Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 17/2/2009 alle 14:00

Nei mesi scorsi, quando sul blog discutevo di Eluana e del testamento biologico, alcuni amici mi chiedevano perché mai volessi parlare di un tema delicatissimo che poteva sottrarmi consenso politico. La mia risposta è nel breve articolo che ho messo sul sito e che invito a leggere.
Il punto sostanziale è questo: le questioni bioetiche sono un fatto politico per eccellenza che deve essere discusso anche al di fuori delle aule istituzionali. Solo così si possono abbattere gli steccati anti-storici fra laici e cattolici che sono stati artificialmente alzati da una polemica politica pretestuosa e debordante. 

Commenti dei lettori: 30 commenti -
Bravo Adamoli: ho letto il tuo articolo sul testamento biologico. Se tutti i cattolici fossero come te sarebbe un'altra Italia, ma purtroppo non è così.
Scritto da Mirella il 17/2/2009 alle 14:34
Sono pienamente d’accordo su quanto esponi nel tuo articolo. Tuttavia, questa mattina ho letto su Repubblica l’intervista alla Binetti; mi pare che ci sia una distanza siderale tra le tue argomentazioni (che sono anche le mie) e quelle dell’intervistata. E credo che se il Pd non troverà una linea condivisa sulla questione, (linea che non può scostarsi dalle tue e mie argomentazioni) non avrà molta fortuna circa le sue sorti. Le affermazioni della Binetti mi suonano molto gravi. Intanto accusa Marino di essere favorevole all’eutanasia, poi mette in dubbio il suo essere cattolico, quindi minaccia di lasciare il partito se dovesse prevalere quell’orientamento. Per usare un eufemismo, mi sembra che gli spazi per il dialogo siano molto ristretti. E, visti i sondaggi sulla questione, credo che se il Pd pasticcerà e cercherà di non scontentare nessuno scontentandone però molti, non andrà molto lontano.
Scritto da Angelo Eberli il 17/2/2009 alle 14:35
Articolo interessante ed intenso in linea con le tue opinioni già espresse in questa materia. Secondo me questo è il modo per forgiare l'identità nuova del PD.
Scritto da P.D. il 17/2/2009 alle 15:13
Molto bene. Ma perchè usi la parola "compromesso" e non la parola "mediazione". "Compromesso" ha un che di negativo e di inciucio agli occhi di moltissimi.
Scritto da Gabriele il 17/2/2009 alle 15:22
Argomentazioni pacate e ben meditate. Si sente che non sono le solite balle improvvisate. E' il punto di vista di un cattolico che ragiona con la sua testa, rispettoso della Gerarchia ma orgoglioso della sua autonomia. Lontano anni luce dai due radicalismi che si fronteggiano.
Scritto da Lucky il 17/2/2009 alle 16:22
Condivido l'articolo. E' breve, leggibile, comprensibile. Lo farò girare tra gli amici.
Scritto da Alberto il 17/2/2009 alle 16:33
Ho letto il tuo articolo sulla Prealpina (scroccata sul treno, sennò mai la comprerei), molto bello. Un pensiero che mi viene: "Solo da due radicalismi può uscire un buon compromesso", forse è una boiata ma credo che siano le passioni forti, temprate dal buonsenso, a dare frutti. Il moderatismo, il partire già con l'idea di andare al ribasso, non credo siano cose buone. Si può essere molto radicali nelle proposte, si dimostra di valre riuscendo ad accordarsi con il massimo risultato possbile.
Scritto da Lele il 17/2/2009 alle 16:35
Finalmente una posizione chiara da un cattolico militante in un partito. Secondo te è giusto che il PD abbia la sua linea precisa oppure tutto dev'essere lasciato alla libertà di coscienza individuale?
Scritto da Giuseppe il 17/2/2009 alle 16:36
Hai il coraggio delle tue idee. Si sente la cultura morotea e, te lo dico da laico, anche quella del Cardinale Montini, Arcivescovo di Milano ed alto prelato al Vaticano, prima di diventare Papa. Aggiungo che non mi piacciono gli steccati ma continuo a pensare che una certa opposizione all'invadenza del clericalismo è necessaria.
Scritto da Bortoluzzi il 17/2/2009 alle 16:56
Complimenti per l'articolo.Però bisogna portrare tutto il PD su questa posizione.Mi auguro che si possa partire da Varese e che tu, caro Giuseppe, contribuisca con la tua autorevolezza. Le preoccupazioni di Angelo Eberli sono anche le mie. Ci vuole chiarezza. La personale libertà di coscienza va sempre rispettata su specifiche questioni. Non sulla laicità che come tale è un valore fondante di un partito. Non un optional. Altrimenti non c'è che confusione, pasticcio, inaffidabilità, ripulsa.
Scritto da Vaghi il 17/2/2009 alle 17:00
Lele, il moderatismo non piace neanche a me, però l'esigenza di una democrazia matura nella quale, su problemi eitici fondamentali, due o più visioni diverse si confrontano e trovano la sintesi è l'unica strada percorribile.
Scritto da Roberto il 17/2/2009 alle 17:00
Sono un credente e condivido le tue idee. Su Eluana certe esagerazioni cattoliche mi hanno fatto male. Naturalmente penso che c'è in Italia un laicismo insopportabile.
Scritto da Michele il 17/2/2009 alle 17:22
Gentile Adamoli, ho letto su la Prealpina il Suo articolo riguardante il testamento biologico e mi sento di condividerlo. In tutta la vicenda Eluana una cosa che mi lasciato perplesso è stata la tenacia con cui una parte del mondo cattolico ha difeso l’apparente tutela della vita. In questi giorni mi è venuta in mente una frase molto usata tra i cattolici: “LIBERO ARBITRIO” . Cos’è il libero arbitrio? Rispondo da laico. Credo sia la capacità che Dio ha dato all’uomo di assumersi le proprie responsabilità. La responsabilità più grande che un uomo possiede, secondo il mio pensare, è rivolta verso la propria vita. Che un uomo possa, proprio sulla base del libero arbitrio, decidere quando andarsene definitivamente. A cospetto del Nostro DIO, anche quello dei laici, Misericordioso e onnipresente, saremo chiamati a rispondere del Nostro “LIBERO ARBITRIO” , anche quello che ha provocato sofferenza alle altre persone. Dio è Mistero e Mistero è anche la Verità. Mia moglie che è molto credente mi dice spesso: all’inferno ci va solo chi vuole andarci, questo mi rasserena molto.
Scritto da Rocco Andrisani il 17/2/2009 alle 17:27
Interessante il paragone con l'aborto. Io sono contrarissimo ma non mi sognerei di dire che va cambiata la legge che lo ha introdotto in Italia. Occorre larghezza di vedute in questa materia, concordo.
Scritto da Angelina il 17/2/2009 alle 18:04
Farò girare l'articolo nella mia parrocchia. Ci sono tante persone che pensano così. Lei gli sta dando una voce qui a livello locale. Per questo la ringrazio.
Scritto da Marilena M. il 17/2/2009 alle 18:22
In questo caso mi sento rappresentato più da te che dal mio parroco. Come hanno trattato il papà Englaro mi indigna.
Scritto da Loredana il 17/2/2009 alle 18:29
Sono entusiasta di quello che scrive. Conosco persone che la stimano e però sostenevano concetti diversi in parrocchia. Mostrerò a loro il suo articolo.
Scritto da Giovanna G. il 17/2/2009 alle 18:54
Mi ha telefonato un attimo fa una mia amica. Lei dà voce alle preoccupazioni di molte di noi che non abbiamo il coraggio di dire le stesse cose che dice lei. Soprattutto in certi ambienti cattolici.
Scritto da Una credente il 17/2/2009 alle 18:57
Ho telefonato al mio parroco e gli ho chiesto: "dov'è l'umanità che noi cattolici abbiamo mostrato nei confronti della famiglia Englaro". Lei col suo articolo sulla Prealpina mi ha dato coraggio. (Il parroco è rimasto sorpreso.)
Scritto da Una mamma cattolica il 17/2/2009 alle 19:01
Sarò lapidario. Sei sempre il migliore perchè pensi con la tua testa e dici quello che pensi.
Scritto da Giorgio il 17/2/2009 alle 19:03
Ho letto l'articolo sulla Prealpina. Tenuto conto del contesto (il suo essere cattolico del PD) è segno di grande apertura laica, apprezzabile senza dubbio. Io però non penso si debba raggiungere un "compromesso", il diritto a decidere di sè non può essere compromesso. Nel T. Biol. non c'è nulla da mediare: chi è cattolico osservante non lo usa, chi invece sente meno vincolante il parere ecclesiastico, se ne può avvalere.
Scritto da Silvano Madasi il 17/2/2009 alle 20:34
Quando ho letto il tuo articolo sulla Prealpina volevo abbracciarti. Era ora che si levasse una voce chiara di questo tipo perchè non è vero che tutti i cattolici pensavano come molti prelati (ma non tutti).
Scritto da Lino B. il 17/2/2009 alle 20:38
Un appello alla libera coscienza da parte di un cattolico era necessario anche qui a Varese.
Scritto da La balena bianca il 17/2/2009 alle 20:40
E' musica per le mie orecchie quanto tu scrivi e mi rende consapevole ancor più di prima sul testamento biologico.Non aggiungo altro e dico GRAZIE.
Scritto da penna42 il 17/2/2009 alle 21:28
Ottimo articolo. Ne sentivo il bisogno. La radicalizzazione è sbagliata su entrambi i fronti e non solo su quello laico.
Scritto da Rossi G. il 17/2/2009 alle 22:00
Caro Adamoli, condivido le tue nobili parole di libertà e di pietà ispirate dal tragico caso di Eluana Englaro. Credo che le tue parole siano in consonanza con le parole di Paolo: “Esistono queste tre cose: la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di esse è la carità”. Nella lacerante vicenda di Eluana, la carità dov’era?
Scritto da Ulderico Monti il 18/2/2009 alle 09:29
I commenti di cattolici e cattoliche indignate per come la chiesa ha trattato la famiglia Englaro mi confortano. Di fronte a certi comportamenti la mia fede vacilla. Continui a parlarne. Sono molti i cattolici che condividono le sue idee.
Scritto da Giovanni il 18/2/2009 alle 10:16
Noi cattolici della parrocchie abbiamo bisogno della sua sponda. Non conoscevo questo blog. Me l'ha segnalato una mia amica. Oggi non saprei per chi votare ma le sue posizioni mi fanno piacere.
Scritto da Una parrocchiana il 18/2/2009 alle 11:26
Saremo in due (a fare testamento biologico). E ritrovo scritte, con il conforto della conoscenza della storia italiana passata e recente, le cose che in questi giorni ho detto ai cattolici più intransigenti: non è forse vero che Eluana (come chissà quanti altri) era stata chiamata da Dio a tornare nella sua Casa 17 anni fa? Non è forse vero che è stata l'esasperazione della tecnica medica, perseguita dall'uomo, a tenerla qui per tanto tempo ancora? E come mai i cattolici più ferventi – penso anche allo stesso Formigoni – sono quelli che hanno più timore della morte? Un uomo di Chiesa, a prescindere dal suo grado gerarchico, dovrebbe dire non la vita a ogni costo, ma la vita oltre la morte, quando è il suo momento. Dio non ha detto “sia fatta la mia volontà”? E non ci ha insegnato che la vita dopo la morte è migliore di questa? Allora perché questo rifiuto del passaggio? Posso capire l’intransigenza sull’aborto in quanto vita che nasce. Ma in questi tragici casi sono vite che muoiono. Ed è giusto, è naturale, è persino “cattolico”, in base a questi ragionamenti, lasciarle andare.
Scritto da Laura S. il 18/2/2009 alle 12:22
Meno male che i cattolici che non condividono le volgarità di Berlusconi escono finalmente allo scoperto. Vorrei abbracciare Adamoli e anche Laura S. che dice cose sagge che molti di noi pensano.
Scritto da Iole il 18/2/2009 alle 16:05
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