Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/1/2009 alle 13:02

I dati parlano chiaro e dicono che qualcosa non è andato come doveva. Mi riferisco ancora una volta al pasticcio della Social Card di Tremonti. Se pochi giorni fa abbiamo scoperto che un terzo delle carte non erano state caricate, oggi apprendiamo da una nuova inchiesta di Repubblica che le famiglie disagiate del Sud hanno avuto più molta “fortuna” di quelle del Nord. Nelle regioni settentrionali infatti, Emilia Romagna compresa, è stata assegnata una carta su sei, ovvero poco più del 16 per cento di quelle disponibili. Una parte della spiegazione risiede senz’altro nel fatto che la povertà è più concentrata nelle regioni meridionali, ma, dati alla mano, non è sufficiente. Al Nord infatti risiede il 37,3 per cento delle famiglie che rientrano nella definizione di nuclei disagiati, cioè che non arrivano alla fine del mese, a fronte del 16,5 per cento che ha ricevuto i 40 euro al mese (dati Inps e Istat). E non dimentichiamo che, sì, al Sud si concentrano più “poveri”, ma il potere d’acquisto al Nord è nettamente inferiore
Il futuro ci riserverà ancora qualche sorpresa? Speriamo di no, perché stiamo parlando di famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 4 commenti -
C'è un dato di cui non si tiene conto. Lo dico per conoscenza diretta. I redditi di molte famiglie del sud sono dati dall'ausilio di sussidi vari: disoccupazione, LSU, PIP, PAC ecc. Sigle dietro cui si nascondono sussidi anche di oltre 1000 € al mese ma che non fanno reddito per la loro tipologia. Questo produce l'effetto iniquo di accumulare sussidi su sussidi. Bisognerebbe incrociare i dati del reddito, ad esempio, con quelli del PRA (registo automobilistico). Io sono siciliano, non leghista. Ma il lavoro sono venuto a cercarmelo con sacrificio lontano da casa e dai miei cari. Quando lo Stato non controlla, i furbi approfittano!!.
Scritto da nicola il 19/1/2009 alle 13:47
Bravo Nicola, hai aggiunto considerazioni molto importanti. Sono anch'io per misure di perequazione tra nord e sud ma secondo criteri di giustizia distributiva. (E bravo Adamoli che mette sempre in evidenza certe contraddizioni del governo).
Scritto da Luciano il 19/1/2009 alle 14:18
La social card è un errore in sè, o meglio una carta demagogica e populista pensata per acquisire il consenso. Se caricavano i 40 euro sulle pensioni o se li davano ai comuni era molto meglio e spendevano pochissimo per spese burocratiche di organizzazione.
Scritto da Attilio il 19/1/2009 alle 17:11
La Social Card è un prodotto "tossico", di questa economia "drogata". è evidente che se il contributo fosse stato erogato subito in busta paga o sulla pensione, lo stato avrebbe avuto un uscita di cassa immediata; con la social card l'uscita è dilazionata nel tempo, ECCHISSENEFREGA se chi la usa subisce una umilianzione, ECCHISSENEFREGA se uno deve penare per vedersi riconosciuto un proprio diritto. Complimenti al governo che ha FATTO UNA BELLA FIGURA CON I SOLDI DEGLI ITALIANI.
Scritto da Alessandro Z il 20/1/2009 alle 19:44
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