Confronto molto interessante e lungo ieri in Commissione territorio con Giuseppe Bonomi, presidente SEA. Bonomi ha pronosticato un 2009 più orribile del 2008 per Malpensa e ha snocciolato una serie di dati preoccupanti. Nei prossimi 3/4 anni, Malpensa sarà un aeroporto “punto a punto” (non hub) che non avrà più una sola compagnia di riferimento, ma una pluralità di vettori nazionali e internazionali che bisogna conquistare con un piano industriale attraente. A questa prospettiva, che piaccia o no, mancano alternative reali.
Su alcuni punti Bonomi è stato però troppo evasivo. Ne cito due. Il primo è sul rapporto Linate-Malpensa. La mia idea è che Linate non possa chiudere come richiede Cai-Alitalia, ma debba ridurre i suoi voli, soprattutto quelli al servizio di aeroporti europei da cui partono i voli intercontinentali che sono quelli più lucrosi. SEA deve pronunciarsi più chiaramente.
Il secondo: sul masterplan di Malpensa (Piano regolatore regionale), sulle tutele ambientali, sull’eventuale terza pista c’è ancora troppa indecisione e indeterminatezza. Se è vero che fra qualche anno Malpensa tornerà ai livelli del 2007 ed oltre (previsione attendibile) questi anni debbono servire a realizzare le condizioni affinché sul territorio non si scarichino danni ambientali insopportabili. Qual è la posizione di SEA?
In sostanza, Malpensa deve trovare in sé la forza per sopravvivere e per rilanciarsi.