Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/12/2008 alle 09:05

Molti pensano che le province siano enti da eliminare, che costino troppo e non producano niente.
Questo era un punto preciso del programma elettorale di Berlusconi, ma Lega Nord si oppone alla sua attuazione. Il dibattito è quasi sempre superficiale, disinformato, astioso. Possibile che non se ne possa mai parlare seriamente e pacatamente?
Faccio una duplice premessa. Primo:  io sono un municipalista convinto, sono stato sindaco a 28 anni, ho il comune nel cuore.  Secondo: in Regione ho votato contro l’istituzione delle ultime tre province (Lecco, Lodi e Monza), dissentendo pubblicamente dal mio partito, e da tutti gli altri, cosa che non è mai facile perché ti senti isolato e in colpa.
Eppure sono contrario alla soppressione generalizzata delle province. In realtà bisognerebbe riorganizzare profondamente questi enti. Vi sono molte province storicamente affermate, con forte identità, nelle quali i cittadini si riconoscono totalmente, che svolgono funzioni essenziali e necessarie. Domandate a un bresciano o a un bergamasco se vogliono eliminare la loro provincia, la risposta sarà un insulto.
Abbiamo poi regioni molto più piccole della provincia di Varese, come il Molise, 320.000 abitanti e ben due province (Campobasso e Isernia) e come la Basilicata 590.000 abitanti, pure con due province (Matera e Potenza), con costi di funzionamento altissimi. Esempi di questo tipo ce ne sono in tutta Italia, anche al nord. Ha senso tutto questo? Perché non intervenire con dei criteri selettivi  per scegliere quali province eliminare e quali salvare ridando ai cittadini fiducia nelle istituzioni?
Il continuo parlare di soppressione delle province senza peraltro giungere a nessun risultato concreto è dannoso per le istituzioni. Ed è semplicemente irresponsabile se a farlo sono ministri della repubblica e perfino il capo del governo.
 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 13 commenti -
Sono completamente d'accordo. Bisogna procedere a un'analisi attenta e poi avviare una fase di aggregazione razionale, credo che lo stesso discorso debba essere fatto a livello comunale. In Svizzera, patria del federalismo e delle diversità, l'operazione è in corso sui municipi. Si dialoga con le comunità locali, si verifica l'economicità della gestione dei servizi e alla fine si votano gli accorpamenti. Guai se il riordino delle province diventasse una battaglia "ideologica" e clientelare.
Scritto da Cesare Chiericati il 13/12/2008 alle 15:39
Posizione convincente e chiara. Spero che chi non è d'accordo intervenga e lo dica chiaramente. Il confronto è utile e opportuno.
Scritto da Federico il 13/12/2008 alle 16:35
Il fatto è che nessuno sa a cosa servono le province. Bisognerebbe fare un'azione di chiarimento. E' giusto che se ne parli. I partiti che vogliono mantenerle devono spiegare bene cosa fanno o dovrebbero fare.
Scritto da Lucky il 13/12/2008 alle 19:24
I partiti sono stati schizofrenici negli ultimi 10 anni. Hanno continuato a dire che le province erano inutili e hanno continuato ad istituirne di nuove. Quello che tu dici, e che Cesare Chiericati sottolinea, mi pare molto sensato. Di questo bisogna discutere perchè se ne sa poco o niente, salvo a sentire le cose più contraddittorie.
Scritto da Luca G. il 13/12/2008 alle 21:39
Dunque, visto che non è possibile differenziare le province ce le dobbiamo tenere... mi dispace ma non sono d'accordo. Io credo che le Province debbano essere cancellate come assemblee elettive. Per favore andatevi a vedere le funzioni, tranne forse nella formazione professionale (a pensarci bene neanche quella) non hanno potere decisionale, vanno a rimorchio della Regione, propongo quindi che diventino enti di gestione e amministrazione ma senza poltrone, poltroncine e strapuntini vari.
Scritto da Cincinnato il 13/12/2008 alle 22:05
a mio avviso le provincie servono per la specificità in alcune materie,devono essere luogo di aggregazione,tutela promozione di un territorio (non piccolo,quindi ridefinire il numero). Con i comuni devono adempiere ai compiti di programmazione partecipata,nei confronti din enti superiori,come previsto dall'art.118 della costituzione.Fondamentale che siano riscritti i compiti spettanti ,che il personale oltre che qualificato deve essere adeguato alle funzione previste
Scritto da Luigi il 14/12/2008 alle 11:47
Propendo a credere che le province siano utili e non vadano tutte smantellate. Allora però è necessario potenziare ulteriormante le loro funzioni e renderle più popolari tra gli elettori. Invece è un argomento di cui si parla troppo poco e solo quando si ha l'acqua alla gola. Se il PD ci crede deve impegnarsi su questa linea. Seguo il blog, meno male che c'è, ma non basta.
Scritto da Leonardo il 14/12/2008 alle 15:39
Pensare di ricavare tanti soldi dall'eliminazione delle province non mi pare una gran trovata. Gli sprechi sono ben altri. Il problema è che funzionino bene. Dove rendono un servizio ai cittadini non vedo perchè toglierle. Bisognerebbe selezionarle ma senza un accordo generale queste riforme non si fanno. Forse anche Bossi l'ha capito.
Scritto da Paolo il 14/12/2008 alle 19:09
Non è vero che le province non servono a niente, perchè la gente non conosce la loro funzione. Provate a chiedere quali siano le materie di competenza degli altri enti: comune, regione, camere e senato; se quello fosse il ragionamento per capire l'utilità, andrebbero eliminati tutti. Sicuramente bisogna, sprecare meno e accorpare gli enti che perseguono gli stessi scopi, evitando duplicazioni.
Scritto da Alessandro Z il 14/12/2008 alle 21:10
Le province vanno ridefinite sulla base della popolazione: non e' possibile che quella di Varese ne abbia 900.000 e le 2 province del Molise solo 320.000. Parlando della provincia di Varese, mi sembra che comunque sia sovradimensionata (come personale e costi) per i ruoli che svolge. Razionalizzare, senza fare di tutta l'erba un fascio.
Scritto da Andrea il 15/12/2008 alle 10:14
Interessante, le Province non si toccano. E' incontrovertibile che costino molto e abbiano un ruolo politico subalterno ma, per l'attaccamento che abbiamo alle nostre terre siamo pronti ad accollarci tutti i costi. Così anche per Comunità montane, enti di bacino, ecc. ecc. Ma vi sembra una situazione sostenibile? Dobbiamo forse tagliare la scuola per garantire questi enti? Io credo sarebbe meglio snellirli e renderli più operativi e meno politico-burocratici.
Scritto da Cincinnato il 17/12/2008 alle 11:21
Le osservazioni di Cincinnato, e altre simili, non sono senza fondamento. Nell’alternativa fra tagliare la scuola e tagliare una serie di enti, molto meglio la seconda ipotesi. La mia tesi, però, è che le province, salvo alcune che non avrebbero dovuto nemmeno essere istituite ed altre superflue, non sono fra le istituzioni che, se vengono eliminate, liberano molte risorse e fanno recuperare efficienza. La strada più giusta, ma anche la più difficile, è quella di ridurre e di accorpare gli enti selezionandoli sulla base della produttività. E poi di eliminare apparati burocratici elefantiaci che a Roma, e altrove, non hanno nessun significato. E’ difficile, lo so, ma la rassegnazione è un errore gravissimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/12/2008 alle 16:33
Caro Adamoli è la non frequente volta che sono d' accordo con un membro della Sinistra. Il suo punto di vista è chiaro, logico e lineare : purtroppo in Italia vale solo l' interesse di bottega.
Scritto da Cesare Rossini il 25/7/2010 alle 12:42
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)