Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 8/5/2013 alle 11:58

 
Sabato all’Assemblea nazionale eleggeremo il successore di Pierluigi Bersani.  Tre le ipotesi in campo: un segretario, un reggente, un direttorio di tre o quattro persone.  Del direttorio non vorrei nemmeno sentir parlare. Il dilemma fra segretario e reggente non ha molto senso. Dario Franceschini, dopo le dimissioni di Veltroni, si era presentato come reggente, poi si è invece candidato al congresso e ha perso contro Bersani. 
Servirebbe un leader autorevole (se sarà provvisorio lo diranno i fatti) che organizzi un congresso “rifondativo”, che sappia recuperare il senso di unità autentica che non è l’unanimismo delle correntine. Spero che ci sottopongano il nome più valido.
I nomi li vaglierà il caminetto di stasera. Noi alzeremo solo la delega. Ma non è questo che mi preoccupa, ma piuttosto come è strutturata la stessa Assemblea. Più di mille persone, mezza giornata di riunione. Ci vado per senso di responsabilità e per non far mancare il numero legale. Una domanda per il futuro: ha senso un’assemblea di questo  tipo?
E’ democrazia vera o è pura  parvenza?  Una seconda riflessione. Ho avuto il privilegio di parlare in qualche Assemblea, ma da parecchio tempo era diventato pressoché impossibile. Perché? Per la paura che l’assemblea sfugga di mano.
E’ il segno evidente che la crisi covava da molto tempo. 
Bersani andandosene ha pronunciato parole di fuoco che non avrei mai immaginato di ascoltare.  Ora che abbiamo toccato il fondo non possiamo che risalire. Ma non si dica più che chi critica alla luce del  sole non ha orgoglio di partito, che ha la valigia in mano. 
Al contrario, “sfruttano” l’appartenenza  i silenti, i conformisti, i gruppuscoli di potere che agiscono nell’ombra, gli opportunisti sempre all’uscio del capetto che li può garantire. Quando la propaganda col suo rumore copre la realtà è la peggior nemica del partito. 
 

Commenti dei lettori: 61 commenti -
@Adamoli, tutto quello che è avvenuto e successo sotto la direzione e responsabilità dell'intero gruppo dirigente,"tutti compresi" E TUTTI DOVREBBERO FARE UN PASSO INDIETRO O DI LATO, i nomi che girano sono tutti "dentro queste responsabilità". Per avviare una fase rifondativa bisognerebbe scegliere qualcosa fuori dai vecchi schemi di appartenenza e anche dai vechi schemi politici e politicisti. Un nome? C I V A T I! Ad un partito con Pippo, sarei molto interessato a farne parte.
Scritto da robinews il 8/5/2013 alle 12:35
@Giuseppe Adamoli. Concordo su tutto. E piacevole stare in tua compagnia.
Scritto da Giovane ex tottamatore il 8/5/2013 alle 12:46
D'accordo su tutto. La figuraccia di ieri (si fa un accordo e poi non lo si vota) è, purtroppo, la dimostrazione di un partito dove ognuno gioca per conto proprio e per il proprio tornaconto. Anch'io sono convinto che occorre scegliere un CAPO, non una mezzacalzetta da ammazzare alla prima occasione.
Scritto da Sic Est il 8/5/2013 alle 13:28
D'accordo su tutta la linea. Anche per me Pippo Civati sarebbe una buona proposta che segnerebbe la discontinuità. Non concordo invece con @Sic Est: a tutto c'è un limite e non si può sottostare a condizioni indigeribili. Ricordiamo le parole di Letta:"Governo sì, ma non ad ogni costo"!
Scritto da Angelo Eberli il 8/5/2013 alle 13:55
Caro Giuseppe introduci diversi argomenti che meritano di aprire la riflessione. Sul segretario. Concordo con te. Non è il tempo dei reggenti. Che si elegga un segretario nel pieno delle sue funzioni. Lo è stato Franceschini che certo reggente non era ed è bene che anche adesso si faccia la stessa scelta. Trovo, francamente, vergognoso che ci sia chi dica che chi oggi assume questo incarico non si deve presentare al congresso. Stupido e sciocco era sostenerlo quando fu eletto Franceschini, stupido e sciocco è sostenerlo ora per mero calcolo di bottega. Da chiunque venga la proposta. Un po’ di generosità e meno egoismo da questa classe dirigente che ci ha ridotto proprio male non guasterebbe. L’assemblea nazionale. Un organismo con 1000 componenti è un organismo pletorico che non funziona. Dunque si stabilisca, nelle regole congressuali, che la nuova assemblea nazionale non deve avere questi numeri. Congresso fondativo?. Sinceramente comincio ad essere un po’ stanco di un PD che ad ogni congresso si “rifonda”. Ci siamo fondati, poi con Veltroni ci siamo rifondati, con Bersani ci risiamo di nuovo rifondati, ora ci si chiede ancora di ririfondarci? Mi sembra che se ad ogni sconfitta ( e sono tante ) o ad ogni congresso ci si deve reinventare si faccia sono della demagogia a buon mercato. Io penso che ci siano due nodi da sciogliere. Uno. Che forma partito si vuole. Se vogliamo che il PD sia un comitato elettorale che si trova solo al momento degli appuntamenti elettorali allora si decida di introdurre massicciamente la logica delle primarie per qualsiasi scelta, per qualsiasi carica interna od esterna e si ricorra agli elettori simpatizzanti al PD ( già ma poi chi li definisce come tali ) per conoscere il loro orientamento in continuazione. Insomma, un po’ partito americano con un problema in più e cioè che noi non abbiamo quell’assetto Istituzionale e non abbiamo quel tipo di società civile. Oppure si sceglie la via europea e cioè partiti presenti sul territorio, partiti che fanno votare gli iscritti per i loro organismi, partiti che selezionano classe dirigente e così via. Questa forma non è incompatibile con le primarie a patto che siano usate solo per alcune cariche di natura istituzionale e, soprattutto, non sono incompatibili con sistemi legati al finanziamento pubblico ( se rispettosi dell’art. 49 della costituzione ). Ultimo problema. La linea politica. Questo è un tipico problema congressuale e non certo fondativo. Si vuole un PD riedizione di un cartello della sinistra ( si può parlare solo di cartello visto che il numero dei partiti che si definiscono come tali aumenta sempre più ), si vuole un centrosinistra, si vuole un partito emanazione diretta del sindacato ( quale? )? Insomma, credo che questo poi sia il nodo cruciale che viene prima di tutto anche perché è da questo che poi discendono le altre scelte. Ora la domanda è: riuscirà il prossimo segretario ( speriamo di averlo sabato ) ad impostare i lavori per arrivare a definire la cornice di sviluppo del PD?
Scritto da roberto molinari il 8/5/2013 alle 14:01
Se fossi a Roma chiederei a Bersani di restare segretario fino al prossimo congresso d'autunno. Qualche anno fa se n'era andato Veltroni, oggi Bersani. Ah, i vecchi comunisti che non mollavano mai!
Scritto da Bruno il 8/5/2013 alle 14:08
Giuseppe, come ho detto più volte, mi auguro che il PD riprenda i fondamentali del Lingotto 2007 che non si sono mai completamente realizzati. Al di làè di Veltroni, mi sono riletto giorni fa quel discorso di sei anni fa. Lo riproporrei in pieno. Io vorrei il PD che lasci da parte le correnti, che non sia autoreferenziale al suo interno ma che sviluppi la meritocrazia a tutti i livelli. Sennò la gente migliore di questo paese avrà sempre più rigetto nei confornti dei partiti e della politica.
Scritto da Simone Franceschetto il 8/5/2013 alle 14:16
Dimmi la verità, quanti componenti dell'assemblea nazionale oltre a te hanno preso qualche volta la parola?
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 8/5/2013 alle 14:18
Anche per me è opportuno che ci sia un segretario. La favola del reggente non ha senso, altrimenti finisce come con Franceschini, che da reggente divenne auto-reggente.
Scritto da Larpi il 8/5/2013 alle 14:35
Anche per me è opportuno che ci sia un segretario. La favola del reggente non ha senso, altrimenti finisce come con Franceschini, che da reggente divenne auto-reggente.
Scritto da Larpi il 8/5/2013 alle 14:35
@Angelo Eberli. Ho semplicemente detto (senza entrare nel merito) che gli accordi, quando si fanno, devono essere rispettati (pacta sunt servanda) altrimenti non si fanno. Dopo si raccolgono solo figuracce alle quali da tempo ci siamo abituati.
Scritto da Sic Est il 8/5/2013 alle 14:44
Boeri proponeva in questi giorni l’opa degli elettori del PD. Sono d’accordo, ma l’elettore medio è stanco della politica. E che un’Assemblea Nazionale duri solo mezza giornata è chiaro segno di superficialità. Trovare un leader (reggente o provvisorio o definitivo, come lo si voglia chiamare) sarà un bel rebus. In questo video (che viene fatto risalire al 2001) http://www.youtube.com/watch?v=PD1HmPSkKeo la Turco e Veltroni stanno individuando il nome del futuro leader dell’Ulivo. Un ruolo non facile, il loro, al punto che stanno accumulando dinieghi sopra dinieghi. Raoul Bova ha detto di no, Paola e Chiara sono in tournée, i Fichi d’India stanno girando un film (pare che i compagni della mozione-Fichi d’India siano i più strenui nemici di Veltroni), Batistuta non ha il passaporto italiano, Di Caprio rifiuta perché ha già fatto Titanic e non vuole fossilizzarsi nella parte di quello che affonda un’altra volta, Heidi non va bene perché ha il nonno che vota a destra, Topo Gigio non va bene perché i suoi diritti li possiede Mediaset, Amedeo Nazzari è morto! Ebbene sì, quando la scelta cade su questo nome, Veltroni si sgola nell’annunciare ai compagni della mozione Nazzari che ‘è morto. Amedeo Nazzari è morto. Per sempre. Potremmo candidarlo anche da morto ma bisogna fare una riforma per questo. Ci rimane Napo Orso Capo. Io lo sapevo, Napo Orso Capo’ conclude uno sconsolato Veltroni. Meno male che ci è rimasta la satira. Si riesce ancora ad accettare i politici solo filtrandoli con l’occhio spietato della satira.
Scritto da eg il 8/5/2013 alle 15:05
Leggo solo ora il commento di @Fiori (11,37, precedente post). Grazie, lo leggerò con cura.
Scritto da eg il 8/5/2013 alle 15:06
Qui si parla di gruppuscoli,di opportunisti all'ombra del capetto;direi che è ora di smetterla con le chiacchere e di cominciare a fare i nomi.Molti sanno chi ha affondato Prodi(e quindi Bersani):è ora di fare i nomi.Per quanto mi riguarda rinnoverò la tessera del PD solamente dopo che sapremo i nomi dei traditori.Non resto in un partito dove alberga gentaccia.
Scritto da Giuseppe Morelli il 8/5/2013 alle 15:19
Sono molto d'accordo.
Scritto da Alessandra Bollini il 8/5/2013 alle 15:20
@Giusedppe Morelli. E perché dovrebbero rivelarsi ora, dopo quello che hanno fatto? Se giovani che hanno subito le critiche via web, non rischieranno la carriera. Se vecchi marpioni che volevano arrivare a questo accordo e in questo modo, con Berlusconi, non saranno così ingenui da bruciarsi. A parte quella campionessa di coerenza, tutt'uno con Bersani, che ha votato scheda bianca. Forse perché bianca è un nome femminile.
Scritto da Aureo Muzzi il 8/5/2013 alle 15:28
A tutti gli amici che si logorano e si tormentano nella ricerca di un progetto di partito che accontenti tutti, che sia moderno ma anche antico un po' al centro e un po' a sinistra, mi permetto di suggerire di guardare oltre le Alpi per vedere cosa fanno le democrazie occidentali in cui i partiti politici che saranno pure in crisi come desiderano in politologici di casa nostra, ma che esistono e resistono da decenni ed hanno radicate tradizioni secolari. Compagni, siate umili, non vergognatevi di copiare ciò che fanno i m igliori di noi e tenete conto che l'acqua calda è già stata scoperta.
Scritto da ulderico monti il 8/5/2013 alle 15:43
A tutti gli amici che si logorano e si tormentano nella ricerca di un progetto di partito che accontenti tutti, che sia moderno ma anche antico un po' al centro e un po' a sinistra, mi permetto di suggerire di guardare oltre le Alpi per vedere cosa fanno le democrazie occidentali in cui i partiti politici che saranno pure in crisi come desiderano in politologi di casa nostra, ma che esistono e resistono da decenni ed hanno radicate tradizioni secolari. Compagni, siate umili, non vergognatevi di copiare ciò che fanno i migliori di noi e tenete conto che l'acqua calda è già stata scoperta
Scritto da ulderico monti il 8/5/2013 alle 15:48
@Robinews (12.35) - Un mese fa eri innamorato di Pierluigi Bersani, caro Robi. Oggi di Pippo Civati. Io sono capace di entusiasmarmi ma sono restio agli innamoramenti. Conosco molto bene Pippo perché per diversi anni abbiamo lavorato fianco a fianco. Può dare molto al Pd ma non penso che sia la persona giusta per guidare il partito in questo momento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/5/2013 alle 16:22
@Aureo Muzzi. La Moretti ha votato scheda bianca e lo ha detto.Qui invece ci troviamo di fronte a gente che ha votato all'unanimità per Prodi e dopo un paio d'ore ha tradito il partito di cui fa parte.Io in un partito così non ci rimango.Quando sento parlare di rifondazione del PD mi vien da ridere:chi sono i rifondatori:quelli che hanno votato all'unanimità oppure quelli che hanno tradito?Chi si fida ?Per carità,lasciamo perdere.............
Scritto da Giuseppe Morelli il 8/5/2013 alle 16:26
crediamo che partiti e politica siano idee e comportamenti ma sono altro, relazioni di potere, interessi, gerarchie stratificate. così Mario Rodriguez Oramai è chairo che il PD è più un comitato elettorale che un'aggregazione per rappresentare i cittadini. "Loro" faranno in modo che tutto sembri cambiato per continuare a essere eletti. L'unico modo per uscirne è obbligarli a eliminare i privilegi e andarsene a breve, lasciando qualche consegna, per dar tempo ai nuovi (non necessariemente giovani o i loro cloni) di apprendere i rudimenti della politica parlamentare
Scritto da Aureo Muzzi il 8/5/2013 alle 16:49
@Roberto Molinari (14.01 - La sconfitta di febbraio è stata la più grave di tutte con la vittoria che appariva certa e con gli organigrammi di governo già pronti. E poi la classe dirigente (quella alta) che ci ha portato fin qui e proveniente da entrambe le storie pregresse è finita. Per questo ho parlato anch’io di congresso “rifondativo”, pur riluttante rispetto a queste facili definizioni. Ti ricordo che per Bersani, che avevo votato, nessuno o pochissimi avevano usato questo termine così impegnativo. Posso accettare l’invito a cambiarlo, il termine, ma non il suo significato. Il fatto stesso che tu ponga domande così essenziali sulla forma partito, sulla identità e sulla linea politica vuol dire che sarebbe bene una riflessione profonda su tutto il progetto del Pd. Sulla forma partito, o almeno su alcuni aspetti, dirò qualcosa nei prossimi giorni. Preferisco diluire gli argomenti per essere sintetico e far leggere più volentieri il blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/5/2013 alle 16:56
Con la nascita del governo Letta, vi è la sensazione che stia prevalendo, nel PD, la volontà di sopire ogni dialettica interna. Ad esempio, il capitolo “parlamentari traditori” è stato liquidato con la tesi che si sia trattato del risultato dell’inesperienza di neo-parlamentari usciti frettolosamente da primarie approssimative. D’altro canto, la nascita del governo di ampie intese non sarebbe un tradimento della promessa fatta agli elettori, ma un atto di responsabilità nei confronti del Paese. Il paradosso è che, se Letta si ritira in convento per fare squadra e “spogliatoio”, nel PD, invece, un intero gruppo dirigente, formalmente dimissionario e responsabile dell’evidente fallimento politico, lavora, neanche troppo sottotraccia, per evitare il costituirsi di una nuova squadra, preferendo consolidare le posizioni detenute attraverso modifiche statutarie (come quelle che prevedono la separazione della figura del Segretario nazionale da quella di candidato premier e l’abolizione delle primarie per la scelta del segretario) che depotenzino il rischio di cambiamenti radicali. Il problema, caro Giuseppe, non è se l’assemblea nazionale debba eleggere un reggente, un segretario o un direttorio. Il problema vero, semmai, è se ci sia realmente la volontà di fare un congresso rifondativo e, prima ancora, se si ritenga ci sia qualcosa da rifondare. L’impressione, infatti, è di una diffusa tentazione di cambiare il meno possibile lo stato delle cose e che, tutt’al più, il cambiamento sia affidato ad un’operazione di maquillage come quella seguita per la composizione del governo. Invece c’è una profonda esigenza di confronto politico ed occorre dare subito risposte concrete alle aspettative deluse dei militanti e degli elettori. Se fino ad un mese fa la dialettica interna sul cambiamento era dominata dall’istanza renziana della rottamazione, oggi, con la svolta del governo Letta, lo scenario è cambiato radicalmente, facendo diventare dirimenti alcune questioni politiche più sostanziali, come il presidenzialismo, sul quale molti degli attuali dirigenti si dimostrano possibilisti e disponibili ad un accordo con il PdL. Ritengo, invece, che il Congresso debba svolgersi entro breve, al fine di dar vita ad un gruppo dirigente che ribalti l’attuale atteggiamento di subalternità nei confronti del PdL.
Scritto da Leonardo C. il 8/5/2013 alle 16:57
@Giuseppe Morelli. (15.19) - Guarda che io non so affatto chi ha affondato Romano Prodi. Perché i nomi non li fa Bersani che ne deve sapere più di tutti? Mi auguro che dica qualcosa sabato. Lo ascolterò con la tua stessa ansia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/5/2013 alle 16:59
@Adamoli. Se li sa deve farlo, se non altro per il rispetto che deve ai suoi elettori e sostenitori-
Scritto da Giuseppe Morelli il 8/5/2013 alle 17:04
@Morelli e @Adamoli. Pippo Civati ha detto che sono stati per buona parte gli amici di D'Alema e quelli di Fioroni. Mi sembra credibile. Ma siccome oltre ad essere traditori sono anche dei codardi, non lo ammetteranno mai. Come quando pugnalarono Prodi. Ora lo hanno pugnalato una seconda volta. Bastardi.
Scritto da Riccardo De Maria il 8/5/2013 alle 17:09
@Riccardo De Maria. Pippo Civati faccia i nomi se li sa. Se invece ha solo sospetti taccia.E' ora di finirla con le maldicenze:chi sa parli.Le mezze misure non hanno alcun valore.Qui ci sono 101 persone da allontanare dal PD prima che se ne allontanino quelli che hanno le palle piene di sotterfugi,di amici degli amici, di rottamatori e di arrampicatori. P.S.Manca solo che diano a D'Alema anche la responsabilità del terremoto di L'Aquila e poi siamo al completo.
Scritto da Giuseppe Morelli il 8/5/2013 alle 17:11
Civati è il classico tipo che sparla tanto e dice niente. Atteggiamento italico: dico qualcosa e aspetto le reazioni. Secondo me non sa proprio niente. Gli interpreti della famosa (dis)carica dei 101 credo che li conosca solo Bersani e magari li conosceva prima della farsesca unanime votazione per Prodi. Il PD e i suoi parlamentari devono andare a scuola di bon ton politico, imparare le regole, partecipare di meno ai talk show e, nelle decisioni importanti, votare seguendo le regole del partito.
Scritto da Sic Est il 8/5/2013 alle 17:39
@Adamoli, inamorato di Bersani? certamente no, solo difeso sue opportunità nel dopo voto che avrebbero potuto avere qualche possibilità senza il tradimento dei 101 (su Prodi) e senza il tentativo Marini che aveva nella sostanza il governissimo. Quello che ha rovinato Bersani è stato di "cedere" sul governissimo e come è arrivato a questo e gli errori in campagan elettorale. Su Civati insisto, solo una giovane pianta può crescere forte e rigogliosa, ALTRIMENTI SI RISCHIA CHE SIA UNO DEI 101!!!!
Scritto da ROBINEWS il 8/5/2013 alle 18:06
Alla fine chiederanno a Bersani di restare fino al congresso. Il segno dell'impotenza. Rifondare o affondare? Questo il dilemma di questo partito. Ho il nodo in gola.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 8/5/2013 alle 19:56
@Giuseppe, con il voto segreto non puoi vedere chi vota cosa. Ma quando è stato proposto il nome di Prodi hanno applaudito tutti tranne questi 2 gruppi. Non è una prova, ma solo un indizio. E che D'Alema abbia pugnalato Prodi la prima volta invece è storia.
Scritto da Riccardo De Maria il 8/5/2013 alle 20:25
@Adamoli, diciamoci sottovoce una piccola verità, sara mai possibile eleggere un segretario in contrasto con il governissimo? no di certo, e se sarà uno dei 101 sarà certamente la garanzia assoluta. PS oggi due posti fondamentali sono stati coperti per la giustizia da 2 nomi di garanzia (per il banana) Di Palma e Santacroce (cassazione) sotto la supervisione di Napolitano nel CSM. il caimano resti tranquillo, a Berlino (cassazione) ci sarà sempre un giudice giusto. e di Milano chi se ne frega!!
Scritto da robinews il 8/5/2013 alle 20:30
Con la votazione di oggi siamo scesi oltre il fondo se va avanti cosi alle prossime votazioni finiamo come idv.
Scritto da Luigi Scandroglio il 8/5/2013 alle 20:35
@Demaria: per rispetto della storia,quando?
Scritto da Giuseppe Morelli il 8/5/2013 alle 20:56
Il caminetto di Roma non riesce neanche a tirar fuori un nome per una segreteria almeno provvisoria. Si riparla del direttorio. Ma vadano a quel tal paese.
Scritto da Elisabetta il 8/5/2013 alle 21:47
Caro Adamoli, vorrei crederti quando dici che siamo pronti a risalire ma sentendo le notizie che arrivano da Roma mi riesce difficile crederti. Le truppe ci sono ma mancano i condottieri. E' un pò così anche ai livelli provinciali. Le leadership non cisono più.
Scritto da Lorenzo L. il 8/5/2013 alle 22:32
Uno, due o più di segretari da eleggere sabato in Assemblea. L'importante è rendere persuasi i presenti che il Segretario del PD pro tempore è uno: Giorgio Napolitano e che la linea è definita. Accordo di Governo di coalizione con PDL e Scelta Civica. Oggi un Governo c'è, pare anche amato da molti italiani, ha molto di urgente da fare per l'Italia. L'Assemble si scolga con questo mandato: convochi il Congresso per approvare l'intelligente scelta dell'"ultimo comunista"
Scritto da Controcorrente il 8/5/2013 alle 22:37
Chi racconterà all'Assemblea come è andata al Quirinale la mattina del 20/4? Chi racconta all'Asseblea di Bersani in ginocchio davanti a Napolitano a chiedere il suo secondo mandato facendosi aiutare da Berlusconi,Monti e Maroni a da 17 Governatori delle Regioni italiane?Chi dirà quale è stato il prezzo: Governo d'Unità Nazionale, Scelta del Premier da parte di Napolitano, Ultima parola sui Ministri...Reggenza ad interim del PD. Ora sotto tutti a sostenere ENRICO LETTA!
Scritto da Controcorrente il 8/5/2013 alle 23:02
@Leonardo C. Secondo te ci vorrebbe subito un gruppo dirigente che ribalti l’attuale atteggiamento di subalternità nei confronti del PdL Mi accontenterei di un gruppo dirigente che esista e che oggi non c'è più.
Scritto da Luca il 8/5/2013 alle 23:07
GALLARATE. POLEMICHE IN MAGGIORANZA // La crisi politica nazionale ha le sue ricadute sulla coalizione di centrosinistra della città. Come è naturale... Si veda l'attacco dell’'Italia dei valori alla SEL, accusata di non avere “una mentalità di governo”. Attendiamo le prossime mosse della coalizione. (u.m.) // (da: La Provincia di Varese – giovedì 9 maggio 2013) : “GALLARATE Basta parlare alla stampa, basta con la «litania» per cui la colpa di ogni disservizio è del Pdl. La nuova scossa alla tenuta della maggioranza di centrosinistra arriva dall'Italia dei Valori. Si tratta di una "scossa di assestamento", una reazione alla presa di posizione di Sel, che aveva indicato nel bilancio di previsione e nella variante al piano di governo del territorio i banchi di prova sui quali si sarebbe misurata la tenuta della coalizione. ….......... I dipietristi ribadiscono di voler portare a termine il programma e di non voler «essere schiacciati dal mercato della vanità di chi vuole essere protagonista». E allora «diciamo basta a un centrosinistra in costante protesta, basta alla continua litania che vede la destra colpevole per la scomoda eredità lasciata». Perché proprio il Pdl «si rafforza a ogni nostra divisione». Bisogna quindi «smetterla con un parlare gratuito e dannoso». Anche perché «la qualità di un partito si misura da come vengono affrontate le varie tematiche sociali e non dalla continua focalizzazione su un solo tema». Quella di Sel sarebbe insomma «una visione restrittiva che rivela il fatto di non aver sviluppato una mentalità di governo». R. Sap. “.
Scritto da ulderico monti il 9/5/2013 alle 07:07
@Lorenzo L. 8/5/2013 22:32. @Luca 8/5/2013 23:07 . Il gruppo dirigente, la leadership non esistono, non agiscono perché non c'è il partito, inteso come idea e ideale, come progetto e come politica. Se la realtà è il nulla, anche il miglior potenziale dirigente che cosa potrà mai dirigere?
Scritto da ulderico monti il 9/5/2013 alle 08:54
@Leonardo C. (16.57) - Tu affermi che “il problema vero, semmai, è se ci sia realmente la volontà di fare un congresso rifondativo e, prima ancora, se si ritenga ci sia qualcosa da rifondare. L’impressione, infatti, è di una diffusa tentazione di cambiare il meno possibile lo stato delle cose ”. Caro Leonardo, se tu avessi ragione il Pd non avrebbe futuro. Sul presidenzialismo, tu sai che sono propenso al modello francese ma deve essere discusso in profondità e non introdotto alla chetichella. Sarebbe un disastro. Cominci il Pd a parlarne seriamente fin dal prossimo congresso. Si dice sempre che bisogna affrontare i contenuti. Quale meglio di questo per mettere il Paese al centro?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/5/2013 alle 09:34
@Ulderico Monti. E' nato prima l'uovo o la gallina? Il tuo ragionamento mi rammenta questo inquietante interrogativo. Chi la dovrebbe dare la linea al partito se non i dirigenti? Le potenzialità umane ed elettorali c'erano e ci sono e si stanno assottigliando perché manca la guida, la leadership a Roma e quasi dovunque compresa Varese.
Scritto da G.G. il 9/5/2013 alle 09:34
@G.G. il 9/5/2013 alle 09:34. L'uovo e la gallina? vuoi scherzare? Qui c'è un vuoto di progetto, peggio, abbozzi contrastanti e inconciliabili e così fin dall'origine del PD, soluzione d'emergenza di due gruppi "dirigenti" in crisi. Esempio di facile comprensione: se metti su una fabbrica e produci schifezze non avrai mercato, anche se userai le più sofisticate tecniche di mercato. Al più froderai per un po' di tempo un po' di gente. Chiaro il concetto?
Scritto da ulderico monti il 9/5/2013 alle 10:07
Caro Giuseppe, sul presidenzialismo lungi da me essere contrario a priori, ma una riforma così importante non può essere merce di scambio per le larghe intese. Non è questo il momento. Il presidenzialismo richiede un solido sistema di partiti che attualmente non c'è.
Scritto da Leonardo C. il 9/5/2013 alle 10:21
@eg, temo che questa volta rifiuti anche Napo Orso Capo. Se ne guarda bene, piuttosto lascia nei guai Finocchiaro, Cuperlo, Epifani. Tuttavia, la situazione raffigurata da Guzzanti è esattamente quella che si vivrà anche sabato, con la differenza che non ci sarà tutta questa ironia. Se ci si può consolare, quando partecipai al Tavolo regionale dei Progressisti (1994) la situazione era la medesima. Le riunioni erano continuamente interrotte da telefonate rivolte a sportivi, cabarettisti, attori per chiedere loro di candidarsi nei collegi uninominali della Camera. Collegi sicuramente perdenti (in Lombardia si eleggeva solo al Senato) però almeno si tirava su la quota. I politici, invece, andavano a candidarsi in collegi più sicuri di altre regioni. :-)
Scritto da Leonardo C. il 9/5/2013 alle 10:23
@G.G. il 9/5/2013 alle 09:34. Ancora dell'uovo e la gallina. Ce l'avevate un Segretario di vaglia, di scuola, di carattere. Ve lo siete diluito con posizioni contradditorie di gruppetti e gruppuscoli, gelosie e ambizioni e personalismi, perché non siete un partito con la P maiuscola, ma un coacervo di interessi, legittimi o meno, in assenza di consolidata cultura politica. E soprattutto privi di disciplina di partito che molti tra voi considerano una bestemmia, retaggio dell'aborrito passato. E perciò vi inventate un “nuovo” senza fondamenta, senza radici storiche, costruito sulla sabbia.
Scritto da ulderico monti il 9/5/2013 alle 10:45
@Adamoli, sono stato l'unico a fare un nome in questo blog, tu hai risposto che Civati non è la persona giusta per guidare il partito in questo momento. E SE NON ORA QUANDO?. vedi caro Giuseppe, nei prossimi 3-6 mesi il PD deve scegliere "quale politica" con tre ipotesi: 1 governissimo, 2 autosufficenza,3 guardare alla immensa domanda di cambiamento (rapporti con M5S incluso). Io penso che l'unica soluzione sia la 3^, e se così sarà (se si decide in modo aperto) Civati mi sembra la soluzione.
Scritto da robinews il 9/5/2013 alle 11:02
L’osservazione di Monti (8.54) mi ricorda il paradosso dell’uovo e della gallina. Abbiamo questo gruppo dirigente perché non c’è il partito, oppure abbiamo questo partito perché c’è questo gruppo dirigente? Personalmente ritengo che nell’attuale geografia politico-partitica italiana il PD sia l’unico partito che presenti una forma organizzativa radicata e non modellata da una visione personalistica a misura del leader (come nel caso del PdL di Berlusconi, dell’UdC di Casini, di Scelta Civica di e per Monti, Sel di Vendola e perfino del M5S di Grillo, i cui rappresentanti, non a caso, sono definiti grillini). Questa specificità del PD, costituisce indubbiamente il suo principale punto di forza, come dimostrato dall’efficiente gestione delle primarie. Inutile nascondersi, tuttavia, che l’altra faccia di questo punto di forza è rischio dello sclerotizzarsi del peso condizionante dell’apparato organizzativo nella selezione del personale politico e nella conservazione del gruppo dirigente. Quello della forma-partito è uno dei temi fondamentali che deve essere affrontato in un’ottica rifondativa. La domanda da porsi è come coniugare il superamento della logica del partito come apparato chiuso, mantenendo e valorizzando, tuttavia, un modello organizzativo capillarmente radicato nel territorio e capace di mantenersi in costante relazione con l’esterno? Occorre un partito che non sia ridotto a strumento di propaganda a sostegno del governo Letta, che sappia capitalizzare la capacità di consenso di personalità come Matteo Renzi, ma anche cogliere gli stimoli che provengono da figure come Fabrizio Barca, senza alimentare perdenti logiche di esclusione. Ai moderati che vedono di buon occhio l’uscita dal PD delle posizioni radicali e di sinistra, dico soltanto che il governo della ampie intese non è sinonimo di modernità e riformismo.
Scritto da Leonardo C. il 9/5/2013 alle 11:14
@Giuseppe Adamoli. Vedo che non rispondi alla mia domanda su chi altri oltre a te della provincia di Varese ha mai preso la parola nell'assemblea nazionale del Pd. So che non vuoi polemizzare con i dirigenti di Varese e allora rispondo io. Nessuno è mai intervenuto neanche qualche parlamentare che a Varese fa il bauscia. Vero che è così?
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 9/5/2013 alle 11:45
@ C.M.Fiori(post precedente).La sua analisi mi piace molto. Indica dei fattori fondamentali, che appaiono "talmente normali da essere eccezionali". E che ci vogliono tutti. OT. Con amici, stiamo preparando la rievocazione storica della tappa del Tour "Cannes-Briancon"vinta da Bartali il 15 luglio 48,nel 65°.Il giorno prima ci fu l'attentato a Togliatti.Le persone di buona volontà, in Italia e non solo, si diedero da fare per evitare il peggio.Va recuperato e vissuto lo spirito di quel momento.
Scritto da FrancescoG. il 9/5/2013 alle 12:12
Perdere le elezioni quando si aveva già la vittoria in tasca ha portato frustrazione e confusione ma se un Partito ha chiaro il suo progetto non dovrebbe avere difficoltà insormontabili per continuare a perseguirlo. Probabilmente la fase attuale di smarrimento è determinata dal fatto che il progetto non c’è e il Partito Democratico si preoccupa soltanto di salvare la sua classe dirigente. La scelta del segretario dovrebbe avvenire dopo una ragionevole discussione politica, invece prevalgono i tatticismi attraverso cui le correnti tentano di presidiare le loro posizioni di potere. Si arriverà ad una soluzione provvisoria ma nel frattempo è indispensabile chiarire l’ identità del Partito Democratico, non più secondo le categorie politiche del Novecento, ma attraverso una analisi della società attuale postfordista, frammentata, individualista ma anche flessibile e aperta alle innovazioni. Bisognerebbe utilizzare il tempo da qui al Congresso per avviare una discussione a tutti i livelli (dai circoli ai convegni regionali e nazionali) per capire qual è il senso della politica in una fase in cui è stata in parte espropriata dall’economia; che margini ci sono per cambiare un assetto sociale in mancanza di risorse economiche e naturali che limitano le manovre keynesiane e il Welfare State, quale struttura deve avere in Partito per essere radicato nel territorio, aperto alla società, bene organizzato ma non egemonizzato dalla sua classe dirigente con la cooptazione. I problemi aperti sono tanti ma se non si discutono i nodi non si sciolgono con l’illusione di puntare sul carisma del singolo individuo destinato inevitabilmente a logorarsi.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 9/5/2013 alle 12:36
Scusate se mi permetto, ma il problema del PD non è la forma – partito, è la sostanza del partito. Il PD dove vuole andare ? Che valori, progetti e idee ha ? Dopo 6 anni dalla sua nascita abbiamo le stesse domande dell’inizio, anzi, ne abbiamo di più; e gli elettori, tra cui chi scrive, se ne sono in parte andati. La sensazione che la fusione sia servita ai gruppi dirigenti ex DS ed ex Margherita per stare a galla è forte, ha ragione U. Monti. E lo conferma il dibattito di questi giorni nei quali si afferma che siccome a Palazzo Chigi c’è un ex margheritino, allora il segretario – reggente deve essere un ex DS. E’ questa la prospettiva del PD ? Alternare ai posti di comando gli ex – qualcosa ? Avanti così e il maggior numero di ex saranno gli elettori.
Scritto da Larpi il 9/5/2013 alle 12:37
@Leonardo C. il 9/5/2013 alle 11:14. Ancora dell'uovo e la gallina? E sia! Quella del centrosinistra e del PD è una tragedia di taglio scespiriano. Ricordate, di Shakespeare, il Giulio Cesare? “Tre volte gridò Calpurnia nel sonno: Ammazzan Cesare!”. Tre volte, dal 1996, la Cosa vinse le elezioni e si schiantò! La Cosa: per condensare e riassumere la fantasia arrovellata delle sigle che si sono susseguite per dare una identità all'informe, la Cosa appunto, ricominciando da capo a rimpastare un impasto indigesto. Anche questo è un primato italico: perdere per strada la memoria storica e inventarsi le novità perdenti. E finire con la Cosa in frantumi, alleati con il più odiato dei competitori. Che sia azione dello Spirito Santo? Lezione di umiltà agli arroganti capetti delle correntine? Autocritica, compagni, autocritica... e buon senso!
Scritto da ulderico monti il 9/5/2013 alle 13:52
Ancora dell'uovo e la gallina. Perché in Italia è sorta una Cosa differente dalle realtà politiche delle democrazie europee? Ho già accennato in passato al Progetto 2000 che traghettava i DS al socialismo democratico, come le commissioni federali provinciali per l'attuazione del Programma (ne facevo parte anch'io a Varese) non si riunirono mai ed il Programma fallì. Sono convinto che alla base dell'invenzione del PD ci siano stati il pregiudizio e l'odio ideologico che, su base storica, impediva ai post-comunisti di traghettare alla socialdemocrazia e l'ostilità dei cattolici di sinistra al liberalismo democratico (o altra definizione quale cristiano-sociali...). Rifiutando per pregiudizio ideologico le soluzioni democratiche europee si ricorse al presuntuoso progetto di inventarsi qualcosa di nuovo, a cui tutta l'Europa avrebbe dovuto uniformarsi. Come è finita lo vediamo qui e ora: in crisi nera e alleati alla destra vincente.
Scritto da monti ulderico il 9/5/2013 alle 14:43
@Rottamatrice ante litteram (11.45) - Se proprio ti sta tanto a cuore, non ho mai sentito qualcun altro di Varese parlare all’Assemblea nazionale ma può darsi che l’abbiano fatto quando io non c’ero. Non mi pare però una cosa così rilevante.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/5/2013 alle 15:33
@Robinews (11.02) - Per parte mia escludo che Pippo Civati possa essere la persona giusta da eleggere sabato. Al congresso si presenti con una sua piattaforma e vedremo cosa dice. Non parli però soltanto di alleanze, è del tutto insufficiente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/5/2013 alle 15:37
@Larpi (12.37) - La “forma partito” è uno dei problemi da discutere al congresso, non certamente il solo. Gli altri, ancora più importanti, sono il progetto di governo di una società profondamente cambiata (@Camillo Massimo Fiori); le politiche concrete di fronte alla crisi economica e sociale; il sistema parlamentare o presidenziale(@Leonardo C.); le alleanze. Se fosse davvero un congresso ri-fondativo metterei dentro pure la filosofia di fondo di parla sempre @Ulderico Monti con radicalità. Mi scuso con i lettori che non cito ma faccio riferimento solo agli ultimi commenti. Per questo non credo affatto ad un congresso prima dell’estate. Sarebbe un evento rabberciato, molto mediatico ma non così sostanziale come servirebbe.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/5/2013 alle 15:43
E' CON VIBRANTE SODDISFAZIONE che si annunciano ben 2 manifestazioni per sabato a Brescia e lunedi a Milano (udienza processo Ruby) DEL PDL CONTRO LA MAGISTRATURA, una istituzione presieduta da Napolitano. Una magistratura che ha addirittura la pretesa di affermare il principio costituzionale che "LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI". spero fermamente che Napolitano intervenga con energia per fermare questi giudici incostituzionali e salvare i governissimi dalle barbarie giudiziarie.
Scritto da robinews il 9/5/2013 alle 16:56
Questo articolo riprende l'articolo del Corriere della Sera con l'intervista a Marini, che dichiara che lui e D'Alema complottarono nel 1998 per far cadere Prodi. Obiettivo: D'Alema Presidente del Consiglio e Marini Presidente della Repubblica. D'Alema ci riusci', Marini no e ci ha riprovato dopo 15 anni........ http://www.articolotre.com/2013/04/marini-amarcord-cosi-dalema-ed-io-facemmo-cadere-prodi/161357
Scritto da Riccardo De Maria il 9/5/2013 alle 16:59
@De Maria. Se tutto questo è vero Marini è un pagliaccio.Meno male che è stato bruciato in tempo. .Poteva combinarne altre-
Scritto da Giuseppe Morelli il 9/5/2013 alle 18:16
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)