Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 28/11/2013 alle 08:50

 
Ieri è finita una fase del berlusconismo, oggi ne comincia un'altra. Siamo già nel mezzo della campagna elettorale. Non quella europea dei prossimi mesi ma quella politica che non si sa nemmeno quando ci sarà. Berlusconi la vuole dura, oltranzista, senza quartiere.
Sandro Bondi ha dichiarato: “quanto più sarà lunga tanto più potrà essere distruttiva perché prevarranno gli istinti bestiali”. Lui si che se ne intende.
Ciò che conta davvero non è l’uscita dell’ex premier dal Senato (che amarezza il voto palese!) ma il fatto che per alcuni anni non potrà più candidarsi ed altre condanne sono probabilmente in arrivo.  E’ la vera carta in mano ad Angelino Alfano senza della quale probabilmente non si sarebbe mosso.
Per l’Italia resta la maledizione della transizione infinita.
Affinché si arrivi sull’altra sponda sarà necessaria una revisione costituzionale che appare sempre più difficile. Da una parte Forza Italia e dall’altra Cinque Stelle si rifiuteranno di collaborare preferendo il pantano che potrebbe giocare a loro favore con il Porcellum in vigore.
Ad una sola riforma strutturale forse non potrebbero opporsi: la trasformazione del Senato elettivo in Senato delle Autonomie senza peso sulla fiducia ai governi. Un colpo che eliminerebbe la difformità delle maggioranze politiche tra le due Camere (responsabile delle larghe intese), ridurrebbe i parlamentari, semplificherebbe i lavori del Parlamento, ci renderebbe più europei.
I senatori (anche del Pd) approveranno quello che alcuni di loro hanno sempre chiamato “suicidio”? Questo è il terreno su cui si misurerà la credibilità della leadership di Renzi.

Commenti dei lettori: 39 commenti -
Dopo una maratona negoziale di 17 ore, è stato chiuso nella notte tra martedì 26 e mercoledì 27 l’accordo per la formazione del governo di Grande Coalizione in Germania. I cristianodemocratici (Cdu) della cancelliera Angela Merkel e i socialdemocratici (Spd) hanno raggiunto l’intesa due mesi dopo le elezioni e un mese dopo l’avvio dei negoziati fra i due partiti. A renderlo noto per primi, sui loro profili Twitter, il parlamentare conservatore Michael Grosse-Broemer e la premier del land della Saar, Annegret Nramp-Karrenbauer. GOVERNO ENTRO NATALE - Se confermato, l’accordo è destinato a dare alla Germania un governo entro Natale. L’intesa, però, deve essere approvata in un referendum dai 474 mila iscritti alla Spd, con i risultati definitivi che verranno diffusi il prossimo 14 dicembre. La Merkel potrebbe essere confermata come cancelliere tre giorni dopo. SALARIO MINIMO - Verrà presentata formalmente mercoledì la bozza di accordo, di 173 pagine, approvata dai 70 membri della commissione dei negoziati condotti dalla Cdu di Angela Merkel, insieme alla sua alleata Csu, e dalla Spd. Tra i punti principali, l’accordo stabilisce che il salario minimo sarà fissato ad 8,50 euro all’ora a partire dal 2015, con la possibilità per le industria ed i sindacati di negoziare eccezioni fino al 2017. La questione dell’aumento del minimo salariale veniva considerato l’argomento principale dalla base socialdemocratica. DOPPIA NAZIONALITÀ - L’accordo abolisce poi la legge che impone ai figli nati in Germania da genitori stranieri di scegliere tra le due nazionalità prima del loro 23esimo compleanno. Inoltre prevede un aumento delle pensioni di invalidità. Sarà poi possibile a partire da gennaio andare in pensione a 63 anni, con almeno 45 anni di contributi, come richiesto dalla Spd, e le pensioni saranno aumentate per le madri con figli nati prima del 1992, come richiesto dalla Cdu-Csu. E’ stato poi deciso di non aumentare le tasse fino al 2017 ed il pareggio del bilancio nel 2015. ENERGIE RINNOVABILI - Un compromesso è stato anche raggiunto sulle energie rinnovabili, che entro il 2030 dovranno costituire tra il 55 e il 60% dell’intera rete. La Merkel spingeva per l’obiettivo del 50-55% con la Spd che insisteva per il 75%. Per quanto riguarda la formazione dell’esecutivo, è stato deciso di aspettare la conclusione del voto della base della Spd, ma e’ stato già stabilito che alla Cdu andrebbero cinque dicasteri, oltre all’incarico del capo della cancelleria, diverso da quello di cancelliere. La Spd avrebbe sei ministeri e la Csu tre SCHULZ - Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo e capo negoziatore per l’Spd, ha definito un «eccellente risultato» per il suo partito l’accordo
Scritto da ulderico monti il 28/11/2013 alle 08:59
Siamo in 14 amiche e amici riuniti da un anno nel Gruppo del Libro. Programma: 1) esplorazione laica dell'Antico Testamento; 2) assaggi di musica lirica (domani dall'Anello di Wagner); 3) rinfresco con escursioni gastronomiche. In maggioranza siamo iscritti a partiti della sinistra, alcuni con incarichi, altri attivi nel volontariato. Tassativo: non si parla di politica. Berlusconi e Renzi, ad esempio, sono banditi. Alla diffusione dell'iniziativa fa ostacolo l'esaurimento di posti a sedere in casa mia.
Scritto da ulderico monti il 28/11/2013 alle 09:12
Ieri è decaduto Berlusconi. Per liberarsi del berlusconismo temo che la strada sarà ancora lunga...
Scritto da Rocco Cordì il 28/11/2013 alle 09:25
nessuno vuole che B. esca dalla politica...come dichiarato da esponente PD...ma anche volendo bisogna fare i conti con quella parte sovrana che lo vota...avendo le loro buone ragioni..come per altri partiti..comunque visto l'assenteismo..non sarebbe una novità la sua non presenza ..anche se lavora nell'ombra..mentre la differenza è che contrariamente a Grillo o Renzi ..nello scontare la sanzione accessoria non potrà fare niente ...ufficialmente,,ovvero comizi o acclamate scorribande nelle piazze
Scritto da zva il 28/11/2013 alle 09:33
Lunga e difficile, ma aspetta a noi eliminare questo modo di ragionare ( forza ragazzi c'è la possiamo fare)
Scritto da Donatella Scaburri il 28/11/2013 alle 10:00
@Giuseppe Adamoli. Convengo con la riforma che riporti sul blog. Ma si tratta, mi sembra, sempre di una riforma costituzionale soggetta a referendum, considerato che non esiste più una maggioranza per evitarlo. Aggiungo che la defenestrazione di Berlusconi dal Senato non deve fare abbassare la guardia al PD: (1) L’uomo, anche se nella fase acuta del rimbambimento, è ancora presente con tutta la sua retorica e la sua forza di attrazione. E, non da ultimo, della proprietà della maggior parte dei mezzi di comunicazione. (2) La destra sfascista (Berlusconi e Grillo) potrebbero trovare un accordo sottobanco per unirsi e dare il colpo finale a questo Paese. (3) Letta si dia da fare per la nuova Legge Elettorale. Credo che convenga anche agli alleati del NCDX.
Scritto da Sic Est il 28/11/2013 alle 10:14
Letta è LA NOSTRA ULTIMA OCCASIONE PER DIMOSTRARE DI SAPER GOVERNARE............
Scritto da Fabio Volpi il 28/11/2013 alle 10:21
@Ulderico Monti (08.59) - Alzi la mano chi, in alcuni momenti di scoramento, non vorrebbe vivere per qualche tempo in Germania (ma solo nei brevi momenti di forte scoramento).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/11/2013 alle 10:34
@Sic Est (10.14) - Abbassare la guardia mai. Saremmo subito al tappeto. Ma questo significa alzare la posta in palio per il governo. Sulla riforma elettorale convengo pur trattandosi di un classico compito delle forze politiche e del Parlamento. Su una minima revisione costituzionale come quella a cui ho fatto cenno bisognerebbe procedere anche sfidando il referendum popolare. La mia sensazione è che non si esce dal buco nero con il piccolo cabotaggio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/11/2013 alle 10:37
@Sic Est. Più che il rischio referendum per l'abolizione del Senato c'è il rischio della rivolta dei senatori che sarebbero come i tacchini che avvicinano il Natale. Giuseppe sa bene che per evitare questo nodo scorsoio Martinazzoli diversi anni fa aveva proposta l'elezione di un'Assemblea Costituente. Oggi il Pd non ha altra strada se non imporre ai suoi di non opporsi alla riforma. Qualcuno di loro potrebbe trovare posta alla Camera, gli altri lasciare il Parlamento.
Scritto da Francesco (Milano) il 28/11/2013 alle 11:18
@Giuseppe Adamoli il 28/11/2013 alle 10:34. Eh si, la Germania... Vorrei vivere in un'Italia un po' più tedesca. Cioè normale.
Scritto da ulderico monti il 28/11/2013 alle 11:53
Caro Adamoli, perché consideri con amarezza il voto palese?. Personalmente ritengo che le votazioni, nell’ambito istituzionale, dovrebbero essere sempre palesi. L’esperienza del passato dimostra che il voto segreto riduce il controllo delle segreterie dei partiti nei confronti dei propri deputati sia alla Camera che al Senato. Contestualmente, però, rafforza le dissidenze all’ interne dei partiti indebolendone le linee programmatiche. Cito solo due esempi: i franchi tiratori e la carica dei 101. Probabilmente mi sbaglio, probabilmente mi sfuggono importanti dettagli. Mi interesserebbe conoscere la tua opinione in merito. Grazie
Scritto da Ernesto Alberichi il 28/11/2013 alle 11:58
RENZI VINCE SICURAMENTE LE PRIMARIE ...IL PROBLEMA è VINCERE LE ELEZIONI ...CON UN pd DIVISO ALL'INTERO E DISTANTE DAL GOVERNO, NON SI VA DA NESSUNA.......
Scritto da Fabio Volpi il 28/11/2013 alle 12:00
Atteggiamento diverso dei singoli soggetti. Berlusconi non si è dimesso ed il PD ha votato giustamente a favore della decadenza. Sulla Cancellieri l'anima giustizialista del PD ha chiesto le dimissioni ma è prevalsa quella garantista. Penati è stato sospeso. Dalbono, da gran signore si è dimesso all'arrivo dell'avviso di garanzia. Bassolino non si è dimsso ed è rimasto lì fino all'ultimo, così come De Luca se ne è guardato bene dal dimettersi. Nel P.D c'è una questione etica.
Scritto da Bianchi il 28/11/2013 alle 12:10
giuseppe, ieri è stata un a giornata buia,non tanto per la decdenza di B che era scritta nei fatti, ma per le dichiarazioni di tanti esponenti politici,sia di dx che di sin. Mi riferisco a Bondi e soci, ma anche ai 5S, e se mi permetti anche a Renzi , mi spieghi cosa vuol dire che adesso l'agenda di governo la detta il PD? Non dimentica che è sempre un governo di coalizione? O vuole umiliare Alfano e co? Secondo me vuole mettere in difficoltà Letta, che invece si è dimostrato misurato, statista
Scritto da mario diurni il 28/11/2013 alle 13:37
E' stata anche una giornata buia per il voto palese! Non era affatto necessario,e per farlo sono stati violentati i regolamenti parlamentari ! e lasciamelo dire ,che tristezza e grigiore il Presidente Grasso! INel ns paese,storicamente non si riesce ad avere una transizione democratica, ma è sempre violenta,e con tante zone oscure! E' stata data l'impressione che la decadenza fosse stata decisa in altre sedi, e così facendo è stato dato un alibi a B. per continuare ad agitare la piazza. Speriamo
Scritto da mario diurni il 28/11/2013 alle 14:10
Caro Giuseppe condivido con te il giudizio negativo sul voto palese di ieri al Senato. Quando si vota sulle persone si vota sempre a scrutinio segreto e cambiare il regolamento e la prassi per Berlusconi è stato un inutile regalo al suo alibi di essere un perseguitato e, diciamolo, un inutile regalo anche ai giacobini della sinistra che condizionano il PD e i suoi parlamentari, oltre che un buon numero di classe dirigente, veri alleati ( occulti ) di Berlusconi Scritto questo sono d’accordo nel ritenere che la nostra “transizione infinita” non sia ancora terminata e che, probabilmente, di Berlusconi dovremo ancora sopportare per molto la presenza politica per non parlare poi del berlusconismo, ma quest’ultimo è un problema che riguarda non solo il centrodestra, nella sua parte anarco-conservatrice, ma anche il centrosinistra. Hai ragione nel pensare che solo le riforme possono giustificare questo governo e le larghe intese. Ben altro spessore, permettimi la divagazione, mostrata nella conferenza stampa di ieri dai leader di CDU/CSU e SPD in Germania e ben altra consapevolezza di fronte a problemi di stabilità e di crescita economica. Ma hai ragione nel ritenere che le riforme sono il solo elemento su cui confrontarci per giudicare la leadership politica nel nostro Paese. Dissento però nel ritenere solo Renzi responsabile di questo. Personalmente credo che sia Letta sia Renzi ( probabile se non certo vincitore domenica 8 dicembre ) sono da ritenersi in gioco su questo tema. Non solo. Io non credo all’uomo solo al comando e non credo alle virtù salvifiche del leader carismatico per cui ritengo che ci sia anche una leadership che deve essere mostrata, esercitata e applicata dal partito in quanto organismo collettivo preposto a raccogliere il consenso intorno a delle proposte politiche. Non c’è leader politico dell’era post-moderna, nell’occidente, se non c’è partito in grado di sostenerlo. Non c’è partito se non c’è leader in grado di interpretare e trasformare in parole comprensibili e consenso i progetti politici elaborati. Su questo si gioca la sfida di Renzi, ma anche di tutto il PD sconfitti compresi. Renzi ha una responsabilità in più. Dovrà scegliere se essere il nostro Blair, il nostro Mitterand o semplicemente il Craxi del PD che con una sorta di Midas collettivo fatto attraverso le primarie eserciterà una sua forza muscolare per raggiungere una modernizzazione del sistema politico, ma pur sempre una modernizzazione senza valori, come era quella perseguita dal leader socialista.
Scritto da roberto molinari il 28/11/2013 alle 14:38
perché e contrario al voto palese se uno a la coscienza a posto che paura deve avere anche con Andreotti ci fu voto palese mi sembra
Scritto da Luigi Scandroglio il 28/11/2013 alle 16:15
@Ernesto Alberichi (11.58) - Al Senato si era sempre votato segretamente sulle persone (il caso di Andreotti era diverso, lo dico a @Luigi Scandroglio) e semmai la decisione di usare il voto palese doveva essere assunta dal plenum del Senato non dalla commissione delle Immunità. Non è lana caprina, è rispetto delle norme che nelle Istituzioni si possono cambiare ma non stravolgere all’ultimo momento. Dal punto di vista politico il voto palese è un regalo alle maggioranze politiche che annullano i voti di coscienza dei loro stessi rappresentanti. Non è un bella regola.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/11/2013 alle 16:41
@Mario Diurni (13.37) - Sul voto palese avevo espresso la mia contrarietà più volte nelle passate settimane. Sul punto centrale del tuo commento la mia opinione è che con la coalizione molto più ristretta e il peso maggiore sulle spalle del Pd è naturale che il Pd voglia contare di più sulla linea governativa. Il che non significa affatto mettere in discussione la dignità della partecipazione di Alfano e di ex Scelta Civica. Oggi siamo in piena campagna per le primarie del Pd. A partire dal 9 dicembre Renzi (se avrà vinto) e Letta dovranno ricalibrare la strategia tenendo conto del peso degli altri partner di governo che, spero, duri fini al 2015.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/11/2013 alle 16:44
@Roberto Molinari (14.38) - Condivido quasi tutto. Parlo della leadership di Renzi come alcuni mesi fa parlavo di quella di Bersani. Il nostro non sarà mai il partito dell’uomo solo al comando. Trovo questa polemica piuttosto insipida. Sono totalmente d’accordo sia sull’alta qualità del metodo e degli alti dirigenti tedeschi sia sul ruolo importante che dovrà essere riservato a Letta. Sul modello di leader, tu conosci da moltissimo tempo il mio grande apprezzamento per Tony Blair. Il quale aveva accanto a sé un gruppo dirigente di grande capacità. Questo sarà il vero problema di Renzi se toccherà a lui.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/11/2013 alle 16:51
Non solo di Renzi, ma di tutti e tre i candidati. Non c'è una sola ragione al mondo per non concentrarsi su questa decisiva riforma istituzionale, che spianerebbe la strada a tutte le altre, senza altri ricatti e giochini.
Scritto da roberto caielli il 28/11/2013 alle 16:53
D'accordo con quanto posti alle (16:51). Il problema di Renzi, in caso di elezione, sarà ricostruire un gruppo dirigente disancorato dal passato. L'attuale nomenclatura è, per la maggior parte, da mandare in centri di rieducazione. Ieri guardavo Zanda (veramente un miserello) e mi chiedevo con quale criterio è stato nominato prima senatore e poi capogruppo.
Scritto da Sic Est il 28/11/2013 alle 17:52
Giorni fa mi sono attirato un pizzico di ironia e un amabile rimbrotto da V.R. per una mia presunta ingenuità circa la vera identità di Robinews. Rispetto il diritto alla riservatezza di ognuno e presto attenzione ai soli contenuti. A differenza tuttavia di V.R., che saluto e che, considerato come si approccia nei miei confronti e di cosa scrive, deve essere invece persona a me nota, escludo che in lui (Robinews) si celi l’individuo inquietante, ma anche brillante, antico frequentatore di questo blog. E non lo credono neppure, o ben lo sanno, Giuseppe, Sic Est, eg, Francesco G e altri (vedi precedente post) che gli rivolgono sinceri auguri di pronta ripresa. Mi unisco anch’io. Hasta la vista, Robinews! Per schivare possibili ulteriori rampogne di totale fuori tema a proposito dell’odierno argomento, confermo la mia totale adesione alla proposta di riforma del bicameralismo nel senso indicato e con i positivi effetti indotti. Ne ho accennato in passati commenti, unitamente alla necessità di altre impellenti modifiche costituzionali, in particolare al titolo quinto.
Scritto da Giovanni Cogliati il 28/11/2013 alle 18:14
Dopo l'eliminazione di B. da senatore,penso che ritornerà ancora con più veleno addosso,anche perché ha molti simpatizzanti che non lo lascieranno solo ed è questo che mi preoccupa;invece per rimettere la coscienza ai nostri parlamentari e decidere giustamente,passeranno ancora anni,è più facile passare dal male al bene,che dal bene al male,scusate l'intrusione da profano.
Scritto da Loic Genini il 28/11/2013 alle 19:29
Quando vengono messi a repentaglio i diritti, le libertà e il possesso di beni /proprietà in una Repubblica fondata sul lavoro altrui non c'è altro da fare che prendere posizione sulla linea del fronte con Berlusconi
Scritto da Leopoldo Parada il 28/11/2013 alle 20:20
Mi distraggo e apprendo, senza sorpresa o emozione, che Cuperlo ha identificato Renzi in una continuità personalistica (o carismatica) con Berlusconi. Ritorno alle mie letture.
Scritto da ulderico monti il 28/11/2013 alle 20:36
beh certo, è difficile tagliare il ramo su cui si è seduti...comunque da qualche parte bisogna iniziare e augurarsi che si arrivi al "monocameralismo perfetto" alla svelta (ovviamente con tutti i contrappesi che questo richiede e con la necessità che l'equilibrio dei poteri tra esecutivo e legislativo non risulti stravolto). Ma nella prospettiva del Pd questa opzione è davvero minimale: il Pd ha il ben più serio problema di dover rinunciare ad una concezione statalista (che fa aumentare l'ivi, che non taglia la spesa, che mantiene enti inutili, che urla non appena si tocca l'organizzazione di un servizio e non tanto il servizio erogato in sé). Ebbene diciamola tutta: se il Pd fosse uscito dalle sue ambiguità (cosa molto visibile soprattuto nella composizione della base tesserata) forse oggi saremmo un passino avanti.
Scritto da Loris Costa il 28/11/2013 alle 23:31
Comunicato stampa GIUSTIZIA: BUEMI (PSI), BERLUSCONI NON E' PIU' UN ALIBI. ORA RIFORME VERE PER LA GIUSTIZIA. "Dopo la conclusione della vicenda Berlusconi, che non può essere usata più come alibi - dichiara il senatore Enrico Buemi, Capogruppo Psi in Commissione Giustizia - si pone senza ulteriori giustificazioni l'urgenza della questione giustizia, le sue inefficienze, i ritardi e le imprevedibilità nel nostro Paese, un macigno che tutto schiaccia." "Si affrontino a questo punto questioni non rinviabili - continua il senatore socialista - come il potenziamento degli organici degli apparati amministrativo - giudiziario, la responsabilità civile dei magistrati, la separazione delle loro carriere, la rivisitazione dell'obbligatorietà dell'azione penale, la semplificazione delle procedure, la depenalizzazione dei reati minori e il problema delle liti temerarie. Amnistia e indulto per ripartire, affinché lo Stato per primo rispetti le leggi e la Costituzione." "Un importante lavoro da fare subito, che non costa - conclude Buemi - ma è indispensabile per rimettere in moto il Paese e renderlo attrattivo. Oggi non lo è e non lo potrà diventare se non rimuoverà questo peso spaventoso, insopportabile per i cittadini e le imprese, vittime e rei, che è l'inefficienza complessiva del sistema giudiziario. Un investimento senza costi, che può produrre solo benefici."
Scritto da ulderico monti il 29/11/2013 alle 08:04
Ultimamente ho scritto poco ma ho continuato a leggere. Ho questa curiosità: tu conosci quasi tutti quelli che commentano?
Scritto da Lettrice affezionata il 29/11/2013 alle 09:17
l'idea socialista..non può morire..bene la nota di U. M: siamo illusoriamente stupiditi dal politichese abbinato al berlusconismo...invece la ragione trionferà..sull'apparenza, tornando alla logica...grazie e buona giornata
Scritto da zva il 29/11/2013 alle 09:56
Hasta Siempre Nosotros Companero Y Amigo. ritorno nel blog grazie ad un momento di tregua per la vista. Io torno nel blog ma "lui" il fu Senatore e Cav. non tornerà più! Ormai non se lo fila più nessuno! Avete visto che fine hanno fatto i referendum sulla giustizia? Non hanno raggiunto neanche il quorum delle 500 mila firme! Della riforma della giustizia Made in Berlu non frega niente a nessuno, PUNTO. Buemi (PSI) ci parla di alibi finito? Forse si, ma il Paese ha urgenze più importanti!
Scritto da robinews il 29/11/2013 alle 10:07
Nella fase finale delle primarie Cuperlo e compagnia stanno tentando di imporre la seguente lettura manichea: Da una parte c'è la sinistra (lui) dall'altra c'è la destra (Renzi) e Serra che vogliono demolire le pensioni ecc. In primis vorrei ricordare che c'è un terzo incomodo, forse la vera sinistra del futuro Civati. Personalmente in questa trappola sono cascato più volte (Bersani) e di coloro che parlano di pensioni, esodati e lavoratori non mi fido più. Aprite gli occhi gente, apriteli!!!
Scritto da robinews il 29/11/2013 alle 10:18
@Loris Costa (23.31) - Si un certo statalismo nel Pd persiste, eccome. Per la verità è presente anche in una parte dell'altro fronte che si professa liberale. E' un vizio antico della politica italiana. Sulla base dei tesserati hai ragione ma tieni conto che col tempo hanno formato una comunità. Non si può mettere nessuno nella condizione di uscirne. E’ da compiere invece l’operazione inversa: rinnovare fortemente la base sociale promuovendo nuovi arrivi. Ma lo si può fare solamente con una politica convincente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/11/2013 alle 10:24
I Referendum di Pannella siano stati rifiutati da tanti per l'intervento di Berlusconi che ha allontanato quelli del CSX e non ha avvicinato quelli CDX. D'accordo con @Ulderico Monti: una riforma del sistema giudiziario, non della giustizia, è necessaria, come una nuova legge elettorale. Il nostro Paese perde punti anche per l'assenza di un sistema giudiziario meno complicato nel quale la forma vince sempre sulla sostanza. Non è colpa solo dei giudici: abbiamo anche troppi avvocati.
Scritto da Sic Est il 29/11/2013 alle 10:25
@Lettrice affezionata (09.17) - No, sono molti i commentatori che non conosco personalmente ma la cui identità è certa. Vengono da tutta la Lombardia (e alcuni anche oltre). Per questo non parlo spesso dei problemi locali anche se la maggioranza dei lettori è della nostra provincia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/11/2013 alle 10:28
Tutto deve cambiare, per restare com'è? Non necessariamente, mi auguro. Stamattina, ad "AGORA'", il buon Gaetano Quagliariello ha compiuto una riflessione simile ad una mia, effettuata iieri sera: devo preoccuparmi? No, Quagliariello è un uomo di centrodestra degno di stima, uno dei pochi. Semplicemente, ha parlato con cognizione di causa e in modo oggettivo, fotografando la generale impreparazione di molti Politici "professionisti" presenti in Parlamento. Per questo, mi associo ai suoi auspici per cambiare la legge elettorale, affinché i cittadini possano SCEGLIERE e non più RATIFICARE i nomi dei loro rappresentanti, potendo finalmente esercitare il principio di delega. La via può essere soltanto una, vista la grande frammentazione partitica in atto: proporzionale con soglia di sbarramento al 4% e possibilità di esprimere una preferenza, senza premi di maggioranza. Abolizione di Camera e Senato, con creazione di un'unica Assemblea Legislativa, formata da 300 parlamentari.
Scritto da Riccardo Genovesi il 29/11/2013 alle 10:55
Il governo dovrà tornare alle camere con un programma possibilmente più conciso e precisato unitamente al tempo della sua eventuale durata. Mi chiedo e chiedo, la riforma della giustizia o del sistema giudiziario (come dice @Sic Est) dovrà venire prima della legge elettorale? Prima delle urgenze economiche e sociali a partire dalle pensioni ed esodati? Prima del chiarimento e cambiamento delle regole e patti europei? Prima della riduzione drastica del numero dei parlamentari e costi politica?
Scritto da robinews il 29/11/2013 alle 11:07
Anche Renzi la vuole la campagna elettorale e anche lui l'ha già cominciata anzi si era già portato avanti e l'8 dicembre sembra nessuno lo voglia capire eleggiamo il segretario ma per molti stiamo per nominare il prossimo candidato alle politiche se l'era populista come dice qualcuno è finita con Berlusconi desidererei che non ne cominciasse una fotocopia di quella ma solo con un marchio differente
Scritto da Salvatore Vita il 29/11/2013 alle 11:36
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