Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/2/2009 alle 11:46

Sento in questi giorni e ore che il PD fallisce perché è impossibile mettere insieme le culture post DS e post Margherita. Ma come? Non siamo mica nati per lasciarci alle spalle le ideologie del novecento e spazzare via la parte vecchia delle nostre culture? Sento anche che la nostra crisi è tutta colpa di Roma mentre la periferia sarebbe il regno della virtù. Un’altra balla clamorosa. Io poi contesto il termine periferia che dovrebbe sparire dal nostro vocabolario. Apprendere che Milano sarebbe periferia di Roma mi si torcono le budella. A parte questa insopportabile sintassi centralista, la sconfitta in Abruzzo è nata in Abruzzo, la crisi di Napoli ha le sue radici lì, la stessa batosta di Soru ha origini isolane. In Sardegna governavamo noi, abbiamo provocato noi le elezioni anticipate e Soru ha perso le primarie più di un anno fa per diventare segretario regionale del PD (proprio così) quand’era già “governatore”. Incredibile ma vero.  E in Lombardia? Se non abbiamo una leadership forte e riconosciuta è solo colpa di Roma? Ma non diciamo sciocchezze! Il mio sangue autonomista ribolle e si indigna. E non è che dovunque il partito sia troppo chiuso nelle sue vecchie sedi, nelle sue abitudini ammuffite, nei dirigenti che si autoperpetuano, nei suoi modi di comunicare sorpassati?
È il partito tutto insieme che non è stato all’altezza, che deve cambiare pelle. Certo le responsabilità più grandi sono del vertice, chi non lo sa? Veltroni ha deluso molte attese, D’Alema l’ha appoggiato alle primarie, facendo ritirare Bersani, sotto l’onda delle accuse ai DS per l’affare Unipol e poi l’ha mollato e contrastato. Marini si è messo a posto la coscienza infilando nel ticket vincente Franceschini e negoziando i posti per i suoi (e miei) vecchi amici, quasi una riproduzione biologica per grazia divina. Rutelli ha fatto l’errore gravissimo di ricandidarsi a Roma, dopo aver già fatto il Sindaco (bene) per dieci anni.
Questi sono i problemi veri, non le culture che hanno sicuramente un’area di convergenza in grado di produrre  una identità nuova. Tutto questo ha portato la gente a considerarci  niente più che un tradizionale e bisbetico partito di sinistra, sempre pronto a fare la morale a tutti.  E infatti raccogliamo i voti dove li raccoglieva il vecchio PCI. Veltroni, senza riuscirci, ha tentato di svecchiare sostanza e immagine. Dovrà farlo anche il prossimo condottiero. Ma tutti noi dobbiamo andare alla battaglia culturale e politica con lui.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 29 commenti -
Ho letto il tuo pezzo tutto d'un fiato. E' scritto benissimo, ma soprattutto lo condivido. Tu dici sempre che nel partito non hai responsabilità di dirigente, che sei solo un consigliere regionale. Male. Dovresti occupartene molto di più.
Scritto da Cattaneo il 19/2/2009 alle 12:06
Mi piace il piglio, il fatto che non si scarica tutto sugli altri, la volontà di andare avanti. Io sono tra gli incerti, ma fin quando ci sei tu ci sono anch'io.
Scritto da Francesco C. il 19/2/2009 alle 12:30
Ottima analisi. Ci vuole un pò di sale sulla coda anche per i nostri qui in Lombardia. Si sente il tuo cuore che batte. Rispetto a tanti burocrati lombardi il sangue che ribolle mi tira su di morale.
Scritto da Il pirata il 19/2/2009 alle 12:34
Soru nella sconfitta ci ha messo del suo. Le responsabilità scaricate tutte su Veltroni sono un gesto sbagliato.
Scritto da Luciano il 19/2/2009 alle 12:48
Non avevo dubbi che la sconfitta di Soru era colpa di Soru e della sua squadra. Anche questo fatto di dimettersi e ri-andare a elezioni nel giro di 5 minuti sapeva un po’ di papocchio. E i cittadini lo hanno punito. D’altro canto, sono perfettamente d’accordo sulla necessità di svecchiare la sinistra. Alla fine, a ben guardare, i conservatori stanno da questa parte: linguaggi vecchi, paludati, da prima repubblica. Soprattutto ai vertici, che si sono distinti per le beghe vecchio stile. Intanto, il centrodestra fa la parte del progressista, con il grande mentore che parla alla gente con il linguaggio della gente. Pazienza se dice cose da far accapponare la pelle: intanto viene premiato. Diverso il discorso se guardiamo alla base (non alla periferia) del Pd: a livello locale ci sono persone di buona volontà che si danno da fare e fanno bene. Cioè sono veramente impegnate per il bene comune. Eppure, nonostante ciò, l’impressione è che sia lo stesso difficile stare insieme, che il matrimonio sia stato molto combinato e poco d’amore. Insomma, si vive da separati in casa, non da veri conviventi. E Adamoli sa a cosa mi riferisco.
Scritto da Laura S. il 19/2/2009 alle 13:04
Ribadisco che ci vuole la tabula rasa di aristotelica memoria. Adamoli, se ha usato quei termini, conoscendola, è veramente arrabbiato. Mi viene una gran voglia di fondare su facebook "Adamoli for President (del Consiglio)". So che lei non è d'accordo, ma noi, e siamo veramente tanti, lo siamo: è anche un modo per contarci e contare, una volta tanto.
Scritto da signoraoscura il 19/2/2009 alle 13:12
Bravo Giuseppe, altro che culture di provenienza, il problema è aver rinunciato a farlo questo partito nuovo. Leggendoti viene proprio da rimpiangere il fatto che tu non assumi responsabilità diretta nella gestione del partito ... al posto dei tanti sonnolenti e grigi burocrati, che sommano alla brama di poltrone una incapacità politica senza uguali
Scritto da larpi il 19/2/2009 alle 13:43
concordo dalla toscana.
Scritto da marco il 19/2/2009 alle 13:44
Vedo che l’Apparato è riuscito nell’eroica impresa di indurre il Segretario, eletto con milioni di voti alle primarie, a rassegnare per sfinimento, le dimissioni. È stato l’esito che io paventavo da tempo. Condivido la tua analisi e le indicazioni che dai per risalire la china. Tuttavia credo che, se non ci sarà un vero cambiamento al vertice, il sogno di Veltroni e di molti come me che credevano in quel progetto, non potranno realizzarsi. Sarà ancora la datata nomenclatura, reduce dai “trionfi” che conosciamo, a darci la “linea”? Se cosi dovesse succedere, credo che le sorti del Pd saranno inesorabilmente segnate. E anch’io, volonteroso, ma forse inadeguato coordinatore di un Circolo, sarò indotto a riconsiderare il mio ruolo.
Scritto da Angelo Eberli il 19/2/2009 alle 14:44
Concordo anche io con Adamoli. Nel Partito non si è voluto creare una maggioranza e una opposizione . Così il giorno dopo la elezione di Veltroni paradossalmente chi lo ha sostuenuto (D'Alema, Marini, Rutelli, Bersani, Fioroni ecc) ha cominciato a demolirlo perchè lui era costretto di volta in volta (su ogni tema) a tenere una linea "ma anche". Con una magg. chiara e un minoranza altrettanto limpida questo non sarebbe accaduto. Un grande partito se lo può e se lo deve permettere.
Scritto da ale il 19/2/2009 alle 14:46
Concordo. Vedo queste ore molto buie. Stasera a Varese riunione portavoce PD con Martina, Martina chi? E magari ci diranno di tirare fuori idee e orgoglio per superare il momento... come se bastasse questo! e poi via baldanzosi verso la prossima legnata!
Scritto da Un piccolo Portavoce il 19/2/2009 alle 14:58
un piccolo portavoce...almeno firmarsi, sennò questo commento da proprio l'idea di un pizzino
Scritto da ema il 19/2/2009 alle 15:12
La tua è una voce libera che ci vuole. Sottoscrivo larpi e Cattaneo. Dovresti assumere qualche responsabilutà nel partito. Ormai il compito di presidente della commissione statuto in regione dovrebbe essere sul punto di terminare.
Scritto da Bianchi C. il 19/2/2009 alle 15:40
Se fosse un problema di incompatibilità tra le culture tanto varrebbe separarsi subito. Ma non si tratta di questo. Adamoli lo dice dalla sua parte io lo confermo dall'altra parte. Bisogna andare avanti.
Scritto da Mario il 19/2/2009 alle 16:14
Siamo tutti incavolati e delusi. Dobbiamo sfogarci e poi trovare la forza di risalire. Non è questione di culture inconciliabili, concordo.
Scritto da Matteo il 19/2/2009 alle 16:17
Analisi breve ma corretta ed accattivante. Se ho capito bene tu dici: andiamo avanti e tutti si prendano la loro parte di responsabilità, non solo Veltroni. Io che vengo dall'altra cordata sono perfettamente in linea.
Scritto da Andrea D. il 19/2/2009 alle 16:42
Ad esempio ora il dilemma che pervade il PD sulla scelta del nuovo leader è quello anagrafico: i giovani contro i vecchi. Ma il punto è che sono le capacità e le competenze a contare. Ad esempio: alcuni su questo blog hanno citato addirittura Adamoli, ma chi non vedrebbe favorevolmente anche un Mario Monti alla guida del PD. E anche lui non è certo un quarantenne...
Scritto da Adriano il 19/2/2009 alle 17:51
E' il momento di avere sangue freddo e non lasciarsi abbattere. Non credo che si potrà fare il congresso subito, purtroppo, e allora sosteniamo la soluzione che sarà scelta rimandando la ricerca del leader definitivo a dopo le europee.
Scritto da Un semplice iscritto il 19/2/2009 alle 18:41
Si, Veltroni è stato indotto a dimettersi dal comportamento degli altri leader più che dalla Sardegna. Il momento è drammatico per il PD. Non c'è tempo per risolvere i tanti problemi perchè ci sono le elezioni. Importante è ritrovare un minimo di unità
Scritto da Valceresio il 19/2/2009 alle 20:34
Mi hai convinto, come sempre, prenderò ancora del tempo prima di stracciare la tessera. Come ha detto un altro amico, finché ci sei tu ci sono anch'io. Fino a quando?
Scritto da Andrea il 19/2/2009 alle 20:39
Adesso basta. Tutti a favore di Veltroni e tutti contro (in contemporanea).Tutti a dire: l'avevo detto .... era ovvio che finisse così... ecc. Adesso cosa ci aspetta? Il Franceschini di turno, ma potrebbe essere Bersani,Parisi, magari un Andreotti rispolverato. Cosa cambierebbe? Ci rendiamo conto che state in queste ore quatti quatti proponendo esattamente quello che qualche decennio fa aveva proposto Prodi? E l'avete cacciato via. E lo psiconano se la ride. E io, ex PCI, PDS, DS piango.
Scritto da Achille Cattaneo il 19/2/2009 alle 23:02
All you need is Romano Prodi!
Scritto da PD_Deluso il 20/2/2009 alle 09:52
Mancate di identità. Mancate di spontaneità. Mancate di credibilità. Mancate di sincerità. A volte mancate anche di logica. Potrete risolvere questi problemi con un analisi profonda e un cambiamento radicale nel vostro modo di proporvi, ma non penso sia possibile, oppure trovare un leader che abbia le 3 (o 4) caratteristiche elencate sopra e vi affidiate in toto a lui. Nessuno dei vostri leader attuali ha queste caratteristiche
Scritto da juling il 21/2/2009 alle 00:23
La PDL ha un'identità perchè si identifica col Cavaliere. La PDL ha spontaneità grazie anche alle gaffe del suo leader che fanno PRESUMERE che tutto ciò che dice è poco filtrato, ma è il suo vero pensiero La PDL ha credibilità perchè bisogna ammettere che nella legislatura 2002-2006 ha dimostrato di essere stabile, potere governare e nonostante ciò che siete andati dicendo di cose ne ha fatte (bene o male non ha dimostrato l'ingessatura del governo Prodi), e ora dinamismo e decisionismo.
Scritto da juling il 21/2/2009 alle 00:30
La PDL ha sincerità perchè è con la verità popolare, non con la verità elitaria a volte incomprensibile all'opinione pubblica e tipica di chi magari è addentro alle cose e ai meccanismi della politica e dei salotti buoni. Ovvero la PDL appare più sincera del PD perchè in tante piccole cose quotidiane vi riferite a eventi ancora nella memoria della gente, travisandone il significato che è arrivato alla gente. Berlusconi insegna che non è importante assecondare la verità ma il pubblico televisivo.
Scritto da juling il 21/2/2009 alle 00:35
Caro Juling, il problema non sono le mancanze di cui ci accusi, che assolutamente non esistono. Così come sono infondate le qualità che attribuisci al Pdl. Le gaffe di Berlusconi non sono spontaneità, ma mancanza di sensibilità. Il PdL se cose ne ha fatte, è solo nel male: leggi ad personam ed a favore di chi delinque. Il PdL appare sincero: con un leader che smentisce se stesso? Le uniche cose su cui ti do ragione è il fatto che il PdL ha un leader in cui si identifica (anche se non è certo una bella immedesimazione) e che spesso i nostri dirigenti parlano con termini incomprensibili (troppo politichese, per intenderci) alla gente comune. E concordo con te anche sul "pubblico televisivo": ormai il popolo italiano (o comunque buona parte di esso) non ragiona più col proprio cervello, ma con il telecomando; non vede più la realtà con i propri occhi, ma attraverso la televisione. Insomma, ignoranza, pregiudizio, egoismo, mancanza di cultura, non fanno altro che favorire i consensi al PdL. Basti vedere quello che è successo in questi ultimi giorni con il caso Mills: la stampa estera se ne è occupata a fondo, da noi invece i titoli dei giornali sono andati per le dimissioni di Veltroni e il Festival di Sanremo. Si parla a vanvera delle ronde, e quasi nessuno, ad esempio, sa niente sulla modifica che il governo ha apportato sulla destinazione dei beni sottratti alle mafie. Non tornano più alla società civile, ma sono dirottati ai ministeri e alle spese correnti, tramite aste pubbliche. Una norma frettolosa e incoerente sotto il profilo giuridico, inefficiente dal punto di vista economico e che amplia l'area di illegalità perché incentiva i mafiosi a cercare prestanomi. Insomma, alla fine i padrini si riprendono i beni confiscati! Eh sì, il PdL è proprio sincero, quando afferma che il mafioso Mangano era un eroe.
Scritto da Pino il 21/2/2009 alle 09:45
Caro Pino. Forse non hai capito, che dall'esterno davo un mio suggerimento costruttivo. Gli insuccessi del PD e i successi del PDL sono fatti incontrovertibili davanti agli occhi di tutti e la tua reazione, come quella di Franceschini di ieri, fanno pensare che siete ancora vincolati agli errori che vi hanno portato nelle condizioni in cui siete ora. Il mio invito è a superare tutto ciò perchè l'Italia sarà in salute quando avrà un governo in salute e un'opposizione in salute.
Scritto da juling il 22/2/2009 alle 14:19
Concludo dicendo che stando a quello che dici, non ci sarebbero motivi per gli insuccessi del PD e i successi del PDL, visto che l'uno è nel vero nel giusto e il secondo è corrotto mafioso incompetente .... Mi pare non possa essere una spiegazione convincente della situzione attuale e della maggior parte degli ultimi 10 anni in cui la componente di centro destra ha mediamente convinto di più gli italiani di quella di centro sinistra. Ripartire da, rivalutiamo il governo Prodi, è un errore.
Scritto da juling il 22/2/2009 alle 14:24
Caro Juling, definire "suggerimento costruttivo" una sequela di critiche in cui affermi che: non siamo sinceri, spontanei, credibili ecc., e poi risentirsi se qualcuno rimanda queste al mittente, mi pare proprio il tipico atteggiamento che tiene il tuo premier, che lancia insulti a tutti, e poi guai a rispondergli per le rime! Cmq, diciamo in televisione e scriviamo sui giornali quello che accade VERAMENTE nel paese come fanno all'estero (ultimo fatto il processo Mills, in cui la stampa estera si chiede come mai in Italia il premier sia ancora al potere...) e poi vediamo se il centrodestra convince ancora gli italiani. Per esempio, sulla modifica apportata per il sequestro dei beni mafiosi a cui ho accennato io, non ho sentito né letto NIENTE! (e tu, ad esempio, ne sapevi qualcosa? E se sì, la trovi una decisione giusta?). Altra cosa: anche in Venezuela Chavez ha ampio consenso, e pure Castro a Cuba. Secondo te allora vuol dire che sono ottimi governi?
Scritto da Pino il 23/2/2009 alle 10:07
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