Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 9/10/2013 alle 14:29


Dal titolo potrebbe sembrare che auspico l’uscita di Angelino Alfano e dei “suoi” da Forza Italia magari per costruire un grande centro con Monti, Montezemolo e Casini, ma non è così.
Ho smesso da molto tempo di pensare che questa possa essere una prospettiva valida per l’Italia. E difatti come i lettori sanno bene non sono affatto favorevole alla reintroduzione della proporzionale che sarebbe il terreno più fertile per progetti centristi.
Semmai auspico che Alfano prenda nettamente il sopravvento nel suo partito mentre altri suoi colleghi (e colleghe) escano a destra sulla sponda iper liberista ed euroscettica.
L’avvento di Grillo come terza forza politica non ha cambiato lo schema che più mi piace. Un centrodestra con un consistente partito alla sua destra. Un centrosinistra con un consistente partito alla sua sinistra. (Cinque stelle merita un discorso a parte).
Cosa può importarmi di quello che avviene nell’altro schieramento? Molto. In un bipolarismo che funziona i poli non sono mai compartimenti stagni e sulle grandi questioni istituzionali e di politica estera dovrebbero confrontarsi costruttivamente.
C’è bisogno di più pragmatismo (ispirato idealmente) e di meno settarismo (che abbonda) sia a destra che a sinistra.
Grillo si sgonfierà soltanto se i due poli si ristruttureranno in questo modo e saranno efficienti, altrimenti potrebbe ulteriormente rafforzarsi.
Tutta teoria? Può darsi, ma almeno ne ho una su cui misurare gli eventi.

Commenti dei lettori: 56 commenti -
Io auspico invece una scissione di Forza Italia e la formazione di un partito di Alfano che collabori con il Pd oggi e domani emarginando per sempre gli estremisti alla Santanché. Queste larghe intese potrebbero andare avanti per questa e la prossima legislatura.
Scritto da Maurizio il 9/10/2013 alle 14:51
Il tema è ghiotto: la prospettiva di avere un Paese “normale” è interessante e credo che faccia parte dei desideri di tutti quelli che non credono che il Sistema Italia corra verso lo sfascio per frantumarsi. Queste idee lasciamole agli sfascisti di destra e sinistra estreme e ai profeti d’accatto di sventure (Grillo, lo ricordo, si aspettava a settembre un Paese morto e si è trovato un Crimi ammaccato). Con la sperabile (temo sempre le zampettine dei grillini) prossima fuoruscita del cavaliere possiamo sognare di ritornare ad un tipo di politica in cui il centro-destra e il centro-sinistra si possano confrontare serenamente, ognuno con la sua visione di “Stato”, e contendersi il governo, non la spartizione, del Paese, senza il ricorso al populismo e alla demagogia. I pifferai, di destra e sinistra estreme, e i comici falliti perderanno l’humus che fino ad oggi li ha nutriti. Qualcuno di loro non avrà nemmeno problemi di reinserimento sociale avendo imparato un mestiere remunerativo: riparare tetti.
Scritto da Sic Est il 9/10/2013 alle 15:10
Caro Adamoli, ho paura che i proporzionalisti nel Pd siano ancora in maggioranza. Da D'Alema a Franceschini, da Bersani a Marini. Della vecchia guardia solo Veltroni era sinceramente bipolarista e per il maggioritario.
Scritto da Giorgio S. il 9/10/2013 alle 16:15
Caro Giuseppe, un'altra volta la mia solita considerazione anche se ti rompo le scatole. Hai girato la pagina sul congresso provinciale troppo presto. Avresti avuto un'altra cammionata di commenti. Il mio parere è sarebbe meglio un solo candidato che troppi candidati.
Scritto da Lorenzo L. il 9/10/2013 alle 16:18
Bene, non sei per il partito neo democristiano. Buona musica per i miei gusti. Avanti su questa strada e nelle prossime elezioni saremo forse ancora insieme. Non metterei Sel nel partito a sinistra del Pd con cui non fare alleanze.
Scritto da Mario T. il 9/10/2013 alle 16:29
Il titolo trae in inganno. Il post lo condivido anche se non farei troppo affidamento su Alfano. Alla conta finale riemergeranno ancora i "lealisti" più forti che mai.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 9/10/2013 alle 18:02
Ma è lo stesso alfano del lodo alfano? è lui l'altra faccia del bipolarismo?
Scritto da Massimo Gugliotta il 9/10/2013 alle 18:05
è quello che insieme a quagliariello diceva che la englaro era stata uccisa?
Scritto da Massimo Gugliotta il 9/10/2013 alle 18:06
Il tema è allettante. Temo però che il PD non sia il partito idoneo a realizzare questa visione, o sogno, che pure è realtà in Europa. Nelle società europee esiste una forte presenza di centro, che non può confondersi con le posizioni della destra, seppure democratica e non populista. Così è per le posizioni della sinistra (parte del PSE) che sono altra cosa dalle posizioni centriste. La soluzione esiste già in Europa e non vedo spazio in Italia per altri progetti fallimentari (come il PD?).
Scritto da ulderico monti il 9/10/2013 alle 18:09
Un sogno che si potrà realizzare solo quando il "berlusconismo" sarà messo al bando e i suoi lacchè torneranno alle loro attività nella vita civile; dubito che Alfano, nonostante tutto, non sia uno di questi.
Scritto da Alessandro Milani il 9/10/2013 alle 18:19
@Lorenzo L. (16.18) - Non mi “rompi” mai, caro Lorenzo. Il post sul congresso provinciale è soltanto in seconda posizione ed è possibilissimo commentarlo ancora e infatti lo è stato fino a poco fa.. Tieni anche conto che tanti lettori non sono del Pd e non sono della provincia di Varese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2013 alle 18:23
@Massimo Gugliotta (18-06) - Tu vorresti quella che chiameresti la palude centrista? Siccome per te questa domanda è una provocazione, dimmi quale bipolarismo ti gradirebbe. Guarda che non lo scegliamo noi, lo scelgono gli elettori. A Brunetta, Bondi e Santanché io preferisco Alfano, Quagliarello e Luppi, poi facciano loro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2013 alle 18:27
il tempo si è fermato..alle primarie..mal gestite..mentre il M5S non ringrazia ma soprattutto aumenta i consensi su basi concrete intelligenti, frutto di ragionamenti..mentre ogni realtà andrebbe ispezionata e non relegata o svalutata, ritrovando sicuramente qualche punto di raccordo utile a superare il momento, appunto con larghe intese in vedute lungimiranti e non restringenti, all'occorrenza andando fuori dagli schemi dettati da equilibri di partito ormai traballanti, senza riforme di sistem
Scritto da zva il 9/10/2013 alle 18:39
Giuseppe, sei uno strano democristiano.
Scritto da Raffaele M. il 9/10/2013 alle 18:52
Io,molto modestamente e da dilettante della politica,gradirei una bella vittoria alle prossime elezioni politiche,una vittoria vera,senza discussioni e soprattutto che ci permetta di non andare a cercare "compromessi",alleanze.Vorrei una vittoria che mi permettesse di dire:adesso governiamo noi per cinque anni.
Scritto da Giuseppe Morelli il 9/10/2013 alle 19:04
Giuseppe, domani leggerai un mio pezzo su gazebos.it che credo sia molto in sintonia con le tue valutazioni.
Scritto da Alfredo Bazoli il 9/10/2013 alle 20:35
Un bel centro politico mi piacerebbe ma solo se riuscisse ad essere uno dei poli e non la ruota di scorta di qualcun altro.
Scritto da Nicora il 9/10/2013 alle 20:44
Ti seguo nel ragionamento, secondo te allora Monti, Casini e Montezemolo che fine faranno? Non potranno contribuire a tirar fuori l'Italia dal baratro?
Scritto da A. F. il 9/10/2013 alle 21:44
Uno con la tua storia che non ama il grande centro e che apprezza il bipolarismo muscolare. Mah......
Scritto da Walter il 9/10/2013 alle 21:51
Prendo atto che alle mie domande di ieri su Napolitano le risposte sono "NON PERVENUTE". @Adamoli ha ammesso che quanto detto dal PdR "AVREBBE POTUTO ESSERE PIU' DIPLOMATICA". Conoscendo l'ammirazione di Giuseppe per Napolitano per averlo criticato velatamente VUO DIRE CHE GIORGIO II L'HA FATTA GROSSA! Con la reazione sconsiderata sia istituzionalmente che costituzionalmente al M5S, il presidente è riuscito a vanificare anche il minimo di ragionamento serio sul suo messaggio alle camere.
Scritto da robinews il 9/10/2013 alle 22:18
@Adamoli, il tuo ottimismo sulla possibile "rifondazione" della politica a partire da Alfano e con esso del PDL-FI o del PD a volte osa sfidare le leggi della fisica, della matematica e perfino la storica leggenda della resurrezione di Cristo.Questi tuoi nobili auspici potranno avere un futuro solo attraverso la caduta in frantumi del desolante e immorale squallore a cui siamo costretti ad assistere impotenti ogni giorno e ora di questo lento e tremebondo finale..
Scritto da robinews il 9/10/2013 alle 22:30
A Giugliano Ferrara, uno a cui piace molto L'UNTO DEL SIGNORE ( il B.) "NON PIACE PAPA FRANCESCO". Così oggi scrive sul Foglio. Il nostro Elefantino, da quando Francesco a cominciato a muovere i primi passi, ha iniziato una campagna conservatrice e reazionaria contro il Papa. Sul blog ho scritto con entusiasmo sul nuovo corso di Francesco e qualcuno mi aveva richiamato alla prudenza in tema di Chiesa. Dopo gli attacchi del "fedele" Ferrara, nell' "infedele" Robinews aumenta l'entusiasmo.
Scritto da robinews il 9/10/2013 alle 22:44
A Giugliano Ferrara, uno a cui piace molto L'UNTO DEL SIGNORE ( il B.) "NON PIACE PAPA FRANCESCO". Così oggi scrive sul Foglio. Il nostro Elefantino, da quando Francesco a cominciato a muovere i primi passi, ha iniziato una campagna conservatrice e reazionaria contro il Papa. Sul blog ho scritto con entusiasmo sul nuovo corso di Francesco e qualcuno mi aveva richiamato alla prudenza in tema di Chiesa. Dopo gli attacchi del "fedele" Ferrara, nell' "infedele" Robinews aumenta l'entusiasmo.
Scritto da robinews il 9/10/2013 alle 22:44
Considerato le differenti posizione che esistono all'interno di ciascun partito il metodo di scomporre per ricomporre potrebbe essere una soluzione chiarificatrice nel panorama politico italiano. Una legge elettorale proporzionale potrebbe facilitare questo percorso verso un consolidamento di posizioni politico/partitiche più omogenee.
Scritto da osservatore il 9/10/2013 alle 23:45
In politica l'inseminazione artificiale non funziona, per cui non credo che un partito di centro possa scaturire dalle alchimie parlamentari. Concordo sulla positività di un centrodestra deberlusconizzato. Personalmente preferirei il bipartitismo, ma mi accontenterei di un bipolarismo "tutelato" da un sistema elettorale a doppio turno, che eviti le alleanze/ammucchiate e garantisca un vincitore.
Scritto da Leonardo C. il 9/10/2013 alle 23:48
Sono preoccupato caro Giuseppe. Non riesco a misurare la vera consistenza di questa azione 'rinnovatrice' dentro il centrodestra. Ad un'analisi istintiva ed immediata mi sembra un fatto positivo, ma ci andrei cauto fino a quando da quelle parti non si manifesterà uno sbocco chiaro, preciso e praticato. Di certo la politica del pd dovrà mantenere una sua autonomia rispetto a questi eventi esogeni a quella che dovrebbe essere la sua politica.Temo che questa maggioranza logorerà noi più di altri.
Scritto da paolo rossi il 10/10/2013 alle 01:00
http://www.youtube.com/watch?v=rpjBAeiu_3o Nanni Moretti in Aprile votare per... ma anche... contro Di grande attualità dopo venti anni
Scritto da Massimo Gugliotta il 10/10/2013 alle 09:10
Sono blasfemo se dico che io non voglio nessuno di questa destra?sono blasfemo se dico che voglio che la vita vada difesa e tutelata contro le cazzate di TUTTI i rappresentanti di questa destra, sono blasfemo se dico CHE VOGLIO MOLTO DI PIù?
Scritto da Massimo Gugliotta il 10/10/2013 alle 09:12
@A. F. (21.44) - Cosa faranno Monti, Casini e Montezemolo proprio non riesco a prevederlo. In un modo o nell’altro tutti e tre non riusciranno a creare un “centro” forte. La loro leadership è finita o non è neppure incominciata (Montezemolo). Mi spiace per Monti che un buon servizio al Paese lo aveva reso (lo so, sono una mosca bianca nel Pd). Se la prossima legge elettorale sarà proporzionale potranno sopravvivere autonomamente, altrimenti dovranno scegliere se rafforzare il centro della coalizione imperniata sul Pd oppure il centro della coalizione imperniata su Forza Italia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2013 alle 09:42
@Leonardo C. (23.48) - In Italia il bipartitismo non esisterà chissà per quanto lungo tempo ancora. Sul resto concordo anche se il doppio turno elettorale sarà difficilissimo. Non lo vogliono né F.I. né il M5S.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2013 alle 09:43
@Paolo Rossi (01.00) - Il mio era ed è un auspicio. Mi limito a dire che la fiducia al governo in quel momento particolarissimo è stata per me positiva. Se l’azione “rinnovatrice” di Alfano porterà effetti profondi e duraturi non lo so. Condivido l’idea della autonomia del Pd. Anche la creazione di un partito di Alfano e la sua ipotetica e rafforzata collaborazione con Letta non dovrebbe rappresentare la svolta verso una scelta strategica del Pd valida anche per il futuro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2013 alle 09:47
Caro giuseppe....mi auguro che il PD,non si renda disponibile per indulto o amnistia,ma faccia un percorso diverso..noi vittime chiediamo la certezza della pena,chiediamo che chi è in carcere...perchè è persona che commette reato,non venga....graziato,si pensa troppo ai detenuti e non alle famiglie italiane in grave povertà,grazie
Scritto da Rosa Tagliani il 10/10/2013 alle 10:16
Giusta la posizione sul Centro ma è il Pd che arranca senza una linea precisa con poca capacità di attrarre gli elettori che si dicono moderati..
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 10/10/2013 alle 10:35
Alfano, da una parte, Renzi dall'altra. Ci aspettano tempi duri. Ragioniamo: affidereste mai la guida della vostra società (a maggior ragione, del Paese) a due baciati dalla sorte, presi per strada, ovvero a persone competenti e capaci? E arriviamo al dunque: la selezione (dall'alto) dei dirigenti. E' questo il problema, altro che il presidenzialismo, il cancellierato, il maggioritario, ecc. Certo che il Porcellum va cambiato; ma potrebbe bastare, per il momento, reintrodurre il Mattarellum.
Scritto da domenico nitopi il 10/10/2013 alle 10:58
Alfano è debole, d'accordo, ma chi è forte nel Pd di oggi? Non vedo nessuno.
Scritto da Fab il 10/10/2013 alle 11:18
Il problema non è il sistema proporzionale che è quello in vigore con il "porcellun", unitamente ad uno sproporzionato premio che assegna ad una minoranza il ruolo di maggioranza. Il problema vero è che non esiste più una politica di centro, neppure di sinistra e neanche di destra. Le scelte vengono fatte giorno per giorno, senza programmazione e senza una visione prospettica. Si gestisce l'esistente e non si prepara alcun cambiamento.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 10/10/2013 alle 11:19
Come al solito sono a scusarmi per rispondere in ritardo. In questo caso, mi sto rivolgendo a @Molinari che ringrazio per il suo dialogo (post precedente, 13,59). Scrivo qui, nel caso non dovesse leggere il post precedente. Mi spiace, ho spento il computer ieri dopo pranzo e riacceso solo questa mattina. Mi spiace anche che @Molinari sia ‘costretto’ (le virgolette sono d’obbligo) a giustificare in un blog, ad anonimi (che magari tanto anonimi non sono …), le sue intenzioni circa il suo futuro ruolo politico. Io lo inviterei a continuare nel suo servizio alla città e alla provincia, con la serietà e le capacità che sinora ha messo in campo. Scrivo questo perché parto dal presupposto che proveniamo dalla medesima esperienza culturale. Su questa, però, poi giocano un ruolo fondamentale le diverse sensibilità individuali. Ecco, Molinari è sicuramente più ortodosso di me :-) Riguardo ai 5 Stelle, io non potrei mai diventare grillina, ma non per questo non tenere in considerazione alcune loro proposte di carattere generale su temi ambientali ed etici. Io non potrei mai avere gli approcci e il linguaggio comportamentale dei grillini, ma non per questo non ritenere che costituiscano una sorta di provvida spia d’allarme di questo malato Paese. Io li trovo semplicemente diversi da me dal punto di vista culturale, e mi spiace anche siano abbacinati da un istrionico urlatore. Non hanno un’organigramma che si rispetti, non hanno una sede dove incontrarsi fisicamente, non hanno idealità omogenee dalle quali far scaturire un progetto di rinnovamento della politica e del Paese. Ciò nonostante, non li trovo il ‘male’ maggiore dei nostri tempi. Direi che occorre volgere lo sguardo anche altrove … Inoltre, di primo acchito, avevo trovato singolare che la Fondazione Ambrosetti avesse invitato Casaleggio al Forum di Cernobbio. Di fatto, però, negli ultimi tempi, aree culturali ed economiche del Paese hanno guardato con curiosità a questo Movimento. Mi riferisco, per esempio, ai risultati di una indagine effettuata presso mille aderenti a Confartigianato Veneto, dai quali emerge la ‘simpatia’ (temporanea e non disinteressata) degli artigiani veneti, ormai orfani di Lega e PdL. Se ricordo bene, in questa indagine, il partito di Grillo si posizionò al primo posto, distaccando la Lega di diversi punti. Quindi, non c’è da stupirsi della abile mossa della Fondazione Ambrosetti di interloquire con loro. Intanto, il PD non osa … in perenne crisi di identità. Ci sarebbe da dilungarsi, ma mi sa che un blog non è un buon mezzo. Grazie del dialogo, buona giornata.
Scritto da eg il 10/10/2013 alle 12:05
@Domenico Nitopi (10.58) - Su Renzi sai che abbiamo opinioni diverse, quindi non mi ripeto. Non tutto di lui mi convince ma vorrei vederlo alla prova nel rilanciare il Pd. Così capiremo se davvero potrà essere il premier dei prossimi anni. Sulla reintroduzione del Mattarellum qualche mese fa avevo scritto a favore. Non lo consideravo la scelta migliore per il futuro ma lo preferivo senz’altro al sistema in vigore per eventuali elezioni anticipate.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2013 alle 13:37
Il dipendente Fantozzi nel film la corazzata Potomkin (l'avrò scritto bene?) esclamò perentorio E' UNA CAZZATA PAZZESCA". Grillo e Casaleggio oggi ci fanno conoscere la loro scomunica contro i senatori 5S che hanno proposta al senato l'abrogazione del reato di clandestinità, proposta tra l'altro APPROVATA. Ecco, anche questa (la scomunica dei senatori) è "UNA COLOSSALE CAZZATA PAZZESCA". Bravi ai senatori che spero tengano duro, merda e vaff... per Grillo e Casaleggio elogiati da PDL E LEGA.
Scritto da robinews il 10/10/2013 alle 13:38
@robinews. Di notte dormi o gli incubi di re Giorgio la tengono sveglio?
Scritto da Giovanna G. il 10/10/2013 alle 14:09
Credo ci aspetti un cammino lungo xche' diventiamo un Paese politicamente normale. Precondizioni: x i moderati superare il berlusconismo, x i progressisti superare l'egemonia degli ex comunisti. Tra i moderati ci hanno provato in tanti (ultimo Monti) e finora sono usciti ammaccati; ci riuscira' Alfano ? Mah. Tra i progressisti non ci ha provato nessuno: meglio conservare le cadreghe al riparo di una solida quercia. Ci riuscira' Renzi ? Mah.
Scritto da larpi il 10/10/2013 alle 14:37
Anche oggi Grillo & Soci hanno interpretato, smentendosi tra loro, una puntata del Mistero Buffo (D. Fò sarà contento) per il piacere dei cittadini di bocca buona. Reato o non reato? That is the question. Mi piacerebbe sentire il parere di Civati, o dei suoi fans, che contano molto nell'acchiappare i grillini e metterli sulla retta via, quella loro si capisce. Povero Bersani che non aveva subito capito con chi stava tentando di fare un governo. E si fece pure umiliare da Crimi e lady Lombardi.
Scritto da Sic Est il 10/10/2013 alle 14:54
Ringrazio il signor @Giovanni De Rosa che mi dedica una lunga dissertazione a favore di Civati. E’ presto detto, io mi identifico nel centro, da cristiano sociale. Nulla a che vedere con Renzi, sia chiaro. Al mio paese, sono il portavoce di un partito di centro, che ha prodotto una lista civica che ha sostenuto il sindaco del Pd, vincendo alle elezioni. Pertanto, ora siamo in Giunta con il Pd e nessun altro sodalizio poteva funzionare meglio. Alle primarie ho votato Tabacci e poi Bersani (che sarebbe stato un discreto premier) e mi identifico nell’area centrista di Marcora, che purtroppo non è stato rieletto in Regione. Non ho nulla da spartire con idee liberali e liberiste che prima di cozzare contro la mia sensibilità, urtano la mia concezione cristiana della vita. Non voglio passare per “paolotto”, sia chiaro, ma è inutile girarci intorno, il Vangelo chiede scelte esigenti e radicali. Esiste un velo, anzi una cappa di silenzio sulla scarsa eticità delle scelte in campo economico e finanziario. Ma non voglio tirare una linea discriminatoria fra chi è credente e chi non lo è, ci mancherebbe, ma la posizione di “cattolico adulto” di Prodi è quella che più mi si confà. Detto questo, Civati ha tutta la mia stima e la mia simpatia umana, ma non andrà lontano. Personalmente, credo che il governo Letta sia l’unico possibile in questo momento, fermo restando che è un governo fallibile e discutibile (a partire dall’insopportabile e incompetente politico che troviamo in foto in questo post). E l’ultimo teatrino del Pdl ce lo ha dimostrato. Giunti a questo irreversibile punto, a Civati e a tutti i civatiani il mio “in bocca al lupo”, non sarà facile. Perché sono i metodi da rottamare, non tanto le persone. Concordo con lei, chi paragona Civati a Crimi non sa cosa dice e, a mio giudizio, non sa nemmeno cosa fa. A volte ci sono questioni di disagio personale che non si vogliono ammettere. Stia bene, Giovanni e grazie per la chiarezza espositiva e per il cortese dialogo.
Scritto da V.R. il 10/10/2013 alle 15:12
@Camillo Massimo Fiori. Un sistema proporzionale con un premio di maggioranza che porta un partito del 25% al 55% dei seggi non è proporzioale, semplicemente.
Scritto da Una Pd Brescia il 10/10/2013 alle 15:41
" Auspicabile seguire le democrazie più avanzate. Sarà difficile. Una destra liberal-conservatrice e con un certo consenso popolare, non c’è mai stata nella nostra Repubblica. Una nota sull’Europa. Se la parte liberal-conservatrice è quella che ha tirato il carro europeo degli ultimi 10 anni, faccio a meno. La crisi sociale ed economica non è stata affrontata adeguatamente. Ci ha dovuto pensare un banchiere italiano a cercare di rimettere in linea la nave. Un’immagine: Barroso scioccato a Lampedusa. Giusto. Dimostra che la periferia dell’impero è ignota, nonostante i problemi ci siano da anni. Barroso è il massimo esponente “esecutivo” del PPE europeo. Il popolarismo in Europa appare l’ombra di quello che fu. Italia. Potremo avere dei liberal-conservatori normali e dei progressisti normali ? La seconda è più probabile. Molti di noi pensano che in Italia l’area progressista/riformatrice abbia fatto fatica per alcuni importanti fattori: la mancata svolta netta del PCI, anni ed anni fa, un partito socialista craxiano già allora liderista e l’omicidio Moro (su quest’ultimo, più di un indizio dice che fu immolato sull’altare della guerra fredda e del liberismo. Con Olof Palme, Salvador Allende e Francisco Sa Carneiro). Ma se ne può uscire. La prima meno. Il liberalismo (vero, mica le baggianate iperliberiste e inumane) non sembra piacere agli italiani. E a destra le liberalizzazioni non piacciono. Il leader è o è stato, in sostanza, una sorte di monopolista. Le aperture di mercato le ha fatte o tentate un’altra parte politica. Ordine e giustizia non sembrano, nel concreto, stati applicati a destra se non come provvedimenti bandiera. Buona parte degli imprenditori grossi, che del liberalismo dovrebbero essere i portabandiera, hanno una rete di rapporti talmente consolidata, oggi, che rischierebbero la propria posizione. Nonostante lo sforzo pregevole di Squinzi, che chiede meno burocrazia e pastoie, non so quanto i più grandi siano favorevoli. Di certo i piccoli decollerebbero ed i benefici sarebbero immediati in ricchezza e posti di lavori. Ho letto che Giovanni Orsina, professore alla Luiss di Roma, sostiene che l’elettore moderato italiano ha una componente di protesta, antistatalista, che lo fa diventare praticamente anarchico dal punto di vista politico, conservatore dal punto di vista sociologico. Mi sa che ha abbastanza ragione. Due dati: parecchi conoscenti, tutt’altro che eversivi e anche con posizioni lavorative di un certo peso, hanno optato per Grillo alle ultime elezioni. L’area Monti ha attratto troppo poco. Ci si poteva aspettare un travaso dal PDL a Scelta Civica (come avvenuto, in senso inverso, tra liberali e CSU in Germania). Non c’è stato. L’Italia cosiddetta “moderata” non è distribuita in tutti i partiti e gruppi, anche solo per convenienza o emotività del momento? Forse si. L’ala liberal-conservatrice appare più indietro. Manca la cultura di destra europea in Italia. Cooptazione e conformismo, che dovrebbero essere combattute, sono state invece alimentate. (l’ATAC e parentopoli ne sono un simbolo). La deriva degli ultimi 15 anni non ha aiutato. Servirà molta pazienza ai conservatori se vogliono diventare efficaci e presenti. Ed anche la voglia di perdere qualche elezione e continuare a lavorare coerentemente. I conservatori tedeschi, prima di avere tre vittorie di fila con Angela Merkel, stettero in minoranza per parecchio. Anche grazie ad uno Schroeder che non era l’ultimo arrivato (come già ha sottolineato il nostro padrone di casa J) Scusate per la lunghezza. Era da un po’ che non scrivevo e mi sono sfogato in un solo colpo. Non lo farò più.
Scritto da FrancescoG il 10/10/2013 alle 15:47
Grande ritorno di @FrancescoG !!!
Scritto da Leonardo C. il 10/10/2013 alle 16:33
@ eg. Alcune cose dei grilli sono valide. Non mi finirai anche tu al "però, lui (si, quello là), ha fatto anche del bene" :-) Esperienza personale. I grilli che non mi conoscono, per partito preso, mi considerano un feroce nemico. Quelli che mi conoscono, mi difendono. E' un mondo difficile :-) @ V.R. La leggo sempre volentieri e apprezzo. Così, sa, per conoscenza. @ Leonardo C. Grazie. E se c'è anche dell'ironia per la lunghezza, hai fatto bene!! :-) Ciao.
Scritto da FrancescoG. il 10/10/2013 alle 17:10
@V.R. (15.12) - Complimenti per come sei riuscito a far contare la tua lista civica nel tuo comune associandoti al Pd. E’ ciò che, su scala sideralmente diversa, avrebbero dovuto fare Monti e soci alle ultime elezioni. Avremmo un governo più omogeneo e coeso. Oggi contano qualcosa solo perché il Pd non ha ottenuto lo stratosferico premio di maggioranza anche al Senato. Se la prossima volta, con questa legge elettorale o un’altra simile, resteranno in mezzo al guado andranno alla consunzione quasi totale. Invece la loro presenza servirebbe su entrambi i versanti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2013 alle 17:25
@FrancescoG (15.47) - Si vede subito che abbiamo la stessa cultura politica (il che non significa pensarla sempre allo stesso modo). Il tuo ragionamento non fa una grinza. Una sola osservazione per il momento. Si dice spesso (non solo il professore che tu citi) che “l’elettore moderato italiano ha una componente di protesta, antistatalista, che lo fa diventare praticamente anarchico dal punto di vista politico e conservatore dal punto di vista sociologico”. Come si giustifica allora il fenomeno storico della Dc che tu conosci bene per averlo vissuto a casa attraverso i tuoi genitori? Solo una conseguenza della guerra fredda? No, per me c’era dell’altro, molto altro che si è andato disperdendo e che spero di ritrovare (almeno in parte) un giorno nel Pd in una situazione ovviamente molto diversa. Mi piacerebbe che a questo confronto partecipassero altri lettori tra cui @Camillo Massimo Fiori.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2013 alle 17:32
Gli italiani non hanno mai voluto fare i conti con il loro passato, con la memoria storica; sono passati dalla dittatura alla democrazia senza interrogarsi sul loro consenso al Fascismo che portò alla guerra e alla distruzione del Paese. Hanno ancora voltato pagina vent’anni fa quando la magistratura fece cadere il sistema dei partiti, in parte già corroso dalla corruzione. E’ la tradizione antica dell’Italia sempre divisa tra i conflitti tra le sue cento città e tra gli stati regionali e, dopo la tardiva unificazione, tra fascismo e antifascismo e poi tra comunismo e anticomunis Dopo l’entrata in scena di Silvio Berlusconi e l’avvento di un bipolarismo settario e frazionista i nostri concittadini, per una improvvisa perdita di memoria, dimenticarono di aver appartenuto per mezzo secolo ad un sistema democratico, quale non avevano mai fruito in precedenza, sostenuto da una forza politica egemone come la Democrazia Cristiana. La convivenza con quel partito che fungeva da architrave della democrazia italiana fece da stimolo alla domanda: “Moriremo democristiani?”, come formula di scongiuro per un futuro che sembrava ineluttabile. Dopo vent’anni di disastri del “berlusconismo”, l’inconsistenza della sinistra e la evidente decadenza della nostra Patria, la stessa domanda viene riproposta in senso rovesciato, non più come eventualità da deprecare ma come auspicio da invocare. Per quanto siano state vistose le sue insufficienze e pesanti i suoi errori, la D.C. ha rappresentato veramente il destino dell’Italia e ha riflesso virtù e difetti del nostro popolo. Dopo la guerra l’Italia aveva perduto quei caratteri di modernità impressi dal Fascismo; aveva ritrovato la libertà ma era un Paese distrutto, povero, prevalentemente agricolo; dopo la difficile ma schiacciante vittoria nei confronti della sinistra, la Democrazia Cristiana ha chiamato a raccolta tutte le forze democratiche e in pochi anni rovesciò completamente la condizione del Paese che, dagli ultimi posti in classifica, entrò nel novero delle maggiori potenze industriali. Il “miracolo economico” fu possibile per gli aiuti dell’America ma proseguì e si alimentò per le scelte programmatiche dello Stato che colmò le ataviche deficienze nei settori chiavi della modernità: dalla siderurgia, all’industria petrolifera, dalla cantieristica alla meccanica, dalle autostrade ai trasporti. Grazie alla Costituzione repubblicana, l’ “Italietta” divenne grande anche nei diritti e nei servizi sociali, Il Welfare eguagliava quello degli altri Pesi europei”. Il prezzo pagato è stato l’enorme debito pubblico, che avrebbe dovuto diminuire negli anni ottanta e novanta ma che è invece aumentato, giustificato però dalla nostra arretratezza e dalla necessità di non acuire le tensioni in un momento storico caratterizzato dalla contrapposizione degli estremismi di destra e di sinistra, che furono debellati senza far ricorso a leggi eccezionali.. La D.C. è stata il fulcro del nostro sistema democratico, ha governato secondo una chiara idea programmatico ma non ha curato a sufficienza l’educazione dell’elettorato. La Democrazia Cristiana non rinascerà; il contesto è completamente diverso da quello in cui è sorta e c’è stata una mutazione antropologica degli italiani che hanno abbracciato l’individualismo e il consumismo. Diverse erano le condizioni dell’Europa dopo la fine della guerra; il risveglio religioso promosso dalle Chiese cristiane aveva risvegliato le coscienze e stimolato la riscossa dei popoli; la democrazia non fu soltanto il ripristino delle vecchie regole ma l’aggancio con i valori della civiltà cristiana. La classe dirigente democristiana era nettamente superiore al suo elettorato che vide in essa soltanto un baluardo contro il comunismo piuttosto che uno strumento di rinnovamento della società. Il suffragio universale penalizzò il ceto proveniente dal Movimento cattolico in favore di quello scelto dalle clientele. “Tangentopoli” non fu la causa ma l’effetto di un offuscamento dei valori e di involuzione della politica e della società. .
Scritto da Canillo Massimo Fiori il 10/10/2013 alle 17:58
@Camillo Massimo Fiori (17.58) - Grazie del tuo intervento, caro Massimo. Ognuno poi faccia le proprie considerazioni. Personalmente cerco di fare un blog di riflessione politica e culturale. I contributi dei lettori sono indispensabili. Nei miei post a volte stringo e semplifico molto perché questa è la legge del blog se vuole essere letto. I numeri mi danno ragione ma so che dovrei fare meglio. Grazie ancora.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2013 alle 18:36
@Camillo Massimo Fiori. La sua è una lettura dell'ex miracolo italiano in chiave democristiana. Senza contraddirla questa storia andrebbe completata con la parte avuta dai movimenti sindacali e dal Pci che nella contrapposizione alla Dc è sempre restato dentro confini della democrazia occidentale in maniera esemplare e dando un grande contributo alla causa comune..
Scritto da Mario T. il 11/10/2013 alle 08:38
Le osservazioni di @Mario T. sono fondate ma il discorso di Camillo Massimo Fiori ha un filo robusto e logico.
Scritto da A. F. il 11/10/2013 alle 10:15
Grazie, @Adamoli. Abbiamo realizzato l’8% e non è poco, perché il centro si è diviso, i cattolici più integralisti (chiamiamoli così) hanno costituito un'altra lista, non eravamo insieme.
Scritto da V.R. il 11/10/2013 alle 10:54
Peccato che si fermi qui il dibattito sollecitato da Adamoli e ripreso da @Fiori e @Mario T. Nei periodi di sbandamento riannodare i fili del passato per proiettare nel futuro un disegno di rinascita è molto utile.
Scritto da Lupus il 11/10/2013 alle 12:13
Caro Giuseppe, sono d'accordo, c'era di più o qualcosa di diverso. E penso valesse per tutti. Per quanto ho capito, la Dc era casa di tanti e diversi. Fosse oggi, diremmo che è impossibile tenerli insieme. Credo ci fosse grande differenza, ad esempio, tra la Dc lombarda e siciliana. La degenerazione clientelare a cui fa riferimento @Camillo Massimo Fiori sembra poi essersi perpetrata, sotto altre spoglie. È coriacea, cambia pelle. E fa la pelle sempre ai più esposti e poveri, oltre a tarpare le ali a tanti altri. Fondate le considerazioni di @Mario T.
Scritto da FrancescoG. il 12/10/2013 alle 12:32
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)