Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 14/3/2014 alle 14:47


C’era una volta (premier Monti, ministro Fornero) una discussione drammatica sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori dalle cui modifiche sembrava discendere la ripresa dell’occupazione per il governo e viceversa la morte dei diritti dei lavoratori dipendenti per i sindacati. Sbagliavano entrambi.
Questo dibattito potrà forse tornare d’attualità quando si entrerà nel merito del disegno di legge delega sul “jobs act” che riguarderà gli ammortizzatori sociali, il salario minimo, le tipologie contrattuali, ma oggi appare decisamente e fortunatamente sullo sfondo.
Intanto però il governo è già intervenuto sul mercato del lavoro (decreto Poletti approvato mercoledì) con misure che molti osservatori hanno definito più incisive che se fosse mai stato abolito l’art. 18 (divieto dei licenziamenti senza giusta causa).
In realtà il decreto di Giuliano Poletti (foto) innova molto. Per i contratti a termine si è esteso il periodo di prova da tre mesi a tre anni, non servirà più motivarne la causa, un’azienda potrà avere fino al 20% di lavoratori temporanei. Per l’apprendistato le pratiche diventeranno più facili e non ci sarà più l’obbligo per l’impresa di assumere l’apprendista al termine del periodo di formazione.
I sindacati hanno “incassato” queste decisioni col sorriso mentre gli imprenditori sono sfidati a tradurre in nuova occupazione, invece che in nuova precarietà, una normativa da loro invocata.
Come mai questo decreto non è balzato agli onori della cronaca per le polemiche astiose che hanno sempre punteggiato ogni piccolo cambiamento in questa materia? Mi piace pensare che finalmente la “questione lavoro” sia stata depurata da una insana e contrapposta ideologia che l’aveva ingabbiata per anni senza scampo.
In ogni caso governo e parti sociali hanno cominciato col piede giusto.

Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 67 commenti -
Torneranno le polemiche, e giustamente, stai tranquillo. I diritti dei lavoratori non si toccano.
Scritto da Mario T. il 14/3/2014 alle 15:23
Ciao Adamoli, i piccoli imprenditori arrancheranno come sempre,i grandi continueranno a farsi i propri interessi gonfiando il precariato finché converrà, per dire poi che.... tutto sommato è meglio spostare l'attività in Svizzera... Tutti hanno accettato questo provvedimento col sorriso a 32 denti,perché a sinistra come a finta-destra il denaro ed i voti degli industriali...non puzzano. Non era più "rivoluzionar-renziano" pensare alla socializzazione dell'impresa? Grazie . Aldo Passarello
Scritto da aldo passarello il 14/3/2014 alle 15:27
"Insana contrapposizione ideologica" su questo sono d'accordo. Era insana quella dei sindacati e insana quella del governo e delle imprese.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 14/3/2014 alle 15:30
@Molinari (14,11 post precedente). Grazie per il chiarimento sulla mia interpretazione sul sindacato modello "governo della piazza". Vorrei anch'io chiarire che il modello sindacale a cui mi riferisco e guardo è quello di un sindacato certamente riformista ma non a-conflittuale. Io preferisco certamente il modello sindacale Tedesco del DGB/JG-METALL. Un sindacato certamente lontano da quello dei minatori del Galles ma anche da quello nostrano frantumato in mille rivoli e in profonda crisi.
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 15:31
Se portavano il periodo di prova a 36 anni ottenevano tre risultati: minori oneri per le imprese, la percezione per il lavoratore di non essere a tempo determinato e la sensazione di rimanere sempre giovani. Invece, per l'apprendistato la riforma potrebbe limitarsi ad una revisione del nome: apprendiloinquelposto. Non ci resta che sperare nella prossima Pastorale del Lavoro di Papa Francesco. Lui sì che è un vero cristiano rivoluzionario.
Scritto da V.R. il 14/3/2014 alle 15:39
@Aldo Passarello (15.27) - Cosa intendi per socializzazione dell'impresa? La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori alla sua gestione come in Germania?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/3/2014 alle 15:44
Dopo la forzata “presa d’atto” (tu lo chiami incasso), da parte della Signora Camusso e degli altri due, che anche senza concertazione si possono fare riforme utili ai lavoratori e non solo norme per favorire le organizzazioni sindacali, credo che qualcosa sia cambiato. Questo Paese ha avuto non solo la peggiore governance di tutti i tempi, costruita ad uso e consumo di un impenitente evasore fiscale, ma anche il più sconclusionato e irragionevole apparato sindacale. Ora ci aspettiamo che vengano eliminati i contributi pubblici alle sovrastrutture del sindacato, spesso inutili doppioni degli uffici pubblici: patronati, CAF, eccetera. Un sindacato è libero solo se non chiede soldi pubblici e usa “al meglio” le quote associative. È democratico se elimina il sistema della cooptazione. È indipendente se non ha gli occhi bendati dall’ideologia velleitaria. È credibile se non si presenta come un apparato burocratizzato.
Scritto da Sic Est il 14/3/2014 alle 15:49
@Adamoli, con l'editoriale odierno entri nel merito della questione centrale che sta alla base dei nuovi conflitti sociali ed economici moderni e del futuro. La globalizzazzione e la frantumazione generalizzata dei diritti e della condizione lavorativa. Oggi il problema non è più il "c'era una volta l'art. 18" ma COSA CI DOVRA' ESSERE SUL PIANO DEI DIRITTI FONDAMENTALI UNIVERSALI PER LA DIFESA DEI LAVORATORI NEL FUTURO. Alla fine degli ani 60 sono stati conquistati i giusti diritti (segue)
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 15:49
Precari sempre più precari, e apprendistato a vita. La Cgil è critica, altri sindacati non pervenuti ( come al solito ). Che le nuove generazioni si arrangino, l'importante è non toccare i "diritti acquisiti".
Scritto da Lorenzo M. il 14/3/2014 alle 15:56
Robinews (segue) Per quel periodo. Le colpe più gravi di tutte le parti sociali sono state da una parte (il sindacato) la difesa di un sistema di diritti guardando quasi sempre esclusivamente ad un passato che non esisteva più e dall'altro (confindustria e padronato) che pensava e purtroppo pensa ancora solo ad una miope "rivincita" su quel passato. Con un "ritorno" ad una concezione totalmente subalterna dei lavoratori all'impresa fino a pensare di ridurre il mondo del lavoro (segue)
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 15:57
Robinews (segue) a vera e propria schiavitù è una illusione pericolosa. I diritti conquistati alla fine degli anni 60 devono essere "interamente ricostruiti" per dare le giuste risposte ai lavoratori, alle imprese fino ai milioni di lavoratori cosiddetti "autonomi". In tutti questi anni si è perso troppo tempo senza combinare mai nulla. La dimensione e la qualità della crisi in atto può essere l'occasione straordinaria per porvi rimedio. (segue)
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 16:04
Caro Giuseppe condivido con te il pensiero che il tema del lavoro debba essere affrontato su basi non ideologiche, ma pragmatiche. Occorre sempre partire dalla realtà per poter giudicare le scelte e avvicinarle ai reali bisogni dei lavoratori e dell’impresa e questo tenendo conto, tuttavia, anche e soprattutto dei diritti, di quei diritti che rendono un Paese civile anche nel rapporto di lavoro. Precisato questo permettimi di fare alcuni ragionamenti. Innanzitutto una precisazione. Al termine dell’apprendistato non c’è mai stato l’obbligo di assunzione. L’apprendistato è sempre stato un contratto a termine che poteva essere trasformato in tempo indeterminato, ma senza automatismo. Poi è chiaro che su questo punto si sono scatenati gli avvocati contestando le ragioni della mancata trasformazione, ma a dire il vero sono state poche le sentenze a sostegno di ragioni simili quando il datore sosteneva l’impossibilità della trasformazione per mancato raggiungimento degli obiettivi formativi. Diverso è il dettato di alcuni contratti collettivi che prevedono la trasformazione in base al numero di apprendisti assunti in rapporto al personale a tempo indeterminato, ma anche su questo le sentenze sono ondivaghe. Precisato questo vorrei sottolineare alcune incongruenze del nuovo contratto a termine che deve, a mio parere, ma soprattutto a parere di ben più esperti giuristi essere modificato. Vorrei ricordare che l’Europa in tutte le sue dichiarazioni ha sempre sottolineato come il contratto a tempo determinato debba intendersi come una eccezione e che l’unico contratto che garantisce stabilità a cui occorre tendere è quello a tempo indeterminato. Venendo al nostro. Eliminare ogni causa e non aver inserito un minimo temporale della durata del contratto fa si che le persone possano essere assunte di settimana in settimana ( o addirittura giorno per giorno ) e questo per tre anni di continuo perché, a differenza di prima, non sono previsti limiti e stop. Questo vuol dire sì estendere la prova a tre anni ( e quindi anche il licenziamento senza preavviso ) e quindi non è la norma, ma la pratica che provoca questa distorsione. Altro problema. Contratti così costruiti possono provocare qualsiasi discriminazione. E ancora. Con il fatto che tu puoi senza limiti di numero e di tempo o di causale assumere e lo puoi fare per tre anni di seguito, bè questo manderà a gambe all’aria il lavoro interinale ( oggi somministrato ) e le agenzie interinali che in Italia rappresentano il 5% della forza lavoro. Dunque, almeno per quello che ho potuto leggere, occorre lavorare parecchio per rendere questo intervento concretamente rispondente all’obiettivo iniziale e cioè creare lavoro e non discriminazioni e nuove diseguaglianze. Almeno su questo mi aspetto un intervento sindacale significativo e un altrettanto significativo ascolto. Un ultima battuta. Forse occorre leggere bene il decreto nella parte che riguarda l’apprendistato sul piano della formazione, mi sembra che anche su questo qualche dubbio sia legittimo.
Scritto da roberto molinari il 14/3/2014 alle 16:09
Robinews (segue) Ho forti dubbi che le "attuali" rappresentanze sociali (sindacati-confindustria-lavoro autonomo ecc.) siano pronte ad affrontare questa sfida e a dare risposte che sappiano saltare quella che tu definisci INSANA E CONTRAPPOSTA IDEOLOGIA. Pensare di dare "piccole risposte" congiunturali è anche questo illusorio. E' pur vero che sul tema dell'APPRENDISTATO E DEI CONTRATTI A TERMINE è un piccolo passo avanti rispetto ai disastri della Fornero e Monti ma non basta. (segue)
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 16:11
Robinews (segue). Senza una "ricostruzione" dalle fondamenta della "rappresentanza sociale effettiva" non potrà mai esserci la ricostruzione di diritti universali sociali non solo per il mondo del lavoro dipendente ma anche di quelle tutele mancanti per il mondo del lavoro che definiamo "autonomo". Per provarci davvero è necessaria una vera e propria rivoluzione nella ridefinizione della rappresentanza sociale CON UNA LEGISLAZIONE CHE NE REGOLI LA VITA DEMOCRATICA. (segue).
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 16:16
Robinews (segue) Fino ad oggi tutti i soggetti organizzati (tranne la Fiom di Landini) hanno rifiutato qualsiasi legge sulla rappresentanza. Questo ha portato a ridurre sia le organizzazioni sindacali che imprenditoriali a diventare solo espressione di "burocrazie" che operano esclusivamente per perpetuare il loro potere slegato dalle realtà. Per capirci meglio mi riferisco alla necessità di fare la stessa operazione che è in corso sulla politica e sulle istituzioni (segue)
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 16:23
Robinews (segue) Anche sul versante della rappresentanza sociale. Se Renzi non avrà lo stesso coraggio su questo versante i suoi tentativi in atto sul piano politico-istituzionale troveranno ostacoli mortali. I rapporti avviati tra Renzi e Landini mi fanno ben sperare e l'approccio che Renzi sta dando sul terreno dei rapporti con le parti sociali sembra che vadano in questa direzione. Spero sinceramente di non sbagliarmi. Me lo auguro per lui e per il futuro del nostro paese.
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 16:29
@Sic Est. Condivido le quattro qualità che descrivi perché un sindacato sia un ottimo sindacato. Impossibile affermare che i nostri sindacati le posseggano.
Scritto da Maurizio il 14/3/2014 alle 16:50
@Sic Est, 15,49, Caro Sic Est, mi sembra ancora troppo presto per dire che qualcosa sia "veramente" cambiato sul piano delle relazione sindacali. Quanto ai tuoi succinti riferimenti agli "irragionevoli apparati sindacali" sono totalmente d'accordo. Su questo argomento potrei scrivere volumi con migliaia di pagine e dati incontrovertibili. A questo sistema deve essere applicata la cura che si sta cercando di fare per la politica e le istituzioni. Sarà molto dura caro amico!
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 17:08
@Adamoli, ho appena letto che la Camusso ha già cambiato idea su alcuni provvedimenti sul lavoro oggetto del tuo editoriale. Ha detto che si tratta dell'ennesimo grave "allargamento" della precarietà. Forse ci siamo illusi e abbiamo parlato e scritto troppo in fretta sull'argomento. Renzi quindi ha sempre più ragione a dire "SE NE FARANNO UNA RAGIONE". Il sindacato purtroppo non ha ancora neanche "intravisto" la traversata del deserto che dovrà compiere con le buone o con le cattive!
Scritto da robinews il 14/3/2014 alle 17:16
Si Adamoli, con la puntuale specificazione dei campi nei quali la cogestione verrà ad operare,per definire le precise responsabilità nei casi di perdite e con l'aggiunta della partecipazione dei lavoratori agli utili dell'impresa. Grazie dell'attenzione, Aldo Passarello
Scritto da aldo passarello il 14/3/2014 alle 17:32
Poletti sarà in grado di riuscire dove la Fornero ha fallito? E' certamente più pratico, più uomo di mondo e ha un background politico. Speriamo!
Scritto da Laghetto rosso il 14/3/2014 alle 18:22
@Roberto Molinari (16.09) e @Robinews (vari interventi) - Considero il decreto Poletti come una buona prova di pragmatismo che lascia alle spalle molte risse sconsiderate. Quelle della Camusso sono critiche dure ma non anatemi come sarebbe successo qualche anno fa. La vera prova del fuoco sarà il “Piano del Lavoro” affidato al disegno di legge delega che il Parlamento affronterà nei prossimi mesi. Che ne sarà degli ammortizzatori sociali? Che fine farà l’impegno del contratto unico a tutele crescenti? Si riuscirà a mettere ordine nei troppi contratti che oggi sono in vigore? E il salario minimo garantito? Affermare che senza concertazione fra le parti sociali non si potrà farà nulla significa rinunciare in partenza ad ogni risultato degno di nota. Affermare che il governo dovrà pazientemente ascoltare tutte le organizzazioni interessate è prestabilire un percorso corretto e imprescindibile. Sulla legge per la rappresentanza sociale (@Robinews) ho una sensibilità positiva ma, non avendo una preparazione specifica, vorrei vedere qualcosa nero su bianco per farmi un’opinione precisa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/3/2014 alle 18:36
Il solito giochetto: hanno preso un uomo di sinistra,Poletti, per fare una politica di destra.
Scritto da Osvaldo il 14/3/2014 alle 19:05
D'accordo con chi dice non tutti i sindacati sono uguali. Sulla flessibilità appena introdotta su apprendistato e assunzioni a termine concordo purché entro poco tempo si metta un pò di ordine nelle forme contrattuali esistenti.
Scritto da Un cislino il 14/3/2014 alle 20:01
Scusa Osvaldo, quale sarebbe la politica di destra di Poletti? Grazie, Aldo Passarello
Scritto da aldo passarello il 14/3/2014 alle 20:24
Un po’ alla volta ..datando..Renzi sta già facendo molto...sufficiente per avere la pazienza ancora per qualche mese..vedendo dei risultati..fino a poche settimane fa insperati...
Scritto da zva il 14/3/2014 alle 20:29
Una seri di piccole vaghe opinioni: A)la piazza e regolata dalle foze dell'ordine b)i sindacati hanno anche loro delle colpe, si. c)i sindacati non si sono fatti trovare impreparati dalla globaliz. d)se essere moderni vulo dire cedere diritti per la monetizzazione, sono orgogliosamente ideologizzato e)le imprese hanno fatto una lotta inutile sull'art.18 f)la concertazione, in questi anni non c'è mai stata, basta raccontare frottole. g)Brunetta è di nuovo il ministro del lavoro.
Scritto da disillusodallapolitica il 14/3/2014 alle 20:30
@Adamoli (18:36). Ottima precisazione. Ascoltare le istanze di tutti va bene. Concertare le leggi con tutti è come dirigere un’orchestra grande quanto lo stadio di San Siro, un’operazione impossibile. La locuzione parti sociali significa tutto e niente nello stesso momento in quanto i rappresentanti ufficiali di tutti i Cittadini sono gli eletti in Parlamento, tutte le altre organizzazioni rappresentano solo se stesse. E, come spesso accade, gli interessi di una categoria possono non collimare con quelli di altre categorie. In Italia, da anni, non si governa ma si media, si concerta, si chiede e si pretende l’accordo di tutti. Per questo le norme risultano spesso inutili e talvolta controproducenti.
Scritto da Sic Est il 14/3/2014 alle 20:43
Leggo con piacere che Prodi ricorda cosa successe a lui quando intervenne sul cuneo fiscale, qui se lo sono già dimenticato, che il pregiudicato si candida alle europee e il PD insoge (quale, quello obsoleto o il moderno)? e che Renzi va molto di moda dalle parti del Berlu.
Scritto da disillusodallapolitica il 14/3/2014 alle 21:36
Qualcuno vorrebbe cortesemente rispondere a questa semplice domanda: perchè mai un giovane dovrebbe iscriversi al sindacato?
Scritto da disillusodallapolitica il 14/3/2014 alle 21:39
Leggo che Bonanni è già d'accordo con il governo, nessuna novità, ne imbroccasse mai una.
Scritto da disillusodallapolitica il 14/3/2014 alle 21:43
Il titolo è azzeccato, sembra che l'art. 18 non ci sia più. La Camusso fa finta di alzare la voce ma accetta tutto quanto, ormai i diritti dei lavoratori sono calpestati. Anche negli Usa è così ma là il lavoro c'è e se perdi il posto ne trovi un altro, qui invece rischi la fame. I progressisti del Pd sono progressisti solo di nome e Cuperlo è uno che non sa neanche come si comincia a lavorare. Questa è l'amara verità. Renzi vincerà facile se non si reagisce in maniera forte.
Scritto da Dino il 14/3/2014 alle 22:57
Dino 22,57 "Renzi vincerà facile se non si reagisce in maniera forte" e poi c'è qualcuno che nega che nel PD la minoranza odia a tal punto Renzi da volerlo scaraventare fuori dalla politica ! Aveva ragione sin dal principio a voler rottamare tutta una classe dirigente.
Scritto da L.V.. il 15/3/2014 alle 08:27
Molinari ha già spiegato molto bene i "pro" ed i "contro"delle nuove norme sull'apprendistato e sui contratti a termine.Il rischio maggiore è che i tre anni di prova, anzichè i tre mesi, nella durata dei contratti a termine possano trasformarsi in una giungla con assunzioni e dismissioni selvagge. Non succederà? Ci auguriamo, ma, senza aspettare l'ormai mitizzato "Piano del lavoro ( job act ) o Piano dei Lavori (Jobs act), forse una interlocuzione con le organizzazioni sindacali prima del varo del provvedimento non sarebbe stato male. Ho l'impressione che, anche da noi, sia scattata una specie di psicosi della concertazione. Forse varrebbe la pena di chiarire una volta per tutte: 1. l'idea di società democratica che io, al pari di altri, ho è che i corpi intermedi sono un anello indispensabile della democrazia stessa. Chi pensa che la rappresentatività dei sindacati sia un optional, di cui i leader politici possano fare a meno si abaglia. E lasciamo da parte il fatto che i sindacati siano deboli ed abbiano commesso pochi o tanti errori. Non si può fare a meno di loro quando si varano provvedimenti che interessano lavoratori e pensionati. 2. Questo non significa che i governi debbano scrivere le leggi con le parti sociali, o sottostare al loro veto: questa non sarebbe concertazione, ma il peggior consociativismo. 3. L'appello continuo al popolo, all'elettore, il rimettere il giudizio sul proprio operato alla scadenza elettorale, mi sembra però vanificare l'idea di democrazia rappresentativa che noi abbiamo. E' vero che qualcuno di recente ha scritto che democrazia o sovranità non si accorda con rappresentatività. E' però anche vero che altre forme di democrazia non se nevedono: nè quella diretta di tipo referendario, nè tanto meno la pseudo democrazia di rete alla Grillo. 4. Infine un poco di buon senso: se proprio si ha paura di concertare, si pensa di fare a meno anche del dialogo sociale? Perchè questo mi pare sia avvenuto con Berlusconi e Monti prima, con Renzi ora (non con Letta). Il rischio, continuando su questa strada, è di partorire tanti mostriciattoli, quali il provvedimento sugli esodati di forneriana memoria, con le relative cadute in temadi tensioni sociali. In tal senso ripeto al nostro giovane presidente del consiglio, parafrasando il detto latino "festina lente":affrettati un po' più lentamente, almeno per ascoltare chi in fondo ti possa dare una mano.
Scritto da mariuccio bianchi il 15/3/2014 alle 08:50
@L.V. 08.27 Io non sono affatto del Pd, non l'ho mai votato e non mi sogno di votarlo. L'ho sempre detto e @Adamoli non mi ha mai fatto questa obiezione.
Scritto da Dino il 15/3/2014 alle 09:40
Mi ricollego solo ora e, nel rileggere il mio commento, mi auto-attribuisco dell'impulsivo sarcasmo. Cerco di comprenderne i motivi. E' il decreto-Poletti che lo ha stimolato o è la posizione di @Adamoli? Dalla lettura dei commenti di @Roberto Molinari (16.09) e di @Mariuccio Bianchi (8.50), che collocherei in un certo filone cristiano-sociale, comprendo che quella che più mi ha lasciato perplesso è la posizione di @Adamoli, di solito molto equilibrato, ma non in questo post dove non cela una certa forma di distacco dalla rappresentanza sociale. Sarebbe interessante e utile che la nostra classe politica si interroghi sul costo del lavoro, non solo nell'ottica del profitto ma della dignità del lavoratore. Negli anni '90 boicottavamo Artsana e Nike che impiegavano il lavoro minorile nel sud del mondo, ora abbiamo perso tutto questo impeto civile. Leggevo proprio ieri le etichette di prodotti tessili che stava comprando mia moglie: la marca è lombarda ma prodotti in Turchia e in Bangladesh, Paesi in cui, evidentemente, il costo del lavoro è inferiore a quello italiano. C'è qualcosa che non va. Perchè non disporre un embargo di questi prodotti? Il mio amico imprenditore, cattolico, impegnato con me in parrocchia, che ha sempre votato centrodestra e ora si è avvicinato a Scelta Civica senza particolare entusiasmo, non ha la seconda casa al mare e nemmeno in montagna ma reinveste nella impresa, perchè crede nella responsabilità sociale di questa. Se ne guarda bene dall'internazionalizzare, anzi, ha aperto due nuove filiali, una in Veneto e l'altra in Piemonte.
Scritto da V.R. il 15/3/2014 alle 10:20
Questo provvedimento non riguarda lavoratori e pensionati ma giovani senza lavoro di cui i sindacati se ne sono sempre fregati. Se a mio figlio offrissero un lavoro per alcuni mesi lo prenderebbe e ringrazierebbe. Certamente non ringrazierebbe i sindacalisti.
Scritto da Una mamma di Malnate il 15/3/2014 alle 10:49
@Mariuccio Bianchi (08.50) - Mi sto rendendo conto che il termine “concertazione” è carico di ambiguità. Spiego il mio pensiero con parole diverse. Il dialogo sociale è indispensabile e imprescindibile. Il ministro Poletti si è impegnato a realizzarlo concretamente. Se non desse seguito all’obbligo (sottolineo obbligo) che si è assunto sbaglierebbe completamente. Dopo di che il governo deve decidere secondo la propria interpretazione dell’interesse generale, è un suo dovere. La ricerca dell’accordo ad ogni costo sarebbe un approccio deleterio. Sul resto condivido molto di quello che hai scritto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/3/2014 alle 12:00
@V.R. (10.20) - Mi puoi indicare per favore le parole e i concetti del mio post che manifestano distacco dalle rappresentanze sociali? Mi sono sempre sentito vicino a molte di loro alcune delle quali mi consideravano il loro rappresentante politico e ancora oggi mi interpellano. Se avessi sbagliato tono o linguaggio sarei lieto di correggermi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/3/2014 alle 12:03
I primi interventi di politica economica e sociale di Matteo Renzi sono coraggiosi e, sotto alcuni aspetti, innovatori, ma sono possibili perché i governi Monti e Letta hanno messo i conti in ordine ( solo la riforma Fornero sulle pensioni produrrà 93 miliardi di risparmi). Il centro-sinistra ha una logica di continuità che risale ai governi di Prodi e di Padoa Schioppa anche se gli otto miliardi destinati alla diminuzione del cuneo fiscale furono vanificati dall’incoerente atteggiamento degli industriali che, nei primi anni duemila, non li utilizzarono per aumentare la produttività e realizzare l’innovazione. Letta è stata più cauto, ma si deve pensare al pesante condizionamento di Berlusconi per l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, che non era una priorità ma è andata a favore dei cittadini. Traendo insegnamento dell’esperienza, Renzi ha invece puntato sull’ alleggerimento dell’Irpef per provocare una ripresa dei consumi, il rilancio della produzione e la diminuzione della disoccupazione. Il rischio è un’ulteriore aumento dell’indebitamente che ormai non è più perseguibile, ma la “spendig rewiu” attuata dal commissario Cottarelli dovrebbe procurare gran parte delle risorse, tagliando la spesa pubblica improduttiva. Ha fatto bene il premier a mettersi in contatto con Hollande e la Merkel: non abbiamo subito nessuna pressione ma abbiamo comunque bisogno del loro aiuto. Anche da queste vicende si vede benissimo come il vero scialo dell’Italia è stata costituirlo dal ventennio di non governo berlusconiano che ha riportato il nostro Paese a livello dei primi anni Novanta: vent’anni buttati via. Speriamo che la lezione sia servita e che gli italiani capiscano che le scorciatoie proposte dalle forze antipopuliste, prive di qualsiasi razionalità e dettate da pregiudizi e risentimenti sociali, non ci portano da nessuna parte, che l”uomo della provvidenza non c’è” e che la stessa provvidenza siamo soltanto noi. Nessun diritto è stato soppresso ma sono stati abbandonate sole delle enunciazione teoriche, di derivazione ideologica, che non tutelavano alcunché e che ponevano soltanto dei freni inibitori a un sistema che deve restare flessibile anche indirizzati ai fini di bene comune. Il sindacato può continuare ad avere un grande ruolo se non pretende di possedere il dono della infallibilità e prende atto che la società fordista di prima non c’è più; il cambiamento riguarda tutti. La vera scadenza è il 25 Maggio prossimo data in cui si svolgeranno le elezioni europee. Diseducato da vent’anni di demagogia, non sempre in grado di capire le connessioni e le compatibilità del sistema economico il nostro popolo può essere fuorviato dalla illusione di ritornare ad una mitica “età dell’oro”, che non è mai esistita e che nasconde la realtà di un’Italia povera e isolata che le forze democratiche negli ultimi settant’anni hanno portato ad un livello di benessere che non c’era mai stato prima. Anche se ammantato da un’impronta tecnologica superficiale il Movimento di Grillo ripropone una visione becera, nichilista e quindi falsa della politica. Se ci isoliamo dall’euro ci troveremmo in condizioni analoghe a quelle dell’Ucraina. La posta è troppo importante per non impegnarci direttamente con la nostra parola e con la nostra credibilità: anche i giovani possono avere bisogno degli anziani e della loro esperienza affinché non si ritorni ai nazionalismi forieri di guerre, di intolleranze e di massacri.
Scritto da Camillo Masssimo Fiori il 15/3/2014 alle 12:18
@una mamma di Malnate, la condizione giovanile è drammatica, però prima di sparare ai sindacati, le consiglierei di mirara con precisione a colore che ci hanno raccontato storielle, come una maggiore flessibilità avrebbe aiutato i giovani a trovare lavoro, invece è esplosa la precarietà. La politica è stata assente in questi anni, al servizio del potere finanziario, e delle ideologie di dx, altro che prendersela con i sindacati. Poi arrivano anche loro, però userei più cautela, almeno che...
Scritto da disillusodallapolitica il 15/3/2014 alle 13:20
Oggi discutevo con un tale di F.Silvio, gli ho detto che il pregiudicato ha deciso di candidarsi alle elezioni europee, se non si vergognano. Sapete che mi ha risposto, anzi, provate ad immaginarlo, sono proprio curioso di vedere se vi avvicinate. @Adamoli, ora sulla concertazione sono d'accordo con lei, prima assolutamente no.
Scritto da disillusodallapolitica il 15/3/2014 alle 13:32
@Adamoli ho dimenticato un passaggio, sono totalmente d'accordo con lei sulla concertazione, se riconosce ai sindacati il diritto legittimo di portare avanti le loro iniziative di contrasto, contro provvedimenti che ritengono negativi per coloro che rappresentano, anche se capita di non capirlo bene.
Scritto da disillusodallapolitica il 15/3/2014 alle 13:58
Tombola, adesso ci dobbiamo sorbire oltre al grande comunicatore al PD, anche i suoi fans che fanno il verso dei berluscones, incredibile a che punto siamo arrivati. Oddio, odiano il parolaio: ma siate sereni.
Scritto da disillusodallapolitica il 15/3/2014 alle 14:09
@Camillo Massimo Fiori (12.18) - Condivido completamente il tuo commento e sottolineo gli accenni a Monti e a Letta. Dopo Pasqua conto di incontrare Letta per parlare un pò tra noi e per stringergli calorosamente la mano.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/3/2014 alle 14:34
@Disilluso dalla politica (13.58) - Scusami, ma come potrei non “riconoscere ai sindacati il diritto legittimo di portare avanti le loro iniziative di contrasto contro provvedimenti che ritengono negativi per coloro che rappresentano”? E’ la base della normale democrazia senza altre aggettivazioni. Sarebbe stato legittimo anche lo sciopero generale preannunciato dalla Cgil settimana scorsa tuttavia sono convinto che sarebbe stato un formidabile autogol.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/3/2014 alle 14:37
La Camusso si è accorta del decreto Poletti dopo tre giorni quando i giornali ne avevano già discusso in abbondanza. Renzi è velocissimo ma lei è lentissima. Dove vuole arrivare se va così piano?
Scritto da Andrea il 15/3/2014 alle 15:53
@Camillo Massimo Fiori (12:18). D'accordo. Questo, però, significa che Renzi forse è stato sottovalutato da tanti anzi tempo. D'accordo sulla critica a certa intellighenzia nazionale che nasconde la realtà dietro il paravento dell'ideologia. Il cavaliere interdetto, comunque, non demorde: pensa che vorrebbe utilizzare il dispositivo di una sentenza della Corte di Strasburgo, favorevole all'avvocato Grande Stevens e a Gabetti, per ottenere l'annullamento della sentenza di decadenza da senatore.
Scritto da Sic Est il 15/3/2014 alle 15:57
Prodi ha scritto che Renzi è condannato a correre. "Se non va di fretta, rischia di essere corroso. Il Paese è all'ultima spiaggia e le aspettative sono alte. E' alle Europee che si gioca il governo". Come si può non concordare? Quelli che vorrebbero un Renzi più lento sono serviti dallo stesso Prodi che non era un fulmine di guerra.
Scritto da Max il 15/3/2014 alle 18:07
@Disilluso dalla politica 13,20, ma la vuole capire per un ragazzo disoccupato un lavoro di breve termine è meglio che niente? I sindacati si occupino dei pensionati e di chi ha già un lavoro e non mettano i bastoni fra le ruote di chi lo sta cercando.
Scritto da Una mamma di Malnate il 15/3/2014 alle 18:47
@Adamoli invece è importante che abbia ribadito questa cosa, perchè quando si parla dei sindacati, è bene tenere presente che la conflittualità è una possibilità della trattativa tra le parti. Giustamente poi la si può condividere o meno, ma ho avuto l'impressione che questa scelta sia considerata negativa a prescindere, e non mi pare corretto.
Scritto da disillusodallapolitica il 15/3/2014 alle 19:08
Visto che non avete tentato di intuire la risposta del rappresentante di F.Silvio, vi svelo la sua argomentazione a difese del pregiudicato. Attenti, che può diventare il motivo fondamentale delle prossime elezioni: e allora, il PD ha 4 indagati al governo..... auguri.
Scritto da disillusodallapolitica il 15/3/2014 alle 19:13
Non capisco. Un partito che dovrebbe tutelare i lavoratori è favorevole ad una riforma che, di fatto, estende a tre anni il periodo in cui si può essere licenziati senza preavviso, senza indennità, senza causa? In definitiva, ad una condanna ad una precarietà permanente! Ma, d'altronde, chi ha invece una stabilità permanente, come politico di professione, che può capirne dei problemi dei poveri cristi che non arrivano a €.1.200 mensili?
Scritto da domenico nitopi il 15/3/2014 alle 19:21
@Una mamma di Malnate, lei ha ragione a sostenere che il lavoro per un giovane o di chi ha una famiglia sulle è fondamentale e da a tutti noi dignità. Secondo me, dovrebbe prendersela con chi usa la filosofia che i giovani non trovano lavoro perchè non hanno voglia di lavorare, o sono dei bamboccioni. Stia attenta, che un giovane occupato è spesso in condizioni di marginalità, per cause ovvie, e il suo ragionamento si indirizza verso quella situazione, non voluta dai sindacati.
Scritto da disillusodallapolitica il 15/3/2014 alle 19:24
Completamente d'accordo con Bonanni: "anche dopo queste modifiche i contratti a termine offrono più garanzie delle altre forme di precarietà. Piuttosto bisogna rendere impraticabili il ricorso alle false partite Iva, co.co.pro e gli associati in partecipazione". Posizione chiara e pienamente sostenibile da tutti i punti di vista.
Scritto da ff il 15/3/2014 alle 20:19
@robinews, hai sentito il mio Ottimo? E' un grande te lo dicevo pochi giorni fa, e tu a fare battute inutili. Tra le righe ha dichiarato se non sbaglio, che la riforma Brunetta l'ha voluta lui, e che la Camusso se ne accorta dopo 3 giorni, Poletti quando pensi se ne accorgera?
Scritto da disillusodallapolitica il 15/3/2014 alle 20:37
Dopo @Robinews c'è un altro incontinente ovverossia @Disilluso dalla politica. @Adamoli mettici un freno!
Scritto da Maurizio il 15/3/2014 alle 21:13
@Una mamma da Malnate 19,08, lei ha molte ragioni da vendere ma ai responsabili della disoccupazione di suo figlio non frega nulla. Il nostro buon @Disilluso (19,24) la invita a non avercela con il sindacato. In parte è vero, non è certo il sindacato a negare ai giovani il lavoro, ma che il sindacato non faccia più bene il suo "mestiere" per l'occupazione è altrettanto vero. Caro @Disilluso, come si fa a non "sentire" il tuo Ottimo. Confermo tutto: "solo chiacchiere e distintivo"!
Scritto da robinews il 15/3/2014 alle 22:04
@Maurizio (21.13) e @Disilluso dalla politica (innumerevoli commenti) - Non voglio ancora mettere un freno formale, per esempio tre o quattro interventi al massimo per ogni discussione, ma raccomando di non esagerare. Il prezzo che si paga se si eccede ogni volta è di non essere letti e quindi è meglio qualche intervento in meno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/3/2014 alle 22:36
L'accordo di ieri fra Renzi e Hollande fa sperare in un'Europa più dedita alla crescita, allo sviluppo, all'occupazione. Un'Europa più dei cittadini e meno dei tecnocrati. Soltanto in questo modo si può sconfiggere gli anti europeisti.
Scritto da G.G. il 16/3/2014 alle 08:25
è durato poco l'atteggiamento di apertura e pragmatismo che hai sottolineato. La CGIL è già ripartita con il solito "furore ideologico" a proposito dei contratti a termine
Scritto da Andrea G il 16/3/2014 alle 10:38
Il governo deve marciare in parallelo fra Italia ed Europa. Se la prossima settimana non si faranno passi avanti negli incontri con la Merkel e le altre cariche europee gli sforzi sul fronte interno rischiano di non bastare. Chi sottovaluta questa interconnessione è fuori dal mondo e fa soltanto propaganda.
Scritto da Lupus il 16/3/2014 alle 10:59
@Domenico Nitopi. Quelli che prendono 1.200 euro al mese saranno grati al governo per la dimunuzione dell'Irpef. Una cosa seria e non le solite balle raccontate da politici parolai di destra o di sinistra.
Scritto da Giorgio S. il 16/3/2014 alle 11:43
Caro Adamoli, è vero che Renzi verrà presto a Varese a far visita ad una scuola come scrive la Provincia questa mattina? Quale scuola?
Scritto da Cittadina cattolica il 16/3/2014 alle 14:55
La Camusso ha il coraggio di dettare i compiti al governo: via il decreto su apprendistato e assunzioni temporanee e poi saremo disponibili a discutere il jobs act. Ma se il decreto Poletti è l'unica cosa seria degli ultimi anni sul mercato del lavoro.... Non si sorprendano se le critiche al sindacato vengono applaudite.
Scritto da Francesco C. il 16/3/2014 alle 15:48
@ Giorgio S. La diminuzione dell'Irpef non è ancora una certezza. E consentimi di avere qualche dubbio, considerata la già accertata incapacità di Renzi di far seguire alle parole i fatti (Italicum, Jobs Act, e via discorrendo). L'unica certezza, con questo decreto, è la condanna dei nostri figli ad una precarietà permanente. Ma tu, probabilmente, non hai questi problemi; non sai, certamente, cosa significa vivere da precario; dover andare al Nord a cercarsi un lavoro, ecc...
Scritto da domenico nitopi il 16/3/2014 alle 17:39
@Cittadina cattolica (14.55) - Non sono informato della visita di Renzi a Varese. Questa ipotesi l'ho appresa anch'io dai giornali.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/3/2014 alle 20:43
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