Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 16/4/2014 alle 09:23


L’editoriale del Corriere di domenica di Ernesto Galli Della Loggia si chiede come mai la sinistra in Europa non riesca a trarre alcun vantaggio elettorale dal terribile disagio sociale esistente: 25 milioni di senza lavoro su potenziali 245 milioni.
L’editorialista illustra tre ragioni che semplifico e riassumo ma la sua analisi andrebbe letta:
La prima: La Sinistra è vittima della nostalgia di quella vera e propria età dell’oro che fu il lungo dopoguerra del consenso socialdemocratico (1945-1990). Prigioniera del passato, non è riuscita a mantenersi in sintonia con i tempi nuovi, a comprenderli e a trovare un ruolo compatibile ma diverso da quello dei suoi rivali.
La seconda: tutto questo impedisce alla Sinistra di accorgersi che parti centrali della sua narrazione non corrispondono più alla realtà. Pensa di rappresentare i bisogni ideali e pratici delle classi popolari ma questo è sempre meno vero. Non sta scritto da nessuna parte che i “poveri” debbano per forza pensare e fare cose di “sinistra”.
La terza: ciò che danneggia la Sinistra è il fatto che oggi i suoi esponenti vengono percepiti, giustamente, come una parte significativa dell’élite delle società europee, in molti casi ai vertici del potere e con un agio di vita prettamente borghese.
Matteo Renzi, secondo Galli Della Loggia, rappresenta una grande novità.
Uno, per il segretario del Pd non esiste più alcuna centralità - e quindi tanto meno nostalgia - né per la classe operaia né per il sindacato, pilastri dell’ormai tramontato consenso socialdemocratico.
Due, da lui è difficile aspettarsi scomuniche altezzose nei confronti di punti di vista e di insofferenze di segno «populista» o fatte comunque proprie dagli strati popolari. Per la giovane età, per il percorso tipicamente da outsider, il nuovo segretario del Pd è ben poco identificabile con la Sinistra dell’élite stancamente imborghesita.
Quella di Galli della Loggia è un’analisi che tutto sommato condivido. Purché non si concluda che i guai della sinistra derivino solo dal versante post comunista. Anche la sinistra post democristiana e la sinistra “laica” hanno le loro, sia pure minori, responsabilità.
Detto tutto ciò rimane però irrisolto il punto decisivo messo in evidenza dall’articolo: queste novità introdotte da Renzi daranno luogo a un’efficace azione di governo, riusciranno a oltrepassare la dimensione della leadership personale e a coagularsi in forme collettive, per esempio nella formazione di validi gruppi dirigenti?
La volontà e la capacità del Pd di formare una classe di nuovi dirigenti indipendentemente dalla loro “fedeltà” al capo è un interrogativo che sento anch’io sia per il livello nazionale che per i livelli territoriali.
 

Commenti dei lettori: 48 commenti -
@Disilluso (22,48 ieri). Grazie per avermi affiancato a @Adamoli ma credo che hai molto esagerato. Il modo di essere Renziano di Giuseppe è molto convinto e strutturato fin dall'inizio dell'arrivo del "ragazzo da Fiorenza" MA SEMPRE CON UNA CAPACITA' E AUTONOMIA CRITICA" senza mai ossequiare il capo indipendentemente dalla fedeltà come scrive e ribadisce nell'editoriale odierno. Il renzismo di Robinews invece è molto diverso da quello di @Adamoli. (segue)
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 10:10
Analisi corretta come è giusta la domanda su Renzi. Complimenti al blog per portare in discussione anche i temi politici più scabrosi
Scritto da Carlo Colombo il 16/4/2014 alle 10:15
Robinews (segue), Robinews è un renziano anomalo perchè "usa" strumentalmente Renzi e il renzismo non perchè pienamente convinto o condivisione del suo avvento e azione politica ma esclusivamente perchè rappresenta un elemento di "rottura" della stagnazione mortifera della politica italiana. Renzi rimette in "movimento" una possibilità di cambiamento e dentro questo processo potranno riacquistare forza tutti quei settori sociali e movimenti emarginati da una casta indistinta neoborghese (segue)
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 10:21
Robinews (segue) di destra, di centro e di sinistra. Naturalmente nello scenario del cambiamento non c'è solo Renzi, anzi. Il PD renziano ha il pregio di essere entrato in competizione con l'altro soggetto politico di rottura radicale di un sistema politico ed economico al collasso, il M5S. Le mie simpatie "strumentali" per entrambi sono quindi molto diverse da @Adamoli e alla docente di @Disilluso non potremo mai rispondere in modo univoco. (segue)
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 10:28
Analisi precisa. Ne approfitto per trasmettere a tutti i frequentatori del blog i migliori auguri di Buona Pasqua.
Scritto da Sic Est il 16/4/2014 alle 11:05
E' una lettura spietata dei ritardi della sinistra solo parzialmente fondata. D'accordo la Sinistra ha perso molti treni per la sua pigrizia culturale ma la classe operaia e i sindacati restano ancora centrali. Se Renzi non li considera più tali è destinato a fallire anche lui.
Scritto da Giovanni P. il 16/4/2014 alle 11:05
Nel braccio di ferro..bisognerebbe che i centristi si spostino a sinistra..o a destra..nel senso di cedere alle evidenze..con spirito critico costruttivo e riformista..radicale..altrimenti al solito chi vince non convince..ma soprattutto persevera nel rallentare il cambiamento..o addirittura nel peggiorare il clima..già insopportabile..ai vari livelli..
Scritto da zva il 16/4/2014 alle 11:35
Questo mi sembra per la sinistra un punto cruciale.
Scritto da Roberto Rotondo il 16/4/2014 alle 11:53
Robinews (segue) Le riflessioni di E.G.d.Loggia le ho lette e come sempre sono interessanti e stimolanti ma hanno secondo me un limite, l'uso di categorie politiche forse superate (perchè la sinistra non vince). Infatti se il 25 maggio il M5S fa il botto e stravince "che avrà perso o vinto"? Lo stesso per certi versi può valere anche per Renzi. Su una cosa si può essere d'accordo con La Loggia, sia che vinca Renzi (possibile) che Grillo (altrettanto possibile) questo accadrà perchè (segue)
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 11:58
Robinews (segue) In Italia, a differenza del resto d'Europa hanno fallito totalmente 3 progetti. Il primo quello della "ricostruzione di un centro" con Mario Monti; il secondo quello della destra Berlusconiana; il terzo quello di una "sinistra" che ha cercato di competere sullo stesso terreno del Berlusconismo. Il vero tallone d'Achille di Renzi potrebbe quindi essere proprio quello di "illudersi" di prendere con l'aiuto del berlusconismo il posto di Berlusconi. Sarebbe davvero tragico (x lui).
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 12:06
Continuo il discorso di ieri. Mi aspettavo una risposta. Te la pongo: non pensi sia indecente la lottizzazione personale (una volta, e già disgraziatamente, erano i partiti) che Renzi sta facendo pure nei CDA, dopo quelle in segreteria, nel Governo, e con i candidati europei? Addirittura, si è portato a Palazzo Chigi, come capo dell'ufficio legislativo, la Manzione, già capo dei vigili di Firenze. Non rispondermi in politichese; basta un sì o un no.
Scritto da domenico nitopi il 16/4/2014 alle 12:07
Io lo dico dal 1992.
Scritto da Karim Sensibile il 16/4/2014 alle 13:18
@Roberto Rotondo (11.53) - Si, sono davvero due punti centrali, sia la prigionia del passato da lasciare definitivamente alle spalle sia la necessità di una classe dirigente la cui autorevolezza non sia solo il riflesso del leader. Anche per questa ragione ero e sono contrario all'ipotesi del nome di Renzi nel simbolo del partito. Spero che non ceda alla pressione degli adulatori interessati.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/4/2014 alle 13:51
@Domenico Nitopi (12.07) - Se dovessi risponderti con un si o con un no, ti risponderei con un si con una precisazione. Se la “lottizzazione” è rispetto degli equilibri complessi di un partito, del Parlamento, della società italiana, è un fatto positivo. Se è cedimento ad una pura logica di potere per assicurarsi l’appoggio delle lobby più disparate è negativo. Sulle società pubbliche non ti so dire, conosco solo quel che leggo dai giornali ed è troppo poco per un giudizio. Prendiamo invece le cinque donne capoliste in Europa. Simona Bonafé (Renzi), Alessia Mosca (Letta), Alessandra Moretti (Bersani), Pina Picerno (Franceschini), Caterina Chinnici (non si sa ma forse Renzi). E’ lottizzazione o rispetto delle articolazioni interne? La domanda vera è se sono lì per merito o per altri motivi. Che Renzi abbia un occhio particolare al suo interesse di parte lo dò per scontato. Però, quale leader non ce l’ha?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/4/2014 alle 13:55
Caro Giuseppe, condivido abbastanza quanto scrivi e le riflessioni che fai. L’editoriale di Galli della Loggia è abbastanza duro e pone di fronte a responsabilità, non certo di secondo piano, una intera classe dirigente. Condivido anche la tua idea che ad essere messa in discussione deve essere una intera sinistra e non solo quella che proviene dal PCI. Oggi vanno ripensati i canoni politici per chi si definisce di sinistra. La “golden age” della socialdemocrazia ha sicuramente lasciato delle certezze sia nei confronti di chi ha vissuto quegli anni sia in chi li ha mitizzati perché ne era ideologicamente distante. Ma il problema è che è tutto un mondo che deve essere ripensato. Le politiche socialdemocratiche erano comuni sia alle forze d’ispirazione socialista sia a quelle democratiche cristiane. Questo ha fatto si che si fondasse un welfare continentale assolutamente gratificante e si attenuassero i conflitti sociali. Welfare e logiche corporative hanno consentito di creare un ceto medio maggioritario in Europa tant’è che si sono gestiti tutti i conflitti sociali, anche quelli più drammatici come quelli scaturiti nel terrorismo, attraverso politiche democratiche senza nessuna svolta autoritaria e questo in anni di guerra fredda. Così come, la comunanza di politiche tra socialisti e DC, ha consentito di ridurre le diseguaglianze, allargare la platea di coloro che si affrancavano dalla povertà e, attraverso la realizzazione di programmi scolastici di valore, consentire la salita di nuove forze nella scala sociale in tutti i paesi dell’Europa occidentale. Il problema è che ora tutto questo è finito. E finito perché si sono realizzati gli obiettivi. La gente, una volta raggiunto il benessere, ha ritenuto che la protezione dello Stato era eccessiva, invadente e che favoriva i furbi rispetto ai bisognosi. E ha posto nuove domande a fronte di nuovi bisogni. Questa percezione è stata comune in tutti i paese europei tant’è che le politiche socialdemocratiche sono state sostituite da ventate di liberalismo e di egoismo individuale, tanto da far spostare a destra i DC europei e a far sposare tesi “liberali” anche alla sinistra. Ovviamente questo non è avvenuto in tutti i paesi. In Italia parlare di “liberalismo” non solo è eccessivo, ma anche falso rispetto ad una situazione assolutamente incancrenita dagli eccessivi veti posti dalle lobby, dagli interessi di categoria o sindacali. Ma tant’è, il problema di inventare una nuova “sinistra” che si ponga l’obiettivo della giustizia sociale nella libertà c’è perché nel mondo c’è troppa diseguaglianza, povertà e mancanza di libertà. Il nostro Renzi può essere uomo di svolta? Bè, che l’uomo sia pragmatico al punto da sentirsi in grado di superare la dicotomia destra/sinistra può essere un bene se, in fondo alla via, l’obiettivo è di essere “democrats” come nuova categoria politica capace di formulare una nuova narrazione. Il problema saranno le soluzioni da usarsi per rispondere alla più grave crisi economica dopo il 29’ e come fare per ridurre le diseguaglianze e rimettere in moto la scala sociale. E’ vero che, per parafrasare Mao “non importa che il gatto sia nero o bianco, l’importante è che prenda il topo”, ma è anche vero che occorre giocarsi con proposte solide altrimenti si rischia di fare solo marketing politico e questo aiuta a vincere, ma non ha ridurre le disparità.
Scritto da roberto molinari il 16/4/2014 alle 14:03
@Adamoli. Credo che Domenico si riferisse, più che al partito, alle scelte in merito alla composizione dei Cda delle aziende di stato. Sono i maggiori quotidiani a titolare di "Metodo Cencelli", con buona pace di capacità e competenze. E visto come la Borsa ha reagito, un governo che tanto tiene al giudizio del Mercato si sarebbe dovuto comportare in modo differente. Cambiando verso con azioni concrete, non gattopardesche giravolte.
Scritto da Lorenzo M. il 16/4/2014 alle 14:27
E.Galli Della Loggia ha scoperto l'acqua calda, la sua analisi rispecchia ciò che molti benpensanti vanno dicendo da tempo. Come non condividere queste sue osservazioni? Quanto a Renzi avanti così, avanti tutta, se vogliono disarcionarlo ne pagheranno le conseguenze, a cominciare da qualche compagnuzzo nostalgico del passato (remoto) che non ha mai combinato niente di buono (non per sé, ma per il Paese)
Scritto da giovanni dotti il 16/4/2014 alle 14:39
"Non chiedetevi cosa la sinistra ha perso, ma piuttosto cosa avete fatto voi perché non lo perdesse". A parte unirvi alle critiche di un professore che un tale (una delle poche cose giuste che disse) definì "intellettuale dei miei stivali"..Nonché fondamentalmente liberale in senso politico ed economico...Quindi il miglior degli esegeti possibili della sinistra.
Scritto da Nino Nic Russo il 16/4/2014 alle 15:33
Un altro bel post - critico della sinistra - che condivido dopo quello di ieri su Letta. Mi fa piacere.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 16/4/2014 alle 16:05
Non esiste una sinistra europea, esistono più sinistre. Con la caduta dell' ideologie la sinistra storica si sta liquefando e fatica a trovare una sua identità. Il PD non è una forza di sinistra ma un partito moderato che, al massimo, guarda a sinistra, un posto dove, oltre identità perdute, si dovrebbe tutelare economicamente i più poveri ed i deboli. Analizzare questa storia appioppando con leggerezza l' etichetta dei "CATTIVI MAESTRI" dimostra la pochezza dei nuovi "DEMOCRATICI".
Scritto da Left il 16/4/2014 alle 16:38
@Molinari (14.03), Dotti (14.39), @Russo (15.33) - Considero Galli della Loggia uno dei politologi al momento più interessanti. Ciò non significa che condivida sempre le sue riflessioni, anzi mi è capitato di contestarlo apertamente sul blog. Questa volta invece no, la sua non è la scoperta dell’acqua calda (@Dotti), tutt’altro, è un’analisi respinta da una parte importante della sinistra mentre dovrebbe far pensare tutti quelli a cui sta a cuore e che vogliono rinnovarla. Che ce ne sia davvero bisogna mi pare fuori discussione. Renzi sta cercando di farlo. Spero, come incita @Roberto Molinari, andando ben oltre il marketing politico da molti sospettato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/4/2014 alle 16:55
@Lorenzo M. (14.27) - Ripeto che non ho elementi di giudizio probanti sulle società pubbliche e non escludo affatto che si sia cercato di accontentare i vari ambienti economici e finanziari più influenti e potenti. Puoi darmi il nome di un premier che non sia stato accusato, anche all’estero, di aver usato il manuale Cencelli in queste occasioni? Semmai il problema è di ridurre la presenza dello Stato nei settori nei quali non sia strettamente necessaria. Questo è il vero fronte aperto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/4/2014 alle 17:00
Sinistra ferma diventa destra,se passo ad una destra ferma torno a sinistra ?
Scritto da Pierluigi Galli il 16/4/2014 alle 17:54
Non è piacevole per me ma devo riconoscere che nel post c'è molta verità.
Scritto da Lettrice affezionata il 16/4/2014 alle 18:02
Sono costretto a scrivere più post, scusate!!! @robinews, chi ha esagerato sei tu nella tua lunga riposta (bella e ricca di spunti) ma, con un semplice difetto. Pensi che io sia stupido, di ciò che hai scritto su @Adamoli lo sottoscrivo al 100%, non mi sfugge la sua intelligenza, la sua capacità superiore alla mia di fare un'analisi politica molto profonda e critica, io sono uomo con un livello molto inferiore intellettualmente. Il punto da me sollevato è semplicemente indiscutibile......
Scritto da disillusodallapolitica il 16/4/2014 alle 18:28
@Left 16,38 ha toccato un aspetto non riscontrabile nelle riflessioni di Della Loggia. In Europa come in Italia ci sono più sinistre. In Grecia ad esempio l'eclisse (scomparsa) del Pasok, i socialisti Greci che erano arrivati ad avere anche la maggioranza assoluta vede la sinistra di Tsipras ormai saldamente essere la prima forza politica con il contemporaneo ridimensionamento del pericolo nazifascista di Alba Dorata.Qualcuno sul blog ha ironizzato sulle liste Tsipras in Italia (segue).
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 18:34
... e non ho mai pensato che entrambi avreste dato una giustificazione del perchè un partito, che avrebbe dovuto prendere le distanze moralmente e concretamente da un personaggio imbarazzante in tutto mondo, ha invece fatto scelte opposte al buon senso tutto li! Ditemi che mi sbaglio e ne prenderò atto. Entrambi giustificate ognuno con le sue ragioni questa scelta. Ditemi che mi sbaglio e ne prendero atto.
Scritto da disillusodallapolitica il 16/4/2014 alle 18:41
Robinews (segue). Una polemica che tendeva a dire che la scelta del nuovo Prometeo Ellenico per la sinistra-sinistra altro non è che il certificato di morte. Ebbene se la sinistra-sinistra italiana sostiene Tsipras in europa le altre forze politiche italiane (PD incluso) chi sostengono in europa? c'è forse qualche italiano? L'esempio Greco sta ad indicare che non solo esiste la possibilità di un futuro per una sinistra in europa e in Italia MA ADDIRITTURA CHE QUESTA E' NECESSARIA. (segue)
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 18:45
Robinews (segue) La crisi e la sua gestione da parte delle sinistre compromesse con il sistema hanno perso definitivamente la maschera quando hanno "sostenuto" il massacro sociale culminato nell'attacco al pilastro fondamentale dello stato sociale "l'abolizione del diritto alla pensione". Scaricare solo sulla Fornero e Monti è un comodo alibi. Tutto il sistema politico-parlamentare (nessuno escluso) ha approvato una legge che impedisce ad esempio ad una donna di 59 e 35 di contributi (segue).
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 18:53
Diciamoci la verità: mettere in ogni CDA un finanziatore proprio (non del partito) è lottizzazione personale. E, ti rassicuro, non sono lì per merito, nè i suoi, nè gli altri. In un paese normale, dopo la strage di Viareggio, Moretti non avrebbe più dovuto ricoprire un ruolo pubblico ed invece adesso è a Finmeccanica. Il rispetto delle articolazioni interne, lo sai meglio di me, è altro. Peraltro delle quattro scadenti più una che citi, mi pare che la Moretti non è più bersaniana da tempo.
Scritto da domenico nitopi il 16/4/2014 alle 18:58
... poi tu sei libero di pensare le cose che hai scritto di Renzi, io la penso esattamente all'opposto. Dico che @Pierluigi Galli aveva con un suo post , messo l'accento su una questione molto pesante, alla quale non ho letto una risposta adeguata. Mi chiedo, se ci sarà un giornalista che spiegherà come sono andate veramente le primarie nel PD, io leggendo quel post, qualche idea me la sono fatta, e anche del perchè qualcuno si agitava tanto prima delle primarie.....
Scritto da disillusodallapolitica il 16/4/2014 alle 19:02
Io credo che la fine della sinistra comunista e non, sia un tema molto interessante, e le ragioni le si possono trovare sotto ogni granello di sabbia di un deserto. Arrivo per facilità elaborativa del mio pensiero a ieri seraper esempio: le parole di Vendola (altro responsabile....) erano musica per le mie orecchie, però sono convinto che ai più specialmente i giovani per tanti motivi, potrebbero essere state incomprensibili.
Scritto da disillusodallapolitica il 16/4/2014 alle 19:50
Buono l'articolo di Della Loggia e buono il post con le sue conclusioni. Invece che respingerli bisognerebbe rifletterci.
Scritto da Un Pd Pavia il 16/4/2014 alle 21:10
Della Loggia generalizza un po'. Il terribile disagio sociale non c'e' in Germania o in Olanda. Non so in Inghilterra; in Francia e in Italia governa la sinistra. Il problema della sinistra non era quello di essere rossa ma di snobbare chi rosso non era. Renzi e' un borghesissimo figlio di un piccolo imprenditore. Quindi oggi il PD e' interclassista e popolare che serve per ottenere voti. All'Italia serve una sinistra che capisca di impresa,lavoro e meritocrazia ma non c'e' o c'e' poco....
Scritto da Andreus il 16/4/2014 alle 21:39
@disllusodallapolitica. Non si capisce niente con i tuoi commenti spezzettati. Dovresti almeno metterci un "segue" come fa @Robinews e tutti e due dovreste scrivere di meno e essere più concisi.
Scritto da Valceresio due il 16/4/2014 alle 22:16
Robinews (segue 18,53) di andare in pensione.Il tradimento più grande di un solenne contratto sociale. Una donna che dovrà aspettare ancora 8 anni, senza lavoro e senza stipendio, in conclusione LA MORTE. Chi saprà dare "subito" una risposta di giustizia a questa donna E' LA SINISTRA DI OGGI E DEL FUTURO. Renzi con Poletti e compagnia "non decidendo" se non daranno questa risposta non è sinistra e questo vale anche per un sindacato non solo è assente ma anche "complice".
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 22:42
@Disilluso 18,28, Dirti che sbagli è ovviamente difficile. Io continuo a pensare che siamo in una fase in cui il Renzi, approfittando della debolezza e tramonto irreversibili dell'interdetto-decaduto cerca di "usarlo". Se ci riesce tanto di cappello. Ribadisco anche quanto scritto (12,06), se Renzi si illude di prendere il posto di Berlusconi con l'aiuto dei Berlusconiani per lui sarà la fine.
Scritto da robinews il 16/4/2014 alle 22:58
@Valceresio due ha ragione. @Disilluso dalla politica e @Robinews si accavallano con i loro commenti ed è difficile seguirli. Dovrebbero distinguere di più i loro argomenti e forse scrivere di meno. Scusate.
Scritto da Osvaldo il 16/4/2014 alle 23:03
@Pierluigi Galli (17.54) - Lasciamo perdere la Destra. Puoi contestare che la Sinistra era ferma e che guardava nel retrovisore della storia? Rispondi con sincerità.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/4/2014 alle 09:14
Caro @Giuseppe, anche Panebianco è un politologo "interessante", ma bisogna capire se le sue analisi (come quelle di Galli...) siano finalizzate a "sollecitare e a migliorare" la sinistra oppure a combatterla. Temo che quel tipo di politologi quando parlano e "ispirano" la sinistra lo facciano perché hanno in mente qualcosa di assai diverso di quello che la sinistra DEVE essere. Forse, se me lo consenti, la loro "sinistra ideale" è poco sinistra e molto...mercato. Molto liberale (non "liberal") in senso economico. Insomma un po' (molto?) più simile alla loro idea di partito: moderato, forse conservatore, assai poco di massa....Insomma anche se "interessanti" quella specie di politologi lì hanno da tempo, molto prima che arrivasse renzi, immaginato una sinistra che fosse molto simile alla destra. Praticamente la stessa cosa. E il periodo del loro maggior fulgore, nel quale si sono mossi meglio, è stata "l'era berlusconiana". Sarà un caso?....
Scritto da Nino Nic Russo il 17/4/2014 alle 09:21
@Adamoli. Comunque il problema della sinistra e' sempre stato dato dal fatto che, alla prova del voto,erano sempre in maggioranza quelli di destra o comunque non di sinistra. Quindi sul tema si dovranno pur interrogare anche coloro che ai tempi dipingevano per es il PC come il Babau mangia bambini e preti. Moro aveva iniziato un percorso ma si sa come purtroppo e' andata.
Scritto da Pierluigi Galli il 17/4/2014 alle 10:14
Caro Giuseppe non c'è nessuna “cortina” da spaccare per la semplice ragione che la sinistra si è smarrita da tempo dentro la "modernizzazione" e invece di fare il suo mestiere ha fatto quello degli altri. Altro che prigioniera del passato! Ed è proprio dentro questa "modernità" che puoi trovare la risposta anche alla domanda "Renzi riuscirà a oltrepassare la leadership personale e a formare nuovi gruppi dirigenti?"
Scritto da Rocco Cordì il 17/4/2014 alle 10:24
Quelle di Galli Della Loggia sono tutte sciocchezze trite e ritrite.
Scritto da Dino il 17/4/2014 alle 10:42
@Nino Nic Russo (09.21) - Galli della Loggia è solitamente aspro con la Sinistra e ancora di più con la Destra. Fa il suo mestiere di critico che è quello di far riflettere sulle magagne della politica. La domanda da farsi volta per volta è se ha centrato il bersaglio oppure no. La mia risposta in questa occasione è positiva purché, come dico nel post, comprenda anche la sinistra cattolica e laica che hanno le loro responsabilità seppure minori. Si, caro Nino, anche la nostra sinistra cattolica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/4/2014 alle 12:01
@Rocco Cordì (10.24) - "La sinistra si è smarrita da tempo dentro la modernizzazione....". Su questo concordo. Se però vuoi dire che per non smarrirsi doveva continuare ad essere sempre uguale a se stessa non ti seguo più. E' proprio questa strada lastricata di illusioni che ha portato all'inferno dell'emarginazione chi ha preteso di seguirla senza uno sforzo di rinnovamento culturale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/4/2014 alle 12:05
Adamoli rispondendo a @Rocco Cordì, dice una verità assoluta. Il problema è chiedersi cosa significhi per la sinistra rinnovarsi e modernizzarsi. Se è seguire, anche se a tratti, la conservazione e la moderazione, sono io quello che "non riesce a seguire." La sinistra storica ha fallito nel suo concreto manifestarsi, ok, ma il capitalismo, questo capitalismo, cosa ha prodotto? Solo "fiori ed essenze profumate? Questo dominante liberismo ha accorciato le distanze tra ricchi e poveri? Si o no?
Scritto da Left il 17/4/2014 alle 12:48
@Left (12.48) - Accidenti, Left. Per rispondere alle tue domande ci vorrebbe un libro che io non so scrivere. E’ roba di quei professoroni che hanno studiato tutta la vita mentre io, come dico spesso, sono un politico da trincea. All’ultimo rigo rispondo no. E’ lampante che il capitalismo non ha accorciato le distanze fra i ricchi e i poveri. E’ un problema gravissimo a cui porre rimedio. Ma tu mi sai dire quale altra filosofia politica alternativa ha mai risolto questo problema? In Cina c’è un comunismo pubblico e un “liberismo” affaristico che sta producendo disuguaglianze perfino più profonde degli Usa. Mi accontento di una Sinistra che metta al centro la conquista di una maggiore giustizia sociale stando lontano dalle ideologie del Novecento. Per far questo non ci vuole né moderatismo né conservazione ma seguire con coraggio innovativo tutte le “migliori pratiche” democratiche che si conoscono. Concentriamoci su questo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/4/2014 alle 15:07
@Adamoli. Continuare ad essere uguale a stessa ? Ma quando mai. Doveva solo fare il suo mestiere di forza di sinistra nelle nuove condizioni date...
Scritto da Rocco Cordì il 18/4/2014 alle 21:51
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