Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 28/3/2014 alle 08:45


Continua la cagnara polemica di Cinque Stelle contro la legge Del Rio in particolare per quanto riguarda i Consigli comunali. Dicono che si sono moltiplicate le “poltrone” dei consiglieri comunali.
Faccio un solo esempio: un comune tra 3 e 10.000 abitanti avrà 12 consiglieri e 4 assessori. Affermare che sono troppi vuol dire non avere il senso della realtà. I Consigli comunali sono presidi e palestre di democrazia dove la politica assume la forma della concretezza. Comprimerli ancora di più sarebbe un grave errore. Confondere i costi della politica, da ridurre al massimo, con i costi della democrazia è pura demagogia.
Le Province non ci saranno più. Saranno istituite 10 città metropolitane. Il prossimo passo, molto più importante e decisivo, sarà la messa in ordine del rapporto fra Stato e Regioni e la trasformazione dei compiti e della composizione del Senato con una legge costituzionale di grande delicatezza e problematicità.
Non saranno riforme perfette ma l’immobilismo istituzionale sta per essere sconfitto con una riorganizzazione statuale più semplice, razionale, produttiva. E’una svolta  epocale che molti di noi inseguivano da molto tempo. Dagli ultimi anni della Prima Repubblica.

Commenti dei lettori: 47 commenti -
Confido nell'esperienza e nella pagmaticità di questo Governo, il primo serio e responsabile dopo tanti anni di staticità e menefreghismo inconcludente, che sembra muoversi finalmente nel senso giusto per portare avanti quelle RIFORME da tutti invocate a parole ma osteggiate nei fatti .Che sia la volta buona? Nonostante le indubbie difficoltà e gli ostacoli che i consevatorismi di ogni parte metteranno in atto per contrastarle,una fiduciosa speranza pervade gli animi dei veri democratici di sin.
Scritto da giovanni dotti il 28/3/2014 alle 09:11
Non sanno di cosa parlano, sicuramente non hanno mai frequentato un consiglio comunale.
Scritto da Valceresio due il 28/3/2014 alle 09:12
Carissimo @Giuseppe Adamoli, condivido il tuo intervento, ma aggiungo che con gente che è "circoncisa" (anche le ragazze?) invece di essere "concisa" non perderei molto tempo. Grillo ha creato solo una bella compagnia di comici e saltimbanchi, pronti alle battute alla Ambra Jovinelli.
Scritto da Sic Est il 28/3/2014 alle 09:33
Sui consiglieri comunali ti dò ragione. Come vedi non sono preconcetto nei tuoi confronti. Non sono pochi i leghisti che ti stimano quando parli di istituzioni. Sul piano politico sei un avversario da battere.
Scritto da Ugo F. il 28/3/2014 alle 09:44
Penso al mio Comune, Cazzago Brabbia, che senza il DDL Del Rio avrebbe avuto 6 consiglieri, 4 di maggioranza e 2 di minoranza. Vengo da un'esperienza in cui la maggioranza è attualmente composta da 8 persone, fatto questo che ha consentito di seguire, progetti, lavori e servizi vari in maniera ottimale. Inoltre questi numeri hanno permesso di fare esperienza in consiglio comunale a tante persone, come è giusto che sia soprattutto nelle realtà più piccole dove il rischio è che l'amministrazione sia sempre gestita dagli stessi. Se poi il problema per qualcuno sono i costi basti pensare che in molti comuni questi sono ridicoli o addirittura nulli perchè spesso chi fa il consigliere lo fa a titolo gratuito e volontario
Scritto da Massimo Nicora il 28/3/2014 alle 10:52
Lo sai, caro Giuseppe, che sui Consigli Comunali ci hanno fatto penare. Non è sano arrivare a 60 giorni dalle elezioni senza i "numeri a posto". E' successo a molti (io sono uno di questi) di perdere tempo ed energie per spiegare l'assurdo. Una cosa positiva c'è stata: chi vuole dare un contributo senza "gradi" si è distinto dai "poltronisti del comunello". In generale, qualcosa si sta muovendo. Non so dare ancora un giudizio. Di certo, con parecchi a spasso, la concorrenza politica aumenterà.
Scritto da FrancescoG. il 28/3/2014 alle 10:56
@Giuseppe, grazie per la segnalazione.Non avevo visto la polemica del 5stelle sul numero dei consiglieri:hanno la mia compassione. A ranghi striminziti si lavora male, il "potere" è di pochi, non c'è formazione. Nel mio paese la riduzione tagliava la spesa di 2000 € l'anno, comunque confermata dall'invarianza di spesa del nuovo decreto. Sono populista se faccio notare che il ristorante della Camera costa, dicono, 5,5 milioni l'anno? ;-) Circa quanto 27000 consiglieri comunali (3000/5000 ab.).
Scritto da FrancescoG. il 28/3/2014 alle 11:41
@Massimo Nicora (10.52) e @FrancescoG (11.41). Avete perfettamente ragione. Prendersela con i piccolissimi gettoni di presenza dei consiglieri comunali che a volte vi rinunciano completamente è offensivo per chi amministra il proprio paese con dedizione e intelligenza del bene comune. Un Consiglio comunale di 6 consiglieri (Cazzago Brabbia) che Consiglio sarebbe? Ridicolo!
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/3/2014 alle 11:55
Prendiamo pure Cazzago Brabbia, anche se ignoro dove sia: 820 abitanti circa e composto da 6 frazioni. Attualmente, risulta essere governato da 12 consiglieri (fra cui vicesindaco e due assessori) + il Sindaco, per un totale di 13. Mentre @Adamoli giudica ridicolo (11,55) un Consiglio comunale di soli 6 consiglieri per Cazzago Brabbia, qualcuno potrebbe pensare che i 13 attuali e gli 11 (fra cui 2 assessori) previsti dal ddl Delrio potrebbero essere troppi. Proviamo a snocciolare qualche motivo. 1) l’ultimo degli eletti della maggioranza, ma anche il penultimo, il terzultimo e forse anche il quartultimo, siedono in Consiglio grazie a una manciata di voti, anche una sola diecina, praticamente i voti dei parenti di primo grado. Possiamo definirla democrazia rappresentativa? 2) la noia di trovarsi in una maggioranza, senza incarichi e a dover sempre e solo votare provvedimenti a favore, induce frustrazioni; 3) il Sindaco tenta di attenuare queste frustrazioni assegnando al consigliere un ruolo di ‘incaricato’ (consigliere-incaricato al giornale comunale, consigliere-incaricato ai giovani, consigliere-incaricato al sito internet e comunicazione istituzionale, consigliere-incaricato alla sicurezza, ecc.), anche se la figura del consigliere-incaricato non parrebbe essere prevista dal TUEL e, quindi, disporrebbe di valenza solo politica e non amministrativa. Il risultato è che i dipendenti comunali (che, attualmente, fra tutti i dipendenti della PA, sono i più oberati dal lavoro derivante dalle continue nuove attribuzioni provenienti dal Governo, in particolare quelli dei comuni sotto-organico del nord-Italia) si trovano intorno, quotidianamente, persone spesso incompetenti, che non hanno un ruolo amministrativo (nessun potere di firma, non partecipano alla Giunta, ecc.) ma che, sentendosi dei piccoli sottosegretari, rovistano ogni giorno nei cassetti dei dipendenti (in senso figurato, vorrei sperare) facendo perdere loro tempo e pazienza. Fortuna che i consiglieri-incaricati non percepiscono gettone di presenza, anche se quello erogato ai consiglieri comunali (hanno ragione @Adamoli, @Nicora e @FrancescoG.) è così esiguo da non costituire il primo dei problemi di questa malata democrazia rappresentativa.
Scritto da eg il 28/3/2014 alle 12:35
non si può governare ..solo con gli assessori...ma soprattutto finalmente mettono un tetto allo stipendio del dirigente...fruttuoso o fallimentare che sia..perché pur bravi non ci avrebbero mai pensato da soli...a fermare la lievitazione traboccante..o levitazione nelle stratosfere da cui devono scendere..immediatamente
Scritto da zva il 28/3/2014 alle 12:54
Circoscrizioni, consigli comunali e provinciali sono le uniche e vere scuole di politica rimaste; non sarà per questo che le si vuole eliminare? Non solo da parte di Grillo.
Scritto da Alessandro Milani il 28/3/2014 alle 13:12
Le Istituzioni del nostro Paese meritano rispetto. Sono nate come risposta inclusiva dopo il fascismo e dopo la distruzione della seconda guerra mondiale. Le Istituzioni repubblicane, le tanto vituperate Istituzioni nate dopo la liberazione, avevano superato il modello liberale entrato in crisi negli anni venti e, soprattutto, hanno agito inclusivamente nei confronti dei ceti popolari fino ad allora estranei al governo del Paese. Oggi vanno ripensate? Vanno aggiornate rispetto alle esigenze dei tempi? Vanno rifondate? Io credo di si. Credo che la nostra democrazia abbia raggiunto una seria maturità per poter pesare cosa non funziona più, cosa serve per abbreviare i tempi e cosa sia necessario per renderla più efficace e meno distante dalla gente. Credo che su questo solo una ristretta cerchia di “conservatori”, più per ideologia che per veri motivi, si ostini a negarne l’opportunità. Sfuggendo alla retorica del bla bla grillino, al loro “analfabetismo” politico, all’assenza di rispetto e di tolleranza che hanno fin qui dimostrato, per non dire della loro cultura ( se mai si potesse parlare di cultura ) autoritaria e settaria, sfuggendo da tutto questo, personalmente speravo che ci si facesse prendere da uno spirito “costituente” capace di estrarre i problemi dalla politica del contingente e si potesse ragionare su una nuova “architettura” Istituzionale costruita con razionalità e condivisione. Arrivo quasi a pensare che meglio sarebbe stato la costruzione di una Assemblea Costituente con poteri definiti per affrontare, al riparo dal rischio della polemica politica, le innovazioni necessarie a far decollare la nostra Terza Repubblica ( mi perdonino i puristi in questo caso ). Tutto questo non è avvenuto e ho l’impressione che sull’idea di “nuova architettura Istituzionale” si stia un po’ zoppicando e un po’ ci si stia muovendo con un occhio più rivolto alle esigenze elettorali piuttosto che alla effettiva soluzione di problemi in maniera equilibrata e duratura. Sul passaggio dell’abolizione delle provincie ho grandi perplessità. Ha senso eliminare un ente intermedio tra regione e comune? Non si rischia di passare al centralismo regionale? Sulla trasformazione del Senato pienamente d’accordo, ma mi chiedo, è possibile trasformarlo senza aver prima definito le autonomie? Che fine ha fatto il codice delle autonomie tanto sbandierato dai governi ante Monti? E ancora come andremo a definire il nuovo titolo V? La Boschi dice giustamente “giudicatemi per le riforme, non per le mie forme”, ma, santo cielo, ad oggi una proposta di riforma organica mica l’abbiamo ancora vista. A tutto questo aggiungo un pensiero finale. La democrazia ha dei costi. Di questo in troppi fingono di non accorgersi e temo che anche noi, con la nostra retorica, si stia giocando col fuoco. Aboliamo il Senato perché costa? Ma diamine il Senato si cambia per cambiarne le funzioni e per recuperare efficienza e rappresentatività e non perché costa. Non giochiamo con i paradossi sennò tra un po’, ci spiegheranno che si deve abolire la democrazia perché costa, e, mi pare, che questo tema sia già stato giocato, in passato, nel nostro Paese…
Scritto da roberto molinari il 28/3/2014 alle 14:54
Condiviso quasi tutto, interventi compresi (@EG.in particolare). Detto questo sulla base di una non limitata esperienza e conoscenza, spesso mi chiedo se non sia meglio avere all'amministrazione di "certi" enti locali (comuni) dei semplici "commissari" o funzionari capaci. Scritta questa enorme ca....volata mi piacerebbe molto un sistema di governo locale "molto leggero" con un forte uso dello strumento partecipativo della popolazione governata mediante referendum sulle scelte fondamentali.
Scritto da robinews il 28/3/2014 alle 15:02
Mi piacerebbe anche un sistema che possa prevedere la "revoca" del mandato agli amministratori da parte del corpo elettorale che lo ha eletto. In sostanza, espressione molto snella e leggera degli organi di governo locale e estensione/rafforzamento degli strumenti di partecipazione dei cittadini. Il M5S, come altre forze politiche su ogni singola riforma non fanno altro che fare polemiche strumentali spesso "inconcludenti".
Scritto da robinews il 28/3/2014 alle 15:06
La riforma dei comuni dovrebbe considerare la necessità dell'accorpamento di quelli piccoli (820 abitanti sono quasi un condominio), con la possibilità di scelta da parte dei cittadini di restare da soli. In questo caso le spese della gestione amministrativa verranno messe a carico della cittadinanza. Sono sempre del parere che quelli con meno di 10 mila abitanti rappresentano solo uno spreco enorme di denaro e lo spreco, specie del denaro pubblico, non è democrazia.
Scritto da Sic Est il 28/3/2014 alle 15:07
@massimo nicora, condivido la tua esperienza e le tue riflessioni, da assessore a Solbiate Arno. Cercare di sanare le casse dello Stato svilendo il lavoro e l'impegno politico degli amministratori locali, non mi sembra una modalità intelligente. Inviterei il sig. Grillo a condividere con noi una settimana tipo dell'Assessore di un Comune di 4300 abitanti: dici che resiste?
Scritto da Stefania Rasetti il 28/3/2014 alle 15:09
@Stefania Risetti. Credo che la Reto glielo sconsiglierebbe
Scritto da Massimo Nicora il 28/3/2014 alle 15:23
Parlando di numeri degli enti locali, il caso di Cazzago Brabbia è esemplare. @Massimo Nicora ringrazia Delrio per aver elevato il numero di consiglieri dai 6, originariamente previsti, a 10 e Giuseppe, a sua volta, considera ridicolo un consiglio comunale composto di soli 6 membri. In un paese di mille anime, in fase di stesura delle liste elettorali, si va veramente alla contrapposizione parentale: trecento nuclei familiari, le liste sono minimo due, composte ciascuna da dodici candidati, se non c'è tuo zio, come dice Totò, c'è un affine o un collaterale. A tutti, però, domando: nessuno pensa all’assurdità dei numeri degli organici che dovrebbero garantire i servizi ai cittadini? Ne fa giustamente cenno @eg nel suo commento, che ci offre anche un saggio sulla dilagante creatività con la quale i politici  sono soliti aggirare le stringenti norme sulla riduzione delle poltrone, inventando cariche e ruoli amministrativamente effimeri, come quelli dei consiglieri incaricati, ma politicamente sufficienti a soddisfare quell’egoico bisogno di potere che nutre ogni amministratore pubblico una volta eletto. Ma torniamo a Cazzago Brabbia, dove i dati ufficiali pubblicati nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito comunale raccontano di una dotazione organica composta di sole 4 unità: 2 istruttori direttivi (rispettivamente amministrativo e contabile), 1 istruttore tecnico ed 1 agente di Polizia Locale.  La loro è sicuramente una vita impossibile, considerato che dovranno dar retta a un sindaco, un vicesindaco, ad assessori e a 12 consiglieri. E mi auguro, per la loro salute e per la loro vita relazionale, che almeno non abitino in paese. Mi scuso se accentuo il paradosso, ma il problema dei comuni, soprattutto di quelli virtuosi che la spending review l’hanno sempre fatta ben prima che arrivassero i super commissari governativi, è che è impensabile continuare a tagliare in modo lineare risorse economiche ed umane e pretendere, al contempo, di avere servizi pubblici di qualità ed in quantità sufficiente alle esigenze delle comunità locali. Come ha osservato @eg, tra federalismo municipale e sussidiarietà (per altro introdotti in modo del tutto pasticciato e discutibile) sono aumentati in modo vertiginoso funzioni e carichi di lavoro, mentre le risorse umane diminuiscono anno dopo anno. E noi ci preoccupiamo di non diminuire il numero dei consiglieri? Si tratta, semmai, di prendere seriamente in considerazione l'idea di superare un modello politico-istituzionale articolato perifericamente in comuni di meno di mille anime e di attuare le gestioni associate di funzioni comunali, peraltro all'esame della II Commissione consiliare regionale.
Scritto da Leonardo C. il 28/3/2014 alle 16:28
Dalle mie parti alcuni del PD si sono lamentati anch'essi perché devono variare gli equilibri delle liste già fatte.
Scritto da Filippo Filippini il 28/3/2014 alle 16:36
Soprattutto #crederci.
Scritto da Filippo Filippini il 28/3/2014 alle 16:36
Eh già, i grillini vorrebbero invece l'amministratore unico, nel condominio, al comune e nel partito. Non aggiungo lo Stato all'elenco perché dovrei utilizzare, al posto di amministratore, una parola che non mi piace per niente...
Scritto da Francesca Terzoni il 28/3/2014 alle 17:10
@eg (12.35)e @Leonardo C. (16.28) - Nel post cito i comuni da tre a 10.000 abitanti che avranno 12 consiglieri. E’ il caso del mio comune di 8.000 abitanti dove ero stato sindaco in gioventù. Allora i consiglieri erano sedici senza alcun gettone di presenza. La mia esperienza mi fa dire che un numero inferiore a 12 consiglieri sarebbe un errore. Più si restringe il numero e maggiore è il rischio della menzionata rete delle parentele (anche se talvolta tra parenti la “dialettica” è fortissima). Sono invece contrario ai consiglieri “incaricati”. Sono troppo spesso dei contentini che producono solo confusione. Sono sempre stato scettico perfino sugli sindaci e sugli assessori che stanno troppo tempo negli uffici comunali e avevo disapprovato la legge che raddoppiava l’indennità agli amministratori che si staccavano dal loro posto di lavoro ritenendola valida solo per i Comuni più grandi. Sul sovraccarico delle funzioni comunali e sul personale dei Comuni, sempre più ridotto per le restrizioni alle finanze locali, concordo con voi. Molte cose andrebbero riviste ma la legge Del Rio per come era nata non era certamente l’occasione giusta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/3/2014 alle 17:31
@Robero Molinari (14.54) - Una volta ero favorevole all’Assemblea costituente. Con Mino Martinazzoli volevamo far approvare dal Consiglio regionale una proposta di legge al Parlamento affinché l'istituzione di questa Assemblea fosse discussa formalmente a Roma. Poi non se n’è fatto nulla perché Mino si era persuaso che sarebbe stato tempo perso. Erano gli anni in cui non metteva più piede nella capitale ritenendola la “cloaca politica”. Le ragioni di allora erano quelle che tu indichi nel tuo commento. Sono da sempre un sostenitore (come tutti i convinti regionalisti) dell’idea del Senato di tipo tedesco e capisco l’esigenza di pensare alle prossime elezioni europee facendo anche ricorso a slogan elettoralistici, ma mettere al centro di questa riforma solo il risparmio delle indennità dei Senatori sarebbe l’ennesima occasione persa. Mi pare che Renzi abbia già corretto questa impostazione. L’enfasi dev’essere posta sulla necessità di evitare il doppio voto di fiducia al governo, di differenziare nettamente le funzioni delle due Camere, di trovare una sede per dirimere le controversie fra Stato e Regioni lasciando alla Consulta esclusivamente le litigiosità giuridiche non componibili politicamente. Ne parleremo spesso sul blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/3/2014 alle 17:42
Per un comune di 7/8/10 mila abitanti dodici consiglieri sono assolutamente il minimo. Se no il consiglio comunale è poco più di una famiglia che decide le cose fra pochi intimi.
Scritto da Andrea il 28/3/2014 alle 19:12
Se si vogliono restringere ancor di più i consigli comunali perché non si torna al podestà fascista?
Scritto da Mario T. il 28/3/2014 alle 19:59
Il governo sta muovendo qualcosa di buono e subito la minoranza Pd alza la contraerea. Merita un ulteriore ridimensionamento.
Scritto da Maurizio il 28/3/2014 alle 21:02
Questa sera la ministra Boschi da Lilli Gruber ha fatto la sua bella figura. Rispetto a Fassina sembra già quasi una statista. Non è solo una bella donna, il che non guasta, ma è anche semplice nel comunicare le idee che ha in testa. Non so che cosa porterà a casa in termini di risultati però un'impostazione di fondo ce l'ha. Cuperlo, per citare un altro capo (?) dell'opposizione interna, sembra uscito dal museo delle cere..
Scritto da Giorgio S. il 28/3/2014 alle 22:31
@Giorgio S. (22.31) - Si, il ministro Boschi è stata brava, infondeva fiducia mentre la Berlinguer appariva inguaribilmente scettica. Maneggiava solo tre concetti: difficoltà, difficoltà, difficoltà. Madonna mia! Il futuro proprio le fa paura.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/3/2014 alle 08:57
Ieri ho seguito sia Otto&Mezzo, sia Bersaglio Mobile. Se la cosiddetta minoranza del PD non si dà una "regola di partito", sarebbe meglio che si tiri indietro. La figlia di Berlinguer, come la Camusso, non riesce mai a capire che c'è il tempo delle frottole, e le sa raccontare con dovizia di particolari, e c'è il tempo della realtà. Ma questa gente, ammuffita nell'autoreferenzialità, dove ha vissuto finora. E la carriera, la BB comunista, l'ha fatta per bravura o perché è la figlia di suo padre?
Scritto da Sic Est il 29/3/2014 alle 09:09
"Non saranno riforme perfette ma l’immobilismo istituzionale sta per essere sconfitto con una riorganizzazione statuale più semplice, razionale, produttiva". Questa frase del post è la più convincente.
Scritto da Raffaele M. il 29/3/2014 alle 09:45
L'isituz.di una Ass.Costituente per le Riforme sarebbe stato forse il metodo più appropriato,ma i tempi si sarebbero oltremodo allungati.La cancellaz.delle Province come organo politico mi pare necessaria,come lo sarebbe anche l'introduz.di strumenti di consultaz.diretta dei Cittadini per le questioni più importanti e la possibilità di revoca degli amministratori a metà mandato tramite referendum popolare.Ciò costituirebbeebbe un forte deterrente contro abusi e corruzione.Perché non se ne parla?
Scritto da giovanni dotti il 29/3/2014 alle 09:59
@Giovanni Dotti (09:59). Bene l'assemblea costituente anche se con questa maggioranza ondeggiante è quasi impossibile formarla. Bene la consultazione degli elettori, via Web ma seria, non alla maniera di Grillo. La possibilità di revoca del mandato non mi pare gestibile. Per i corrotti bastano e avanzano i Tribunali e le Corti dei Conti: sarebbe opportuno trovare un sistema per farli funzionare e bene, non solo per inutili iniziative spettacolari tipo Ingroia, Di Pietro e De Magistris.
Scritto da Sic Est il 29/3/2014 alle 10:33
Avanti con le riforme di tipo economico e istituzionale, Il decreto Del Rio è nel complesso buono in attesa della definitiva modifica costituzionale. Chi ha paura delle innovazioni non dà nessun apporto costruttivo
Scritto da Massimiliano il 29/3/2014 alle 10:51
Mi perdonerete se vado in ordine sparso. Sono emerse numerose indicazioni (@eg, Leonardo C., Sic Est, Robinews, Giuseppe Adamoli). Vi dico il mio pensiero. Parecchie norme organizzative emanate negli ultimi anni sono state evidentemente pensate per realtà comunali importanti. Applicate a comuni delle dimensioni, in media, di quelli della provincia di Como e Varese, complicano la vita senza dare apprezzabili risultati per i cittadini. A parte questo, un ragionamento aperto, non campanilista, va fatto. Due o tre comuni confinanti, magari con un totale di qualche migliaio d'abitanti, potrebbero pensare ad unificare alcuni uffici. Non perché lo chiede le legge, ma perché conviene ai cittadini. Esempio: meglio tre uffici con un geometra (qualche giorno la settimana), o un ufficio con tre geometri? Si valorizzano competenze, ci si specializza, si diminuisce il margine d'errore. E si può fare senza creare le unioni, enti in più con bilancio, revisore, segreteria generale ecc. Il numero di cittadini può essere uno dei parametri di riferimento. In aree urbane antropizzate (sud Varese, nord Milano), può darsi che 10000 abitanti siano pochi. Altrove sono tanti. Per razionalizzare, ma partirei dalla programmazione dei servizi (scuole, sociali, territorio, trasporto pubblico). Lo scopo di fondo può essere, per le aree lontane dai centri, magari poco abitate, cercare di farle rivivere. Le potenza della tecnologia può dare una mano, i risparmi dal coordinamento le risorse. Sul personale concordo con voi. Sui tagli lineari mi allineo a Leonardo. sui consiglieri delegati ad @eg e @Giuseppe. Idem sulle indennità (a proposito: i lavoratori dipendenti la ricevono dimezzata. I pensionati piena. Significativa immagine della nazione, no?). Infine, due cose. La prima: chiediamo agli altri di lavorare per l'Europa unita, e noi non siamo capaci di coordinare profondamente le realtà comunali confinanti? La seconda. Il mio comune, Maslianico, è primo nella classifica dei ricicloni in Provincia di Como. Ho un rammarico. Di non essere riuscito a spiegare all'allora vertice amministrativo del comune confinante e ad alcuni dei miei, che avere due centri di raccolta, sulla stessa strada, a 400m di distanza, non è conveniente. C'erano, per qualcuno, problemi di consenso diretto. C'è chi preferisce il consenso conservando, chi cercandolo nel nuovo. Chissà, magari senza ruolo, come sarà dal 25 maggio, riesco a farmi capire du più. Un saluto.
Scritto da FrancescoG. il 29/3/2014 alle 11:38
Quando devo ascoltare la definizione dei vari Fassina, Cuperlo, D'Attorre e compagnia varia come rappresentanti della sinistra PD. E ancora come se fossero "loro" i difensori dei valori e dei diritti dei lavoratori, VADO IN DEPRESSIONE PROFONDA. Ma questi cd "sinistri" dove erano e cosa facevano con i governi Monti e Letta? I politici che più mi fanno venire l'orticaria sono quelli che a parole si dicono di sinistra e lo fanno solo per l'autoconservazione!
Scritto da robinews il 29/3/2014 alle 12:01
@Giovanni Dotti (09.59), @Sic Est (10.33) - Concordo sul fatto che oggi non c’è più tempo per l’Assemblea costituente. L’urgenza è tale che bisogna procedere sulla via tracciata sebbene da discutere e affinare. Sono stati ormai bruciati (fortunatamente) tutti i vascelli per un eventuale ritorno indietro. Gli strumenti esistenti di democrazia diretta potrebbero essere molto migliorati sia nella qualità sia nel numero. Per quanto riguarda la revoca degli amministratori a metà mandato mediante referendum non sono favorevole e condivido @Sic Est. Dal mio punto di vista perpetuerebbero un clima elettorale che risulterebbe dannoso alle Istituzioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/3/2014 alle 12:16
E' vero o non è vero che il decreto Del Rio aumenta di circa 2500 i posti di consiglieri e-o assessore comunali? Se poi Adamoli ritiene che i consigli comunali siano "presidi e palestre di democrazia" libero di crederlo personalmente con anni di frequentazione del consiglio del mio paese posso solo affermare che buona parte dei consiglieri sono assolutamente inutili, ed in questo senso, almeno questa volta, ritengo che Grillo abbia assolutamente ragione.
Scritto da angelo m il 29/3/2014 alle 12:49
Bravo Adamoli e bravo il P.D. E' questa la strada semplice e faticosa insieme per formare classe dirigente politica e amministrativa.
Scritto da Giovanni Mariuccio Orsenigo il 29/3/2014 alle 15:03
Bravo Adamoli e bravo il P.D. E' questa la strada semplice e faticosa insieme per formare classe dirigente politica e amministrativa.
Scritto da Giovanni Mariuccio Orsenigo il 29/3/2014 alle 15:03
Grillo pensa solo alla propaganda, come si fa politica seriamente sul territorio lo ignora completante. Si organizzi in ogni zona come la Lega e imparerà qualcosa.
Scritto da Ugo F. il 29/3/2014 alle 15:40
@FrancescoG (11.38) - Condivido il tuo ragionamento. Le generalizzazioni non vanno bene anche quando si discute dei piccoli comuni, bisogna saper distinguere. Aggiungo che l’associazione dei servizi comunali dovrebbe essere fortemente perseguita con la leva dei contributi finanziari oltre che con un’opera di persuasione culturale. Nel campo della pianificazione urbana ci sono delle contraddizioni enormi fra comuni confinanti. Si può e si deve fare molto di più per una gestione razionale del territorio. Fondere i comuni d’imperio attraverso una legge dello Stato sarebbe, a mio parare, deleterio. In Francia ci hanno provato in qualche modo e i comuni sono ancora ben 36 mila.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/3/2014 alle 16:33
@Angelo m (12.49) - Il decreto Del Rio prevede che per i comuni con popolazione da 3.000 a 10.000 abitanti il Consiglio sarà composto da dodici consiglieri con quattro assessori al massimo. Fino a 3.000 abitanti il consiglio sarà composto da dieci consiglieri con due assessori. Mi sembrano numeri ragionevoli. Confermo la mia personale idea che i Consigli comunali sono luoghi dove si può davvero esercitare la buona partecipazione politica. Non è detto naturalmente che sia sempre così ma è un vero peccato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/3/2014 alle 16:37
Non c'è nessuna "svolta epocale". Ci sarebbe stata, invece, se le province fossero state effettivamente abolite, con ripartizione dei loro attuali limitati compiti tra Comuni e Regioni. Ci sarebbe stata se fossero stati eliminati i Comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti (tradotto solo 10 comuni nel nord della provincia). E poi, questa assurda anomalia dei doppi incarichi, sindaci (che pure avrebbero da fare) che sostanzialmente diventano "consiglieri provinciali". Ma che (segue)
Scritto da domenico nitopi il 29/3/2014 alle 18:03
riforma e'? Una vera, seria riforma passava per l'abolizione delle province, il mantenimento dei soli comuni con diecimila abitanti, l'eliminazione delle comunità montane (anche di quella mitica di Palagiano, provincia di Taranto, che svetta a 39 metri sul livello del mare!), ecc... E con l'occasione si poteva rivedere il meccanismo dell'elezione diretta del sindaco, che ha portato alla ribalta tanti Cetto La Qualunque. Mi pare ci sia tanto rumore per nulla.
Scritto da domenico nitopi il 29/3/2014 alle 18:15
mi sembra di poter dire che vi sia una notevole differenza tra il BLOG e l'ultimo intervento di Adamoli a commento del mio intervento, un conto è parlare di CAGNARA POLEMICA, un conto riconoscere che a volte (!) i consigli comunali non sono quello che dovrebbero essere, poi se vogliamo andare ad assistere insieme al prossimo consiglio magari a Cazzago, andiamoci pure.
Scritto da angelo m il 29/3/2014 alle 21:14
@Domenico Nitopi (18.15) - Parlo di svolta epocale se si realizzano tutte le riforme costituzionali e istituzionali previste nel programma del governo. Con il Decreto Del Rio le Province non potevano essere formalmente abolite, come tu ben sai caro Domenico, ma il passo compiuto non è reversibile e la prossima modifica costituzionale concluderà la riforma. Sui piccoli Comuni ripeto ciò che ho già scritto varie volte. Si alla persuasione delle comunità locali per le fusioni volontarie e si alla leva finanziaria per favorire le associazioni di funzioni, no ad un atto di volontà del Parlamento. Sarebbe negativo e risulterebbe di difficilissima attuazione incontrando l’avversione dei cittadini. Questo il mio parere.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/3/2014 alle 10:31
So, ovviamente, che l'abolizione delle province passa attraverso una riforma costituzionale, come pure quella del Senato. Ma una scorretta informazione dà le province già per abolite, quando non è affatto vero. E' semplicemente in atto una loro riorganizzazione che, a mio avviso, non cambia la sostanza delle cose
Scritto da domenico nitopi il 30/3/2014 alle 13:43
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