Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 7/11/2013 alle 08:55


La popolarità delle Regioni è oggi al suo punto più basso. Comprensibile per diversi motivi ma l’assalto aggressivo e concentrico che stanno subendo è da respingere insieme alla polemica feroce contro tutto il sistema delle Autonomie locali.
Giovanni Sartori concludeva l’editoriale di ieri del Corriere contro il “grillismo”, e a giusta difesa delle funzioni parlamentari “senza vincolo di mandato”, con queste parole: “Il federalismo di Bossi per fortuna è morto e potremmo senza danni sopprimere anche le Regioni”.
Una frase gratuita che non aveva nessuna attinenza con il contenuto dell’articolo. E poi che cosa c’entra il federalismo di Bossi con le Regioni da sempre previste in Costituzione e attuate nel 1970 quando Bossi bighellonava chissà dove?
Ora, che le Regioni meritino di essere riviste è fuori discussione benché molto più importante sia riformare lo Stato nelle sue strutture centrali. Ma il disegno di riportare tutto nelle mani dei grandi burocrati statali è una strada senza scampo per la democrazia partecipata.
Sarebbe necessario dimezzare le Regioni, riportare le politiche energetiche, le grandi infrastrutture, la promozione all’estero del turismo a livello nazionale. Ma le altre funzioni, tra cui sanità, territorio e urbanistica, trasporto locale, formazione professionale e molte altre ancora, non si devono toccare.
Buttare tutto quanto nel buco nero delle “cose da rifare” può far guadagnare qualche effimero elogio ma complica enormemente la soluzione dei gravi problemi italiani.
 

Commenti dei lettori: 47 commenti -
@Adamoli, capisco il tuo ragionamento sempre pacato e motivato ma credo che questo oggi non basti più! Quello che sono diventate le Regioni sono sotto gli occhi di tutti e "piccoli aggiustamenti e restauri" temo che non siano sufficenti! Quello che non funziona dello "Stato" non non basta più "cambiarlo" E' NECESSARIO ABBATTERLO. Solo cosi si potrà tornare a sperare nel futuro. Sono sempre stato un assertore per forti autonomie locali e decentramento del potere, MI PENTO DURAMENTE!
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 09:19
C'è chi sogna un altro fascismo, di destra o di sinistra non importa, senza autonomie locali, senza l'impiccio di elezioni amministrative, tutto in mano alla casta burocratica che ha già devastato l'Italia. Come sarebbe bello se al Sud decide tutto il burocrate senza volto di Roma. Comincio a pensare che l'Italia abbia una democrazia a rischio.
Scritto da Antonino (pugliese) il 7/11/2013 alle 09:33
Gentile Adamoli, sentiamo anche noi che l'Istituto regionale è ancora abbastanza solido ma molto meno di qualche anno fa. A chi è sfavorevole per concezione si aggiunge chi è sfavorevole alle scelte di Formigoni ieri e Maroni oggi. E come se a Milano fossero contro l'istituzione del Comune perché non si è o non si era d'accordo con l'amministrazione di Pisapia e della Moratti. C'è troppa confusione, anche nella gente di sinistra.
Scritto da Dirigente regionale il 7/11/2013 alle 09:52
Ma è un cecchino questo @dirigente regionale? Aspettava Adamoli? Dalle ovvietà contenute, mi pare una bufala di commento. Sulla scia delle perplessità di @Ambrogio Vaghi, prego Adamoli di verificare la fondatezza di un commento simile. Per il momento, mi astengo da ogni riflessione sull’ente regione. Attendo commentatori pari serietà mia. Con modestia.
Scritto da V.R. il 7/11/2013 alle 10:30
puntando al braccio ..forse si otterrebbe una mano ..si spera non tesa in cerca di elemosina..mentre altrimenti siamo in balia dei tagliatori di teste..con un regime fatto di un insieme di sistemi che non permette più niente e dove tutto appare già ipotecato...
Scritto da zva il 7/11/2013 alle 11:08
Ero un regionalista convinto ma l'esperienza ha quasi distrutto le mie speranze. Intanto non tutte le Regioni sono equiparabili, tutte hanno contribuoto, chi più chi meno, a dilatare la spesa pubblica, la burocrazia è aumentata non è più efficiente di quella statale, il controllo da parte dei cittadini a livello locale, salvo nei piccoli comuni, è inesistente. Neppure nelle regioni più dinamiche c'è stata una difesa del territorio nè una programmazione urbanistica. Il federalismo è indifendibile
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 7/11/2013 alle 11:45
Per me sono Enti inutili e carrozzoni. Abbiamo voluto il decentramento istituzionale e abbiamo aumentati i furti , la corruzione, gli sprechi! Nonb è questo il Federalismo costituzionale!Abolire le Regioni sarebbe l'unico vero risparmio per il Paese!
Scritto da Antonio Iosa il 7/11/2013 alle 12:14
Ma si...riportiamo tutto a Roma che staremo meglio. Che modo di ragionare è questo?
Scritto da Una Pd Brescia il 7/11/2013 alle 12:19
@Antonino (pugliese) come me (9,33) Le tue riflessioni sono meritevoli della massima attenzione. L'Italia ha una democrazia a rischio? E' vero, verissimo. Dire che rischiamo un fascismo di destra o di sinistra? Anche questo è giusto, è vero! Ma la democrazia che abbiamo oggi di fronte cosa è? Non trovo un aggettivo appropriato per definirla DI SICURO MI SEMBRA UN QUALCOSA DI ORRIBILE, MORTALE DIREI! Affrontare il cambiamento necessario con la paura e il terrore lo considero un errore!
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 12:19
Sandro Bondi (PDL) oggi, "LA NOSTRA STORIA FINISCE NEL FANGO TRA VILI E TRADITORI", se lo dice uno come lui c'è da crederci. Peccato che insieme a "loro" la stessa fine la fà il Paese.
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 12:45
Sai che per cultura personale sono un convinto assertore del principio di sussidiarietà e quindi dello spostamento di responsabilità, poteri e soluzioni il più vicino possibile agli interessi del Cittadino. Credo molto nei Comuni, autonomia tipica dei paesi latini, anche se sono convinto che occorrerebbe fare un gran taglio di quelli che hanno meno di 10mila abitanti. Non sono mai riuscito a capire a cosa servano le Province se non ad accontentare i politici trombati. Vedo funzionale alla realtà italiana il sistema regionale, con una serie di distinguo che riguardano il numero delle amministrazioni, i poteri di spesa senza pareggio di conti e la differenziazione tra statuti ordinari e statuti speciali.
Scritto da Sic Est il 7/11/2013 alle 13:12
Tutto giusto (strano che Sartori "canni" così). Manca un piccolo dettaglio: basta allo statuto speciale (!).
Scritto da Loris Costa il 7/11/2013 alle 13:36
@V.R. (10.30) - Conosco da molto tempo @Dirigente regionale e l'ho sempre ritenuta persona seria e preparata.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/11/2013 alle 13:43
Ho letto l'articolo di Giovanni Sartori che hai linkato. Effettivamente le righe finali sono estranee al resto dell'articolo tanto da sembrare un comportamento pregiudiziale. Se si deve parlare di Regioni lo si deve in modo più serio.
Scritto da Lupus il 7/11/2013 alle 14:08
Centri di spesa incontrollati, centri di potere e clientele, cui il titolo V ha regalato uno status irragionevole. Ne basterebbero meno con colpiti più limitati e budget assai più ridotti. Aveva ragione Giovanni Malagodi
Scritto da Walter Grossi il 7/11/2013 alle 14:17
Riformare le regioni, l'unica strada, facendo ammenda del massimalismo del centrosinistra e delle sciocchezze mutuate dal leghismo costola della sinistra!
Scritto da Walter Grossi il 7/11/2013 alle 15:35
@Sic Est (13.12) e @Loris Costa (13.36) - Considero anacronistiche le Regioni a Statuto speciale che hanno goduto di troppi privilegi finanziari. Credo che la via giusta per differenziare le Regioni tra grandi e piccole, efficienti e inefficienti, sia indicata nel terzo comma dell'art.116 della Costituzione del 2001 che stabilisce come "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata". La strada maestra è comunque il dimezzamento delle Regioni oltre all'eliminazione totale della Province.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/11/2013 alle 15:41
Il grazioso Molise,la verde Umbria,la caratteristica Basilicata quanto ci costano?
Scritto da Pierluigi Galli il 7/11/2013 alle 15:47
iL tuo buonsenso viene per fortuna sempre fuori. Sarà l'esperienza o i capelli bianchi, ma è un punto di riferimento. Credo centrata la tua riflessione serve recuperale il lavoro della Fondazione Agnelli di metà anni '80 che ipotizza 10/12 regioni in Italia...che funzionino e si facciano onore. Come sai credo che, al netto di errori e cattivi esempi che non sono mancati, la Lombardia...possa tirare il gruppo.
Scritto da Fabrizio Piacentini il 7/11/2013 alle 16:38
Enrico Letta, oggi alla stampa estera; "in europa dicono che ho le palle d'acciaio". Come dire "noi" abbiamo le palle d'acciaio. Vi ricordate il Bossi del "noi c'è l'abbiamo duro"?. C'è qualcuno che sappia spiegarmi dove sta la differenza tra la sbruffoneria di Bossi e Letta? Ma come stiamo cadendo in basso !!!!!!!
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 16:45
@VR. La sua supponenza è pari alla vacuità delle sue parole.
Scritto da Dirigente regionale il 7/11/2013 alle 16:53
Tienamoci i politici delle regioni malavitose e sprecone ladra e corrotta , non ci bastava la casta di ladri e corrotti a livello nazionale e abbiamo voluto centuplicare i senza mestiere che si dedicano per tutta la vita a vivere di politica!
Scritto da Antonio Iosa il 7/11/2013 alle 17:11
Il decentramento della sanita' a livello regionale ha acuito la disparità di accesso alle cure.
Scritto da Antonella Ferrario il 7/11/2013 alle 18:38
@Camillo Massimo Fiori (11.45) - Non sono mai stato federalista, caro Massimo, e men che meno oggi. La parola del federalismo negli ultimi due decenni mi è sempre suonata quasi come un preannuncio di sciagura. Ero e resto per un regionalismo forte che dovrebbe operare dentro leggi cornici che il Parlamento ha raramente offerto; che dovrebbe rispettare “l’interesse nazionale” che la riforma del 2001 ha colpevolmente ignorato; che non dovrebbe contare sugli aiuti di Stato che lo Stato ha largamente concesso ai più spreconi e potrei continuare. Ma per la sanità e il territorio, per fare solo due esempi, le Regioni (almeno una parte importante) hanno svolto un ruolo positivo. Quando la Lombardia ha elaborato la sua legge sul governo del territorio ha dovuto farlo nel vuoto pressoché assoluto delle norme statali. E’ vero invece che la programmazione territoriale è stata anche da noi carente ma questa è responsabilità della maggioranza politica non dell’Istituzione. E poi in una Regione grande come la Lombardia l’attuazione dei provvedimenti sullo sviluppo del territorio, dentro le maglie regionali, spetta ai comuni. Si è dilatata eccessivamente la spesa regionale, certamente, ma le funzioni delle Regioni sono di molto aumentate. Il peccato mortale sta nel fatto che si è incrementata anche la spesa ministeriale pur con la sottrazione di compiti che avevano costi cospicui. La mia opinione, oggi forse minoritaria a destra quanto a sinistra, è che l’eventuale drastico ridimensionamento delle Regioni ci consegnerebbe ad un futuro burocratico che non mi rassegno a vedere. Lo stesso centralismo regionale molto forte in Lombardia è stato voluto da chi ha governato, non è insito nell’istituzione. So bene che il cittadino non controlla quello che si fa in Regione. Non controlla nemmeno il suo piccolo comune se è per questo. Tu dici sempre giustamente che questo compito tocca ai soggetti collettivi, principalmente ai partiti. Se la loro crisi la ributtiamo sulle Istituzioni facciamo creiamo un circolo molto vizioso. Ma questa naturalmente è solo una mia opinabilissima convinzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/11/2013 alle 18:49
Condivido la breve e lucida analisi di Camillo Massimo Fiori. E' possibile però essere meno pessimisti di lui e assegnare un futuro all'istituzione regionale? Forse sì, se riuscissimo (cosa ardua in Italia) ad abbattere sprechi, privilegi, corruttele, materie concomitanti ( un assurdo legislativo) e così via. Certo è che la storia del bel paese è più storia di municipi e di piccoli stati territoriali che di regioni come le vediamo oggi. Personalmente avrei preferito una robusta ristrutturazione dell'istituzione provincia, anzichè la sua abolizione. Rimane il fatto che comuni + province + regioni + stato centrale è qualcosa di troppo. E mi pare che, non parlando nessuno di eliminare le regioni, non rimane che abolire le province. Poi il discorso sprechi e privilegi rimane per comuni e, soprattutto per regioni e stato centrale.
Scritto da mariuccio bianchi il 7/11/2013 alle 18:51
Eia, popolo d'Eroi, abbiamo il nuovo Dux: Palle d'acciaio, alalà!
Scritto da ulderico monti il 7/11/2013 alle 19:05
@Mariuccio Bianche, alla lunga pletora di istituzioni italiane che hai giustamente ricordato occorre aggiungere il parlamento Europeo, la commissione Europea la BCE ecc. A tutto questo dobbiamo aggiungere 1 milione 170 mila persone che in Italia vivono e sono mantenuti dalla politica sia direttamente che indirettamente. Ecco perchè siamo arrivati dove siamo e dove "FINIREMO"! O NO?
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 19:18
La colpa del ritardo di Varese per il PGT è della giunta Lega-Pdl non della regione. Non diamo alibi a questi cialtroni.
Scritto da Un varesin arrabbiato il 7/11/2013 alle 19:21
Un piccolo passo indietro sul precedente post. Ricordate l'analisi sul voto a Varese al congresso provinciale? Ci sono state lamentele perchè con i "nuovi iscritti" sarebbe stato costruito il successo di Astuti insieme alla Battistini. Sul piano nazionale è questo che si teme in realtà, per questo Cuperlo tuona ogni ora sull'argomento. Lui avrebbe preferito "vincere" nel partito anche se Renzi avesse vinto le primarie al nazionale. (segue)
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 19:23
Robinews (segue). Cuperlo fa finta di non sapere che dopo il governo delle larghe intese e altre nefandezze, gli iscritti erano più che dimezzati sul 2012. Quelli che non avevano rinnovato la tessera quindi erano e sono certamente quelli più propensi al cambiamento e di questo Cuperlo ha paura. Renzi poteva anche vincere le primarie MA DOVEVA RIMANERE PRIGIONIERO E OSTAGGIO DI UN PARTITO PIU' PICCOLO MA "CONTROLLATO" DALLE VECCHIE OLIGARCHIE. Qualche dubbio? mi si spieghi IL CONTRARIO!
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 19:29
@Ulderico Monti, 19,05, GRANDISSIMO, UNA SINTESI DAVVERO ESILARANTE. BENE, BRAVO BIS, senza alcuna ironia viste le molte opinioni diverse del passato! Saluti sinceri da un "compagno"!
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 19:32
@Adamoli, permettimi una domanda impertinente, lo sai che ogni tanto le faccio sapendo che non te la prendi. Secondo te quanti punti ha perso E. Letta (e il governo italiano) con "le palle d'acciaio"?
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 20:00
@Dirigente regionale, non rovini il commento del Presidente @Adamoli (13.43), che ha convinto tutti i lettori e stava per convincere anche me. Non perda tempo a rispondere a me, piuttosto argomenti sulla Macroregione Alpina, per la quale, settimane fa, a Grenoble, è stata siglata una Risoluzione da Italia, Francia, Germania, Austria, Slovenia, Svizzera e Liechtenstein, alla presenza non solo della Bonino ma anche dei nostri Maroni, Zaia e Cota. Argomenti anche sul prossimo dibattito, in seno ai vertici regionali, sulle riforme costituzionali che vedono il ridisegno del Titolo V della Costituzione e l'istituzione del Senato delle Regioni. Su, argomenti, invece di rispondere a me. E se ha partecipato al convegno “Dalle Riforme, la Rinascita”, organizzato dalla Fondation Gran Paradis e tenutosi a Cogne l'11 e il 12 ottobre scorsi, avanti su, esprima un'opinione compiuta. Ho trovato il suo commento troppo artigianale per viverlo come autentico, tortuoso nei passaggi riferiti ai Presidenti della Regione e ai Sindaci di Milano ma, soprattutto, composto da un lessico scarsamente istituzionale. A chi allude quando parla della “gente di sinistra”? Forse alla compagine di opposizione che siede in Consiglio regionale? Suvvia, @dirigente regionale ...
Scritto da V.R. il 7/11/2013 alle 20:13
Il federalismo è l'ancora di salvezza dell'Italia. Le regioni meridionali devono essere messe alla prova sul discorso dei costi standard, tanto per dire, e noi dobbiamo tenerci il 70% delle nostre tasse se non vogliamo fermare la locomotiva.
Scritto da Ugo F. il 7/11/2013 alle 21:15
Sto ascoltando Santoro e Travaglio che intervistano Renzi e mi sto arrabbiando. Non è che se uno già fatto politica con delle responsabilità e se appoggia Renzi gli impedisce di fare il cambiamento. Questo denigrare La Torre perché prima dalemiano e adesso vota Renzi è nauseante. Cosa dovrebbe fare Renzi respingere quelli che vogliono aiutarlo?
Scritto da Antonino (pugliese) il 7/11/2013 alle 22:47
@Ugo F, è basta con il programma "sleghista", sono 30 anni che lo riproponete e tutto quello che avete fatto insieme al Caimano è stato quello di rovinare l'Italia. Per adesso pensate piuttosto a come salvare (se riuscite) il vostro vero capo, il Berlusca. Altrimenti se non ce la fate vedete di seguirlo dove sarà giustamente destinato dalla giustizia e dal popolo.
Scritto da robinews il 7/11/2013 alle 23:04
@Antonio (pugliese), non arrabbiarti per le domande di Travaglio a Renzi sul tema di chi lo sostiene (La Torre ecc.). Tieni conto che in questo modo Renzi si allena per il futuro; si focalizza comunque un problema che esiste (ti ricordi che un po di tempo fa disse che sul carro "non si sale", si spinge)? E poi alla fine comunque Travaglio, prima di chiudere, ha reso onore a Matteo riconoscendo che si è difeso bene.
Scritto da robinews il 8/11/2013 alle 00:22
@robinews il 7/11/2013 alle 19:32. Contraccambio i saluti, ma la questione non è di destra o di sinistra, è del Paese. Sulle virtù sferiche del presidente del consiglio, me ne congratulo con la sua Signora, per l'effetto corroborante nel santo matrimonio. Ma il governo agonizza, le riforme promesse e necessarie non le vuole nessuno, a cominciare dal porcellum, siamo di fatto commissariati dall'Europa, i partiti politici sono larve evanescenti e vaniloquenti. Altro che acciaio, ammosciamento!
Scritto da ulderico monti il 8/11/2013 alle 08:05
Province e Regioni il cittadino le sente lontane e vorrebbe eliminarle entrambe.Aboliamo almeno le Province,perché è più facile e tutti (tranne la Lega)sembrano d'accordo,e sostituiamole con Conferenze dei Sindaci (a costo zero). Per le Regioni però introduciamo controlli più severi da parte dei Cittadini, attraverso Comitati di Garanzia (non retribuiti) democraticam.eletti insieme ai Rappresentanti Regionali.Con gli sprechi e le mangerie di oggi non si può più andare avanti,urge un cambiamento!
Scritto da giovanni dotti il 8/11/2013 alle 08:48
@Antonella Ferrario (18.38) - I dati reali non dicono questo. Le disparità nel servizio sanitario erano ancora maggiori prima dell'avvento delle Regioni. Vorresti affidare la sanità al ministero romano? Sarei totalmente contrario.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/11/2013 alle 08:56
NON È ANCORA STATA APPROVATA UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE. Ogni giorno la politica, con i suoi attori, sconvolge, stravolge e muta l’argomento sul quale gli spettatori si dovranno concentrare. Come il canovaccio degli spettacoli ambulanti della commedia dell’arte che serviva solo come traccia mentre i dialoghi cambiavano a seconda di dove si montava la tenda e spesso, nello stesso posto, da un giorno all’altro. Diversivi dialettici che fanno dimenticare, o mettere in sottordine, il diversivo del giorno precedente. Diversivo è un termine strategico e, senza scomodare Clausewitz, consente nelle battaglie di confondere i belligeranti dell’altra parte. Il diversivo di oggi metabolizza quello del giorno prima, che viene dimenticato, e, in una specie di escalation nell’uso delle armi di diversione di massa, azzera tutto dando al Cittadino la possibilità di avere argomenti facili sui quali discutere al bar sport e dimenticare quelli importanti.
Scritto da Sic Est il 8/11/2013 alle 09:08
Bisogna moltiplicare i CONTROLLI DEI CITTADINI sull'operato dei politici, solo così si potrà pervenire ad una democrazia compiuta. Bisogna però anche diminuire le spese della politica a tutti i livelli, PAGANDO MENO I POLITICI: così concorreranno alle cariche pubbliche -almeno si spera- solo persone veramente motivate e non per il miraggio di lauti guadagni. Ma contemporaneam.bisogna introdurre CONTROLLI efficienti per evitare che i politici si rifacciano in altri modi, come oggi spesso avviene
Scritto da giovanni dotti il 8/11/2013 alle 09:16
@Adamoli. Ma la risposta politica è contradditoria...le Regioni spendono, alcuni gruppi politici a gogo, i Ministeri non riducono il budget ed i Prefetti non si toccano...quindi cancelliamo...le Provincie
Scritto da Giuseppe Torchio il 8/11/2013 alle 09:32
@Giuseppe Torchio (09:32). L'esistenza delle province si accompagna ad un effetto perverso che detta suddivisione amministrativa del territorio crea nell'organizzazione dello Stato. Ogni nuova provincia ha bisogno di un prefetto, di una questura, dei carabinieri, della G.d.F., di un provveditorato, di un INPS, di un INAIL, di una direzione delle Agenzie Fiscali e quant'altro la mente umana può immaginare. Una specie di effetto moltiplicatore (con buona pace di Keynes) di uffici e di costi.
Scritto da Sic Est il 8/11/2013 alle 10:15
@Giuseppe Torchio (09.32) - Ciao Giuseppe, benvenuto nella discussione. Molte cose ci accomunano e mi fa piacere. Capisco il tuo punto di vista di ex presidente della Provincia di Cremona ma su questo tema le nostre idee, come ben sai, sono molto distanti. Ne riparleremo presto in una giornata di studio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/11/2013 alle 10:22
@Sic Est e @Giovanni Dotti - Ho ripreso i problemi della legge elettorale e del sistema delle Autonomie locali nel post che ho appena messo. Grazie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/11/2013 alle 10:27
Il decentramento delle competenze è logico se migliora il funzionamento delle attività dipendenti dalle pubbliche amministrazioni (sanità, scuola viabilità, commercio) ma i partiti (tutti compresi!) devono smettere di spartire potere e denaro: in Lombardia TUTTO è nelle mani dei gruppi dominanti (CL in primis, poi PDL e LEGA), altrove sarà lo stesso. Sostengo queste idee senza molta convinzione: non credo che la logica lottizzatrice e mafiosa tipicamente italiana sarà mai superata
Scritto da Alberto Limido il 13/11/2013 alle 13:08
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