Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 14/5/2013 alle 13:59


Sono tra quelli che si augurano che il governo produca urgentemente i fatti indispensabili per l’Italia e che duri per i 18 mesi preconizzati da Enrico Letta. Non ci sono alternative in questo Parlamento e le elezioni anticipate potrebbe rimettere in sella il centrodestra.
Ma sono consapevole, come tutti, che i rischi del fallimento sono alti.
“Legge elettorale subito” dovrebbe essere lo slogan che dal basso sale incessantemente verso Roma dai social network e dai blog.
Il Pdl afferma: “Prima il nuovo assetto dello Stato e poi le regole per le elezioni”. Ma tutto ciò significa menare il can per l’aia.
Con questa volontà del centrodestra sarà difficile cambiare la legge in vigore. Allora è meglio abrogarla con un solo articolo e reintrodurre il sistema Mattarella in vigore nel 1994, 1996, 2001. Non è l’ideale, ma è migliore dell’attuale. L'ho già scritto altre volte e mi scuso se insisto.
Concordo con Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, che ha annunciato un disegno legge per attuare questo obiettivo.
Se si riuscirà a fare qualche riforma istituzionale si potrà poi pensare ad  un sistema più adatto e condiviso. Ma intanto mai più con questo sistema.

Commenti dei lettori: 37 commenti -
Condivido. Letta e il Pd vadano avanti su questa strada del cambiamento immediato del modo di votare. Non si sa mai.....
Scritto da Stefano C. il 14/5/2013 alle 14:21
Giuseppe concordo con quanto hai scritto,con la legge elettorale attuale non si può più andare a votare,anche se le legge elettorale è soltanto una parte della crisi delle istituzioni;vedremo cosa saranno capaci di fare i ns eroi ! Credo che chi si assumerà la responsabilità di non cambiarla, ne pagherà un alto prezzo politico,in termini di consenso.Non ricordo bene cosa hanno scritto i saggi nominati da Napolitano a riguardo,ma forse un compromesso era stato trovato tra Quagliariello e Violant
Scritto da mario diurni il 14/5/2013 alle 14:56
Su questo aspetto sono in completo accordo e lo sostengo da tempo anch'io!
Scritto da Paolo Pavanello il 14/5/2013 alle 15:19
Speriamo di farcela in fretta....
Scritto da Loredana Besi il 14/5/2013 alle 15:21
Perfetto. manca solo l'approvazione di camera e Senato ..
Scritto da Roberto Caielli il 14/5/2013 alle 15:34
@Adamoli, O T T I M O , E C C E L L E N T E. tra l'altro quanto da te auspicato ha 2 ragioni di fondo; la 1^ perchè E. Letta lo ha detto esattamente così nel discorso sulla fiducia alla camera; la 2^ perchè avrebbe la strada spianata perchè Grillo e il M5S hanno detto la stessa cosa, UNA SEMPLICE LEGGE DI DUE RIGHE DI ABROGAZIONE E RIPRISTINO DEL MATTARELLUM. ma sinceramente, la parte del PD che ha voluto il governissimo VORRA' MAI DISPIACERE AL PDL fin da subito? Lo spero ma ne dubito.
Scritto da robinews il 14/5/2013 alle 15:35
Sono anni che, come vox clamantis in deserto, ci appelliamo per avere uno strumento per esprime il nostro voto. La legge di Mattarella non era il massimo, ma non era nemmeno lo stupido parto di un odontotecnico fallito. Se non si riesce a fare niente meglio il mattarellum che l'attuale porcellum.
Scritto da Sic Est il 14/5/2013 alle 15:36
Dilllo al pd se lo fa.
Scritto da Letizia Cicconi il 14/5/2013 alle 15:36
Sottoscrivo ogni parola e – ribadisco – conosciamo ciò che vuole Berlusconi, ma non è ancora chiaro quali siano le finalità del Pd. Il terreno delle riforme istituzionali è scivoloso. Gli esponenti del Pd, ufficialmente, ci raccontano di una riforma che si limiterebbe a trasformare il Senato nella Camera delle Regioni e a ridurre il numero dei deputati senza, tuttavia, cambiare la forma di governo, che rimarrebbe sostanzialmente parlamentare. La prospettiva berlusconiana, invece, nell’ottica di un drastico ridimensionamento del potere parlamentare e del ruolo dei partiti, è il presidenzialismo. Come possano convergere queste due posizioni così differenti in una proposta unitaria dell’attuale maggioranza di governo non ci è dato sapere. Così come non è ci viene reso noto quanto pesi, all’interno del Pd, il potere di condizionamento dei soliti pontieri che, ufficiosamente, lavorano sottotraccia non disdegnando una soluzione che contempli l’elezione diretta del Capo del Governo. Se si vuole salvare veramente il Paese, occorre uscire dai lacciuoli del Governo e cercare in Parlamento una maggioranza trasversale che cambi, in tempi brevi, l’attuale legge elettorale. Anch’io non disdegno un ritorno al mattarellum, che ha rappresentato l’unica vera novità politica degli ultimi vent’anni. Su questo tema, tuttavia, occorre anche stanare definitivamente i grillini.
Scritto da Leonardo C. il 14/5/2013 alle 15:45
@Letizia Cicconi, guarda, nell'autunno scorso il Pd non ce l'avrebbe fatta a far approvare la nuova legge elettorale ma forse non ce l'ha neanche messa tutta. A Roma mi era capitato di sentir dire da qualche alto dirigente che, si, il sistema andava cambiato però era probabile che con quello in vigore il Pd avrebbe ottenuto il grosso premio di maggioranza sia alla Camera che al Senato cosicché avrebbe potuto lavorare tranquillamente per 5 anni per cambiare l'Italia. Oggi questa illusione non può coltivarla nessuno e dunque ci sono concrete possibilità di passare dalle parole ai fatti. E' importante far sentire la volontà degli elettori stufi anche di votare per dei candidati scelti da altri.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/5/2013 alle 15:47
‘Ma intanto mai più con questo sistema’. E’ tanto che lo ripetiamo, quasi come un mantra, ma tant’è. ‘Il terreno delle riforme istituzionali è scivoloso’, ricorda @Leonardo. Con i pidiellini come alleati, lo diventa ancor più. Lucia Annunziata, un mese fa, osò sostenere davanti ad Alfano: ‘siete impresentabili’. Uscì un putiferio, al punto che fu costretta a scusarsi. Viene il timore che, nelle vesti di alleati per le riforme costituzionali, i pidiellini non siano solo impresentabili ma anche improponibili. Ovviamente, nessuna generalizzazione, sto riferendomi al loro leader, Berlusconi, e ad alcuni grotteschi esponenti di spicco.
Scritto da eg il 14/5/2013 alle 16:53
Per Il principio democratico della rappresentanza ogni voto di un cittadino deve avere lo stesso peso. Con la Seconda Repubblica questo principio è stato stravolto prima con il Mattarellum e poi con il Porcellum. L’introduzione dei premi di maggioranza ha accentuato la separazione tra paese reale e classe dirigente e non ha risolto il problema della governabilità. Con il bipolarismo i governi sono stati più deboli che non nella Prima Repubblica; Prodi è stato sfiduciato due volte e la stabilità dei governi di Berlusconi è stata ottenuta con una serie infinita di compressi tra i vari partitini della sua coalizione e anche con la compravendita dei parlamentari. Il fallimento del sistema è dimostrato dal risultato delle ultime elezioni che hanno prodotto tre raggruppamenti di pari entità, ma al Senato nessuno ha raggiunto la soglia adeguata e alla Camera il centro sinistra ha avuto il triplo dei deputati rispetto al centro destra, cioè 345 rispetto a 125 (e poi ha anche il coraggio di lamentarsi!). Se si aggiunge che i candidati vengono scelti da poche decine di persone e non dagli elettori (nonostante le primarie senza confronto sui contenuti politici e fatte solo dal centrosinistra) è facile capire come la situazione sia intollerabile, anche rispetto alle “legge Acerbo” che nel 1923 ha spalancato le porte del potere alla dittatura fascista. Porre mano alla riforma elettorale è quindi una necessità urgente ma temo che si ripercorrerà la stessa strada di un diverso sistema maggioritario, magari basato sul sistema uninominale a doppio turno che porta agli stessi esiti e in più ripropone il notabilato, cioè in buona sostanza ad un rafforzamento della “casta”. Per ridare dignità alla nostra democrazia e colmare la distanza tra cittadini e rappresentanti nelle istituzioni bisogna fuoriuscire da questo sistema che premia le fazioni contrapposte e l’unico sistema sperimentato che può conciliare le opposte istanze di rappresentatività e di governabilità è quello tedesco. Deve però passare l’idea che la nazione è composta di molteplici volontà e che la ricerca dell’accordo è difficile, che il compromesso non è un fatto deteriore e che non si può scambiare per incoerenza la pigrizia di chi non vuole confrontarsi con le idee degli altri e pretendere di imporre le proprie. Se invece persiste l’idea – sostenuta anche dal Partito Democratico – che chi arriva primo ha il diritto di governare e che vi è una assoluta inconciliabilità con le posizione avversarie, si diseducano gli elettorati e si rafforza una situazione in cui gli avversari diventano nemici. La democrazia è confronto e conciliazione delle diversità; non bisogna dimenticare l’ osservazione di Alexis de Tocqueville che il confine tra democrazia maggioritaria e autoritarismo è sottilissima. La politica non può essere trasformata in un campo di battaglia tra opposte fazioni. La Prima Repubblica, con la centralità della Democrazia Cristiana, era un sistema inclusivo perché basato sul dialogo; la Seconda ha portato invece gli italiani alla esclusione di chi è percepito “diverso” e a gravi rischi di frantumazione della coesione sociale. La colpa non è però di una sola parte; anche il centro sinistra non è alieno dal cercare scorciatoie alla democrazia e questo atteggiamento (ereditato dalla sinistra radicale) non l’ha premiato neppure sul piano elettorale.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 14/5/2013 alle 17:38
Caro Giuseppe...apprezzo che si debba fare subito la legge elettorale... ma tornare al mattarellum quello proprio nooo...ce l'avevamo ed abbiamo detto tutti che non andava bene...visto che si DEVE fare una legge elettorale...proviamo a prenderne una come quella della Germania e votiamola...Efficace ed efficiente ..e con la sfiducia costruttiva è garantita la governabilità....! Altrimenti introduciamo la preferemza stabilendo un tetto per le spese di campagna elettorale ad personam e "ad listam " ed alziamo la soglia dove scatterebbe il premio di maggioranza...
Scritto da Francesco Liparoti il 14/5/2013 alle 18:19
Mica che dopo il "porcellum" qualcuno si inventi il "vaccarellum"..
Scritto da Pierluigi Galli il 14/5/2013 alle 18:34
Pienamente d'accordo. Se non è possibile fare subito una nuova legge elettorale, meglio abrogare questa e tornare,al "Mattarellum". L'importante è che questa volontà sia portata avanti con forza dal Pd. Sono anch'io tra quelli che nutrono dubbi sulla effettiva volontà dei dirigenti di muoversi in questa direzione. Purtroppo le varie camarille sono sempre al lavoro.
Scritto da Angelo Eberli il 14/5/2013 alle 18:47
@Francesco Liparoti (18.19) - Come dico nel post, considero il Mattarellum una sorta di rete di protezione in caso di elezioni anticipate magari entro un anno, e cioè prima che si sia potuto elaborare e approvare un nuovo sistema di voto. Il che, stando alle intenzioni del Pdl, non sarà di facile attuazione. Qualche volta ci dimentichiamo che in Parlamento servono i voti per approvare i progetti che abbiamo in testa. O tu pensi che non ci sia un rischio di elezioni entro breve tempo?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/5/2013 alle 19:06
@Giuliano - Ti informo che ti ho lasciato un commento sulle Fondazioni Ds e Margherita nel post precedente. Come tu hai scritto non è un problema di poco conto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/5/2013 alle 19:08
Sono stati commessi degli errori politici. Ma condivido il ragionamento pacato di Bersani:"Quando si vince la vittoria e di tutti,quando si perde la responsabilita' e' individuale. Avere subito alcune decisioni del Governo Monti impopolari e tutt'altro che eque senza smarcarsi come ha fatto Belusconi e' costato caro al P.D. .Evitiamo di fare gli stessi errori con il Governo Letta.
Scritto da Giuseppe Gatti il 14/5/2013 alle 20:29
Secondo me i 101 sono imperdonabili.
Scritto da Elio Giacometti il 14/5/2013 alle 20:39
Ma sentite cosa ci si può attendere da una situazione così? precaria precaria precaria, votiamo subito il mattarellum perchè secondo me se tira l'estate sto governo è un miracolo
Scritto da Sara Finzi il 14/5/2013 alle 21:12
PER TUTTO IL BLOG, ho notato che scrivono sul blog nomi noti della sinistra, mancano solo i nomi del Pd, eccetto qualcuno. Come mai? Se qualcuna/o vuole rispondermi mi farebbe una cortesia.
Scritto da Lettrice affezionata il 14/5/2013 alle 22:50
Caro Elio Giacometti di errori imperdonabili la Sinistra ne ha fatti molti.Compreso quello di avere fatto saltare il Governo Prodi in un piu' occasioni in un recente passato che spero non ai dimenticato non molto lontano.
Scritto da Giuseppe Gatti il 15/5/2013 alle 00:00
VIVA. NUOVE ELEZIONI E POI ? Le elezioni bisogna essere capaci di vincerle. La demagogia non serve, avete visto che fine ha fatto l'Italia dei Valori, e Rivoluzione Civile del Magistrato Ingroia ?
Scritto da Giuseppe Gatti il 15/5/2013 alle 00:01
Un caloroso e solidale saluto ai compagni Giuseppe Gatti e Pierluigi Galli. Dirò che le polemiche sui sistemi elettorali mi interessano relativamente, perché credo che un organismo politico e sociale malato richieda una cura di ristrutturazione etica e che la normativa e i meccanismi siano la parte conclusiva di un processo che in Italia è indispensabile da decenni, sempre rinviato, mai attuato e deviato da furbizie ed espedienti di conservazione del potere.
Scritto da ulderico monti il 15/5/2013 alle 07:38
@Giuseppe Gatti. Caro Giuseppe, ormai lo dice la storia: il Governo Prodi si sa chi lo ha fatto saltare ( a te non sfugge che i deputati di sinistra non hanno mai, dico mai, votato contro il Governo Prodi); questo forse ci fa capire chi sono i 101 e il mio aggettivo "imperdonabile" , siccome anche non sono cattolico, qualifica un giudizio politico
Scritto da Elio Giacometti il 15/5/2013 alle 08:40
A me sembra comunque che per i lavoratori e per l'Italia ( faccio un po' di retorica) e persino per il Pd , ci sia bisogno di sinistra , con nome e cognome, come c'è in tutta Europa e oltre.
Scritto da Elio Giacometti il 15/5/2013 alle 08:51
Caro Giuseppe devo dirti che leggendo il tuo post sono combattuto. Io come te penso che uno dei vulnus per cui il nostro sistema politico si è incancrenito producendo una pletora di parlamentari non all’altezza della situazione sia proprio in un sistema elettorale che passa attraverso la nomina da parte del capo. Certo il PD ha attenuato questo attraverso le primarie, ma sappiamo bene che le nostre primarie sono state organizzate in brevissimo tempo, hanno di fatto impedito che ci fosse un reale confronto tra i candidati, questo per l’assoluta mancanza di tempo, inoltre, le primarie in quanto tali presentano certamente dei lati positivi, ma anche aspetti negativi, non ultimo il fatto che rischiano di trasformarsi in un sistema che predilige i fatti emozionali ed emotivi in ragione delle scelte politiche e razionali. Ma su questo credo avremo possibilità di discutere ampiamente. Per ritornare all’incipit iniziale, sono combattuto perché ritengo che se da un lato cambiare e cambiare subito la legge elettorale sia doveroso per dare al Paese un sistema chiaro e soprattutto certo nel far scegliere ai cittadini i parlamentari e la maggioranza e questo metterebbe per certi versi anche in sicurezza il governo Letta, dall’altro lato la richiesta che viene dal Paese, dalla gente e che sta, alla fine, a giustificazione di un governo di larghe intese o di scopo, è quello di fare interventi significativi per far ripartire l’economia e il lavoro. Dunque non vorrei che per cambiare la legge elettorale si trascurassero gli interventi che sono necessari e che sono alla base della scelta, sofferta, del PD di sostenere un governo con la partecipazione del partito di Berlusconi. Non voglio fare della retorica, mi conosci e sai che esula da me qualsiasi forma di populismo, ma oggi c’è una emergenza quotidiana che è la soppressione dei posti di lavoro. C’è disperazione, c’è una umanità dolente che chiede aiuto, che teme il domani. A questi noi dobbiamo una risposta, anzi molte risposte. Sono convinto che una legge elettorale sia necessaria, ma è fondamentale metterla al primo punto dell’agenda politica a fronte di una situazione come questa? Sulla legge elettorale si scateneranno sicuramente gli scontri politici. Scontri che attraverseranno anche i partiti al loro interno. Possiamo nel breve subire questo? Abbiamo la forza, o meglio, ha il governo Letta la forza di reggere in questo modo? Sinceramente non lo so, come ti scrivevo all’inizio sono combattuto, non perché ritengo che una riforma elettorale non vada fatta, ma perché vorrei al primo punto della discussione solo una unica cosa: il lavoro che non c’è.
Scritto da roberto molinari il 15/5/2013 alle 09:07
@Elio Giacometti. Non ho la memoria corta. Mi Ricordo il discorso di Bertinotti che ha segato le gambe a Prodi.
Scritto da Giuseppe Gatti il 15/5/2013 alle 09:21
@Camillo Massimo Fiori. Questa difesa del proporzionalismo ad ogni costo non mi convince. Quasi tutti gli Stati europei sono bipolari dal punto di vista politico eppure il dialogo e la mediazione sono il metodo praticato. In Germania, salvo il periodo della grande coalizione, il sistema ha funzionato su due poli contrastanti. Se in Italia le cose sono andate diversamente non è certo per colpa delle regole ma della qualità della politica.
Scritto da G.G. il 15/5/2013 alle 09:33
@Roberto Molinari, certo il problema del lavoro va al primo posto, ma se non si cambia questa legge elettorale non si darà mai o quasi mai la possibilità di governare a chi vince l' elezioni dovendo altre volte accettare governi pateracchio come quello attuale.
Scritto da Pdvarese il 15/5/2013 alle 09:35
Il Partito Democratico ha rivelato la sua debolezza: è un organismo malato, minato dal "mal sottile" dell'inconsistenza e della indeterminazione. E' la Violetta Valery, la Traviata politica del nostro tempo. Avesse anche vinto le elezioni, il suo male oscuro non sarebbe guarito, ma soltanto celato in un processo mistificatorio di auto-inganno. Un organismo sano avrebbe affrontato la sconfitta con maggior ponderatezza. La questione di fondo è che la sconfitta è il destino storico della Sinistra.
Scritto da ulderico monti il 15/5/2013 alle 10:10
In molti avremmo digerito la legge precedente, ben prima che Grillo si intestasse la partita. Ora è diventata una clausola di salvaguardia. Quando cambierà il sistema istituzionale, si costruirà una norma adeguata alla nuova configurazione. Rispettosa delle minoranza e delle maggioranze. Capace di far emergere persone sui territorio, creando sana concorrenza (collegi piccoli). In teoria, la legge elettorale la vogliono cambiare tutti. In pratica solo alcuni. Vedremo chi ce la fa.
Scritto da FrancescoG. il 15/5/2013 alle 10:13
PER TUTTO IL BLOG. Ripeto la domanda che ho fatto ieri sera: ho notato che scrivono sul blog nomi noti della sinistra, mancano solo i nomi del Pd, eccetto qualcuno. Come mai? Se qualcuna/o vuole rispondermi mi farebbe una cortesia.
Scritto da Lettrice affezionata il 15/5/2013 alle 10:28
@Roberto Molinari (09.07) - Concordo con te sul fatto che la priorità assoluta sia la risposta “all’umanità dolente che chiede aiuto e che teme il domani”. Ma la leggina per ritornare almeno al vecchio Mattarellum sarebbe semplicissima. E se passasse darebbe più forza al governo. Tenerlo sotto la spada di Damocle delle elezioni anticipate con la legge in vigore è forse la peggior cosa. Il Pd per paura che le prossime urne possano dare il premio di maggioranza al centrodestra potrebbe accettare compromessi assurdi. Il Mattarellum in queste condizioni sarebbe un rischio calcolato. Come vedi uso anch’io tanti condizionali.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/5/2013 alle 11:11
@GG - Il sistema tedesco è proporzionalismo più soglia di sbarramento, più sfiduciua costruttiva. In Francia, in passato, il bipolarisnio ha costretto i due schieramenti maggiori a far fronte comune per impedire la vincita della destra estrema. In Germania il bipolarismo deve sempre fare i conti o con i Verdi o con i Liberali. Anche le regole possono condizionare la qualità della politica, con il mattarellum è scomparso il centro dal Parlamento ma non dalla società.
Scritto da CMF il 15/5/2013 alle 11:29
Caro Giuseppe consentimi di rubarti ancora un po’ di spazio. Sono d’accordo con te che il condizionale è d’obbligo in questo momento e per il PD. Ho perplessità sulla scelta del mantenimento del Mattarellum. Sarebbe sicuramente un escamotages per sfuggire alla logica perversa e deprimente del “porcellum”, ma sempre di scelta del male minore si tratta. Il Mattarellum abbiamo visto ha in se due problemi: a) obbliga a mettere insieme una coalizione per avere un voto in più dell’avversario e questo comporta devastanti alleanze che, come abbiamo visto non garantiscono la tenuta della maggioranza, b) è vero che la distanza tra PD e Lega+PdL non è come una volta, ma la loro alleanza rischia di sotterrare la presenza e la rappresentatività al nord del centrosinistra a meno che non si introduca il doppio turno che potrebbe lasciare qualche chance in più. Aggiungo un terzo elemento: come scegliere i candidati in collegi maggioritari se occorre fare la coalizione? Le primarie? Non ci crede nessuno, visto che occorre garantire la coalizione….. Dunque più dubbi che certezze.
Scritto da roberto molinari il 15/5/2013 alle 12:06
@Roberto Molinari (12.06) - D'accordo su questi limiti del Mattarellum. Molto meglio una legge nuova. Ma io temo che si possa votare ancora col sistema in vigore che potrebbe dare la maggioranza alla destra o riconsegnarci con due maggioranze diverse alla Camera e al Senato. Vedo il Mattarellum come una misura provvisoria di salvaguardia in caso di rapida consunzione di questo governo,
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/5/2013 alle 12:23
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