Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 31/10/2013 alle 10:48


Traggo spunto da alcune riflessioni nella discussione di ieri. Sic Est ed altri hanno posto il problema dell’unità del Pd e delle correnti interne. 
Le “aree” esistenti oggi si sono per lo più formate in rapporto a partiti, geopolitica, problemi che non esistono più o che sono radicalmente cambiati. Si sono spesso trascinate avanti per forza d’inerzia e sotto forma di cordate fedeli ai capi (qualcuno ne calcola ben 17, diciassette) che ne avevano bisogno come il pane a tutti i livelli.
Se il prossimo congresso segnerà una svolta profonda tutto ciò che c’è di vetusto in quelle “aree” potrebbe essere spazzato via. Ma non dirò mai che un grande partito possa fare a meno di correnti di idee e pensiero che si confrontano esplicitamente e pubblicamente.
C’è bisogno, come scrive sempre Camillo Massimo Fiori (anche ieri), di riassaporare il gusto del lavoro culturale da fare collettivamente, di ritrovare la voglia di scavare in profondità nella grande crisi economica per prendere atto, ad esempio, che fra le sue cause spicca l’erosione del welfare state europeo e l’avanzamento impetuoso del neo liberalismo selvaggio della destra americana.
Questo enorme lavoro di formazione non si fa singolarmente e non può prescindere dai grandi orientamenti culturali di cui è ricco il centrosinistra. L’alternativa è un’altra volta la progressiva burocratizzazione del partito e/o la suddivisione in gruppi personali che frastagliano le poche e realmente diverse sensibilità politiche.
Molti ripetono come un mantra che siamo un “partito plurale”. E allora cerchiamo di essere seriamente conseguenti.  Per la verità io preferisco nettamente l’espressione “partito pluralista”. Il partito plurale da l’idea di tante cose diverse tenute assieme in forza di un organigramma e di un miraggio di potere. Il pluralismo è più tipico di un partito unito con una fortissima condivisione di valori, ideali e principi che dibatte e si distingue sulle soluzione dei problemi concreti.
Il  Pd di Matteo Renzi sarà senza correnti? Togliamocelo dalla testa. Tutti. Chi ci spera perché si sente già nella corrente vincente o chi ne ha paura perché teme l’esclusione dai posti che contano.
L’imperativo è far crescere una dialettica motivata, seria, leale che non indebolisca ma al contrario rinsaldi l’unità del centrosinistra. Con la porta che dovrà restare sempre aperta per entrare e per uscire.

Commenti dei lettori: 98 commenti -
Condivido al 100%.
Scritto da Sergio Russo il 31/10/2013 alle 11:39
Caro Giuseppe, @Roberto Caielli in un commento di ieri ha ricordato che fai parte dell'assemblea nazionale del Pd. Ci starai dentro ancora?
Scritto da Lorenzo L. il 31/10/2013 alle 11:46
.....Soprattutto per uscire......
Scritto da Giuseppe Morelli il 31/10/2013 alle 11:47
Dialettica nel nome delle idee e dei contenuti, direttamente collegati alla velocità di come la società sta evolvendo con la globalizzazione e la rivoluzione digitale. ecco questi secondo me sono due temi in cui il pd dovrebbe prendersi carico. e poi sguardo attento e propositivo verso i futuri stati uniti d'europa
Scritto da Simone Franceschetto il 31/10/2013 alle 11:48
Importante è che le correnti siano mobili, fluide, aperte, configurate volta per volta, questione per questione, e non invece formulate su appartenenze, o strutturate a priori, o appoggiate su un sistema poliarchico o peggio oligarchico. E che non possano mutarsi in cordate e non pratichino, nel partito e al loro interno, né lo spoil system né lottizzazioni stile Manuale Cencelli. Ma "dall'alto" occorrono una mano lieve, capace di suscitare la vita del partito dal basso, mitezza d'animo e ascolto. Renzi, lo sai, mi mette paura: fa il batterista heavy metal, quando avrebbe tanto bisogno di un buon insegnante di pianoforte...
Scritto da Valerio Crugnola il 31/10/2013 alle 11:54
@Lorenzo L (11.46) - Non so se farò parte ancora dell'Assemblea nazionale che peraltro è composta da più di mille persone e perciò non è una gran cosa. Certamente non chiederò niente a nessuno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2013 alle 12:08
@Giuseppe Morelli (11.47) - Ma tu stai in un partito solo quando la maggioranza la senti tua? Guarda che Renzi, se vince, vuol dire che prenderà molti voti di chi aveva votato Bersani l'ultima volta e chi non amava Bersani nel Pd c'è rimasto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2013 alle 12:09
Sì, non amo Renzi ma resterò attaccato al PD;non simpatizzo nè per Astuti nè,tanto meno, per la Battistini ma resterò qua.Oltre alle idee,ai programmi,ci sono le persone e quelle suddette non mi convincono: troppo giovanilismo e troppo carrierismo. Sono stati eletti per fare gli amministratori comunali,lo facciano bene,vero Astuti?C'era una vecchia scuola,PCI ma anche DC,che non consentiva un solo "culo"su troppe poltrone e partoriva fior di dirigenti lo stesso.
Scritto da archi-Tetto il 31/10/2013 alle 12:48
@Adamoli:io sto in un partito- di sinistra- quando la sua politica porta verso sinistra,rispetta la CGIL,e non fa l'occhiolino a gente tipo Briatore,Montezemolo e i Della Valle.I voti?si sa dove vanno, non certo da dove vengono e nemmeno che prezzo hanno.Nel partito dello sfasciacarrozze non mi ci vedo di certo anche perchè non sa nemmeno lui che partito vuole.Sono per Cuperlo e sono sicuro che alle prossime primarie avrà una grossa affermazione soprattuto perchè ha le idee chiare di ciò che sarà il PD guidato da lui.
Scritto da Giuseppe Morelli il 31/10/2013 alle 13:18
Post razionale e aggiornato. Approvo. Renzi non tenti neanche di far fuori le correnti che si appoggiano alle grandi culture della sinistra. Delle altre meglio disfarsene, sono greppie private.
Scritto da Lupus il 31/10/2013 alle 13:29
(1) In tutte le organizzazioni fatte da uomini la “reductio ad unitatem” è solamente una fantasticheria che non trova riscontro nella realtà. Solo i totalitarismi, con le grandi (Cina) o piccole (PDL, grilloidi) “rivoluzioni culturali”, riescono a mantenere l’unità di facciata fino a quando il giocattolo non esplode. Il “Che fai mi cacci?” non è altro che un sistema antidemocratico di coesione fittizia (il collante è spesso rappresentato dal carisma, dal potere economico o anche dalla paura di restare fuori). In tutti i casi si tratta di settarismo antidemocratico. (2) Il rovescio di tutto ciò è il caos babilonico, in cui ognuno si esprime con un linguaggio diverso senza motivi di condivisione. (3) Un Partito come il PD, che se vuole vincere le elezioni si deve collocare nell’area evoluta dell’interclassismo e lasciare agli altri gli estremismi, non può permettersi né il monolitismo di facciata (quello del PDL e di Grillo) né la frammentazione generalizzata del “l’un contro l’altro armati”. (4) I candidati segretari dovranno tenere conto di quanto anzi detto quando, da competitori dell’incarico, ne diventeranno titolari. La cosiddetta saggezza di chi viene incoronato. Ai comizi si lotta, ma alla chiusura delle urne, il vincitore dovrà considerarsi super partes e i perdenti dovranno smettere di continuare la guerriglia con il classico sistema del logoramento. (5) Sarà, pertanto, il programma (scritto, di poche righe, capibile anche dai non addetti ai lavori) che diventerà il collante del Partito. Non potrà essere accettato il sistema delle dichiarazioni sparse, spesso diverse a seconda del microfono, per identificarsi meglio.
Scritto da Sic Est il 31/10/2013 alle 13:31
Lo specchietto dei gruppi nella foto è desolante. Via tutto e riconciare da capo.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 31/10/2013 alle 13:33
Ben centrato questo post di Adamoli,come sempre del resto. Concordo nel senso che,se anche le divisioni interne e le"correnti" sempre ci saranno (partito"pluralista",non monolitico come il PCI di una volta),tutte -pur nella differenza della proposta metodologica per la soluzione dei problemi concreti- dovranno concorrere unite(accettando quindi le decisioni prese democraticam.dalla maggioranza interna)per l'affermazione nella società di quei valori ideali in cui le Sinistre hanno sempre creduto
Scritto da giovanni dotti il 31/10/2013 alle 13:35
@Valerio Crugnola (11.54) - Non solo non mi piace, ma mi disturba il suono heavy metal. Finora Renzi è stato un solista (ispirato naturalmente da altri compositori) e per farsi ascoltare ha dovuto picchiare duro. Da segretario dovrà rivelarsi capace di ascoltare e dovrà diventare un direttore d'orchestra che per definizione ha la mano lieve. Ce la farà? Questo è l'interrogativo vero. Io ci spero ma bisogna aiutarlo e lui farsi aiutare dai migliori non solo dai fedeli.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2013 alle 13:36
Quando nei partiti c'erano le cosiddette aree culturali o correnti funzionavano "come canali di comunicazione efficaci" tra i cittadini con i loro bisogni e la politica intesa come potere e governo.Oggi e negli ultimi anni questo processo non funziona più come rapporto di comunicazione ALTA-BASSO-ALTO.Oggi il canale di comunicazione funzione solo in una direzione e cioè dall'alto verso il basso.Qui sta la vera crisi e la discussione sul partito "plurale o pluralista" è un discutere sul nulla!
Scritto da robinews il 31/10/2013 alle 13:49
Caro Giuseppe, spero tanto che il tuo auspicio vada a buon fine...
Scritto da Valerio Crugnola il 31/10/2013 alle 13:53
A proposito di "correnti",dato che io non appartengo a nessuna,ditemi in che corrente mi collochereste,visto che penso con la mia testa e sostengo apertam.solo le idee che condivido. I soggetti liberi di pensiero,perché la loro voce non resti inascoltata,dovrebbero aderire di volta in volta all'una o all'altra"corrente"in base alle proposte che avanza,il che causerebbe un certo"scompiglio" ma potrebbe essere salutare per smuovere le idee in un partito ingessato a certi schemi rigidi tradizionali
Scritto da giovanni dotti il 31/10/2013 alle 13:55
Che tristezza la reazione dell'apparato correntizio dei notabili del PD, tutto mobilitato contro Renzi! Come si fa ad innovare con simile marciume?
Scritto da Antonio Iosa il 31/10/2013 alle 13:56
Ecco appunto le solite dichiarazione ammuffite.
Scritto da Karim Sensibile il 31/10/2013 alle 14:02
Giuseppe,le appartenenze e le correnti sono un problema interno al PD.Vorrei riflettere sulla mutazione antropologica del PD,cioè sul leader mediaticamente forte,ma scarso di contenuti( parole di D'alema),che cerca di assecondare le pulsioni profonde che emergono dalla società, invece di indirizzarle,dicendo un giorno una cosa,ed il giorno dopo un'altra ( volere i voti dei 5S e del PDL etc etc). Questo è berlusconismo,che il PD ha sempre combattuto,ma che oggi sembra di voler imitare
Scritto da mario diurni il 31/10/2013 alle 14:36
Caro Giuseppe la foto che hai pubblicato è sicuramente il simbolo di uno stato di confusione e di decadenza della politica. Le correnti in un grande partito, in un partito che vuole rappresentare umori e sensibilità sociali sono come il pane. Buono e ovviamente se se ne mangia troppo fa ingrassare e aumentare il colesterolo, ma difficilmente se ne riesce a fare a meno. Oggi, nel PD le correnti sono generalmente l’opposto di quello che dovrebbero essere. Sono frutto dell’idea personale di un leader e del riconoscersi intorno a lui. Questo è quello che è accaduto nel centrosinistra e che ha prodotto un modello alternativo al partito personale di Silvio Berlusconi. Di là un padrone che ha costruito il suo partito, di qua una idea di politica collettiva, ma condizionata da singoli potentati legati a persone che per aumentare o sopravvivere nella competizione politica hanno pensato bene di costruirsi un proprio “feudo”. Io credo che la “rifondazione” del PD passi anche da una via diversa rispetto alla foto. Già le primarie dell’anno scorso hanno completamente sconvolto quella geografia e le prossime primarie faranno un ulteriore modifica del quadro esistente. Personalmente sono convinto della vittoria dello spumeggiante Renzi sull’onesto ma grigio Cuperlo. Questo cambierà il partito al di là di chi oggi o dopodomani salirà o cercherà di salire sul carro del vincitore. Cambierà perché anche Renzi sarà costretto a cambiare. Renzi non è Blair e il PD non sarà il “NewLabour”. Renzi nel suo processo di modernizzazione del PD ha già dichiarato che intende portarlo nell’internazionale socialista e lo fa con quel pragmatismo che gli è tipico. Parla ai moderati perché sa che senza il centro non si governa, ma fa l’occhilino a quella parte di partito che vede nella sinistra il suo carma identitario. Dunque, occorre vedere come il futuro segretario nazionale cambierà il partito nella sua identità e nella sua organizzazione. Questi sono i due campi che possono modificare in meglio o in peggio il PD. E, di conseguenza, anche la geografia interna. Cosa resterà degli attuali leader? Ce ne saranno di nuovi? Saranno tutti sotto il mantello di Renzi? O, proprio perché Renzi rappresenta una leadership tipicamente carismatica produrrà il nascere di correnti alternative capaci di rappresentare spicchi di società che non si sentono completamente rappresentate dalla nuova dirigenza? E quindi anche nuovi leader? Io credo che si vada davvero verso una svolta storica sia nel PD sia nel Paese. Come sempre i partiti si modificano e producono modifiche nelle Istituzioni. Ora il problema è se le modifiche che si realizzeranno del PD saranno prodotte anche dalla necessità di rispondere ad un nuovo assetto sociale del Paese o se, invece, sono solo un processo elitario dettato dalla ricerca di nuovi equilibri tra i diversi gruppi economici che vogliono un Paese diverso e non necessariamente più giusto.
Scritto da roberto molinari il 31/10/2013 alle 15:01
Faccio un po' fatica a seguire una discussione in termini cosi' obsoleti. In un mondo globalizzato dove la finanza pilota le economie reali e dove con il comunismo al potere si osservano forme estreme di capitalismo si discute ancora di destra e sinistra come al tempo del giovane Marx. Il paese e' in rovina lavora non piu' del 20% della popolazione giovanile (non solo per mancanza di posti di lavoro ma anche perche' manca ogni seria formazione professionale) e dove e' essenziale plasmare una forza politica vincente dotata di una forte leadership e noi stiamo a discutere di correnti e di predominio delle idee sugli uomini capaci di realizzarle. L'unica cosa che non manca sono le idee i dettagliati programmi dei governi Prodi ne sono la prova evidente. Sono mancati gli uomini per realizzarli e questi al tempo erano D'Alema, Letta, Bersani, ... quelli che oggi sostengono Cuperlo che parla di "profezie della sinistra" e di "correzioni della sintassi della destra". Alla faccia delle idee chiare.
Scritto da Flavio Argentesi il 31/10/2013 alle 15:04
Una questione seria si è trasformata in una disputa tra chi è nato ingessato e chi crede in un PD democratizzato, nel quale chi vince, chiunque egli sia, dirige e gli altri collaborano lealmente fino alla fine del mandato. Una specie di riflesso condizionato pavloviano, per cui l'unitarietà di intenti (il programma) viene rimossa per dare posto all'eterogeneità delle idee e se gli altri la pensano diversamente devono essere spediti nei Gulag. Come se si avesse paura di vincere perché poi bisogna governare e per governare bisogna decidere. Come il sindacato che non decide mai niente per tenersi sempre le mani libere. Per fare questo bastano e avanzano gli irresponsabili di professione Grillo & Landini.
Scritto da Sic Est il 31/10/2013 alle 15:08
@Argentesi. Alla faccia delle banalità disarmanti come quelli scritte qui sopra.
Scritto da Giuseppe Morelli il 31/10/2013 alle 15:20
Non sono banalità disarmanti e tanto meno solite dichiarazioni ammuffite, ma significa constatare l'amara realta che chi si propone di innovare il PD e cambiare il Paese trova sempre i più grandi ostacoli tra i notabili professionisti senza mestiere che vivono di politica sostenuto dall'apparato delle tessere!
Scritto da Antonio Iosa il 31/10/2013 alle 16:26
Anche Bertinotti quando era corto di argomenti accusava di banalita' sui generis chi non la pensava come lui. Mi sarebbe utile capire in dettaglio le motivazioni dell'accusa di banalita'. Foese e' tempo di smetterla con i toni oracolari di una sinistra che non esiste piu' e che forse non e' mai esistita.
Scritto da Flavio Argentesi il 31/10/2013 alle 16:29
Temo di essere un sognatore; mi piacerebbe un partito con una vivace dialettica, ma teso al perseguimento del bene comune. Non vorrei più assistere alle imboscate delle varie camarille; mi piacerebbe un partito che, quando un timoniere sbaglia rotta e va ad infrangersi, lasci il timone a qualcun altro, almeno per qualche tempo. Un partito di cui gli elettori si possano fidare; un partito che non mi obblighi a parteggiare per il voto palese solo per il timore di imboscate. (In linea di principio, sono per il voto palese sempre; comprendo che, nelle temperie in cui ci troviamo, la richiesta di voto palese possa essere controversa. Mi piacerebbe poter ragionare con la mente sgombra da timori per la carica dei 101 o per gli agguati dei simpatici ortotteri).
Scritto da Angelo Eberli il 31/10/2013 alle 16:40
@Argentesi: Non è assolutamente una accusa;è semplicemente una constatazione.Io non so che attività lei svolge nella vita ma sono sicuro che il suo lavoro le concede grosse soddisfazioni.Continui col suo lavoro:se non è in grado di capire cosa è la sinistra oggi sospenda per qualche tempo il suo interesse per le cose politiche. Se non ci guadagna lei sicuramente ne guadagnerà la politica.
Scritto da Giuseppe Morelli il 31/10/2013 alle 16:54
@Antonio Iosa, "marciume": ecco il nuovo lessico che avanza. ("Marciare per non marcire". Slogan fascista. Grazie, Antonio Iosa ci mancava un tocco di eleganza.
Scritto da Roberto Caielli il 31/10/2013 alle 17:07
La rovina del pd è proprio questa pensano agli apparentamenti e non ai problemi concreti.
Scritto da Luigi Scandrgolio il 31/10/2013 alle 17:28
@Mario Diurni (14.36) - Finora non credo che si possa parlare di mutazione genetica del Pd. In futuro vedremo. Conto semplicemente su una maggiorità consapevolezza dei problemi gravissimi di questa fase storica, dei guasti prodotti dalla demagogia e dall’indifferenza. Conto sul recupero della centralità e della credibilità delle istituzioni pubbliche. Nessun leader oggi è in grado di cambiare le pulsioni profonde che emergono dalla società. Nemmeno in una società teoricamente comunista sarebbe possibile e D’Alema dovrebbe saperlo ben più di me. Un leader può dare uno sbocco positivo a queste pulsioni nel suo progetto politico. Per questo parlo di grande lavoro culturale nel partito e nella società. Non credo, caro Mario, che cercare i voti dei delusi del Pdl e M5S sia berlusconismo se si ha un progetto di rivitalizzazione della democrazia e di maggiore equità sociale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2013 alle 17:33
tamente qualcosa da perdere.@ Morelli, sintomatico l'invito a @Argentesi a non interessarsi di politica, ci guadagnerebbe la politica lui dice, la sua certamente, quella con la P maiuscola perderebbe sicuramente qualcosa. Li conosco molto bene quelli che danno questi consigli, sono buoni solo gli utili idioti o i famosi galoppini di una volta, MA L'ARIA è CAMBIATA, (Adamoli doget)! PS patetiche le posizioni di Carignola sul dopo congresso, pareggio? Verifica regolarità congresso???????
Scritto da robinews il 31/10/2013 alle 17:54
Un grande, lodevole, geniale e da vera rivisitazione delle spese, potrebbe già essere fare tranquillamente morire, senza passare a cure inutili, l'Alitalia, il più grande fallimento del Berlusconismo faraonico avallato da quel mezzo calzolaio di Bonanni che sperava poi di essere messo in lista e godersi il laticlavio in Parlamento.
Scritto da Sic Est il 31/10/2013 alle 17:54
Il problema è che Renzi stesso, al di là d'ogni diversa affannosa interpretazione dei suoi supporters, ha dichiarato che vuole un PD senza correnti (e magari senza opposizioni). Certo, il ragazzo ne dice di tutti i colori: prima era contrario all'automatismo leadership-premiership, prima era favorevole alle larghe intese, adesso è per il voto palese su Berlusconi... Ma le regole non si rispettano ad intermittenza e secondo convenienza. Come, mi pare, lui stia facendo.
Scritto da domenico nitopi il 31/10/2013 alle 18:38
Tutto cio`che c`e`di vetusto semplicemente si riorganizza perche` i partiti sono stati ridotti a comitati elettorali e sfornatori di ricette e leader «piacenti». Pensare che la crisi in cui versano i partiti possa risolverla l`uomo della provvidenza è un vecchio vizio italico...
Scritto da Rocco Cordì il 31/10/2013 alle 19:14
L'editoriale del Corriere di oggi comincia così: "Non c'è bisogno di essere esperti di regolamenti parlamentari per capire che a qualsiasi altro senatore si fosse trovato nelle condizioni di Berlusconi sarebbe stato concesso il voto segreto. Il voto sulla decadenza di Berlusconi sarà invece palese". Era giusta e coraggiosa la presa di posizione di @Adamoli contro il voto palese e contro la decisione del Pd..
Scritto da Maurizio il 31/10/2013 alle 20:04
Robinews 17,54, nel precedente intervento le 3 parole prima di @Morelli non centrano nulla, la tastiera mi ha tradito ma forse è più giusto dire che ho sbagliato io.
Scritto da robinews il 31/10/2013 alle 20:08
Rocco Cordì (19.14) - L'uomo della provvidenza semplicemente non esiste. Sostengo un'altra tesi sulla quale spero che tu sia 'accordo. Un progetto politico se non è incarnato da un leader è un oggetto da biblioteca. Poi dividiamoci pure sia sul progetto che sul leader, questa è politica vera.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2013 alle 20:44
"porcellum day", povero Giacchetti, costretto ancora allo sciopero della fame per cambiare il porcellum. 100 parlamentari del PD avevano firmato una mozione per fare la nuova legge elettorale, la votarono solo lui, Civati e compattamente il M5S. Oggi ad una domanda di un giornalista la Finocchiaro ha risposto che l'iniziativa di Giacchetti era "intempestiva". Viva la sua "tempestività", sono anni e anni che è protagonista nei vertici PD e istituzionali, brilla sempre per la sua "tempestività".
Scritto da robinews il 31/10/2013 alle 21:03
Per fortuna, la Finocchiaro non è diventata PdR, ci avrebbe sommersi con le sue "tempestività" peggio di Giorgio II. Una domanda a @Adamoli, cosa pensi del caso Cancellieri-Ligresti? Perchè un ministro della giustizia telefona al dipartimento penitenziale per chiedere di tenere conto delle condizioni di salute della Ligresti? Perchè arriva subito la perizia medica e viene scarcerata? che centra essere amici di famiglia? e il figlio dipendente Ligresti a 6,5 milioni? SI DOVREBBE DIMETTERE O NO?
Scritto da robinews il 31/10/2013 alle 21:11
Robinews (segue) Ma sinceramente, quanti casi "umanitari" ci sono nelle carceri? Quanti interventi fa a tale proposito il ministro di giustizia? e infine: QUANDO CERTI POLITICI O ESPONENTI DI POTERE, GOVERNO, ISTITUZIONI SMETTONO DI USARE IL TELEFONO PER COMUNICAZIONI COMPROMETTENTI? Per favore, qualcuno li porti alla scuola per l'infanzia per insegnarli che la NSA e i Servizi controllano "tutte" proprio "tutte" le telefonate.
Scritto da robinews il 31/10/2013 alle 21:16
Tutti i gruppi democratici sono caratterizzati dalla tensione tra individualità dei singoli e l’aspirazione collettiva verso un bene comune. Anche nei partiti questa tensione si esprime in tendenze, aspettative, prospettive che vengono solitamente contenute nell’accettazione di principi e regole condivise. Il partito è però rappresentativo di “parte” della società e questa è una realtà pluralista; se il partito è unico o in numero limitatissimo si riduce la rappresentatività, ma anche se la rappresentanza politica si frammenta in un numero eccessivo di soggetti politici (anche alleati) essa si annulla e si frantuma. Di fatto la democrazia va in crisi. I partiti italiani sono sempre stati caratterizzati dal fenomeno delle correnti perché il nostro è un popolo individualista, ma tale tendenza è stata in parte neutralizzata, e spesso volta in positivo, per la presenza di due fattori alternativi: l’ideologia, come “scienza delle idee” per cui l’idea e il progetto di società sono già scritti in anticipo e proposti agli aderenti come una “fede” da vivere: è il modello ottocentesco di partito. L’altro fattore è la “Weltanshauung” come visione dell’uomo e della società acquisita con l’esperienza e sedimentata in un posizione culturale comune, che privilegia i fini rispetto ai mezzi, e fa da argine al particolarismo dei singoli. Questa seconda versione più moderna del partito è quella che è stata introdotta in Italia e in Europa da Don Luigi Sturzo intorno ai dei valori tratti dall’ispirazione cristiana laicamente declinata in relazioni ai nodi della società da affrontare e risolvere. Tale visione originale del partito politico ha dato un contributo positivo alla evoluzione delle società europee ma è stata dispersa quando l’omogeneità della classe dirigente e della militanza e stata inquinata dalla ricerca di vantaggi personal e dalla prassi delle “clientele” sui si sono incontrati gli interessi degli eletti e degli elettori. Il dato comune a tutti i partiti italiani (ma non solo) è stata la perdita della “Weltanshauung”, l’accantonamento degli ideali, l’indifferenza verso i valori, la sottovalutazione dei dati reali per l’analisi, l’ insignificanza del progetto e, di conseguenza, l’insufficienza del programma. Sono così venute meno le condizioni anzitutto per la identità e conseguentemente per l’efficacia dell’azione dei partiti. Si è scoperto che il “lavoro culturale” non è essenziale per raccogliere il consenso di cittadini superficialmente informati dai moderni mezzi di comunicazione, e che tanto valeva curare la propaganda e soprattutto la “visibilità” dei personaggi nei quali gli elettori vedono in trasparenza la differenza tra i vari partiti. Più veniva trascurata la competenza e più scadeva la politica e il solco tra politici e cittadini veniva colmato con una rincorsa ai “mezzi” ritenuti, più delle idee, idonei a convincere l’elettorato. Questo “circolo vizioso” ha degradato la politica e la politica della ricerca del consenso è andata a scapito della governabilità. Il leaderismo e il personalismo sono divenuti ingredienti insostituibili della politica e anche l’azione politica è finalizzata alla carriera; l’ideale non è più appagante. Questo appiattimento del ceto politico sul cittadino medio ha però ottenuto un risultato contradditorio: il cittadino lusingato, blandito ma anche diseducato non ha più fiducia neri partiti, li utilizza se gli conviene, e si volge sempre più spesso ai movimenti populistici e protestatari che, quando va bene, disattendono nei fatti le facili promesse e, quando va male, si trasformano in tirannie come quelle che sono apparse in Europa nel Novecento e di cui si sta perdendo la memoria storica Mi rendo conto che questa descrizione può apparire pessimistica (anche se vera) e che mi verrà posta la solita domanda: che cosa possiamo fare? La soluzione purtroppo non c’e l’ ho e, difatti, nella mia non fulgida “carriera” politica sono sempre stato snobbato dagli elettori: possono soltanto dire che il rinnovamento comincia quando i cittadini Incominciano a dialogare su problemi veri della vita, rifiutano di disquisire su temi astratti che riguardano solo la “casta”, imparano a pensare e a giudicare secondo la loro retta coscienza, sbarazzandosi di conformismi e convenienze. E’ troppo poco? Ricordo che un mio maestro mi diceva: “E’ più grande la differenza che passa tra il poco e il niente, che non quella che passa tra Il poco e il molto”.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 31/10/2013 alle 21:24
Ieri Grillo ha detto che la richiesta di mettere Napolitano sotto accusa era una finzione politica per far capire dove stava il M5S. Incredibile ma vero. Si chiede niente meno che l'impeachment del Capo dello Stato così per scherzo.
Scritto da Gino D. il 31/10/2013 alle 22:00
Gli spagnoli stanno gradualmente uscendo dalla recessione. Forse potranno tirare il fiato e far calare la disoccupazione. Noi siamo alle solite. La destra è interessata a una persona più che ai numerosi propri elettori e simpatizzanti. Il centrosinistra si mette in una situazione strana. Mi spiego. Secondo me ha ragione Adamoli sul voto segreto. Il principio è quello che descrivi, caro Giuseppe, e di cui ha ben argomentato in un altro post. Concordo con te che serviva un passo indietro di un signore, ma saremmo stati degli ingenui a crederlo possibile. Dico che la situazione è strana perché, se dalla parte del voto palese ci sono i forti limiti che ci siamo detti, dall’altra c’è il rischio “imboscata finale” che darebbe una botta credo semidefinitiva al PD. Un botta che arriva dal 5stelle. Sappiamo, l’abbiamo visto, che Grillo è maestro nella gestione delle masse (dal “chiudete l’ombrello” al “leccate la matita copiativa”). Ha fatto una strenua campagna sul voto palese, senza sapere se fosse possibile o meno. Ma ha fatto crescere la tensione e la spinta dell’opinione pubblica. Con il voto segreto può staccare un pezzo dei suoi in un numero che difficilmente un eventuale ”fuoco amico” del PDL potrebbe compensare. La decadenza non passa e nessuno penserà mai che i voti mancanti siano del 5stelle, ma del PD. (Attenzione a Casini, che potrebbe fare la medesima operazione). Infine, non so se è stato preso da un contesto diverso e quindi usato per necessità, ma in questi giorni è stato citato un emendamento di Aldo Moro, in Assemblea Costituente, contro il voto segreto che conteneva il rifiuto a “consacrare costituzionalmente questo strumento di votazione che ha già dato luogo a tanti inconvenienti, poiché da un lato tende a incoraggiare i parlamentari meno vigorosi nell'affermazione delle loro idee e dall'altro tende a sottrarli alla necessaria assunzione di responsabilità di fronte al corpo elettorale". Tornando allo spunto iniziale, per ora, l’interesse del cittadino non è pervenuto causa necessità tattico/strategiche.
Scritto da FrancescoG il 31/10/2013 alle 23:29
Un fascismo mascherato: questo mi sembra essere oggi la politica italiana,fatta di connivenze tra politici,banchieri,grandi imprenditori, lobbies ed elites"esclusive"che si scambiano reciprocam.favori ed emarginano la stragrande maggioranza del popolo costringendola in vario modo a dipendere da esse. Riuscira' qualcuno a migliorare le cose? Chiunque venga penso che non gli lasceranno fare gran che, almeno cerchi di sollevare le condizioni di quei ceti sociali che sono ora in grave difficolta'
Scritto da giovanni dotti il 1/11/2013 alle 00:50
Caro @Camillo Massimo Fiori, i tuoi commenti sono sempre di grande interesse e di taglio mai 'cosmetico' bensì di grande sostanza. Mi ha sorpreso però un tuo 'passaggio' quando affermi che nella tua carriera politica non hai mai ottenuto un particolare consenso. Se non ricordo male nella metà degli anni settanta, quale indiscusso leader provinciale di 'Forze Nuove', non venisti eletto parlamentare nelle liste della DC per un pugno di voti, pur raccogliendo più di ventimila preferenze...
Scritto da paolo rossi il 1/11/2013 alle 01:43
@Morelli In mancanza di argomenti passare agli insulti personali non e' degno di lei.
Scritto da Flavio Argentesi il 1/11/2013 alle 09:29
Il problema non e' andare a caccia dei voti del PDL. Ma dire cose in cui si crede e che abbiano senso per la maggioranza degli italiani; voto palese? autogol: garantismo deve essere anche di sinistra; abolire correnti: sbagliato; le correnti sono inevitabili che il segretario le faccia lavorare per produrre idee e opinioni per la crescita economica; Il PD deve nutrirsi delle migliori intelligenze cercandole anche fuori dall'Italia: i problemi sono piu' complessi di quelli del sciur sindaco.
Scritto da Andreus il 1/11/2013 alle 09:41
A due giorni di distanza appare chiarissima la strumentalità della scelta della Commissione per il regolamento del Senato di far votare la decadenza di Berlusconi con il voto palese. Una scelta "contra personam" che non fa onore a chi l'ha voluta. Si dice che con tante leggi ad personam approvate a favore di Berlusconi nessuno può protestare per questa. Però c'è una differenza enorme: le leggi sono approvate dal Parlamento mentre questa decisione è stata imposta da poche persone a tutto il Senato. L'ennesima brutta pagina che purtroppo offre a Berlusconi un'arma propagandistica forte. Per il Pd una brutta figura.
Scritto da ff il 1/11/2013 alle 09:43
@Giovanni Dotti, 00,50, stiamo vivendo in una sorta di "fascismo mascherato? VERISSIMO. Sottoscrivo l'analisi. Una sola precisazione, non condivido la dove scrivi che dell'alleanza fascista moderna fanno parte i "i grandi imprenditori" perchè imprenditori non sono, è più corretto chiamarli "GRANDI PRENDITORI". Mentre tu fai questa analisi il nostro E. Letta ci dice che "IL POPULISMO DISTRUGGERA' L'EUROPA", Capisci a me! Il nuovo fascismo mascherato che si nasconde dietro l'europa. O NO?
Scritto da robinews il 1/11/2013 alle 10:12
@Argentesi: la supponenza con cui lei si propone supera di gran lunga ogni forma di insulto.Lei ritiene obsoleto il mio modo di vedere la politica:bene,segua il suo beniamino,mi rottami-
Scritto da Giuseppe Morelli il 1/11/2013 alle 10:19
Sulle correnti. 'A Ersilia, per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non ci si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via: le case vengono smontate; restano solo i fili e i sostegni dei fili. Dalla costa d'un monte, accampati con le masserizie, i profughi di Ersilia guardano l'intrico di fili tesi e pali che s'innalza nella pianura. È quello ancora la città di Ersilia, e loro sono niente. Riedificano Ersilia altrove. Tessono con i fili una figura simile che vorrebbero più complicata e insieme più regolare dell'altra. Poi l'abbandonano e trasportano ancora più lontano sé e le case. Così viaggiando nel territorio di Ersilia incontri le rovine delle città abbandonate, senza le mura che non durano, senza le ossa dei morti che il vento fa rotolare: ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma'. Italo Calvino, 'Le città invisibili', Capitolo V, Le città e gli scambi.4
Scritto da eg il 1/11/2013 alle 10:37
Il motivo della mia scelta di questo brano lo spiego con un esempio. Ho letto @Francesca Terzoni nel post precedente e mi sono chiesta cosa abbia in comune con Adamoli. Se la risposta è Renzi e il renzismo, mi sembrano un po' poco. E' evidente che Adamoli ha molte più affinità con un @Molinari (un esempio su tutti). Allora dovremmo credere che Renzi sia una fattore di amalgama? Uhm, dubito. Mi sa che anche questa volta abbiamo a che fare con le ragnatele di Ersilia.
Scritto da eg il 1/11/2013 alle 10:38
@Robinews (21,16): diventa fondamentale che NSA non intercetti le tue telefonate con Adamoli ;-) Sulla questione Cancellieri/Ligresti hai la mia piena condivisione. Credo che la signora non stia muovendo un dito per il manifestante italiano di Greenpeace rinchiuso nelle carceri di Putin. Solo ieri, il ragazzo ha potuto raggiungere telefonicamente i genitori. Nonostante le mie perplessità su chi bighelloni allegramente dietro a cause civili, non posso non solidarizzare con questo nostro connazionale. Mi auspico torni presto libero e agli impegni che la sua sensibilità gli fa sentire utili. Sempre per @Robinews: nel caso ti fossi portato, nel tuo trasloco in Puglia, il libro di Calvino che cito sopra, ti consiglio di leggere, quando trovi del tempo, sempre del Capitolo V, Le città e i morti.1 'Melania'.
Scritto da eg il 1/11/2013 alle 10:40
Per @FrancescoG. (23,29): sagge le tue riflessioni. Quelle che tu definisci 'necessità tattico-strategiche' stanno perdurando oltre limite, senza più riuscire a scalfire le coscienze. Si metterà mai un punto? Io ho lo stesso pessimismo del dottor @Fiori. Passando a cose apparentemente più amene, attendevo di intercettarti sul blog per la questione 'scarpe' :-) Ottima scelta le Astorflex, soprattutto quelle simili alle Clarks. L'importante è che non siano le Franky Pelle, dall'orribile colore ocra. Ho una profonda avversione per le scarpe maschili color ocra e, proprio per questo, ogni volta, mio marito ne minaccia l'acquisto: scarpe color ocra giallo deserto, accompagnate dal relativo borsello in vera pelle :-) Io gli dico di attendere almeno quei 15-20 anni, il tempo del pensionamento :-) Ciao, buone feste, nel ricordo di tutti i defunti.
Scritto da eg il 1/11/2013 alle 11:25
(1) Certi pensieri e certi ragionamenti, mi ricordano tanto la vignetta dei due asini legati per le zampe posteriori che non riuscivano a mangiare dalle due greppie perché ognuno tirava dalla sua parte. Dopo un po’ di tempo si accorsero che, se invece di strattonarsi a vicenda si fossero avvicinati, prima in una e poi nell'altra mangiatoia, potevano consumare, agevolmente, il fieno. (2) C’è chi è contento del sistema correntizio, confondendo spero per errore, le correnti con la molteplicità di idee che rappresenta il sale del progresso umano. Per perseguire e raggiungere un obiettivo non occorrono correnti, che si risolvono in camarille per non dire cosche abituate alla eterna guerriglia, occorrono IDEE di persone partecipative e coinvolgenti e senza la smania del più furbo. (3) La frenetica volontà di tirare sempre tutto dalla propria parte dà la sensazione chiara che sono tanti quelli che ragionano con il paraocchi e non si accorgono, o fanno finta, che la realtà è sempre un tantino più variegata di quanto si è abituati a pensare. (4) Non mi piace ricordare l’apologo di Menenio Agrippa, ma credo che sia significativo che il sistema “dell’un contro l’altro armato” non ha mai portato ad alcun risultato. (4) L’interdetto di Arcore ha vinto tutte le elezioni, dal 1994 in poi tranne qualche infausta e deludente amministrazione del CSX in cui ognuno ha fatto la sua parte per distruggere tutto, perché, è vero ha carisma e presa sul proprio elettorato, ma anche perché non si è mai presentato come un’armata cammellata di straccioni pronti a saltare sul primo cammello buttando giù chi lo cavalcava. (5) Fare politica non è solo personalizzare il proprio modo di pensare, ma anche cercare di compenetrarsi nel modo di pensare degli altri e, democraticamente, scegliere un direttore dell’orchestra e poi seguirlo, magari condendo il tutto con critiche palesi e costruttive. Ma qualcuno di questi che criticano tutto ha mai lavorato nei modelli moderni di “lavoro di Gruppo?”, in cui ognuno esprime le proprie idee e alla fine si arriva ad un “comune sentire” e se ne accetta la validità. (6) Siamo attratti dalla solita solfa della distribuzione manichea delle colpe alla singole categorie: le Banche, gli imprenditori, i commercianti, i parrucchieri, l’Europa eccetera. Il sistema si è ingrippato perché non abbiamo tenuto conto che il modello di sviluppo utilizzato prima (l’inflazione che si è mangiata i risparmi di intere generazioni) non è più applicabile in un’economia dove lo Stato non è padrone della pressa che serve a stampare i soldi. Non ce ne siamo accorti noi ma peggio non se ne è accorto chi ci governa e chi scrive sui giornali fermi tutti ancora all’dea del governo keynesiano per cui bastava stampare denaro e ridiventare competitivi, dopo anni di vacche magre. Nessuno, però, si ricorda che Titoli di Stato e Buoni Fruttiferi comprati dai Genitori e dai Nonni valevano poco o niente in quanto il valore facciale si era deprezzato. Alla fine della prima guerra mondiale ad ogni militare che si era salvato vennero dati dei Titoli di Stato (se non ricordo male qualcosa come 1000 lire) da ricevere nel 1950. (7) Lo stato sociale, il welfare state inventato nella nostra vecchia Europa nella seconda metà del 1800, può essere sostenuto solo da un sistema stabile in cui tutti partecipano. Tutto muore se ognuno tira dalla sua parte come gli asini della vignetta.
Scritto da Sic Est il 1/11/2013 alle 11:30
intanto..alla legge elettorale ci penserà la corte costituzionale..inoltre sembra che l'ideatore non la definì espressamente una porcata..riferendosi solo a come veniva interpretata o applicata...ma poi senza altri interventi o riforme radicali..,nei vari settori o fiscali, non si va avanti...chiunque trovando intoppi pur armato di buone intenzioni o coalizioni..invece le correnti..in un clima già freddo va a finire che.."sa gera"...grazie
Scritto da zva il 1/11/2013 alle 11:45
@Camillo Massimo Fiori. C'è molta più differenza fra il poco e il niente che fra il poco e il molto. Me lo ha sempre detto mia mamma per la scuola e il lavoro - ancora adesso - e vale certamente per la politica. E' un'idea semplice ma molto importante. I politici dovrebbero ricordarselo sempre e fare almeno qualcosa di quello che promettono..
Scritto da Elena il 1/11/2013 alle 12:33
@E.G. (10,40) tranquillissima, non sono uno sprovveduto come quasi tutti i politici ladri, corrotti, concussi, ecc. che si fanno spesso beccare con telefonate compromettenti. Quelle tra me è @Adamoli, sono innocentissime, anzi "immacolate". Quando devo comunicare seriamente di "rivoluzione" con i miei simili uso "pizzini indecifrabili" e impossibili anche per i migliori servizi segreti al mondo. Grazie per le letture consigliate, ne terrò conto. Un caro saluto
Scritto da robinews il 1/11/2013 alle 13:27
@Sic Est. Approvo tutto il tuo commento delle 11.30 e anche quelli prima. Ha fatto bene @Adamoli a citarti nel post però non metterti anche tu a scrivere troppo lungamente. Eri più sintetico qualche tempo fa e altrettanto bravo.
Scritto da Maurizio il 1/11/2013 alle 14:24
@Robinews (21.11) - Penso che IL CASO MINISTRO CANCELLIERI-GIULIA LIGRESTI dovrebbe servire a modificare la prassi della carcerazione preventiva che in modo tanto facile ed esteso è un'anomalia tutta italiana. Anzi, un'evidente e grave patologia del nostro sistema giudiziario.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2013 alle 14:40
@ Maurizio (14:24). Grazie per aver solleticato la mia vanità. Con gli argomenti ghiotti che diventano lunghi, per migliorarne l'intelligibilità, uso la suddivisione dei paragrafi. Accetto di buon grado la meritata ramanzina.
Scritto da Sic Est il 1/11/2013 alle 15:01
@ Maurizio (14:24). Grazie per aver solleticato la mia vanità. Con gli argomenti ghiotti che diventano lunghi, per migliorarne l'intelligibilità, uso la suddivisione dei paragrafi. Accetto di buon grado la meritata ramanzina.
Scritto da Sic Est il 1/11/2013 alle 15:01
Caro Giuseppe, la telefonata del ministro Cancellieri è stata inopportuna ma la richiesta di dimissioni è fuori luogo. La carcerazione preventiva dovrebbe essere molto limitata rispetto a quanto succede normalmente. Mettono in carcere e poi la conclusione delle indagine o del processo attendo troppo tempo.
Scritto da Francesco (Milano) il 1/11/2013 alle 16:00
Dopo quasi 20 anni, gli abitanti della costa Domizia, nel Casertano, scoprono che fin da allora il pentito dei Casalesi Schiavone rivelava l'interramento di rifiuti tossici ad appena 30-40 cm di profondità avvertendo che i residenti sarebbero morti in massa per cancro. Quella confessione rimase secretata per 20 anni, ora bambini (tantissimi) ed adulti stanno morendo. Perchè si è taciuto? I membri della commissione parlamentare che sapevano devono essere processati per crimini contro l'umanità!
Scritto da robinews il 1/11/2013 alle 16:54
Uno spaccato perfetto dell'Italia senza speranze per il futuro. Le dimissioni in un paese serio ci sarebbero gia' state. "AL TELEFONO GIULIA LIGRESTI COSI’ ATTACCAVA AL MURO IL BANCHIERE PIERGIORGIO PELUSO, FIGLIO DEL MINISTRO CANCELLIERI, ASSUNTO IN FONSAI ESCLUSIVAMENTE PER SALVAGUARDARE GLI INTERESSI DELLA FAMIGLIA: “E PELUSO... GLI HANNO DATO UNA BUONA USCITA DI CINQUE MILIONI, TI RENDI CONTO? CINQUE MILIONI, È STATO UN ANNO, HA DISTRUTTO TUTTO: GLI DANNO UNA LIQUIDAZIONE, INVECE CHE CHIEDERGLI I DANNI!”. ‘’IN CONSIGLIO NESSUNO HA FIATATO. SI', APPROVATO ALL’UNANIMITÀ. CHE SE FOSSE STATO IL NOME DI QUALCUN ALTRO... A MIO PADRE DI 85 ANNI AVREBBERO CONTESTANO QUELLA CIFRA. QUESTO QUI HA 45 ANNI, È UN IDIOTA. PERCHÉ VERAMENTE È VENUTO A DISTRUGGERE UNA COMPAGNIA. PERCHÉ LO HA FATTO PROPRIO SU MANDATO LA DISTRUZIONE... 5 MILIONI POI È ANDATO IN TELECOM, E L’ITALIA NON SCRIVE NIENTE… AL CONTRARIO C’È UN ARTICOLO SU SUA MAMMA, SAI CHE È IL MINISTRO CANCELLIERI, PIENO DI LODI, FIGURATI... SECONDO ME QUELLA È UN’AREA INTOCCABILE PROPRIO. PAZZESCO.... L’ITALIA È UN PAESE DISTRUTTO, È VERAMENTE UNA MAFIA. I GIORNALI CHE SCRIVONO TUTTI UGUALI, POI APPENA UNO ALZA LA TESTA...”
Scritto da Flavio Argentesi il 1/11/2013 alle 18:22
E' intervenuta solo perché il fiflio aveva lavorato alla Fonsai di Ligresti e si conoscevano, per altri poveracci nessuna pietà e nessun gesto umanitario. Per me si deve dimettere questa amica storica, dal 1980, della famiglia Ligresti!
Scritto da Antonio Iosa il 1/11/2013 alle 18:36
Aarebbe ora che ci fosse una riforma che eliminasse la carcerazione preventiva, la lezione di enzo tortora non ci è servita a niente, siamo un popolo con la memoria molto corta...
Scritto da Antonio Messina il 1/11/2013 alle 18:43
@Flavio Argentesi (18.22) - Questa volta non sono completamente d'accordo con te. Il ministro ha agito in modo inopportuno. Potrebbe essere sufficiente affinché lei stessa si dimetta. In altri Paesi succederebbe così. In Italia non avviene e me ne dolgo. Ma non penso che quello che sappiamo sia abbastanza per chiedere formalmente le sue dimissioni. Per questo sarebbe bene aspettare la conclusione delle indagini della Magistratura. Chiederei solo questo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2013 alle 18:49
Se ne parlassimo in generale a prescindere da Giulia Ligresti sarebbe meglio. Per questo condivido il tuo parere sulla riforma del carcere preventivo. Per quanto riguarda tutto il resto lasciamo lavorare i giudici.
Scritto da Luisa B. il 1/11/2013 alle 18:55
@ Giuseppe Adamoli. Provo un certo disagio nel constatare che solo i potenti abbiano qualche padrino o madrina che si impietosisce della loro sorte. Eppure, questi "sfortunati mortali" potrebbero pagare fior di "causidici" che, con sollecitudine, li trarrebbero di impaccio. Cosa che non avviene per i "poveri cristi" che affollano le carceri. Non riesco a comprendere il motivo per questo rovello che ti prego di aiutarmi a dipanare.
Scritto da Angelo Eberli il 1/11/2013 alle 19:20
Quando si riveste una carica non si può e non si deve credere di avere un solo dirittto in più rispetto ad un normale cittadino. Detto questo ritengo anch'io che il carcere preventivo debba essere regolato in modo migliore ma vorrei fosse fatto per il rispetto dovuto all'essere umano a prescindere dal suo stato sociale.
Scritto da Alessandro Milani il 1/11/2013 alle 19:27
Prima di tutto saluto Giuseppe Adamoli, una persona che stimo. Sulla carcerazione preventiva la pensiamo allo stesso modo, sulla Cancellieri no. Intervenire per "ringraziare" i Ligresti dei milioni regalati al figlio è un atto indegno di un ministro, a prescindere.
Scritto da Giulio De Capitani il 1/11/2013 alle 19:28
La carcerazione preventiva...spesso purtroppo è l'unica detenzione che potenti e politici accusato di reati, si fanno in questo Paese! Accorciamola pure.
Scritto da Luca Matteo Scandroglio il 1/11/2013 alle 19:29
L'affaire Cancellieri è emblematico di un Paese dove anche per chiedere un certificato di residenza si ricorre ad un amico. Il bon ton consiglierebbe che l'ex prefetto si metta da parte. Quella dei Li Gresti è terra infuocata dove i confini tra legalità e illegalità sono poco identificabili. Al solito, in un paese in cui ognuno ha famiglia, di mezzo c'è anche un figlio "trota", senza arte nè parte, al quale viene offerto, e accettato, un posto remunerato come un nababbo. La ministra dove era?
Scritto da Sic Est il 1/11/2013 alle 19:40
@Giulio De Capitani (19.28) - Se la Cancellieri è intervenuta esclusivamente per ringraziare i Ligresti per il figlio sono d'accordo con te. Ma siamo sicuri, caro Giulio, che sia così? Non sarebbe meglio aspettare la conclusione delle indagini? Certo se si dimettesse darebbe un ottimo esempio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2013 alle 19:41
Caro@Adamoli, non sono un giustizialista,ma penso che anche l'IPERGARANTISMO sia una stortura.Le lungaggini e i cavillli procedurali imbrigliano la Magistratura e lasciano in circolazione(e in Parlamento)troppi mariuoli che intanto continuano a far danno.Si dovrebbe introdurre una legge che stabilisca non la carcerazione ma almeno la"DECADENZA TEMPORANEA"dalle cariche istituzionali pubbliche per i condannati in 1°grado per certi reati finanziari, salvo reintegrarli in caso di assoluz.definitiva
Scritto da giovanni dotti il 1/11/2013 alle 19:50
Sono stato il primo a sollevare nel blog il caso Cancellieri e delle sue dimissioni. Una domanda a tutti i dubiosi: COSA CENTRA LA MAGISTRATURA? Anche se non ci fossero rilievi di reato RESTA IL FATTO. Questa è sempre la solita Italietta dei "forti e degli amici". Semplicemente intollerabile. E francamente non centrano neanche le problematiche relative alla carcerazione preventiva. Abbiamo una cultura e una classe dirigente della quale possiamo fare solo una cosa V E R G O G N A R S I ! !!!!
Scritto da robinews il 1/11/2013 alle 20:12
Sulla faccenda ho letto l’articolo del Corriere. La Cancellieri era amica della compagna di LIgresti da oltre quaranta anni. Non la amo troppo come ministro, ma rispetto e apprezzo chi ha il coraggio civile di sostenere un’amicizia, sapendo benissimo che per tutti i colpevolisti a oltranza la pena si sconta prima del giudizio, e che per aver messo in discussione questo dogma colpevolista sarà attaccato. Leggo altrove che Caselli avrebbe stabilito che Giulia Ligresti può essere scarcerata se chiede il patteggiamento e se le sue condizioni di salute sono precarie. Questo è lo scandalo: la carcerazione preventiva non può e non deve dipendere dalla sottomissione dell’accusato, ma solo se ci sono oggettivi e gravi elementi per pensare che possa reiterare il reato, fuggire o inquinare le prove. E deve toccare all’accusa motivare quello che dice. Altrimenti non è giustizia, è inquisizione.
Scritto da Franco Cazzaniga il 1/11/2013 alle 20:19
GOVERNO DELLE LARGHE INTESE, GOVERNO DEL FALLIMENTO TOTALE IN PRIMIS DI CHI LO HA FORTEMENTE VOLUTO E IMPOSTO, IL COLLE! UN GOVERNO FORMATO DA MINISTRI TUTTO "CHIACCHIERE E DISTINTIVO". CHI PUO' SCAPPI DI CORSA DALL'ITALIA, NESSUNO SI SALVERA'.
Scritto da robinews il 1/11/2013 alle 20:20
Caro Adamoli, l'unica persona che io conosca che può parlare a testa alta delle dimissioni dalle proprie cariche - che non avrebbe dovuto dare - sei tu. Molti altri che cianciano di queste cose quando succedono agli altri sono dei ciarlatani. Non dico tutti ma molti.
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 1/11/2013 alle 20:26
La Santadechè difende la Cancellieri e dice che non solo non deve dimettersi ma che deve mandare gli ispettori del ministero al tribunale di Milano perchè il suo Caimano è stato condannato per aver fatto la stessa cosa (sic!) quando ha telefonato in questura. MA VI RENDETE CONTO, CI RENDIAMO CONTO IN CHE PAESE VIVIAMO? Caro Giuseppe, oggi in Grecia è iniziato il crepitio dei mitra intorno ad Alba Dorata. Personalmente non ho paura, per i figli e nipoti ne ho TANTISSIMA.
Scritto da robinews il 1/11/2013 alle 20:34
Gianni Cuperlo sulla Cancellieri, le pensioni, esodati, Berlusconi ecc. BLA, BLA, BLA. Molto meglio l'originale bla, bla, bla, (M. D'Alema). @Adamoli, ti prego, se ti riesce, dammi, dacci, qualche motivo "serio" di speranza.
Scritto da robinews il 1/11/2013 alle 20:50
@Giuseppe. Sei d'accordo con la richiesta di chiarimento in parlamento il più presto possibile che il Pd ha avanzato alla Cancellieri?
Scritto da Laghetto rosso il 1/11/2013 alle 20:55
La carcerazione preventiva fu strumento di lotta politica. Senza, sarebbe esistito un ministro Di Pietro? Mi chiedo se Cancellieri si attiva, ad esempio, per un ladro di auto con la polmonite, piazzato in una cella di 8 metri condivisa con altre 4 persone. Domina la cultura dell'amicizia, del sostegno tra simili, del familismo amorale allargato. Chi non ha amici, non esiste. Una società tipo lastra d'ardesia, fatta a "fogli" che si toccano solo due a due, con quelli più in basso che sostengono il peso di quelli in alto, magari senza saperlo o indignadosi e basta. Ps: ricordo che va Idem fu allontanata/si dimise su un sospetto.
Scritto da FrancescoG. il 1/11/2013 alle 21:44
@ eg. Ho le scarpe più belle. Comode e resistenti. Sane. Gialle. Mi piace il colore. Ma so che ho un problema. Me lo dice anche mia moglie, che ride: capita che mi vesto tipo" Mondrian shakerato". Ma non é nulla di realmente importante. Ciao.
Scritto da FrancescoG. il 1/11/2013 alle 21:54
@Giovanni Dotti (19:50) ripropone un problema tutto nostrano delle lungaggini giudiziarie che si risolvono in carcerazioni e scarcerazioni preventive prima del processo. Sono d’accordo. E, nel blog, credo di essere tra quelli che propende per una rivisitazione totale del sistema giudiziario, questione che solo l’estrema sinistra non riesce a vedere. Il caso Cancellieri, però, credo che riguardi il comportamento "leggero" dell’ex prefetto. Molti di noi frequentatori di questo Blog, che abbiamo avuto o che hanno posti di responsabilità a un certo livello nella Pubblica Amministrazione, sappiamo che le richieste non ufficiali ed estemporanee si respingono fermamente facendo presente che una eventuale istanza va rivolta a chi di competenza. I Dirigenti Pubblici (e il ministro lo è) non sono proprietari ma solo responsabili, pro tempore, dell’Ufficio cui sono preposti. Il fatto, poi, che il “soggetto amico”, a favore del quale veniva perorato un intervento, fosse anche un membro di una famiglia “chiacchierata”, con la quale la Signora Cancellieri, fino a quando resterà ministro di giustizia, farebbe bene a non intrattenere rapporti personali, rende ancora più inopportuna la condotta della ministra.
Scritto da Sic Est il 1/11/2013 alle 22:16
@Laghetto rosso (20.55) - E come dovrei dirlo? Il Pd ha fatto benissimo a pretendere il chiarimento in Parlamento. Preciso ulteriormente il mio pensiero. Se la Cancellieri si dimettesse darebbe un ottimo esempio. Per chiederne formalmente le dimissioni è necessario aspettare la sua dichiarazione difensiva, visto che è stata tempestivamente richiesta. Se non risultasse veritiera spetterebbe alla Magistratura contestarla nelle forme previste dal codice. E poi si parli finalmente dell'abuso della carcerazione preventiva.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2013 alle 23:42
Il"Caso Cancellieri"(ministro che immaginavo al di sopra di ogni sospetto)mi convince sempre di più che siamo non in una democrazia ma in un FASCISMO MASHERATO DI DEMOCRAZIA,cioè in uno Stato monopolizzato da una oligarchia formata da politici, banchieri, grandi imprenditori (o meglio"approfittatori"), faccendieri,galoppini di partito e quanti altri ci ronzano intorno che si scambiano vicendevolm."favori"alle spalle del popolo gonzo che si lascia dominare un po'per convenienza e un po' per paura
Scritto da giovanni dotti il 2/11/2013 alle 08:36
Per parlare correttamente del post sulle correnti bisognerebbe partire dalla lettura dell'intervista ad E. Berliguer (1977-gennaio-Scalfari) Nella riflessione sulla "questione morale" Berlinguer parlava dei partiti (tutti, PCI compreso). Diceva, "i partiti non fanno più i partiti; sono formati da Boss e Sotto Boss; Hanno occupato lo stato; hanno degenerato; la loro stessa struttura organizzativa si è conformata sul modello degenato ecc" Dopo 36 anni dove siamo? Su questo tema la sinistra dov'è?
Scritto da robinews il 2/11/2013 alle 09:00
(segue) Sarebbe compito di una Sinistra Moderna istruire le masse, renderle consapevoli della situazione spaventosa in cui ci troviamo (se ancora non l'avessero capito) anziché blandirle con false promesse o inutili elemosine, per cercare di salvare quel briciolo di democrazia che ancor ci rimane e invertire la rotta -se ancora si è in tempo- della politica attuale indirizzandola veramente a quel "BENE COMUNE",e non solo di pochi, cui tutti a parole tendono ma che non muovono un dito per attuare
Scritto da giovanni dotti il 2/11/2013 alle 09:06
@Adamoli. Si, però non non facciamo come col berlù, sei mesi. In una settimana al massimo si deve chiarire tutto. Comunque,se la signora ha un minimo di dignità deve dimettersi.
Scritto da Giuseppe Morelli il 2/11/2013 alle 09:22
Leggo le rimembranze dell'infelice Berlinguer del 1977. Come non essere d'accordo sulla questione morale che egli proponeva con la forza che proveniva dalla tranquillità assicuratagli dai finanziamenti URSS?
Scritto da ulderico monti il 2/11/2013 alle 09:33
@Adamoli. Sono con te al 100% (e se serve ricorderei cosa dice la costituzione sulle pene). Sulla polemica penso che se la signora Ligestri non aveva bisogno di cure mediche ( o se in altri casi analoghi si è usato un'altro metro), si dovrebbe accusare apertamente la Cancellieri (o i suoi uffici) di aver mentito, non di avere amicizia sbagliate. Mi parrebbe la via maestra in uno stato di diritto... Il resto a casa mia si chiama illazione: necessita di qualcosa di concreto per diventare colpa.
Scritto da Roberto Caielli il 2/11/2013 alle 09:42
Le ragioni della irreversibilità della crisi? Lo dimostra l'irrisione di @ U. Monti (9,33) sulla questione morale posta correttamente da Berlinguer. Il problema dei finanziamenti URSS al PCI erano parte integrante della riflessione di Berlinguer. Tutto il resto è fin troppo chiaro, compreso il punto in cui siamo giunti (dopo 36 anni) per aver chiuso gli occhi, le orecchie, le bocche e spento il cervello su quanto sollevato dal "grande e unico" Enrico.
Scritto da robinews il 2/11/2013 alle 10:24
@Angelo Eberli (19.20) - Come faccio ad aiutarti, Angelo? Tu descrivi una situazione reale. Sul caso Cancellieri ho già detto la mia opinione in più di un commento. Questo familismo è una piaga italiana (e non soltanto). Dall’alto dovrebbe venire il buon esempio ma così non succede, anzi spesso il contrario. L’unica consolazione è che anche una democrazia mal funzionante è sempre meglio di una dittatura anche illuminata. Ma so benissimo che di consolazioni è lastricata la strada dell’inferno. Si dice che gli italiani sanno reagire quando si trovano sul ciglio del burrone. E’ il momento della reazione fortissima.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/11/2013 alle 10:31
I bizantinismi dialettici(colpa, illazione?)di@R.Caielli non mi convincono,politicam.bisogna entrare"nel MERITO"delle questioni e lasciare agli azzeccagarbugli,che in Italia abbondano,la discussione e la difesa degli indagati.Si è trattato di un atto disdicevole per un Ministro o no? Lo avrebbe fatto per chiunque altro?// Per quanto riguarda la CARCERAZIONE PREVENT.così com'é proprio non va,ma perché negli ultimi 20 anni(dopo tangentopoli)nessuno si è premurato di cambiare le leggi in proposito?
Scritto da giovanni dotti il 2/11/2013 alle 10:40
Dopo il caso Scaglia (con Renzi) e la vicenda Cancellieri/Li Gresti il dibattito in seno al PD in vista del congresso si sofferma sulla carcerazione preventiva...strumento di tortura. Ma dove siete stati negli ultimi 21 anni,..ma Di Pietro e D'Ambrosio chi li ha eletti? Ma cosa si legge da sempre sui Vs. giornali? Ma sul giustizialismo, tranne pochi tra i quali Adamoli, non ci avete prosperato? Forse serve un serio esame dei comportamenti ed una conversione di 180 gradi...
Scritto da La professoressa il 3/11/2013 alle 22:47
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