Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/11/2013 alle 08:49


La riforma elettorale è considerata da tutti una priorità, a parole. Se non è ancora stata approvata le colpe non stanno da una parte sola, meglio dirlo subito.
Come ha scritto Michele Ainis sul Corriere di qualche giorno fa, “il porcellum non ha mogli, però è stracarico di amanti. In pubblico non lo vezzeggia nessuno; in privato lo sbaciucchiano molte signorine licenziose”.
Sennonché  la proposta del costituzionalista di risolvere il problema con un decreto legge del governo è contestata da molti altri costituzionalisti e dal ministro delle Riforme Quagliariello con una tesi fondata. La riforma elettorale è materia parlamentare nella quale il governo può aiutare e orientare il dibattito non già sostituirsi al Parlamento.
C’è una sola vera preoccupazione in questo campo. Non si dovrebbe cambiare solo il sistema elettorale ma anche il sistema di governo che è logoro e invecchiato. Andava bene nella prima Repubblica con una stabilità politica molto forte imperniata su due poli: la Dc e suoi alleati da una parte, il Pci dall’altra.
I due cambiamenti più radicali che si confrontano fanno riferimento all’elezione diretta del Presidente della Repubblica (sistema semi presidenziale francese) e all’elezione diretta del premier.
Entrambi avrebbero il pregio di determinare indiscutibilmente chi guida l’Italia per cinque anni. Entrambi, oltre a qualche contro indicazione, hanno il “difetto” di richiedere una modifica costituzionale dai tempi lunghi e dall’esito incerto. Esigono una maggioranza di almeno il 50% del Parlamento e poi eventualmente il referendum se non si è raggiunta la quota di due terzi alla Camera e al Senato.  
Dei due referendum costituzionali che si sono finora tenuti, il primo sul sistema delle Regioni e delle Autonomie locali (Titolo V), approvato dal centrosinistra, è andato a buon fine nel 2001; il secondo sul cambiamento dell’assetto istituzionale nazionale, approvato dal centrodestra, è fallito nel 2006.
C’è però un’altra  linea che potrebbe coniugare bene la riforma del sistema elettorale e del sistema di governo senza bisogno di modificare la Costituzione. E’ la proposta di Roberto D’Alimonte (studioso dei sistemi elettorali) praticamente adottata da Matteo Renzi nella sua piattaforma congressuale. 
“E’ u
na riforma che mette in grado i cittadini di decidere chi governa e che costringe chi governa a rispondere direttamente ai cittadini. Si tratta del doppio turno di lista (cioè di coalizione) con un premio di maggioranza concesso solo a chi arriva almeno al 40% dei voti (e non a chiunque prenda un voto in più, come accade oggi).
La novità più importante è che, se nessuno arriva al 40% (o al 45 o al 50%) i due partiti o le due coalizioni più votate vanno al ballottaggio. E di conseguenza, al secondo turno, il premio si assegna a chi ha il 50% più uno dei voti. È un modo molto semplice ed efficace per assicurare che ci sia un vincitore e che il vincitore possa governare. Così si garantisce chiarezza dell’esito del voto, bipolarismo e alternanza senza cambiare la Carta costituzionale”.
Anche chi, come me, ritiene molto valido il sistema semi presidenziale francese, deve ammettere che la strada indicata da D’Alimonte (che Renzi semplifica con la formula del Sindaco d’Italia) è molto più semplice perché richiede soltanto una legge ordinaria.
Si tratterebbe di un cambiamento profondo. Per questo sarebbe stato auspicabile che alle prossime primarie per il leader si fosse potuta presentare una tesi specifica su questo tema per sentire il parere degli elettori quanto meno del Pd. Quanti voteranno per Renzi senza sapere che questa è una delle sue proposte più incisive e dirompenti?  E quanti voteranno per Cuperlo o Civati magari concordando su questa tesi non presente nei loro programmi?
Tanti, certamente. Purtroppo questo argomento non è ancora entrato nel dibattito sulla leadership del Pd ed è un vero peccato.

Commenti dei lettori: 64 commenti -
non so se la recente bocciatura in Commissione del doppio turno sia qualcosa di definitivo; comunque il sistema abbozzato da Renzi è valido, anche se mi preoccupano le distorsioni derivanti dalla pigrizia del corpo elettorale italiano (quanti astenuti in più nel secondo turno?). Bisogna ammettere che l'impasse è totale, e che si fatica ad ipotizzare una soluzione positiva
Scritto da bm il 13/11/2013 alle 09:44
Dalla lettura del post ho capito qualcosa di più di una materia estremamente complessa. Scommetto che nessuna assemblea di circolo ha parlato di queste cose.
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 13/11/2013 alle 09:54
La questione della LEGGE ELETTORALE è simbolica del Sistema Italia. Tutti vogliono le riforme, tutti anelano che non ci siano evasori, tutti desiderano che la spazzatura venga riciclata, non c’è uno che non si lamenta delle macchine in sosta vietata, tutti vogliono l’aria pulita, eccetera. Nessuno, però, si sente causa di tutti questi problemi e, quando qualcuno vi sta dando una minima soluzione, siamo tutti pronti a costruire barricate affinché non cambi niente. Il Paese della lamentela continua. Il porcellum (così lo chiamò il suo creatore che di suini è un buon intenditore) è una delle “bestialità” normative (ce ne sono tante ma fanno meno danni) che concentra in sé una carica esplosiva che elimina la possibilità di governabilità del Paese. Si aspetta l’intervento dei giudici costituzionali per porre rimedio a questo scempio. Ogni volta tutti sono convinti di vincere (vedi Bersani che non mosse un dito per rifare la legge elettorale e Grillo che spera di conquistare le chiavi del Parlamento) e, alla chiusura delle urne elettorali, ci si ritrova con il solito piccolo problema che tutti hanno perso. Votazioni con buone regole sono anche necessarie per la tenuta dell’assetto democratico. Non per ora, ma per il futuro, sono portato a pensare che dovrebbe essere una legge costituzionale a fermare la mano del riformatore idiota di turno. Il PD sa bene a cosa porta non avere regole nelle votazioni e cambiarle in itinere. Credo che il metodo del doppio turno o ballottaggio possa essere considerato il più appropriato, anche se nel nostro Paese spesso si vota più per dispetto che per convinzione.
Scritto da Sic Est il 13/11/2013 alle 10:21
Ho paura che voteremo ancora con il metodo in vigore. Il governo è debolissimo ma i partiti sono distrutti. A sinistra meno che a destra ma questa è una magrissima consolazione.
Scritto da Mario T. il 13/11/2013 alle 10:29
Tema svolto come al solito in modo lucido ed efficace. Peccato che come al solito non se ne farà nulla. L'unica cosa chiara a tutti è la paralisi. Una paralisi che non viene minimamente scalfita dalle prediche del colle. Il colle appunto. Qui sta il vero nodo, sullo stallo contano le larghe intese per arrivare al 2015 e oltre. ILLUSIONE PLANETARIA. Napolitano per essere credibile su questo tema dovrebbe dire:"se entro dicembre 2013 non si farà una nuova legge MI DIMETTO! (segue)
Scritto da robinews il 13/11/2013 alle 10:49
Robinews (segue) Napisan naturalmente non minaccerà le dimissioni e tutto continuerà come prima, pardon, tutto resterà immobile. Oggi ci ha illustrato la legge sul Sindaco d'Italia di Renzi, lui però dice che la sua proposta la farà prima dell'8/12. Ma quando la farà, sara uguale alla tua? Civati non ha proposte? non mi sembra, lui è per il Mattarellum. Cuperlo mi sembra ben "piazzato e fermo" sulle posizioni di Giorgio II. pardon, IMMOBILE. Le prossime elezioni? Nel 2018. Ma per piacere!!!
Scritto da robinews il 13/11/2013 alle 11:13
Una cosa e' certa : la riforma elettorale va fatta e la dimostrazione di ieri non lascia tranquilli!!
Scritto da Pier Luigi Mottinelli il 13/11/2013 alle 11:24
non ho letto tutto ...ma devo dire che un vero leader deve essere tuttologo allargando a macchia d'olio il suo operato semmai man mano rendendosi edotto delle varie situazioni trovando presto o subito un rimedio con quell'intelligenza e consensi che dovrebbero appunto contraddistinguerlo...con tattica e opportunità derivate e non prioritariamente applicate con furbizie e a tempo determinato per aggirare l'ostacolo...oggi più che mai ce ne sarebbe bisogno ma è molto più difficile perché intasati.
Scritto da zva il 13/11/2013 alle 11:31
Non voglio confutare le tesi di nessuno, specie dei blogger a gittata multipla: mi sembra, però, che in questo Paese l'unico politico che ancora ha capacità di intendere e di volere sia il Capo dello Stato, l'unico che, tra l’altro, dà chiari segni di vitalità e, cosa più importante, di modernità. È vero, vecchi di cervello ci si nasce, non ci si diventa. Non lo vedo nemmeno attaccato, col super adesivo, alla poltrona, come farneticano i grillini per spargere veleni.
Scritto da Sic Est il 13/11/2013 alle 12:42
Tanta gente parla e critica...ma quasi nessuno fa proposte. Qui invece ce ne è una davvero interessante evidenziata dall'amico Adamoli che credo meriti molta attenzione.
Scritto da Marco Colombo il 13/11/2013 alle 13:16
L'italia è un poco più grande di un comune ... già ci sono attriti e discussioni tra Tradate e Abbiate Guazzone, mi immagine il ''rebelotto'' che ne uscirebbe per mettere insieme le idee di un Paese di 60 milioni di abitanti ...
Scritto da Renato Casola il 13/11/2013 alle 13:19
@bm (09.44) - Che la commissione Affari Istituzionali di ieri avrebbe affossato il “doppio turno” era scritto nella roccia data la posizione non favorevole dei Cinquestelle. E’ successo un sacco di volte che successivamente una Camera abbia cambiato idea. Fin quando non sarà passato il Consiglio nazionale di Forza Italia (sabato prossimo) e non sarà stata approvata la decadenza di Berlusconi non ci sarà nessuna novità. La discussione sulla riforma avrebbe dovuto cominciare alla Camera dove una maggioranza c’è ma il Pd è senza leadership e ognuno fa il suo verso. Una proposta simile a quella bocciata ieri dalla commissione del Senato avrà più forza se le primarie approveranno la piattaforma politica che la contiene.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/11/2013 alle 14:01
Scritto da un blogger a gittata continua: Più che attaccato con il super adesivo mi sembra cementato sul colle. Quando fu ri-eletto, disse solennemente alle camere riunite tra gli applausi fragorosi largointesiste che se ci sarebbe stata sordità, alle sue sollecitazioni a partire dalla legge elettorale NE AVREBBE TRATTO LE CONSEGUENZE. Scusa, @Sic Est, che quanto a blogger a getto continuo sei sempre in gara, quando il nostro Giorgio II "TRARRA' LE FAMOSE CONSEGUENZE? A fine 2° settennato???
Scritto da robinews il 13/11/2013 alle 14:03
@Renato Casola (13.19) - Quindi rinunciamo alla riforma elettorale e continuiamo con il Porcellum? Questa è una proposta che non elegge il premier direttamente ma che avrebbe, dicono molti studiosi, effetti simili. Cioè metterebbe il premier in condizione di governare. Sarebbe un buon passo avanti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/11/2013 alle 14:07
@Adamoli,14,01, tutto potrebbe iniziare a muoversi dopo la decadenza, dopo Forza Italia 02, dopo le primarie? Vorrei tanto che tu avessi ragione! SPEREM.
Scritto da robinews il 13/11/2013 alle 14:19
La legge 81 del 1993 è una legge buona, poche ombre, forse sugli apparentamenti. Quel periodo fu molto fervente, ricordiamo la 142/90, la 241/90, e poi le due Bassanini nella seconda metà degli anni Novanta. E’ buona cosa che Renzi porti avanti la sua proposta con convinzione. Il commento a firma @Marco Colombo: di proposte se ne possono fare a migliaia, se c’è qualcuno che le raccoglie …. Questa articolata proposta di Adamoli che fine farà? Tutt’al più può finire sul tavolo del suo parlamentare di riferimento, Senaldi, che non potendo fare nulla di più, la chiuderà nel cassetto. Nulla di più. L’autonomia di un parlamentare è simile alla nostra. Non credo che Senaldi si improvvisi a fare come Giachetti.
Scritto da V.R. il 13/11/2013 alle 15:05
Ha un solo difetto, non è vulnerabile ad imbrogli e quindi indesiderata da chi sopravvive, politicamente, solo grazie a questi.
Scritto da Alessandro Milani il 13/11/2013 alle 15:26
Lasciamo stare la commissione di ieri al Senato che tutti sapevano che non avrebbe potuto fare niente. La realtà, caro @Adamoli, è che il Pd non è affatto unito nel sostenere il bipolarismo e l'alternanza. Sono su questa posizione, oltre a Renzi, ci sono Veltroni che si è indebolito, Prodi che non c'è più e Parisi che ormai conta come il due di picche. D'Alema che è il vero capo dei cuperliani, l'ectoplasma Bersani e Fioroni sono per il proporzionale. Letta non dirà niente finché è al governo e Franceschini su questo problema risulta non pervenuto.
Scritto da Giorgio S. il 13/11/2013 alle 15:35
Non conosco la proposta D’Alimonte ma temo, dalle sintetiche informazioni che ce ne dà Adamoli, che essa non possa considerarsi risolutiva; almeno fino a quando ci saranno due Camere, entrambe titolari della fiducia, il rischio di maggioranze disomogenee nell’una e nell’altra potrebbe materializzarsi, pur in via teorica, anche con un sistema a doppio turno, con ballottaggio tra le due coalizioni più votate. Allora sono inevitabili, indifferibili e urgenti questa e le altre profonde modifiche costituzionali più volte additate su questo blog. Paradossalmente con una sola Camera si potrebbe continuare ad utilizzare la vigente normativa. A meno che non si ritenga vergognoso un premio di maggioranza attribuito anche a chi ottenga solo il trenta per cento dei voti. A meno che si voglia reintrodurre il voto di preferenza. Penso che l’attuale maggioranza “impuria”, le difficoltà e le problematicità in sede di governo siano da imputare, prima che alla attuale legge, ai deludenti esiti elettorali che ci hanno consegnato una realtà fatta da tre complessive debolezze, piuttosto che da radicati ancoraggi di forza. Ma è illusorio credere che maggioranze consolidate siano di per sé sufficienti e tranquillizzanti. Nel 2006 Prodi si attestò poco al di sotto del 50%; nel 2008 Berlusconi quasi raggiunse il 47%. Entrambi meritarono ampiamente il premio previsto. Senza assolutamente equiparare la serietà e l’efficacia dell’azione dei due personaggi, sappiamo come è andata finire. La assoluta priorità diventa allora il recupero della credibilità, della affidabilità, della capacità, qualità e requisiti insostituibili e indispensabili per riconquistare fiducia e consenso e per riuscire a garantire il buon governo. Riprendo, a questo fine, alcune considerazioni di Valerio Onida che avevo già riportato in un mio commento precedente: “Se dunque l’esito dei processi politici non ci soddisfa, smettiamola di pensare che ciò sia dovuto a difetti del sistema dei poteri…Parliamo di scelte politiche e dei loro protagonisti: i partiti, le categorie professionali, le forze culturali, i mezzi di comunicazione. E’ a loro … che si devono imputare successi e insuccessi. (Le regole e le leggi) ci possono solo offrire il quadro di garanzie e di controlli perché questi protagonisti, se ne sono capaci, realizzino i loro fini e perseguano il bene pubblico”. Una chiosa opportuna; delle buone scelte politiche e del pubblico bene si devono fare carico tutti i protagonisti della società: partiti, forze sociali e culturali, categorie professionali, mezzi di comunicazione…. Nessuno di questi può accampare alibi, nessuno può sottrarsi alle proprie responsabilità.
Scritto da Giovanni Cogliati il 13/11/2013 alle 15:38
... mi permetto di opinare: la questione non mi sembra quella di individuare ''CHI'' guida l'Italia (le esperienze del passato con l'Uomo che Comanda non sono state granchè buone) ma di pensare a ''COME'' guidare l'Italia. Grazie.
Scritto da Renato Casola il 13/11/2013 alle 15:55
@Giovanni Cogliati (15.38) - La proposta D’Alimonte, caro Giovanni, contiene l’introduzione anche per il Senato del premio di maggioranza nazionale al posto dei premi regionali in modo da rendere il più possibile omogenee le due Camere. Almeno finché il Senato non sarà finalmente abolito a favore della Camera delle Autonomie. Il sistema così disegnato sarebbe molto diverso da quello che aveva dato la vittoria a Prodi. Il doppio turno dovrebbe indebolire di molto le spinte centrifughe che avevano caratterizzato l’esperienza prodiana con Mastella e Dini da una parte e con l’estrema sinistra di Rossi e Turigliatto dall’altra parte. Poi è chiaro che la differenza la fanno gli uomini, i partiti, la qualità dei ministri.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/11/2013 alle 16:38
Lo so che è molto discutibile e contestabile, ma se non ci sarà un decreto del governo rischiamo di votare ancora con il sistema odioso che abbiamo oggi.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 13/11/2013 alle 16:50
Tutti i sistemi elettori hanno pregi e difetti: il maggioritario favorirebbe la stabilità, il proporzionale la rappresentatività. Quello di D'Alimonte non risolve il problema che tutti li accomuna: la necessità, nel Paese dei 50 partiti, di fare coalizioni, stabili possibilmente. Con chi si coalizzerà il buon Renzi? O spera da solo di avere il 40%? Certo, il Porcellum è pessimo, ma il problema, ripeto, sono gli uomini non i sistemi elettorali. E se questa è una delle sue proposte più incisive!
Scritto da domenico nitopi il 13/11/2013 alle 16:51
@Cogliati. Il porcellum è dannoso non tanto perché con un voto in più si ottiene l'atout parlamentare alla Camera (disdicevole, si, ma anche il ballottaggio alla fine ottiene l'identico risultato), quanto perché il calcolo delle maggioranze è diverso tra le due camere.
Scritto da Sic Est il 13/11/2013 alle 17:32
La “legge Acerbo” spianò la via all’affermazione del Fascismo e mise in minoranza le forze democratiche prima che fossero sciolte. Il “porcellum” invece fu approvato su misura per consentire la vittoria del centro-destra ed emarginare il centro-sinistra. Fu un “golpe” in piena regola che però non incontrò la ferma opposizione della vittima designata. Non è pensabile che il risultato devastante per la democrazia italiana non fosse stato previsto dai D.S. e dai Popolari; in realtà la legge – definita dal suo autore Roberto Calderoli come “una porcata” – conteneva motivi di attrazione, per motivi inconfessabili ma reali, anche per l’opposizione. Le liste bloccate e le preferenze prestabilite facevano comodo alle oligarchie; l’esperienza del proporzionalismo era per entrambi i partiti un retaggio storico ma non aveva più senso in una situazione in cui erano cadute le ideologie, le idealità e l’idea del progetto. Fu un’operazione scorretta e faziosa, di dubbia legittimità costituzionale, con meccanismi e artifici che hanno ribaltato gli equilibri delle forze in campo e devastato il sistema democratico delineato dalla precedente legge, il ”mattarellum”. Veniva abolito il sistema uninominale che permetteva l’emergere di candidature autorevoli, radicate sul territorio, e che favoriva il centro-sinistra, mentre nel proporzionale era più forte la spinta a favore del “berlusconismo”. Reintroducendo il proporzionalismo derivava l’esaltazione dell’identità dei singoli partiti (che però non rappresentano più una porzione di popolo raccolta intorno ad un ideale di cambiamento in antagonismo ai “notabili”) ma sono aggregazioni individualistiche intorno alla leadership e, spesso, rappresentano un’idea proprietaria. Si è introdotta così nel nostro sistema una dinamica opposta alle grandi coalizioni e al bipolarismo che faceva deflagrare l’Ulivo e la lotta politica si radicalizzava e si incentrava sul notabillato di partito e sulle correnti. Correnti che, a differenza di quelle democristiane, non hanno un orizzonte culturale ma soltanto una logica personalistica. Nel “porcellum”non é prevista alcuna soglia di sbarramento per conquistare il ricco premio di maggioranza, basta un voto in più per portare via l’intero bottino. Ma il meccanismo ebbe un effetto “boomerang” nelle ultime elezioni allorché Berlusconi perse con solo lo 0,3 di scarto. La faciloneria, il desiderio di trarre vantaggi di parte, l’indifferenza verso le conseguenze degli atti legislativi non sono nuovi nel centro-sinistra: la modifica frettolosa del Titolo V della Costituzione, anche se approvata da un referendum popolare, ha smantellato i controlli sugli atti e sulle spese delle Regioni aprendo il “vaso di Pandora” della micro-corruzione delle assemblee e della burocrazia. Da questo errore fatale è cominciato il processo di “autodafé”, di autodistruzione, del Partito Democratico, con una frammentazione interna che non ha precedenti neppure nella storia democristiana. Diffido perciò delle iniziative estemporanee, delle soluzioni personalistiche, delle improvvisazioni e dei pareri non sempre calibrati sulla realtà degli esperti. In questo come in altri casi occorre che il Partito avvii una elaborazione culturale che, avendo presenti i molteplici aspetti della questione e i diversi risvolti pratici, non si affidi alla lotteria dei pareri ma si basi su “modelli” scientifici basati sui dati. Ovviamente, a questo punto, l’urgenza è indiscutibile.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 13/11/2013 alle 18:03
Non credo che i partiti si metteranno presto d'accordo sulla riforma elettorale. Se,com'è probabile,la Corte Costituzionale dichiarerà l'incostituzionalità -anche parziale-del "porcellum", si renderà indispensabile e improcrastinabile una riforma. Solo allora la proposta D'Alimonte, fatta propria da Matteo Renzi, se eletto Segretario del P.D. potrà esser presa in seria considerazione,come proposta unitaria del P.D. Prima non mi faccio illusioni.....E poi dicono che Renzi non propone mai nulla!
Scritto da giovanni dotti il 13/11/2013 alle 18:50
Prima dell'8 Dicembre Renzi farà sapere la proposta di nuova legge elettorale.
Scritto da Angelo Chiappa il 13/11/2013 alle 19:16
Sapete perchè Alfano non può essere l'erede del Banana e Fitto invece si? Ve lo dice un Pugliese che se ne intende. Alfano non è un pregiudicato (almeno fino ad oggi) Fitto invece si, è stato condannato in 1° grado a 4 anni di galera per corruzione. Da quelle parti, il curriculum vitae conta, e come se conta!
Scritto da robinews il 13/11/2013 alle 20:09
Ma fare il deputato e meno impegnativo di fare il sindaco? Io credo che siano entrambi impegni importanti se fatti come si deve. Cuperlo insiste a dire a Renzi o fai il sindaco o fai il segretario. Mi verrebbe da dire o fai il deputato a fai il segretario. Naturalmente sono entrambe polemiche sbagliate. Quella di Cuperlo serve solo per polemizzare in una corsa che rischia di concludersi per lui al 3° posto!
Scritto da robinews il 13/11/2013 alle 20:17
@Sic Est. Non difendo la legge. Mi rifiuto di far risalire ad essa l'origine di tutti i danni e di tutti i mali di cui soffre l'attuale situazione politica. Mi pare inoltre,chiedo venia per eventuali ricordi imprecisi, che inizialmente fosse stato previsto lo stesso premio anche per il Senato. Questa impostazione fu corretta per il sopraggiungere di dubbi di costituzionalità. Ribadisco che difficilmnte si potrà prefigurare un vincitore certo fino a quando si manterrà il bicameralismo perfetto.
Scritto da Giovanni Cogliati il 13/11/2013 alle 21:41
@Giuseppe Adamoli , fin che non si toglie di mezzo il BICAMERALISMO PARITARIO nessuna legge può garantire maggioranze omogenee tra Camera e Senato. Senza modifiche costituzionali, tra Camera e Senato ci sono differenze che possono portare a maggioranze diverse. -1) Alla Camera si vota a 18 anni al Senato occorre aver superato i 25 anni. Questo, anche se Camera e Senato avessero la stessa ripartizione dei seggi e premio di maggioranza assegnato con medesimo meccanismo, può produrre due maggioranze differenti. -2) La ripartizione dei seggi su base regionale per il Senato e nazionale per la Camera, potrebbe produrre maggioranze differenti, per il fatto che il peso dei territori non è omogeneo. Io sono per il doppio turno, ma ieri, abbiamo visto che al Senato questa opzione non è maggioritaria. Occorre valutare un'altra opzione o/e tentare di raccogliere un consenso più ampio, se si vuole veramente cambiare il PORCELLUM.
Scritto da Michele Nigro il 13/11/2013 alle 22:19
Caro Adamoli, facciamo un gioco, tu che conosci molto bene i parlamentari della provincia di Varese e parecchi della Lombardia quanti di loro credi che siano d'accordo con la proposta del tuo post?
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 13/11/2013 alle 22:46
L'idea di sentire gli elettori delle primarie sul tipo di sistema elettorale da adottare non è affatto male ma non se ne farà niente.
Scritto da Laghetto rosso il 14/11/2013 alle 08:53
Mi si permetta una volta tanto un po' di scetticismo e di scontata stanchezza: si parla, si parla e ancora si parla; ma francamente c'è qualcuno che pensa esista nelle forze politiche la volontà di abolire il "Porcellum" e di varare una nuova legge elettorale? Lasciamo perdere P.D.L. ed il Movimento 5 Stelle, la cui caratterizzazione in senso populista e sostanzialmente di destra è sempre più netta. Lo stesso P.D. non ha introdotto al proprio interno la votazione su liste bloccate in occasione del percorso che porterà alla scelta del segretario nazionale? Per dire che forse anche tra noi esistono amanti del famigerato Porcellum. Non so che faranno i partiti ed il governo (un governo -anche di questo non meravigliamoci- sempre più dell'immobilità, anzichè della stabilità) dopo la sentenza attesa in materia di legge elettorale. Resta il fatto che, al di là delle riflessioni attente di Adamoli e di Camillo Massimo Fiori, "dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur". In altri termini: ora è spuntata la proposta D'Alimonte. Ma con che faccia "lor signori" reputano di essere presi sul serio da noi cittadini, noi poveri peones, scottati dalle tante bocciature di proposte anche serie, a causa dei veti incrociati dei partiti; noi poveretti che non siamo certo in grado di entrare nei risvolti (ammesso ne valga la pena) di sofisticati ragionamenti in materia elettorale, ma che siamo stanchi di portare consenso -a Varese, ma soprattutto a Milano ed a Roma, a chi non lo merita.
Scritto da mariuccio bianchi il 14/11/2013 alle 09:05
@Camillo Massimo Fiori (18.03) - Sull’elaborazione culturale (e non sull’improvvisazione) delle varie proposte politiche ti do sempre ragione. Sulla legge elettorale, come sappiamo benissimo, è tempo di passare ai fatti risolutivi, anzi è già tardi. Dal momento che non ci sono più i congressi tradizionali ma è in vigore l’elezione diretta del segretario, pensavo fosse necessario presentare, almeno sul problema centrale del sistema di governo e del sistema elettorale, una “tesi” da far approvare dai cittadini ai gazebo. Lo dicevo quando parlavo del sistema francese (il mio preferito ma con una difficilissima e improbabile modifica costituzionale) e lo confermo oggi a proposito della soluzione suggerita da D’Alimonte. Renzi ha detto ieri che prima dell’8 dicembre presenterà la sua proposta articolata. Mi auguro che lo faccia subito. Bisogna discuterla in modo che ci sia piena consapevolezza di ciò che si approva votandolo come leader. Sono questi, per il momento, i mezzi di cui disponiamo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/11/2013 alle 09:43
@Rottamatrice ante litteram (22.46), @Mariuccio Bianchi (09.05) - Non so cosa pensino i parlamentari che conosco su questo tema (probabilmente per mancanza mia). Ma per una grande riforma come questa ciò che conta veramente sono soltanto le piattaforme politiche dei candidati alla leadership. Per questo auspico, come ho già detto nella risposta a @Camillo Massimo Fiori, che il futuro segretario assuma nella sua piattaforma una posizione precisa da far valere in seguito. Altrimenti si potrebbe ritornare facilmente alle divisioni interne e lo scetticismo di @Mariuccio Bianchi sarebbe ancora più giustificato. Le amanti più o meno segrete del Porcellum esistono sicuramente anche nel Pd. Un anno fa c’erano le condizioni per cambiarlo ma si era rinunciato all’impresa nella convinzione che ci avrebbe dato un’enorme numero di parlamentari anche al Senato e non solo alla Camera.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/11/2013 alle 09:50
In questo Paese, dove il potere è concentrato nelle mani di non più di cinque persone che dettano le leggi, nominano gli eletti, non hanno alcuna voglia di pensionarsi (se non con la livella di Totò), fanno e disfano tutto, risulta difficile creare una nuova LEGGE ELETTORALE. @Mariuccio Bianchi ha ragione. Occorre, pertanto, sperare e aspettare che la Corte Costituzionale provveda a cassare o perlomeno a rendere inagibile il porcellum del suinologo Calderoli. In tal modo questo Parlamento, obtorto collo, dovrà inventarsi una legge elettorale meno scema. La deriva sempre più a destra dei partiti conservatori e antieuropei (PDL e grilloidi) è un chiaro segno della stanchezza dell’elettorato che il PD, con Cuperlo (la nuova maschera di D’Alema), sta rendendo sempre più evidente. Con l’ottica della sterilizzazione di ogni cambiamento i vecchi furbetti del quartierino (colpevoli di tutti gli sfasci di questo Paese) ritornano sotto “poco” mentite spoglie e ci fanno perdere consenso.
Scritto da Sic Est il 14/11/2013 alle 10:01
D'Alema, oggi su L'Unità riversa su Renzi una valanga di provocazioni e minacce, sente certamente la famosa "aria che tira". Parla del PD come di una proprietà esclusiva che non intende cedere a nessuno ne tanto meno a Renzi. Parla esplicitamente di "assalto esterno" e mortificazione degli iscritti. De Benedetti era un buon democratico quando sosteneva lui o Bersani. Ne vedremo delle belle, pardon, delle "bruttissime"! PREPARSI A QUALSIASI COSA. Capici a me!
Scritto da robinews il 14/11/2013 alle 10:16
Tutti, nessuno ecluso, sono complici del porcellum. Condivisibili le sempre interessanti analisi di@C.M.Fiori e le amare considerazioni di@Mariuccio Bianchi; personalmente penso che per uscir fuori da questa "crisi di sistema" sia necessario un impulso forte e coeso che solo puo' venire da una Sinistra rinnovata in sintonia con le aspettative della maggior parte del paese. Altrimenti aspettiamoci il peggio: una deriva autoritaria e populista che gli Italiani sono gia' quasi pronti a "subire"
Scritto da giovanni dotti il 14/11/2013 alle 11:07
@Rottamatrice ante litteram. Cosa pensano i parlamentari del Pd di Varese? Ma che rottamatrice sei. Qui l'unico che cerca di dire qualcosa che però raramente condivido è @Adamoli. Se non vince la sinistra senza se e senza ma, crolla l'Italia.
Scritto da Dino il 14/11/2013 alle 11:09
Il guaio serio (senza entrare nel merito del progetto di Renzi, che ha una sua fondatezza ma che non ha la mia totale approvazione) è che non c'è nessuna maggioranza che si associ al Pd per fare la riforma elettorale. Così tutti aspettano la restaurazione de iure del Mattarellum, che ha tanti difetti. Anche sulla trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie, meglio se senza potere di esprimere la fiducia al governo, ho dubbi che vi possa essere una maggioranza.
Scritto da Valerio Crugnola il 14/11/2013 alle 11:52
La proposta è, comunque, monca, dacchè impone anche una scelta sulla forma di governo (che, di logica, non potrebbe che essere presidenziale) da adottare. Troppe questioni, in un momento di crisi. Direi semplicemente, torniamo al sistema previgente: chi vincerà si assumerà, di poi, l'onere delle riforme istituzionali. Ricordo peraltro che il sistema proporzionale, pur non garantendo stabilità, per almeno 40 anni ha retto e consentito al Paese di svilupparsi. E' solo questione di uomini, dunque.
Scritto da domenico nitopi il 14/11/2013 alle 11:52
@Valerio Crugnola (11.52), @Domenico Nitopi (11.52) - Il Mattarellum dal mio punto di vista sarebbe la classica ed ennesima soluzione di emergenza che non escluderei affatto ma di cui dobbiamo essere consapevoli dei limiti e dei rischi. Aveva portato al risultato di 62 parlamentari a zero in Siclia a favore del Pdl e ad una sotto rappresentanza del Pd in Lombardia con nessun deputato o senatore a Varese. E’ vero che l’Italia tripolare (si è aggiunto Grillo) cambia il possibile esito elettorale ma questa stessa Italia tripolare con il Mattarellum, con ogni probabilità, non avrà assicurata la governabilità. La quale dipende dal personale politico e dai partiti, caro @Nitopi, ma anche dal sistema elettorale come in tutto il mondo. Mi rassegnerei al ritorno del Mattarellum, come avevo detto qualche mese fa, solo per non votare con il sistema attuale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/11/2013 alle 13:21
Anch'io @D.Nitopi, in linea di principio sarei favorevole al proporzionale, perchè più rappresentativo delle varie componenti del paese. Tuttavia la situazione politica generale è cambiata ed il proporzionale creerebbe solo instabilità (non esiste più un partito egemone,come la DC, che riusciva a coagulare insieme altre forze minori). Pertanto la proposta Renzi-D'Alimonte (premio di maggioranza al partito o coalizione che supera la soglia del 40%) mi sembra valida e democraticamente accettabile
Scritto da giovanni dotti il 14/11/2013 alle 13:32
Civati, consapevole delle difficoltà a fare una "buona legge elettorale" con questo PD-PDL ha sempre sostenuto che la soluzione transitoria era il ritorno al Mattarellum. Ieri. Renzi e Cuperlo (finalmente) hanno detto che può essere una soluzione! Meglio tardi che mai. Subito dopo che Renzi e Cuperlo hanno detto che il Mattarellum poteva andare bene sia Franceschini che D'Alema hanno subito prese le distanze, Mio Dio come sono conciati male!
Scritto da robinews il 14/11/2013 alle 13:58
Ma il doppio turno di coalizione, ovvero il premio di maggioranza al primo turno se si supera il 40 per cento lo si applica al porcellum (liste di 'nominati') oppure ad un sistema maggioritario (mattarellum o che altro?)? E nel primo caso come funziona al senato che si elegge su base regionale? Grazie per una spiegazione.
Scritto da roberto caielli il 14/11/2013 alle 14:58
io penso che se si ha difficoltà a trovare una soluzione alla legge elettorale qualche motivo ci deve pur essere. A mio modesto avviso può essere la non omogeneità culturale all'interno degli attuali principali partiti per cui un sistema elettorale proporzionale al momento potrebbe disaggregare alcune forze o gruppi politici con l'obiettivo di una aggregazione più omogenea sui valori culturali
Scritto da Osservatore il 14/11/2013 alle 15:01
Conciati come siete con D'Alema che vi prende ancora per il bavero non vincereste con qualsiasi modello elettorale se Berlusconi non venisse fatto fuori dalla magistratura rossa. Spero nella Corte europea di Strasburgo.
Scritto da Gino D. il 14/11/2013 alle 15:18
Intanto che noi - come dimostra il dibattito fervido ma inane - ci trastulliamo con gli infantilismi onanistici della nostra impotenza, la Germania marcia a pieno regime, tanto da essere rimproverata dalla pavida Europa di eccessivo dinamismo. Heil! Noi, i morituri, abbiamo soltanto la fievole speranza di essere messi sotto tutela e condotti amorevolmente - e con qualche sberla - sulla via della virtù.
Scritto da ulderico monti il 14/11/2013 alle 15:42
@Osservatore (15:01). Credo che la motivazione maggiore sia la volontà dei partiti di mantenere il controllo dei nominati. Per il porcellum le motivazioni sono quelle che più volte ha confessato il suinologo Calderoli: la legge serviva per non fare vincere il CSX e per creare il massimo della confusione e dell'instabilità. La difficoltà del suo cambiamento è quella riportata da @Adamoli, nessuno la vuole ma tutti pensano che li possa far vincere. Bersani docet.
Scritto da Sic Est il 14/11/2013 alle 16:10
Adamoli, Dotti. Beh, su una cosa siamo tutti d'accordo. No al Porcellum, piuttosto il Mattarellum. E cominciamo a risolvere un problema. Per un nuovo assetto istituzionale, se necessario, si vedrà. Risolviamo prima, se possibile, le più urgenti questioni economiche e fiscali. Tagliamo i costi della politica, gli sprechi delle amministrazioni locali; eliminiamo i privilegi, riorganizziamo il fisco, combattiamo l'evasione, riduciamo la pressione fiscale, creiamo posti di lavoro.
Scritto da domenico nitopi il 14/11/2013 alle 16:28
@Gino D. 15,01, Aspetta e spera che già l'ora si avvicna, heia heia alala! Intanto i Simpson ci hanno già giudicati, la corruzione politica in Italia (grazie al Banana) è parte integrante del dileggio "mondiale".
Scritto da robinews il 14/11/2013 alle 16:59
@Roberto Caielli (14.58) - Intanto bisognerà applicare anche al Senato il premio di maggioranza nazionale anziché quello Regione per Regione. Ieri @Giovanni Cogliati ha ricordato che si era applicato il premio regionale per qualche timore di incostituzionalità ma poi – aggiungo io - si erano adottate altre norme ancora più soggette ai dubbi che la Corte risolverà all’inizio di dicembre. Per quanto riguarda gli altri interrogativi devo dirti che la proposta di D’Alimonte non è ancora un articolato preciso. Per la conoscenza di legge elettorale che mi ero fatta da presidente della Commissione Statuto con l’aiuto di noti giuristi, posso dirti che le opzioni sono due: 1) introdurre il voto di preferenza. 2) usare circoscrizioni più piccole di quelle del Mattarellum in modo da rendere più decisive le qualità dei candidati che i partiti presentano. Aspetto di vedere la proposta che Renzi ha promesso prima dell’8 dicembre augurandomi che arrivi rapidamente. Spero di esserti stato utile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/11/2013 alle 17:05
Nei prossimi 2 giorni, a Lipsia, il congresso SPD decide sulla grande coalizione in Germania dopo 2 mesi di contrattazione. Esattamente come in Italia dove in una sola notte, nelle segrete stanze del Quirinale, 3 persone (Napisan-Bersa e Berlu) hanno deciso di fare le larghe intese disastrose. E poi c'è qualcuno che ha ancora il coraggio di dire che non è stato un complotto politico-istituzionale. La socialdemocrazia tedesca, così lontana dalla pseudo sinistra italiana, ci da una lezione.
Scritto da robinews il 14/11/2013 alle 17:08
Signori, attenti! Dalla decadenza "immediata" prevista dalla legge Severino, si sta viaggiando verso una "decadenza non si sa quando"! Dopo la lezione democratica dei socialdemocratici tedeschi, D'Alema dovrebbe vergognarsi a parlare a nome e per conto della sinistra Italiana. Altro che tesseramento truccato. Agli iscritti PD ed elettori di CSX questi oligarchi e mega cialtroni hanno solo saputo sbattere in faccia tonnellate di STERCO! Vergogna, MILLE VOLTE VERGOGNA! Siate maledetti per sempre!
Scritto da robinews il 14/11/2013 alle 17:27
@Adamoli, queste discussioni interessanti si dovrebbero far nei circoli e non solo sul tuo blog.
Scritto da Iscritto Varese il 14/11/2013 alle 17:46
La critica del “doppio turno di voti” era stata motivata da Mino Martinazzoli con il timore che gli italiani, tra un turno e l’altro, cambiassero casacca per salire sul carro del presunto vincitore. Questo dubbio è superato dal fatto che il bipolarismo come tendenza è stato superato e con tre soggetti politici di equivalente consistenza è difficile avere una maggioranza che assicuri la governabilità. La riforma è possibile e auspicabile ma c’è l’incognita delle riforme istituzionali che potrebbero cambiare il nostro sistema da parlamentare a presidenziale, con la conseguente necessità di introdurre (pesi e contrappesi” a difesa del sistema democratico. Il premio di maggioranza è ormai percepito come una necessità, ma deve essere attribuito al partito o alla coalizione che ha una base di consensi solida, superiore almeno al 40%,per impedire che il governo vada nelle mani di un piccolo gruppo che rappresenta una minoranza di cittadini. Il ritorno alle preferenze “libere” deve tener conto di due fattori: la presenza di gruppi organizzati (anche criminali) che possono organizzare il voto e il “costo” della politica:non bastano più i “santini” di una volta, i candidati devono avere una disponibilità di risorse personali non trascurabili). Meglio il sistema uninominale con personaggi conosciuti e stimati che possono attrarre consensi ma anche mobilitare risorse e capacità per il servizio pubblico. Tuttavia l’Italia non deve dimenticare l’esperienza liberale dei “notabili” che per lungo tempo hanno impedito l’ingresso nelle sedi istituzionali dai rappresentanti dei movimenti popolari. L’errore sarebbe quello di applicare le “primarie” a tutti i tipi di elezione; vanno bene per le cariche monocratiche ma per le altre (comprese quelle di partito) minano alla base la necessaria unità e creano una classe frammentata di “mininotabili”. La crisi del Partito Democratico e la sua divisione in correnti personalistiche derivano proprio da qui. Il metodo proporzionale non ha più senso in una sistema dove i partiti e i movimenti non hanno più ideologie e riferimenti ideali; l’unico elemento unificante è il programma. La promessa di Renzi di presentare una proposta di legge elettorale può essere un contributo positivo (l’ altro concorrente non prende posizione neanche su questo argomento) ma sarebbe ingiusto e pericoloso che un tema così importante fosse lasciato all’iniziativa personale del sindaco di Firenze che, tra l’altro, non ha una esperienza parlamentare. Non bisogna avere la pretesa di fare una legge “definitiva”; in un sistema ancora in divenire basta Una normativa che elimini le distorsioni antidemocratiche del “porcellum”.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 14/11/2013 alle 18:08
Lotti (Renziano) dice che Renzi è avanti del 4% su Cuperlo tra gli iscritti nel voto per la convenzione; Mecacci (Cuperliano), dice che Cuperlo è avanti del 2% tra gli iscritti su Renzi nel voto per la convenzione. Entrambi dicono che Civati è tra il 14-15%. Date retta a me, Renzi vincerà e Civati arriverà grande secondo. Nell'esclusivo interesse degli elettori del CSX un'ottima affermazione di Civati è una buona polizza assicurativa per il futuro di "tutti".
Scritto da robinews il 14/11/2013 alle 20:38
Ho letto la risposta alla mia domanda sul doppio turno di coalizione, ovvero se riavremo il porcellum con doppio turno oppure oppure un sistema maggioritario (mattarellum)? E soprattutto su come fare a dare il premio al Senato che si elegge su base regionale e che non può avere un premio nazionale. La risposta che si possono reintrodurre le preferenze non mi entusiasma, anzi, mentre il premio di coalizione nazionale al Senato è impossibile: ricordo che Ciampi rigettò la prima versione del porcellum nel 2005 proprio per quello. Non è un cavillo, la Costituzione è chiara e di lì si deve passare. Non credi? Perciò ho idea che Renzi si faccia bello con una proposta in realtà poco o per nulla realistica.
Scritto da Roberto Caielli il 15/11/2013 alle 09:16
@Roberto Caielli (09.16) - La proposta del premio nazionale e non regionale per il Senato è di D'Alimonte. Renzi vorrebbe trasformare subito il Senato in Camera delle Autonomie come dicono tutti, appunto dicono. Ma i tempi si allungherebbero tantissimo. Molti costituzionalisti affermano che Il Presidente Ciampi aveva ecceduto nell'imporre per il Senato il premio regione per regione e che la Corte avrebbe deciso a favore del premio di maggioranza nazionale ma staremo a vedere. Si tratterebbe di un doppio turno maggioritario con l'indicazione del candidato premier con l'effetto di produrre la stabilità che le regole possono assicurare. Il resto compete agli uomini. Le preferenze hanno un'alternativa valida nei collegi più piccoli di quelli del Mattarellum dove il peso dei candidati sarebbe ben maggiore sopratutto oggi con tre poli in competizione. Aspetto con grande interesse la proposta di Renzi che dovrebbe arrivare a giorni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/11/2013 alle 09:44
Caro Giuseppe, la lunga, infinita discussione sulle riforme si intreccia sempre più con un diffuso desiderio di novità in quella che viene chiamata con un'espressione ambigua "società civile". Le proposte sin qui ascoltate, il voto in Commissione che ha bocciato il doppio turno alla francese come richiesto almeno da una parte del Partito Democratico, mostrano quanto grande sia ancora la confusione e, soprattutto, il desiderio delle forze politiche di introdurre cambiamenti che non producano scossoni nell'assetto politico del Paese. La ritengo la più pericolosa delle opzioni perché prima o poi l'elettorato finirà col premiare quelle forze che non hanno alcun senso istituzionale ma mirano solo a sfasciare. Non le chiamo forze populiste perché con quel termine si è finito per accomunare tutto e il contrario di tutto. Il populismo poi è un fenomeno troppo complesso per essere liquidato con una battuta e basterebbe solo accennare al fatto che esiste un "populismo" presente nella filosofia politica iberica dell'età dell'oro - quella di Francisco de Vitoria e Francisco Suarez solo per ricordare i due princiapli esponenti - e che si rifà addirittura a Tommaso d'Aquino ma proviene da una più antica riflessione cattolica sul bene comune. Perché allora non affrontare con una spinta decisa - starei quasi per dire rivoluzionaria senza badare troppo al "politamente corretto" che altro non è se non un'ipocrisia che nasconde e soffoca il coraggio delle scelte - il discorso della nuova legge elettorale? Un deputato per Provincia o circoscrizione provinciale, un senatore per Regione, con un'ulteriore opzione per le città metropolitane e per le minoranze linguistiche. Avremmo un centinaio di deputati, non 630, una trentina o poco più di senatori, non 315, eletti con un maggioritario secco. In un colpo solo si otterrebbe una drastica riduzione del numero dei parlamentari, un controllo più diretto dell'elettorato sugli eletti, una responsabilità di mandato legata al territorio d'elezione. Un segnale concreto di inversione di tendenza. Personalmente sono favorevole ad un sistema che preveda che il parlamentare sia eletto col 50% più uno dei voti e, in caso il quorum non fosse raggiunto al primo turno, occorrerebbe un ballottagio: come vedi sposo la tesi del doppio turno che, in Francia, ha prodotto meno guai che non da noi i vari sistemi adottati e sono totalmente contrario ad un ritorno al proporzionale.
Scritto da Marcello Signorelli il 15/11/2013 alle 14:00
Sono d’accordo: è assolutamente importante fare passi avanti per una democrazia sostanziale e davvero compiuta. Come abbiamo fatto per lo Statuto della Lombardia. Ciao Giuseppe.
Scritto da Rossana Caggiano il 15/11/2013 alle 14:04
@Adamoli, il guaio è che si forzasse la mano nella direzione del premio nazionale per il senato (a parte il rischio bocciatura) si andrebbe in direzione opposta all'idea che esso sia una vera Camera delle Regioni: personalmente non vedo alternative oltre le due già in campo. 1. riforma costituzionale del bicameralismo; 2. ritorno al Mattarellum o simili
Scritto da Roberto Caielli il 15/11/2013 alle 15:30
@Roberto Caielli (15.30) - E' chiaro che la strada maestra è l'eliminazione del bicameralismo perfetto. Il premio nazionale per il Senato sarebbe una linea di ripiego. Accetterei il ritorno al Mattarellum, come avevo già scritto qualche mese fa a proposito della proposta di Roberto Giachetti, per non votare ancora col sistema attuale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/11/2013 alle 15:52
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