Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/1/2014 alle 08:55


Il piano lavoro (jobs act) sarà il piatto forte di “impegno 2014” per il governo Letta. La proposta del Pd si conosce per sommi capi (vedi qui), ne discuterà presto la Direzione e poi seguirà il confronto con la maggioranza e con le forze sociali.
E’ possibile fin d’ora iniziare la discussione sulla sua natura culturale e sulle prospettive.
Una cosa è chiara. Non è affatto un azzeramento della legge Fornero. Non si parla più di art. 18. C’è la parte delle regole ma ci sono ragguardevoli novità di sostanza.
Nelle intenzioni  vengono premiate le imprese che investono, semplificata la burocrazia, ridotte di molto le forme contrattuali, riformate le agenzie per la formazione professionale, introdotte delle norme  sulle rappresentanze sindacali aziendali (vi sono già dei patti interconfederali che indicano una buona strada) e prevista la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori nei Cda delle grandi aziende (da studiare con grande attenzione). Tutto questo e molto altro.
Il progetto è stato ricevuto abbastanza bene da Cisl, Uil, Fiom e freddamente da Confindustria e Cgil. Già questo è un segno di novità. Se la dialettica fra Cgil e Fiom di Landini non è dovuta soltanto ai tatticismi interni all’organizzazione cigiellina forse si riuscirà ad uscire dall’impostazione conservatrice del mondo sindacale.
A parte la stroncatura pregiudiziale di Brunetta (pensierini della sera”), le critiche vertono soprattutto sui soldi che mancano per l’implementazione del piano. E’ chiaro che questo sarà il nodo da sciogliere. Far pagare l’energia il 10% in meno alle piccole imprese e rendere sistematico l’assegno “universale” per chi ha perso il posto di lavoro ha un costo che deve essere ben calcolato e poi coperto.
Quando Susanna Camusso afferma che i fondi necessari si possono trovare soltanto imponendo  la patrimoniale incontra la mia comprensione ma far diventare la patrimoniale un punto programmatico di questo governo vuol dire scappare dalla battaglia, rimandare tutto ad un futuro indefinito e lasciare le cose come stanno.
Serve quel realismo che non è affatto l’opposto dello slancio ideale ma l’unico modo di affrontare questo passaggio vitale per l’Italia. Si attuasse l’idea di tassare di più le rendite e di meno il lavoro sarebbe una passo avanti di enorme portata.
Pretendere tutto e subito sarebbe sbagliato, non cominciare subito sarebbe imperdonabile.
 

Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 74 commenti -
La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli d'amministrazione va bene per enti come la Sea - aeroporti di Milano - ed altri enti para pubblici ma per le grandi aziende private ho tanti dubbi.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 13/1/2014 alle 10:25
@Adamoli, nel tuo editoriale hai dimenticato di ricordare il ministro Giovannini che si è messo di traverso sulle proposte di Renzi è ancora di più l'interlocutore "politico" nella maggioranza Alfano che le ha definite "vecchie idee del 900". La vedo dura "fare" con questi personaggi e "questo" governo anche "rimpastato" e senza elezioni subito. Sul resto condivido specialmente la dove scrivi che sarebbe un grande passo avanti se si "passasse dal tassare meno il lavoro e di più le rendite".
Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 10:37
Che il governo Letta sia un disastro per il paese è cosa già evidente ma osservare l'incompetenza e mancanza di visione di questa compagine nei dettagli e forse ancora più demoralizzante. Renzi stà facendo uno sforzo nuovo per elaborare una strategia sul lavoro e sulla crescita che abbia un credibile fondamento strategico e di prospettiva. Ispirandosi almeno in parte alla visione di Enrico Moretti "The New Geography of Jobs" ha messo in atto un tentativo (Job Act) di far partire una economia basata su innovazione e creatività come motore centrale. A fronte di questo tentativo sensato ma sicuramente difficile che ti fà il governo Letta ? Esclude l'Italia dalla partecipazione al programma europeo Eurostars perno focale per le PMI che fanno ricerca e innovazione. Eurostars un ecosistema di creatività e innovazione prende atto che l'Italia non gioca più e si relega nel comparto di chi fa' sviluppo puntando sull'abbattimento del costo del lavoro nelle sempre più scarse attività di manufacturing a basso valore aggiunto in compagnia di Malta, Romania, Grecia, Estonia e Portogallo. Questo governo va mandato a casa subito e se il presidente Napolitano non è d'accordo è bene che se ne vada pure lui.
Scritto da Flavio Argentesi il 13/1/2014 alle 10:40
@Flavio Argentesi (10,40), 10 E LODE, BENE, BRAVO, BIS. Non disperare, vedrai molto presto che le nespole matureranno molto più in fretta di quanto tanti nel blog e altrove (colle in particolare) pensano che matureranno solo tra 2 anni (2015). Non si possono violare le leggi della natura, le nespole maturano in tarda primavera di ogni anno e non "ogni 3 anni". Un saluto carissimo.
Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 11:02
Comunque è un buonissimo punto di partenza. Non è una cosa da poco date le polemiche che sta provocando. Avanti a tutta birra.
Scritto da Andrea il 13/1/2014 alle 11:06
sembra che ogni volta si cerchi di riparare a dei danni fatti in precedenza..se va bene arrivando a condizioni che già erano precarie prima di ulteriori tassazioni..ma soprattutto nel frattempo essendo aumentate le sfiducie nelle istituzioni..scoraggiando l'inventiva e le buone intenzioni che animano i lavoratori..in senso lato..dall'artigiano all'agricoltore come dal pubblico al privato...con la differenza che le attività produttive avrebbero sempre determinati grattacapi già in condizioni norm
Scritto da zva il 13/1/2014 alle 11:12
@Robinews (10.37) - Il ministro Giovannini dovrebbe avanzare le sue idee invece di limitarsi a criticare, ma non è che adesso con Renzi è sceso il Dio in terra e nessun ministro può più aprire bocca se non per assentire. Quanto ad Alfano ha tutto il diritto di presentare le sue proposte e di confrontarle con quelle del Pd. Poi si farà, se possibile, la sintesi più alta. Altrimenti se ne trarranno le conseguenze.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/1/2014 alle 12:07
@Flavio Argentesi (10.40) - Il nuovo contratto di governo 2014 dovrà contenere il jobs act, per ora ai primi passi e quindi da completare e perfezionare con la collaborazione dei partiti al governo e delle parti sociali. Letta ne è certamente più di tutti consapevole. Finora il Presidente della Repubblica ha supplito le carenze di una politica debolissima. Se non ce ne sarà più bisogno sarà il primo - per la stima che ne ho - a prendere atto delle decisioni del Parlamento quali che saranno. Questa è la mia opinione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/1/2014 alle 12:10
@Adamoli, (12,07), ma scusa caro Giuseppe, il ministro Giovannini (chi?) chi rappresenta se non se stesso e la sua nullità e quali voti ha tra gli Italiani per avere voce in capitolo? Io penso che ne abbia meno di te e di me. Idem per Alfanno e molti altri . O no?
Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 12:33
Bah staremo a vedere...di buoni poropositi ne ho sentiti fin troppi, per ora ci teniamo l'assurdità della legge fornero, che votò pure il PD...il resto sono chiacchere tra amici, excel lo so usare anche io, ma non mi è mai servito per rivoluzionare il mondo.
Scritto da Massimo Gugliotta il 13/1/2014 alle 13:18
Con tutta la gente che dall'esterno ma anche dall'interno gli rema contro il governo Letta, benché spronato da Renzi, non penso che potrà attuare le tanto attese riforme. Mi pare di capire che anche l'ottimismo di Adamoli stia scemando, e che l'eventualità di elezioni anticipate si stia avvicinando.Troppe le forze della conservazione e i grovigli di interessi che si oppongono ad ogni cambiamento.Renzi nonostante la sua buona voglia non può far miracoli, comunque vada avanti che noi lo sosterremo.
Scritto da giovanni dotti il 13/1/2014 alle 13:54
Caro Giuseppe, mi permetto di sposare ampiamente la tesi che “pretendere tutto e subito” non solo è fuorviante, ma anche irrealistico. Premesso questo provo ad abbozzare qualche ragionamento con un inciso. Ho trovato abbastanza ingenerose le critiche al Ministro Giovannini ( che tra l’altro è sicuramente più preparato di molti dei tanti che nel PD vogliono discettare sui problemi del lavoro ) su alcuni dei messaggi inviati al tuo blog. Cosa vuol dire il sostenere che Giovannini non è legittimato ad esprimersi in merito ad una proposta politica perché è un ministro tecnico e non è stato eletto. Ma dai, non scendiamo nel banale, un Ministro è un Ministro qualunque sia la sua legittimazione politica, se proprio vogliamo distinguerci da Brunetta almeno scegliamo argomenti diversi e meno faziosi. Chiuso l’inciso, voglio premettere che, allo stato attuale, io credo che noi ci si trovi d’innanzi veramente ad una bozza di argomenti che devono essere ancora resi complessi da parte di Renzi e della segreteria. Il documento presentato, io penso, ha il pregio di definire un campo di proposte, proposte su cui è necessario discutere e ottenere un ampio consenso. E qui, evidentemente, sta la parte più politica del pacchetto. Poi, non nascondiamocelo, occorrerà veramente raccogliere il progetto e verificarne l’attuabilità economica e finanziaria. Quindi, pensare di esprimere un giudizio esaustivo oggi, mi sembra eccessivo e un tantino prevenuto. Tant’è che le critiche maggiori sono venute da chi teme veramente, sul piano politico, che questo intervento possa produrre effetti concreti. Credo che il passaggio in direzione nazionale sia importante. Lo è perché quello è un luogo deputato ad affrontare i nodi politici degli indirizzi da dare alle scelte su temi importanti. Certo il problema è come si affronterà il discorso. Se si pensa di impostare la discussione in termini ideologici bè, allora, la riflessione è già finita. Così come sarebbe impossibile dialogare nel momento in cui si dicesse “prendere o lasciare”. Se, viceversa, si comincerà a ragionare sul possibile, sul fattibile, sapendo che non è una legge che crea lavoro, allora io penso che su questo sarà più facile poi trovare il consenso anche per le coperture economiche da utilizzare per supportare tutte le ipotesi. Quello che, sinteticamente, ho trovato interessante è che non ci si trova ( e spero che non ci si trovi più avanti ) a dover discutere ancora di art. 18 con tutti gli “arnesi” che questo tema comporta e questo, almeno nel desueto e arretrato panorama delle relazioni sindacali italiane, è un buon punto di partenza per evitare di trovarci ancora a discettare se prima vengono i diritti o il posto di lavoro ( che manca ). Detto questo, io penso, sia necessario sospendere ogni giudizio. Penso che il 16 p.v. in direzione potremo vedere un quadro più chiaro degli orizzonti verso cui si vuole andare e probabilmente usciremo anche da una semplice elencazione di argomenti che, in questa fase, è possibile, ma che nel proseguo debbono essere sostenuti da conti economici e ipotesi di fattibilità oltre che di una maggior concretezza. Caro Giuseppe, ti segnalo la lettura del pezzo di Luca Ricolfi di oggi sul quotidiano “La Stampa”. Mi sembra degno di riflessione.
Scritto da roberto molinari il 13/1/2014 alle 14:34
Il Job act è tanta roba. E mi pare che il quadro nel suo insieme stia in piedi, si dice che alcune cose sono buone altre meno, io dico però che il disegno è organico perciò non si può pensare di approvarne solo pezzettini perché non funzionerebbe. Il finanziamento è la vera parte scottante, mi pare che si faccia ancora alla melina. Spostare la tassazione su rendite e patrimoni (la mano morta) è giusto ma non assicura il risultato, le risorse potranno arrivare principalmente dalla revisione degli ammortizzatori sociali, che è tutta contenuta nel job act. Se si prevede l’istituzione di un contributo universale per chi perde il lavoro è evidente che sottesa c’è la revisione della cassa integrazione e la cancellazione della cassa integrazione in deroga (cioè finanziata dalla fiscalità generale). Sono d’accordo la cassa integrazione raramente ha risolto crisi aziendali ed è stato il modo per sostenere e sussidiare lavoratori che, causa marcato del lavoro medioevale, sarebbe stati espulsi senza speranza. Ora bisogna crescere e affrontare il problema.
Scritto da Lele il 13/1/2014 alle 14:52
(1) Facciamo lavorare Letta. Speriamo che Renzi si renda conto (anche migliorando il suo sistema comunicativo che, ripeto ancora, mi sembra troppo atomizzato e in mano a qualche sprovveduto) che chi governa ha bisogno di serenità. E che la serenità nasce dalla stabilità. E che dalla stabilità nasce pure la ripresa economica. (2) Di rivoluzionari d'accatto (quelli che per fare una sommossa aspettano una giornata non piovosa e pretendono l’assicurazione di una pensione per tutti in caso di insuccesso) questo Paese ne è veramente pieno. (3) Il documento Renzi è da provare. Mi trova d’accordo specie nella seconda premessa “Una di merito. Non sono i provvedimenti di legge che creano lavoro, ma gli imprenditori. La voglia di buttarsi, di investire, di innovare. L’Italia può farcela, ma deve uscire da questa situazione di bella addormentata nel bosco. Deve rompere l’incantesimo. Per farlo c’è bisogno di una visione per i prossimi anni e di piccoli interventi per i prossimi mesi.” (4) È sacrosanto, una legge non crea lavoro se non alla stamperia che la pubblicherà. L’enfatizzazione della necessità di un “New Deal”, non mi sembra retorica. Spesso è con la “visione” di un futuro migliore che si interrompe una congiuntura sfavorevole. Le tendenze, trend, in economia sono soggette a effetti psicologici che possono deprimere i consumi (quando si vede nero), ma anche incoraggiarli quando si ha motivo di sperare. Oggi si può sperare perché solo da noi l’economia tende alla stagnazione. (5) Sul ricorso al sistema fiscale per creare risorse, sono d’accordo. Ma prima deve essere portato a termine il piano di rivisitazione della spesa pubblica, anche con il taglio di tante sinecure annidate in enti, organismi, amministrazioni, eccetera.
Scritto da Sic Est il 13/1/2014 alle 15:12
@Giovanni Dotti. Se ci facciano prendere dal pessimismo adesso, sul più bello, stiamo freschi. Cambiare è dura e ci vuol tempo, mai disperare. Un leader finalmente ce l'abbiamo.
Scritto da Max il 13/1/2014 alle 15:20
@Massimo Gugliotta (13.18) - Richiamarsi all'Exel nel linguaggio di Renzi vuol dire: obiettivi precisi, tempi, modi, chi è responsabile di cosa. Ammetterai che come metafora non c'è male. Riuscirci è un altro discorso. Penso che il Pd debba chiarire, cambiare e completare senza arrendersi davanti alle tante difficoltà.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/1/2014 alle 15:29
boh...ridurre le forme contrattuali di per sè non significa nulla, tanto è vero che è l'impresa stessa che sceglie quale applicare quindi gestire quella forma contrattuale è affar suo (come parte datoriale); le norme sulla rappresentanza sindacale al limite recepiscono gli accordi interconferderali quindi anche qui non c'è molto. Qui non si tratta di voler essere negativi ma questa è una materia vasta, che di per sè, qui dice bene Renzi, non fa il lavoro. Poi capiamoci. Premiare le imprese che investono ha molte implicazioni, io sono rimasto al piano Giavazzi (a cui Letta non ha ancora risposto guarda a caso) che prevede 30 mld di tagli di agevolazioni varie alle imprese in cambio di un fisco più semplice (sul piatto mi pare che avere chiarezza sugli incentivi sia prioritario rispetto a qualsiasi norma sul lavoro). La mia idea (mia!) è che di questa roba (non in senso spregiativo) si riparlerà dopo le elezioni politiche (io credo servano 700 giorni almeno). L'unico vantaggio è che si riparla di lavoro (e Dio solo sa di quanto lavoro avremmo bisogno). Ma attenzione: lo Job Act può essere una componente. Al momento credo serva un paese legale (ribadisco: dove sono il falso in bilancio e il conflitto di interessi? che tra l'altro, sul piano normativo sono più semplici da riformare, con meno discussioni accademiche e il risultato di riportare la certezza del diritto al centro della scena. Sempre che non si pensi che un paese legale non attragga investimenti).
Scritto da Loris Costa il 13/1/2014 alle 15:41
Ah, una precisazione. Non voglio essere rimproverato di benaltrismo. Un serio nuovo patto di governo puo' contenere la legalità tanto quanto il lavoro e viceversa. Quindi evitiamo fraintendimenti: se c'è ambizione di governo si proceda, altrimenti meglio passare la mano e votare.
Scritto da Loris Costa il 13/1/2014 alle 15:45
@Costa, cmq non è vero Loris, ridurre i contratti atipici sarebbe un ottima cosa, è inamissibile che nel 2014 ci sia ancora il lavoro a chiamata. La riduzione delle atipicità delle forme contrattuali è fondamentale.é errata la tua affermazione.
Scritto da Massimo Gugliotta il 13/1/2014 alle 16:07
@Loris Costa (15:45). Excusatio non petita ... Scherzo! I problemi non risolti e le questione mai chiuse di 20 anni di malgoverno (eufemismo per non nominare la parola catastrofe) berlusconiano, con qualche parentesi di csx nullafacente, non possono essere messi tutti sul conto di Letta. Si prenda atto che pretendere tutto in 8 mesi da questo governo, nella tipica nostrana instabilità permanente, è molto difficile, servirebbe solo a far niente, secondo i principi della tecnica del "benaltrismo".
Scritto da Sic Est il 13/1/2014 alle 16:19
@Gugliotta. Puo' essere ma il punto era l'impresa che sceglie la forma contrattuale non è di per sè frenata nell'investimento
Scritto da Loris Costa il 13/1/2014 alle 16:24
@Sic Est. Il benaltrismo è una malattia congenita della politica italiana. Si parla d'altro perché non si vuole o non si riesce a dire ciò niente di interessante sul problema che si sta esaminando. Mi piace il modo preciso, a punti, con cui spieghi le tue idee. Leggo sempre anche quando non scrivo per mancanza di tempo.
Scritto da Giò B. il 13/1/2014 alle 16:52
@Roberto Molinari (14,34) 1^ precisazione, nessuno ha scritto che Giovannini non è legittimato perchè non eletto, Il ministro molto più semplicemente "dove e da chi prende i voti? Ha già, i tecnici, non hanno bisogno di voti ne di elezioni, gli utlimi di Monti hanno fatto quel che hanno fatto e alle elezioni di febbraio abbiamo visto i "loro" risultati. 2^ precisazione, ma chi ha detto mai che bisogna avere "tutto e subito"? Ha già dimenticavo, è la solita polemica infondata (segue)
Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 16:56
@Costa, bhè ma non c'è mica solo l'investimento, il piano lavoro deve servire per far collimare i diritti e le esigenze dei lavoratori con quelli dell'impresa..
Scritto da Massimo Gugliotta il 13/1/2014 alle 17:03
Robinews,(segue) contro i massimalisti e estremisti. Ma scusa chi ha mai chiesto tutto e subito? Nel blog nessuno ne tantomeno Renzi. E allora contro chi si polemizza con questo argomento?. 3^ sull'Art.18 rivolgersi all'alleato prezioso Sacconi che ne pretende la totale abrogazione, auguri. 4^ Quanto alla stabilità mi raccomando, tenete duro fino alla fine del 2015, solo in questo modo Renzi e L'italia avranno un futuro radioso. Riauguri. Ingenui ok, farsi infinocchiare da Alfanno è il colmo!
Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 17:09
FUORI TEMA, Domani si vota per la depenalizzazione del reato di clandestinità al senato. Grillo e Casaleggio hanno indetto una votazione (sic) sul portale che controllano solo "loro". Il PD sta già polemizzando contro questo metodo. Anche qualche senatore 5 stelle sta giustamente polemizzando. Sul come e che cosa voteranno quelli del nuovo centro desta (ncd) naturalmente ZITTI E MOSCA, sono o non sono preziosi alleati? Ma faffa day a "tutti" no eh? Tutto e subito ? no meglio SEMPRE MAI NIENTE!!
Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 17:28
Absit iniuria verbis, ma mi pare che molti nel blog si stanno facilmente entusiasmando per dei meri, discutibili propositi, peraltro semplicemente abbozzati. Mi ricorda, per certi versi, il "contratto con gli italiani" di berlusconiana memoria! Mi pare, in definitiva, che non abbiano manco l'idea di quello che propongono e si limitino veramente ad enunciare "pensierini". Ma un serio, adeguato aumento degli stipendi da fame di operai e dipendenti, no? E' troppo di sinistra? O è troppo semplice?
Scritto da domenico nitopi il 13/1/2014 alle 18:14
EVVIVA, EVVIVA, EVVIVA, La rete ha salvato il culo di Grillo-Casaleggio, la maggioranza degli iscritti ha VOTATO A MAGGIORANZA L'ABROGAZIONE DEL REATO DI CLANDESTINITA'. Domani al senato, i senatori M5S voteranno a favore dell'abrogazione. Questo voto ha salvato il culo anche di una maggioranza "incapace" di fare leggi di civiltà. Non so se il giochino sia strumentale alle logiche di Grillo-Casaleggio, non me ne frega nulla, l'importante è il risultato e grazie al M5S il reato vaffa......
Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 18:21
I problemi sono più complessi di quanto questi quattro dilettanti possano immaginare. Vuoi attrarre capitali ed investimenti dall'estero? Beh, prima dovresti riformare pure qualcosina nel "sistema giustizia". Chi è quel matto che viene ad investire in Italia, sapendo che i tempi e le possibilità di recupero di un credito sono, praticamente, nulle? In Italia, dove manco le amministrazioni pubbliche onorano, in tempi normali (non dico europei), i loro debiti? E questi dovrebbero cambiare l'Italia?
Scritto da domenico nitopi il 13/1/2014 alle 18:25
Il voto sul reato di clandestinità del M5S al senato di domani, IN APERTO DISSENSO DAL DUO GRILLO-CASALEGGIO E' L'INIZIO DI UN GRANDE TERREMOTO SULLA SITUAZIONE POLITICA. Il nuovo centro destra di Alfanno, Monti, Mauro e compagnia perdendo non contano più un ca...... volo. EVVIVA, EVVIVA, EVVIVA. Eppur si muove, QUESTI SI CHE SONO VOTI PESANTI. Ora avanti con le Unioni Civili, con il Giobs Act, con la legge elettorale e via subito le cariatidi che infestano le istituzione del paese.
Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 18:34
Non entro nel merito del c.d. 'jobs act' perché non competente in materia. Poche cose però vorrei dire, accodandomi a@Lele @SicEst e@LorisCosta, su alcune questioni che mi sembrano prioritarie:1)ripristino della legalità eliminando falso in bilancio e conflitti d'interessi, 2)necessità di una minor rigidità(di tipo'medievale')nel mercato del lavoro, pur mantenendo certe garanzie per i lavoratori, 3)meno tasse sul lavoro e più sulle rendite, 4)taglio della burocrazia e delle spese della politica
Scritto da giovanni dotti il 13/1/2014 alle 18:49
Tassare le rendite per diminuirle sul lavoro, è comprensibile ed attuabile. Si faccia in fretta, non c'è più tempo da perdere.
Scritto da angelo chiappa il 13/1/2014 alle 19:01
Il “Jobs Act” è un canovaccio di idee e di proposte indubbiamente interessante. Costituisce un segnale di forte impatto: il lavoro è il problema più importante della nostra società. Data la complessità degli aspetti, il progetto andrà articolato meglio e dovrà tenere conto delle risorse che potranno essere disponibili con la razionalizzazione della spesa pubblica. E’ però un errore contrapporre il progetto di Renzi alla presunta inadeguatezza della attività di governo. Proprio perché Letta (e prima di lui Monti) ha messo in sicurezza i conti pubblici, ha riscosso una inaspettata fiducia da parte dei partner europei e rassicurato i mercati, è ora possibile affrontare il problema lavoro con proposte specifiche: dalla normativa dei contratti alla disciplina dell’apprendistato, dalla riduzione delle tasse per le imprese e per gli investitori a un sistema universale di tutela di chi ha perso il lavoro. Il governo Letta è un esecutivo di emergenza con una base parlamentare non omogenea, ha alcuni componenti che non sono all’altezza del compito ma vanta la presenza di ministri qualificati, competenti che hanno ben chiaro il fine politico da raggiungere, a cominciare dallo stesso Presidente che ha una preparazione economica specifica e una vasta conoscenza internazionale. Si pensi soltanto alle relazioni che Monti e Letta hanno ripristinato con molti Paesi, interessanti per il nostro sviluppo, che erano state abbandonate nel periodo Berlusconiano. La legge (o le leggi) e importante ma non bisogna dimenticare che, da sola, non può risolvere un problema che deve vedere l’impegno di tutta la società: eliminando la corruzione, rendendo funzionale la burocrazia, facendo pagare a tutti le tasse che sono indispensabili per offrire servizi sociali e infrastrutture, rendendo la giustizia più spedita. Il problema è quello della modernizzazione dell’Italia che è stato sin qui accantonato e che non dipende soltanto dalla volontà della politica e dall’efficienza del governo. Anche le istituzioni locali possono e debbono contribuire a questo impegno nazionale; devono smettere di reclamare soldi dallo Stato e dai cittadini mentre non eliminano le disfunzioni clamorose di servizi e strutture regionali e non eliminano i centri di spesa della aziende municipalizzate. L’Italia è pur sempre la terza economia europea, se ci diamo da fare ce la possiamo fare.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 13/1/2014 alle 20:07
@Gugliotta. Evidente. Ma il punto è: è per i troppi strumenti contrattuali sul lavoro che manca l'investimento? Certo semplificare serve ma non vorrei partire dalla coda...
Scritto da Loris Costa il 13/1/2014 alle 20:28
Mi piacerebbe che sul tema in questione, che mi ostino anch'io a chiamare "Piano del lavoro/dei lavori " (tanto per polemizzare con questa moda provinciale di usare anglicismi ad ogni piè sospinto), si esprimessero i sindacalisti (non solo quelli di professione, ma anche i quadri ed i militanti di base), poichè la materia tocca assai da vicino il mondo del lavoro nel suo complesso. Certo aspettiamo che la proposta sia meglio definita. Qualche osservazione però si può cominciare a fare. 1.Essenziale che le nuove regole, che di per sè non produrranno magicamente posti di lavoro, creino le condizioni per investimenti e occupazione. Ridurre i costi dell'energia per le aziende, soprattutto per le piccole imprese, ridurre le tasse per chi crea lavoro, rivedere le norme relative ai centri per l'impiego, sono stimoli nella direzione giusta. 2. Il contratto unico d'ingresso a tempo indeterminato, senza articolo 18 per un triennio e con tutele via via crescenti, con l'eliminazione di tutti i contratti civetta , tipo le false partite Iva, è senz'altro un elemento positivo 3.La proposta di prevedere i rappresentanti dei lavoratori nei Cda aziendali, da sempre obiettivo di partte delle organizzazioni sindacali, è diventato, mi pare, patrimonio dell'intero movimento sindacale, tolte forse le frange più antagoniste. Una legge in tal senso, per me auspicabile, dovrebbe però superare l' opposizione, temo forte, della Confindustria e delle associazioni datoriali in genere. 4. Su rappresentanza e democrazia sindacale, Cgil-Cisl-Uil e Confindustria hanno in questi giorni varato il regolamento attuativo dell'accordo del 31 maggio 2013. Qui l'eventuale legiferazione non trova molto favorevole la Cisl. Eppure io credo che, senza scavalcare i sindacati, ma, partendo dall'accordo tra le parti sociali di questi giorni, una legge abbia il valore di garantire tutte le parti sociali, senza affidarsi solo alla forza contrattuale, di per sè mutevole, delle parti sociali stesse in contesti storici altrettanto mutevoli. 5. Sull'assegno universale per chi perde il posto di lavoro, con l'obbligo di seguire corsi di formazione professionale e di non rifiutare nuove proposte di lavoro, si può essere concettualmente d'accordo. L'ostacolo enorme però a questo punto sono le risorse che non potranno magicamente e immediatamente essere reperite. Potrei anche essere d'accordo nel superamento delle attuali forme di cassa integrazione, che altro non sono che un modo diverso di assegno di disoccupazione. Purchè sia graduale la cosa e senza toccare per il momento la cassa ordinaria, cioè a dire situazioni in cui non dovrebbe trattarsi di chiusure o di traumatiche ristrutturazioni aziendali, ma di difficoltà temporanee e quindi superabili. Per concludere, però, anch'io aspetto di esprimermi sul progetto una volta reso definitivo e ben argomentato in tutti i suoi aspetti.
Scritto da mariuccio bianchi il 13/1/2014 alle 21:02
Il post mi convince, è equilibrato, anche il cenno alla Cgil che potrebbe lasciare alle spalle un certo conservatorismo è giustificato. Vedremo gli sviluppi che saranno molto complicati ma affondare il governo Letta sarebbe un autogol.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 13/1/2014 alle 21:30
@Mariuccio Bianchi, "contratto unico d'ingresso a tempo indeterminato, senza articolo 18 per un triennio e con tutele via via crescenti, con l'eliminazione di tutti i contratti civetta , tipo le false partite Iva". Sono senz'altro d'accordo ma la Cgil ha già arricciato il naso, forse salvo Landini. Gli avversari li abbiamo a casa nostra, nei sindacati. Quando direte queste cose ad alta voce?.
Scritto da Paolo B. il 13/1/2014 alle 22:44
C'è un aspetto del Job Act che non mi è chiaro. Cosa si prevede per chi nel mondo del lavoro, per molte ragioni, non c'è mai entrato (vale molto per il Sud). Dico: non c'è mai entrato ufficialmente (e immagino si capisca cosa puó comportare). Ecco: non vorrei che ci fossero 2 approcci, 2 tutele, due rappresentazioni del reale
Scritto da Loris Costa il 14/1/2014 alle 08:32
@Camillo Massimo Fiori. Purtroppo ce ne sono tanti che sottovalutano il lavoro dii Monti e Letta, il pimo ha ridato prestigio l'Italia dopo Berlusconi e il secondo ha preso il governo dopo la sconfitta del Pd nelle elezioni. Se non capiscono queste cose sono fuori dal mondo.
Scritto da Raffaele M. il 14/1/2014 alle 08:59
Giuseppe, condivido il tuo scritto, insieme a quello di RMolinari,e M Fiori. Sono equilibrati,e non ideologici,come tanti interventi sul blog. Faccio presente che di regole ne abbiamo fin troppe, e non sono attuate, ed alcune proposte di Renzi sono già previste nella normativa sul lavoro. Se ne può discutere serenamente, e trovare una sintesi. Non ti sembra che la patrimoniale ci sia già? Sulla casa, sulle rendite ( aumentata da Monti ), ormai tassate come a livello europeo.Segue
Scritto da mario diurni il 14/1/2014 alle 09:04
Forse bisogna modularle meglio, senza approcci vetero-ideologici. Comunque se non si risolvono i problemi della semplificazione normativa, della giustizia e della corruzione, tutte le proposte resteranno chiacchiere pre-elettorali, ed inattuabili.
Scritto da mario diurni il 14/1/2014 alle 09:10
Gentile Robinews ( 16.56) senza polemica, quando ho parlato di “tutto e subito” mi riferivo alla tesi di Giuseppe ( vedi ultima riga del suo post ) e proprio ad una risposta a te data, parole che condivido. Per quanto riguarda il Ministro Giovannini ho semplicemente espresso qualche perplessità al tuo intervento delle 12.33 .” @Adamoli, (12,07), ma scusa caro Giuseppe, il ministro Giovannini (chi?) chi rappresenta se non se stesso e la sua nullità e quali voti ha tra gli Italiani per avere voce in capitolo? Io penso che ne abbia meno di te e di me. Idem per Alfanno e molti altri . O no?Scritto da robinews il 13/1/2014 alle 12:33”.
Scritto da roberto molinari il 14/1/2014 alle 09:20
@Lele hai ragione quando affermi che "la cassa integrazione raramente ha risolto crisi aziendali". @Mariuccio Bianchi ha invitato i diretti interessati a parlarne. Sono una lavoratrice con un figlio disoccupato e dico che i soldi gettati via per la cassa integrazione in deroga sono stati troppi, troppi, troppi. Sarebbero più utili per la formazione professionale dei giovani in cerca di lavoro. Voto anch'io del Pd,, seguo un po la politica e ho capito che i sindacati difendono solo quelli già al lavoro.
Scritto da Stefania il 14/1/2014 alle 10:26
CVD. È l’acronimo usato dai matematici quando una tesi viene dimostrata in forma lampante. Come Volevasi Dimostrare, la Corte Costituzionale ha concesso la patente di stoltezza a tanti politici o sedicenti tali (Brunetta e Grillo per primi) e a qualche frequentatore “preparato” di questo Blog che da prima delle Festività Natalizie hanno insegnato al mondo intero (Urbi et Orbi) che il Parlamento, eletto da una legge dichiarata parzialmente incostituzionale, era, per naturale riferimento (?), illegittimo. Vista la bagarre che è stata creata ed alimentata dai tanti esegeti della Costituzione, vorrei ricordare che prima di propagandare tesi di parte sarebbe opportuno documentarsi su come funziona il diritto, non il suo rovescio buono per dagospia, i comici falliti e i giornali bugiardini del cavaliere interdetto.
Scritto da Sic Est il 14/1/2014 alle 10:43
I miti che caratterizzano la politica attuale e trovano molti consensi tra gli elettori sono il “giovanilismo” e il mito della competenza. Giovane significa anche nuovo e il “nuovismo” si presta molto bene a sviare l’attenzione dalla inconcludenza della politica verso fasi successive; chi è nuovo non ha responsabilità con il passato; il nuovo è sinonimo del “fare” in opposizione al “dire” dei vecchi politicanti. Ma davvero essere giovani significa anche essere bravi? Il mito della competenza è complementare al primo: al politico “trombone”, senza arte ne parte, si preferisce il giovane che ha alle spalle studi rigorosi e “master” prestigiosAttenzione, però ! Il “giovanilismo” è una invenzione dei fascismi del Novecento; serviva a sviare l’attenzione delle masse dalla lotta di classe e ad indirizzare le pulsioni verso il conflitto di generazioni. Anche il richiamo alla competenza è un mito antico anche se è stato ripreso dal neo-liberismo per il suo carattere di neutralità: chi è competente non ha bisogno di appoggiarsi ad alcuna ideologia perché si concentra unicamente sui fatti, sui problemi. Il mito della competenza offre il vantaggio di fare a meno del finalismo, del progetto e del programma; la politica deve risolvere i problemi non pensare ad una società diversa. La competenza è tecnicismo, presuppone un mondo che si autogoverna da sé, nell’economia e nella politica. Prendiamo dalle cronache il caso della “coppia di larghe intese”, quella di Nunzia e Francesco, due vite di successo negli opposti schieramenti della politica. Lui, rampollo di una famiglia-bene, “master” alla Bocconi e alla London School, soggiorno in USA, ex democristiano, eletto deputato nel P.D.; lei, fedele “berluscones”, ministro con i scissionisti del P.D.L., nota su Dagospia come “nostra regina del Sannio”, erede non solo spirituale di Mastella. C’è da non credere, ma Francesco ha difeso l’acquisto degli F.35 confondendoli con gli elicotteri “che spengono gli incendi, trasportano i malati, salvano vite umane”. Nunzia, esperta di politiche agricole e forestali, in una trasmissione televisiva di Michele Santoro ha sostenuto con noncuranza che “le lontre sono uccelli”. Evviva, il futuro è nelle nostre mani!
Scritto da CMF il 14/1/2014 alle 12:30
Chiedo ospitalità per celebrare il ricordo di Ariel Sharon, generale di Jahvè Sabaoth, il guerriero che condusse le schiere oltre il Mar Rosso, in terra d'Egitto, da cui l'avo Mosè era uscito trentacinque secoli fa. E ripeterò il cantico di Debora: “Forse che il Dio degli Eserciti non esce in campo davanti a te?”.
Scritto da ulderico monti il 14/1/2014 alle 13:06
Ok il post ma bisognerebbe ribadire ogni momento che se non si riavvia la crescita il lavoro latiterà sempre indipendentemente dalle regole e tutto il resto. Inutile parlare di inadeguatezza dei sindacati, è una polemica riduttiva che alcuni lettori del blog non dovrebbero permettersi di fare.
Scritto da Iscritto Cgil il 14/1/2014 alle 14:34
Caro @Ulderico Monti, pace all' anima di Ariel Sharon per il quale però non scomoderei cantici o quant' altro. A meno che anche certa categoria di 'macellai specializzati' meriti encomio pubblico. Do you remember Sabra e Chatila? (ma all' occorrenza si potrebbe fornire un elenco intriso di sangue innocente molto più lungo e dettagliato).
Scritto da paolo rossi il 14/1/2014 alle 14:45
@CMF. Non esaltiamo il giovanilismo e il nuovismo, d'accordo. Però la competenza è un ingrediente necessario per chi vuol fare politica con coscienza. Di tromboni la vecchia politica era piena come quella sedicente nuova. Il buono e il cattivo ci sono sempre stati ma ciò che manca oggi sono i partiti seri. Di questo sono conscio e spero che il Pd di Renzi modifichi la situazione in meglio.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 14/1/2014 alle 16:09
@Mario Diurni (09.04) - Una sola parola sulla patrimoniale di cui sono sempre stato un sostenitore. Una mini patrimoniale c’era con l’Imu che hanno voluto eliminare e adesso sono costretti a reintrodurla in qualche modo. Ha ragione @Sic Est quando continua ad affermare che si sarebbe dovuto renderla più equa con le detrazioni rapportate alla ricchezza effettiva delle famiglie, la quale è sempre difficile da calcolare, ma è possibile se non si prendono in considerazione soltanto le dichiarazioni dei redditi, troppo spesso false.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/1/2014 alle 17:08
@Loris Costa (08.032) - Ho voluto fare una telefonata prima di risponderti. E' un problema ancora aperto. Richiederà, mi hanno detto, una "certa gradualità" in relazione alle risorse che si renderanno disponibili. Sapremo di più fra qualche settimana.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/1/2014 alle 17:10
Non posseggo ricette per creare lavoro e non mi ritengo un esperto in materia. Credo, tuttavia, che se si riuscisse a ridurre a percentuali fisiologiche il malaffare che permea il nostro Paese, forse si troverebbero risorse per cominciare ad affrontare il problema. Quello che sta emergendo riguardo alla ricostruzione post terremoto dell’Aquila è non solo scandaloso, ma stomachevole. E tocca sempre alla Magistratura scoperchiare il verminaio. Possibile che la Politica non veda, non senta, non parli? Tutti Ingenui? Tutti a credere che gli F35 sono elicotteri e le lontre uccelli?
Scritto da Angelo Eberli il 14/1/2014 alle 17:21
Dopo la lezioncina sull'acronimo usato dai matematici (CVD) possiamo aggiungere tranquillamente che "tutto va bene madama la marchesa". Ma chi ha mai disquisito sulla illegittimità "giuridica" del parlamento? Era ovvio ed è ovvio che "che lo stato continua" e che non si poteva immaginare sia in diritto che in logica politico-istituzionale che l'Alta Corte non avrebbe mai potuto dichiarare che il parlamento è illegittimo. Sul blog e altrove si è scritto di "illegittimità politica". (segue).
Scritto da robinews il 14/1/2014 alle 17:25
Robinews (segue) Una illegittimità politica che resta gigantesca anche alla luce del dispositivo dell'Alta Corte che anzi mette in mora "tutti" i partiti sulla "porcilaia incostituzionale" che ha generato questo parlamento. Oltre a fare i "maestrini" su come funzionerebbe il diritto costituzionale, bisognerebbe "imparare" come funziona la "legittimazione politica del parlamento e delle istituzioni". Naturalmente mi aspetto un'altra lezione tipo "tutto va bene madama la marchesa".
Scritto da robinews il 14/1/2014 alle 17:35
@CMF (12:30). Ha ragione il @Giovane ex Rottamatore (16:09). Dopo la “sfida educativa” che aspetto ancora di sapere cosa significa, la lotta strenua al rinnovamento generazionale. Due argomenti apparentemente diversi ma legati tra loro dal “fil rouge” del ritorno al passato, con il solito refrain che “prima si stava meglio”. A sentire certi reduci democristiani ai giovani si può dare al massimo il compito di attaccare i manifesti, per il resto si ripresentino tra cinquanta anni. E se sono competenti, sono pregati di allontanarsi: in questo mondo si accettano solo trombati e tromboni con anzianità certificata, come le anticaglie, e che non abbiano alcuna attitudine per essere sicuri che non diano fastidio al comandante.
Scritto da Sic Est il 14/1/2014 alle 17:47
@C.M.F. 20,07, Che cosa possiamo aggiungere su Francesco e Nunzia? Nulla, anzi, secondo molti cultori della bontà di "questa politica e di questo governo" dovremmo scrivere o dire, come quei soldati che interrogati dagli ufficiali sulla cucina della caserma, devono rispondere "OTTIMA E ABBONDANTE" anche quando fa schifo. Tra qualche giorno compio 65 anni è non ho il culto del "giovanilismo" ma tra i coetanei di Francesco e Nunzia credo che ci siano tantissimi che sono molto meglio di loro.
Scritto da robinews il 14/1/2014 alle 17:47
Ariel Sharon, per carità, un po di rispetto per il Signore (Dio) e per Mosè. Fare questi arditi paragoni in questo caso la blasfemia è assicurata. Sabra e Chatila, lui, di persona-personalmente, ha sgozzato decine di anziani, donne e bambini inermi, indifesi, innocenti, colpevoli solo di essere "palestinesi" ammassati come animali in un gigantesco campo profughi. L'unica speranza che ci resta è la "giustizia divina" visto che da quella degli uomini è riuscito a sottrarsi.
Scritto da robinews il 14/1/2014 alle 17:59
Mi stanno bene le tutele economiche per chi non ha o perde il lavoro,ma lasciare a casa a non far niente(e talora a lavorare in nero)non mi sembra ragionevole, è diseducativo e controproducente.Chi non è occupato in corsi di formazione dovrebbe essere impiegato,anche part time, in lavori socialmente utili, sulla base delle sue attitudini e capacità professionali, pena la revoca delle indennità di disoccupazione.Una economia seria non può permettersi regalie senza un benché minimo ritorno sociale
Scritto da giovanni dotti il 14/1/2014 alle 18:15
Giuseppe, tardivamente mi congratulo che' hai parlato di piano del lavoro, non di job act . Fuori tema : cosa pensi di Holland che in conferenza stampa ha dichiarato che le vicende personali sono affari suoi? E ricordi il film di Sabina Guzzanti " Draquila"? Non credi che la doppia morale sia una cosa non giusta? E Obama che ai funerali di Mandela corteggia la premier finlandese?Questo non per giustificare B.,( è indifendibile), ma forse è in buona compagnia i. Dove sono finiti i moralisti?
Scritto da mario diurni il 14/1/2014 alle 18:34
Caro @paolo rossi il 14/1/2014 alle 14:45. Io non so mai, quando metto giù una noticina, quale sia il confine tra il mio convincimento e l'intenzione ironico-sarcastica, in attesa di reazioni, peraltro graditissime come la tua. Su Sharon non ho dubbi: un grande di Israele, come Dayan e Rabin, emuli di Barak, di Gedeone, dei Maccabei. Dal basso dei miei oltre 80, la cronaca politica italiana mi avvilisce e mi raggela il sangue e la migliore medicina sono le cronache eroiche che scaturiscono da “un terribile amore per la guerra” (James Hillman – Biblioteca Adelphi 471). Giovedì prossimo, agli Studi Patri di Gallarate, ricorderemo il malnatese Arnaldo De Mohr, intellettuale che editò D'Annunzio, garibaldino nel 1914 e partecipe dell'impresa di Fiume. E mi riscalda il sangue rimembrare la Beffa di Buccari: “… siamo trenta di una sorte e trentuno con la Morte! “. Ad majora!
Scritto da ulderico monti il 14/1/2014 alle 18:42
Giuseppe, tornando a questioni più serie : cosa pensi delle dichiarazioni della Fornero, che ad agorà ha dichiarato che il job act di Renzi è uguale alla sua riforma del lavoro?Non credi che sia una pietra tombale?
Scritto da mario diurni il 14/1/2014 alle 18:44
@Mario Diurni, 18,34, "dove sono finiti i moralisti"? I moralisti spero che finiscano sempre male e che gli immorali che fanno facilmente la morale è auspicabile che finiscano peggio. Berlusconi, Holland, Obama in buona compagnia? Attento caro Diurni, praticare la teoria del "tutti immorali tutti colpevoli" alla fine si va a finire che "tutti sono lindi tutti sono innocenti".
Scritto da robinews il 14/1/2014 alle 19:32
Nel blog ci sono commentatori che sanno molto bene che in politica Robinews è "molto tardo". Siccome continuo a non capirci nulla, qualcuno mi sa spiegare come finisce tra Renzi e Alfanno? Renzi dice "se non hanno intenzione di fare le riforme che proponiamo su legge elettorale, jus soli, unioni civili, lavoro, abrogazione del reato di clandestinità ce lo dicano subito"! Alfanno risponde, "se Renzi insiste su queste riforme lasciamo, anzi ce ne andiamo a gambe levate"!.Ri-domando, COME FINISCE?
Scritto da robinews il 14/1/2014 alle 20:01
A proposito di lavoro, l'attuale responsabile welfare, appena nominato dal segretario Matteo Renzi, è indagato per peculato ed è stato invitato a comparire dalla procura di Palermo. Io sono da sempre garantista, ma per una questione di etica troverei corretto che si dimetta da ogni incarico partitico finchè la giustizia faccia il suo corso. Procedura già adottata da altri esponenti democratici con grande senso di responsabilità e dignità.
Scritto da A. Bianchi il 14/1/2014 alle 20:26
La tensione politica fra partner di governo si sta acuendo pericolosamente. Si deve arrivare rapidamente al contratto di governo per il 2014 se non si vuole che scoppi tutto. Con la legge proporzionale con cui si voterebbe oggi il Parlamento sarebbe di nuovo incatenato alle larghissime intese.
Scritto da Maurizio il 14/1/2014 alle 20:31
@Sic Est - Il "fil rouge"non lega soltanto il presente al passato ma lo collega al futuro; al senso della politica, agli ideali di una nuove società dove le persone contano per quel che sono non per quel che hanno (gli anni o le ricchezze). Le competenze sono un mezzo, servono per un fine. Essere responsabili è farsi carico delle conseguenze dei nostri comportamenti, la sfida educativa non è una teoria ma un'esperienza.
Scritto da CMF il 14/1/2014 alle 21:29
associazione mazziniana italiana // Giuseppe Garibaldi  circolo culturale // l’incontro circolo di cultura e politica //   informano:     Giovedì 16 gennaio 2014, ore 21 al Museo della Società degli Studi Patri di Gallarate si terrà l’incontro pubblico :   ARNALDO DE MOHR Chi era? Perché non lo conosciamo?   L’evento, patrocinato dai comuni di Malnate e Gallarate, proporrà la figura di un intellettuale malnatese di origini austriache, editore e poeta, che seguendo i propri ideali repubblicani e mazziniani con coerenza, partecipò alla presa di Trento, risolutiva per le sorti della prima guerra mondiale, e all’impresa di Fiume insieme al suo autore di punta, Gabriele D’Annunzio. Nel tempo, la memoria di De Mohr è stata dimenticata a causa di dinamiche che possono dire qualcosa ancora oggi sulla storia italiana. L’edizione di una monografia, scritta da Maurizio Ampollini e stampata da Pietro Macchione su commissione del comune di Malnate, sarà oggetto principale dell’incontro di giovedì. Il volume contribuisce in modo determinante a un primo importante, seppure parziale recupero di un nome che alle porte di Varese significa molto: in pieno centro, gli sono intitolate una strada e una villa e, da novembre, un busto e una lapide in bronzo. Non di meno, riteniamo però che altrettanto significhi per qualunque italiano, di ogni latitudine, sia interessato a scoprire con sorpresa e curiosità la storia di un personaggio da tempo in cerca d’autore. Carlo Colombo     Interverranno l’autore Maurizio Ampollini, il sindaco di Malnate Samuele Astuti, l’assessore alla Cultura di Gallarate Sebastiano Nicosia e il giornalista Carlo Colombo.
Scritto da ulderico monti il 14/1/2014 alle 21:38
@A. Bianchi, (20,26) Su Faraone mi sa che Renzi abbia fatto un buco nell'acqua nonostante che prima di essere nominato in segreteria come responsabile del welfare già si conoscevano i possibili sviluppi di carattere giudiziario che lo riguardavano. Ormai sembra proprio che non si salva più nessuno. Chissà se Faraone, visto che il suo nome evoca origini di natura divina perchè figlio del dio RA (La Bibbia), sarà risparmiato dalla gogna mediatico-giudiziaria in arrivo. Temo giustamente di no!
Scritto da robinews il 14/1/2014 alle 21:55
@A. Bianchi (20,26). Concordo con Te. Avevo già anticipato, l'altro ieri, di qualche problemino giudiziario di questo signore. Per carità, la presunzione di non colpevolezza è un principio cardine della nostra Carta e, pure, del mio modo di pensare, ma sarebbe necessario, più che opportuno, un passo indietro; giusto per dare un segnale. E sono curioso di sentire cosa dirà Renzi in proposito.
Scritto da domenico nitopi il 14/1/2014 alle 22:08
I buchi nell'acqua mi pare siano già più d'uno. Pensavo pure alla Barracciu. Ma d'altronde pure Renzi ha già avuto qualche problemino e, segnatamente, una condanna dalla Corte dei Corti. Bah!
Scritto da domenico nitopi il 14/1/2014 alle 23:18
@Mario Diurni (18.44) - La riforma Fornero e quella (ancora da articolare in un progetto di legge) proposta dal Pd sono in parte dissimili. Ma la seconda, come ho scritto nel post, non azzera affatto la prima. Per un giudizio appropriato è ancora troppo presto. PS - Detto questo posso invitarti a dialogare anche gli altri lettori del blog oltre che con me? Altrimenti mi metti in imbarazzo. Non voglio non rispondere alle tue domande dirette per la stima che ti porto ma in questo modo rischiamo di fare un dialogo esclusivo fra noi. Il confronto fra i commentatori è la parte più bella del blog. Non ti pare?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/1/2014 alle 23:20
@CMF (21:29). Bene “una nuove società dove le persone contano per quel che sono”, bene le “competenze sono un mezzo, servono per un fine” e altrettanto bene “Essere responsabili è farsi carico delle conseguenze dei nostri comportamenti”. Ti assicuro di aver sempre rispettato queste regole curando di non far mai prevalere istinti prevaricatori o manifestazioni di ostentato aristocratico (nel suo originario etimo) distacco, magari solo qualche peccato di vanità. Disapprovo, comunque, la critica continua al presente, contrapposto, spesso, nei tuoi interventi, misurati piacevoli e documentati, ad un passato, di uomini e di accadimenti, perfetto. Di cui non mi risulta alcun riscontro. Per la “sfida educativa”, ti ripeto che alle sfide prediligo la dialettica, anche pungente.
Scritto da Sic Est il 14/1/2014 alle 23:39
@CMF (21:29). Bene “una nuove società dove le persone contano per quel che sono”, bene le “competenze sono un mezzo, servono per un fine” e altrettanto bene “Essere responsabili è farsi carico delle conseguenze dei nostri comportamenti”. Ti assicuro di aver sempre rispettato queste regole curando di non far mai prevalere istinti prevaricatori o manifestazioni di ostentato aristocratico (nel suo originario etimo) distacco, magari solo qualche peccato di vanità. Disapprovo, comunque, la critica continua al presente, contrapposto, spesso, nei tuoi interventi, misurati piacevoli e documentati, ad un passato, di uomini e di accadimenti, perfetto. Di cui non mi risulta alcun riscontro. Per la “sfida educativa”, ti ripeto che alle sfide prediligo la dialettica, anche pungente.
Scritto da Sic Est il 14/1/2014 alle 23:39
Alla fine dell'anno, il datore di lavoro di un mio amico ha comunicato:"Non ti rinnovo il contratto." Senza un saluto, un grazie ecc...Ora questo mio amico dove andrà??? L'impresa in cui si trovava godeva di buona salute: è un costume diffuso sfruttare in modo così disumano il precariato?
Scritto da Santi Moschella il 15/1/2014 alle 08:55
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