Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/1/2009 alle 09:42

La questione morale continua a tenere banco, almeno nel Centrosinistra e nel PD. Camillo Massimo Fiori, un intellettuale politico sempre acuto, ha scritto un articolo su questo tema che segnalo alla vostra attenzione. Con l’aiuto di letture importanti e qualificate analizza “le basi culturali della società corrotta” dando interpretazioni ovviamente opinabili, ma intelligenti. Con questa riflessione, Fiori mette in rilievo come la causa dell’antipolitica sia la debolezza della partecipazione popolare. La politica, afferma perentorio, fallisce se non riesce ad incrementare la capacità di stare insieme, di condividere la fiducia e di innovare le convinzioni culturali. E’ questa una conclusione difficilmente contestabile.

Commenti dei lettori: 15 commenti -
Non condivido tutto il ragionamento ma le conclusioni le condivido pienamente. E' importante discutere di questi problemi. Bravi!
Scritto da Loredana il 10/1/2009 alle 12:38
La questione morale scuote il centrosinistra perchè il centrodestra se ne frega. Mi ricordo il tuo articolo su Di Pietro e la lettera del 1992 che hai ripubblicato un paio di mesi fa. Dovrebbe essere discussa nei corsi di formazione, se ce ne fossero ancora.
Scritto da Giancarlo il 10/1/2009 alle 14:16
Quelle di Fiori sono elucubrazioni intellettualistiche. L'unico scritto che mi ha colpito di questo blog sulla questione morale è stata la lettera di Adamoli del 1992 rimessa sul blog in novembre, se ricordo bene.
Scritto da Stefano il 10/1/2009 alle 16:02
Credo di dover leggere ancora un paio di volte il testo per capire tutto. Mi fa piacere che Camillo sia andato a fondo nei suoi studi visto che ancora non tanto tempo fa era piuttosto "assolutorio" nei confronti della fine della DC (complotto, capro espiatorio, ecc. ecc.). Credo che, se tutti avessero fatto questo passo prima, la storia della politica dell'ultimo decennio sarebbe stata diversa.
Scritto da Lele il 10/1/2009 alle 16:23
Fiori ha ragione. C'è necessità di partiti forti e radicati che controllino gli eletti. E poi bisogna uscire dal "familismo amorale" e muovere di nuovo l'ascensore sociale.
Scritto da Un ex DS di sinistra il 10/1/2009 alle 17:34
Giancarlo e Stefano hanno ragione. Cosa ne dice Fiori di quella lontana lettera di Adamoli che mi ha commosso? Perchè non l'ha mai commentata?, lui che è senz'altro uomo di cultura non solo politica. Mio padre lo qualificava così e ne aveva un grande rispetto.
Scritto da Giorgio il 10/1/2009 alle 18:00
Analisi acuta che condivido quella di Fiori. La concezione della politica come "spartizione della torta" in base a rapporti di forza, di clientela personale o di appartenenza sociale è un male diffuso che in certe zone d'italia raggiunge vette riscontrabili solo nel terzo mondo.La scarsa cultura del "bene comune" , l'estraneità alla Stato ( e quì i cattolici hanno una responsabilità storica ), la logica del "particulare" sono tratti distintivi di una società bloccata nella crescita civile
Scritto da Cesare Chiericati il 10/1/2009 alle 18:06
Tenere desta l'attenzione su queste cose è sempre molto utile. Fatto da Adamoli, con quello che ha passato, ancora di più.
Scritto da Luigi Corsi il 10/1/2009 alle 19:26
Cominciate a far dimettere Bassolino (soprattutto) e Iervolino. Il resto sono soltanto parole.
Scritto da Bianchi Giò il 10/1/2009 alle 20:22
L'osservazione del sig. Bianchi è bellissima, inchioda il PD, che ha sbagliato a credere di avere in sé una superiorità etica e morale ripspetto agli altri. Ora il PD si dibatte, si fustiga, si confronta su questi errori e su che fare per ritrovare l'anima. Per gli altri questo discorso non vale! non hanno mai detto di essere "morali" o di avere un etica, loro sono perfetti così, interpretano il tempo in cui vivono... e non è bello e non capisco questo strabismo.
Scritto da Spartacus il 11/1/2009 alle 13:56
Aspettavo una risposta di Fiori alle mie domande, invece niente. Parla di partecipazione, ma fra il dire e il fare... Eppure mio padre aveva stima di lui.
Scritto da Giorgio il 11/1/2009 alle 18:53
Bianchi ha ragione, concordo con lui. Però se lo stesso trattamento che dovremmo utilizzare noi per Bassolino, lo adottasse anche lui per il suo schieramento, non ne rimarrebbe uno...
Scritto da Adriano il 11/1/2009 alle 19:06
La Democrazia Cristiana non è scomparsa a causa di un complotto, oppure a motivo di Tangentopoli o per qualsiasi altro accidente esterno. E' scivolata in una crisi sempre più profonda perchè ha progressivamente accantonato i suoi alti ideali, i fini, il progetto. Dapprima parte della sua classe dirigente si è fatta attrarre dalle esigenze pratiche di governo e, negli anni ultimi della decadenza, dalla facilità di raccogliere i voti in cambio di favori. Ma anche gli elettori non furono innocenti: la votarono finchè fece loro comodo e, di fronte alla crisi, invece di fare una obiettiva autocritica, guardarono da un'altre parte e voltarono pagina. Questa attitudine storica a dimenticare spiega perchè l'Italia, in neppure un secolo, ha avuto due cavalieri: il cavalier Benito e il cavalier Silvio. L'indagine, l'analisi, la riflessione non sono astrazioni intellettualistiche ma strumenti di conoscenza e, quindi, di azione. La politica non è un prodotto commestibile che si compera al supermercato.
Scritto da Massimo il 11/1/2009 alle 19:35
Il commento firmato "Massimo", inserito alle 19.35, è di Camillo Massimo Fiori. Sono autorizzato a specificarlo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/1/2009 alle 21:31
Bisogna dire a Fiori di dilettarsi in pezzi brevi, il suo post mi sembra molto bello, chiarificatore ed efficace. E devo dire, seppure io abbia il dente avvelenato con DC, proprio per gli ideali traditi, che mi fà riflettere, anche se mi pare costruisca un quadro non tranquillizzante.
Scritto da Spartacus il 12/1/2009 alle 10:00
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