Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/9/2013 alle 11:53

  
Da quando Enrico Letta è capo del governo e Matteo Renzi appare come un forte competitore per la leadership del Pd, è ritornato in auge il “non voglio morire democristiano” in voga ben più di 20anni fa quando la Dc pareva intramontabile.
Per molti è un modo di dire che esprime un’insoddisfazione reale, o una paura. Per tanti altri è solo una battuta di spirito. Cerco di prenderlo seriamente. Sono gli uomini che farebbero paura oppure è la cultura di cui sarebbero portatori?
Quando nel Pd sembrava prevalere nettamente la filiera Pci-Pds-Ds pochissimi di noi hanno gridato (io mai) “non voglio morire comunista” per la ragione che quel mondo di ricordi, di nostalgie, di suggestioni sopravviveva in una parte larga dei militanti ma in una piccola parte dei dirigenti.
Perché allora quel vecchio slogan sui democristiani è così diffuso, radicato, resistente?
La ragione immediata sono Letta e Renzi (peraltro il sindaco di Firenze è entrato in politica quando la Dc non esisteva più) ma non c’è solo questo. 
C’è forse un motivo più profondo. L’ultima parte del secolo scorso ha visto la fine delle ideologie, entrate in crisi in Italia ancor prima del grande “evento simbolo” del muro di Berlino.
Il Pci è stato profondamente lacerato dalla disfatta ideologica ma un parte importante della sua classe dirigente è sopravvissuta fino alle ultime elezioni politiche.
Nella Dc, al contrario, è stata spazzata via la sua classe dirigente, incapace di rinnovarsi dopo un quarantennio al potere, ma la sua cultura politica non ha subito il tracollo. Era una cultura di governo che si richiamava a principi e ideali che poi cercava di tradurre in pratica con pragmatismo (e con qualche tradimento), accettando e ricercando le mediazioni e i compromessi con gli altri partiti e con tutte le forze sociali.
Era una cultura di governo non arroccata, aperta e interclassista, che si rivolgeva pressoché a tutta la società. Forse è questa qualità che tiene ancora viva, nel credito o nel discredito a seconda dei punti di vista, l’idea di una sua auspicata o temuta rivincita.
Ma è un difetto di visione e di prospettiva. La Dc era un partito centrista, né di destra né di sinistra, un partito di ispirazione cristiana ma profondamente laico nella sua maggioranza, un solido partito europeista ed atlantico capace in certe occasioni di protagonismo nel Mediterraneo e verso il Medio Oriente dando qualche dispiacere agli Usa.
Il futuro dell’Italia non è più questo. La geopolitica europea, mediterranea e mondiale è completamente diversa. L’Italia è bipolare nell’anima. Lo è sempre stata fra democristiani e comunisti. Oggi lo è ancora di più ma le due nuove polarità, lungi dall’essersi ben definite e stabilizzate, sono ancora in costruzione.
Per il centrosinistra, l’apporto della tradizione di sinistra è decisivo anche se non sarà più egemone. E l’altra cultura rifiuta il concetto stesso di egemonia. Le due culture hanno bisogno l’una dell’altra per aggiornarsi continuamente e per migliorarsi se vogliono costruire il centrosinistra vincente e governante nell'interesse dell'Italia. 
Altrimenti cadranno preda del massimalismo (a sinistra) e dell’irrilevanza (al centro). Per questo la paura di morire democristiani è infondata, perfino ridicola.

Commenti dei lettori: 70 commenti -
Fino a quando si parlerà ancora di democristiani e comunisti, significa solo che la maionese PD sta impazzendo: il risultato è che l'uovo si allontana dall'olio e il limone e il sale se ne vanno per conto proprio. Credo che il problema sia solo la presenza di una classe dirigente (?) stantia che, pur ritiratasi dalle cariche parlamentari, non fa un passo indietro da quelle partitiche. Mi fa ridere D'Alema che ha il suo candidato, Cuperlo, il quale evidentemente sente la necessità di padrinaggio.
Scritto da Sic Est il 12/9/2013 alle 12:28
@Adamoli, condivido! Oggi dire non voglio morire democristiano o comunista è solo un modo di dire che guarda troppo ad un passato che non solo non c'è più ma che non potrà più tornare. Quello che conta è la vita concreta quotidiana dell'oggi e del domani, quanti diritti e doveri comporranno questa vita, chi sarà il migliore interprete di questi bisogni senza ideologismi del passato.
Scritto da robinews il 12/9/2013 alle 12:54
Se lo dici tu che non moriremo democristiani ma lo fai per non mortificarci....Io ho paura di si.
Scritto da Mario T. il 12/9/2013 alle 13:26
A dire il vero, se uno ascolta te e poi qualcun altro del Pd o di Sel, che è il partito che voto, capisce bene perché il rischio di morire democristiani c'è sempre.
Scritto da Mario T. il 12/9/2013 alle 13:28
Hai centrato il punto: da un lato, quello della DC, una cultura politica vincente si è trovata senza interpreti degni, essendo stata la sua classe politica spazzata via. Dall’altro, quello del PCI, alla disfatta ideologica si è accompagnato l’incredibile perpetuarsi di una classe dirigente che ancora oggi egemonizza (o tenta di farlo) il PD, non si sa bene in base a quali meriti o visioni politiche che non siano uno stanco tardo sessantottismo tutto diritti (e niente doveri). A ciò si aggiunga la figura di Berlusconi che in vent’anni è passato da Colletti, Vertone e Melograni a Santanchè, Verdini e Minetti. Che la politica italiana sia un disastro non può quindi certo stupire. L’Italia è bipolare, è vero. Come tutta Europa, peraltro. Ma in Europa il bipolarismo delle idee vede popolari contrapporsi a socialisti. In Italia il bipolarismo fondato sul senatore B. vede solo confusione con socialisti a destra, popolari a sinistra e una grande inconcludenza di fondo.
Scritto da Larpi il 12/9/2013 alle 13:52
certamente democratici e semmai cristiani dovrebbero esserlo tutti ed evidentemente non basta più come slogan..ma vista la realtà dei risultati bisogna recuperare gli sbagli arrecati al sistema, o involontariamente sopravvenuti, con riforme che erano e rimangono urgenti, dopodiché si potrà meglio amministrare, senza buchi neri dove spariscono i denari o apertura di crepacci improvvisi; in sostanza con capace lungimiranza e dialogo costruttivo senza il quale ogni discorso politico vale poco..grz.
Scritto da zva il 12/9/2013 alle 14:26
Perché le due culture si contagino e migliorino insieme ci vorranno anni ma quel che dici è molto sensato.
Scritto da Giò B. il 12/9/2013 alle 14:45
Caro Giuseppe, ti ho già fatto questo invito qualche altra volta. Lascia questo post in prima posizione per un giorno o due. Io lo leggerò con attenzione questa sera o domani mattina, poi lo commenterò. Grazie.
Scritto da Lorenzo L il 12/9/2013 alle 14:54
FUORI TEMA. Per i "Negazionisti del terrorismo NO TAV". Sul Corriere.it di oggi: Va in tv a parlare di violenza No Tav. Due ore dopo attentato contro la sua azienda. Ferdinando Lazzaro, titolare della Italcoge, era ospite di Virus «Escalation di violenza che fa male a tutti». Sarebbe opportuno avvertire quell'ingenuo (?) di Erri De Luca.
Scritto da Sic Est il 12/9/2013 alle 15:30
Non v'illudete, l'ala sinistra del Pd prenderà presto il sopravvento come è sempre stato e come sarà anche in futuro salvo qualche periodo. Il vostro partito non sarà mai veramente riformista.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 12/9/2013 alle 16:00
@Larpi, commento amaro ma veritiero. Sulla grande inconcludenza di fondo come si fa a darti torto?
Scritto da Vittorio il 12/9/2013 alle 16:21
@Lorenzo L. (14.54) - Seguirò il tuo consiglio e domani non scriverò nessun nuovo post. Però voglio leggere il tuo commento. Ciao e grazie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/9/2013 alle 16:24
Rimane sempre,comunque,la paura di farsi fregare da 101 delinquenti che hanno fatto fuori Prodi e,parliamoci chiaro,anche il compagno Bersani.
Scritto da Giuseppe Morelli il 12/9/2013 alle 16:41
Concordo con Giuseppe morelli. 101 vigliacchi e vedrete che qualcuno di questi salvera berlusconi
Scritto da Luigi Scandroglio il 12/9/2013 alle 16:49
@Scandroglio. Non me ne farei caso,ma non accadrà: i 101 hanno mire più alte.Ricostruire la DC e governare ancora.
Scritto da Giuseppe Morelli il 12/9/2013 alle 16:59
io vengo dalla DC,orgogliosa di essere democristiana,mentre,caro giuseppe,i vari renzi di turno non sanno cosa sono,la cultura della politica democristiana rimane in chi la vissuta e coltivata,e ne sarò sempre orgogliosa
Scritto da Rosa Tagliani il 12/9/2013 alle 17:01
Rispetto il concetto espresso dalla signiora Tagliani ma non capisco cosa c'entri Renzi con i 101 traditori.A meno che ............
Scritto da Giuseppe Morelli il 12/9/2013 alle 17:17
@Morelli. No,guardi la mia è stata una opinione personale,sullo stato attuale della politica,che sicuramente non è quella nella quale ho militato,grazie,
Scritto da Rosa Tagliani il 12/9/2013 alle 17:38
Scusa Giuseppe, ma se giustamente osservi che l'ideologia comunista "ha perso", mentre la cultura democristiana ha vinto, non puoi ipotizzare che "le due culture hanno bisogno l'una dell'altra". Gli alberi del resto si riconoscono dai frutti.
Scritto da Antonio Chierichetti il 12/9/2013 alle 17:41
Bhè il solito commento del signor Chierichetti ci mancava, parla delle due ideologie come se stesse giocando con i carrarmatini a risiko, evidentemente oltre alle pagine gialle non ha letto di più. IO non sono democristiano nè comunista, tuttavia in Italia entrambi gli schieramenti hanno avuto degli esponeni che hanno reso grande questo paese, ed altri che ahimè l'hanno rovinato. Parlare ad oggi di ideologie opposte ed antitetiche credo che non serve assolutamente a nulla. Sono d'accordo con Adamoli, entrambe le ideologie si sussumuno ed hanno bisogno dei loro elementi migliori per far emergere un centrosinistra maturo e consapevole, anche se ritengo quasi impossibile possa avvenire
Scritto da Massimo Gugliotta il 12/9/2013 alle 17:54
e poi faccio presente che se la vogliamo mettere sullo stupido piano vincenti perdenti, anche la DC allora ha perso....
Scritto da Massimo Gugliotta il 12/9/2013 alle 17:55
La DC ha commesso lo stesso errore che si ripete con il PD; confermare un'oligarchia che da troppi anni calca la scena politica vuol dire bloccare il rinnovamento che è fondamentale per la sopravvivenza del pensiero politico.
Scritto da Alessandro Milani il 12/9/2013 alle 18:01
@Antonio Chierichetti (17.41) - Poni un problema che mi aspettavo. L’ideologia comunista ha fallito totalmente e, come dico nel post, il Pci ne è stato lacerato. Ma in quel grande partito c’era una sottostante cultura politica che non si nutriva di vetero marxismo e del mito del “socialismo reale e sovietico”. Quella cultura gli ha permesso di guidare e gestire bene alcune grande regioni e città. E’ questa la cultura che io credo possa coniugarsi con quella cattolico democratica, lasciando però completamente (proprio completamente) alle spalle entrambi i partiti di origine e costruendo qualcosa di veramente nuovo. Nel post dico che è finita la classe dirigente di vertice che aveva mosso i primi passi nel Pci, ma altrettanto lo dico per la provenienza Dc. Sono durate troppo entrambi e in un certo senso hanno zavorrato il Pd.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/9/2013 alle 18:03
Giuseppe Vacca ha dedicato al tema di questo post una recente pubblicazione che ho portato volentieri quest'estate sotto l'ombrellone... merita di essere letta e divulgata, magari attraverso un dibattito promosso dall'associazione Popolari varesini come contributo culturale alla discussione pre-congressuale del PD.
Scritto da Fabrizio Simonini il 12/9/2013 alle 18:37
La DC appartiene alla storia, ed è una storia gloriosa. Lo stesso non può dirsi del comunismo, che ha fallito ovunque abbia governato. @Milani, che la DC sia finita è ovvio: tutto finisce a questo mondo. @Giuseppe (Adamoli), non si può mettere il vino nuovo negli otri vecchi (PD). Certo il "vino nuovo" può venire solo da una cultura politica democratico cristiana mentre quella di matrice è comunista non serve, è aceto, e soprattutto è incompatibile con la prima.
Scritto da Antonio Chierichetti il 12/9/2013 alle 19:04
Per fare "Grande" il Partito Democratico dobbiamo TUTTI ma proprio TUTTI condividere un sano Principio che conosciamo ma abbiamo remore nel dargli attuazione: il Principio di Maggioranza. Il principio di maggioranza rappresenta la prevalenza della volontà dei più sulla volontà dei pochi. Adottare e rispettare percorsi decisionali partecipati, trasparenti, motivati, rispettosi del pluralismo di posizioni politiche e culturali esistenti nel rispetto del Principio di Maggioranza e a sostenere ogni decisione che abbia raccolto la prevalenza numerica di consensi. Il principio di maggioranza, in base al quale, nell'assunzione di una decisione da parte di un gruppo, prevale l'opzione che ha raccolto la maggioranza di consensi, è uno dei capisaldi della democrazia rappresentativa e di alcune forme della democrazia diretta. Và inserita, quale regola comportamentale, nel codice etico, questo principio è necessario, per dare credibilità ed affidabilità degli impegni presi dal Partito Democratico. I 101 che non hanno votato per Prodi e i 200 e passa che non hanno votato Marini non centrano nulla con il Partito Democratico. Gli ex di quà, gli ex di là non hanno più senso contano solo le idee e i progetti su cui confrontarci.
Scritto da Michele Nigro il 12/9/2013 alle 19:47
@Sic Est, FUORI TEMA. I responsabili degli atti di sabotaggio in Val di Susa vanno individuati e perseguiti. Ad essi devono essere comminate le pene corrispondenti ai reati commessi.
Scritto da Giovanni Cogliati il 12/9/2013 alle 20:26
La Politica è "MEDIAZIONE" per far avanzare, un passo alla volta, le proprie Idee e realizzare i propri Progetti. Come disse E.B. "lavoriamo per introdurre elementi di socialismo". La Politica senza "mediazione" equivale a DITTATURA, una Parte anche se maggioritaria "governa" contro tutti.
Scritto da Michele Nigro il 12/9/2013 alle 20:29
@Giuseppe Morelli, ma cosa centra Bersani con i 101? Non voglio passare per il solito difensore dell'indifendibile Bersani, lui è stato vittima dei 101 al pari di Prodi (e del CSX). @Scandroglio, i 101 ci sono ancora? Sicuramente, salveranno nel segreto dell'urna Berlusconi? E' una possibilità più che probabile. Il giorno del voto al senato a scrutinio segreto a Roma ci sarà non poca gente in piazza per vigilare contro "ogni porcata" e non vorrei essere nei panni della casta se accadrà.
Scritto da robinews il 12/9/2013 alle 20:42
Molti commenti al post, dimostrano che continuano a vivere in un mondo che non esiste più. Ex di qua, ex di la, nostalgici bianchi, rossi ecc. alle prossime elezioni al loro risveglio avranno degli incubi incurabili. evidentemente la lezione di febbraio non è bastata.
Scritto da robinews il 12/9/2013 alle 20:52
Caro Adamoli, io ho conosciuto la DC di Marcora e Granelli, il pci-pds-ds- erano e sono (xchè ci sono ancora) lontano un pianeta
Scritto da Angelo Chiappa il 12/9/2013 alle 21:19
@Antonio Chierichetti (19.04) - Sono d’accordo sugli otri nuovi, caro Antonio. Una posizione che, riferita ai partiti di centrosinistra, risale a Romano Prodi. Proprio per questo è stato fondato il Partito democratico qualche anno fa. Aspetto ancora il vino veramente buono ma non dispero. Sul fatto che le due culture siano incompatibili, questa è una tua legittima valutazione che è diversa dalla mia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/9/2013 alle 21:38
@Angelo Chiappa (21.19) - Ho conosciuto bene Marcora ed ho un bellissimo ricordo di Granelli. E' stato un suo discorso a far decidere per la mia nomina ad assessore regionale ai lavori pubblici. I tempi sono completamente cambiati. Pensa solo fatto che Letta è premier e Renzi potrebbe diventare il leader del Pd. Ti dice niente questo? Il Pd è un partito grande, complesso e pluralista senza più l'egemonia culturale di una parte sola.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/9/2013 alle 21:40
Bravo @Giovanni Cogliati. Il silenzio della sinistra sui fatti della Tav è increscioso.
Scritto da Giorgio S. il 12/9/2013 alle 22:52
Giuseppe, quali sono i contrasti più forti fra le due principali culture che si sono incontrate nel Pd?
Scritto da Giovanni il 12/9/2013 alle 23:16
ho già scritto qc giorno fa che prima ci liberiamo della discussione sull'ex, meglio è. per oggi ti regalo una battuta del mio amico Bobo (Staino), il prototipo del "vero" compagno: "Letta al Governo e Renzi al partito! Chi lo avrebbe detto! Certo la Margherita da sola non ci sarebbe mai arrivata!"
Scritto da roberto.caielli il 13/9/2013 alle 08:15
E' giusto chiederci da dove veniamo purché poi si guardi avanti con coraggio e speranza per aprire una strada tutta nuova. Condivido la lettera e lo spirito del post.
Scritto da Stefano C. il 13/9/2013 alle 09:14
Caro Giuseppe, sul dialogo tra culture politiche differenti, ho ascoltato un'intervista a Luis Sepulveda alla radio. Diceva che Unidad Popular di Allende e l'ala sociale della DC avevano un dialogo, scambi e un buon rapporto. "Anche se eravamo diversi, per la religione, avevamo gli stessi obiettivi umani". Se ne hanno notizie di questo confronto? Poi è andata come è andata. Sappiamo tutti quali forze c'erano alle spalle del colpo di stato in Cile e qualche anno dopo in via Fani. L'obiettivo era lo stesso, non democratico, come un fascismo: uccidere la speranza e l'impegno civile. La DC non torna. La cultura del dialogo vero deve tornare. Depurata dal clientelismo e dalle nostalgie. La destra (populista) è interessata anche lei. È indietro, ma scatta meglio del centrosinistra. Attenzione. Penso che non siano pochi i cittadini che aspettano un ragionamento un po' più in là del solito, di ampio respiro. Servono voci credibili (il Papa ne è un esempio). Diversamente, se andiamo avanti allo stesso modo camminiamo fuori dall'Europa. È questo che vogliamo?
Scritto da FrancescoG. il 13/9/2013 alle 09:28
Acciaio riva. 1400 persone a casa dalla sera alla mattina. Pare l'Inghilterra dell'800. La produzione di acciaio nazionale rischia ed è importante sul sistema paese. La situazione è uno dei risultati delle carenza politiche di questi anni. È da queste cose che si capisce il fallimento di quelli che a parole volevano le riforme, nei fatti hanno abolito l'ici facendo altri danni. Ah, no, c'è la patente a punti e il divieto di fumo nei locali pubblici. Non volevo sminuire nessuno. Il nulla politico è il terreno fertile per gli estremisti di destra (Cantù) e sinistra (violenti dei no tav).
Scritto da FrancescoG. il 13/9/2013 alle 09:29
@Sic Est (15.30), @Giovanni Cogliati (20.16), @Giorgio S. (23.16) - Nei prossimi giorni metterò un post sui No Tav così potremo discuterne ampiamente. Confermo che propendo dalla vostra parte.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2013 alle 09:33
@ Larpi. Sintesi reale, la sua. Da qui, si puo` e si deve migliorare. La leggo sempre con attenzione. Mi piace il suo modo di guardare alle cose.
Scritto da FrancescoG. il 13/9/2013 alle 09:36
@Giovanni (23.16) - Intanto bentornato sul blog. Confrontare le varie culture che sono confluite nel Pd richiederebbe uno spazio incompatibile col blog e sarebbe un compito improbo superiore alle mie forze. Limitandomi alla concezione del partito, ti posso dire quali sono i punti che, secondo me, andrebbero migliorati o cambiati senza attribuirli specificatamente ad una cultura: il partito come chiesa laica che appartiene solo alla cerchia ristretta che ha fatto professione di fede; l’aria possessiva dei capi ad ogni livello e la conseguente velleità di tenere tutto e tutti sotto controllo; il tatticismo che prevale sulla strategia; gli avversari che diventano nemici; l’insopportabilità dell’avversario a sinistra; la moralità che diventa moralismo. Detto questo, chi non si sente addosso nessuno di questi difetti alzi la mano.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2013 alle 09:40
@Roberto Caielli (08.15) - E’ proprio per superare la condizione di “ex” che ho scritto ieri questo post, come avevo già fatto in passato con altre considerazioni di questo tipo. Bisogna far capire a tutti che la situazione è evoluta molto negli ultimi anni e che la sorte del Pd non dipende dal nascondere le culture ma dal cercare di farle avanzare nel confronto serrato sull’oggi e sul domani. Per questa ragione ho sempre preferito la definizione di partito pluralista a quella di partito plurale (Veltroni e quasi tutti) perché quest’ultima dà la sensazione di una staticità culturale che dovrebbe essere superata.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2013 alle 09:46
Caro Adamoli, Il mio non è pessimismo, sono i fatti a parlare. Il pd non è riuscito a miscelare le provenienze e non occorre andare a Roma per renderse conto. Il problema riguarda soprattutto gli ex-ds. Guardiamo la provincia di Varese. I gruppi di provevienza Margherita si sono mischiati, tanto è che qualcuno proveniente da ds e pci fa politica dentro questi gruppi organizzati. Ditemi il nome di uno ex Margherita o ex dc impegnato nella corrente di Marantelli. Nemmeno uno. Significativo!
Scritto da ex-Margherita il 13/9/2013 alle 10:54
L'alternanza degli uomini alla guida del Pd e il ricambio periodico del gruppo dirigente fanno solo bene. Spero che sia giunto il momento di Renzi.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 13/9/2013 alle 11:11
Pezzo interessante, graffiante e scritto bene come al solito. Però con troppo ottimismo. Dove la vedi tutto questa voglia di miglioramento e di aggiornamento delle culture che si sono sposate nel Pd, non lo capisco affatto.
Scritto da ff il 13/9/2013 alle 11:56
Penso che sia importante mantenere le proprie radici e ricordasi da dove si arriva. Ma questo congresso del PD dovrebbe far dimenticare le forti appartenenze passate che troppo spesso hanno ostacolato la nascita del vero partito moderno riformista ed innovativo.
Scritto da Simone Franceschetto il 13/9/2013 alle 12:57
Non ho mai votato Dc anche per ragioni di età e nella mia famiglia erano tutti di sinistra ma preferirei morire democristiano che comunista.
Scritto da Lettore Varesenews il 13/9/2013 alle 14:14
Per @FrancescoG. (9,29), sull’iniziativa di Forza Nuova a Cantù. Io non so che dire, da un lato Bizzozzero non avrebbe torto quando si auto-definisce ‘un convinto democratico che ospita l’iniziativa di un’associazione (Forza Nuova) che è sempre stata ammessa alle elezioni’. Direi che è solo ad evento concluso che potremo giudicare se lo stesso abbia avuto valenza politica oppure se sia stato un mero momento provocatorio e di disturbo. Una cosa mi ha lasciata perplessa, ossia l’esclusione della stampa dai cosiddetti ‘momenti ludici’. Quindi, nessun giornalista a narrare e a descrivere. Che faranno mai in questi momenti ludici? Forse è gente che fa dei danni più a se stessa che alla società :-) Ad ogni modo, a me è piaciuto il comunicato del Consiglio Pastorale della Comunità San Vincenzo di Cantù, che coordina le parrocchie cittadine, preoccupato per la ‘presenza di forze politiche e sociali che in Europa a volte teorizzano ‘valori’ che contrastano con la costituzione e sfociate anche in atteggiamenti violenti che sono una offesa a coloro che sono Caduti per la libertà’. In questo post che tratta di democristiani e comunisti, di destra e di sinistra, dico semplicemente che a me ha fatto piacere che il Consiglio Pastorale canturino sia stato ‘partisan’ e abbia scavalcato, a sinistra, tanti del PD, anche di matrice cattolica, sempre tiepidi nel prendere ‘parte’.
Scritto da eg il 13/9/2013 alle 14:19
Le varie culture contano poco nelle divisioni interne. Conta di più la paura dei vari gruppi di perdere il potere.
Scritto da Lettrice affezionata il 13/9/2013 alle 15:04
Caro Giuseppe, come sempre metti all’attenzione parecchi spunti di riflessione che spaziano in quello che è lo “ieri” della politica e in quello che il presente, ma anche nel domani. La cultura politica della DC è uscita vincente dallo scontro delle ideologie del secolo scorso e questo perché oggi tutti e dico tutti hanno accettato le regole della democrazia liberale, hanno accettato l’idea del patto Atlantico e della Nato e dell’orizzonte Europa come casa comune. Dunque, un partito che non c’è più ha fornito le basi culturali per proseguire nel perpetuare i valori che erano già contenuti nella nostra Costituzione. Quella classe dirigente non c’è più e possiamo anche dirci che la fine del partito democratico cristiano è da imputare non solo ad una società che si è trasformata e ha quindi tolto le basi del consenso che godeva quel partito, ma anche per l’incapacità di quei leader di trasformare e reinventare una nuova proposta politica oltre che di prendere atto che dopo il 1989 erano giunti al capolinea anche come uomini politici e avrebbero dovuti ritirarsi anziché pensare di essere eterni. Il PCI ha largamente influenzato i destini della sinistra italiana, nel bene e nel male. E’ stata una palestra ( come anche la DC ) per i ceti popolari che volevano affrancarsi ed è stata una scuola non sono di politica, ma anche di virtù civiche. I comunisti erano dalla parte sbagliata, ideologicamente parlando. Ma hanno tenuto quando l’Italia era sul baratro del terrorismo. Alla fine hanno dovuto prendere atto della fine di una ideologica che per molti era un sogno, ma che per i tanti si era trasformata in un incubo. Parlando una sera con l’amico Rocco Cordì proprio di quei tempi gli imputavo l’errore marchiano di Berlinguer. Il non aver usato il suo immenso carisma e la sua credibilità per trasformare il PCI in una forza socialdemocratica, insomma il non aver fatto una Bad Godesberg italiana. Rocco mi ha giustificato questo sottolineandomi l’impossibilità anche per Berlinguer di fare quella svolta. Non ne sono convinto e penso che questo sia pesato sulle vicende politiche italiane come un macigno. Oggi, sulla base dei valori di quella Costituzione che cattolici, socialisti, liberali e comunisti vollero, fortemente vollero stiamo tutti insieme in un partito, il PD. Certo è un partito che deve ancora maturare che deve ancora migliorare e che deve ancora elaborare una nuova cultura politica. Questo è il dunque. Come costruire una cultura politica nuova capace di essere pluralista, ma nello stesso tempo nuova per il nuovo secolo. Chi pensa che ci sia ancora la possibilità di una egemonia culturale o politica nel PD sbaglia di grosso. Le primarie per la leadership svolte nel 2012 e le elezioni politiche del 2013 hanno cambiato totalmente lo scenario. E’ finita l’appartenenza alle vecchie culture, ma anche l’appartenenza alle vecchie sigle. Ora il problema è un altro. Come tenere insieme un partito costruendo una nuova cultura e permettendo ( fatto sacrosanto ) che ci siano diversi orientamenti e sensibilità. Questa a me pare la vera sfida e questo è fondamentale perché la cultura politica di un partito si trasferisce sempre nelle Istituzioni.
Scritto da roberto molinari il 13/9/2013 alle 17:55
FUORI TEMA. Per i negazionisti dell'attività criminosa di Assad: ora che anche Ban Ki Moon parla degli stermini di questo freddo e cinico signore della guerra, vogliono ancora fare finta di non vedere? E continuare a credere alle favole di Putin & Soci?
Scritto da Sic Est il 13/9/2013 alle 19:29
@Sic Est, La questione Siriana e tutte le sue implicazioni sono tali che gli stessi Americani, Francesi ed Inglesi, unitamente all'ONU affrontano con cautela e prudenza considerati i molti precedenti fallimenti. Quanto alla Russia di Putini che considero fasciomafiosa e neoimperialista fa il suo (sporco?) gioco. Quanto a @Sic. Est, NON VEDO L'ORA DI VEDERE POSTATA LA SUA FOTO CON L'ELMETTO IN TESTA PER LE VIE DI DAMASCO. Mi raccomando di arrivare prima dei Marins e della Legione straniera.
Scritto da robinews il 13/9/2013 alle 21:33
@Sic Est il 13/9/2013 alle 19:29 . D'accordo. Tutto si è mosso (ché tutto si sapeva), perché il nostro katechon - gli Stati Uniti d'America - ha rotto gli indugi, e ha dichiarato la volontà di intervenire. Finalmente. Non per volontà di guerra, ma per senso di giustizia. Sempre troppo tardi, purtroppo, ma sempre in tempo. Lo si deve ai morti e ai profughi, a monito dei tiranni di oggi e di domani.
Scritto da ulderico monti il 14/9/2013 alle 08:19
Ciao @eg. Sei sempre attenta. Complimenti. Giusta la scelta del coordinamento Pastorale Canturino. È nella libertà d'opinione, che a Cantù è garantita a tutti. Chissà se verrà accordata anche una manifestazione di satanistia. Magari a Natale, sotto la chiesa principale. Oppure una del gruppo "Mariti pestoni", la cui opinione (non praticata perché illegale) si rifà al refren "quando torni a casa, picchia tua moglie. Tu non conosci il motivo, lei si". È libertà d'espressione, no? John Locke, nel 17esimo secolo, disse la sua: c'è spazio nella società per chi ne accetta le basi fondanti. La libertà di opinione è sacrosanta, ma ci vuole questo prerequisito. Altro argomento. Qualche giorno fa hai citato Scalfari e la lettera del Papa. Mi è sembrata una bella cosa. Poi ho ascoltato Scalfari ieri sera su La7. Mi sono cascate le braccia. Ha travisato parecchio delle parole del Papa. Ha messo Francesco e Benedetto su due linee completamente diverse, come se uno dei due fosse un eretico. Risultato del non sapere e del giudicare senza sapere. Di fatto Scalfari appare come affetto da berlusconismo, più appassionato del capo che dell'approfondire realmente un dibattito. Ciao. (a proposito di quelli che non prendon posizione netta :-) )
Scritto da FrancescoG. il 14/9/2013 alle 09:15
Costa un grande fatica tenersi fuori dal dibattito sulle sorti e sulle culture del Partito Democratico. Rilevo un impegno sincero, una perseveranza ed una angoscia, di molti. Il mio disincanto è il risultato amaro di una lotta condotta a suo tempo e conclusa con il fallimento del Progetto 2000 dei Democratici di Sinistra. Molinari cita Rocco Cordì, sempre più a sinistra di qualsiasi sinistra. Ricordo quando si prodigava a mettere in croce Marantelli, impegnato a tenere insieme la baracca.
Scritto da ulderico monti il 14/9/2013 alle 09:57
@ FrancescoG. il 14/9/2013 alle 09:15. Concordo con te sul tema dell'interpretazione scalfariana della religione cattolica. Ma la tentazione è irresistibile, per i non-credenti, innamorati di Gesù: immaginarsi un Dio che sia fatto a propria immagine e somiglianza, cioè è dio che somiglia a me.... Secondo dottrina - e mito, per chi non ci crede - fu Dio che creò l'uomo a sua immagine e somiglianza, e non il contrario. Storicamente, è ovvio, gli umani si crearono gli Dei a loro uso e conforto.
Scritto da ulderico monti il 14/9/2013 alle 10:12
@Roberto Molinari (17.55) - Si, anch’io affermo che hanno pochissimo senso le correnti di oggi fondate sulle vecchie e decrepite appartenenze, ma penso come te che le diverse sensibilità e i diversi orientamenti dovranno trovare sempre spazio e legittimazione chiunque guidi il Pd.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/9/2013 alle 10:17
Le correnti ci sono anche dentro il PD e non sto parlando di Roma ma di Varese. Tutti dicono di non volerle, tutti dicono che sono sorpassate tutti sostengono che i vecchi riferimenti non hanno più senso ma poi le cose non stanno così in un consueto mix di ipocrisia e falsità che ha ridotto il PD ad essere quello che è. I diesse, come ho già scritto, quelli di stretta osservanza, non si mischieranno mai con gli altri. Sono integralisti al pari dei ciellini. Lo sapete ma fate gli gnorri.
Scritto da ex-Margherita il 14/9/2013 alle 10:28
@Ex Margherita (10.28) - Hai perfettamente ragione, le correnti ci sono anche a Varese, eccome. Ma oggi sono in gran parte residui di un mondo passato che va lasciato definitivamente alle spalle. Quando auspico che “i diversi orientamenti trovino spazio e legittimazione, chiunque guidi il Pd”, riconosco la loro validità anche per il futuro purché non compromettano la coesione del Pd quando le decisioni sono state prese dagli organi che ne hanno titolo. Quando Renzi afferma “voglio un partito senza correnti” o intende ciò che ho richiamato un attimo fa oppure non sono affatto d’accordo. Non potrà mai esistere solo la sua corrente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/9/2013 alle 11:43
@Adamoli sulle correnti hai ragione. Serviranno anche in futuro in limiti ragionevoli ma dovranno essere diverse dalle attuali.
Scritto da Iscritto Varese il 14/9/2013 alle 13:48
Per @FrancescoG. (9,15): brillante, ho riso tantissimo per la satanistia e per i Mariti Pestoni, davvero brillante. Ma rimango della mia opinione: se a FN viene addirittura consentito di candidarsi alle elezioni al fine di poter entrare nelle nostre istituzioni rappresentative, come fare a negare uno spazio cittadino? Anche il 'saggio' prof. Onida ha consigliato di contrastare questi rigurgiti con iniziative di carattere culturale, anziché con l'impedimento della libertà di espressione. E gli slogan antifascisti? Non riempiamoci di ridicolo. Di quali contenuti e valori riempie questi slogan antifascisti il PD, quel PD che sta beneficiando della 'sospensione' della democrazia nel nostro Paese? Forse l''unica titolata a scendere in piazza era l'ANPI, che svolge una utile funzione di memoria ed educativa in particolare presso le giovani generazioni. Ma questa è la mia opinione.
Scritto da eg il 14/9/2013 alle 15:02
Sempre per @FrancescoG., io non capisco questa tesi della continuità tra Papa Ratzinger e Papa Bergoglio. Non è solo lo stile, non è solo la capacità relazionale, mi pare abbiano anche una diversa 'idea' di Chiesa. Anche sugli aspetti teologici ed etici, la loro distanza mi sembra considerevole. Questo è quanto palesa Bergoglio, poi non si sa, magari è un'efficace operazione di marketing. Non mi stupirei, per me va bene anche così. La prova del nove, tuttavia, sarà il giudizio sulla TdL, sulla quale pare che Papa Francesco intenda pronunciarsi a breve. Sulla stessa, il restauratore Ratzinger fu totalmente (e ingiustamente) critico. Infine, all'89enne Scalfari io perdono tutto. PS: anch'io ho l'impressione che nessuno voglia più approfondire. C'è un politico emergente a livello regionale, del quale sento dire da tante persone: 'si presenta bene'. Mai che a qualcuno venga in mente di dare un giudizio più approfondito sulle qualità personali, umane, caratteriali, sulle competenze politiche, sulle passioni civili. No, niente di tutto questo. Tutti si fermano sul 'si presenta bene' e, grazie al passaparola, l'emergente emergerà :-) Ciao e grazie.
Scritto da eg il 14/9/2013 alle 15:09
“Come possiamo affidarci alla giustizia italiana? I tribunali qui fissano le udienze al 2018, 2019”. Così parla Michel McIlwraht, responsabile del contenzioso di General Eletric Oil and Gas, la multinazionale che negli anni '90 acquistò il Nuovo Pignone. Quando in un contratto si tratta di fissare il foro competente per le controversie eventuali, non ci sono dubbi: meglio l'estero. Una prassi diffusa tra le multinazionali: Londra, Ginevra, Vienna, Parigi, anche Singapore. Ovunque, ma non in Italia “La vostra è una giustizia da Terzo Mondo. Già avete un fisco impossibile, una burocrazia che è un rompicapo. Se possiamo evitare i vostri tribunali, lo facciamo volentieri. Lo conferma Paolo Galassi, presidente di confapi Industria. E lo ribadisce Maricla Pennesi , vice presidente delle politiche legali della Camera di Commercio USA in Italia: “Tre gradi di giudizio, lustri senza un esito definitivo. Il foro italiano evitato dagli stranieri? Mi stupirei del contrario”. Corriere della Sera venerdì 13 settembre, Economia, pag. 41 E noi tapini, dediti all'onanismo su Renzi e Berlusconi. Terzo mondo...
Scritto da ulderico monti il 14/9/2013 alle 18:52
Poveri militanti ed elettori del PD sballottati tra prese di posizione incociliabili dei suoi massime esponenti. E. Letta oggi tra le molte cose ha detto che "non bisogna vergognarsi del governo delle larghe intese", prontamente Epifani ha risposto che "non se ne può più della destra al governo". Se poi aggiungiamo Renzi che dice "non bisogna essere attaccati alle seggiole di rinvio a rinvio" il quadro è completo. L'unica speranza è che Berlusconi le tolga lui le castagne dal fuoco del PD O NO?
Scritto da robinews il 14/9/2013 alle 20:26
Splendida riflessione che fotografa una situazione reale. Se il PD non si affretta, ma non vedo molta urgenza, a definire, una volta per tutte che cosa vuole essere, dove vuole andare, con chi,ecc.......................rimarrà sempre una "fusione a freddo" che prima o poi esploderà con buona pace di chi oggi continua a fare melina.
Scritto da tino rossi il 15/9/2013 alle 00:27
Caro Adamoli, grazie per ciò che ci ha detto ieri, una vera lezione di positività che non si è conclusa con il solito: votate così. Bello stile.
Scritto da Patrizia il 15/9/2013 alle 09:32
il probblema non è "i democristiani" : d'altra part ci abbiamo fatto, secondo me sbagliando, un partito insieme, e loro ci sono stati. Il problema, per me insostenibile, è della visione neo-liberale e tatcheriana che incarna Renzi : io ho sempre miitato in un un prtito per difendere il welfare, e una società meno gerarchica possibile, renzi parte da obiettivi opposti. non contribuirò, nè con la militanza nè col voto al suo PD.
Scritto da piaggiorama@gmail.com il 15/9/2013 alle 12:05
Per @eg. Se c'è un perdono, immagino ci sia un errore. Allora siamo d'accordo: Scalfari si è sbagliato (io non sono tenero con i "vecchi saggi". I saggi cambiano ruolo, senza disimpegno. Capiscono i tempi. Come Ratzinger, ad esempio. Altrimenti sono esteti di loro stessi. @ Ulderico Monti penso non abbia tutti i torti. La Chiesa ha anche lo scopo di essere madre. Non la si vuole modificata a propria immagine e somiglianza). Tra i due papi ci sono evidenti differenze di metodo e modalità. Fino ad ora, nel contenuto teologico di fondo, non ho notato distanze. Magari mi sbaglio. Per cambiare le cose, la Chiesa ha i suoi strumenti ed organismi. Accolgono anche i laici. Francesco è molto attento a queste cose. E lo è anche gran parte dei cardinali elettori. Infine sugli estremisti. Quelli in azione in questo periodo hanno due diverse strategie. Quelli stanziatisi in Val di Susa, con l'avversione dei residenti, spaccano tutto. L'opinione pubblica li disprezza nel metodo. Anche perché vede nel cantiere del lavoro. Quelli di Cantù usano un modo diverso. Più intelligente e furbo. Chiedendo la libertà d'espressione, si mettono nella condizione ideale per diventare vittime. In entrambi i casi, la società deve affrontare l'argomento. La strategia prevalente per questi ultimi, negli anni è stato il basso profilo. Evitando di dare pubblicità e curandoli con la polizia. Mi pare che in questi giorni sia restata solo la seconda parte. Per la presenza alle elezioni, credi che se facciamo una lista con, nel programma, le idee dei satanisti e dei mariti pestoni, ben mascherate, qualcuno ci cancelli dalle liste? Io no. (sulla tecnica usata, c'è su youtube un filmato con Borghezio e l'estrema destra del sud della Francia. Istruttivo). Onida dice bene. Una cosa di buon senso. Totalmente d'accordo. È quello che abbiamo fatto in molti anche qui sul blog. Qualche post fa, dove dicevo che vanno combattute le cause. Frase banale, scontata. Lo so. La democrazia funziona quando da risultati di benessere, non solo fisico, visibile e diffuso. Altrimenti espone il fianco ad attacchi di diverso e vario tipo. Resto della mia idea. Aveva ragione Locke. Poi i metodi per mettere in pratica il principio possono essere vari. Ci fossero al governo degli estremisti, cioè i chiusi al dialogo, di varia ispirazione - possono rientrare nell'elenco anche membri di tutti i partiti del parlamento - tu ed io come saremmo messi? La risposta la conosciamo. Il rischio per ora è medio basso (siamo in Europa). Manteniamolo tale. Ma non a zero. Perché a zero diventiamo lassisti. Ciao ciao. Buona domenica.
Scritto da FrancescoG. il 15/9/2013 alle 12:21
@Ulderico Monti, se per onanismo su Renzi e Berlusconi intendi le masturbazioni mentali sui due hai ragione. Si parla a ripetizione del niente.
Scritto da Mario T. il 15/9/2013 alle 17:27
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