Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 8/10/2008 alle 12:20

La scomparsa di Leopoldo Elia (nella foto), che stimavo molto, mi ha suscitato qualche amara riflessione. Tutti dicono che era un uomo eccezionale, un giurista finissimo, un custode esemplare dei valori della Costituzione Repubblicana.
La mia domanda è: ma perché simili figure tendono a scomparire dalla scena culturale e politica? Qualcuno potrà rispondermi che non è vero, che fra vent’anni si parlerà così anche degli attuali protagonisti della vita pubblica. Ma non ci credo troppo e questo interrogativo mi angustia. La risposta che mi do è che le migliori energie intellettuali e politiche una nazione le esprime dopo le guerre, dopo gravi sommovimenti, dopo profonde rotture politiche e sociali. Ebbene il 1992 è stato una di queste rotture storiche! Eppure sulla scena di nuovo sono apparsi soltanto Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro.
Ma loro due sono stati il frutto della speranza o della disperazione?
Lascio questa domanda a voi e vi ringrazio se mi aiuterete a capire.

Commenti dei lettori: 12 commenti -
Lei propone una bella riflessione. La situazione è ancora più complicata dal fatto che se il 1992 ha prodotto poco, le classi dirigenti di oggi sono ancora quelle del 92, invecchiate e logorate. Nella pausa pranzo volevo dirle che l'argomento è intrigante. Forse ci scriverò ancora.
Scritto da Gianfranco. G il 8/10/2008 alle 13:11
Inesorabilmente, stiamo perdendo le menti pensanti ma non solo, ed emergono le mediocrità. E' sempre più difficile trovare chi prende nelle mani il "testimone" che hanno lasciato queste personalità. Oggi è di moda l'urlato, il dileggio dell'AVVERSARIO e prontamente negato quello che pochi minuti prima era stato affermato. Molti si sono talmente assuefatti che non si accorgono di niente perchè, anche se giovani non hanno memoria di quello che è avvenuto ieri! Grazie Adamoli.
Scritto da penna42 il 8/10/2008 alle 13:17
Io leggo il tuo bolg per avere risposte non per sentire domande. Scherzi a parte complimenti vivissimi. Hai messo il dito nella piaga. Ma perchè non hai messo Prodi fra gli emergenti del 1992? Diciamo la vertità nel PD dopo Prodi ci sono soltanto gli ex comunisti. I nostri dove sono finiti? Letta si sente poco e Franceschini è un disastro.
Scritto da Paolo C. il 8/10/2008 alle 13:28
Io non metterei mai Di Pietro sullo stesso piano di Berlusconi. Questo si era fatto da solo prima di tangentopoli, Di Pietro ha sfruttato la magistratutura. E' solo un frutto marcio del 1992 che io non voterei mai.
Scritto da Un cittadino qualsiasi il 8/10/2008 alle 13:41
Nella disperazione ogni speranza appare come la soluzione. Questo discorso è valso solo per Berlusconi
Scritto da nando il 8/10/2008 alle 17:47
C'era un antico detto, che ogni tanto faccio mio, che recitava più o meno così: "se non puoi combattere il tuo nemico, alleati con lui". Vale per entrambi, naturalmente......
Scritto da signoraoscura il 8/10/2008 alle 19:47
Berlusconi e Di Pietro sono due anomalie. Uno ha un conflitto d'interessi gigantesco, l'altro se non fosse stato un magistrato non sarebbe arrivato da nessuna parte. Il fatto è che per 15 anni abbiamo avuto berlusconi contro Prodi e alla fine ha vinto il cavaliere. Glialri dve sono. Questo blog è interessante. Quando ho il tempo lo seguo.
Scritto da Giulio Malnati il 8/10/2008 alle 20:56
Berlusconi è la speranza di chi sta bene. Di Pietro dei giustizialisti. Per me sono tutte due una disperazione. Avevo creduto in Veltroni , ma mi sta deludendo. Avanti col blog.
Scritto da Uslenghi il 8/10/2008 alle 21:01
I meccanismi di formazione e selezione della classe politica si sono inceppati. Ciò è dovuto alla crisi di quella grande agenzia formativa che era rappresentata dai partiti politici. Se una volta i "migliori" erano attratti dalla politica, perchè mai dovrebbero esserlo oggi?
Scritto da Oscar il 8/10/2008 alle 23:22
Non è che non ci siano più uomini di valore, è che dagli anni 90 il motore della riflessione politica è stata l'economia. Da strumento è diventata fine, e quando non si mette più al centro del dibattito l'uomo, la famiglia e la società ma indici e percentuali, chi non ha questo approccio viene emarginato o ha spazio solo se urla e parla alla pancia della gente. E... Bossi dove lo mettiamo? Mentre Berl. arriva dalla Mammì e da Craxi, il varesotto è il vero prodotto della fine del secolo.
Scritto da Spartacus il 9/10/2008 alle 11:00
Il '92 è stata una falsa rivoluzione. Per questo non ha prodotto niente di buono. Bisogna partire da qui per un'analisi seria. Io avevo creduto nella stagione delle "mani pulite", ma mi ero sbagliato. La rivoluzione vera è forse quella dei "mercati" che stiamo vivendo adesso
Scritto da Ghiringhelli M. il 9/10/2008 alle 23:22
Ciascuno dei vostri commenti possiede elementi interessanti di riflessione e vi ringrazio. E’ un discorso che riprenderò su questo blog. Ciò che sconcerta di più in questo momento è la mancanza di una pluralità di punti di riferimento che sappiano andare oltre la propria parte politica. Ha ragione Spartacus quando dice che ciò è abbastanza naturale poiché il motore pubblico negli ultimi lustri è stata solo l’economia e non la politica. Ha ragione anche Oscar quando dice che i partiti non sono più agenzie formative e non invogliano i “talenti” all’impegno. E forse è per questo che emergono le mediocrità, come dice Penna42. La cosa più importante, tuttavia, è di non disperare mai. Il PD è nato per riformare la politica, ma questo è un obiettivo di lungo periodo. Se avrà avuto successo o no lo vedremo fra qualche anno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2008 alle 11:43
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)