Ho discusso venerdì scorso con Marco Borradori,  presidente del Consiglio di Stato Ticinese, di “Lombardia e Canton Ticino. Il futuro della cooperazione”. Hanno partecipato anche il Sindaco di Varese, Attilio Fontana e le autorità della città di Lugano. Ho ricordato  le parole di Piero Bassetti, primo Presidente di Regione Lombardia, pronunciate nel 1973: "la zona delle Alpi (da non considerare come una barriera) deve costituire una grande occasione di sviluppo sociale ed economico per tutta l’Insubria, nel nome dell’italianità e dei valori condivisi".
Come mai il triangolo insubrico per eccellenza Varese-Lugano-Como ha prodotto, sì, qualcosa ma troppo poco rispetto alle attese?  Ci sono tante cause, tra queste il fatto che la Lega, che guida da molto tempo queste città, non è attrezzata a guardare oltre il proprio giardinetto, che non comprende nemmeno il Ticino.  In realtà ciò che di buono è stato fatto è soprattutto merito della Regione.
Non m’interessa però speculare politicamente su queste insufficienze. Piuttosto voglio sottolineare che il Canton Ticino, e probabilmente un’area svizzera ancora più ampia, guarda all’EXPO 2015 e a Malpensa con volontà, addirittura con ansia di collaborazione. Il rapporto sarà soprattutto con la Lombardia e con Milano, ma Varese e Como saranno chiamate a fare la loro parte, che non dovrebbe essere di poco conto.
Il Ticino deve guardare a sud per crescere in tutti i sensi e noi fare altrettanto rivolgendoci al Ticino. I problemi della formazione professionale, del valore dei titoli di studio, delle politiche del lavoro, della reciprocità del trattamento delle imprese, e molto altro, potrebbero essere risolti insieme con grande vantaggio per entrambe le parti. Un beneficio che, per quanto ci riguarda, va molto al di là dell’importanza di quarantamila lavoratori che ogni giorno varcano la frontiera.