Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/11/2008 alle 16:29

Ho accolto con entusiasmo la vittoria in Trentino dell’amico Lorenzo Dellai. È una boccata d’aria anche per il PD nazionale, su questo non c’è dubbio. Se il vento in Italia sta cambiando, come afferma Veltroni, lo vedremo nei prossimi mesi e io naturalmente spero di sì. Preferisco però soffermarmi sui tratti peculiari della vittoria in Trentino, sottolineando tre dei principali fattori di successo:
1 – la popolarità e il potere di Dellai, presidente uscente di una provincia ricca di fondi pubblici. Quando sono spesi bene, il potere diventa una calamita elettorale;
2 – la lista Unione per il Trentino era la lista di Dellai, ma esprimeva anche componenti civiche e territoriali molto radicate ed era appoggiata dall’UDC di Casini
3 - il Pd ha avuto l’intelligenza e la saggezza di accettare e addirittura valorizzare la lista di Dellai, senza concorrenze innaturali.
Si può ripetere questo schema in Lombardia, nei nostri Comuni e nelle nostre Province? È indispensabile provarci. Con l’avvertenza però che sarebbe un errore fare liste di partito e poi chiamarle “liste civiche”. Dobbiamo saper stringere accordi con le formazioni non di partito che hanno una loro vitalità, senza gelosie e senza la paura che ci possano sottrarre dei voti.

Commenti dei lettori: 13 commenti -
Scenario Lombardo e delle nostre province: 1- la popolarità e il potere le hanno gli altri 2- le liste civiche radicate sono spesso dai nostri osteggiate... 3- il pd avrà l'intelligenza di rinunciare al suo piccolo pezzetto di potere in Lombardia? temo aime di no (spero di sbagliarmi) Con Adamoli avrei meno timori .. SUL VENTO CHE CAMBIA ANDREI CAUTO (ANCHE SE SONO MENO PESSIMISTA DI QUALCHE MESE FA) Sull'analisi dello scenario concordo pienamente.
Scritto da alessandro il 12/11/2008 alle 16:48
Cioè il contrario di quello che sì è fatto a Varese l'ultima volta. O no?
Scritto da C. C.. il 12/11/2008 alle 17:36
Sono anch’io entusiasta per il successo ottenuto in Trentino. Finalmente sembra che il tanto sospirato effetto di cambiamento cominci a manifestarsi. Sono d’accordo con te che questa dovrebbe essere la via da seguire per le prossime elezioni in Lombardia; comunque stiamo attenti ai possibili camuffamenti di liste di puro potere con strane alleanze tra partiti. Come avviene in certe regioni meridionali.
Scritto da Angelo Eberli il 12/11/2008 alle 19:20
Ok sulle tre ragioni che ben sintetizzano questo significativo successo. Lungi da me sminuire la portata di un risultato legato appunto a più fattori. Questo responso però si basa soprattutto sul primo punto che hai elencato. Sono infatti, uso un eufemismo, "impressionanti" i 'mezzi' a disposizione della Giunta Trentina. Se uno li utilizza con intelligenza beh è davvero difficile perdere. L' esportazione di questa vittoria non è quindi "affar semplice" anche se apre interessanti prospettive.
Scritto da Paolo Rossi il 12/11/2008 alle 20:09
Chiuso con l'amarcord sei tornato alla politica. Bene così anche se l'amarcord è stato uno spaccato di vita vissuta che non conoscevo e che mi è stata utile. Sul Trentino aggiungo che 300.000 elettori non sono niente. Hai ragione ad essere prudente. Se l'Abruzzo va male come faremo e negare che si sarà trattato di un test nazionale. Veltroni, Veltroni e pensare che avevo creduto in te...
Scritto da Dario il 12/11/2008 alle 22:41
Attenti, una rondine non fa primavera. Adamoli in questo è saggio. Ha ragione Bossi, con Silvio sarebbe cambiato tutto. Adamoli perchè non ha accettato la candidatuta sicura in FI?
Scritto da Un Silvio dipendente il 12/11/2008 alle 22:51
In Lombardia il PD è terribilmente a corto di leadership. Non esiste un progetto per il futuro, solo contrapposizioni tra gruppi, contrapposizioni, per inciso, non ideologiche o programmatiche ma personali e per la conservarzione di rendite di posizione. Adamoli, serve un colpo di reni e piegare i parac..., magari, dico solo magari, potrebbe provarci lei. LEGA DELENDA EST!
Scritto da Catone il 13/11/2008 alle 10:24
Caro Adamoli, qui a bottega siamo tutti suoi lettori. La sua analisi su Trento è validissima, ma sembra lo specchio di quanto andava fatto nel 2002 credo, a Varese, quando a un sindaco debole come Fumagalli, si presentò la possibilità di contrapporre Fassa, con una lista civica. Fu solo colpa di Fassa che non voleva simboli di partito? O si poteva fare già allora ciò adesso auspica lei: lista fassa+ds e margherita?
Scritto da Roberto il 13/11/2008 alle 15:13
Posso permettermi "un'invasione" per segnalare l'analisi di chi ha visto quell'elezione "da dentro", in quanto assessore allo sviluppo uscente della provincia di Trento? il link che vi giro è del blog di Gianluca Salvatori, una persona stimabilissima che conobbi personalmente un annetto fa, oltre che di grande levatura politica. Penso che possa aiutare la riflessione... http://gianlucasalvatori.nova100.ilsole24ore.com/2008/11/annie-non-sar-u.html
Scritto da Stefania Radman il 13/11/2008 alle 16:25
Mi domando se Penati potrà essere il Dellai della provincia di Milano. Tu che cosa ne dici?
Scritto da Il pirata il 13/11/2008 alle 17:45
Il Trentino è il Trentino, la Lombardia è la Lombardia, purtroppo. E anche a Varese nel recente passato abbiamo sbagliato tutto. Chi ha orecchi per intendere...
Scritto da M.F. il 13/11/2008 alle 18:48
Caro Roberto, la responsabilità maggiore allora fu proprio di Fassa che non voleva liste di partito. Inaccettabile per noi della Margherita che stavamo iniziando il nostro percorso. Fassa ero andato io a scovarlo proponendogli di essere il nostro candidato. Paolo Rossi può ben testimoniarlo perchè negli inconri successivi era presente anche lui. L'obiettivo, allora come adesso, era di mettere in campo più liste, non una sola, e proprio per poter vincere. E avremmo potuto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/11/2008 alle 09:35
Ma Fassa si impuntò con l'aiuto dei DS che dissero subito si alla sua linea, salvo poi darci ragione. Lo schema era semolice e chiaro; Fassa con la sua lista civica che avrebbe raccolto personaggi conosciuti in città e non disponibili ad aggregazioni politiche, noi della Margherita a tenere la trincea del cenro anche cattolico e i Ds a sinistra. Era una linea che avevo difeso aspramente anche contro Cacciari e per me, ripeto, era la strada vincente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/11/2008 alle 09:42
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