Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 26/1/2009 alle 13:00

E’ avvenuto purtroppo quello che molti di noi temevano. L’accordo sui contratti di lavoro è stato raggiunto da tutte le sigle sindacali e dal governo, ma senza il più forte sindacato italiano, la CGIL. Le reciproche accuse sindacali non sono affatto destinate a placarsi rapidamente se è vero, come è vero, che la Cgil sta effettivamente pensando ad un referendum tra i lavoratori.
Personalmente sono sempre stato favorevole alla modifica delle relazioni industriali  attraverso la contrattazione di secondo livello, l’allungamento della durata contrattuale, il premio alla produttività per difendere e recuperare il potere di acquisto dei lavoratori.
In sostanza, per parlar chiaro, ritengo che l’accordo siglato sia complessivamente positivo, anche se trovo fondate alcune ragioni della Cgil. Come faccio, però, a far capire che questa mia propensione rappresenta una scelta di contenuto e non una scelta di sindacato? Basterà ricordare (il blog lo testimonia), che un anno fa avevo criticato aspramente Raffaele Bonanni, leader della CISL, per l’aiuto senza logica dato a Berlusconi nel far fallire l’accordo Alitalia-Air France, proposto dal governo Prodi e molto migliore di quello recentemente ottenuto con il pasticcio CAI?
Questo è il problema che ha tutto il PD, come mette in chiaro Enrico Letta nell’intervista al Corriere che ho riportato nel sito e come ha evidenziato Walter Veltroni nelle sue dichiarazioni in proposito. Sarà un’altra prova dura del PD, che supereremo se il confronto avverrà, senza pregiudiziali, sulla base del programma che abbiamo presentato agli elettori che parlava chiaramente della riforma delle relazioni industriali. Io ho molta fiducia che avvenga proprio questo. In ogni caso è utile far sentire la nostra opinione quale che sia.

Commenti dei lettori: 19 commenti -
Sempre attento e tempestivo, però non illuderti. In Italia differenziare i contenuti dal senso di appartenenza è difficile. Vero è che ho sentito Veltroni questa sera dire le cose che dici tu e quindi stavolta potrebbe essere più facile per te. Ma ripeto non illuderti.
Scritto da Cattaneo il 25/1/2009 alle 21:51
Questo è un bel problema per l'Italia, le parti sociali e il sindacato in particolare. L'identità del PD si formerà anche attraverso il confronto su questi temi. Veltroni e D'Alema si sono già espressi, naturalmente da posizioni diverse. Enrico Letta ha detto la sua chiaramente. Il dibattito è molto interessante e questa volta su visioni sociali diverse. Finalmente direi.
Scritto da Francesco C. il 25/1/2009 alle 22:01
Come fai a farti capire? Proprio tu ti dovresti preoccupare di quel che pensa qualcuno? Perdio, vai avanti per la tua strada. Altrimenti non ti riconoscerei più. Guarda che sei un punto di riferimento per molti.
Scritto da Giancarlo il 25/1/2009 alle 22:52
La riforma del contratti è in cantiere dal 1998 (Governo Dalema). Da anni tutte le parti chiedono il cambio della durata del contratto e soprattutto l'ancoraggio del recupero salariale dei lavoratori dall'indice di inflazione programmata del Governo che è arbitraria ad un indice più attendibile. L'IPCA (HICP in europa) è più reale e vantaggioso e tiene conto dell'effettiva inflazione; la fine della bolla speculativa sugli idro carburi scongiura anche la sua inefficacia paventata dai non firmatari. Si passa da un modello conflittuale - dialettico pieno di riti antichi e dannosi come quello degli scioperi preventivi ad un modello responsabile, partecipato. Niente scioperi durante la trattativa e nei pubblici servizi (sanità, trasporti, istruzione, ecc) solo nei periodi di tregua e se proclamati dalla maggioranza delle sigle sindacali rappresentative dei lavoratori. Il II° livello, quello territoriale ed aziendale, è l'unico artefice della effettiva ed equa distribuzione delle risorse frutto della maggiore produttività (quindi stimolata) e della detassazione e decontribuzione degli oneri sul lavoro, mentre il Contratto nazionale garantisce pari retribuzione basica su tutto il territorio nazionale. Garanzie per i lavoratori di quelle aziende piccole che non attivano il II° livello. I contratti scadono ma si rinnovano automaticamente se le parti in campo rispettano i tempi e non fanno quindi melina e ostruzionismo per fini di visibilità e politici. Si semplifica la giungla contrattuale. Il nuovo welfare per lavoratori precari e prossimi disoccupati sarà gestito bilateralmente e non solo dal Governo. La sfida alla crisi si vince con maggiore efficienza, snellezza burocratica e maggiore produttività , attraverso strumenti contrattuali più moderni ed efficaci. Chi resta indietro ai NO senza proposte preferisce alla difficoltà di spiegare la innovazione ai lavoratori, la facilità di dire che le cose non vanno e che la colpa è di altri. Scusate la prolissità ma vi scrivo mentre preparo l'intervento all'assemblea dei lavoratori di oggi in Consiglio regionale.
Scritto da Nicola Lombardo - CISL Ente regione Lombardia il 26/1/2009 alle 03:23
Leggendo l'articolo e i commenti all'articolo,devo dedurre che Epifani e la CGIL sono in errore e quindi hanno ragione gli altri?
Scritto da angelo il 26/1/2009 alle 10:31
E' vero alla riforma delle modalità di contrattazione sindacale si lavora da lungo tempo. Però mi pare che l'accordo, condivisibile nel fine, abbia però più di un limite. Innanzitutto scaturisce da un bozza proposta unilateralmente da CONFINDUSTRIA (se fossi un sindacalista un po’ mi preoccuperei), le firme arrivano dagli invitati alla “famigerata” cena Marcegaglia-Berlusconi-Bonanni-Angeletti, quasi senza colpo ferire. Ora non voglio fare gossip ma qualche dubbio sul tema ce l’ho e per approfondire la discussione richiamo un articolo di Tito Boeri tratto dal sito LaVoce.info dal titolo molto esemplificativo: “nero su bianco ma scritto al contrario” http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000637.html . La CGIL non mi è particolarmente simpatica ma qui qualcosa non torna.
Scritto da Cincinnato il 26/1/2009 alle 12:29
Un accordo di questo tipo lascia sempre morti e feriti sul campo. E' difficile dire che tutti i torti sono da una parte e tutte le ragioni dall'altra. Credo però che l'intesa fosse necessaria e grosso modo la condivido. Adamoli è preoccupato che la sua non sembri una scelta di campo, ma anche Veltroni la pensa così e dunque è in buona compagnia.
Scritto da Un lavoratore senza tessera il 26/1/2009 alle 12:47
Chi ha ragione e chi ha torto, Angelo, saranno i prossimi anni a dirlo. Sulla scala mobile ha avuto torto la Cgil. Credo che possa essere così anche oggi. Ciò che non mi va è la Cgil dica sempre di no.
Scritto da Cattaneo il 26/1/2009 alle 13:02
La tua scelta sarà presa come una scelta a favore della CISL, non c'è dubbio, ma perchè ti preoccupi? La CGIL arriverà più tardi, magari con l'aiuto di qualche piccolo aggiustamento. E' una vita che è così.
Scritto da Lucky il 26/1/2009 alle 14:05
Caro Giuseppe ti metto a parte di quel che penso di questa faccenda. Io credo che il PD non debba parteggiare. Occorre rispettare l'autonomia delle parti sociali e far si che trovino tra loro i necessari equilibri. Sui contenuti credo che come tutti gli accordi, difficili e complessi, ci siano cose giuste e cose meno giuste. Forse, aggiungo io, sarebbe bene parlare anche di contrattazione territoriale e di enti bilaterali, ma su questo occorrerebbe avere altro tempo.
Scritto da roberto molinari il 26/1/2009 alle 14:44
La Cgil è troppo politicizzata. C'è chi segue il PD, chi Rifondazione e gli altri partiti di sinistra. Parla ancora dei "padroni" come 20 anni fa. Il mondo cammina, non possono dettare loro le regole.
Scritto da Giorgio F. il 26/1/2009 alle 14:54
anche se fosse così , non si capisce perchè non è stata data la possibilità alle CGIl di emendare su quelle parti delle intese che anche tu dici di trovare "fondate alcune ragioni della CGIL". Sarebbe interessante aprire un dibattito senza pregiudiziali tra chi tifa per un sindacato e chi per l'altro.Questo è un'altro di quei temi che o affronti o addio progetto PD.
Scritto da cavals il 26/1/2009 alle 15:50
Cavals, il confronto senza pregiudiziali è decisivo ma la CGIL deve presentare emendamenti compatibili. Se invece fa proposte inaccettabili per vedersele respinte, addio. Adamoli è molto prudente, come Veltroni, credo. L'ho sentito criticare la CISL varie volte e dire che l'unità sindacale andava tutelata. Mi faceva anche arrabbiare perchè tutti e non solo la Cisl dovrebbero pensare allla unità dei lavoratori.
Scritto da Un cislino il 26/1/2009 alle 16:03
Mi permetto anch'io di dare un contributo alla discussione, segnalando un intervento di Pietro Ichino sull'argomento: http://www.pietroichino.it/?p=1408#more-1408
Scritto da Pino il 26/1/2009 alle 16:04
Mi sembra giusto che il PD non prenda posizione, ufficialmente, nel merito specifico e tecnico dell'accordo. Ma il risultato raggiunto ha un valore politico perchè incide nella relazioni industriali. Mi occupo, in parte, di queste situazioni in un società di consulenza a Milano e posso affermare, con cognizione di causa, che questa è materia anche seriamente politica.
Scritto da Il pirata il 26/1/2009 alle 20:42
L'unità sindacale è un valore politico, il contrario è un disvalore. E' difficile dire chi è responsabile della rottura. Ma se tutti i sindacati sono da una parte e la Cgil dall'altra vorrà dire qualcosa. E poi che la Cgil sia molto politicizzata è sotto gli occhi di tutti.
Scritto da Franco il 26/1/2009 alle 21:42
E' una discussione difficile che però è giusto fare. Sono d'accordo con te. Bisognerebbe discutere sui contenuti senza pendere troppo per un sindacato o per l'altro. E' molto difficile, ma in questa occasione sto con Veltroni che approva i nuovi contratti.
Scritto da Valceresio il 26/1/2009 alle 21:47
Caro Adamoli, il PD non può stare fuori da questo dibattito sul rapporto tra i sindacati. L'unità o la disunione lo interpellano direttamente perchè è un partito di centrosinistra. D'Alema vuole il referendun? Secondo me ha torto, ma non si può dirgli che non può intervenire. E perchè mai? Così io capisco tu che non vuoi entrare a gambe tese sul sindacato da appoggiare, ma sarà inevitabile. Abbi coraggio, ma forse sbaglio a dirtelo perchè a te non è mai mancato.
Scritto da Dioscuro il 26/1/2009 alle 23:05
Un’altra volta ringrazio tutti per la partecipazione vivace e intelligente. Su questi problemi naturalmente tornerò spesso anche in futuro come ho già fatto con alcuni post. Non potendo tecnicamente fare link da questo spazio, ribadisco la mia opinione espressa il 13 novembre scorso. “Il PD dovrebbe mantenere una difficilissima equidistanza con tutti e tre i sindacati maggiori e prendere una posizione chiara e netta sui vari dossier che riguardano direttamente il movimento dei lavoratori. Per citarne solo due: le forme contrattuali, che vanno riformate profondamente, e le nuove “relazioni industriali”, che sono un’obiettiva urgenza”.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/1/2009 alle 11:55
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