Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 30/3/2014 alle 10:03


Le prossime elezioni europee sono destinate a lasciare le cose come stanno per alcuni commentatori mentre per altri daranno vita ad un nuovo risorgimento europeo.
La mia speranza è tutta sulla seconda ipotesi. Chiunque vinca le elezioni, Popolari oppure Socialisti e Democratici (come mi auguro), la prossima Commissione Europea avrà di fronte a sé la missione straordinaria di ridare linfa vitale al sogno dell’Europa Unita dei Padri fondatori. Sviluppo sostenibile, competitività, priorità del lavoro sono traguardi raggiungibili.
Sono tante le iniziative popolari in corso per sospingere l’Europa verso questo approdo. Io sottoscriverò “New Deal for Europe” che vi invito a leggere e a firmare.
 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 35 commenti -
Se l'Europa vuole riconquistare il favore della gente dovrà nettamente cambiare, questo è vero.
Scritto da Donatella il 30/3/2014 alle 10:34
sull'onda delle riforme..italiane..con spirito critico concretamente costruttivo e non solo a parole ristagnanti..dando un segnale di buona gestione ed equità a partire dai governanti...con revisione di spese e sistemi ora devastanti...ritrovando la retta via che sembra perdersi assieme alla sovranità popolare e rilancio della voglia del fare..ancorata in un mare di guai fra tasse e burocrazia spropositata, a cui bisogna dare una bella tagliata..come antipasto senza più esagerare nell'abbuffata
Scritto da zva il 30/3/2014 alle 10:35
Se non si esce dall'euro il risveglio dell'Europa è tutta un'illusione.
Scritto da Leghista doc il 30/3/2014 alle 10:48
@Adamoli, scusami se torno sul precedente argomento dove, giustamente, hai parlato di alcune riforme della P.A.: Consigli comunali, Senato, rapporto fra Stato e Regioni ecc. ma nulla che riguarda la proposta di Salvini di abolire le Prefetture (a tale riguardo intende chiedere un referendum). Molti lo sosterranno perché nessun politico, dirigente di Prefettura, redattore o direttore di giornale anche online, ha mai smentito le false notizie che egli ha divulgato, come ad esempio: le Prefetture "fagocitano" ogni anno 9 miliardi di Euro (invece il costo delle stesse è di 500 milioni e tutto il resto è relativo a spese disposte dal Governo, come il rimborso delle spese elettorali ai Comuni, le spese di ricovero ospedaliere di stranieri, il funzionamento dei centri di raccolta e di smistamento degli immigrati, il mantenimento di stranieri sino al riconoscimento di rifugiati politici, ecc.); oppure l’altra notizia che per questi ultimi le Prefetture pagano 140 Euro a notte per ospitarli in alberghi di lusso ! E’ strano anche il fatto che nessun lettore abbia commentato queste notizie.
Scritto da Martino Pirone il 30/3/2014 alle 11:06
Sai che sono un europeista convinto. Per migliorare l'Europa occorre mandare gente capace, non, come fa il nostro Paese, i trombati della politica e i burocrati che risultano invisi alle Amministrazioni Pubbliche. Gli altri Paesi, ben rappresentati sia politicamente sia amministrativamente, hanno ottenuto vantaggi. Che una manutenzione del sistema europeo occorra non c'è alcun dubbio. Ma non con la distruzione di tutto. Credo che un'educazione civica europea potrebbe avere effetti positivi.
Scritto da Sic Est il 30/3/2014 alle 13:00
@Martino Pirone (11:06). Tempo fa ho risposto sull'argomento "Prefetture". Hanno avuto una loro benemerita funzione dopo l'Unità d'Italia, col fascismo diventarono la longa manus del Viminale poliziesco. A cosa servano, oggi, non lo so e in questo non sono solo. 500 milioni di euro non sono una cifra da sottovalutare. Tutte le loro funzioni andrebbero delegate agli Uffici del Questore. Oggi hanno solo una funzione di dispendiosa rappresentanza locale per organizzare mediocri inutili ricevimenti.
Scritto da Sic Est il 30/3/2014 alle 13:18
Per realizzare il cambiamento di cui parla il manifesto del New Deal bisognerebbe sostenere Tsipras ma la lista italiana sta cadendo nel ridicolo. Con il cuore politico infranto ammetto che la vecchia sinistra italiana è tutta da rottamare.
Scritto da Mario T. il 30/3/2014 alle 13:32
Giuseppe condivido le considerazioni sull' importanza dell Europa e di un' europa attenta ai diritti dei cittadini e all' occupazione.Nel mio lavoro presso la regione ho cercato di far conoscere ai ragazzi delle elementare delle superiori alle associazioni le istituzioni europee l' euro e i vari programmi europei.Questi programmi devono essere conosciuti ed utilizzati correttamente ( senza imbrogli e corruzione). Con la crisi del 2008 e ancora in atto il clima si è esasperato oltre a clima
Scritto da bruna croci il 30/3/2014 alle 14:23
Dubito che possiamo contribuire ad un risorgimento europeo, con quelli che mandiamo in Europa: tra gli altri Vito Bonsignore, condannato per corruzione, Licia Ronzulli, l'infermiera diventata manager ospedaliero, Barbara Matera, la signorina buonasera, già "letteronza", Iva Zanicchi, Lara Comi, appena laureata divenuta brand manager di Giochi Preziosi, Elisabetta Gardini, Matteo Salvini, sedici anni di università senza neppure laurearsi, i mitici Clemente Mastella e Ciriaco De Mita (segue)
Scritto da domenico nitopi il 30/3/2014 alle 14:23
( continua) il rigore sostenuto soprattutto dalla Germania ha provocato ( oltre dalla propaganda di forze politiche" anti euro) una distorta visione dell' Unione Europea. Occorre far i valori i programmi e l' importanza di appartenere all' UE. Dobbiamo partecipare come cittadini e forze politiche ad una vera Europa attenta al Welfare ai diritti che conti a livello mondiale.
Scritto da bruna croci il 30/3/2014 alle 14:29
(segue) che pure brilla in quel contesto. Per non dire dei nostri, meno peggio per carità, ma trombati come Berlinguer, Cofferati e De Castro, parenti come Prodi (il fratello Vittorio) e Pittella (figlio di senatore e fratello del presidente della Basilicata), qualche condannato come Barbagallo, ecc... Il problema è però più generale, se pensiamo ai personaggi incompetenti, inadeguati e pure indagati del governo Renzi e, finanche, della segreteria. Certo che poi ci ridono (non dietro) ma davanti
Scritto da domenico nitopi il 30/3/2014 alle 14:29
Firmerò anch'io la petizione New Deal for Europe. Grazie di averla segnalata.
Scritto da Carlo Colombo il 30/3/2014 alle 16:16
Diciamoci qualche mezza verità per favore. Senza forti rotture "politiche" anche in Europa (come per l'Italia) non ci saranno New Deal ne tanto meno si realizzeranno i sogni dei padri fondatori. Forse una qualche minima spinta potrebbe esserci solo con la prevalenza di due personalità come Shultz e Tsipras alleati. Se invece si riprodurranno le larghe intese europee l'unico risultato positivo sarà quello di non avere più Taiani alla vicepresidenza della commissione. (segue).
Scritto da robinews il 30/3/2014 alle 17:20
@Adamoli, non ti pare che il manifesto che ci hai gentilmente lincato entra fin troppo nel dibattito politico sulle elezioni europee parteggiando per i partiti più critici verso l'Unione europea?
Scritto da L. Mazza il 30/3/2014 alle 17:26
Robinews (segue). Ma vi rendete conto cosa è stata l'europa negli ultimi anni? Taiani è l'emblema del "massimo tradimento" del sogno dei padri fondatori dell'Europa. In grandissima parte condivido i vari interventi di @Nitopi depurati dai riferimenti a Renzi. @ Mario T. (13,32) purtroppo sono vere alcune tue riflessioni sulla lista Tsipras in Italia ma questo resta nonostante tutto l'unico progetto serio per l'europa che vale la pena di sostenere. Scegliamo bene tra i candidati che ci sono!
Scritto da robinews il 30/3/2014 alle 17:30
Caro Giuseppe come non condividere l’appello che fai? Il sogno dell’Europa che avevano i “padri” sembra in questi anni che sia stato tradito, non dai figli, ma dai nipoti. Allora il “sogno” fu sorretto da politiche nazionali condivise sia dai socialisti sia dai democratici cristiani tant’è che tutti sono concordi nel definire il periodo del secondo dopo guerra come un tempo condizionato da politiche economiche e sociali “socialdemocratiche”. C’era una tensione sociale condivisa. Si voleva che i sacrifici fatti per ottenere la pace e la sconfitta del nazifascismo fossero ripagati con l’inclusione dei ceti popolari negli Stati, nei Governi e con l’affrancamento dalla povertà e dalla miseria. Alcuni decenni di politiche attente al welfare hanno prodotto una ricchezza diffusa ed un benessere tale da far divenire il continente un luogo “desiderato e invidiato” tant’è che la società europea, in generale, è stata definita, fino agli anni 80’, la società dei “due terzi”, una società dove solo un terzo era “povero”, ma con la possibilità, comunque, di uscire da quello stato e di agganciare il resto della popolazione. E’ stato appunto il successo delle politiche inclusive “socialdemocratiche” a determinare questo, ma paradossalmente a decretarne la contestazione e la fine. Il paradosso sta proprio in questo. Divenuti “benestanti” e con benessere diffuso i due terzi della popolazione hanno ritenuto di non avere più bisogno della protezione dello Stato. Hanno ritenuto di essere soffocati dalla troppa burocrazia, dall’invadenza del pubblico e da politiche eccessivamente attente agli interessi neocorporativi. E così si è riscoperto la parte peggiore dell’individualismo e del liberismo. Si sono abbattute le protezioni, si è teorizzato che la società non esiste, ma esiste solo l’individuo. “ognuno faccia per sé”. Si sono sposate tutte le politiche care alla “scuola di Chicago”, più o meno attenuate, dando mano libera alla finanza rispetto al lavoro e si è incominciato a demolire il welfare perché troppo costoso a lanciare idee di “globalizzazione”. Ovviamente ogni Paese ha affrontato diversamente la cosa. In Italia parlare di liberalismo è scherzare con i termini. Qui le privatizzazioni hanno prodotto monopoli privati in sostituzione di quelli pubblici. Qui la riduzione del welfare ha prodotto la diminuzione dei servizi e non il pluralismo dell’offerta e la sua efficienza. Qui, da noi, tutti si sono fatti “neocorporativi” così da avere la possibilità di reclamare più “mercato” e “liberalizzazioni” non nel proprio campo, ma in quello del “vicino”. Insomma, siamo passati da un continente ammirato a un “continente fortezza”, chiuso, egoista e solo capace di mandare segnali di “rigore” e di totale disattenzione rispetto alla sofferenza diffusa. Occorre riscoprire una idea. Una idea capace di guardare lontano e al futuro. Capace di dare una prospettiva a chi oggi non ce l’ha. Una idea forte capace di rispondere ai nuovi bisogni di protezione non con le “piccole patrie” e i nuovi nazionalismi, ma con la convinzione che non “si lascerà indietro nessuno”. Personalmente sono convinto che il prossimo “governo” dell’Europa sarà una all’alleanza tra progressisti e conservatori, ma europeisti. Due debolezze che dovranno unire gli sforzi per costruire una “forza”, una forza capace di dare un significato nuovo ad un continente decaduto. In questo vedo la necessità di ripensare ad un welfare europeo più prossimo alla persona e ai nuovi bisogni. Un welfare “rivoluzionario”, ma capace della stessa forza suggestiva di quello che propose il liberale Beveridge. La domanda è se i “figli” di quei nipoti tanto disattenti e poco lungimiranti saranno in grado di un pensiero lungo, di un pensiero lontano dai “radicalismi”, ma nello stesso tempo capace di dare un “sogno” da spendere nelle vuote tasche dei molti “europeisti inconsapevoli”.
Scritto da roberto molinari il 30/3/2014 alle 17:41
@Martino Pirone (11.06) - Nei precedenti post avevo parlato delle istituzioni politiche mentre le prefetture sono uffici territoriali del governo. La loro riorganizzazione dovrà essere affrontata dal ministero degli Interni. Francamente non ho un’opinione precisa in testa. Penso che lo Stato dovrebbe avere dei terminali sul territorio ma in numero inferiore a quello attuale. Con Salvini è tale il mio distacco culturale che fatico a seguirlo. Mi preoccuperei più del merito del problema da te sposto che delle sue insopportabili demagogie, ma forse questo è un mio limite.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/3/2014 alle 17:51
@L. Mazza (17.26) - No, è un manifesto che parla trasversalmente a tutti i partiti europeisti consci che l’Unione merita di essere molto rafforzata e proprio per questo modificata in alcuni tratti basilari della sua concezione e azione politica per andare tendenzialmente verso gli Stati Uniti d’Europa. Come hanno scritto @Sic Est (13.00) e @Bruna Croci (14.23) serve una vera azione civica europea. La petizione New Deal for Europe si inscrive in questo alveo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/3/2014 alle 17:56
Il male dell'Europa non è l'Euro. E' esserci seduti dopo aver fatto l'Euro. E' non aver compreso che servivano subito altre riforme e modifiche tra gli Stati Membri per essere tutti più uniti e tutti più forti. Abbiamo perso 13 anni... Occorre ripartire...Uniti...o verremo travolti...
Scritto da Federico A. il 30/3/2014 alle 18:09
@Robinews. Nel Pd sei contemporaneamente per Renzi e per Civati che è il suo oppositore interno. Per l'Europa sei per Renzi, per Grillo e per Tsipras. Scusami ma te lo volevo dire da tanto tempo: più che un rivoluzionario mi sembri un confusionario.
Scritto da Mario T. il 30/3/2014 alle 19:27
Fuori tema. Ma tu pensa una miracolata qualsiasi come la Serracchiani che si rende lecita richiamare all'ordine, con modi pure mafiosetti, la seconda carica dello Stato (già procuratore nazionale antimafia) sol perchè, come ogni persona di buon senso e che abbia un minimo di cultura costituzionale, ha espresso fondate perplessità sul "nuovo" Senato; che, personalmente, l'ho già motivato, considero una boiata pazzesca! La Serracchiani! Povera Italia!
Scritto da domenico nitopi il 30/3/2014 alle 21:11
@Mario T. 19,27. A questa osservazione che può apparire corretta ho già risposto ad altri interventi che me lo avevano segnalato. Mi ripeto. io sono uno di quelli che non appendono il cappello sempre e solo allo stesso attaccapanni. Tra l'altro i nomi che fai hanno "tutti" dei pro e dei contro ma per me "dovrebbero" avere molte più "convergenze" che "divergenze" nell'interesse generale del paese e dell'europa. A tutto questo mondo guardo sempre con interesse critico positivo. (segue)
Scritto da robinews il 30/3/2014 alle 21:39
Robinews (segue Mario T.). Per esempio, dire che apprezzo lo spirito di cambiamento contenuto nell'ipotesi di superamento del Senato che porta avanti Renzi e che nello stesso tempo mi interessa il contributo critico di Pietro Grasso, Rodotà e altri su questo argomento VUOL DIRE ESSERE CONFUSIONARI? NO assolutamente. Al contrario intendo affermare la necessità di procedere "al cambiamento reale" andando oltre i bla, bla di vari decenni. Se invece tutto si riduce (segue)
Scritto da robinews il 30/3/2014 alle 21:47
Robinews (segue) ad una azione che "blocca" o "impedisce" qualsiasi cambiamento non ho alcuna difficoltà a essere più chiaro e meno confusionario e cioè STARE CON CHI VUOLE ANCHE IN MODO PROVOCATORIO CAMBIARE L'ORDINE DELLE COSE ESISTENTI e non me ne frega nulla se questi si chiamano Renzi, Grillo, Civati, Tsipras ecc. Questo è il momento del cambiamento e del confronto "concreto sul come e sul che cosa". Le somme preferisco tirarle alla fine e non prima senza schierarmi a "prescindere".
Scritto da robinews il 30/3/2014 alle 21:53
@Mario T. (19,27) ps. Volevo solo ricordare che sposare fideisticamente "una sola posizione" politica in generale e a sinistra in particolare HO SMESSO DI FARLO DA OLTRE 20 ANNI dopo che tanti di quelli che avevano goduto della mia fiducia e appoggio MI HANNO TRADITO senza nessuna vergogna. Su questo argomento quindi HO GIA' DATO TROPPO E DECISO DI SMETTERE! Questa è forse "confusione"? Non credo, se la risposta fosse si W LA CONFUSIONE!
Scritto da robinews il 30/3/2014 alle 22:10
Grazie Giuseppe! Il Manifesto è altamente politico ma precede le divisioni elettorali. Ammonisce che l'Europa, o meglio la comunità di destino dei popoli europei, è alla scelta decisiva, come l'Ercole al Bivio di Panofsky: riprendere il processo di integrazione nei 4 building block (unione bancaria, fiscale, economica, politica), oppure rassegnarsi ad essere espressione geografica innervata da accordi commerciali. Firmerò anch'io, non ci sono alternative alla scelta più faticosa e responsabile.
Scritto da carlo benetti il 30/3/2014 alle 22:13
UN SALUTO DEFERENTE A GERARDO D'AMBROSIO, UN UOMO DI GIUSTIZIA CHE HA CERCATO DI COMBATTERE CON GRANDE COERENZA LA CORRUZIONE E IL MALAFFARE IN QUESTO PAESE. OGGI LE COSE SEMBRANO PEGGIORATE DOPO LA STAGIONE DI "MANI PULITE" MA LA SUA LOTTA NON E' STATA VANA E L'ITALIA ONESTA E PULITA DEVE RENDERGLI DOVEROSAMENTE ONORE!
Scritto da robinews il 30/3/2014 alle 22:36
Ho notato che Barbare SPINELLI ha aderito all'appello New Deal for Europe. Il fatto che questo appello abbia adesioni sia dal PSE che da esponenti di primo piano della lista Tsipras confermano che tra queste 2 realtà le possibili convergenze sono veramente tante.
Scritto da robinews il 30/3/2014 alle 22:43
Robinews. Ho letto e ti rispetto ma confermo che per me fai terribilmente confusione. Tu appoggi tutti quelli che vogliono il cambiamento ma se vanno in direzione diversa non puoi appoggiarli tutti compresi Renzi e Grillo che sono cane e gatto.
Scritto da Mario T. il 30/3/2014 alle 23:23
@Roberto Molinari (17.41) - E’ molto probabile che nei prossimi mesi ci sarà in Europa un’alleanza fra “progressisti e conservatori” ma non è facile che questi ultimi si dividano lasciando fuori dal governo i meno europeisti. Per questa ragione è auspicabile che i Socialisti e Democratici ottengano un buonissimo risultato ovunque, in primis in Italia per molte ragioni. Mai come quest’anno il risultato elettorale condizionerà pesantemente la formazione della Commissione europea.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/3/2014 alle 09:17
@Carlo Benetti (22.13) - Benvenuto su blog. Hai perfettamente ragione: unione bancaria, fiscale, economica, politica debbono innervare l’Europa altrimenti correremo il rischio di un’involuzione pericolosa sotto l’aspetto identitario, culturale, sociale e politico. Ti ascolterò molto volentieri sabato pomeriggio a Varese su questi temi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/3/2014 alle 09:21
Fuori Tema. (1) Senatori. Caligola fece senatore un cavallo, il suo. D’Alema fece senatore Di Pietro. Bersani fece senatore Grasso. Nella scala evolutiva dei posti al senato ottenuti per grazia ricevuta c’è stato un regresso. (2) New Deal for Europe. Non sento di avere un particolare trasporto per i manifesti. Spesso servono, più che per essere attaccati con la colla alle pareti, a farsi attaccare, con il mastice, dai tanti parolai (figlia di Spinelli compresa) che si travestono per l’occasione in “promotori” di qualche cosa. Un manifesto è come una dichiarazione di intenti che lascia il tempo che trova, raccoglie firme, occupa pagine di giornali, serve nei dibattiti televisivi. (3) Grasso… che cola. Spero che non faccia come i “posteggiatori abusivi” che non appena si mettono in testa un cappello con la visiera, comprato al mercato dei robivecchi, si atteggiano ad “autorità”.
Scritto da Sic Est il 31/3/2014 alle 10:03
@Sic Est (13,32 del 30/3). A parte il ruolo delle Prefetture svolto nell’era fascista, che non ha niente a che vedere con quello attuale, ricordo che se anche qualche loro funzione potrebbe essere delegata alle Questure (che sono organi di Polizia), altre funzioni prettamente amministrative e di coordinamento tra le varie istituzioni sul territorio non possono essere svolte dalle Questure. Inoltre se alle Prefetture venissero affidati i controlli di legittimità e di merito sugli Enti Locali, che già avevano prima dell’istituzione dei Co.Re.Co., credo che si potrebbero prevenire i tanti abusi e scandali che si sono successivamente verificati. Sono d’accordo che alcune spese potrebbero essere ridotte ed anche ridimensionato il numero delle Prefetture oggi esistenti sul territorio nazionale.
Scritto da Martino Pirone il 31/3/2014 alle 10:41
Oggi è il giorno in cui il governo presenterà il disegno di legge sul Senato e sul rapporto Stato Regioni. Sono curiosissimo di sapere come sarà. Spero che non ci saranno più senatori eletti, incrocio le dita.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 31/3/2014 alle 11:03
L'Europa è fallita perché ci siamo seduti. Abbiamo creduto che fatta la moneta il percorso iniziato da De Gasperi Schumann e Adenauer fosse compiuto. Invece era solo uno step. L'Europa o riparte unita mettendo da parte gli egoismi o davvero conterà sempre meno: non possiamo vincere la concorrenza degli altri blocchi visto che siamo carenti di materie prime, risorse energetiche, abbiamo un welfare superiore a qualsiasi altro paese al mondo e tutele che negli altri paesi sono un miraggio. Riprendiamo il ruolo leader e noi, Italia, riprendiamoci la leadership europea, mettendo in primo piano i principi di solidarietà e sussidiarietà troppo a lungo messi da parte da Germania e Francia ma non per colpe loro, ma perché abbiamo loro lasciato fare e delegato troppo
Scritto da Federico Antognazza il 31/3/2014 alle 11:15
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