Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 24/4/2014 alle 09:53


Nello scontro alla Camera tra la minoranza Pd e il ministro Poletti sul Decreto riguardante il lavoro a tempo determinato e l’apprendistato ha vinto la prima (minoranza nel partito ma non si sa quanto nel Parlamento). Questa è la realtà.
Per quanto le differenze di contenuto fra il testo votato ieri e quello del governo non siano molto rilevanti la mia sensibilità è più vicina al ministro Poletti. Al Senato, dove la maggioranza Pd è molto meno schiacciante, si troverà il compromesso che sarà simile al Decreto originario. Già questo è paradossale.
C’è una conseguenza immediata e c’è una preoccupazione di lunga portata. La conseguenza concerne le imprese (i soli fattori di occupazione reale) che si guarderanno bene dall’assumere giovani in cerca di lavoro fin tanto che il Decreto non sarà stato approvato definitivamente.
La preoccuazione è relativa al famoso Jobs Act che è molto più complesso e controverso del Decreto Poletti. E’ prevedibile che avrà vita assai difficile e che possa essere stravolto.
A quel punto si continuerà con questo Parlamento oppure, dopo le elezioni europee (se per il Pd andranno bene), il premier penserà alle urne anticipate? E cosa deciderà il Presidente della Repubblica a cui spetta la parole finale?
Questa è l’arma vera in mano a Renzi. Se la userà per governare sarò d’accordo con lui. Se si metterà a vivacchiare sarò contro. 

Commenti dei lettori: 83 commenti -
Preoccupazioni e domande giuste. Non so se il Pd terrà su tutto il programma del governo e non soltanto sul lavoro. Incrociamo le dita.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 24/4/2014 alle 11:16
Se Renzi si metterà a vivacchiare sarà finito. Ma non succederà.
Scritto da Stefano C. il 24/4/2014 alle 11:37
Parlare di assunzioni solo grazie ad una legge mi sembra molto riduttivo; prima si devono creare i presupposti per lo sviluppo che per logica conseguenza produce lavoro e per far questo occorre eliminare la corruzione, la burocrazia e la speculazione finanziaria sul loavoro che sono i veri vincoli che impediscono gli investimenti. Si può governare solo utilizzando una spada di Damocle? Personalmente lo ritengo un metodo che prima o poi si ritorce contro chi lo applica. Mi ripeto, lo so, ma se si fossero scritti gli accordi e si fossero fatti validare da elezioni che garantissero il sostegno popolare oggi saremmo tutti molto più sereni.
Scritto da Alessandro Milani il 24/4/2014 alle 11:58
La Cgil che opera dietro i parlamentari Pd della minoranza è roba vecchia che non capisce niente dei tempi nuovi. Cosa pensano? di creare loro i posti di lavoro con le loro scelte conservatrici?
Scritto da Lux il 24/4/2014 alle 12:08
Che ci si chieda se il PD terrà sul tema "lavoro" è la migliore risposta sullo stato di questo partito su un tema che dovrebbe essere decisivo nella vita di un partito che "vorrebbe" essere di sinistra o progressista.La mia risposta alla domanda è SI certo, che terrà perchè a scontrarsi sono 2 falsità: una falsa destra e una falsa sinistra. @Adamoli ha già scritto che il decreto Poletti ha subito modifiche "non rilevanti" e questo la dice lunga sul solito "cinema" politico italiano. (segue)
Scritto da robinews il 24/4/2014 alle 13:21
Rendetevi conto che questo governo è anche peggio di quelli di Monti e Letta. Non caverete un ragno dal buco sul lavoro e non solo perché la sinistra all'interno del Pd è ancora forte e legata alla Cgil ma perché Renzi non ha le idee chiare su cosa fare.
Scritto da Ugo F. il 24/4/2014 alle 13:21
Robinews (segue). Un cinema dell'inganno che per oltre un ventennio non ha prodotto nulla di buono in tema di "lavoro". Queste false sinistre e false destre (unitamente ai sindacati) hanno accolto plaudenti le leggi della Fornero in tema di mercato del lavoro e pensioni. Queste nuove norme hanno assestato l'ultimo colpo mortale al mercato del lavoro, all'occupazione, alle pensioni. Le porte per l'accesso al lavoro dei giovani sono state letteralmente sbarrate. Centinai di migliaia (segue)
Scritto da robinews il 24/4/2014 alle 13:28
Robinews (segue) di lavoratori in età pensionabile sono stati sbattuti fuori dal lavoro provocando lo scandalo umano e sociale degli "esodati" senza lavoro e senza alcun reddito. Una politica seria (di sinistra o progressista) per realizzare concretamente una politica per il lavoro e l'occupazione avrebbe dovuto fare una legge con 1 solo breve articolo. Questo: Art. 1, sono abrogate le leggi Fornero sul mercato del lavoro e pensioni.Tutto il resto è solo fumo, ne di destra ne di sinistra.
Scritto da robinews il 24/4/2014 alle 13:36
@Alessandro Milani (11.58) - Penso anch'io che una legge sul mercato del lavoro può soltanto favorire l'occupazione, non certo crearla nella misura che sarebbe necessaria. Ma perché non cogliere anche questa occasione? Sulla tua frase finale concordo. Se il governo fosse stato l'esito di elezioni sarebbe molto meglio. Per quanto riguarda il Pd, come scrivo nel post, ci sarebbe meno distanza fra la linea del partito e i gruppi parlamentari eletti con Bersani segretario.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/4/2014 alle 14:00
Caro Giuseppe quello che è successo ieri alla Camera e quello che succederà nei prossimi giorni e settimane sui temi del lavoro è emblematico delle contraddizioni che riguardano non solo il PD, ma l’intero mondo del lavoro. Sono assolutamente convinto che il job act sarà un documento fondamentale per l’orientamento, in materia di legislazione del lavoro, di politiche attive e di ammortizzatori, che il nostro Paese vorrà prendere, tuttavia, a mio parere, questi sono tutti temi che devono essere affrontati non con sguardo ideologico o rivolto al passato, ma partendo dal concreto dalla realtà dei fatti e dalla situazione di un Paese che vive una condizione drammatica. Ho sempre pensato e continuo a pensarlo che porre il dilemma diritti vs lavoro sia un imbarbarimento della nostra cultura non solo politica, ma anche sindacale. Così come ho sempre pensato che non saranno mai delle leggi a creare occasione di lavoro o a mantenere il posto, ma che solo la capacità di innovare, di fare intrapresa e la voglia di cambiare il proprio destino rispetto alla nascita possono, appunto, “creare” lavoro. Qualche giorno fa ho sentito l’ex ministro Sacconi dire sostanzialmente questo “noi abbiamo una cultura di impresa, ( si riferiva ovviamente al NCD ) ci poniamo il problema di come si lavora nelle imprese ed è per questo che vogliamo togliere il controllo dalle centrali sindacali e dal pubblico la formazione degli apprendisti e puntare sull’ ”apprendimento formativo” che si fa in azienda, la cultura del fare che lì si fa”. Voglio soffermarmi su questo tema perché credo che sia emblematico dei problemi e di come sia facile distorcere la realtà. Ora, a parte qualche dubbio sulla conoscenza di una impresa da parte di Sacconi, mi sembra importante sottolineare che la prima opzione contenuta nel decreto Poletti toglieva totalmente, ad esempio, l’obbligo di formazione per gli apprendisti. Dunque neanche quello in azienda era previsto. In secondo luogo si dimentica che l’”apprendistato” comporta un minor costo per l’azienda – oltre che una retribuzione più bassa per il lavoratore - e questo è giustificato dal fatto ( e l’Europa su questo è molto attenta ) che si vuole favorire la “formazione” di chi non è ancora in grado di svolgere pienamente un lavoro. Ora, in passato, si è molto abusato dell’apprendistato, quattro o cinque anni per diventare commessa o parrucchiera, bè francamente è forse anche semplicistico chiamarlo abuso. Il tema è che l’apprendistato è stato utilizzato troppe volte solo per abbattere i costi e non per “formare” e far crescere le persone e su questo, mi spiace dirlo, anche le aziende hanno grosse responsabilità. Aggiungo anche che trovo “strambo” non porre dei limiti al numero di apprendisti e non prevedere nei CCNL un “obbligo” limitato di assunzione. Immaginiamo, perché questo è quello avviene, una azienda che al termine dell’apprendistato non trasforma il contratto e passa ad un'altra assunzione, sempre di apprendistato. Ovviamente avendo costi più bassi c’è l’interesse a favorire questa scelta rispetto a quella di avere un lavoratore che da lì in poi costa di più, tanto più se la “formazione” non l’hai fatta. Ora, è ovvio che questo non può essere che un ragionamento generale e non assoluto, tuttavia, situazioni come questa aprono, almeno in me, fanno crescere più dubbi rispetto all’idea che si debba passare alla totale deregolamentazione delle casistiche di entrata nel mondo del lavoro per creare opportunità. Ho voluto citare questo esempio perché credo che sia emblematico di come la realtà sia un po’ diversa da quella che “ideologicamente” viene rappresentata. Oggi c’è un imbarbarimento delle condizioni lavorative. C’è una vasta gamma di forme di sfruttamento, soprattutto nei confronti delle donne, favorita dall’assenza di lavoro, ma anche di controlli da parte dello Stato. Personalmente sono convinto che occorra semplificare, rendere meno burocratico e costoso il voler assumere ( e la discussione attuale sta solo allontanando la possibilità di assumere persone, tra l’altro ) e fare questo non vuol dire sposare la tesi di chi dice “nulla deve cambiare”. Significa lavorare per rendere più semplice e meno farraginoso il nostro sistema, ma renderlo anche più trasparente e facilmente “controllabile” da parte di chi deve fare questo. Tralascio ogni discussione, in questo momento, sul contratto a tempo determinato su cui si potrebbero, anche qui, scrivere alcune pagine sulle contraddizioni e sui rischi di precarietà che si possono creare se non si pone attenzione alle virgole.
Scritto da roberto molinari il 24/4/2014 alle 14:15
(1) Con i bastian contrari di professione si può trattare solo con prove di forza, paventando loro la possibilità di scioglimento delle camere: diventare disoccupato, senza arte né parte, fa paura ai nostri politici abituati a laute prebende. Non capiscono altri argomenti. (2) Nessuna legge crea lavoro, vero, ma è altrettanto vero che pessime norme lo possono distruggere. Una legge che semplifichi certe norme, buone solo per i soviet, può avere sicuri effetti benefici sul mercato del lavoro.
Scritto da Sic Est il 24/4/2014 alle 14:59
Mio figlio forse sarà assunto in prova per un tempo determinato da maggio. Prego il Cielo che sia vero. Precario è molto meglio di disoccupato.
Scritto da Una mamma di Malnate il 24/4/2014 alle 15:23
Sono convinto che tutti i distinguo e le minacce di non voto che, di volta in volta, emergono all'interno della maggioranza e dello stesso PD su questo o quell'argomento, non siano espressione di reali e sostanziali differenze sul merito dei provvedimenti proposti dal Governo, bensì manifestazioni di un'esigenza, tutta politica, di posizionamento tutta politica, per misurare il proprio potere contrattuale nei confronti del premier. In altre parole, le schermaglie sui singoli temi, come nel caso della riforma del lavoro, sono a mio parere soltanto strumentali a ben altri obiettivi dal cui raggiungimento dipendono la sopravvivenza ed il futuro delle diverse componenti politiche, siano esse di natura partitica o correntizia. Questa mia personale chiave di lettura trova conferma anche nell'atteggiamento tenuto in questi giorni da quella che, mediaticamente, si sta accreditando come la minoranza interna al PD e che un po' superficialmente viene definita dai commentatori come “componente di sinistra”. La mia sensibilità mi porta a diffidare profondamente di quanti, come i bersaniani, i dalemiani, i cuperliani, i giovani turchi, ecc., sono stati parte attivissima negli ultimi quattro anni di governi di ampia coalizione, come quelli di Monti e Letta, i cui programmi prevedevano riforme molto più “di destra” di quanto non sia oggi il jobs act di Renzi. Per non parlare, poi, delle riforme costituzionali, rispetto alle quali la “vecchia guardia” del PD ha sempre contemplato il superamento dell'attuale forma di democrazia parlamentare in una prospettiva presidenzialista o semipresidenzialista. Poi si può entrare nel merito di ogni questione.
Scritto da Leonardo C. il 24/4/2014 alle 15:41
Sulle politiche per il lavoro, ci sarebbe molto di più da dire rispetto al dibattito di questi giorni sulla diatriba all'interno del PD. La flessibilità nel mondo del lavoro non è un'idea di centrosinistra e nemmeno di centrodestra ma il necessario adeguamento alle esigenze strutturali dell'attuale sistema economico. Si può essere vicini o meno al ministro Poletti ma i veri quesiti sono: 1) siamo d'accordo su un sistema in cui, oggi, la competitività estesa a livello globale costringe ad adeguare il nostro costo del lavoro a quello di Paesi come Cina, Bangladesh, ecc.? 2) E' possibile che assurgano a modello di produttività le forme di lavoro vigenti in questi Paesi, prive di regole quando non, addirittura, basate sulla schiavitù e sul lavoro nero? 3) E' sostenibile che la deregulation, in corso nel nostro Paese in nome della tutela delle PMI, conduca a future condizioni di lavoro in cui la contrattazione sia quasi ridotta a livello individuale, con modalità di fatto ricattatorie riguardo al salario, alle condizioni di lavoro, all'orario di lavoro? 4) E' tollerabile che le imprese utilizzino, strumentalmente, la crisi per ristrutturare, a spese dello Stato (CIG, mobilità, ecc.) le proprie attività, con la sola finalità di azzerare i contratti di lavoro in essere, salvo poi riassumere lo stesso personale con contratti flessibili, privi delle tutele che il medesimo lavoratore possedeva prima? 5) Quale modello sociale hanno in mente, per le nuove generazioni, i riformisti (di centrodestra e di centrosinistra) che si propongono, a parole, nei loro programmi, la centralità della famiglia mentre, a fatti, nelle loro disposizioni, stanno costruendo un modello di società fondato sulla precarietà, che condanna alla labilità non solo i rapporti lavorativi ma anche i rapporti umani ed affettivi?
Scritto da Leonardo C. il 24/4/2014 alle 16:13
@Leonardo C. e @Roberto Molinari - Condivido, Leonardo, il tuo commento delle 15.41. La preoccupazione di molti protagonisti politici sembra davvero quella di issare delle “bandierine” sui vari distinguo per strappare una rendita di posizione per il futuro prossimo. Rispetto alle domande che fai alle 16.13, le mie risposta sono NO alle prime quattro. Sulla quinta auspico un chiarimento almeno in termini di impostazione generale da parte del governo e soprattutto da parte dei nostri alleati. L’intervento articolato di @Roberto Molinari alle 14.15 contiene nel merito delle politiche del lavoro un ragionamento che mi pare accettabile sotto molti punti di vista.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/4/2014 alle 17:24
@Robinews. Il tuo articolo 1 è "Sono abrogate le leggi Fornero sul mercato del lavoro e pensioni". Il mio articolo 1 è "Ognuno ha il diritto vi vivere in gioia e serenità". Robinews, cosa ti aspetti la rivoluzione da Renzi? Svegliati, le rivoluzioni le fa il popolo non i Renzi e nemmeno i Vendola.
Scritto da Dino il 24/4/2014 alle 17:49
Il decreto è una condanna alla precarietà permanente. Il Jobs Act è una favola, neppure bella ed ancora tutta da scrivere. Se queste sono le riforme che volevate, bene. Basteranno per vincere le Europee, ma non per avviare, quantomeno, la soluzione dei problemi. Il PD-NCD, per logica, non dovrebbe reggere - troppe maggioranze: quella delle riforme con B., quella di governo con A., quella di partito, quella contraria parlamentare -, ma la pochezza degli altri farà il miracolo. E' la volta buona.
Scritto da domenico nitopi il 24/4/2014 alle 18:12
Se davvero un imprenditore basa la sua scelta di assunzioni sul vantaggio legislativo o fiscale allora vuol dire che sta cercando di abbassare i costi e non crede fino in fondo alla sua idea imprenditoriale. Attendendo di legge in legge si puó aspettare il Poletti, il Jobs Act, il prossimo taglio irap...le elezioni europee, le politiche...oppure puoi mettere in vetrina il cartello "cercasi stagista" come ho visto l'altra sera in centro a Lecco. È evidente che la parte piu ideologizzata (sinistra) presenti ogni riforma come un attacco ai diritti (facendo leva su paure e minacce). È del tutto evidente che le norme sul lavoro, in Italia, sono farraginose e richiedono uno slalom tra codici e giudici. Mi auguro solo il governo confermi, di fondo, un impianto che tenda ad abbassare gli oneri complessivi sul lavoro. Gran parte dello stimolo, piu che da riforme normative, dipende dalla remunerazione del lavoro stesso che se non premia il fattore lavoro (a discapito della rendita) lo rende non appetibile.
Scritto da Loris Jep Costa il 24/4/2014 alle 18:18
Mi domanderei se Renzi riuscirà nella rincorsa per recuperare il tempo perso...sulle inadempienze e disuguaglianze..per poi superare in scioltezza quel treno sbandato con altre basi strutturali e sistemi..inoltre se durante la rincorsa si perderanno altri pezzi supposti importanti..basta che poi il puzzle si completi per incominciarne un altro ben più colorito, concretamente valido e consolidato..su cui ricostruire il presente futuro..automaticamente
Scritto da zva il 24/4/2014 alle 18:41
@Dino 17,24. La rivoluzione la fa il popolo? E quando mai ho scritto il contrario. Guarda che non è escluso che il 25 maggio ci sia il secondo super botto dopo quello del 25 febbraio (2013). Renzi stia molto attento, nella palude in cui si è tuffato con grande e fin troppa generosità nuotano rettili molto voraci. La settimana prossima prossima, se fossi in lui, sbatterei in faccia il tavolo al fu cavaliere, ai diversamente berlusconiani e al suo stesso partito (quello dei parlamentari).
Scritto da robinews il 24/4/2014 alle 18:44
@Una mamma di Malnate ha pienamente ragione. Il primo diritto di un giovane è quello di trovare un lavoro. Il posto fisso viene dopo. Forse non era così un pò di anni fa ma adesso togliere i ragazzi dalle strade è la cosa più urgente.
Scritto da Vox populi il 24/4/2014 alle 19:17
Citazione: "La vera sfida riformista non è difendere le norme degli anni Settante ma adattarle introducendo nello stesso tempo nuovi diritti alla formazione, alla conciliazione e così via". Giustissimo, i sindacati e in particolare la CGIL sono indietro 30 anni e più.
Scritto da Max il 24/4/2014 alle 19:26
@Una mamma di Malnate, spero che tuo figlio trovi subito un lavoro, anche precario. Però gli auguro di essere assunto quanto prima a tempo indeterminato, di precari sfruttati ve ne sono abbastanza. Il PD, ha la missione di fare le regole che piacciono al team cui faceva parte Emma Marcegaglia, il resto solo gli allocchi si lasciano fregare, meglio Alfano.
Scritto da disillusodallapolitica il 24/4/2014 alle 20:31
Sono parole al vento, urge che il governo illegale si dimetta e si torni ha votare.
Scritto da Antonio Tieso il 24/4/2014 alle 20:47
@Dino e Robinews. La vostra rivoluzione fa sorridere. Oggi i veri cambiamenti si fanno concretamente con le leggi in Parlamento. Grillo farebbe la rivoluzione con le battute buone solo per chi non sa cos'è lavorare, faticare, costruire mattone su mattone.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 24/4/2014 alle 20:55
Nessuna legge crea lavoro, una cattiva legge lo distrugge. Mi sto divertendo per una vicenda kafkiana con la Provincia e l'Ispettorato del Lavoro: una ci ha mandato una tirocinante con le relative prescrizioni - seguite scrupolosamente come controllato dalla tutor provinciale - e l'altro ha fatto un verbalone: ma naturalmente la colpa non è della Provincia... le modalità di intervento poi sono a dir poco sovietiche, o meglio maoiste: ti fanno il verbale, ma si rifiutano di farti accedere agli atti. Comunque prima o poi ci arrivo. Sai Giuseppe, quando senti di ispettori presi a mazzate vorrei proprio poter dire che chi lo fa ha torto...
Scritto da Massimo Galli il 24/4/2014 alle 21:46
Governo illegale. ...illegali i grilli. rileggersi la Costituzione e anche l esito del voto ... mi pare un obbligo....darsi da fare per risolvere problemi come sta facendo il Governo. ..altro obbligo che populisti e estremisti nn vogliono capire.
Scritto da Gianluca Pirovano il 24/4/2014 alle 21:49
@Adamoli. L'unica arma in mano ... sarà la minaccia...un bel confronto "democratico"!
Scritto da Rocco Cordì il 24/4/2014 alle 23:06
XXV APRILE 2014. Lo avrai/ camerata Kesserling/ il monumento che pretendi da noi italiani/ ma con che pietra si costruirà/ a decidere tocca a noi/............... Se vorrai tornare/ ai nostri posti ci troverai/ morti e vivi con lo stesso impegno/ popolo serrato intorno al monumento/ che si chiama ORA E SEMPRE RESISTENZA. (P. Calamandrei)
Scritto da robinews il 24/4/2014 alle 23:31
Non si capisce il riferimento al poter assumere solo dopo ecc. Mi pare chiunque possa assumere in questo paese.
Scritto da Nino Cartosio il 24/4/2014 alle 23:53
Nulla da aggiungere a quanto ha scritto Molinari in merito alla questione dell'apprendistato, dove un certo padronato italiano ci gioca e ci marcia: ha ragione Roberto che l'apprendistato ha senso solo se si accompagna alla formazione (e di questo avrebbe dovuto ricordarsi fin dall'inizio lo stesso Poletti). Quanto al contratto a tempo determinato cì poco da dire: fino a quando esisterà questa forma di assunzione- che sia di 36 mesi o meno, che ci siano 8 o 6 o 4 i possibili rinnovi, poco importa - il datore di lavoro deve pagare di più gli assunti, secondo un ovvio scambio tra non garanzia del posto e salario. Quanto poi al Piano dei lavori, che ci si ostina a chiamare jobs act, quasi che la lingua italiana sia ormai una forma di comunicazione di serie B, vedremo;vorrei però consigliare a Renzi di ascoltare le parti sindacali, che i qualcosa da dire senz'altro hanno; non vorrei che la fretta, la voglia di mostrare il proprio decisionismo e autorevolezza giochino brutti scherzi. Già il lavoro sulla riforma istituzionale e su quella elettorale non sta partorendo qualcosa di entusiasmante.
Scritto da mariuccio bianchi il 25/4/2014 alle 09:20
@Cartosio. Il problema non é assumere, é licenziare. Se sei costretto a tenerti anche lazzaroni e sabotatori (servono esempi?) non assumerai mai.
Scritto da Massimo Galli il 25/4/2014 alle 09:27
Ora il problema di Renzi non è il vecchietto ex cavaliere (non è cambiato, sa che vince contraddicendosi), ma il suo partito che, non appena si accorge che "forse si possono vincere le elezioni", ripropone il solito atteggiamento suicida di sempre. Eterni irresponsabili che non vedono niente oltre il personale interesse di bottega. Dopo la rottamazione gettarli nell'altoforno. Capiscono solo se messi davanti al pericolo della fine della legislatura e la conseguente perdita economica.
Scritto da Sic Est il 25/4/2014 alle 09:46
@Massimo Galli (21.46) - Ti capisco molto bene. A volte mi domando dove sta il confine fra la legislazione farraginosa e soverchiante e l'ottusità (?) di certi burocrati.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/4/2014 alle 09:57
@Rocco Cordì (23.06) - Perché Rocco? Le eventuali elezioni anticipate sarebbero contro il confronto democratico? No le richiedeva (richiede) anche Sel?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/4/2014 alle 10:00
Torno in questo momento dalla celebrazione, ben riuscita, del 25 Aprile a Vedano Olona, il luogo dove ho sempre abitato. L'oratrice ufficiale dell'Anpi di Varese ha dedicato un quarto del suo discorso all'attualità politica sostenendo con enfasi che il Senato dovrà continuare ad essere eletto direttamente dal popolo. Una tesi che naturalmente ha la sua dignità ma un esempio di come il 25 Aprile non dovrebbe essere strumentalizzato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/4/2014 alle 12:15
@Adamoli, io non ci trovo niente di così grave. L'Anpi deve saper guardare anche alla vita democratica di oggi, e poi strano che i vari richiami "politici" nei discorsi di tutti questi anni, da parte degli oratori dell'Anpi siano stati ben "accolti", veramente strano.
Scritto da disillusodallapolitica il 25/4/2014 alle 12:31
 “... un esempio di come il 25 Aprile non dovrebbe essere strumentalizzato”. Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/4/2014 alle 12:15 Gallarate; sono di ritorno dalla commemorazione del 25 Aprile. Una cerimonia mesta, direi quasi svogliata, un rituale per pochi abitudinari. Ho parlato con molti: prevale il pessimismo, corretto dalla speranza messianica del leader carismatico. Come iscritto al PSI dovremo incontrarci con la segreteria PD per organizzare una campagna elettorale. Avrò bisogno di tutta la mia disciplina di partito, ma terrò la posizione.
Scritto da ulderico monti il 25/4/2014 alle 12:52
L'oratrice avrà voluto esprimere la preoccupazione dell'associazione, formata da persone che per venticinque anni non hanno goduto dei diritti politici, per una svolta autoritaria alla quale potrebbe preludere la riforma del Senato. Temo che più che autoritaria, la svolta possa definirsi (absit iniura verbis) ignorante: delle regole elementari della democrazia e del principio fondamentale della sovranità popolare che, principalmente, si esercita attraverso il diritto di voto.
Scritto da domenico nitopi il 25/4/2014 alle 12:53
@disillusodallapolitica (12.31) - Contestualizzare il 25 Aprile in termini di valori e ideali è una cosa, dare giudizi politici netti su una riforma che si trova in Parlamento è molto diverso. Ho grandissimo rispetto per l'Anpi ma già in passato mi era capitato di contestare alcune affermazioni nei loro discorsi ufficiali. Una volta perfino dal palco dove dovevo parlare anch'io. In quell'occasione avevo naturalmente smussato la polemica ma poi ho mandato una lettera al loro presidente il quale mi ha dato pienamente ragione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/4/2014 alle 13:44
A sfavore dell' Anpi potrei sollevare invece un'altra questione, qualora si sia verificata la seguente ipotesi: che nessun oratore ha ritenuto di dedicare una piccola parte del suo intervento, sul fatto che vi sia un pregiudicato a scrivere le riforme in Italia. Perchè di dignità e moralità, in questi giorni ne sento parlare solo da gente di colore e i famigliari delle vittime della Thyssen.
Scritto da disillusodallapolitica il 25/4/2014 alle 13:50
Chissà quanti sindaci del PD 'questa mattina si sono svegliati' (come dice il testo di 'Bella ciao') e si sono domandati fra sé e sé: 'Ma che c...o di discorso devo fare oggi? Potrei parlare del lavoro, che i Padri Costituenti avevano posto a fondamento del nostro Paese nell'art. 1 Cost, che recita 'l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Il lavoro e basta, senza aggettivi o altre aggiunte. Qui oggi, con il lavoro interinale, flessibile, a progetto, a termine, io non so più da che parte sto. Che peso avrebbero le mie parole? Direi che sull'occupazione è meglio sorvolare, anche perchè bisogna fare quadrato intorno a Poletti ma, in tutta sincerità, il suo decreto non l'ho mai letto. E se scegliessi i temi istituzionali, ricordando (che fa sempre scena) il sangue versato per assicurare al nostro Paese istituzioni democratiche che impediscano il ritorno di un uomo solo al potere? C'è un però: l'anno scorso, Renzi, nel suo tour alle feste del PD emiliano, precisamente in quella di Carpi, si auspicava che il PD scoprisse il valore dell'uomo solo al comando. Parole testuali e molto suggestive. In quell'occasione citò ad esempio Fausto Coppi, ed è immaginabile che oggi tale esempio verterebbe su se stesso. Potrei mettermi a decantare la bellezza della democrazia parlamentare (oltre che della Boschi), però potrei urtare i dalemiani, i cuperliani, i bersaniani, tutta la folta schiera dei sostenitori del presidenzialismo e del semi-presidenzialismo. Non posso nemmeno buttarla sul Santo del giorno, San Marco, perchè poi mi danno del democratico secessionista. Mi rimane l'appello ai giovani, anche se a queste cerimonie non ne viene nemmeno uno, l'età media è over 65 anni. Ma che c...o dico io oggi? Ci sono! Poche parole, meglio se vuote, tono pomposo e retorica quanto basta: IL 25 APRILE, ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCIMO, E' UNA GIORNATA DI FESTA PER IL NOSTRO PAESE, UN'OCCASIONE NELLA QUALE LA COMUNITA' SI RACCOGLIE NELLA MEMORIA PER CONDIVIDERE INSIEME LA SPERANZA DI UN DOMANI NEL QUALE LIBERTA' E PROSPERITA' ALIMENTINO NEL CUORE DI CIASCUNO DI NOI IL SENSO DI APPARTENENZA ALLA MEDESIMA PATRIA. UNITI NEL TRICOLORE RENDIAMO ONORE AI NOSTRI CADUTI PER LA LIBERTA'. VIVA L'ITALIA, VIVA LA LIBERTA', VIVA IL 25 APRILE. Punto. Non c'è un c...o di contenuto, non mi sbilancio per niente, non urto nessuno, e l'applauso ce l'ho garantito. E se cambio le date, ho già bello che pronto il discorso anche per il 4 novembre'.
Scritto da eg il 25/4/2014 alle 14:55
@Adamoli (12,15), ho il timore che, oggi, ogni discorso appaia non solo forzato ma anche inadeguato. Anche noi siamo stati alla cerimonia di commemorazione, che è stata molto bella soprattutto grazie alla partecipazione della banda del paese che, come sempre, ha suonato in maniera encomiabile. Il mio sindaco ha pensato bene di fare un discorso senza microfono; così si è sentito poco o niente (e, forse, è stato meglio così). Mi era parso avesse citato Gladio (che in un discorso sul rischio democratico ci stava eccome) e allora chiedo conferma a mio marito. Lui, seraficamente, mi risponde: 'Radio, ha detto radio, non Gladio. Ha ringraziato il Gruppo Radio' (Durante le manifestazioni pubbliche, il Gruppo Radioamatori fornisce un valido supporto al Gruppo della Protezione Civile). 'Mi pareva strano' ho risposto io 'figuriamoci se questo sa cos'è la Gladio'. Ripeto: fortuna che c'era la banda, le cui struggenti note hanno accompagnato la deposizione della corona di alloro al Monumento dei Caduti. Tutto il resto solo vuote parole. Confido nel perdono di questi Defunti.
Scritto da eg il 25/4/2014 alle 15:27
@Mariuccio Bianchi, i sindacati fanno quello che sta bene ai loro iscritti che sono i pensionati e le persone che hanno già un lavoro. So che lei è una brava persona ma cerchi di mettesi nei panni di chi non ha un lavoro.
Scritto da Una mamma di Malnate il 25/4/2014 alle 17:57
@eg (15.27) - Effettivamente le bande dovrebbero restare nella nostra tradizione popolare anche solo per accompagnare le manifestazioni pubbliche, altrimenti spesso molto barbose. (Non lo dico però alla mia nipotina - patita degli One Direction - che studia musica e vorrebbe entrare nella banda del paese per tutt’altri motivi). Vedi, cara @eg, per me i simboli, le date, i segni storici sono elementi essenziali della “memoria” della nostra Patria (concetto purtroppo desueto) ma dovrebbero essere spiegati, illustrati, “illuminati dalla parola”. Quando ero chiamato a fare i discorsi per il 25 Aprile, il Primo Maggio, il Quattro Novembre (decine e decine nella mia esperienza pubblica) io mi preparavo. Magari non ero all'altezza per mancanza di cultura accademica ma ci studiavo. Ho sempre creduto nella pedagogia di queste cerimonie. Vorrei crederci ancora.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/4/2014 alle 18:50
D'accordo con Galli. Un lavoratore costa ad un' impresa il doppio di quello che prende e una volta che e' assunto a tempo indeterminato diventa quasi intoccabile. E' giusto dare delle garanzie ma le deve avere anche un'azienda e invece l'azienda e' debole. Il lavoratore e' protetto solo se e' protetta l'azienda se no presto o tardi l'azienda chiude o apre in un altro paese. Il decreto Poletti e' un colpo di scalpello, quando invece serve una politica industriale ampia e non superficiale.
Scritto da Andreus il 25/4/2014 alle 19:06
D'accordo con @Andreus e @Massimo Galli. Licenziare qualche volta è necessario. Sapendo che si può licenziare le aziende assumono più volentieri anche se non lo faranno mai per motivi futili perché sarebbe contro il loro interesse.
Scritto da ff il 25/4/2014 alle 19:46
Sempre sul 25 Aprile e le parole in libertà che si sprecano in queste occasioni, penso alla "parola per come fanno onore all'Italia i nostri due marò" oggi maldestramente spesa da Napolitano. Onore all'Italia? Sarò male informato, ma non mi pare che stiamo parlando di due eroi!
Scritto da domenico nitopi il 25/4/2014 alle 19:48
@Adamoli, a me sembra che dobbiamo fare un passo in avanti e non fermarsi al ricordo, all'emozione alla suggestione che la celebrazione del 25 Aprile ci dona. Dobbiamo aver il coraggio delle proprie azioni, parlare di sacrificio, di riscatto di democrazia, ha valore solo se si ripropongono e si contestualizzano oggi quelle conquiste dolorose, altrimenti rimane una tradizione vuota, perchè mentre ci si emoziona da una parte, dall'altra ci diciamo che restano belle parole superate dalla realta.
Scritto da disillusodallapolitica il 25/4/2014 alle 20:08
Mamma mia come è mesto su questo blog il 25 Aprile. Sono appena rientrato dalla manifestazione di Milano, ci mancavo dal 2001 (13 anni) e voglio fare un po di puntualizzazioni: 1) cara EG. Accidenti quanti c....o ci hai messo nel tuo post, non per criticarti ma per apprezzare, come ben sai quando a ragione si va sopra le righe apprezzo sempre; 2) Oggi a Milano mi sono fatto molte overdosi di ottimismo e speranza, partecipazione "imponente", la coda del corteo è arrivata in P.Duomo (segue)
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 20:17
Caspita, se ci sono lavoratori che sabotano le aziende in cui lavorano, basta fare una leggina in cui si punisce con il licenziamento questi comportamenti irresponsabili. Siccome non credo a questa possibilità, se non in un numero molto marginale, è ovvio che il problema sta da un'altra parte, il lavoratore è consapevole che la sua possibilità economica è legata al suo lavoro.
Scritto da disillusodallapolitica il 25/4/2014 alle 20:18
Robinews (segue) Dopo 1 ora della fine dei comizi; 3) I due terzi dei partecipanti erano "giovani", si cara @EG. "GIOVANI" e tra questi la presenza delle "ragazze" sovrastava quella di "ragazzi" SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSO. Molte differenze, tantissime voci, anche la Brigata Ebrea ha potuto sfilare nel rispetto di tutti e tra gli applausi. Il pezzo di corteo più applaudito era quello dell'Anpi con i suoi medaglieri d'oro al valore. Il pezzo di corteo più numeroso era quello di Tsipras. (segue)
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 20:24
Robinews (segue). La presenza massiccia della lista Tsipras mi ha ovviamente riempito di gioa. Scusate se ho fatto questa lunga cronaca ma era per dire che A NESSUNO SARA' CONCESSO DI TORNARE INDIETRO, chi ci volesse provare ho l'impressione che si troverà davanti un muro democratico umano INVALICABILE. Ora veniamo ad alcune cose "politiche" di oggi. @Adamoli (12,15) ha scritto di che a Vedano l'oratrice dell'Anpi ha "strumentalizzato" la liberazione. Non condivido il giudizio. (segue).
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 20:31
Robinews (segue) A Milano ho ascoltato l'intervento del Presidente nazionale dell'Anpi Smuraglia. Pur premettendo la urgente della necessità delle riforme istituzionali ed elettorale ha richiamato i legislatori a farlo conservando per il Senato la sua elezione con suffragio universale diretto e per la legge elettorale quello di garantire "la scelta degli eletti" da parte degli elettori. Ha strumentalizzato anche lui? NO.A Vedano quindi @Adamoli ha assistito ad un discorso (segue)
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 20:37
Robinews (segue) in linea con la "politica" generale dell'ANPI sul piano nazionale. Dire all'Anpi che strumentalizza il 25 Aprile quando si parla di istituzioni e democrazia mi sembra francamente "troppo".L'Associazione Nazionale Partigiani Italiani è il "primo soggetto" titolato a dire la sua sull'organizzazione delle istituzioni e della democrazia. Si può anche non essere d'accordo con l'ANPI ma rivolgergli accuse di "strumentalizzare" questo no! (segue)
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 20:43
Robinews (segue). Se è permesso ad un "pregiudicato-decaduto-interdetto-ex cav. ecc." di partecipare con tutti gli "onori" non solo di discutere ma anche di "decidere" del futuro delle istituzioni e leggi elettorali si deve avere la "pazienza" di ascoltare CON IL "DOVEROSO RISPETTO" una voce come quella dell'Ampi. Un'associazione che ha il sacrosanto diritto di dire la sua anche di più del "consesso politico e parlamentare" visto che sono stati "i partigiani" a farci il dono della democrazia.
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 20:51
@Nino Cartosio. (23,53) Ciao Nino, ti saluto e ti abbraccio attraverso il Blog, sono un vecchio e caro amico di Manuela. Mi piacerebbe vederti molto spesso intervenire su questo blog, ti garantisco che ne vale la pena, @Adamoli da una straordinaria tribuna per tutte le idee e tu credo che ne hai certamente molte. Un caro saluto a mamma e papà. CIAO!
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 20:57
@robinews, vorrei saperne di più, vorrei capire se il Presidente dell'Anpi ha detto qualcosina sul fatto che vi sia qualcuno che sta scrivendo le riforme Istituzionali per il bene del popolo, quando in nome di esso è stato condannato. Perchè di critiche forti al soggetto in passato ne ho sentite tante, questa mi sembra molto peggio... sempre che, non si sia voluto rivalutare in corsa la propria linea politica...sarebbe gravissimo, in fondo una botta al Senato accontenta tutti, non proprio tt.
Scritto da disillusodallapolitica il 25/4/2014 alle 21:40
@Robinews - L’Anpi occupa giustamente le piazze italiane il 25 Aprile anche (non soltanto certamente) per una sorta di delega delle Istituzioni pubbliche. In questo contesto non si dovrebbe entrare nel merito delle scelte politiche più controverse del momento. E’ una lezione che ci proviene fin dai tempi della contrapposizione Dc-Pc. Il Senato non elettivo non mette in discussione la democrazia in nessun modo. Per me questa dell’Anpi resta una strumentalizzazione politica. Poi ci sono fatti ben più gravi, ma io segnalo quelle che a mio parere sono le storture del mio campo potenziale. Affrontare le divergenze di vedute per discuterle senza animosità è la finalità che ho sempre affidato al blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/4/2014 alle 21:45
@Adamoli, (21,45) Prendo atto delle tue opinioni sul tema delle "presunte" strumentalizzazioni politiche dell'Anpi ma resto convinto che commetti un errore politico rilevante. Quanto alla "sorta di delega" delle istituzioni all'Anpi per il 25 aprile credo che sia giusto affermare che delega o non delega il 25 aprile appartenga prima di tutto alle Associazioni Partigiane (tutte) inclusa l'Anpi che ne ha il più grande diritto. Viceversa, meno male che il 25 aprile non viene "delegato" (segue)
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 22:34
Robinews (segue Adamoli) alle istituzioni, altrimenti si finirebbe alle orrende celebrazioni (per fortuna mancate) come quella di Pordenone dove il prefetto pretendeva di "vietare" Bella Ciao" ai partecipanti o al comune di Pavia dove l'oratore ufficiale doveva essere un ex generale che elogiava i repubblichini di Salò. Continuo a preferire il 25 aprile di Milano delle ass.ni dei Partigiani fortemente partecipate dai giovani che impugnano idealmente la staffetta dei "ribelli x la libertà"
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 22:42
@Disilluso 21,40. Se vuoi saperne di più vai su www.anpi.it. Potrai leggere il documento-manifesto approvato dal Comitato Nazionale dell'Anpi in preparazione del convegno nazionale del 29 aprile a Roma al Teatro Eliseo. Il presidente Smuraglia, non ha fatto alcun riferimento al condannato-pregiudicato-interdetto-decaduto-ex cav. e prossimo pluri-ricondannato. Smuraglia è un signore molto educato e fa bene a non occuparsi di personaggi in via di estinzione per "immoralità conclamata".
Scritto da robinews il 25/4/2014 alle 22:50
Ciao Giuseppe, hai totalmente ragione. Quella di Smuraglia sul Senato è una battaglia che non ha senso perché fatta nel luogo e nel momento più sbagliati. La faccia nel Pd rafforzando la minoranza. Con l'appoggio di Forza Italia e dei senatori che non vogliono stare a casa potrebbero anche vincere bloccando qualsiasi cambiamento. E' l'unica cosa che sanno fare.
Scritto da Francesco (Milano) il 25/4/2014 alle 23:00
Da oggi è ripartita la guerra al Pd riformista che ormai ha il tempo contato. Il primo maggio sarà anche peggio con i sindacati contro la riforma del lavoro. Solo una grossa vittoria alle elezioni europee può rilanciare il progetto riformista altrimenti D'Alema, Bersani, Cuperlo e Rosi Bindi avranno la loro rivincita. Per Renzi si sta preparando la stessa fine di Veltroni. Mi dispiace moltissimo dirlo ma questo è l'epilogo più probabile,
Scritto da Giorgio S. il 25/4/2014 alle 23:36
@Francesco (Milano) 23,00, @Giorgio S. 23,36. Mamma mia quanta fiducia nella forza riformatrice di Renzi. Nella discussione sulle riforme ci sono posizioni che si possono definire "conservatrici" da un lato e dall'altro "restauratrici" di certi ceti politici "sconfitti da Renzi e ci sono forze di sinistra (e non solo) che vogliono concorrere al cambiamento e al processo riformatore senza essere "nemici" di Renzi. Renzi questo lo sa e saprà tenerne conto proprio per vincere. (segue)
Scritto da robinews il 26/4/2014 alle 00:08
Robinews (segue Francesco/Giorgio) Dire che da oggi è partita la guerra al PD riformista E' COME INSULTARE IL 25 APRILE, che Smuraglia sia uno al soldo di chissà chi vuol dire "non sapere chi è Smuraglia". Robinews, a differenza vostra, è convinto che anche attraverso una dialettica anche dura, il processo riformatore andrà avanti e Renzi può farcela come ha saputo fare alle primarie. A questa prospettiva non ci sono alternative per "NESSUNO". Abbiate più fiducia, il cambiamento E' INIZIATO!
Scritto da robinews il 26/4/2014 alle 00:17
Leggo le solite geremiadi sul 25 aprile e ho perduto la residuale pazienza. Il 25 aprile è ormai una scialba ricorrenza che ha perduto se mai l'ha avuto il significato di festa nazionale. Dovrebbe essere celebrata con il ballo nelle piazze, le giostre per i bambini, le serate di spettacoli popolari. Una festa di gente viva e partecipe, senza simboli di parte, ma il tricolore. Invece è una mestizia dove spadroneggia una sinistra senile, retorica, effimera, malata di autolesionismo.
Scritto da ulderico monti il 26/4/2014 alle 07:33
Condivido @Giorgio S. (23:36). Il tappone finale degli irriducibili che cercano di sparare le ultime cartucce per lasciare tutto come è si è compattato. Non è da Silvio visibilmente acciaccato che viene il pericolo conservatore e antiriformista, ma dal cerchio magico del pantheon sovietico che si è asserragliato nel bunker. Se Renzi non vuole fare la fine di Veltroni non deve mollare anche a rischio di rivoltare il tavolo. È gente antica abituata agli agi della politica inconcludente: non molla.
Scritto da Sic Est il 26/4/2014 alle 08:52
@Ulderico Monti (07:33). Tra qualche decennio, se non prima, passati a miglior vita gli ultimi irriducibili, il 25 Aprile diventerà come il 4 novembre, una festa ignota ai più. E, intanto, non abbiamo una vera Festa dell'Unità Nazionale. Continuiamo nell'illusione retorica dei messaggi e degli interventi parolai di politici inconcludenti. E, tra qualche giorno, l'apoteosi dell'abbuffata retorica verrà raggiunta dal 1° maggio. Sarebbe meglio istituire un'unica ricorrenza di Unità Nazionale.
Scritto da Sic Est il 26/4/2014 alle 09:30
@Giorgio S. (23.36) - Le riforme avranno certamente un percorso molto accidentato che potrebbe richiedere le elezioni anticipate. Non credo che Renzi si ritirerà come Veltroni. Sceglierà piuttosto lo scontro finale alle elezioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/4/2014 alle 09:47
@Ulderico Monti, parole da incorniciare. @Sic Est, condivisione completa.
Scritto da Fab il 26/4/2014 alle 10:27
Leggo che alcuni credono alla favoletta che chi contrasta Renzi-Solone è, per ciò solo, contrario alle "riforme". Forse, più semplicemente, è contrario a queste "riforme", antidemocratiche ed incostituzionali che,tra l'altro, privano i cittadini del diritto di voto (Italicum, Senato); talora meramente enunciate (Jobs Act); talaltra sostanzialmente apparenti (Province); ecc... Se poi, per entusiasmarli, basta una riforma qualsiasi...
Scritto da domenico nitopi il 26/4/2014 alle 10:29
@Giuseppe, non dovrei essere io a spiegarti la differenza tra minacciare elezioni anticipate per far tacere qualcuno e rivendicare di porre fine ad una grave "anomalia" che ha rimesso in gioco il condannato di arcore.
Scritto da Rocco Cordì il 26/4/2014 alle 10:39
@Adamoli (18,50): sono contenta che la nipotina voglia entrare nella banda del paese: è una interessante realtà di crescita e di aggregazione. Sa quanto è bello vedere un gruppo così eterogeneo dal punto di vista anagrafico che diventa una sola cosa: settantenni che suonano insieme a quindicenni. Eh sì, non ho dubbi sul fatto che lei si preparasse a dovere per i discorsi ufficiali. Invece, c'è qualche circolo (che conosco bene, sebbene indirettamente) che ha convocato qualche giorno prima il proprio direttivo al fine di scrivere, a più mani, l'intervento del sindaco. Un mio amico responsabile dell'ANPI mi ha confidato che anche loro sono stati contattati per contribuire alla stesura del medesimo intervento. Peccato che l'ANPI e questa amministrazione comunale siano in rotta da qualche mese in quanto quest'ultima non ha recepito una mozione ANPI che vieterebbe le manifestazioni di Forza Nuova sul territorio cittadino. Probabilmente questa richiesta dell'ANPI è un pochino rigidina (io non sono per vietare le piazze nemmeno a quegli sparuti di FN) però il sindaco avrebbe avuto il dovere di gestire diversamente le relazioni: non ci si chiarisce per un anno intero e poi per il 25 aprile si contatta l'ANPI! Per questo, nel leggere la cronaca locale di ieri, non mi sono stupita … Ma la storia è lunga, fatta di dilettantismo che si unisce alla sciatteria e al senso di superiorità morale … Ma non sono racconti da blog, fermiamoci pure qui.
Scritto da eg il 26/4/2014 alle 11:01
@Robinews (20,17): hai fatto bene a sottolineare il numero di volte (3) che ho scritto la parola 'cavolo' nel mio commento. Era per meglio rendere l'idea dei tormenti interiori del sindaco-tipo del centrosinistra/PD alle prese con il consueto discorso del 25 aprile. Veniamo alla cronistoria della tua giornata milanese. Quando scrivi: 'La presenza massiccia della lista Tsipras mi ha ovviamente riempito di gioia. A nessuno sarà concesso di tornare indietro, chi ci volesse provare ho l'impressione che si troverà davanti un muro democratico umano invalicabile'. Gioia? Tornare indietro? Muro democratico umano invalicabile? Io non ti capisco. Non sarai mica un emotivo? :-)
Scritto da eg il 26/4/2014 alle 11:04
Mentre nel varesotto cresce l'organizzazione nazifascista, una crescita tra le più alte e pericolose d'Italia c'è chi scrive sul blog che il 25 aprile e il 1° maggio sono festività da mettere al rogo o al massimo da relegare nell'oblio. Per fortuna in italia e in europa non mancano chi richiama e vigila contro i pericoli nazifascisti insorgenti. @Fab (10,27), ASTENERSI PER CORTESIA DALL'INCORNICIARE LE PAROLE XXV APRILE E 1° MAGGIO, non tutti sono degni di tali parole, ricorrenze e significati
Scritto da robinews il 26/4/2014 alle 11:27
@Domenico Nitopi (10:29), che risulta essere un avvocato preparato e di conseguenza profondo conoscitore delle leggi, interviene spesso sulla incostituzionalità delle riforme Renzi e sul loro carattere antidemocratico. A parte che ogni riforma della Costituzione, costruita secondo i dettami previsti dalla Carta stessa, potrebbe apparire, ex ante, “incostituzionale”, sicuramente, ex post, se approvata, diventa “costituzionale”, non riesco a capire, per mia sicura incapacità intellettuale, quali riforme, secondo il nostro avvocato di chiara fama, dovrebbero essere portate avanti per tirare fuori dall’immobilismo, sia economico sia morale, questo Paese, distrutto dalla connivenza sottobanco di tutte le forze di opposizione con un ex cavaliere incompetente e con l’abitudine all’accomodamento. Sull’antidemocraticità ho anche qualche perplessità, me lo consenta il nostro avvocato, considerato che, anche in questo caso, una norma votata dai rappresentanti del popolo, mi sembra, diventi “democratica” a prescindere. Infine, mi piacerebbe sapere, visto che l’argomento ricorre spesso negli interventi di @Nitopi, quale sono le utilità, al cittadino qualunque non al politico al servizio di se stesso, che l’istituzione Provincia eroga.
Scritto da Sic Est il 26/4/2014 alle 11:29
@EG. 11,04, Emotivo io? Si, fino all'ultimo respiro! E poi, se ci priviamo di quel minimo di "emotività" cosa ci rimane.Buona emotività per tutti!
Scritto da robinews il 26/4/2014 alle 11:58
Ci sono amici del blog che di fronte a qualche mia "critica politica" motivata al P.d.R. hanno reagito al grido di "fuori l'infiltrato, vigilanza democratica". Scusate cari amici,siccome ieri il caro vostro P.d.R. ha ricevuto le rappresentanze dei partigiani con in testa l'Anpi alla quale anche lui E' ISCRITTO e ribadito con grande enfasi che "LA RESISTENZA E' UN VALORE INCANCELLABILE" fa parte anche lui delle "solite geremiadi"? Un "irriducibile"? Il bolscevico nel bunker? Un inconcludente?
Scritto da robinews il 26/4/2014 alle 12:12
Se ci sono tante difficoltà ad approvare il decreto Poletti figuriamoci quante ce ne saranno per la riforma del lavoro. Grillo userà la minoranza del Pd, ex comunisti, Pds, Ds, dai quali provengo, come "utili idioti" per tentare di far fuori Renzi. La perfetta nemesi storica.
Scritto da Giorgio S. il 26/4/2014 alle 12:38
@Sic est, mi confondi con i tuoi complimenti... Sai bene che una legge, "se approvata", non diventa necessariamente "costituzionale": non esisterebbe, diversamente, il successivo giudizio di legittimità costituzionale ... Che la norma votata dai "rappresentanti del popolo" (e questi mi pare che non possano esserlo pienamente, per le sentenze della Consulta e, recente, della Cassazione), sia "democratica a prescindere" è un'affermazione che, purtroppo, è smentita dalla storia, prima ancora....
Scritto da domenico nitopi il 26/4/2014 alle 13:14
... dal diritto. Quali riforme istituzionali? In ordine sparso: l'abolizione effettiva delle Province; l'accorpamento dei Comuni al di sotto dei 10.000 abitanti; la riduzione dei parlamentari elettivi a 500 complessivi, con fiducia riservata alla Camera; un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale; per dirne alcune. Le proposte sulla riforma della PA, le lascio a te, che sei stato un dirigente di chiara fama...
Scritto da domenico nitopi il 26/4/2014 alle 13:35
@robinews 22:50, ma per favore, devo dare ragione al pregiudicato, la sinistra è maestra nel fare battaglie morali, civili e di principio solo quando gli fa comodo, altrimenti fa come gli struzzi. Le battaglie sui principi si fanno prima in casa propria e non per farsi belli. Mi spiace per i tanti giovani che erano con la lista Trepass (1 avanti e 2 indietro). Molto meglio il mio Ottimo che vi doppia nei sondaggi, però anche Grillo non male, un pensierino va fatto, arma letale contro l'inciucio.
Scritto da disillusodallapolitica il 26/4/2014 alle 13:39
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