Non pensate a quale partito ma pensate a quale paese.
Partito Democratico   info@partitodemocratico.it
inserito il 27/3/2008 alle 19:19

In una provincia ricca ed industrializzata come la nostra, dove il tasso di disoccupazione è a livello fisiologico, esistono problemi seri e persistenti ormai da parecchi anni: la disoccupazione femminile, gli over 45, che espulsi dal processo produttivo faticano a rientrarvi, la precarietà dei giovani anche con un grado elevato di istruzione.

Bisognerebbe impostare la discussione sulla flessibilità del lavoro partendo da un presupposto fondamentale: il rapporto di lavoro a tempo indeterminato deve tornare ad acquisire il suo valore originario, mentre quello a tempo determinato deve essere giustificato da esigenze particolari per le aziende e per i lavoratori. Solo in questo senso la flessibilità del lavoro recupera un aspetto positivo per i lavoratori e per le aziende. La flessibilità che richiedono le imprese deve garantire allo stesso tempo la sicurezza alle lavoratrici e ai lavoratori.

Semmai occorre pensare a come far si che la flessibilità possa maggiormente riguardare le transazioni dalla scuola al mondo del lavoro, da un lavoro a tempo determinato ad un lavoro a tempo indeterminato, dalla disoccupazione o dalla in/occupazione ad un lavoro stabile.
Flessibilità deve significare uno spostamento verso un lavoro di miglior qualità, verso lo sviluppo di capacità professionali ed inoltre l’organizzazione del lavoro flessibile deve poter permettere e favorire, soprattutto per le lavoratrici, la conciliazione tra lavoro e responsabilità private.
Un lavoro di qualità e stabile a cui arrivare anche attraverso la “formazione continua” e “le politiche attive del lavoro” sono un obiettivo per migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e per rafforzare le imprese a Varese come nel Paese.
 
 
Umberto Colombo
Commenti dei lettori: 5 commenti -
Non vorrei sembrare un provocatore, ma al punto in cui siamo arrivati credo che quanto proposto sia un po' come la scoperta dell'acqua calda, mi spiego nel pezzo c'è la sintesi del problema, ma non c'è proposta una soluzione concreta, il che equivale a parlarsi addosso, chiedo venia ma io la vedo così
Scritto da Gian Piero Bersani il 28/3/2008 alle 12:57
Vorrei ancora una volta esprimere il mio disappunto, a parte il solito proclama senza proposte o soluzioni (siamo in campagna elettorale) vogliamo renderci conto che solamente negli Stati Uniti piu' di 260 milioni di persone vivono con il lavoro precario e non se ne accorgono nemmeno, pero' sono l'economia numero uno al mondo. Il "posto fisso" e per la vita è probabilmente la causa principale dello sfascio generalizzato del sistema Italia. Vigilate gente, vigilate i falsi profeti sono qui.
Scritto da Marco Fregonese il 31/3/2008 alle 17:53
Mi sembra che in questa frase ci sia già una proposta e una soluzione: Un lavoro di qualità e stabile a cui arrivare anche attraverso la “formazione continua” e “le politiche attive del lavoro” sono un obiettivo per migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e per rafforzare le imprese a Varese come nel Paese.
Scritto da mouse il 31/3/2008 alle 18:33
nonostante la laurea sono una precaria; forse il posto fisso oggi è un miraggio, ma come vedo qualcuno pensa che la situazione possa migliorare e che anche in Italia una giovane possa sperare almeno in un futuro più stabile. Per questa ragione penso si debba partire da li ed arrivare a proposte concrete per permetterci di fare passi avanti. io ci spero.
Scritto da cristina bergonzini il 3/4/2008 alle 17:18
HA RAGIONE COLOMBO: IL LAVORO A TEMPO INDETERMINATO DEVE ESSERE QUELLO PIU' UITILIZZATO DALLE AZIENDE SE SI VUOLE SVILUPPO DEL PAESE E POSSIBILITA' DI FUTURO E PROFESSIONALITA' PER I GIOVANI. FORSE INVECE CHI INNEGGIA ALLA FLESSIBILITA' ASSOLUTA (PER GLI ALTRI) E' SEDUTO TRANQUILLO DIETRO UNA SCRIVANIA CON UN POSTO SUPER TUTELATO, NON LE PARE SIG. MARCO FREGONESE? CHIARA ROSSETTI
Scritto da CHIARA ROSSETTI il 8/4/2008 alle 17:40
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