Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/5/2014 alle 08:22


E’ morto Jeb Magruder. Un nome importante anche se dice pochissimo ai giovani di oggi e quasi dimenticato da molti che erano giovani nel 1972, l’anno del Watergate, il più grande e devastante scandalo politico americano.
Magruder aveva avuto un ruolo chiave nel complotto contro i Democratici che travolse il Presidente Richard Nixon (foto). Famosa la frase di Magruder dopo la condanna: “Per me è impossibile fronteggiare la delusione che vedo negli occhi degli amici, il disorientamento in quelli dei miei figli, la sofferenza in quelli di mia moglie”.
Ancora più celebre la seguente frase: “Sono fiducioso che l’America possa sopravvivere ai suoi Watergate e ai suoi Magruder”. Una lezione “patriottica”, seppure arrivata molto tardi, che tutti i complottisti italiani avrebbero tanto bisogno di imparare.
Non so se hanno ragione gli storici (non tutti) i quali affermano che lo “spirito americano” era presente nell’ America del Nord fin da prima della nascita degli Usa.
Certamente non è facile riscontrare in Italia lo stesso spirito nazionale che pure sotto traccia esiste. Conosco l’obiezione: “con una classe dirigente così…”. Vero, ma noi italiani non auto assolviamoci da tutto. Non è il modo migliore se vogliamo preparare la riscossa.

Commenti dei lettori: 26 commenti -
"Lo spirito Americano presente nell'America del nord fin da prima della nascita" A questo era dovuto l'ottimismo dei Magruder e dei sopravvisuti al Watergate. La domanda di oggi di @Adamoli, "NOI ITALIANI", con gli stessi interrogativi di Giuseppe sono anni che me la pongo e spesso mi confronto su questo tema con alcuni amici e compagni. Il famoso "spirito americano" dove ha le sue origini? Se diamo una risposta onesta a questa domanda troviamo la risposta corretta. (segue)
Scritto da robinews il 19/5/2014 alle 08:58
Robinews (segue) La risposta che insieme ad alcuni amici e compagni continuiamo a dare è che tutto ha origine nella metà del 16° secolo e nello scontro tra "riforma protestante" e "controriforma del concilio di Trento". Nella riforma protestante ci sono stati risvolti politici rivoluzionari che sono andati ben oltre gli effetti della stessa rivoluzione Francese. Per discutere di "Noi Italiani" su un blog di forte impronte cattolica bisogna avere il coraggio di discutere di "queste origini"!
Scritto da robinews il 19/5/2014 alle 09:07
Scaricare tutte le colpe sulla politica non è giusto ma il primo esempio dovrebbe venire da chi sta in alto.
Scritto da Giovanna G. il 19/5/2014 alle 10:35
La capacità dell'America di rigenerarsi dopo essere caduta in basso è sempre stupefacente. Ha gli anticorpi giusti e una velocità di cambiamento sconosciuta in Italia e anche in Europa.
Scritto da Nicora il 19/5/2014 alle 11:19
Il Watergate l'ho studiato in un corso universitario. Sono rimasta colpita dalla capacità delle inchieste giornalistiche di scoperchiare il vaso di Pandora. E' un'altra grande differenza con l'Italia dove questo giornalismo quasi non esiste perché è debolissima la stampa realmente indipendente sotto il profilo politico. PS Domani mattina vado a sentire Renzi al Piccolo Teatro. Ci vediamo?
Scritto da Patrizia il 19/5/2014 alle 12:12
Con i giornali politicizzati che abbiamo in Italia le inchieste giornalistiche non possono scovare niente di interessante. @Patrizia ha completamente ragione.
Scritto da Pd Pavia il 19/5/2014 alle 13:30
Caro Giuseppe, devo dirti che l’accostamento che hai proposto oggi fa riflettere. Io appartengo ad una generazione ( come la tua tra l’altro ) che ha sempre guardato ai miti americani con rispetto, ammirazione e un tantino di invidia anche se con occhio disincantato e lontano dall’afflato dell’immediato dopoguerra. Noi siamo cresciuti nel mito di Hemingway e Kerouac. Dei Kennedy, cattolici e liberal. Di Martin Luther King, delle sue marce pacifiche contro il razzismo e per l’uguaglianza. Di Bob Dylan, Joan Baez, dei Beach Boys fino ad arrivare a Bruce Springsteen. Di telefilm polizieschi ambientati a New York o in California, di western alla “Il mucchio selvaggio” di Sam Peckinpah o quelli con Clint Eastwood per non parlare poi de “Il buio oltre la siepe”, Mash, Apocalipse Now o “Tutti gli uomini del Presidente” veri capolavori anche in chiave critica verso l’America stessa. L’America che più abbiamo amato è forse quella che ha saputo guardarsi dentro, denunciare le storture del suo sistema di potere, del suo capitalismo, del suo cinismo o del suo idealismo adolescenziale. Ma l’America è le sue contraddizioni e il suo popolo e la sua classe dirigente sono queste contraddizioni, nel bene e nel male. A volte si prova invidia. Ci si guarda, come italiani, ci si racconta, convinti, di vivere nel Paese più bello del mondo, ma si prova invidia per come gli altri riescono a fare le cose che a noi sembrano impossibili. Provo invidia, sì anche se non cambierei Paese per nulla al mondo. Provo invidia per il senso di indignazione civile che in America si riesce ad avere e a incanalare in soluzioni. Provo invidia per come, dopo un Presidente come Bush figlio, quella stessa America elegge Obama. Provo invidia perché riescono a far convivere il “Tea Party” con Bill De Blasio. Riescono a far stare insieme gli squali di Wall Street con i fondamentalismi ambientalisti e tutti insieme si alzano con la mano sul cuore a sentire l’inno e a rendere omaggio alla bandiera. Certo loro hanno “il sogno americano” quello che dice che li, in America, se uno vuole, si realizza e realizza il suo sogno. Noi che siamo un po’ Macchiavelli e un po’ Guicciardini, il sogno non l’abbiamo, anzi se uno ce l’ha si fa di tutto per annichilirlo. Forse sta in questo la differenza. Non in caratteri antropologici. Non nel fatto che noi siamo latini e abbiamo inventato il “bello e la cultura” e loro sono un crogiuolo di razze senza memoria storica. Forse è tempo di darsi un “sogno”, magari quello della normalità, quello di essere un Paese normale e fatto da un popolo di gente normale.
Scritto da roberto molinari il 19/5/2014 alle 14:09
"L'Italia è fatta adesso facciamo gli italiani" è più che mai valido. La coesione morale e culturale dell'Italia non è mai stata raggiunta. L'opera positiva della Dc e del Pci era dovuta alle due ideologie politiche esaurite le quali si è ritornati alla frantumazione culturale.
Scritto da Mario T. il 19/5/2014 alle 15:08
Intanto aspettiamo che lo spirito americano faccia luce sui molti, troppi, punti oscuri sull'undici settembre, "noi italiani è già molto l'aver tolto il segreto di stato sulle stragi del passato.
Scritto da angelo m il 19/5/2014 alle 16:04
«Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi»
Scritto da Giacomo Buonanno il 19/5/2014 alle 16:47
@Robinews (08.58) e @Roberto Molinari (14.09) - Forse pesa anche il fattore religioso che tu dici, caro Robinews, ma considera il ragionamento di Roberto. Abbiamo attraversato guerre distruttive, abbiamo avuto successo nelle ricostruzioni post belliche ma il senso della Nazione non lo abbiamo mai coltivato. Quello mussoliniano era puro nazionalismo ideologico. L’Italia dei campanili e delle piccole patrie ha recato il suo contributo. Manca però quel senso di coesione culturale che non solo la politica ma anche le grandi agenzie educative dovrebbero trasmettere e che ci farebbe un Paese normale. La chiesa cattolica è una di queste ma non la sola.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/5/2014 alle 17:19
Caro Adamoli, arrivano le europee ed è ora di riparlarne. Oppure ti senti a disagio perché voti Martin Schulz?
Scritto da Tuo ex sostenitore il 19/5/2014 alle 17:47
@Adamoli, certo caro Giuseppe, sulle tue considerazioni e quelle di Molinari (14,09) possiamo in gran parte concordare cosi come concordiamo che le problematiche della riforma protestante e della controriforma sono "una delle questioni" che hanno pesato e pesano. Quando faccio a me stesso certe domande è perchè troppe volte quando si pone la questione centrale, la "questione morale" a chi la pone quando gli va bene si risponde (segue)
Scritto da robinews il 19/5/2014 alle 18:05
Robinews (segue Adamoli) "Moralisti", quando va peggio, cioè sempre, in Italia, scatta l'accusa di "GIUSTIZIALISMO FORCAIOLO E MANETTARO". Personalmente ho sempre cercato di sfuggire ai facili moralismi e giustizialismi forcaioli, ma la discussione su questi argomenti in Italia è troppo viziata da un "garantismo" dietro il quale si è sempre nascosta l'impunità, il disprezzo delle regole e delle leggi del vivere comune. Questo in America e nei paesi nord europei, non avvierne. Ci sarà una ragione
Scritto da robinews il 19/5/2014 alle 18:14
@Buonanno, Brecht oggi, avuto riguardo alla situazione politica italiana dominata da un comico, un capocomico ed un impresario interdetto, potrebbe aggiungere: "ed ancora più sventurato quel popolo che, pur avendo bisogno di eroi, non riesce a trovarli". Ma non necessitano eroi: semplicemente persone normali, perbene e competenti, tutto il contrario di quello che comunemente propongono i vari partiti, pure il "nostro", per così dire.
Scritto da domenico nitopi il 19/5/2014 alle 18:18
Il confronto fra Stati Uniti ed Europa è perdente per noi non soltanto sul piano economico e dell'innovazione tecnologica ma sul piano del sentimento di appartenenza. L'Europa e l'Italia sono vecchie, non attraggono più e quindi il senso della missione comune del popolo decresce.
Scritto da Fab il 19/5/2014 alle 18:59
Quale sarebbe la punizione di Martin Lutero per uno come Mantovani, assessore regionale alla sanità che dichiara pubblicamente "sono nelle mie disponibilità molti posti di lavoro nel mondo della sanità" che posso offrire ai concittadini di Arconate" o che organizza pranzi e cene elettorali di FI con direttori e dirigenti di ASL e Ospedali Lombardi? Senza una "pulizia" profonda di questo "sterco politico affaristico" per il mio paese non c'è futuro! PS, Maroni acconsente e partecipa al banchetto!
Scritto da robinews il 19/5/2014 alle 20:16
prima fanno gli affari loro ........poi si ravvedono patriotticamente !!!!!!!!! ma sono gli italiani che hanno imparato dagli americani .....o viceversa ??? !!!!!!!!!!!!!!
Scritto da Narciso Rezzonico il 19/5/2014 alle 20:47
Forse è il caso di andare un po' più indietro nella ricerca delle cause : al nostro Risorgimento, a come siamo diventati uno Stato unitario.
Scritto da A.Vaghi il 19/5/2014 alle 20:48
Gli italiani sono fatti così, creativi, indisciplinati, ciascuno per conto suo. Conta la famiglia. la piccola comunità, molto meno la grande comunità nazionale nella quale faticano a immedesimarsi.
Scritto da ff il 19/5/2014 alle 23:23
Se il 25% degli italiani che andranno ai seggi domenica voteranno Grillo dopo averlo ascoltato questa sera da Vespa vuol dire che il buon senso è invia di esaurimento.
Scritto da Gino D. il 20/5/2014 alle 00:19
D'accordo con FF sugli italiani. Quello che manca non e' lo spirito nazionale e' la concezione per cui un individuo abbia doveri e non solo diritti. Il fatto di essere italiani dovrebbe non solo essere motivo di orgoglio come giustamente lo sentono in tanti ma anche dovere di contribuire a costruire un Paese migliore. Ma questa religione laica di senso del dovere e servizio al Paese come unico ente superiore non e', a mio parere, molto diffusa per ragioni storiche, filosofiche ed etiche.
Scritto da Andreus il 20/5/2014 alle 08:54
Non c'è una sola soluzione nelle dichiarazioni di Grillo. Solo chiacchiere e solo avventura. Mi chiedo come possano votare il suo partito. Vuol dire che la politica è in una crisi mai vista.
Scritto da Giuliana il 20/5/2014 alle 09:32
Avete una paura matta e avete ragione. Se Grillo dovesse battere Renzi sarebbero dolori per tutti voi. Vi caccerà via, compreso Napolitano. Sarebbe la liberazione che molti italiani si aspettano..
Scritto da Tommaso F. il 20/5/2014 alle 09:37
Bravissimo questa mattina Renzi a Milano. Peccato il posto infelice perché troppo piccolo. Noi, italiani, possiamo essere soddisfatti di un giovane leader che guarda al futuro con grande fiducia.
Scritto da Patrizia il 20/5/2014 alle 13:31
Una nazione quella USA con una storia breve e priva di radicamenti culturali , una nazione nata massacrando gli indigeni e sfruttando ancora oggi, gli afroamericani . La loro finanza ha gestito prepotentemente mezzo mondo, la loro politica espansionistica ha utilizzato il valore della libertà come paravento ad operazioni di guerra messe in atto per ragioni economiche. Ogni tanto in quel mondo spunta qualche personaggio positivo ed eroico, quando comincia ad essere ingombrante lo "sistemano".
Scritto da Ceresium il 20/5/2014 alle 13:48
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