbiamo vinto neanche questa volta. A questo punto a me pare che si abbiano due problemi da sciogliere, due problemi però di ordine diverso. Uno riguarda la “natura” del partito. Quale forma dare al partito. Vogliamo ridurlo a semplice comitato elettorale? Che ruolo si può dare agli iscritti? Vogliamo che gli iscritti siano solo manovalanza che va bene per fare salamelle e organizzazione delle primarie? E’ un nodo da sciogliere. Così come si deve capire come arrivare a selezionare la classe dirigente. Le primarie sono giustificabili sempre? Per ogni livello? Ma quando si fanno prevale il merito o altri fattori? Prevale l’organizzazione? Il clan? L’immagine?. Tutti problemi e nodi da sciogliere senza isterismi e con una discussione seria e pacata. L’altro problema è più complesso e riguarda la linea politica. Qui non è più un problema di ex ds o ex margherita. Questa differenza è stata totalmente annullata e superata sia dagli anni, ma soprattutto dalle ultime primarie. Renzi non è assimilabile né alla DC né al PPI. Le vecchie adesioni non esistono più e il nuovo congresso sarà qualcosa di diverso rispetto al passato. Sarà uno scontro generazionale? Io spero di no anche perché lo troverei un vecchio e superato modo per affrontare il nodo politico. Sarà uno scontro tra “laburisti” e “liberali”? Ma la realtà politica e sociale del nostro Paese può ridursi a questo? Dunque ci si prospettano settimane e mesi interessanti con, forse, però, un punto fermo. Il PD malgrado i suoi guai e i suoi limiti, piaccia o no, è l’unico strumento democratico nel panorama politico che faticosamente cerca di strutturarsi. Possiamo dire lo stesso del partito personale di Berlusconi? Possiamo dirlo del partito proprietà di Grillo? Possiamo dirlo di ciò che, spero, nasca a sinistra del PD magari guidato da Vendola e Rodotà, nuova icona di una sinistra ferma ideologicamente agli anni settanta?
Scritto da roberto molinari il 4/5/2013 alle 17:49
Si pero'facciamo presto un congresso serio con una sola anima e qualche idea e valori condivisi e stiamo vicini ai bisogni e alle sofferenze dando risposte e impegnandoci sulle soluzioni non sullebeghe dei posti
Scritto da Fabio Volpi il 4/5/2013 alle 18:32
Chi ha PAURA di un Congresso"aperto"con la partecipaz.al voto anche dei simpatizz.e potenz.elettori?Evidentem.gli stessi che hanno paura di Grillo,che temono di perdere i loro posticini perche'sanno di aver contribuito alla disfatta.Meglio perdere ancora ma mantenere le cadreghe!Con questa mentalita'il PDnon si risollevera'mai!L'elettore serve solo al momento elettorale,poi non conta piu'nulla.Le"Parlamentarie farsa"(pilotate)non vanno piu'ripetute,o votano anche i non iscritti o servono solo a
Scritto da giovanni dotti il 4/5/2013 alle 18:50
''Questi che nel Pd parlano di ex Pci ed ex Dc la smettano, sono minoranza nel partito e nella societa', usano ancora queste categorie soltanto per autoconservarsi. La maggioranza dei cittadini, degli elettori, votano pensando al futuro, vivono piu' di opinioni che di appartenenze''. Cosi' il deputato renziano Davide Faraone. ''Spiccatissima e' la mobilita' elettorale - sostiene Faraone - di fronte all'offerta politica del duemila, pensate, se dovessimo rapportarla alle 'categorie' del dopoguerra. I partiti erano 'caserme', erano 'chiese', oggi soltanto le oligarchie a capo dei partiti continuano ad esserlo e pensano di 'imprigionare' cosi' anche i cittadini che ormai sono 'rete'. Il segretario del Pd va eletto guardando ai cittadini e non ai capi partito, guardando al futuro e non al passato. Questo vale per l'11 maggio e dovra' valere anche ad ottobre. Al congresso, rimango convinto che l'unico antidoto alla malattia degli 'ex', rimane l'elezione del segretario nazionale attraverso le primarie, anche se si dovesse separare questa figura dal candidato premier. Sbagliato tornare alla spartizione tra regioni 'rosse' e regioni 'bianche'. Possono decidere tanti liberi cittadini. Non un segretario amico dei 'notabili' ed estraneo agli elettori''.
Scritto da Angelo Ruggeri il 4/5/2013 alle 18:53
Non vedo scissioni ma tempi difficilissimi. La classe dirigente è scarsa sia a Roma che a Varese, che a Milano.
Scritto da Valceresio due il 4/5/2013 alle 18:56
(Segue)a confermare l'apparato,cioe'quell'oligarchia che ritiene di poter fare sempre quello che vuole,senza consultarsi con la base. Per la salvezza del PD bisognerebbe cambiare con urgenza uomini e mentalita',ma penso che sara'molto difficile.Ricordiamoci che il PD "dovrebbe"essere una forza di SIN.,e che per riconquistare l'elettorato"naturale"che ha perduto deve tornare a fare scelte"politiche"di SIN.,altrimenti perdera'sempre. (Leggere in proposito N.Bobbio:DESTRA E SINISTRA -i VALORI della
Scritto da giovanni dotti il 4/5/2013 alle 19:03
@roberto molinari ci fa una bella fotografia storica di quanto è avvenuto ma dalle sue parole traspare la paura per il nuovo. Ci sono momenti nei quali il nuovo non può essere rimandato, o lo consideri subito o lo lasci agli altri. Questo è uno di quei momenti. Possiamo fare tutte le analisi che vogliamo ma il mondo è cambiato e la politica anche. Oggi l'idea di un partito tradizionale degli iscritti, nel quale per inciso ho sempre creduto, non è adeguato e occorre misurarsi diversamente.
Scritto da Pdvarese il 4/5/2013 alle 20:11
@ Angelo Ruggeri. Sono ovviamente daccordo sui concetti che riporti. Sulle primarie per il Segretario molto meno.
Scritto da Mauro Prestinoni il 4/5/2013 alle 20:28
Caro Adamoli, c'è troppa nostalgia dei vecchi partiti in giro. La sede di viale Monte Rosa è un mortuorio. Te lo dico io che ogni tanto la frequento.
Scritto da Una Pd Varese il 4/5/2013 alle 20:33
E' ora di smetterla di piangerci addosso e guardare avanti. Sempre che ci sia la volontà da parte di tutti di progettare il futuro del P.D. Smettiamola anche di pensare in termini di ex P.C.I. -P.D.S.-D.S. o ex D.C.- Partito Popolare-Margherita, che può interessare noi vecchietti, che abbiamo vissuto la prima e la seconda repubblica, ma non certo i giovani o comunque coloro che sono nativi nel P.D. Per molti iscritti ed elettori del P.D. il problema è mettere da parte il vecchio gruppo dirigente, che obiettivamente ha fallito. Vecchio gruppo dirigente che, anche alla luce delle ultime vicende post elettorali e legate all'elezione del presidente della repubblica, ha dato cattiva prova di sè, accanto peraltro a giovani neo eletti alquanto sprovveduti. Si sarebbe, a mio parere, potuto evitare lo stile rottamatorio del sindaco di Firenze, ma in ogni caso, quando una gruppo dirigente ha fatto il proprio tempo, va più o meno gentilmente accantonato. In primo luogo, cercando di non lacerarci sul governo P.D.-P.D.L. , governo di necessità, piaccia o non piaccia, cerchiamo di capire le cose da fare. In primo luogo, a proposito del governo, dobbiamo capire che con il P.D.L. si è stipulato un semplice armistizio, in attesa di riprendere al momento opportuno la "guerra", cioè la battaglia elettorale. L'obiettivo è realizzare con i pidiellini (e Scelta Civica) quelle due o tre cose che servono agli Italiani e sulle quali non sarà facile nè trovare l'accordo (come vediamo dalle dichiarazioni un po' da Rodomonte di Brunetta e compagnia), nè i soldi per portarle a termine. In secondo luogo prepariamo bene il congresso, da cui dovrà uscire il nuovo gruppo dirigente, che preparerà adeguatamente nuove primarie per la leaderschip nel Paese. Ed, a proposito del Congresso, vorrei essere chiaro, sia pure da semplice militante quale sono e discutere un paio di affermazioni di Adamoli. "Non basteranno gli accordi generazionali fra linee contrastanti fra loro: Renzi e Giovani turchi. Deve essere chiara la prospettiva politica. La dialettica è un valore, la babele delle lingue una sciagura". Caro Giuseppe, in un grande partito, quale il P.D. dovrebbe essere, il problema non sono le linee contrastanti, almeno nei termini da te posti. Ci mancherebbe che nel partito non possano coesistere una linea, diciamo liberal democratica o, se più piace, di sinistra blairiana da una parte ed una linea riformista da laburismo classico, di stampo Keynesiano dall'altro. Il problema sono le regole democratiche che tutti devono riconoscere e rispettare, qualunque sia la collocazione politica interna. Questo è mancato finora al P.D. nella conduzione della fase postelettorale e per le presidenziali, dove i "signori della guerra", i nostri ras, hanno dato il peggio di sè portando il partito all'esito catastrofico che conosciamo. Regole che devono essere fatte rispettare in modo ferreo; non importa se attraverso un gestione unitaria del partito o attraverso il riconoscimento di aree o correnti organizzate. E qui vengo al discorso sul congresso prossimo venturo. Scrive Adamoli: "Al congresso voteranno solo gli iscritti? Abbastanza logico in una situazione normale, illogico in questa fase dirompente. Il corpo degli iscritti (ammirevoli per fedeltà e impegno) non rispecchia più l’elettorato del Pd ". Capisco la tua preoccupazione, caro Giuseppe, ma in un partito, come in qualsiasi altra associazione a democrazia rappresentativa e delegata (penso ai sindacati) non può essere cancellata del tutto la distinzione tra iscritti ed elettori. O meglio: nel caso delle primarie sono d'accordo che gli elettori del P.D., dichiaratisi tali, possano parteciparvi, come è avvenuto. In un congresso invece ritengo che siano i soli iscritti ad essere chiamati per fissare linee politiche, strategie, alleanze e così via, fino al successivo congresso. Il nuovo gruppo dirigente d'altra parte, se sarà all'altezza dei compiti assegnati, riuscirà in ciò che tu lamenti non essere riuscito ai vecchi leader, almeno di recente: cogliere il potenziale innovativo presente nella società.
Scritto da mariuccio bianchi il 4/5/2013 alle 20:47
Un caro compagno, che viene da lontano ed ha percorso un onorato cammino nelle Istituzioni, mi rimprovera di guardare – per comprendere l'oggi - troppo spesso indietro, al passato. Per la deferenza e l'affetto che gli porto, ne te terrò conto. Intanto gli ho risposto quanto segue e – per quanto opinabile - mi pare opportuno presentarlo al blog, perché pertinente alla discussione in corso. u.monti. / 2013.05.04. Da dove veniamo e dove andiamo / Ti ringrazio, caro G..., delle tue osservazioni e delle critiche che condivido per una parte. Ma continuo a pensare che la costituzione di un partito formato, in emergenza e in affanno, dai due gruppi dirigenti DS e Margherita, sia stato (e continui ad essere) un errore storico, strategico e tattico, come dimostrano le continue ripetute sconfitte. E soprattutto l’affannosa e reiterata ricerca di una via risolutiva, come è formalmente dimostrato dalla frequenza del cambio di sigla. Cambiare nome significa non avere certezza della propria identità. E definirsi ‘partito democratico’ significa scimmiottare gli americani, che hanno un partito democratico dal 1762, in una storia e una realtà assolutamente differente dalla nostra. E soprattutto dimostra la mancanza di una strategia percepibile. L’Italia è Europa e in Europa la via della politica corre sui binari classici del socialismo democratico e del liberalismo sociale e cristiano-sociale. Essere una eccezione non è, a parer mio, giustificato se non dalle esigenze di sopravvivenza dei gruppi dirigenti politici. O dalla confusione di idee e programmi. Pertanto ciò che può apparire una questione formale, sottintende invece una realtà fattuale, concreta, con conseguenze funeste per lo svolgimento delle vicende politiche del Paese. Infatti il PD, sbilenco sull’estrema sinistra, lascia spazi enormi al centro e in particolare al Nord, che è pur sempre il motore dell’Italia. In conclusione, nel passato ci sono utili indicazioni per il futuro. Noi siamo fuori rotta. un caro saluto ulderico
Scritto da ulderico monti il 4/5/2013 alle 21:15
mi associo ai complimenti dim @carlo monguzzi, @Adamoli (ore 17,38) vedo che hai ripreso con favore l'ipotesi di uso del web per iscriversi ad albo dei sostenitori. Uno strumento che se ben strutturato può essere (se lo si vuole naturalmente) un potente mezzo di consultazione e partecipazione rapido ed efficace.
Scritto da robinews il 4/5/2013 alle 21:20
Caro Adamoli, hai ragione, basta con i vecchi gruppi dirigenti della prima repubblica. Stiano nel Pd, diano una mano, facciano cultura politica ma non pretendano di guidare loro i vertici. Veltroni oggi sul Corriere ha detto chiaramente queste cose. Bravi tutti e due nei diversi livelli.
Scritto da Giorgio S. il 4/5/2013 alle 21:56
@Mariuccio Bianchi, nel tuo discorso c'è tanto buon senso ma anche la difficoltà a capire che un congresso fatto solo dagli iscritti rischia di perpetuare la situazione di oggi. Gli iscritti sono facilmente controllabili. A Malnate tu ed io sapremmo già quanti voti prende l'uno o l'altro dei contendenti. Solo aprendosi seriamente ai simpatizzanti potrebbe cambiare qualcosa.
Scritto da Un malnatese il 4/5/2013 alle 22:39
@Giovanni Dotti. Completamente d'accordo.
Scritto da Lucky il 4/5/2013 alle 23:20
@Adamoli, SCUSAMI SE USO IL BLOG PER COMUNICARTI CHE TI HO INVIATO UNA MAIL SULLA TUA CASELLA DI POSTA ELETTRONICA, MI FAI SAPERE COSA NE PENSI?:
Scritto da ROBINEWS il 4/5/2013 alle 23:55
Ben dice ADAMOLI:"deve esser chiara la prospettiva politica".Questo e'il nocciolo fondam.di ogni aggregazione politica.Prosp.che va delineata con la piu'larga partecipaz.possibile,non lasciata all'oligarchia del partito.Usare anche il web,come i grillini,per tale scopo,e prevedere una dichiaraz.di adesione morale prima delle votazioni"aperte"che sceglieranno i dirigenti naz.e locali. LA DEMOCRAZIA E'PARTECIPAZ. Solo cosi'si puo'recuperare il consenso e far tornare all'ovile le pecorelle smarrite
Scritto da giovanni dotti il 5/5/2013 alle 08:05
Caro Giuseppe,se il Tuo discorso significa a casa tutti i Vecchi lupi,che se anche spellacchiati ,il vizio non lo perdono,sottoscrivo appieno,volti nuovi non importa l'età ma uomini e donne scevri da vecchie storie e reminescenze che possano veramente interpretare il momento che viviamo e adattare la politica alle nuove esigenze e con lungimiranza disegnare e guidare il futuro di questo paese
Scritto da luigi il 5/5/2013 alle 08:55
@Roberto Molinari (17.49) - Hai messo sul tavolo quasi tutti i temi veri del congresso. Alcuni li abbiamo già discussi sul blog e altri li discuteremo. Il problema è di avere fra le mani delle semplici e chiare piattaforme non così generiche che ciascuno possa trovarvi qualcosa che lo gratifichi. Il progetto congressuale, per sua natura, è molto diverso dal progetto elettorale rivolto a tutti. Mi piacerebbe che si superassero anche le formule “socialdemocrazia” o “liberaldemocrazia” che ormai non sono più in grado di identificare le soluzioni dei problemi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/5/2013 alle 10:49
@Mariuccio Bianchi (20.47) - Sono d’accordo su molte cose che affermi con una premessa. Ci si piange addosso quando ci si lamenta sterilmente, non quando si svolge una funzione critica che è essenziale in politica e che sarebbe stato meglio fosse stata esercitata nei mesi scorsi quando il gruppo dirigente ufficiale assisteva in silenzio agli errori che si andavano compiendo, salvo poi incolpare solo Bersani. Sulle linee contrastanti nel Pd, figurati se non sono d’accordo! Qualche settimana fa ho scritto un post intitolato “Elogio del dissenso”. Il fatto è che anche il dissenso deve rispettare, come tu dici, le regole democratiche del partito. Se lo si fa è dialettica magari aspra, in caso contrario è “babele delle lingue”. Questo è ciò che volevo dire. Bersani, non io, ha parlato con parole durissime e spietate di “anarchismo”. E’ questo che va evitato. Sul congresso di soli iscritti ti faccio notare (ne parlerò nelle prossime settimane) che per renderlo possibile bisognerebbe cambiare la norma statutaria che prevede la partecipazione “aperta”. Può anche essere (l’ho sostenuto tempo fa a Roma nella Commissione Statuto) ma dentro una revisione della “forma partito” che ci siamo dati alla nascita del Pd. Lasciare questo modello tale e quale e far votare solo gli iscritti lo considero sbagliato e seriamente controproducente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/5/2013 alle 10:56
@Luigi (08.55) - Hai capito benissimo. Il ricambio lo ritengo indispensabile per chi guida il Pd. Per altre funzioni politiche è utile e giusto che chi ha accumulato esperienza sia posto nella condizione di dare il suo contributo e non sempre avviene. Sono per un partito che include, non che esclude. Penso che tu sia d'accordo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/5/2013 alle 11:01
Secondo l’interessante analisi di Angelo Panebianco apparsa oggi sul Corriere a mettere in difficoltà il P.D. è soprattutto il peso del suo passato. Il Partito Democratico non ha una identità adeguata perché tende a perpetuare una concezione di sé e del proprio rapporto con gli elettori e la società, ereditata dalla Prima Repubblica, che è incompatibile con la realtà attuale. Il Partito continua a concepire il proprio elettorato più come un “blocco” che come un insieme di “flussi”; nel mondo statico del passato era indispensabile conservare i voti acquisiti, conservare la propria forza più che inseguire l’elettorato ed era quindi esclusa una strategia di movimento. Nella realtà mobile di oggi una proposta risulta vincente, anche se è contestata dai propri elettori, se riesce a conquistare un numero di consensi superiore a quelli dei non convinti. L’assioma che “la base non capirebbe” è un modo per chiudere qualsiasi discussione e un alibi per non sperimentare idee nuove e strategie innovative. Il problema del P.D. è quello di essere guidato da dirigenti che appartengono al passato, non tanto perché sono di una generazione precedente, quanto perché non hanno l’attitudine ad analizzare le dinamiche del presente, di una società individualizzata e globalizzata che non si rapporta più con la “categorie” politiche del Novecento. Invece per interpretare questa società post-fordista, non più modellata sulla fabbrica, dove i rapporti sono flessibili e provvisori, e per conseguenza per vincere le elezioni bisogna dialogare anche con gli elettori di Berlusconi come ha fatto Renzi durante le primarie. Renzi non ha certamente la maturità e l’esperienza di governo di molti altri dirigenti ma la sua intuizione di rapportarsi ad una società non più disciplinata dalle ideologie o dagli ideologismi è sicuramente valida. Serve la volontà di capire meglio il tempo e la società in cui viviamo ma occorre anche il coraggio di dialogare con gli avversari, senza demonizzarli; solo così si assume una mentalità più aperta, rinnovata e duttile per interpretare il nostro tempo. Se questo rinnovamento (di idee soprattutto e, se necessario, anche di persone) non avverrà, il Partito Democratico è destinato ad una parabola discendente: in società in profonda trasformazione,dove tutto è in movimento – conclude il politolo – stare fermi significa scomparire ma anche agitarsi senza avere tracciato una rotta vuol dire dissolversi.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 5/5/2013 alle 12:07
Grazie per i tuoi post e i tuoi commenti nella discussione. Hai chiarito benissimo cosa vuol dire congresso degli iscritti e la differenza con congresso aperto ai simpatizzanti come è è sempre avvenuto da quando esiste il Pd.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 5/5/2013 alle 12:25
Breve, sintetico, giustissimo quel che scrive Giuseppe Adamoli.
Scritto da Francesca Terzoni il 5/5/2013 alle 12:29
la politica e le politiche (E. Letta, camera dei deputati). IMU, il CDX dice che si deve abrogare e restituire il 2012 altrimenti no fiducia a Letta; Il PD e il CSX dice sospensione rata giugno e riforma sistema tassazione progressiva sulla casa; il M5S dice, via IMU ma non dalle case di lusso legando la tassa al valore e redditi dei possessori. DOMANDA: ma perchè vanno al governo insieme chi la pensa diversamente e di dividono chi la pensa allo stesso modo? misteri ingloriosi della politica
Scritto da robinews il 5/5/2013 alle 13:05
@Adamoli, oggi sul corriere della sera abbiamo appreso che il consiglio regionale della lombardia si appresta a cambiare gli stipendi dei consiglieri regionali. Con la regia dell'assessore Garavaglia (Lega) l'operazione prevede 2 mila euro in meno di stipendio e 2 mila euro in più di indennità spese forfettarie mensili. Complimenti, "prima il nord"?certamente NO! ma perchè si continua a prendere in giro i cittadini? Fratelli Lombardi e Macroregionisti, cuntent?
Scritto da robinews il 5/5/2013 alle 17:49
Se il prossimo congresso sarà chiuso agli elettori io chiudo col Pd.
Scritto da Alessandro il 5/5/2013 alle 18:49
Sono perfettamente d'accordo con il tuo post. Non solo nelle conclusioni (congresso aperto) ma anche nelle premesse (esaurimento di tutta una classe dirigente), che vi sono strettamente collegate. Penso anche che senza un nuovo patto fondativo fondato sulla verifica e sul pieno coinvolgimento delle nuove leadership nate nel PD, difficilmente si supererà la babele delle lingue che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni.
Scritto da mose il 5/5/2013 alle 18:59
Se il PD puo', e per alcuni, deve, essere un partito in cui convivono liberal e radical, mi spiegate quali idee politiche rimarrebbero fuori dal PD ? Glli altri partiti a cosa servirebbero ? Quanto al congresso, per me e' giusto che siano gli iscritti a votare, mentre le primarie x la premiership dovrebbero, quelle si', essere aperte. Uno dei tanti errori pre voto e' stato chiudere alla partecipazione nel ballottaggio Renzi-Bersani.
Scritto da larpi il 5/5/2013 alle 20:47
@Giuseppe Adamoli. Caro Giuseppe, ti chiedo di chiarirmi che cosa si intenda per "congresso aperto" agli elettori, come gli "esterni" si qualifichino e come siano identificabili quali effettivi elettori del Partito. Gli "elettori" che intendano partecipare attivamente al congresso, dovranno agire individualmente, oppure sarà ammessa la costituzione di gruppi d'opinione e di proposta (anche concorrenti) che influiscano - con la proposta e con il voto - sulle conclusioni congressuali?
Scritto da ulderico monti il 5/5/2013 alle 21:37
Ho visto Letta da Fazio su Rai 3. Non ha molto carisma ma è una persona seria, competente e responsabile. Per questo governo con tante anime forse è la persona giusta.
Scritto da Stefano C. il 5/5/2013 alle 21:49
Modestam.penso che per svecchiarsi il PDdeve aprirsi all'esterno,a quell'elettorato"naturale"che con le scelte sbagliate degli ultimi anni si e'lasciato sfuggire.Per recuperarlo,pur se in ritardo,bisogna coinvolgere anche i non iscritti col voto al Congresso(sulla linea politica naz.)e sulle nomine dei dirigenti.A garanzia di serieta'e correttezza e per sicurezza si potrebbe far sottoscrivere ai votanti una dichiarazione scritta di vicinanza politica al PD,con autorizz.ad event.renderla pubblica
Scritto da giovanni dotti il 6/5/2013 alle 00:42
@Robinews. Perché la tua domanda delle 13.05 non la rivolgi a Grillo? Perché non ti metti in testa che oltre all'IMU ci sono tantissime cose fondamentali dall'Europa, all'euro, allo ius soli su cui tra il Pd e M5S non ci sta neanche un punto di contatto?
Scritto da Maurizio il 6/5/2013 alle 09:10
@Adamoli. Non riesco a capire come possa funzionare un congresso aperto a tutti gli elettori/simpatizzanti. Una specie di Agorà per 9/12 milioni di persone. O magari finirà che i partecipanti saranno solo i soliti pensionati (tipo manifestazione sindacale) intruppati in pullman con la promessa di una gita e di un cestino gratuito. O, alla Grillo, via Web, per cui con 5 mila cliccate ci si convince che ha votato l'Universo intero.
Scritto da Sic Est il 6/5/2013 alle 09:16
@Camillo Massimo Fiori (12.07) - Sono in gran parte d’accordo con l’analisi di Angelo Panebianco. La volubilità elettorale di oggi è un portato di questa società dinamica senza più i vincoli ideologici del passato. Bisognerebbe dare per scontato che ad ogni elezione un partito possa perdere una parte dei suoi elettori. Pretendere di mantenerli tutti significa restare uguali a se stessi e perdere (questa, si, cosa grave) il contatto con la società. L’imperativo è quello di conquistare nuovi consensi non tradizionali. Il Pd non ha vinto le ultime elezioni per questa incapacità, addirittura per questa rinuncia, vantata come “fedeltà alle radici”. Eppure mai come questa volta i campanelli (anzi le campane) d’allarme si erano fatte sentire in modo chiarissimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/5/2013 alle 10:24
@Ulderico Monti (21.37), @Sic Est (09.16) - Il congresso nel quale votano i singoli elettori simpatizzanti che si registrano in un albo ad hoc, lo ho voluto e previsto lo Statuto del Pd. Lo conosciamo tutti benissimo. E’ esattamente quello che ha eletto prima Veltroni e poi Bersani. Per andare verso il congresso degli iscritti (mai praticato nel Pd) serve una modifica statutaria. Siccome molti vorrebbero modificare la “forma partito”, non prevedere più che il segretario sia automaticamente il candidato premier, ed altro ancora, la mia idea è che l’eventuale introduzione del congresso degli iscritti vada decisa in armonia con l’assetto delle nuove regole. Altrimenti sarebbe e sembrerebbe una regressione rispetto al “partito aperto” immaginato al momento della sua fondazione. Il problema è molto complicato e gli dedicherò un post domani o dopo per approfondire la discussione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/5/2013 alle 10:26
@Maurizo, mi appariva pleonastico sottoliniare che la mia domanda fosse rivolta a tutti, da me stesso fino a Grillo e M5S. e poi dove sta scritto che il M5S è contro lo jus soli? di sicuro sappiamo che lo è il centro destra (Schifani ha tuonato a tal proposito e ci stiamo insieme). E poi sull'Euro, va tutto bene? Letta ha detto che l'Euro così come è oggi (moneta unica e sistema finanziario) non va bene. Perchè quindi non discutere con Grillo e M5S dell'argomento?
Scritto da robinews il 6/5/2013 alle 10:46
sempre sulla questione della differenza tra politica e politiche (come ama dire Letta), nel prossimo futuro sembra che il maltentpo sia destinato a peggiorare. L'ISTAT ha comunicato oggi (L'Istat del ministro Giovannini) che nel 2014 la disoccupazione "aumenterà". Infatti non poteva essere diversamente visto che oggi abbiamo 700 mila in CIG senza speranza di rientrare al lavoro. Per invertire la situazione servono risorse gigantesche, CI ARRIVERANNO DALL'EURO? serve MORATORIA DUL DEBITO!!!
Scritto da ROBINEWS il 6/5/2013 alle 10:57
@Adamoli, su questo blog discutiamo moltisimo della crisi politica e molto poco (o quasi per nulla) di un qualcosa che secondo me è alla base della crisi. Ogni tanto negli interventi si affaccia la questione dell'Euro e del debito.Perchè non provare a discutere con serietà e profondità di questo? ricordo che qualche decennio scorso in occidente di discuteva del debito (da cancellare) per i paesi del terzo mondo. E se oggi fossimo noi in queste condizioni? Abbiamo forse paura di riconoscerlo?
Scritto da Robinews il 6/5/2013 alle 11:16
...per l'elezione del Segretario devono votare solo gli iscritti altrimenti diventa un modo per falsare le carte.....ed oggi più che mai
Scritto da Elda Rossi il 6/5/2013 alle 11:17
@G. Adamoli. Ho sempre considerato stupido il nodo Segretario Partito/Candidato Presidente del Consiglio. Tra l'altro le due attività sono inconciliabili: uno media nel Partito, l'altro nel Governo. In Italia non c'è l'elezione diretta e nemmeno la figura del premier, inventata da Berlusconi: il Presidente lo nomina il Capo dello Stato e il Parlamento gli dà la fiducia. Ci inventiamo caratteristiche di altre strutture costituzionali senza prima adattare la Costituzione.
Scritto da Sic Est il 6/5/2013 alle 11:26
Per @Adamoli (16,17 post precedente) che non gli piacciono le fattispecie ‘intruppamento’ e ‘cordata amicale’ e predilige ‘corrente’. Leggo solo ora il blog (a differenza di @robinews mi collego quanto basta) e mi spiace di rispondere così tardi. Va bene, chiamiamole anche con termini nobili come ‘corrente’ o, magari, anche ‘componente’. Io sono ancora qui a chiedermi quale sia la corrente (o la componente) cui appartiene Cipriano, in forza della quale è diventato Vice Presidente Corecom con i voti del PD (sbaragliando anche il candidato di Pizzul. ‘Sto Pizzul è proprio sfortunato!). Oppure quale corrente (o componente) consenta agli ex collaboratori di Penati di prestare servizio in Regione. Siamo proprio sicuri che non vadano bene ‘intruppamento’ e ‘cordate amicali’?
Scritto da eg il 6/5/2013 alle 12:11
Condivido il pensiero di SIC EST(11,26):il Segretario Naz.non dovrebbe essere il candidato Pres.delConsiglio.Il quale dovrebbe essere scelto,in base alle valutazioni contingenti,dalla Segreteria Politica;percio'questa dovrebbe essere il piu'rappresentativa possibile,eletta con votazioni "aperte"anche ai non iscritti per favorire il riavvicinamento al partito di molti simpatizzanti che ora si sentono eclusi(e forse votano Grillo).Ed anche per garantire la continuita'della linea politica nel tempo
Scritto da giovanni dotti il 6/5/2013 alle 14:38
@Robinews (11.16) - Tu credi che si possa cancellare il nostro debito pubblico? Questa è una fuga dalla realtà. Noi non siamo “terzo mondo”. Siamo la terza economia europea.
Scritto da Giuseppe adamoli il 6/5/2013 alle 15:32
@Sic Est (11.26), @Giovanni Dotti (14.38) - Il problema che voi ponete è dentro il dibattito di questi giorni. Mi auguro che sia oggetto del prossimo congresso sulla base di proposte precise di modifica dello Statuto. Credo alla partecipazione democratica ma su proposte concrete non sul chiacchiericcio inconcludente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/5/2013 alle 15:36
@eg (12.11) - Le cordate amicali ci sono e si fanno sentire, non c’è dubbio. Volevo soltanto dire che ci esistono delle correnti organizzate che condizionano il Pd. Se fossero propulsive di dibattito politico e culturale sarebbero positive ma troppo spesso non lo sono.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/5/2013 alle 15:37
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