Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 2/3/2009 alle 11:30

Marco Giovannelli, direttore di Varesenews, dopo un’intervista sul suo giornale mi ha dedicato un post sul blog. «Adamoli mi ha colpito – afferma – uscire dai ranghi è diventato il suo motto». Lo ringrazio per l’attenzione e vorrei spiegare in poche parole, anche su invito di un lettore, il significato della mia affermazione.
La politica è l’attività collettiva per eccellenza e si fa in gioco di squadra. Lo so bene essendo iscritto ad un partito da quando avevo 17 anni. Ho conosciuto la politica quando era tutto (troppo) ed ho un ruolo tuttora che la politica è troppo poco. Il fatto è che, oggi più che mai, le persone che hanno bisogno dell’intervento della politica, o che semplicemente se ne vorrebbero interessare, non le trovi soltanto nei partiti.
Se non travalichi questi confini, il tuo incontro con il mondo vitale è parziale e limitato. Il rischio è quello di stare comodamente dentro le tue abitudini, dell’assuefazione al “coro” e agli schemi interni, di perdere l’ansia del tuo contributo aggiuntivo. “Uscire dai ranghi” ha questo significato per me. È lavorare in mare aperto, confrontarsi con tutti accettando anche la sfida delle nuove tecnologie, senza filtro.
La risposta ai bisogni, però, sta quasi sempre nelle istituzioni pubbliche e sociali e, in quelle pubbliche, è indispensabile il lavoro di sintesi che si fa nei partiti. Nel mio caso ovviamente nel PD.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 14 commenti -
Sono andato a leggere l'intervista di Giovannelli, leggo ora questo post e ci metto anche l'ottimo articolo di Diamanti che pubblichi sul sito. Non so se ci hai pensato ma così offrì cittadinanza, e anche qualche cosa di più, a tutti quegli "esuli" (come dice Diamanti) e agli elettori del centrodestra più aperti e disposti al confronto. Come dici tu questo non esaurisce il far politca, però da un ingrediente in più all'elaborazione. la contaminazione delle idee può solo migliorare le proposte.
Scritto da Spartacus il 2/3/2009 alle 11:55
E' una posizione corretta e coraggiosa che approvo. Tutti gli uomini nelle istituzioni dovrebbero fare così a qualsiasi partito appartengano.
Scritto da Marco B. il 2/3/2009 alle 12:03
I giovani in grandissima maggioranza non vanno nei partiti, sono i dirigenti politici che debbono cercarli utilizzando tutti i mezzi a disposizione. Sono d'accordo.
Scritto da Francesco C. il 2/3/2009 alle 12:17
Con la storia che hai alle spalle potresti vivere sugli allori, invece...Ti faccio i miei complimenti.
Scritto da Bortoluzzi il 2/3/2009 alle 12:41
Spartacus dice bene. Se si sta chiusi nel partito i voti persi non si recuperano più.
Scritto da Di Salvo il 2/3/2009 alle 12:57
A chi per ruoli di tipo politico esecutivo (leggi assessori, ad esempio) esprime il desiderio di designare un tecnico, obietto che è meglio metterci un politico.Perchè? Perche appunto il politico si distingue dal tecnico per la sua apertura a 360° sul mondo, per la sua sensibilità alle istanze della gente più acuta rispetto al mero culto tecnico della materia. L'importante però, che anche il politico non diventi un "tecnico della poltrona", perderebbe tutta la sua sensibilità. Bella intervista.
Scritto da nicola il 2/3/2009 alle 13:49
Sul PD di Varese sento delle critiche, però io sono soddisfatto dei suoi dirigenti, Adamoli tra i primi naturalmente.
Scritto da Paolo il 2/3/2009 alle 16:30
A me sembra un modo di fare politica serio ed efficace, soprattutto in questa epoca. La capacità di rimettersi sempre in gioco dovrebbe essere una caratteristica degli uomini politici moderni, anche se gli esempi sono rari.
Scritto da Il pirata il 2/3/2009 alle 17:41
In questo breve scritto c'è la descrizione di un modo di stare nel partito che mi pare moderno e aperto. "Travalicare i confini" in fondo è andare verso chi vuole magari occuparsi di problemi amministrativi e sociali ma senza aderire ad una organizzazione.
Scritto da Matteo il 3/3/2009 alle 00:19
Caro Adamoli, a me piacerebbe che uscire dai ranghi per te volesse semplicemente dire uscire dal PD. So che purtroppo non è così e me ne dispiace. Come dico sempre meriti di più. Con tutti i disperati che ci sono nei ranghi alti del PDL, tu potresti avere un posto importante.
Scritto da Bianchi Giò il 3/3/2009 alle 00:30
In fondo è quello che hai sempre fatto anche quando eri nella DC ed avevi un grande consenso che andava al di là del partito.
Scritto da Un tuo amico fedele il 3/3/2009 alle 10:35
Non è la prima volta che lo dico al caro Bianchi Giò. Continui a non capire, se leggi bene questo post, quello che dice Adamoli è proprio l'antitesi del PDL. Avremo mille difetti e dobbiamo farne di strada ma il livello di democrazia è mille volte meglio di quello del PDL. Sui valori e sulle idealità non ci può essere baratto questa è una delle differenza con te.....
Scritto da ale il 3/3/2009 alle 10:49
Bravo Ale, mi piace la partecipazione sul blog di chi non è del PD e anche di Bianchi Giò, che spero conitinui a scrivere, ma che Adamoli possa andare da loro è assolutamente fuori discussione. Altrimenti ci sarebbe andato, come ha già detto tante volte, quando gli offrivano una poltrona alla Camera o al Senato. Io lo conosco bene.
Scritto da Giancarlo il 3/3/2009 alle 11:30
bè bianchi gio, ovviamente una persona come Adamoli non può stare nel PDL là semplicemente non è previsto fuori dai ranghi...la si deve fare, votare, parlare per conto di Silvio...gli altri fuori.
Scritto da ema il 3/3/2009 alle 13:43
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